Medaglie italiane del 1888
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MEDAGLIE ITALIANE DEL 1888
I.
Lo studio della numismatica classica, l’illustrazione e l’esame delle antiche monete e dei medaglioni di Grecia e di Roma, delle preziose monete medioevali e delle superbe medaglie del rinascimento non debbono allontanare dalla nostra Rivista l’esame, misurato e facile, delle medaglie contemporanee, e specialmente di quelle che vengono, d’anno in anno, coniate a ricordare i fatti salienti, politici, artistici, della scienza, della beneficenza, interessanti la nostra vita moderna.
Certo, queste medaglie moderne, non possono stimolare molto la curiosità del ricercatore dotto e studioso; ma non è men vero che il tenere, annualmente, nota di esse, potrà tornare utile per gli studiosi di poi, i quali, nei brevi cenni oggettivi che noi qui verremo raccogliendo, avranno argomento a ricerche ed a studii nuovi, quando questi modesti pezzi numismatici a noi contemporanei, parranno nel tempo futuro qualche cosa più di quello che ora non paiano, e noi, che li prediligiamo, non saremo e non parremo più nulla.
Del resto, se la numismatica serve alla Storia non è detto che, pel momento, non possa anche servire alla Cronaca; ed è precisamente la cronaca del 1888 che noi andremo rivedendo rapidamente, passando in rassegna le medaglie che i fatti dell’anno 1888 ci ricordano.
Il 1888 iniziavasi con una grande festa della Chiesa, il giubileo sacerdotale del Pontefice Leone XIII. Varie sono le medaglie che ricordano questo importante avvenimento del mondo cattolico, avvenimento accompagnato da un’esposizione mondiale dei doni offerti dalla cattolicità al Pontefice, aperta nel Vaticano il 6 gennaio.
Cinque sono le medaglie che noi conosciamo coniate per tali feste del Vaticano e della Cattolicità; ma quattro sole, veramente, sono le medaglie che possono dirsi officiali.
La prima è quella così detta dei cardinali. È di gran modulo, misura 82 millimetri di diametro; e fu presentata al Pontefice in esemplare d’oro, dal Collegio dei Cardinali.
Eccone la descrizione:
D/ — Busto a sinistra, di Leone XIII, con zucchetto, mozzetta, e stola, sulla quale è ricamata la SS. Concezione. Sotto il busto, F. BIANCHI F. In giro, si legge: LEO XIII PONT. MAX. AN. X.
R/ – LEO XIII ― ANNUM L. SACERDOTII SUI ― IN SUMMA ORBIS CATHOLICI LAETITIA — FAUSTE FELICITEB EXPLENTI — COLLEGIUM CARDINALIUM ― OBSEQUII ET GRATULATIONIS CAUSA — PRINCIPI OPTIMO — ANTISTITI SACRORUM MAXIMO — MDCCCLXXXVII.
La medaglia porta la data del 1887, ma fu coniata nella zecca di Roma nel 1888, e fu presentata al Pontefice nell’anno ora decorso. In fatto, la celebrazione in S. Pietro, della Messa d’oro fu fatta da Leone XIII il primo gennaio 1888.
Seguono poi due medaglie fatte eseguire, come ricordo ufficiale del Giubileo sacerdotale e della Esposizione Vaticana, dalla Società Romana d’incoraggiamento per gli artisti, presieduta dal principe don G. B. Borghese.
Queste due medaglie furono eseguite dal Cav. Francesco Bianchi, incisore dei SS. PP. AA. e membro del Consiglio direttivo della Società predetta.
La maggiore di diametro — mm. 43 — ricordo dell’Esposizione Vaticana — è la seguente:
D/ — Busto a sin. di Leone XIII con zucchetto mezzetta e stola. In giro, ai lati: LEO XIII PONT. — MAX. ANNO X. Sotto al Busto: F. BIANCHI.
R/ — La religione, nimbata, velata, con croce, seduta di prospetto, su trono, in atto di distribuire corone alle tre figure simboliche delle arti sorelle, la scultura e la pittura, a sin., l’architettura a destra. In giro: DONA OBLATA PARENTI OPT. IN AEDIS VATIC. PUBLICE EXPOSITA. Esergo, su due linee: OB EXEUNTEM A. L. — SACERDOTII EIVS. Negli angoli, a sin.: BIANCHI MOD.: a destra: SPERANZA IN.
(Tav. II, n. 1).
