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Nuovo vocabolario siciliano-italiano/AP

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AP

../AO ../AQ IncludiIntestazione 8 febbraio 2023 75% Da definire

AO AQ

[p. 61 modifica]Apa. s. f. T. zool. Insetto noto: pecchia, ape (A. V. ital. apa). Apis L. || apa bagana; pecchia maggiore delle altre e senza pungiglione che serve alla generazione: fuco. || apa fudduna, pecchia folle, senza regola. || apa mastra; pecchia più grande che regge le altre: re delle api. || Prov. si non stai supra di cu’ l’api tagghia, sarrai prestu riduttu a pani ed agghia, sii presente quando si raccoglie il miele, se non vuoi impoverire. || l’apa cogghi lu [p. 62 modifica]meli e l’apuni si l’agghiutti: uno leva la lepre e l’altro la piglia. || l’apa fa lu meli ed autru si lu mancia: chi lavora lustra, e chi non lavora mostra, così è nella presente società, chi lavora muor di fame, e i privilegiati godon del lavoro altrui. || cu’ è riccu d’api e di jumenti, è riccu e ’un’avi nenti o: riccu d’api e d’armenti, riccu di nenti, chi ha api ed armento non è sicuro della possidenza. || cu’ è riccu di jumenti e d’api, è riccu e nun lu sapi, chi è ricco di giumente e d’api, è ricco e non lo sa. || si l’api pascissi ’nta lu salviuni lu fasciddaru sarrissi baruni, se l’ape pascolasse sulla flomide, l’agricoltore diverrebbe barone (Minà Palumbo).

Apaloru. V. aparu. || V. appizzaferru.

Aparia. s. f. T. bot. Orchidea assai speciosa, perchè il labello dei suoi fiori rassomiglia all’ape. Ophrys Aranifera.

Aparu o Fasciddaru. s. m. T. agr. Colui che ha cura dell’alveare: apiajo.

Àpata. V. àpatu.

Apatìa. s. f. Stato dell’animo che non è suscettivo di alcuna passione: apatia.

Apatista. s. e add. Che ha apatìa: apatista.

Àpatu. add. Che non ha senso intellettuale, quasi che ha apatìa: apate (Zan. Voc. Met.) insensato, ebete. (Gr. απασής).

Aperitivu. add. Che ha virtù, di aprire i pori e promuovere alle esecrezioni, dicesi di medicine: aperitivo. || In familiare s’usa per istuzzicante: appetitoso.

Apertamenti. avv. Apertamente.

Apertissimamenti. avv. sup. Apertissimamente.

Apertu. s. m. Luogo scoperto dove non son case, arioso: aperto. || a l’apertu: all’aperto; modo avv. all’aria libera.

Apertu. add. da apriri: aperto. || Detto di muro, vaso e simili: screpolato, fiaccato. || Per ispazioso, largo: aperto. || Fig. Palese, manifesto: aperto. || Detto di viso; ardito, franco: aperto. || Detto di pronunzia, a bocca larga: aperto. || Detto di colore; chiaro: aperto. || Fig. Contento, baldanzoso. Sup. apertissimu: apertissimo.

Apertura e Apirtura. s. f. Spaccatura, spazio vuoto in qualunque cosa: apertura. || L’azione di aprire: apertura. || Per porta, finestra. || apirtura di la nassa: ritrosa (An. Cat.). || Quello spaccato dinanzi de’ calzoni, o della camicia per dove si infila la testa, o nelle estremità delle maniche: sparato.

Àpici. s. m. Il punto ultimo della cima de’ corpi di forma acuta: apice. || Fig. Il sommo di cosa morale: apice.

Apirturedda. s. f. dim. di apirtura.

Apiu. s. m. T. bot. Erba velenosa: apio riso, erba sardonia, ranuncolo. Ranunculus sceleratus L. || apiu muntanu. Athamanta oreoselinum L. (Pasq.) || apiu. V. pumu.

Àpoca. s. f. Scrittura pubblica per quietanza del pagamento di un debito: apoca.

Apollinari. (D. B.) V. mandragora.

Apoplessìa. s. f. T. med. Emorragia o congestione sanguigna nel cervello per cui si perde il movimento volontario, il senso e la facoltà intellettuale: apoplessia.

Apoplètticu. add. Infermo di apoplessia: apopletico.

Apostolatu e Apustulatu. s. m. Dignità di apostolo: apostolato. || ’ntra l’apustulatu ci fu un giuda: anco gli apostoli ebber un Giuda.

Apostolicali. add. Apostolico: apostolicale.

Apostolicamenti. avv. Alla maniera degli apostoli: apostolicamente.

Apostòlicu. add. Pertinente ad apostolo, o che fa ufficio d’apostolo: apostolico. || a l’apostolica: all’apostolica, senza ricercatezza.

Apostrofari, v. a. Segnar l’apostrofo: apostrofare. || Usar quella figura rettorica detta apostrofe. P. pass. apostrofatu: apostrofato.

Apòstrufu. s. m. Quel segno che si mette ove manca la vocale: apostrofo. || Figura rettorica, quando si rivolge il discorso a persona o anco a cosa: apostrofe.

Apòstulu. s. m. Epiteto che si dà a’ dodici discepoli di Gesù Cristo: apostolo. || Ironic. beddu pezzu d’apostulu! bel figuro! uomo con cui non istà bene usare.

Appacchianatu. add. Alquanto grasso: poccioso, grassoccio. Da pacchianu V.

Appaciari. v. intr. Pareggiare e aggiustar i conti: pareggiare, saldare. || Nel gioco, quando uno vince una e l’altro un’altra: esser pari. || Rifl. a. Pacificarsi, far pace: appaciarsi. P. pass. appaciatu: pareggiato. || Appaciato.

Appagabbili. add. Che si può appagare: appagabile. Sup. appagabilissimu: appagabilissimo.

Appagamentu. s. m. Appagamento.

Appagari. v. a. Soddisfar all’altrui volontà: appagare. P. pass. appagatu: appagato.

Appagaturi –trici. verb. Chi o che appaga: appagatore –trice.

Appagnamentu. s. m. Ombramento.

Appagnarisi. v. rifl. pass. Insospettirsi, spaurirsi, detto delle bestie: ombrare, adombrarsi. P. pres. appagnanti: ombrante. P. pass. appagnatu: ombrato.

