Progetto:Bibbia/Diodati/Ebrei

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1

 

AVENDO Iddio variamente, ed in molte maniere, parlato già anticamente a’ padri, ne’ profeti, in questi ultimi giorni, ha parlato a noi nel suo Figliuolo, 

2  il quale egli ha costituito erede d’ogni cosa; per lo quale ancora ha fatti i secoli.

3  Il quale, essendo lo splendor della gloria, e l’impronta della sussistenza d’esso; e portando tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto per sè stesso il purgamento de’ nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà, ne’ luoghi altissimi;

4  essendo fatto di tanto superiore agli angeli, quanto egli ha eredato un nome più eccellente ch’essi.

5  Perciocchè, a qual degli angeli disse egli mai: Tu sei il mio Figliuolo, oggi io ti ho generato? E di nuovo: Io gli sarò Padre, ed egli mi sarà Figliuolo?


6  Ed ancora, quando egli introduce il Primogenito nel mondo, dice: E adorinlo tutti gli angeli di Dio.

7  Inoltre, mentre degli angeli egli dice: Il qual fa dei venti suoi angeli, ed una fiamma di fuoco i suoi ministri,

8  del Figliuolo dice: O Dio, il tuo trono è ne’ secoli de’ secoli; lo scettro del tuo regno è uno scettro di dirittura.

9  Tu hai amata giustizia, ed hai odiata iniquità; perciò, Iddio, l’Iddio tuo, ti ha unto d’olio di letizia più che i tuoi pari.

10  E tu, Signore, nel principio fondasti la terra, ed i cieli son opere delle tue mani.

11  Essi periranno, ma tu dimori; ed invecchieranno tutti, a guisa di vestimento.

12  E tu li piegherai come una vesta, e saranno


1 Tess. 2. 6. Col. 4. 8. 1 Cor. 4. 15.

/Fil. 1.25:2. 24. Col. 1. 7; 4. 11. Giov. 1. 17; 15. .5. < Si

Col. 1. 16. Giov. 1. 14; 14. 9. Col. 1. 17. Eb. 9. 12

Ef. 1. 21. Fil. 2. 9, 10. Sal. 2. 7. 2 Sam. 7. 14.

Sal. 45. 6, 7. Sal. 102. 25, ccc.

Is. 34. 4; .M.

907

2 Cor. 9. 7. Mat. 23. 8. 1 Tim. 6. 2.

i Sal. 2. 8. Mat. 28. IS. Giov. 1. 8.

, 11, 26. -fSal. 110. 1. Eb. 8. 1.

t Sal. 97. 7. « Sal. 101. 1.

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mutati; ma tu sei sempre lo stesso, e i tuoi anni non verranno giammai meno.

13 

Ed a qual degli angeli disse egli mai: Siedi alla mia destra, finchè io abbia posti i tuoi nemici per iscannello de’ tuoi piedi? 

14  Non son eglino tutti spiriti ministratori, mandati a servire, per amor di coloro che hanno ad eredar la salute?

2

  PERCIÒ, conviene che vie maggiormente ci atteniamo alle cose udite, che talora non ce ne allontaniamo.

2  Perciocchè, se la parola pronunziata per gli angeli fu ferma; ed ogni trasgressione e disubbidienza ricevette giusta retribuzione;

3  come scamperemo noi, se trascuriamo una cotanta salute, la quale, essendo cominciata ad essere annunziata dal Signore, è stata confermata presso noi da coloro che lo aveano udito?

4  Rendendo Iddio a ciò testimonianza, con segni, e prodigi, e diverse potenti operazioni, e distribuzioni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà?

5  Infatti non è agli angeli che egli ha sottoposto il mondo a venire, del quale parliamo.

6  Ma alcuno ha testimoniato in alcun luogo, dicendo: Che cosa è l’uomo, che tu ti ricordi di lui? o il figliuol dell’uomo, che tu ne abbia cura?

