Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 47

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Lettera 46 Lettera 48

[p. 39 modifica]39 A 31. PIETRO PRETE DA SEMIGNANO (A).

I. 1/ esorta a «nere pacificamente con Dio e con le creatore, spogliarsi d’ ogni mio, ed esercitarti nelle virili per la gnn diguita, tu cui era posto da Dio, qual è quella di sacerdote.

II. Detesta I iniquità di quei sacerdoti, che, non riflettendo al ior grado, imbrattano I’ anima d’ ogni vìzio.

III. Deplora la nostra cornuti superbia, mostrando quanto s’inganni, chiunque non perdonando ai suoi nemici, spera ottener perdono da Dio, con che riprende il nominalo sacerdote dell’odio che nutrirà nel suu cuore, e dimostra il pericolo ia Vstuii trovasi.

47.

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Al nume di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. l^rele carissimo \H), per reverenzia di quello sacramento il quale avele a ministrare, 10 Catarina, seiva e schiava de* servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi vasello d’elezione a portare il nome di Cristo, e con affetto e desiderio esercitare la vita vostra in pacificarvi còl nostro Creatore, e la creatura con la creatura; perocché il dovete fare, e sete tenuto di farlo; e credo, se noi farete, voi riceverete grandissima e dura reprensione da Dio. Siale, siate specchio di virtù, e raguardate la vostra dignilà; poiché Dio per sua misericordia v’ ha posto in lauta eccellenzia, quanto è [p. 40 modifica]avere a ministrare il fuoco della divina carità, cioè il corpo ed il sangue di Cristo crocifisso. Pensate, pensale, che la natura angelica non ha tanta dignità.

Vedete che.nel vasello delfanima vostra egli ha messa la parola sna. Ben vedete, che favellando in persona di Cristo, voi avete autorità di consecrare quello dolcissimo sacramento; e però ve la conviene portare con grandissimo fuoco d’amore, e con purità di mente e di corpo, e col cuore pacifico, traendo ogni rancore ed odio dall’ anima vostra.

II. Oimè, oimè,’ dove è la purità de’ministri del Figliuolo di Dio? Pensate, che come voi richiedete la nettezza del calice per portare all’altare, che se fosse lordo noi vorreste, così pensate che Dio, somma ed eterna verità, lichiede l’anima vostra pura e netta da ogni macchia di peccalo mortale, e singularmente dal peccato della immondizia! Oimè, disavventurata a anima mia, al dì d\oggi,si vede tutto il contrario di questa purità, la quale Dio richiede; perocché non tanto che essi sieno tempio di Dio, e portino il fuoco della parola sua, ma essi sono fatti stalla e luogo di porci, e d’altri animali, portando il fuoco dell’ira, odio, rancore e malevolenzia nella casa dell’anima sua, perocché egli tiene ad albergare i porci, cioè una immondizia che continuamente vi s’involve dentro, siccome il porco nel loto. Oimè, che grande confusione è questa di vedere che gli unti di Cristo si diano a tanta miseria, ed iniquità, e non hanno in reverenzia la creazione,.perocché sono creali alla immagine e similitudine di Dio, nè il sangue del quale sono ricomprati, nè la dignilà che. essi hanno del sacramento dato a loro per grazia e non per debito. Oimè, padre carissimo.

aprile Tocchio del conoscimento, e non dormile piò in danta miseria, e non mirale perchè Dio faccia ora vista di non vedere, perocché quando verrà il punto della morte, la. quale ninno può schifare, egli mostro à bene che egli abbi veduto, ed allora se n’avvedrà l’uomo; perocché ogni colpa saia punita, ed [p. 41 modifica]ogni bene rimunerato. Questo non pensano gli stolti che non veggono che Dio è sopra di loro; ed io dico che Dio vede lo intrinseco del cuore: onde noi ci potiamo ben nascondere all’occhio della creatura, ma non a quello del Creatore. .