Appagnatizzu. add. Un po’ ombrato.

Appagnu. s. m. Sospetto, timore, detto delle bestie: ombra, ombramento. || patiri appagnu: esser ombroso, sospettoso.

Appagnusazzu. add. pegg. di appagnusu.

Appagnuseddu. add. dim. Ombrosetto (A. V. ital. ombratico).

Appagnusizzu. add. Che spesso ombra.

Appagnusu. add. Che ombra: ombroso. || Sospettoso, fantastico: ombroso. Sup. appagnusissimu: ombrosissimo.

Appagnusuni. add. accr. Che facilmente ombra.

Appaidari. v. a. Per digerire l’usa Veneziano così: ferru, chi nun c’è struzzu, chi l’appaida.

Appaisanarisi. v. intr. Trattenersi lungamente in paese non proprio, pigliandone così la cittadinanza. P. pass. appaisanatu.

Appalazzatu. add. Pieno di palazzi.

Appalisari. V. palisari. Usato da Atanasio da Aci.

Appaltari. v. a. Dar in appalto: appaltare. || Rifl. a. V. abbunarisi. P. pres. appaltanti: appaltante. P. pass. appaltatu: appaltato.

Appaltaturi. verb. m. Colui che piglia in appalto: appaltatore.

Appaltu. s. m. Quella impresa che si fa da una o più persone unite in società, pigliando l’assunto di provvedere uno stato di mercanzia, con divieto a chicchessia altro di poterne [p. 63 modifica]vendere o fabbricare, e pagando perciò a chi di diritto una somma convenuta: appalto. || Oggi si estende anco alle convenzioni simili ma di minor importanza: appalto.

Appaluramentu. s. m. Obbligazione verbale.

Appalurarisi. v. rec. Obbligarsi a parola, e propriamente dicesi dei fidanzati. P. pass. appaluratu. (Dallo Sp. apalabrar: dar parola).

Appanari. p. a. Satollar altrui di pane, anco di cibo qualunque: impippiare. || Rifl. a. Satollarsi di pane. || Per empiersi con gran desiderio il ventre: avventrinare, rimpinzarsi. P. pass. appanatu: impippiato, avventrinato, rimpinzato.

Appannàggiu. s. m. Assegnamento, corredo di matrimonio: appannaggio. || Per apparenza.

Appannari. v. a. Offuscare, coprir come d’un panno la superficie di cosa lucida: appannare. P. pass. appannatu: appannato.

Appanzarisi. v. intr. Smoderatamente empirsi il ventre: impippiarsi, strippare. P. pass. appanzatu: impippiato, strippato.

Appappamuschi. s. m. Specie di ragno con piedi corti che fa la caccia alle mosche. || Per ammuccamuschi V.

Appappari. v. intr. Smoderatamente mangiare: pappare. || v. a. Trarre tutto a sè e prometter al disopra delle forze p. e. appapparisi lu munnu: spampanare, spacconare. || Rifl. Per affluire a folla o un luogo o una casa: accalcarsi. P. pass. appappatu: pappato.

Appappaturi. V. pappuni.

Apparaggiamentu. s. m. Pareggiamento.

Apparaggiari. v. a. Far pari: appareggiare, pareggiare. || Paragonare: pareggiare. P. pass. apparaggiatu: pareggiato.

Apparamintari. V. parari.

Apparanzari. V. apparaggiari e accumpagnari.

Apparari. v. a. Vestir di paramento, addobbare: parare, apparare. || Apprestarsi a ricevere una cosa p. e. appara la manu, la sacchetta: appara la mano, la tasca. || apparari li spaddi, la facci: parar le spalle per essere battuti, e fig. umiliarsi.

Apparascenti. (An. M.) V. appariscenti.

Apparatu. s. m. Drappi co’ quali si adornano i tempii e le case: parato, paramento. || Per segno, indizio buono o cattivo: apparato. || apparatu di cammara: capoletto.

Apparatura. s. f. Apparato, il risultato dell’apparare o parare: paratura, apparatura.

Apparaturi. verb. m. Artefice che para: paratore. || Quelli che parano le chiese: festajuolo. || Per tinozza V. paraturi.

Apparentementi. avv. Con faccia di vero, in apparenza: apparentemente.

Apparenti. add. Che apparisce: apparente. || Che ha solo apparenza, finto: apparente.

Apparenza. s. f. Quel che apparisce ed è in vista: apparenza. || Finzione, contrario di realtà: apparenza. || Prov. l’apparenza ’nganna: l’apparenza inganna.

Apparenzari. (Mal.) v. intr. Dar apparenza: simulare.

Apparicchiamentu. s. m. L’atto dello apparecchiare: apparecchiamento.

Apparicchiari. v. a. Metter in ordine, preparare, poco tempo innanzi: apparecchiare. || Detto di vivande farle bene o male: apparecchiare bene o male. P. pass. apparicchiatu: apparecchiato.

Apparicchiaturi –tura. verb. Chi o che apparecchia: apparecchiatore –trice.

Apparìcchiu. s. m. Il risultato dello apparecchiamento: apparecchio. || Le cose apparecchiate, condite: apparecchio.

Apparigghiari. v. a. Far pariglia detto di bestie e di cose: apparigliare.

Apparintari. v. intr. Far parentado: imparentare, apparentare. || Per assomigliarsi. || Dicesi delle piante: appigliare. P. pass. apparintatu: imparentato. || Appigliato.

Appariri. v. intr. Farsi vedere tanto di cose naturali e soprannaturali che di persone: apparire.

Appariscenti. add. Di bella mostra, che apparisce: appariscente, apparente. || Per chiaro, evidente.

Appariscenza. s. f. Astratto di appariscente, bello aspetto, ostentazione: appariscenza. || Per cosa non vera: appariscenza.

Apparizioni. s. f. Apparimento di cose soprannaturali, e credesi meno fantastica di visione, ma più esterna, e anco le cose che appariscono: apparizione.

Apparruccianarisi. p. intr. pass. Far clienti, avventori, e farsi cliente. P. pass. apparruccianatu.

Appartamentu. s. m. Più stanze che formin alloggio non misero e libero e separato dal rimanente: appartamento.