7  Tu l’hai fatto per un poco di tempo minor degli angeli; tu l’hai coronato di gloria e d’onore, e l’hai costituito sopra le opere delle tue mani; tu gli hai sottoposto ogni cosa sotto i piedi.

8  Perciocchè, in ciò ch’egli gli ha sottoposte tutte le cose, non ha lasciato nulla che non gli sia sottoposto. Ma pure ora non vediamo ancora che tutte le cose gli sieno sottoposte.

9  Ben vediamo però coronato di gloria e d’onore, per la passione della morte, Gesù, che è stato fatto per un poco di tempo minor degli angeli, acciocchè, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti.

10  Perciocchè, egli era convenevole a colui, per cagion di cui, e per cui son tutte le cose, di consacrare per sofferenze il principe della salute di molti figliuoli, i quali egli avea da addurre a gloria.

11  Perciocchè, e colui che santifica, e coloro che son santificati son tutti d’uno; per la qual cagione egli non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo:


12  Io predicherò il tuo nome a’ miei fratelli, io ti salmeggerò in mezzo della raunanza.

13  E di nuovo: Io mi confiderò in lui. E ancora: Ecco me, ed i fanciulli che Iddio mi ha donati.

14  Poi dunque che que’ fanciulli parteciparono la carne ed il sangue, egli simigliantemente ha partecipate le medesime cose; acciocchè per la morte distruggesse colui che ha l’imperio della morte, cioè il diavolo;

15  e liberasse tutti quelli che, per il timor della morte, eran per tutta la loro vita soggetti a servitù.

16  Poichè certo egli non viene in aiuto agli angeli, ma alla progenie d’Abrahamo.

17  Laonde è convenuto ch’egli fosse in ogni cosa simile a’ fratelli; acciocchè fosse misericordioso, e fedel sommo sacerdote, nelle cose appartenenti a Dio, per fare il purgamento de’ peccati del popolo.

18  Perciocchè in quanto ch’egli stesso, essendo tentato, ha sofferto, può sovvenire a coloro che son tentati.

3

  LAONDE, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo, e il sommo sacerdote della nostra professione, Gesù Cristo;

2  che è fedele a colui che lo ha costituito, siccome ancora fu Mosè in tutta la casa d’esso.

3  Perciocchè, di tanto maggior gloria che Mosè è costui stato reputato degno, quanto maggior gloria ha colui che ha fabbricata la casa, che la casa stessa.

4  Poichè ogni casa è fabbricata da alcuno; or colui che ha fabbricate tutte le cose è Dio.

5  E ben fu Mosè fedele in tutta la casa d’esso, come servitore, per testimoniar delle cose che si dovevano dire.

6  Ma Cristo è sopra la casa sua, come Figliuolo; e la sua casa siamo noi, se pur riteniamo ferma infino al fine la libertà, e il vanto della speranza.

7  Perciò, come dice lo Spirito Santo:

8  Oggi, se udite la sua voce, non indurate i cuori vostri, come nella ribellione, nel giorno della tentazione, nel deserto;

9  dove


4. 14; 5. 5; 6. 20; 8; 1; 9.li; 10. 21. Num. 12. 7.

15, 18, 19. 2 Cor. 6. 16. Ef. 2. 21, 22. 1 Piet. 2. 5.

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i vostri padri mi tentarono, fecer prova di me, e videro le mie opere, lo spazio di quarant’anni.

10 

Perciò, io mi recai a noia quella generazione, e dissi: Sempre errano del cuore; ed anche non hanno conosciute le mie vie; 

11  talchè giurai nell’ira mia: Se giammai entrano nel mio riposo.

12  Guardate, fratelli, che talora non vi sia in alcun di voi un cuor malvagio d’incredulità, per ritrarvi dall’Iddio vivente.

13  Anzi esortatevi gli uni gli altri tuttodì, mentre è nominato quest’oggi, acciocchè niun di voi sia indurato per inganno del peccato.

14  Poichè noi siamo stati fatti partecipi di Cristo, se pur riteniamo fermo infino al fine il principio della nostra sussistenza.

