Giuochi ginnastici raccolti e descritti per le scuole e il popolo/Prefazione

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PREFAZIONE



Fino dall’anno 1855, il prof. Girolamo Boccardo, nell’opera “Feste, giuochi e spettacoli1 consigliava di rimettere nel dovuto onore i giuochi e gli esercizi ginnastici; e nel 1874 a Bologna, in un congresso ginnastico, accoltasi la proposta del cav. Sebastiano Fenzi, fu deliberato “d’instituire un premio d’una medaglia d’oro del valore di lire trecento per il miglior libro inteso a far rivivere i giuochi nazionali”: ma nè la parola autorevole del prof. Boccardo nè le buone intenzioni di quel congresso ottennero lo scopo desiderato. Solo da poco tempo in Italia e fuori s’è capita veramente l’importanza e l’utilità dei giuochi, e attualmente essi costituiscono la parte [p. x modifica]principale dei programmi d’educazione fisica. Perchè tale risveglio?

Ammessi come principii indiscutibili, che l’educazione fisica deve impedire la degenerazione o il deviamento delle funzioni vitali, e senza turbarne l’armonia, deve accrescere la loro potenza; e che il moto, come fattore essenziale di questa educazione, ha da essere regolato prima di tutto dalle teoriche scientifiche moderne, la ginnastica si dovette radicalmente riformare nella qualità e quantità dei suoi esercizi.

In relazione all’età in cui la ginnastica viene fatta e ai vantaggi pratici che può recare, si disse di sviluppo e di applicazione; e gli esercizi, secondo l’influenza che hanno sull’organismo, furono distinti in esercizi d’effetto generale e d’effetto locale.

La ginnastica di sviluppo si propone di favorire l’accrescimento normale degli organi, di lottare contro le cattive condizioni igieniche dell’ambiente in cui vive l’educando, e di stabilire un equilibrio salutare fra le attività fisiche e le mentali. L’altra ha per fine, d’indirizzare le forze fisiche all’utilità pratica nei bisogni e nelle contingenze della vita.

Esercizi d’effetto generale, diconsi quelli nei quali la fatica è estesa in modo considerevole agli organi della respirazione e circolazione, tanto che si devono interrompere, non per la [p. xi modifica]spossatezza dei muscoli, ma per la stanchezza degli organi: e per esercizi d’effetto locale s’intendono quelli in cui la fatica è limitata ai muscoli produttori del movimento, e per lo più stancano prima d’influire in modo notevole sulle funzioni. Appartengono alla prima classe quelli che costituiscono la ginnastica naturale: marcia, corsa, salto, arrampicare, nuoto, gite alpine, ecc.; l’altra classe comprende la ginnastica artificiale, e specialmente quella ai grandi attrezzi. I primi influiscono con molta energia su tutto l’organismo, e giovano a rinvigorire la salute; gli altri servono quasi esclusivamente allo sviluppo della forza.

L’igiene, studiati gli effetti fisiologici dei varî esercizi in rapporto ai bisogni dello sviluppo organico e alle condizioni d’età, di tempo e di luogo; considerato che l’uomo forte non è sempre sano, poichè la salute più che dalla forza dei muscoli dipende dalle regolari funzioni degli organi; e dimostrato che non con la forza muscolare, ma con la resistenza degli organi e l’energia delle funzioni vitali si vincono le lotte contro le influenze morbose; ha stabilito come principio fondamentale, che la ginnastica nel periodo dello sviluppo debba essere costituita dagli esercizi d’effetto generale, e che non prima dei sedici anni debba cominciare la ginnastica d’applicazione.

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Il moto naturale adunque, determinato dalla scienza nella sua quantità e progressione, forma il cardine della ginnastica moderna, necessaria all’educazione fisica per soddisfare i bisogni igienici dello sviluppo e corrispondere alle esigenze della vita civile.



I giuochi hanno somma importanza nell’educazione fisica dei fanciulli e degli adolescenti, e i più valorosi fra i moderni educatori li raccomandano altamente per queste ragioni.