Appartamintuzzu. dim. Appartamentino.

Appartari. v. a. Metter da parte: appartare. || Rifl. a. Tirarsi da parte: appartarsi. P. pass. appartatu: appartato.

Appartatamenti. avv. Separatamente: appartatamente.

Appartatu. V. appartamentu.

Appartèniri e Appartinìri. v. intr. Far parte di una cosa o essere di spettanza d’alcuno: appartenere || Convenire, richiedersi: appartenere. || Prov. unni nun t’apparteni, nè mali nè beni: dove non t’appartiene nè mal nè bene. P. pass. appartinenti: appartenente. P. pass. appartinutu: appartenuto.

Apparutu. add. P. pass. da appariri: apparito. || add. (L’usa Minutilla) per appariscente, di bella mostra.

Appassiunamentu. s. m. Appassionamento.

Appassiunarisi. v. intr. pass. Prendersi da passione, da vivo affetto: appassionarsi.

Appassiunatamenti. avv. Con passione: appassionatamente.

Appassiunatissimamenti. avv. sup. Appassionatissimamente.

Appassiunatizza. s. f. Qualità di chi è appassionato: appassionatezza.

Appassiunatu. add. Preso da passione: appassionato. || Per afflitto, mesto: appassionato. || Per innamorato. Sup. appassiunatissimu: appassionatissimo.

Appassulunatu. add. Dicesi degli uomini maturi e dabbene: dabben’uomo.

Appatanciari. V. attapanciari.

Appatintatu. V. patintatu.

Appatrinari. v. intr. Far da padrino (Spat.).

Appattamentu. s. m. L’indettarsi: concerto, non [p. 64 modifica]nel senso musicale, ma ordine fra più persone perchè riesca a loro mira.

Appattari. v. a. Nè vincere ne perdere nel gioco: impattare, pattare. || Aver somiglianza: somigliare. || Metter a fronte due oggetti o colori ecc. per cercare la differenza e somiglianza: confrontare. || Rifl. a. Mettersi di concerto per venir a capo di checchessia e colorir i disegni: indettarsi, concertarsi. || appattarisi li lingui: indettarsi, imboccarsi. || Prov. è pazzia lu cuntrastari cu cu’ nun po’ vinciri nè appattari: la capra non contrasta col leone, follia è contrastare con cui non si può nè vincerla nè impattarla. P. pass. appattatu: impattato. || Confrontato. || Indettato.

Appaudiri. V. appodiri.

Appauriri. v. a. (Calvino. Batracom.) Far paura, e v. intr. aver paura: impaurare, impaurire.

Appeddu. V. appellu.

Appedi, a pedi o a l’appedi o a la piduna. Posto avv. Coi proprii piedi, senz’altro ajuto: a piè, a piede, alla pedona.

Appellabbili. add. Che può appellarsi: appellabile. Sup. appellabbilissimu: appellabilissimo.

Appellamentu. s. m. Appellamento.

Appellari e Appellarisi. v. intr. Domandare o chieder nuovo giudizio a giudice superiore: appellare. || intr. pass. appellarisi di una sentenza: appellarsi di una sentenza, non sottoporvisi, ricorrere a nuovo tribunale. P. pres. appellanti: appellante. P. pass. appellatu: appellato.

Appellativu. add. T. leg. Capace di appellazione: appellativo. || T. gramm. Aggiunto di nome che appartenga o avvenga a tutte le cose di una medesima specie: appellativo. || Prov. lassari lu propriu pri l’appellativu: lasciar il proprio per l’appellativo, cioè il certo per l’incerto.

Appellazioni. s. f. Dimanda d’altro giudice o giudizio: appellazione.

Appellu. s. m. Appellazione, richiamo ad altro giudice per altro giudizio: appello. || Quel chiamare a uno a uno i soldati per farne rassegna: chiama, rassegna (appello in questo caso è mal detto) || fari l’appellu: far la chiama.

Appena. avv. Con difficoltà con istento: appena. || appena appena: appena appena, dicesi per più efficacia.

Appennicedda e Appendicedda. dim. di appennici: appendicetta.

Appennici e Appendici. Cosa accessoria che si aggiunge ad un’altra, e da cui dipende: appendice. || Prov. nun aviri nudd’appennici: essere scapolo, viver libero e senza impacci.

Appenniciascu. s. m. Tralci secchi che si lasciano alle viti.

Appènniri. v. a. Appiccare, ma che fa pensar alla superficie lungo la quale l’oggetto appeso penda, s’appicca appendendo e s’appicca attaccando: appendere meno generale di appiccare.

Appennirrobbi. (An. Cat.) V. appizzarrobbi.

Appestari. V. ’mpistari e derivati.

Appettu. Modo avv. A paragone: appetto. Ed evvi in italiano usata elegantemente per tal voce la prep. a; ogni gran male mi sarebbe poco a quello. (Favole di Esopo).

Appiccari. V. impiccari e derivati.

Appiccicamentu. s. m. L’inerpicare. || Abbaruffìo. || Appiccamento.

Appiccicari. v. intr. Salire aggrappandosi con le mani e co’ piedi, in albero, muro ecc: arrampicare, inerpicare. Dicesi anche fig. || Met. Il subito incollerirsi: saltar in bestia. || v. intr. pass. Rissarsi: abbaruffarsi, abbirrucciarsi. || appiccicari focu: appiccar fuoco, metter fuoco. || Met. appiccicari un focu: appiccar un fuoco, dar occasione di gravi contese. P. pass. appiccicatu: arrampicato, inerpicato. || Abbaruffato. || Appiccato.

Appiccicu. s. m. Contesa di parole acri e fatti: baruffa.

Appiccicugghia. s. f. Pezzuolo di sottil ramuscello di paglia, o simile: fuscello. || Fig. Pretesto incentivo di nuova lite: appicco.

Appiculari. v. intr. Il pendere di oggetto sospeso a un punto sia oscillante o no: penzolare. Da picu V.

Appidamentu. s. m. Quel muramento sotterra su cui si alzan i muri dell’edifizio: fondamento. || Fig. Principio, base di cosa qualunque.

Appidamintari. v. a. Far le fondamenta: fondamentare.