Il rovescio di questa medaglia fu dal Bianchi modellato soltanto; l’incisione è opera egregia del cavalier Speranza, regio incisore della zecca di Roma nella quale la medaglia nei tre metalli fu coniata.
Viene in seguito la medaglia che — benedetta dal Pontefice — fu dichiarata tessera distintiva di tutti i pellegrini accorsi a Roma da ogni parte del mondo, ed è la seguente:
Diam. mm. 30.
D/ — Busto a sin. di Leone XIII, con zucchetto, mozzetta e stola. In giro: LEO XIII PONT. — MAX. AN. X. Sotto: BIANCHI.
R/ — Nel centro del campo, croce latina, raggiata agli angoli, e poggiante sopra nubi. In giro alla medaglia: AN. L A CONSECR. SACERDOTALI LEONIS XIII P. M. Sotto alle nubi sulle quali poggia la croce, in giro rientrante: KAL IAN. MDCCCLXXXVIII. Sotto, piccolo ornato.
(Tav. II, n. 2).
Questa medaglia fu coniata nella zecca di Roma; e veniva portata dai pellegrini sul lato sinistro del petto, appesa a nastro di seta della larghezza di 23 millimetri, di colore cilestro nel mezzo e con orlatura bianca ai lati. Dovendo la Società assuntrice provvedere migliaia e migliaia di tali medaglie, ne fu commessa parte della coniazione anche allo Stabilimento Johnson di Milano; ma quelle coniate quivi distinguonsi da quelle coniate nella zecca di Roma, leggendovisi nel diritto, sotto il busto del Pontefice la parola: Roma, anziché il nome dell’incisore: Bianchi.
Questa medaglia, coniata a migliaia di esemplari, in argento e in rame argentato, fu molto venduta anche fuori di Roma.
Alle feste giubilari e dell’Esposizione fu anche dedicata la medaglia annuale di Leone XIII, coniata, come si suole, per la festa di San Pietro, del giugno 1888, e che è del tipo seguente:
Diam. mm. 44.
D/ — Busto a sin. di Leone XIII con zucchetto, mozzetta e stola. In giro: LEO XIII PONT. — MAX. ANNO XI. Sotto: F. BIANCHI.
R/ — Il Pontefice, in abiti pontificali, sedato su trono eretto su alta base, in atto di ricevere gli omaggi delle cinque parti del Mondo che gli porgono doni. All’ingiro, in alto la dicitura: ORBIS UNIVERSI OSSEQUIA ET GRATULATIONES. Nell’esergo su due linee: ANTISTITI SACROR. MAX. - A L SACERDOTII EIUS.
(Tav. II, n. 3).
Coniata nei tre metalli nella zecca di Roma.
Nell’occasione della esposizione vaticana e del giubileo sacerdotale di Leone XIII, parecchie furono le medaglie coniate per privata speculazione. Notiamo quella di maggior diametro che conosciamo, e che fu fatta coniare in Roma da un venditore di oggetti sacri in Borgo Nuovo:
Diam. mm. 60.
D/ — Nel campo, busto a sin. di Leone XIII con zucchetto, mozzetta e stola, portante la croce e il mistico triangolo; e sotto al busto del Pontefice: ROMAE. In giro, in cerchio rilevato: ANNUS MDCCCLXXXVIII QUINQUAGESIMUS A SACERDOTIO LEONIS XIII P. M.; e piccolo ornato.
R/ — Trono eretto su otto gradini, ed al quale sovrasta, fra nubi e raggi ai lati, la mistica colomba. Sul trono, il Pontefice, seduto di prospetto, con triregno, pluviale, libro aperto nella destra, chiave nella sinistra. Ai piedi del trono, disposte tre a sinistra e due a destra, le figure simboliche delle cinque parti del Mondo, porgenti doni ed ossequii. Esergo: LAETAMINI IN DOMINO — QUIA DEDIT VOBIS — DOCTOREM IUST. — JOEL. 11. 23. Sull’ultimo gradino, al dissopra della linea dell’esergo, a sin.: GALLI INV., a destra: SPERANZA.
