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318 indice analitico dei nomi


Montano, v. Quattromani.

Morano (Giov. Geronimo, barone di Gagliato), di una potente famiglia di feudatari calabresi. Oriundo di Stilo, residente in Catanzaro; grande persecutore del Campanella e dei congiurati (pagina 223, n. 7).

«Moresco core». Quello dello Xarava (v. q. n.).

Moscoso (donn’Anna de), giá moglie di don Alvaro de Mendoza, parente di don Alonzo, castellano di Castel nuovo, rimaritata a don Lope de Moscoso Osorio, conte di Altamira. È la donn’Anna benefattrice del Campanella e da lui cantata in alcune poesie (p. 238, n. 6).

«Mostro». Imprecazione contro lo Xarava (v. q. n.).

Musso (Cornelio). Vescovo di Bitonto, rinomato predicatore: 1511-1574 (p. 207, n. 55).

Musuraca (Giov. Antonio). Colono nei feudi dei Carafa (v. q. n.) di Roccella jonica; amico e beneficato di casa Campanella onde questi pensò di rifugiarsi presso di lui; ma fu tradito. V. sotto il nome Campanella, ad ann. 1509 (pp. 224, n. 10; 289).


Napoli (re di). Allusione alla sconfitta di Alfonso I d’Aragona nella battaglia navale di Ponza (1435)» in cui fu fatto prigioniero dai genovesi e inviato a Filippo Maria Visconti (p. 91, n. 39).

Narsinga. Nell’India centrale, prov. di Narbada (p. 68, madr. 5).

Nassau (Giovanni di). Compagno di viaggio di Cristoforo Pfiug a Napoli (p. 266).

Naudé (Gabriele). Erudito e bibliofilo francese (1600-53). Essendo a Roma (1628) bibliotecario del cardinale Barberini, conobbe ed entrò in intimitá col Campanella, che gli dettò il Syntagma, che
poi pubblicò parecchi anni dopo la morte del Campanella e molto inesattamente (p. 285).

«Niba». Nello stesso senso di «Nirvana» (p. 68, madr. 5).

«Niblo». Soprannome di Annibaie Caracciolo (v. q. n.).


Olimpia. Nome di una benefattrice del Campanella, non meglio identificata (p. 234, n. 30).

Orelli (1787-1849). Illustre filologo svizzero, al quale si deve il disseppellimento e la prima ristampa della 1a ediz. (1622) della Scelta (pp. 272; 274-6; 280; 304).

«Orpheus aevi nostri...». Allusione ad Urbano VIII, il quale aveva delle pretensioni poetiche, che il Campanella fu costretto ad accarezzare con un voluminoso commento, per guadagnarsi la sua protezione. V. sotto Campanella, ad ann. 1626-28 (p. 198, v. 103).

Orsola (suor) Benincasa. È «la beata Ursula napoletana» di pagina 226, n. 13, la quale apparteneva anch’essa all’ordine domenicano: onde l’allusione alla «senese Caterina — nostra sorella».


Paolo V (papa Camillo Borghese, dal 1605 al 1621) (pp. 269; 281; 294; 298).

Papini (Giovanni) (p. 282).

Parodi (Tommaso) (p. 282).

«Petrillo». Diminutivo di Pietro Cesarano, figlio dello speziale di Castel nuovo, Ottavio e di Polissena Cammardella, nipote di Scipione Cammardella, chirurgo delle carceri che fu molto benevolo col Campanella (pp. 256-57, nn. 3-4; 293).

Petrolo (fra Domenico) di Stignano. Incontrato dal Campanella nel convento di Stilo (1598). Partecipe della congiura, accompagna il Campanella nella fuga da Stilo (primi di settembre 1599: