Dizionario Latino-Italiano (Georges, Calonghi)/Test1
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Traduzione dal tedesco di Ferruccio Calonghi (1896)
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qualcuno, mandar lontano, allontanare, relegare', partic. per liberarsene; costr. col sempl. acc. opp. contemporaneam. alla domanda donde? (coll’ab), ovv. dove? (con ad ovv. in), ovv. a che? (col supino in um), Cic. ed a.
ab-lĭgūrĭo (ablĭgurrĭo), īvi, ītum, īre, I) spendere in banchetti, scialacquare, Ter. e Seriori. II) in signif. osceno in Suet. gr. 23.
ab-lŏco, āre, appigionare, dare in affitto, Suet. Caes. 26 e Caes. Vit. 7.
ab-lūdo, ĕre == ἀπᾴδειν, differire nel tono, poet. trasl., haec a te non multum abludit imago, conviene assai bene al fatto tuo, Hor. sat. 2, 3, 320.
ab-lŭo, lŭi, lūtum, ĕre, portar via lavando, I) lavare, portar via, a) di un torrente, villas, inondare, Sen. b) di persone, maculas e veste, Plin.: lacrimas, tergere, Tac.: trasl., del cancellare macchie morali, Cic. ed a. II) pulire lavando, lavare, purificare, pedes alcjs, Cic.: se flumine vivo, Verg.
ab-nĕgo, āvi, ātum, āre, negare, rifiutare, e così anche ritenere, sottrarre, non concedere; alci alqd, Verg. e Quint.: coll’infin., Verg.
ab-nĕpōs, pōtis, m. (avi nepos), terzo nipote, Sen. ed a.
ab-neptis, ptis, f. (avi neptis), terza nipote, Suet. ed a.
Abnŏba, ae, m., Abnoba, le montagne colla parte meridionale della Selva Nera (dove nasce il Danubio).
abnocto, are (ab e nox), pernottare, passar la notte fuori di casa, Sen. ed a.
abnormis, e (ab e norma), fuori di regola, irregolare, senza norma (di nessuna setta), Hor. sat. 2, 2, 3.
ab-nŭo, abnŭi, abnŭĭtūrus, ĕre, accennare di no, con cenni, gesti, partic. della mano, negare, dir di no (contr. annuere, accipere, concedere, polliceri), a) di pers., assol., Cic.: alqd, Cic.: coll’acc. e l’infin., Cic.: raram. de alqa re, Sall. b) di c. astr., non acconsentire, ricusare, impedire, Tibull. e Plin.
ab-nūto, āre, accennare di no col capo; negare, seg. dall’acc. e l’infin., Enn. tr. in Cic. de or. 3, 164.
ăbŏlĕo, lēvi, lĭtum, ēre, far andar via == ridurre a nulla, distruggere, a) materialm.: alqd, Verg.: alcjs corpus igni, Tac. b) politic., moral. e spirit., annientare == levare per sempre, togliere del tutto, mettere in disparte, porre in dimenticanza, abolire, Verg. ed a., alci magistratum, Liv.: partic. una legge, una costumanza, una consuetudine, un editto e sim., abrogare, abolire, sopprimere, Liv.
ăbŏlesco, ŏlēvi, ĕre, andarsene man mano, spegnersi senza accorgersene, senza traccia, di c. astratte, Liv. e Verg.
ăbŏlĭtĭo, ōnis, f. (aboleo), l’abolire, il rivocare; abolizione, revoca, abrogazione di una legge, ecc., Suet.: con e senza facti == amnistia, Suet. e Quint.
ăbolla, ae, mantello a doppio giro, mantello erto per ripararsi dal cattivo tempo, Suet. ed a.
ăbōmĭno, āre, forma arcaica per abominor; pass. (perf.) in Liv. (31, 12, 8) e (part. perf.) in Hor. epod. 16, 8.