Appidamintatu. add. Fondamentato. || bonu appidamentatu: ben basato. || Fondato in qualche scienza: profondo. || Chi ha protezioni di persone grandi.

Appidari. V. appidamintari.

Appiddari. V. appellari. || Rifl. V. appizzarisi.

Appidicari. v. intr. Camminar in luoghi malagevoli al passo cercando per poter metter il piè in sul sodo. || Per appiccicari. V. || Per affortire.

Appiducchiari. V. ’mpiducchiari e derivati.

Appigghiamentu. s. m. Afferramento, riordinamento, abbronzamento.

Appigghiari. v. intr. Attaccarsi che fa la pianta alla terra in modo da poterci vivere quando principia ad abbarbicarsi: afferrare, attaccarsi, ed appiccarsi che è quasi il principio dello afferrare; evvi pure: appigliarsi ma è meno comune. || Fig. Avviarsi bene, attecchire. || Fig. Comprendere, incaricarsi: prendere. || Rifl. Attenersi seguir un partito, consiglio: appigliarsi. || Detto di vivande, guastarsi per precipitata coltura, riardere, risecchire, arrubbiare. || appigghiarisi a lu suli: abbronzire, ammorire (così a Firenze). || appigghiari lu cilindru. T. stamp. Quello strofinar e dilatar l’inchiostro nel cilindro per darsi principio alla stampa: ungere, spalmare. P. pass. appigghiatu: afferrato, appigliato. || Arrubbiato. || Spalmato.

Appigghiateddu. add. dim. di appigghiatu: abbronzatello. || Un po’ riarso.

Appìgghiu. V. appigghiamentu. || ciauru d’appigghiu: odor di cosa abbronzata.

Appiggiurari. V. piggiurari (A. V. ital. appeggiorare).

Appijuncarisi. v. intr. pass. Divenir abitualmente cagionoso, bacato: infermare.

Appijuncatizzu. add. dim. Soggetto a mali per più leggera causa: cagionoso, che ne va frequente soggetto: infermiccio.

Appijuncatu. add. Infermato. || Malsano, che ad ogni tratto abbia male: bacato.

Appilari. (An. M.) V. oppilari. [p. 65 modifica]

Appilatu. V. ammascariddatu.

Appinarisi. v. intr. pass. Esser penetrato da pena, da dolore: addolorarsi, cordogliarsi. P. pass. appinatu: addolorato.

Appinnicarisi. v. rifl. pass. Cominciar a dormire appalparsi (Fanf. Sup.) alloppicarsi, appisolarsi. || Dormir leggermente: appisolarsi. P. pass. appinnicatu: alloppicato. || Appisolato.

Appinnicu e Appinnicuni. V. pinnicuni.

Appinniddari. v. a. T. mar. Dar fondo ad un’ancora piccola davanti ad una maggiore, a cui questa è unita per dividere il suo sforzo e ritenerla nel caso che fosse per arare: appennellare, impennellare (Zan. Voc. Met.) P. pass. appinniddatu: appennellato, impennellato. || V. àncura.

Appinnituri. V. appizzaturi (Pasq.).

Appinnuliarisi. v. intr. pass. Sospendersi, o spostarsi in fuori da qualche sponda, o luogo rilevato: spenzolarsi. P. pass. appinnuliatu: spenzolato.

Appinnuluni. Modo avv. a pinnuluni. A mo’ di chi sta pendente: spenzolone, pendolone, penzolone.

Appinsirarisi. v. intr. pass. Divenir diligente, accurato. || Entrar in pensiero: impensierire.

Appinsiratizza. s. f. Diligenza, solerzia.

Appinsiratu. add. Diligente, accurato, solerte.

Appirsunarisi. v. intr. pass. Pervenire al totale incremento della persona: formarsi, metter persona.

Appirsunatu. add. Pervenuto al totale incremento: complessionato. || Alto, robusto, di bella figura.

Appisu. P. pass. da appenniri: appeso. || scena appisa. Modo prov. Finzione.

Appitenza. s. f. Disposizione a mangiare: appetenza.

Appitiri. v. a. Aver in desiderio, noi l’usiamo per lo più pe’ cibi: appetire. P. pass. appititu: appetito.

Appitìsciri. (Scob.) V. appitiri.

Appititu. Più comunemente pitittu V.

Appitittuseddu. add. dim. di appitittusu.

Appitittusu. add. Che desta appetito: appetitoso. || È una forma di pane piccolo, che pare più gustoso di quello in pagnotta.

Appittari. V. ’mpittari.

Appittata. s. f. Salita, montata: erta.

Appittatu. add. Detto di luogo che sia erto, ripido.

Appittimarisi. v. intr. Attendere a fare a dire e a chiedere qualcosa con importunità: conquidere. Da pittima V.

Appittimatu. add. Importuno a fare a dire a chiedere: impronto.

Appittutu. V. appittatu.

Appiu. V. pumu.

Appizzaferru. s. m. T. zool. Uccello di becco curvo: merope. Merops. L. || Metaf. Chi scrocca volentieri: scrocchino, scroccone.

Appizzari. v. a. Congiungere, sospender una cosa a l’un punto di un’altra: appiccare. || Per conficcare. || appizzari un timpuluni ecc: appiccare, appiccicar uno schiaffo ecc. || appizzaricci lu strazzu: perdervi la vita. || appizzari li pedi: mettersi i piedi al muro, star saldo, ostinarsi. || appizzari la laparda, modo prov. Far il parassito. || Restar privo di una cosa posseduta o sperata: perdere. || appizzari lu sceccu e li carrubbi: perdere il ranno e il sapone, o andarne il mosto e l’acquerello, perder l’una e l’altra cosa, || appizzaricci li pidati: perderci la fatica. || appizzaricci lu strazzu e la peddi: lasciarvi la pelle. || appizzari li grana a lu jocu: metter in cimento, arrischiare. || appizzari a curriri: darsi a correre. || appizzari e fuiri; chi dopo un qualche fatto subito scappa: spulezzare. || appizza ca Diu ’ndrizza: ajutati che Dio t’aiuta. || appizzarisi comu ’na sancisuca: appiccarsi come la gramigna, o come le mignatte. || appizzaricci cu la facci, cu lu nasu, cu la varva ecc: dar di barba, di naso, e simili, restar di sotto. || appizzari diciamo per andar bene un vestito: p. e. stu cappeddu o gilè nun m’appizza: non mi va. || appizzari l’occhi supra unu: affissarlo. || Per affiggere metter affissi. || appizzari ’na cosa pi li cantuneri: strombettarla, strombazzarla. || Per impicciari V. || unni l’appizzu stu s. Antuninu; detto ironico per dire ad altri che è ipocrita, o che semplicemente non sia buono.