1. È noto, che la respirazione è la sovrana tra le funzioni vitali, e da essa dipende ogni vigoria dell’organismo; perciò è naturale che l’igiene le rivolga le sue prime cure, e consideri della massima importanza i mezzi che servono a sviluppare il petto.

In passato si riteneva che gli esercizi delle braccia costituissero la ginnastica più efficace per aumentare la potenza respiratoria: ora invece è riconosciuto ch’essi influiscono più sulla grossezza delle pareti toraciche, che sull’ampiezza dei polmoni; e la scienza dimostra che il miglior modo di rendere più ampio il petto consiste, non tanto nell’agire direttamente sui muscoli del torace (contenente), quanto nell’accrescere il volume dei polmoni (contenuto); aumentando con [p. xiii modifica]l’esercizio l’ambito respiratorio, ossia eseguendo dei movimenti i quali, senza esagerarlo, accrescano il bisogno di respirare.

In generale gli esercizi delle gambe, e in particolar modo la corsa, sono quelli che maggiormente rendono vivo tale bisogno, manifestato con l’ansamento, e più degli altri servono a sviluppare il petto. Perciò, quei giuochi che hanno per base la corsa sono dall’igiene vivamente raccomandati alle premure degli educatori.

2. La ginnastica nel periodo dello sviluppo mentre compensa la vita sedentaria delle nostre scuole, cagione di danni gravissimi quando è a lungo protratta, deve servire di ricreazione alla mente già affaticata.

Ma dopo le esperienze del Mosso, è noto: «che anche la fatica muscolare è fatica ed esaurimento del sistema nervoso; che è un errore fisiologico l’interrompere la lezione per obbligare i fanciulli a fare la ginnastica, con l’intendimento che questa possa diminuire lo strapazzo del cervello; e che per ristorare le forze dell’organismo, stanche dal lavoro intellettuale, i ragazzi si devono lasciar giuocare e divertire all’aria pura»2.

Dovendo dunque far muovere gli alunni, per [p. xiv modifica]ragione igienica e ricreativa ad un tempo, nulla v’è di più adatto dei giuochi, perchè consistono in movimenti naturali e facili, i quali esigono pochissimo lavoro del cervello; e se pur qualche volta richiedono per brevi istanti un’intensa applicazione del sistema nervoso, questa è sempre seguita da lunghi riposi, durante i quali le attività dello spirito sono occupate in maniera facile e dilettevole.

3. È riconosciuto inoltre che la ginnastica non raggiunge un effetto igienico completo, se non è fatta volentieri. Fra tutti gli esercizi, i giuochi sono quelli che la gioventù preferisce, perchè appagano il bisogno di moto spontaneo sentito dopo l’immobilità imposta dalla scuola; liberano dai disturbi organici cagionati dall’impedimento all’attività normale; sono in correlazione con le attitudini fisiche d’ognuno; ristorano il cervello stanco per le fatiche mentali; secondano la tendenza naturale di fuggire il disagio e di persistere in uno stato piacevole; appagano i sentimenti della libertà, dell’amor proprio e della emulazione: perchè in fine producono quel generale benessere che non è dato provare eseguendo altri esercizi.

4. L’attività dei muscoli e degli organi è condizione fondamentale d’una buona salute in ogni età; poichè l’inerzia cagiona sempre deviazione nelle funzioni generali, scarsezza di [p. xv modifica]nutrizione, disturbi nella circolazione; insomma un maggiore o minore disordine nell’economia della vita. E ciò è causa di dolore, di stanchezza e di melanconia, di perdita di tempo e di denaro; è d’ostacolo al disimpegno di tutti i doveri familiari e cittadini; logora la vita e la tronca prima del tempo. L’uomo pertanto ha il dovere di non trascurare nessuno dei mezzi suggeriti dalla scienza per mantenere e rinvigorire la propria salute; e deve considerare che la trasgressione delle leggi igieniche è una colpa grave.