15  Mentre ci è detto: Oggi, se udite la sua voce, non indurate i cuori vostri, come nel dì della ribellione.

16  Perciocchè chi, avendola udita, si ribellò? Non furono eglino già tutti quelli ch’erano usciti d’Egitto per opera di Mosè?

17  Ora, chi furon coloro ch’egli si recò a noia lo spazio di quarant’anni? non furono eglino coloro che peccarono, i cui corpi caddero nel deserto?

18  Ed a’ quali giurò egli che non entrerebbero nel suo riposo, se non a quelli che furono increduli?

19  E noi vediamo che per l’incredulità non vi poterono entrare.

4

  Temiamo adunque che talora, poichè vi resta una promessa d’entrar nel riposo d’esso, alcun di voi non paia essere stato lasciato addietro.

2  Poichè è stato evangelizzato a noi ancora, come a coloro; ma la parola della predicazione non giovò loro nulla, non essendo incorporata per la fede in coloro che l’aveano udita.

3  Perciocchè noi, che abbiam creduto, entriamo nel riposo (siccome egli disse: Talchè io giurai nell’ira mia: Se giammai entrano nel mio riposo); e questo disse benchè le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo.

4  Poichè egli ha in un certo luogo detto del settimo giorno: E Iddio si riposò al settimo giorno da tutte le opere sue.

5  E in questo luogo egli dice ancora: Se giammai entrano nel mio riposo.

6  Poichè dunque resta che alcuni entrino in esso, e quelli a cui fu prima evangelizzato per incredulità non vi entrarono,


7  egli determina di nuovo un giorno: Oggi, in Davide, dicendo, dopo cotanto tempo, come s’è già detto: Oggi, se udite la sua voce, non indurate i cuori vostri.

8  Perciocchè, se Giosuè li avesse messi nel riposo, Iddio non avrebbe dipoi parlato d’altro giorno.

9  Egli resta adunque un riposo di sabato al popolo di Dio.

10  Perciocchè colui che entra nel riposo d’esso si riposa anch’egli dalle sue opere, come Iddio dalle sue.

11  Studiamoci adunque d’entrare in quel riposo, acciocchè niuno cada per un medesimo esempio d’incredulità.

12  Perciocchè la parola di Dio è viva, ed efficace, e vie più acuta che qualunque spada a due tagli; e giunge fino alla divisione dell’anima e dello spirito, e delle giunture e delle midolle; ed è giudice de’ pensieri e delle intenzioni del cuore.

13  E non vi è creatura alcuna occulta davanti a colui al quale abbiamo da render ragione; anzi tutte le cose son nude e scoperte agli occhi suoi.

14  AVENDO adunque un gran sommo sacerdote, ch’è entrato ne’ cieli, Gesù, il Figliuol di Dio, riteniamo fermamente la professione della nostra fede.

15  Perciocchè noi non abbiamo un sommo sacerdote, che non possa compatire alle nostre infermità; anzi, che è stato tentato in ogni cosa simigliantemente, senza peccato.

16  Accostiamoci adunque con confidanza al trono della grazia, acciocchè otteniamo misericordia, e troviamo grazia, per soccorso opportuno.

5

  Perciocchè ogni sommo sacerdote, assunto d’infra gli uomini, è costituito per gli uomini, nelle cose appartenenti a Dio, acciocchè offerisca offerte e sacrificii per li peccati;

2  potendo aver convenevol compassione degli ignoranti, ed erranti; poichè egli stesso ancora è circondato d’infermità.

3  E per esse infermità è obbligato d’offerir sacrificii per li peccati, così per sè stesso, come per lo popolo.

4  E niuno si prende da sè stesso quell’onore; ma colui l’ha, ch’è chiamato da Dio, come Aaronne.

5  Così ancora Cristo non si è glorificato sè


ver. 6, e rif. & Num. 14. 24, 30. Num. 14. 22, 29, ecc. < Eb. 12. 15.