Appizzarrobbi. s. m. Arnese per attaccarvi abiti ecc. fatto di diverse guise or fisso alla parete, ora su di sè: attaccapanni, servo-muto.

Appizzarròggiu. s. m. Arnese ove si tiene l’orologio quando non si porta addosso: porta oriuolo.

Appizzatu. add. Appiccato. || Conficcato. || Perduto. || appizzatu a li cianchi: molto importuno, impiccioso. || appizzatu a lu croccu: conseguibile, agevole.

Appizzaturi. s. m. Qualunque cosa ove altri possa appiccarsi, o che tenga sospesa cosa appiccata: appiccatojo, appiccagnolo.

Appizzutari. v. a. Far aguzzo, puntuto (Da pizzutu V.): aguzzare, appuntare. P. pass. appizzutatu: aguzzato, appuntato.

Applacari. V. placari.

Applaudiri. v. a. Far applausi: applaudire. || Approvare, stimar ben fatto: applaudire. || Rifl. a. Compiacersi, pavoneggiarsi: applaudirsi. P. pass. applauditu o applaudutu: applaudito.

Applàusu. s. m. Segno di festa e d’allegrezza o di approvazione, col batter le mani e simili atti: applauso.

Applicabbili. add. Che puossi applicare: applicabile. Sup. applicabbilissimu: applicabilissimo.

Applicamentu. s. m. Applicamento.

Applicari. v. a. Adattar una cosa sopra un’altra in modo che vi stia attaccata: applicare. || Per semplicemente adattare: applicare. || Fig. Assegnare, ascriver a uno, o a una cosa: applicare. || Rifl. a. Studiar con attenzione, o darsi, mettersi a checchessia: applicarsi.

Applicatamenti. avv. Con applicazione: applicatamente.

Applicatissimamenti. avv. Applicatissimamente.

Applicatu. add. Applicato. || Dedito a checchessia, attento: applicato. Sup. applicatissimu: applicatissimo.

Applicazioni. s. f. L’azione di applicare: applicazione. || Fig. Dicesi dell’attenzione con cui l’anima si rivolge ad alcun oggetto d’istruzione o d’affetto: applicazione.

Appoderatu. s. m. Procuratore di un corpo d’impiegati o simile all’oggetto di esiger le loro [p. 66 modifica]monete e quindi dividerle. (Dallo Sp. apoderato: fatto procuratore).

Appodiri. v. intr. Detto di carne, pesce e simili, cominciar a corrompersi: divenire stantìo. || Detto di frutti: ammezzire (Z aspro). || Detto di ulive da trarne olio, di concime e simile: fermentare, maturare. || nun putiri appodiri ad unu: non poter soffrirlo. P. pass. appodutu: ammezzito. || Fermentato, maturato.

Appoggiatura. s. f. T. mus. Nota adjacente, preceduta da una nota qualunque, ed anco da una pausa, ma seguita da una nota armonica a cui deve aderire: appoggiatura.

Appoggiu e Appoju. s. m. Cosa su cui altri si appoggia, o che serva di sostegno a checchessia: appoggio, appoggiatojo. || Metaf. ajuto, favore: appoggio. || T. cavall. L’azione reciproca della mano del cavaliere, e della bocca del cavallo per mezzo della briglia: appoggio.

Appoi. V. doppu.

Appojapedi. s. m. T. arti. Quelle sbarre che sono tra un piede e l’altro del bischetto da calzolajo: traverse del bischetto (così a Firenze).

Appòniri. (Mal.) v. a. Dar la colpa, imputare: apporre, apponere.

Apporiri. V. appodiri.

Apposta. avv. Appunto per ciò: apposta.

Appostamenti. avv. Apposta: appostatamente.

Apprènniri. v. a. e intr. Pigliar cognizione e far tesoro di cosa imparata, udita o veduta: apprendere. || Per comprendere, intendere: apprendere. || Fig. Figurarsi alla immaginazione cosa che in realtà non è: immaginarsi. P. pass. apprisu. appreso.

Appressanu. (Vinci e Pasq.) V. sangunazzu.

Appressari e Apprissari. v. a. Avvicinarsi, ma con meno distanza: appressare. P. pass. appressatu: appressato.

Appressu. avv. Vicino, poscia, di poi dopo: appresso. || l’annu appressu: l’anno appresso. || appressu d’iddu: appresso di lui. || lu jornu appressu l’epifania: il dì appresso l’epifania. Dante ha: come d’autunno si levan le foglie L’una appresso dell’altra. E Davanzati: seguitavan quattro legioni, appresso altrettante. || jiri d’appressu: andar dietro, star alle costole: sollecitar alcuno di checchessia. || cu’ veni appressu cunta li pidati: chi resta addietro serri l’uscio.

Apprèttitu. s. m. L’ostinarsi a tener dietro: insistenza. || L’atto della fretta in chi sollecita i suoi movimenti: pressa. || Istanza nel domandare: pressatura. || Impedimento o affrettamento o gravità di respiro: affanno. || Per mancanza del necessario: indigenza. || Per provocazione.

Apprinnimentu. s. m. L’apprendere: apprendimento.

Apprinnista e Apprennista. s. m. Colui che impara o si esercita in alcuna arte o professione: apprendista.

Apprinsioni. s. f. Timore poco ragionevole venente da immaginazione di mali lontani o vani: apprensione. || Il veder momentaneamente una cosa per l’altra: travedimento. || l’apprinsioni fa la cosa: l’apprensione fa la cosa, cioè non è in realtà.

Apprinsiunarisi. v. rifl. pass. Prendersi d’apprensione: apprensionirsi (Fanf. Voc. d. u. Tosc.).

Apprinsiunatu. add. Colui che è preso d’apprensione: apprensionito (Fanf. Voc. d. u. Tosc.).

Apprinsiva e Apprensiva. s. m. Potenza di apprendere: apprensiva.