Or bene, la scuola che educa per la vita, deve far contrarre all’educando l’abitudine di praticare gli esercizi ginnastici, stimolandolo all’attività fisica e sviluppando in lui la coscienza di questo dovere igienico nei modi indicati dall’arte educativa razionale.

Quest’arte, per quello che si riferisce alla condotta, ha per principio supremo, di spiegare l’opera sua in maniera, che l’attività dell’educando sia stimolata dagli stessi impulsi che governano l’attività nello sviluppo spontaneo dell’individuo: e perciò, anche in fatto di esercizi fisici, la scuola deve conoscere gli stimoli naturali da cui questi provengono, per secondarli e dirigerli abilmente all’acquisto dell’abitudine accennata. La scuola moderna infatti sa che i sentimenti del piacere e della soddisfazione, dipendenti dal benessere fisico, dalla libertà goduta e [p. xvi modifica]dall’emulazione spiegata per desiderio di superiorità, di vittoria e d’appagamento d’amor proprio, sono stimoli naturali e potenti al moto durante l'età giovanile: sa che per mezzo del giuoco ginnastico la gioventù appaga questi desideri e prova queste emozioni; e però si serve del giuoco per indurre spontaneamente l’alunno all’attività, e per rendergli l’esercizio desiderato e necessario. La scuola moderna quindi, combattendo tutto ciò che serve a svigorire gli eccitamenti naturali all’attività fisica, condanna le occupazioni sedentarie a lungo protratte, lo strapazzo del cervello, la ginnastica noiosa, difficile e inconcludente, fa guerra al militarismo precoce e al rigore esagerato e irrazionale della disciplina; e nell’età, in cui l’idea astratta dei doveri non sempre serve di eccitamento e di regola sufficiente della condotta, perchè la ragione e la coscienza perfettamente autonome non sono ancora formate, essa, per mezzo dei giuochi, vuole sottrarre la gioventù alla pigrizia e all’infingardaggine e guidarla spontaneamente all’adempimento pratico di quello che s’è detto dovere igienico.

5. Certamente i giuochi, cause di tanti vantaggi, possono recare anche qualche inconveniente, massime d’ordine morale. Tollerando, per esempio, l’egoismo, l’abuso di forza, la prepotenza, le provocazioni e i maltrattamenti durante i giuochi, ne deriverebbero le antipatie, le inimicizie, i [p. xvii modifica]rancori e le lotte brutali. Questi cattivi effetti sarebbero però da temere, se la gioventù fosse lasciata in balìa della sua inesperienza e dei suoi capricci, se l’educatore fosse privo d’autorità e la scuola non avesse alcuna sanzione.

L’esperienza invece ha insegnato, che sotto una buona guida pedagogica i giuochi hanno un gran valore anche dal lato intellettuale e morale: poiché in essi v’è intuizione rapida e vivacità di giudizio per prevedere le difficoltà delle situazioni e coordinare le proprie attitudini al conseguimento della vittoria; v’è aumento di fiducia nelle proprie forze; risolutezza per affrontare gli ostacoli; direzione ed energia di volontà per persistere nella gara; freno di potere; sottomissione ai capi; cooperazione e solidarietà per raggiungere l’intento comune al partito: i giuochi concorrono anche a promuovere le affezioni dell’amicizia e della vita sociale.


Per tutte queste ragioni, i giuochi furono riconosciuti uno dei mezzi più efficaci d’educazione fisica, e vengono coltivati e diffusi dappertutto, dove trovansi persone che desiderano il bene della gioventù e si prestano per non rimanere ultimi in quella nobile gara intrapresa dalle nazioni più civili, che ha per fine di mettere in pratica con la massima sollecitudine ed estensione, tutti i mezzi suggeriti dalla scienza per il miglioramento delle condizioni igieniche del popolo. [p. xviii modifica]