Es. 20. 11. / Sal. 95. 7. Ger. 28. 29. 2 Cor. 10. 4. 5. 1 Piet. 1. 23. A Ef. 6. 17.

i Sal. 139. 1-12. Prov. 15. 11. Eb. 3. 1, e rif. Luc. 22. 28. 2 Cor. 5. 21.

1 Giov, 3. 5. Lev. 4. 3; 9. 7 ; 16. 6. Eb. 7. 27. f Es. 28. 1. 2 Cron. 26. 18.

« Gen. 2. 2.

Apoc. 1. 16.

1 Piet. 2. 22.

31-5

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stesso, per esser fatto sommo sacerdote; ma colui l’ha glorificato, che gli ha detto: Tu sei il mio Figliuolo, oggi io ti ho generato.

Siccome ancora altrove dice: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec. 

7  Il quale a’ giorni della sua carne, avendo, con gran grido, e lagrime, offerte orazioni e supplicazioni, a colui che lo poteva salvar da morte; ed essendo stato esaudito per la sua pietà;

8  benchè fosse Figliuolo, pur dalle cose che sofferse imparò l’ubbidienza.

9  Ed essendo stato appieno consacrato, è stato fatto cagione di salute eterna a tutti coloro che gli ubbidiscono;

10  essendo nominato da Dio sommo sacerdote, secondo l’ordine di Melchisedec.

11  Del quale abbiamo a dir cose assai, e malagevoli a dichiarar con parole; perciocchè voi siete divenuti tardi d’orecchi.

12  Poichè, là dove voi dovreste esser maestri, rispetto al tempo, avete di nuovo bisogno che vi s’insegnino quali sieno gli elementi del principio degli oracoli di Dio; e siete venuti a tale, che avete bisogno di latte, e non di cibo sodo.

13  Perciocchè, chiunque usa il latte non ha ancora l’uso della parola della giustizia; poichè egli è un piccolo fanciullo.

14  Ma il cibo sodo è per i compiuti, i quali, per l’abitudine, hanno i sensi esercitati a discernere il bene ed il male.

6

  Perciò, lasciata la parola del principio di Cristo, tendiamo alla perfezione, non ponendo di nuovo il fondamento del rinunziamento alle opere morte, e della fede in Dio;

e della dottrina de’ battesimi, e dell’imposizione delle mani, e della risurrezion de’ morti, e del giudicio eterno.

3  E ciò faremo, se Iddio lo permette.

4  Perciocchè egli è impossibile, che coloro che sono stati una volta illuminati, e che hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo;

5  ed hanno gustata la buona parola di Dio, e le potenze del secolo a venire;

6  se cadono, sieno da capo rinnovati a ravvedimento; poichè di nuovo crocifiggono a sè stessi il Figliuol di Dio, e lo espongono ad infamia.

7  Perciocchè la terra, che beve la pioggia che viene spesse volte sopra essa, e produce erba comoda a coloro da’ quali altresì è coltivata, riceve benedizione da Dio.


8  Ma quella che porta spine e triboli, è riprovata, e vicina a maledizione; la cui fine è d’essere arsa.

9  Ora, diletti, noi ci persuadiamo di voi cose migliori, e che attengono alla salute; benchè parliamo in questa maniera.

10  Perciocchè Iddio non è ingiusto, per dimenticar l’opera vostra, e la fatica della carità che avete mostrata inverso il suo nome, avendo ministrato, e ministrando ancora a’ santi.

11  Ma desideriamo che ciascun di voi mostri infino al fine il medesimo zelo, alla piena certezza della speranza;

12  acciocchè non diveniate lenti; anzi siate imitatori di coloro che per fede e pazienza, eredano le promesse.

13  Perciocchè, facendo Iddio le promesse ad Abrahamo, perchè non potea giurare per alcun maggiore, giurò per sè stesso;

14  dicendo: Certo, io ti benedirò, e ti moltiplicherò grandemente.

15  E così egli, avendo aspettato con pazienza, ottenne la promessa.

16  Perciocchè gli uomini giurano bene per un maggiore, e pure il giuramento è per loro suprema conferma in ogni contesa.