Apprinsivu e Apprensivu. add. Chi d’ogni mìnimo che si turba e teme: apprensivo.

Apprisintari. v. a. Far donativo con rispetto; è quasi un principio del donare, non l’atto compiuto, che è il donare: presentare o appresentare || T. mil. apprisintari l’armi: presentar le armi e fig. depor la carica, ritirarsi. || Ricusare di fare o prendersi impegno. || apprisintari lu rusariu: offerirlo dedicare a Dio le preci. || Rifl. a. Condursi alla presenza: presentarsi, e più poetico: appresentarsi. || apprisintarisi in casteddu ecc. costituirsi prigione. P. pass. apprisintatu: presentato, appresentato. || Offerto.

Apprittamentu. V. apprèttitu.

Apprittanti. Importuno, nojato. || Sfacciato, impudente: impronto. || Per uggioso.

Apprittantuni. add. accr. Noiosissimo. || Improntone.

Apprittari. v. a. Premere perchè uno faccia o si muova: pressare. || Insistere presso alcuno o per alcuna cosa: instare. || Aizzare, stimolare l’ira altrui contro chi stimola: provocare. || Dar un tedio congiunto a un principio di avversione: dar uggia, venir in uggia. || Detto di calzari, vesti o altro che rechin dolore per la strettezza. (Dallo Sp. apretar: insistere).

Apprittatamenti. avv. Con insistenza: instantemente. || Con gran pressa: pressantemente.

Apprittateddu. add. dim. Un po’ pressato. || Un po’ ripido.

Apprittatu. add. Pressato. || Molestato dalla insistenza altrui. || Provocato. || Uggiato. || Per istretto, corto; detto di calzari e vesti. || Detto di scala, o altra salita; vale incomodo per troppa ertezza: ripido.

Apprittaturi –ra. Chi o che provoca: provocatore –trice.

Apprizzabbili e Apprezzabbili. Da apprezzarsi: apprezzabile. Sup. apprezzabbilissimu: apprezzabilissimo .

Apprizzamentu e Apprezzamentu. s. m. Apprezzamento.

Apprizzari e Apprezzari. v. a. Stimar o giudicar il pregio e la valuta di una cosa: apprezzare. || Per aver in conto, in pregio: apprezzare, pregiare. P. pass. apprizzatu e apprezzatu: apprezzato, pregiato.

Apprizzaturi –tura. verb. Chi o che apprezza: apprezzatore –trice.

Approfittari e Apprufittari. v. intr. Far profitto: approfittare, profittare. || v. intr. pass. Trar profitto pei suoi fini acquistare: approfittarsi. P. pass. approfittatu e apprufittatu: approfittato.

Approntu. s. m. Il dar fuori danaro avanti: anticipazione.

Appropiamentu. s. m. Appropriamento. (Crusca).

Appropiari e Apprupiari. v. a. Far proprio, attribuire, recar in proprietà: appropriare. || Adattare, metter a lungo: appropriare. (Appropiare, in ital. non è in uso, benchè si trovi in Villani). P. pass. appropiatu e apprupiatu: appropriato.

Appropiatamenti. avv. In modo appropriato: appropriatamente. [p. 67 modifica]

Appropiatissimu. add. sup. di appropiatu: appropriatissimo.

Appropiaturi –tura. verb. Chi o che appropria: appropriatore –trice.

Appropiazioni. s. f. Lo appropriare: appropriazione.

Approssimamentu. s. m. Approssimamento.

Approssimari. v. a. Avvicinare, accostare, ma rinchiude l’idea del moto che fa il corpo per avvicinarsi; approssimare. S’usa anco nel Rifl. a. P. pass. approssimatu: approssimato.

Approssimativamenti. avv. In modo approssimativo: approssimativamente. (Crusca).

Approssimativu. add. Che tanto o quanto si approssima: approssimativo.

Approssimazioni. s. f. Lo approssimare: approssimazione.

Apprudari e Approdari. v. intr. Accostarsi alla proda, arrivare: approdare.

Apprudiri. (An. M.) V. accunsintiri.

Apprujari. V. apprudari. || Far prò.

Apprumunamentu e Apprimunamentu. s. m. Ammaccamento di polmoni. || Abbattimento cagionato da eccesso di fatica, di cammino, o da principio d’infermità: affannamento. || Lo sbertucciare.

Apprumunari e Apprimunari. v. a. Percuotere in guisa da fender il polmone: ammaccar il polmone. || Gualcire o ammaccare per modo una cosa che perda la prima forma, come cappello, vesti e simili: sbertucciare. || Rifl. a. Stringersi un l’altro per calca: pigiarsi.

Apprumunateddu. dim. Un po’ tocco nel polmone. || Un po’ sbertucciato.

Apprumunatizzu. add. Mezzo sbertucciato.

Apprumunatu e Apprimunatu. add. Che ha ammaccato il polmone e anco affetto di polmonea. || Sbertucciato.

Appruntamentu. s. m. Il metter in pronto. || Anticipamento.

Appruntari. v. a. Disporre le cose perchè sian pronte al bisogno: approntare. || Far offerta intorno a coso di negozio o simile: profferire. || Anticipare. || Rifl. a. Presentarsi, offerirsi. P. pass. appruntatu: approntato. || Profferito o profferto. || Anticipato. || Presentato.

Appruvari. v. a. Giudicar per buono, per vero: approvare. || Per confermare. P. pass. appruvatu: approvato.

Appruvaturi. verb. m. chi approva: approvatore.

Appruvazioni. s. f. L’approvare: approvazione. || Per confermazione.

Appruvicciarisi. (Spat.) v. rifl. a. Avvantaggiarsi: approvecciarsi. Sarà forse uno spagnolismo: aprovecer.

Appruvinzarisi. v. intr. pass. Dicesi delle piante, che infermano per troppo freddo: incuocere, riardere (Pal. Voc. Met.). || Met. Andar a male. P. pass. appruvinzatu: incotto, riarso. Da pruvinzata V.

Appruvinzatizzu. add. Mezzo incotto.

Appuddari. v. intr. Piegarsi, incurvarsi. Dal Lat. pullas, cioè curvarsi col corpo in giù a mo’ di pollo (Pasq.). Trasportato il senso, avrebbe potuto dar origine al medesimo abbuddari? per abbuddari bisogna bene abbassar giù il capo.