Questa medaglia, commerciale, fu coniata in bronzo, e venduta a 5 lire; e di particolare, in essa, vi ha questo, che per combinarla fu adoperato un rovescio inciso dal cav. Speranza nel 1871 quando furono fatte le feste speciali in onore di Pio IX che aveva raggiunto annos Petri; — rovescio identicamente ripetuto, sotto Pio IX, in altra medaglia a questo dedicata pel suo giubileo episcopale nel 1877. In fatto, nella medaglia in onore di Leone XIII, della quale ci occupiamo, è curioso vedere, nel diritto, il profilo caratteristico del Pontefice vivente, mentre nel rovescio, nel Pontefice seduto sul trono, si riconoscono perfettamente le particolari sembianze del suo predecessore.
Mentre, fra la fine del 1887 ed il principio del 1888, la Chiesa celebrava il giubileo sacerdotale di Leone XIII, nei cattolici manifestavasi — nella forma legale di petizione al Parlamento — un’agitazione in favore del ripristinamento del potere temporale del Pontefice. Questa agitazione fu in taluni luoghi d’Italia aiutata ed anche promossa da sindaci e il signor ministro per gl’interni (on. Crispi) credette di dover reprimere nei sindaci, funzionari regi, tali atti di adesione ad una potestà temporale incompatibile con la costituzione del paese. Però i sindaci, ed anche i funzionari diversi che, per spirito di parte, promossero e favorirono le petizioni, furono rimossi dall’ufficio e destituiti. Il provvedimento amministrativo diede agio, in taluni luoghi, al partito cattolico, di considerare come ingiustamente colpiti i destituiti o rimossi, e il Comitato Diocesano di Bergamo iniziò una sottoscrizione per una medaglia d’argento da conferirsi a ciascuno dei sindaci, della provincia colpiti dal rigore dell’on. Crispi.
La medaglia, del diametro di 44 millimetri e del peso di gr. 58, fu coniata nello stabilimento Johnson in Milano, e qui la descriviamo:
D/ — Nel campo, in sei linee, sormontata da una rosetta araldica, l’epigrafe: DESTITUITO — PERCHÈ AL PATRIO AMORE ― DISPOSANDO L’AMORE ALLA CHIESA ― INVOCAVA DAI SUPREMI POTERI DELLO STATO — VERACE LIBERTÀ — AL PONTIFICATO ROMANO ― I CATTOLICI BERGAMASCHI — AUSPICE IL COMITATO DIOCESANO MDCCCLXXXVIII.
R/ — Corona di due rami, di quercia a sinistra e di alloro a destra, aperti in alto, intrecciati e annodati da nastro in basso. Nel campo, inciso fra ornati, il nome e il cognome e titolo del sindaco destituito.
Un’uguale onoranza fu promossa dal Comitato Diocesano di Brescia pei sindaci di quella provincia, ma non ci risulta che sia stata condotta ad effetto.
Invece, una medaglia speciale in oro, fu conferita, per lo stessso motivo della destituzione, al sindaco di Travagliato (Brescia) per iniziativa di alcune famiglie del luogo.
La medaglia, del diametro di 39 millimetri, è questa:
D/ — ANDEEAE MAJO ― ANNIS ABHINC ― XXVIII REB. MUN. PEAEFECTO — OPT. MERITO TRAVALEATENSES — MDCCCLXXXVIII.
R/ — Corona di due rami, di alloro a sin., e di quercia a destra, aperti in alto, intrecciati e annodati da nastro in basso. Nel campo su tre linee: RELLIQIONIS ET PATRIAE ― INFRACTI AMORIS ― ERGO.
Non sappiamo precisare dove la medaglia sia stata coniata.
Nell’anno 1888 un posto importante, con le sue medaglie, lo tiene Bologna, che chiamò le arti e le industrie della regione Emiliana ad una mostra più celebrata che felice; ed invitò il patriottismo italiano e la scienza mondiale, alle feste centenarie dello Studio Bolognese e di Galvani, e all’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele e del monumento ad Ugo Bassi.
Nove medaglie, se non erriamo, furono coniate, in queste occasioni, per Bologna.
Riferentisi all’Esposizione, le seguenti:
Diam. mm. 55.
D/ — Il leone di Bologna, a guardia dello scudo comunale. In alto, nel campo a semicerchio, sette stemmi di città capoluogo di provincia dell’Emilia. Nell’esergo: ESPOSIZIONE EMILIANA ― BOLOGNA — 1888.
R/ — Veduta del Palazzo dell’Esposizione; nello sfondo, dietro le colline il sole raggiante. Nel campo la Fama, librata a volo con tromba e corona. Nell’esergo: PRESIDENTE ONORARIO — S. A. R. ― IL PRINCIPE DI NAPOLI.