17  Secondo ciò, volendo Iddio vie maggiormente dimostrare agli eredi della promessa come il suo consiglio è immutabile, intervenne con giuramento.

18  Acciocchè, per due cose immutabili, nelle quali egli è impossibile che Iddio abbia mentito, abbiamo ferma consolazione, noi, che ci siamo rifugiati in lui, per ottener la speranza propostaci.

19  La quale noi abbiamo, a guisa d’ancora sicura e ferma dell’anima, e che entra fino al didentro della cortina;

20  dov’è entrato per noi, come precursore, Gesù, fatto in eterno sommo sacerdote, secondo l’ordine di Melchisedec.

7

  PERCIOCCHÈ, questo Melchisedec era re di Salem, sacerdote dell’Iddio Altissimo; il quale venne incontro ad Abrahamo, che ritornava dalla sconfitta dei re, e lo benedisse;

2  al quale ancora Abrahamo diede per parte sua la decima d’ogni cosa. E prima è interpretato: Re di giustizia; e poi ancora egli è nominato: Re di Salem, cioè: Re di pace;

3  senza padre, senza madre, senza genealogia; non avendo nè principio di giorni, nè fin di vita; anzi, rappresentato simile al Figliuol di Dio, dimora sacerdote in perpetuo.


Giov. 8. 54. Sal. 2. 7- Sal. 110. 4. < Mat. 26. .S9- 44. Luc. 22. 43. /Fil. 2. 8.

?Eb. 2. 10. Viver. 6. 1 Cor. 2. 14. 15. Fil. 8. 12- 14. 2 Piet. 2. 20, 21. Is. 5. G.

Mat. 10, 42 ; 25. 40. ? Gen. 22. 16, 17. Es. 22. 11. Eb. 4. 14; 9. 24- Gcii, 14. IS, ecc.

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Ora, considerate quanto grande fu costui, al quale Abrahamo il patriarca diede la decima delle spoglie. 

5  Or quelli, d’infra i figliuoli di Levi, i quali ottengono il sacerdozio, hanno bene il comandamento, secondo la legge, di prender le decime dal popolo, cioè dai lor fratelli, benchè sieno usciti de’ lombi di Abrahamo.

6  Ma quel che non trae il suo legnaggio da loro decimò Abrahamo, e benedisse colui che avea le promesse.

7  Ora, fuor d’ogni contradizione, ciò che è minore è benedetto da ciò che è più eccellente.

8  Oltre a ciò, qui son gli uomini mortali che prendono le decime; ma là le prende colui di cui è testimoniato che egli vive.

9  E per dir così, in Abrahamo fu decimato Levi stesso, che prende le decime.

10  Perchè egli era ancora ne’ lombi del padre, quando Melchisedec l’incontrò.

11  Se adunque la perfezione era per il sacerdozio levitico (poichè in su quello fu data la legge al popolo), che era egli più bisogno che sorgesse un altro sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec, e che non fosse nominato secondo l’ordine d’Aaronne?

12  Perciocchè, mutato il sacerdozio, di necessità si fa ancor mutazione di legge.

13  Imperocchè colui, al cui riguardo queste cose son dette, è stato d’un’altra tribù, della quale niuno vacò mai all’altare.

14  Poichè egli è notorio che il Signor nostro è uscito di Giuda, per la qual tribù Mosè non disse nulla del sacerdozio.

15  E ciò è ancora vie più manifesto, poichè sorge un altro sacerdote alla somiglianza di Melchisedec.

16  Il quale, non secondo una legge di comandamento carnale, è stato fatto sacerdote; ma secondo una virtù di vita indissolubile.

17  Perciocchè egli testifica: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec.

18  Certo v’ha annullamento del comandamento precedente, per la sua debolezza, ed inutilità.

19  Poichè la legge non ha compiuto nulla; e v’ha d’altra parte introduzione d’una migliore speranza, per la quale ci accostiamo a Dio.

20  Ed anche, in quanto che ciò non si è fatto senza giuramento; perciocchè quelli sono stati fatti sacerdoti senza giuramento.