Appuggiari. v. intr. T. mar. Navigare prendendo il vento dal fianco destro del bastimento, contrario d’orzare: poggiare.

Appujari o Appuggiari. v. a. Accostar una cosa a un’altra, per lo ritto a pendìo o in altra maniera, acciocchè sia sostenuta: appoggiare. || Parlandosi di fabbrica, edificar contiguo toccando altra casa. || Met. Dar ajuto, sostegno, protezione: appoggiare. P. pass. appujatu: appoggiato (A. V. ital. appojare. Dante).

Appujata. s. f. L’atto dello appoggiare: appoggiata.

Appujaturi. s. m. Cosa a cui appoggiarsi: appoggiatojo.

Appuntamentu. s. m. Accordamento convenzione: appuntamento. || Assegnamento di luogo ed ora per ritrovarsi: posta, ritrovo, appuntamento: quest’ultima voce dal Valeriani e dal Gargiolli ripresa è difesa dal Viani e l’usò Giusti. || francu d’appuntamentu, modo prov. dicesi di chi promette e per sistema non eseguisce. || appuntamentu di matrimoniu, il fissar il giorno delle nozze.

Appuntari. v. a. Congiungere e attaccare con punti di cucito, con ispilletti o altro: appuntare. || Aguzzare, far la punta: appuntare. || Determinare, stabilire, fermare: appuntare. || appuntari un matrimoniu: convenir i genitori dei promessi e fissare gl’interessi e il giorno delle nozze: far la scritta. || appuntari la lanterna ’ntra la facci: accostar la lanterna al viso, per ischiarir e conoscere. || Fig. Costringer ad ogni patto. || Rifl. a. Fermarsi, arrestarsi: appuntarsi. || Perder la forza, la lena a poco a poco: affievolire. || Per lasciar di pagar il dovuto. || Cessar di fare: desistere. || Per non saper che rispondere: rimaner lì. || Prestar molta attenzione a cosa che colpisca i sensi. || appuntari l’occhi: dicesi dei moribondi quando la pupilla lor si rende immobile, poco prima di spirare e per traslato del fissar lo sguardo a un oggetto, per ebbrezza o demenza o gran meraviglia. P. pass. appuntatu: appuntato. || Puntato.

Appuntaspìnguli. V. chiumazzeddu.

Appuntatizzu. add. Mezzo appuntato. || Agnello che s’insegna a star in branco.

Appuntatura. s. f. Lo appuntare: appuntatura.

Appuntiddamentu. s. m. Lo appuntellare.

Appuntiddari. v. a. Porre sostegno ad alcuna cosa, perch’ella non caschi, o perch’ella non si apra o chiuda: puntellare, appuntellare. || appuntiddari lu stomacu, fig. pigliar qualcosa per conforto: refocillarsi. || appuntiddari li raggiuni di unu: sostenerle, appoggiarle. || appuntiddari di sali, aromi ecc. condir di troppo sale, aromi ecc. || Per isforzarsi, far qualche cosa con gran fatica. P. pass. appuntiddatu: puntellato. || Sostenuto.

Appuntiddateddu. add. dim. Un po’ appuntellato.

Appuntiddu. s. m. Segno o cosa simile con che si puntella: puntello. || Met. Ajuto, sostegno.

Appuntidduzzu. s. m. dim. Puntello piccolo: puntellino.

Appuntinu. avv. Esprime maggior esattezza di appuntu: appuntino.

Appuntissimu. avv. Esattissimamente: appuntissimo.

Appuntu. avv. Giusto, nè più nè meno, nè più [p. 68 modifica]qua nè più là: appunto. || Per compiutamente bene: appunto. || appuntu appuntu: appunto appunto, per l’appunto.

Appunzunari. Far voto: votare. || Per avvelenare. (Forse dal Franc. empoisonner: avvelenare).

Appuppatu. add. Si dice di una barca, di un legno troppo caricato alla poppa.

Appurari. v. a. Cercar di sapere, mettersi in chiaro: appurare, certificarsi, chiarirsi. || Cercar con diligenza, per varie vie cose nascoste, lontane: indagare. P. pass. appuratu: appurato, indagato.

Appurciddanatu. s. m. Sito di muffa o di secco di cui si pigliano le botti di vino, vuote e trascurate; tal sito sarebbe assomigliato al sapore della purciddana V.

Appurmunari. V. apprumunari.

Appurpari. v. a. Pigliare di più o meno forza, con violenza: ghermire. || Prender con cosa adunca, con violenza: aggraffare. || Per trasl. Prender di furto, e solo in modo non legittimo, non onesto: carpire. Tolta l’idea dal purpu V. P. pass. appurpatu: ghermito. || Aggraffato. || Carpito.

Appurtamentu. V. purtamentu.

Appurtari. v. a. Produrre, cagionare: apportare. || appurtaricci la facci: aver la sfacciataggine di fare o dire. P. pass. appurtatu: apportato.

Appurtaturi. (D. B.) Chi arreca: apportatore.

Appusintari. V. A. (Scob.) Alloggiare. (Dallo Sp. aposentar).

Appusintaturi. verb. Eran quelli che disponevan gli alloggiamenti dello esercito.

Appustamentu. s. m. Agguato.

Appustarisi. v. intr. pass. Nascondersi per coglier il destro di far male ad alcuno: agguatarsi. P. pass. appustatu: agguatato.

Appustatamenti. avv. A bella posta: appostatamente.

Appustatu. add. (Veneziano). Fatto a bella posta: appostato.

Appuzzari. v. a. Attingere liquori da qualche serbatorio. || Immergere checchessia come si farebbe in un pozzo: appozzare. || Per piegarsi, chinar in basso, far la volontà altrui. || Nel gioco della trottola è il ricever i colpi la trottola del perdente colla punta della trottola del vincente. || Negli altri giuochi denota sempre il perdere: star sotto. P. pass. appuzzatu: appozzato.

Appuzzunari. v. a. Indurre, apportar puzzo: appuzzare, appuzzolare. P. pass. appuzzunatu: appuzzolato.