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L’Italia accolse lietamente il grido di riforma della ginnastica, bandito dal prof. Mosso3; applaudi sinceramente alla nomina della Commissione per l’educazione fisica, fatta dall’Onorevole F. Martini, e alle proposte da essa manifestate, con la splendida relazione dell'Onor. A. Celli 4: e ora, incitata anche dalla parola severa del Prof. G. Sergi5 e dalla operosità del Senatore G. L. Pecile6, sta preparandosi per attuare questa riforma, iniziandola coi giuochi, come uno dei punti più importanti di essa. [p. xix modifica]

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Per mio conto, dopo di aver procurato, come potevo, di diffondere i concetti principali che la scienza suggeriva in favore d’un indirizzo razionale della ginnastica, stimolato dal buon esempio di altre nazioni e specialmente della Germania, la quale in poco tempo ha ordinato i giuochi nelle scuole e fra il popolo in modo ammirabile; tentai di seguire praticamente questo nuovo indirizzo dell'educazione fisica, e, circa due anni fa, mi proposi d’introdurre i giuochi nella mia palestra e di diffonderli tra noi. Per prima cosa domandai quali fossero i più adatti a conseguire l’effetto maggiore. Nessuno seppe rispondermi in modo soddisfacente. Fui perciò costretto a rintracciare i giuochi più importanti che nei secoli scorsi erano praticati in Italia, e a studiar quelli che si fanno attualmente all’estero, per scegliere i migliori.

Il còmpito non fu facile né breve, specialmente per potermi fare un’idea chiara di quelli contenuti nei Manuali esteri, descritti in una forma troppo concisa e insufficiente per impararli senza vederli eseguire: ad ogni modo vi riuscii alla meglio.

Dopo avere provati ripetutamente i giuochi scelti e modificati in ciò che credei necessario, [p. xx modifica]ritenni quelli che igienicamente mi parvero più utili; poi, cominciai a diffonderli.

I vantaggi che ottenni dall’introduzione di questi giuochi a Rovigo e in altre città, mi furono gradita ricompensa della fatica durata; dimostrarono che il mio lavoro non era stato del tutto inutile, e m’indussero a scrivere questo Manuale, che ora presento al pubblico come tenue contributo all’opera di propaganda per la diffusione dei giuochi in Italia.

Alla valorosa e dotta schiera di coloro che furono i primi ad iniziare quest’opera benefica e altamente encomiabile, io dirigo in particolar modo il mio modesto lavoro, quale prova di viva gratitudine e di rispettosa affezione per quanto essa fece in pro dell’educazione fisica, accompagnandolo con la fervida preghiera che voglia continuare ad adoprarsi perchè s’abbia presto anche da noi dei Campi di giuoco in cui la gioventù delle scuole e del popolo gaiamente si sviluppi e si fortifichi, dei Campi di giuoco che possano dare alla patria una generazione sana e robusta.


“Pro patria est, dum ludere videmur.„




Rovigo, 1895.


Note

  1. Con quest’opera, il senatore Boccardo vinse il premio nel concorso bandito in quell’anno dall’Istituto lombardo di scienze e lettere.
  2. A. Mosso, La fatica, p. 300 e 340. — Milano, Fratelli Treves, 1891.
  3. Angelo Mosso. L'educazione fisica e i giuochi nelle scuole. Nuova Antologia, Roma 1, Novembre 1891. — La riforma della ginnastica. Nuova Antologia. 16 Febbraio 1892. — L’educazione militare. Nuova Antologia. 1 Ottobre 1893.
  4. Educazione fisica nelle scuole. Firenze. — G. Barbera, 1893.
  5. Giuseppe Sergi. Per la ginnastica. Nuova Rassegna, Roma, 12 e 26 Marzo 1893. — Dei supposti risultati della ginnastica e della ginnastica artificiosa. Educazione e Istruzione. G. Paravia, 15 Ottobre 1894.
  6. Gabriele Luigi Pecile. Ginnastica e giuochi di sport nelle scuole e nel popolo. Udine, 1892. Il senatore G. L. Pecile fu promotore del primo campo di giuochi in Italia. Vedi: “Un benemerito dell'educazione fisica„ Virtus, Bologna, 19 Maggio 1893.