21  Ma questo con giuramento; per colui che gli dice: Il Signore ha giurato, e non se ne pentirà: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec.


22  D’un patto cotanto più eccellente è stato fatto Gesù mallevadore.

23  Oltre a ciò, coloro sono stati fatti sacerdoti più in numero; perciocchè per la morte erano impediti di durare.

24  Ma costui, perciocchè dimora in eterno, ha un sacerdozio che non trapassa ad un altro.

25  Laonde ancora può salvare appieno coloro, i quali per lui si accostano a Dio, vivendo sempre, per interceder per loro.

26  Perciocchè a noi conveniva un tal sommo sacerdote, che fosse santo, innocente, immacolato, separato da’ peccatori, e innalzato di sopra a’ cieli.

27  Il qual non abbia ogni dì bisogno, come que’ sommi sacerdoti, d’offerir sacrificii, prima per i suoi propri peccati, poi per quelli del popolo; poichè egli ha fatto questo una volta, avendo offerto sè stesso.

28  Perciocchè la legge costituisce sommi sacerdoti uomini, che hanno infermità; ma la parola del giuramento fatto dopo la legge costituisce il Figliuolo, che è stato appieno consacrato in eterno.

8

  ORA, fra le cose suddette, il principal capo è: che noi abbiamo un sommo sacerdote, il qual si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà, ne’ cieli;

2  ministro del santuario, e del vero tabernacolo, il quale il Signore ha piantato, e non un uomo.

3  Perciocchè ogni sommo sacerdote è costituito per offerir doni, e sacrificii; laonde è necessario che costui ancora abbia qualche cosa da offerire.

4  Ora, se egli fosse sopra la terra, non sarebbe neppure sacerdote, essendovi ancora i sacerdoti che offeriscon le offerte secondo la legge;

5  i quali servono alla rappresentazione ed all’ombra delle cose celesti; siccome fu da Dio detto a Mosè, che dovea compiutamente fabbricare il tabernacolo: Ora, guarda, diss’egli, che tu faccia ogni cosa secondo la forma, che ti è stata mostrata sul monte.

6  Ma ora Cristo ha ottenuto un tanto più eccellente ministerio, quanto egli è mediatore d’un patto migliore, fermato in su migliori promesse.

7  Poichè,


Num. 18.. 21, 2G. Gal. 2. 21. « Is. 11. 1. Luc. 3. 33. Rom. 1. 3. < Sal. 110. 4.

Rom. 8. 3. /Rom..3. 20, 21. Gal. 2. 16. Rom. 5. 2. Ef. 2. 18; 3. 12. Eb. 8. 6; 9. 15;

12.24. iRom. 8. 34. 1 Giov. 2. 1. Eb. 4. 15. Lev. 16. 6, 11, 15. « Rom. 6. 10.

Eb. 9. 12, 28: 10. 12. Eb. 2. 10; 5. 9. P Ef. 1. 20. Col. 3. 1. Eb. 1. 3; 10. 12. « Eb. 9. 24.

Ef. 5. 2. Eb. 9. 14. « < ol. 2. 17. Eb. 10. 1. Es. 25. 40j 26. 30. 2 Cor. 3. 6, ecc.

971 31-6

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se quel primo fosse stato senza difetto, non si sarebbe cercato luogo ad un secondo.

Perciocchè Iddio, querelandosi di loro, dice: Ecco, i giorni vengono, dice il Signore, ch’io fermerò con la casa d’Israele, e con la casa di Giuda, un patto nuovo. 

9  Non secondo il patto ch’io feci co’ padri loro, nel giorno ch’io li presi per la mano, per trarli fuor del paese di Egitto; poichè essi non hanno perseverato nel mio patto; onde io li ho rigettati, dice il Signore.

10  Perciocchè questo sarà il patto ch’io farò con la casa d’Israele, dopo que’ giorni, dice il Signore: Io porrò le mie leggi nella mente loro, e le scriverò sopra i lor cuori; e sarò loro Dio, ed essi mi saranno popolo.