III. Doimè (C), or siamo noi bestie o animali? veramente io m’avveggo di si, non in quanto alla creazione ed all’essere che Dio ci ha datoj ma secondo la mala disposizone nostra, perocché, senza veruno freno di ragione, ci lasciamo guidare a questa parte sensitiva, ed andiamle dietro dilettandoci delle brutte e vane dilettazioni, ed andiamo scorrendo per le delizie del inondo enfiati di superbia; e tanto innalza la superbia il cuore dello stolto che si lascia possedere a lei, e non si vuole umiliare, nè a Dio nè alla creatura; onde alcuna volta gli sarà fatta ingiuria, o di morte o d’altre cose temporali, e per la superbia sua non si vuole umiliare e perdonare al suo nemico, ma ben vuole che le grandissime colpe ed ingiurie che egli ha fatte a Dio, gli sieno perdonate; ma egli è ingannalo, perocché con quella misura che egli misura ad altrui, sarà misurato a lui. Non voglio dunque che siate di questi cotali voi, ma voglio che virilmente voi siate vasello pieno d’amore e di dilezione e defletto di carità. Perocché io mi maraviglio molto, che uno vostro pari possa tenere odio, avendovi Dio tratto dal secolo, e fatto angelo terrestre in questa vita, per la virtù del sacramento. E voi per lo vostro difetto v* involvete nel secolo; non so in che modo voi vi recate a celebrare; onde io vi dico, che se permaneste ostinato nell’odio, negli altri difetti vostri, dovete aspettare il divino giudicio che verrebbe sopra di voi.

Io vi dico, non più tanta iniquità; correggete la vita vostra, e pensale che dovete morire, e non sapete ’ quando. Bagnatevi nel sangue di Cristo crocifisso, e non dubito,’ che se raguarderete il sangue di questo Agnello, voi spoglierete il cuore e l’affetto d’ogni miseria e singolarmente dell’odio. Questo v’addiuiando [p. 42 modifica]43 per grazia e misericordia, e voglio che facciate questa pace. Or che concisione è a vedere stare due sacerdoti in odio mortale: grande miracolo che Dio non comanda alla terra, che v’ inghiottisca ambedue. Orsù dunque virilmente; mentre che sete nel tempo di potere.

ricevere misericordia, ricorrete a Cristo crocifisso, che vi riceverà benignamente purché voi vogliate; e pensate che se noi faceste, caderebbe sopra voi quella sentenzia che fu data a quello servo iniquo, il quale aveva ricevuta tanta misericordia del grande debito che aveva col Signore, e poi al servo suo non volse lasciare una piccola quantità, maf rnettevaselo sotto i piedi, e volevalo strangolare: onde sapendo il Signore giustamente revocò la misericordia che gli aveva fatta e fecene giustizia, comandando a* servi suoi che gli leghino le mani e’ piedi, e sia messo nelle tenebre di fuore. Non pensate che la divina bontà dolce del buono Jesù ponesse questa similitudine, se non per coloro che stanno in odio con Dio e col prossimo loro. Non voglio dunque che aspettiate più questa reprensione, ma voglio che la misericordia che avete ricevuta e ricevete, voi la parlicipiate col nemico vostro, perocché in altro modo non potreste partici pare la grazia di Dio, e sareste privato della visione sua. Non dico più: rispondetemi della vostra intenzione e voluntà.

Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore. [p. 43 modifica]43 Annotazioni alili Lettera IT.

(A) Semignano è una villa dello Stato sanese, lontana circa otto miglia Ja Siena, situata non nella Montagna, come hanno le impressioni antiche, mi nella Montagnola. Montagna dicesi in Siena il Monte Amiata, che rimane inverso l’oriente (.spetto a questa citta, declinando alquanto alla banda dello Scilorco, e chiamasi anche la Montagnata, la Montagna di santa Fiora e la Montagna d’Arcidosso. Ma la Montagnola sta anzi a ponente di Siena, e se non leTasi tanto alta quanto la Montagna, si slunga invece assai verso maestro. Or questa TÌIIa di Semignano ;Iace nella parte più australe di essa, al disopra della celebre villa di Cetinale, già ritiro erudito del pontefice Alessandro VII, nella cui nobile cappella venerasi, tra l’altre reliqaie, un osso della santa.

(B) Prete carissimo. Forse dee leggersi padre, si costumando in altre lettere, e sembra trarsi delle parole che v’aggiugne: Per riverenzia d’ quello sacramento.

(C) Donne. E voce composta dalle due note di compassione

dolore, deh, o come già pur diceasi doh ed oi/aè, ed è usata altre volte dalla santa nelle sue lettere, e da altri scritturi di quel tempo.