Aprili. s. m. Quarto mese dell’anno: aprile. ||Prov. aprili fa li ciuri e li biddizzi, e nn’avi l’onuri lu misi di maju, o aprili fa li ciuri, e maju nn’havi l’onuri: aprile fa il fiore e maggio ne ha l’onore. || aprili lu duci durmiri: aprile dolce dormire. || aprili ti vegnu a vidiri: in aprile si vede se le campagne vanno bene. || quantu va un’acqua di maju e d’aprili nun vali un carru cu tutti li vili: val più un’acqua tra aprile e maggio, che i bovi con tutto il carro. || aprili favi chini, si nun su ccà su a li marini: in ogni modo in aprile vi son già le fave. || aprili mai nun fini, e ’ntra maju una bona, chi lava li risini; che bisogna piovere in detti mesi. || aprili quannu chianci quannu ridi: aprile quando piange quando ride. || aprili ogni jornu cu lu varrili: aprile ogni giorno un barile d’acqua. || aprili chiuvusu, maggiu vintusu, annu fruttusu: aprile piovoso, maggio veneroso (gajo, bello) anno fruttoso.

Aprimentu. s. m. Aprimento. (Pasq.).

Aprìri e Gràpiri. v. a. Disgiunger od allargare le imposte di usci o finestre, o di cosa qualunque che sia chiusa o serrata: aprire; s’usa pure rifl. a. In italiano sonvi più corrispondenti: dischiudere, se parlasi di cosa chiusa: disserrare se di cosa serrata: aprire è generico; e s’apre quel che non è nè chiuso nè serrato, come una finestra o uscio in un muro. || apriri ad unu: aprire a uno, aprir la porta perch’egli entri. || Per fendere, spaccare: aprire; e s’usa rifl. a. detto di muro, legno. || apririsi lu ciuri: aprirsi, sbocciare. || apriri l’occhi ad unu: scaltrirlo. || apreru l’occhi li gattareddi: apriron gli occhi i gattini: met. quando alcuno si è scaltrito. || apriri li manu: lavarsene le mani, chi non vuole o non può impacciarsi in una faccenda. || apriri putìa: aprir bottega, metterla su. || apririsi un teatru ecc. aprirsi un teatro. P. pass. apertu: aperto.

Aprocchi o Gattareddi. s. m. pl. T. bot. Pianta spinosa co’ fiori color di rosa, usata in medicina per la sua virtù antelmintica: centauria, biondella. Spina alba. Centaurea Calcitarapa L. || aprocchiu fimmineddu: calcatreppolo, ceceprete. Centaurea solstitialis: ha i fiori di color giallo. || L’An. M. traduce: cardo stellato.

Àpulu. V. paparu. (Dal Gr. απλους: semplice). || jittari li paroli àpuli àpuli: dir le parole scrive scrive, tali quali, senz’altro, semplicemente.

Apuni. s. m. T. zool. Ape selvatica, maggiore delle altre, che succhia il miele di esse: pecchione, apone.

Apustòlicu. V. apostòlicu e derivati.

Apuzza. s. f. Vezzeggiativo di ape: pecchiolino.


Supplemento

[p. 1128 modifica] [p. 1129 modifica] [p. 1130 modifica] Apanta. V. panta.

Appaciri. V. appaciari.

Appalazzatu. Di casa a più piani, e simile a un palazzo.

Apparari. Far pari: pareggiare. || V. parari.

Apparasuli. Protasi di parasuli V.

Apparateddu. dim. di apparatu: paratino.

Apparruccianatu. add. Ricco di avventori.

Apparutu. Stagionato. || Passo, stantìo. E forse verrà da appaudiri, P. pass. appaudutu o appadutu.

Appatatuccatu. add. Di figura rozza, goffa.

Appattari. Pareggiare, uguagliare.

Appaudiri. P. pass. appaudutu. V. appodiri.

Appegghìa. s. f. T. zool. Falco di palude (Caglià).

Appellari. appellarisi di una cosa ad unu, chiamare esso in testimone, p. e. io sono contro la pena di morte, me ne appello ai miei amici, che mi hanno inteso (Fanf. Voci ecc. d. parl. Fior.).

Appennitiranti. s. m. Particella del fornimento del cavallo, che attacca la tirella all’imbraca: reggitirella.

Appeu. modo avv. Al peggio.

Appianatureddu. s. m. T. oref. Sorta di cesello da far pianuzzi: pianatojo.

Appidicari. Si dice nel nuoto, del toccare fondo co’ piedi. || Per appidari V.

Appilari. v. a. Metter le barboline, delle piante, quasi le barboline sian peli: abbarbicare.

Appirarisi. v. intr. pass. Riuscire a buona compera, specialmente di carne buona (Verdone).

Appiricari. V. appidicari. || Dicesi del toccar terra quando si nuota in bassi fondi: toccare. Onde, si cci apperica: ci si tocca.

Appisa. V. acchianata.

Appiulatu. add. Ritto, impalato, piantato come un piolo.

Appizzaferru. T. bot. È anco una pianta, di fusto erbaceo, ramoso; foglie allungate, alla base cuneate, incise a tre; frutti cilindrici, ovali, vellosi. Nasce fra i rottami, e per le vie: carpola spinosa. Hanthium spinosum L.

Appizzaturi. s. m. Pezzo di legno, o altro, su cui si batte la trottola, secondo le condizioni del giuoco.

Appopulari. V. A. (Salomone da Lentini): popolare.

Apprinniri. V. apprenniri. || Per appiccicari V. § 4 appiccicari focu.

Apprittazzioni. s. f. Lo apprittari V. || Per ciatatina V.

Appruvari. Per pruvari.

Appujatedda. dim. di appujata.

Appujateddu. dim. di appujatu.

Appujatu add. Dicesi del vino carico di colore.

Appujuni. avv. Appoggiato.

Appunari. v. a. T. mar. Far salpare la barca a forza di remi (Licata).

Appuntiddari. appuntiddaricci, dicesi in generale dell’usare o abusare in una cosa.

Appuntiddata. s. f. Il puntillare. || Il rifocillare.

Appuntiddatu. add. da appuntiddari. || Rifocillato.

Appusizzioni. V. opposizzioni.

Appustatu. Tardo, lento.

Appuzzari. appuzzarisi, chinarsi per dormire. || Mettersi a mangiare o bere avidamente.