11  E non insegneranno ciascuno il suo prossimo, e ciascuno il suo fratello, dicendo: Conosci il Signore; perciocchè tutti mi conosceranno, dal minore al maggior di loro.

12  Perciocchè io perdonerò loro le loro iniquità, e non mi ricorderò più de’ lor peccati, e de’ lor misfatti.

13  Dicendo un nuovo patto, egli ha anticato il primiero; or quello ch’è anticato, ed invecchia, è vicino ad essere annullato.

9

  IL primo patto adunque ebbe anche esso degli ordinamenti del servigio divino, e il santuario terreno.

2  Perciocchè il primo tabernacolo fu fabbricato, nel quale era il candelliere, e la tavola, e la presentazione de’ pani; il quale è detto: Il Luogo santo.

3  E dopo la seconda cortina, v’era il tabernacolo, detto: Il Luogo santissimo;

4  dov’era un turibolo d’oro, e l’arca del patto, coperta d’oro d’ogn’intorno; nel quale era ancora il vaso d’oro dove era la manna, e la verga d’Aaronne, ch’era germogliata, e le tavole del patto.

5  E di sopra ad essa arca, i cherubini della gloria, che abombravano il propiziatorio; delle quali cose non è da parlare ora a parte a parte.

6  Or essendo queste cose composte in questa maniera, i sacerdoti entrano bene in ogni tempo nel primo tabernacolo, facendo tutte le parti del servigio divino.

7  Ma il solo sommo sacerdote entra nel secondo una volta l’anno, non senza sangue, il quale egli offerisce per sè stesso, e per gli errori del popolo.


8  Lo Spirito Santo dichiarava con questo: che la via del santuario non era ancora manifestata, mentre il primo tabernacolo ancora sussisteva.

9  Il quale è una figura corrispondente al tempo presente, durante il quale si offeriscono doni e sacrificii, che non possono appieno purificare, quanto è alla coscienza, colui che fa il servigio divino;

10  essendo cose, che consistono solo in cibi, e bevande, e in varii lavamenti, ed ordinamenti per la carne; imposte fino al tempo della riforma.

11  Ma Cristo, sommo sacerdote de’ futuri beni, essendo venuto, per mezzo del tabernacolo che è maggiore e più perfetto, non fatto con mano, cioè non di questa creazione;

12  e non per sangue di becchi e di vitelli; ma per lo suo proprio sangue, è entrato una volta nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna.

13  Perciocchè, se il sangue de’ tori e de’ becchi, e la cenere della giovenca, sparsa sopra i contaminati, santifica alla purità della carne;

14  quanto più il sangue di Cristo, il quale per lo Spirito eterno ha offerto sè stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà egli la vostra coscienza dalle opere morte, per servire all’Iddio vivente?

15  E perciò egli è mediatore del nuovo testamento; acciocchè, essendo intervenuta la morte per lo pagamento delle trasgressioni state sotto il primo testamento, i chiamati ricevano la promessa della eterna eredità.

16  Poichè, dov’è testamento, è necessario che intervenga la morte del testatore.

17  Perciocchè il testamento è fermo dopo la morte; poichè non vale ancora mentre vive il testatore.

18  Laonde la dedicazione del primo non fu fatta senza sangue.

19  Perciocchè, dopo che tutti i comandamenti, secondo la legge, furono da Mosè stati pronunziati a tutto il popolo; egli, preso il sangue de’ vitelli e de’ becchi, con acqua, e lana tinta in iscarlatto, ed isopo, ne spruzzò il libro stesso, e tutto il popolo;

20  dicendo:


« Eb. 7. 11, 18. b Ger . 31. 31-34. Eb. 10. 16. 1 Giov. 2. 27. 2 Cor. 5. 17. / Es. 25, 8.

If Es. 25. 31. i Es. 25. 23, 30. Lev. 24. 5, 6. < Es. 26. 31, ecc. Es. 25. 10, ecc. Es. 16. 32-34.

