<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2758&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205215626</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2758&oldid=-20151205215626
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2758 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 415modifica] aggettivi, e molti semplici aggettivi della nostra lingua non sono altro che participii cosí contratti o di verbi italiani originati dal latino o d’altronde o di verbi pur latini ec. Vedi Bartoli Il Torto e ’l diritto del non si può, capo 137, e la pag. 3060-1, 3035-6 ec. Ora questo medesimo costume di contrarre in questo medesimo modo i participii in atus della prima, togliendo loro le due lettere at caratteristiche della desinenza, si vede essere stato anche fra’ latini, fra’ quali Virgilio ed altri fecero inopinus per inopinatus e da necopinatusnecopinus, e cosí d’altri participii o aggettivi [p. 416modifica]cosí formati, di molti de’ quali forse non si riconosce ora piú la prima origine e forma di participii in atus, mancando loro le caratteristiche at. Odorus per odoratus. E tanto maggiormente si dee credere che questa sorta di contrazione familiarissima a noi fosse anche piú familiare al volgo latino che agli scrittori, quanto che il popolo ama sempre le contrazioni e accorciamenti (10 giugno 1823).