Questa medaglia veniva coniata nei locali della Esposizione, galleria dell’industria, e fu ammessa dal Comitato come unico ricordo ufficiale della mostra.
I concessionari Zanetti e Sarti la coniarono nei tre metalli, oro, argento e bronzo; in oro ne furono offerte alla Maestà del Re, alla Regina, al Principe ereditario; e ne furono anche coniate in bronzo dorato e in metallo bianco.
Un vecchio incisore piemontese, da anni ed anni stabilito a Bologna, il Grassi, aveva preparata egli pure una medaglia-ricordo dell’Esposizione di Bologna del tipo seguente:
Diam. mm, 38.
D/ — Entrata principale e prospettiva del Palazzo della Esposizione. In fondo, dietro alle colline, sole raggiante. In alto in giro: ESPOSIZIONE EMILIANA. Esergo, in targa: RICORDO; sotto: BOLOGNA 1888. Sotto la linea dell’esergo, a sinistra: GRASSI.
R/ — Disposti in circolo gli otto stemmi di Bologna, Ravenna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Forlì, Piacenza e Parma. Campo liscio.
Questa medaglia, di veramente squisita fattura, non fu concesso al Grassi di vendere nei locali dell’Esposizione, dove concessione esclusiva avevano ottenuto i Zanetti e Sarti. Il Grassi la mise in vendita nel proprio e nei principali negozi di Bologna e la coniò soltanto in metallo bianco.
I Zanetti e Sarti, di fronte a tale concorrenza, coniarono una medaglia, in metallo bianco molto simile a quella del Grassi nel diritto, e del tipo seguente:
Diam. mm. 39.
D/ — Entrata principale e prospettiva del Palazzo della Esposizione. In fondo, dietro alle colline, sole raggiante. Esergo, con la linea ad ornato a mensola. Sotto, in giro: RICORDO DI BOLOGNA.
R/ — Busto loricato, di prospetto, testa galeata a sinistra, di Felsina. In giro: ESPOSIZIONE EMILIANA. Sotto, fra due stellette: 1888.
Anche questa medaglia, in metallo bianco, fu venduta nei locali dell’Esposizione, con grande desolazione dell’incisore Grassi. Le tre descritte non sono che medaglie-ricordo; ora diremo della medaglia premio, del tipo seguente:
Diam. mm. 40.
D/ — Busto e testa nuda, di tre quarti, a sin., del Principe di Napoli. In giro, superiormente: ESPOSIZIONE IN BOLOGNA 1888. In giro, inferiormente, fra due stellette: S. A. E. IL PRINCIPE DI NAPOLI PRES. ONOR.
R/ — Corona di due rami d’alloro, aperti in alto, intrecciati e annodati da nastro in basso. Campo liscio.
Questa medaglia è stata ugualmente eseguita dai Zanetti e Sarti; è stata coniata in oro, in argento e in bronzo, per distribuirla a seconda delle assegnazioni fatte dalle giurìe; e per il Principe Ereditario come presidente onorario dell’Esposizione, ne fu coniato uno speciale esemplare d’oro di alto spessore.
All’Esposizione Emiliana si coordinarono, come abbiamo detto, le feste per l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele, pel centenario dello Studio Bolognese, pel centenario di Galvani. Ed ecco le medaglie che quelle feste ricordano:
Diam. mm. 40.
D/ — Monumento equestre, a destra. In alto, in giro: A VITTORIO EMANUELE. Esergo: BOLOGNA 1888.
R/ — Veduta, da destra, in iscorcio, del palazzo della Università. In basso, circolarmente: MATER ALMA STUDIORUM.
Questa medaglia eseguita dai nominati Zanetti e Sarti, fu coniata e venduta in bronzo. Essa ricorda oltre che l’inaugurazione (11 giugno 88) della statua equestre scolpita da Giulio Monteverde in onore di Vittorio Emanuele, anche il centenario dell’Università bolognese; ma la medaglia ufficiale del centenario dell’Ateneo è la seguente:
Diam. mm. 75.
D/ — Busto del Re a sin. in uniforme militare, con collare dell’Annunziata, decorazioni militari e cavalleresche e cordoni; testa nuda. Sotto il taglio del busto: L. GIORGI FECE IN FIRENZE. In giro, dall’alto, dopo una stelletta: HUMBERTUS I REX ITALIAE UNIVERSITATIS LITTERARUM ET ARTIUM BONONIENSIS PATRONUS.