ăb-ōmĭnor, ātus sum, āri, quasi togliere un omen, divertire il cattivo augurio, quindi abbominare, schifare (contr. optare), Liv.: quod abominor, che Dio tolga, Ov. e Plin. ep.: abominandus, abbominevole, detestabile, Liv.
Ăbŏrīgīnes, um, m. (Άβοριγίνες), gli Aborigeni; il popolo da cui discesero i Latini, orig. stanziato nei monti intorno a Reate (Rieti).
ăb-ŏrĭor, ortus sum, īri, mancare, venir meno, perire (contr. oriri), Lucr. ed a.
ăb-ŏriscor, risci, venir meno, perire, Lucr. 5, 731.
ăbortĭo, ōnis, f. (aborior) aborto, l’abortire, Cic. ed a.
ăbortīvus, a, um (abortus), abortivo, nato prima del tempo, fuor di tempo, Hor. ed a.
ăbortŭs, ūs, m. (aborior), aborto, Ter., Cic. ed a.
ab-rādo, rāsi, rāsum, ĕre, I) raschiar via, radere, supercilia, Cic. II) trasl., estorcere parte dei possessi ad alc., Cic.
ab-rĭpĭo, rĭpŭi, reptum, ĕre (ab e rapio), strappar via, I) propr.: α) alqm, trascinar via, rapire, Cic.: alqm e ovv. a complexu alcjs, Cic. e Liv.: alqm de convivio in vincula, Cic.: abripere se, fuggire, sottrarsi, Liv.: abripere se domum, entrar precipitosamente in casa, Suet. β) alqd, rubare, portar via, rapire, Ter. e Nep. II) trasl., alqm a similitudine parentis, Cic.
abrŏgātĭo, ōnis, f. (abrogo), abrogazione, cassazione, legis, Cic.: legis Oppiae, Valerio Massimo.
ab-rŏgo, āvi, ātum, āre, I) (t. t. di atti pubblici) in seguito a domanda fatta al popolo, quindi mediante solenne conclusione, a) revocare, abrogare una legge preesistente (cfr. derogo), Cic. b) revocare alcuno da un impiego, da una carica politica, togliere, alci magistratum, Liv. II) trasl., togliere, alci fidem, ad alcuno il credito, Cic.
ab-rŏtŏnum, (habrŏtŏnum), i, n. (ἀβρότονον), abrotono, sorta d’erba medicinale, Hor., Cels. ed a. — Plur. eterocl., abrotoni graves, Lucr. 4, 123.
ab-rumpo, rūpi, ruptum, ĕre, I) strappare, sciogliere, spiccare con forza, a) propr., alqd, Liv. b) trasl., abrumpere se, sciogliersi da alcunchè == sbrigarsene, liberarsene, latrocinio, Cic. II) squarciare, strappar via con violenza, a) propr., alqd, Verg. e Liv. b) trasl.: α) offendere, violare, fas, Verg.: fidem, Tac. β) troncare == prima del tempo, ovv. d’un tratto, inopinatamente, vitam, Verg.: medium ovv. inceptum sermonem, Verg.: studia, Quint.
abruptē, avv. col compar. (abruptus), propr. in modo rotto, spezzato, quindi trasl. == improvvisamente, repentinamente, α) nel discorso, incipere, ex abrupto, senza esordio, Quint. β) nell’agire, improvvisamente == precipitosamente, con precipitazione, sconsideratamente, inconsideratamente, Justin.
abruptĭo, ōnis, f. (abrumpo), I) il rompersi, rottura, corrigiae, Cic. de div. 2, 84. II) trasl., divorzio, Cic. ad Att. 11, 3, 1.
abruptus, a, um, part. agg. col compar. e superl. (da abrumpo), rotto, spezzato, I) propr. == erto, ripido, scosceso, dirupato, Catull. e Curt.: sost., abruptum, i, n., ripida, dirupata altezza o burrone, precipizio, erto pendio, sing. nei poeti, plur. in Plin. ep. II) trasl.: a) in gen., solo sost., abruptum, precipizio, china, rovina, Tac. b) detto del discorso,
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