R/ — In tutto il campo, in otto linee: ALMA — PARENS STUDIORUM ― ADSTANTE ITALIA TOTA ― CETERARUMQUE GENTIUM LEGATIS ― SAECULARIA OCTAVA — CONCELEBRAT ― PRIDIE IDUS IUNIAS ― MDCCCLXXXVIII.
(Tav. II, n. 4).
Questa medaglia, eseguita per ordine del Comitato del centenario, fu distribuita ai sovrani partecipanti ed ai sovrani e principi invitati alle feste centenarie, ai delegati nazionali e stranieri, ai professori dell’Ateneo bolognese, e alla stampa. Il conio, opera del Giorgi di Firenze, fu ritirato dal Rettorato dell’Università, e verrà custodito nel nascituro museo del Centenario dello studio bolognese.
Nel giorno della celebrazione del centenario (12 giugno 88) gli studenti, ordinati in corporazione e goliardicamente imberrettati, portavano all’occhiello dell’abito una medaglietta commemorativa della festa; ma non ci fu possibile, non che possederla, nemmeno vederla attentamente per descriverla.
A queste feste fu coronamento la celebrazione del I centenario della scoperta, fatta da Luigi Galvani, dell’elettricità animale. La festa fu celebrata il 14 giugno 1888; e quello stesso giorno fu solennemente distribuita ai sovrani, ai personaggi convenuti in Bologna, la medaglia seguente:
Diam. mm. 68.
D/ — Busto di Galvani a destra, togato, testa nuda. In giro: ALOYSIUS — GALVANUS. Sotto al taglio del busto: T. MERCANDETTI F. R.
R/ — In tutto il campo su cinque linee: ANNO MDOCCLXXXVIII — CENTESIMO — A VI ELECRICA ANIMANTIUM INVENTA – CIVITAS BONONIENSIS ― D.
(Tav. II, n. 5).
Per il diritto fu adoperato il conio che il bolognese conte Luigi Salina fece incidere nel 1801 al celebre Mercandetti, in Roma, e che servi per la medaglia dal Salina offerta al Galvani; quel conio fu donato dal Salina al Museo Civico di Bologna; ed ivi diligentemente conservato, potè essere adoperato per la medaglia del 1888. L’epigrafe, nel rovescio di questa, fu dettata dall’insigne latinista prof. Gandino.
Ultima, fra le medaglie bolognesi del 1888, con la quale chiudiamo questa prima parte della nostra rassegna annuale, viene la medaglia commemorativa dell’8 agosto. Nella nostra collezione non la possediamo: l’abbiamo esaminata nella collezione di Brera ed è la seguente:
Diam. mm. 43.
D/ — Nel campo, figura stante della Vittoria, a sinistra, con una corona e un ramo di palma. In giro, in alto, fra due stellette: BOLOGNA 8 AGOSTO. In basso: 1848. Nel campo, a destra: VICTORIA. Nell’esergo: GRASSI F.
R/ — In giro: XXXX ANNIVERSARIO DELL’OTTO AGOSTO 1848. In basso: GRASSI F. Nel campo, stella d’Italia in alto, e su sei linee: QUANDO IL POPOLO — SI DESTA ― DIO SI PONE ALLA ― SUA TESTA — LE SUE FOLGORI — GLI DA. Stelletta, fra due piccoli fregi in forma di gigli.
Questa medaglia fu incisa a Bologna dal piemontese Grassi, e fu, dal Comitato ordinatore della commemorazione dell’8 agosto, distribuita alle società invitate ed intervenute e ai vari rappresentanti. Ha la maglietta per infilarvi nastro — che crediamo sia bianco e rosso (i colori di Bologna) — e fu appesa allo bandiere di varie associazioni, intervenute alla commemorazione ed alla inaugurazione del mediocre monumento in onore di Ugo Bassi.
In questa rassegna del 1888 facciamo punto per oggi. Altre medaglie ed importantissime ci resta a descrivere nella seconda parte del nostro fuggevole, rapido, delibatorio lavoretto. Ma ci dichiariamo grati fin d’ora a chi — conoscendo medaglie riferentisi ai fatti in questa prima parte: accennati e da noi non menzionate — volesse darcene esatta e completa notizia, od anche a ohi avesse da correggere le notizie da noi qui raccolte.
- Febbraio 1889.
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