Num. 17. 10. Es. 25. 16, 21. Deut. 10. 2, 5. P Es. 25. 18, 22. Num. 28. 3, ecc. [[Levitico (Diodati 1821)/capitolo 16#capitolo16versetto

2|Lev. 16.

2]], 11-16, 34. Eb. 5. 3. < Giov. 14. 6. Eb, 10. 19, 20. Eb. 10. 1, 11. Lev. 11. 2.

Num. 19. 7, ecc. Eb. 3. 1. Eb. 10. 4. Ef. 1. 7. 1 Piet. 1. 18, 19. w Lev. 16. 14, 16.

Num. 19. 2, 17, ecc. <id l Piet. 1. 19. 1 Giov. 1. 7. Ef. 5. 2. 1 Piet. 3. 18. // Eb. 10. 22.

1 Tim. 2. 5. hh Es. 24. 6, ecc.

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Questo è il sangue del patto, che Iddio ha ordinato esservi presentato.

21 

Parimente ancora con quel sangue spruzzò il tabernacolo, e tutti gli arredi del servigio divino. 

22  E presso che ogni cosa si purifica con sangue, secondo la legge; e senza spargimento di sangue non si fa remissione.

23  Egli era adunque necessario, poichè le cose rappresentanti quelle che son ne’ cieli sono purificate con queste cose; che anche le celesti stesse lo fossero con sacrificii più eccellenti di quelli.

24  Poichè Cristo non è entrato in un santuario fatto con mano, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora davanti alla faccia di Dio per noi.

25  E non acciocchè offerisca più volte sè stesso, siccome il sommo sacerdote entra ogni anno una volta nel santuario con sangue che non è il suo.

26  Altrimenti gli sarebbe convenuto soffrir più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una volta, nel compimento de’ secoli, è apparito per annullare il peccato, per lo sacrificio di sè stesso.

27  E come agli uomini è imposto di morire una volta, e dopo ciò è il giudicio;

28  così ancora Cristo, essendo stato offerto una volta, per levare i peccati di molti, la seconda volta apparirà non più per espiare il peccato, ma a salute a coloro che l’aspettano.

10

  Perciocchè la legge, avendo l’ombra de’ futuri beni, non l’immagine viva stessa delle cose, non può giammai, per que’ sacrificii che sono gli stessi ogni anno, i quali son del continuo offerti, santificar quelli che si accostano all’altare.

2  Altrimenti, sarebber restati d’essere offerti; perciocchè coloro che fanno il servigio divino, essendo una volta purificati, non avrebbero più avuta alcuna coscienza di peccati.

3  Ma per essi si fa ogni anno rammemorazion dei peccati.

4  Perciocchè egli è impossibile che il sangue di tori e di becchi, tolga i peccati.

5  Perciò, entrando egli nel mondo, dice: Tu non hai voluto sacrificio, nè offerta; ma tu mi hai apparecchiato un corpo.

6  Tu non hai gradito olocausti, nè sacrificii per lo peccato.

7  Allora io ho detto: Ecco, io vengo; egli è scritto di me nel rotolo del libro; io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.


8  Avendo detto innanzi: Tu non hai voluto, nè gradito sacrificio, nè offerta, nè olocausti, nè sacrificio per lo peccato (i quali si offeriscono secondo la legge),

9  egli aggiunge: Ecco, io vengo, per fare, o Dio, la tua volontà. Egli toglie il primo, per istabilire il secondo.

10  E per questa volontà siamo santificati, noi che lo siamo per l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta.

11  E oltre a ciò, ogni sacerdote è in piè ogni giorno ministrando, ed offerendo spesse volte i medesimi sacrificii, i quali giammai non possono togliere i peccati.

12  Ma esso, avendo offerto un unico sacrificio per li peccati, si è posto a sedere in perpetuo alla destra di Dio;

13  nel rimanente, aspettando finchè i suoi nemici sieno posti per iscannello de’ suoi piedi.

14  Poichè per un’unica offerta, egli ha in perpetuo appieno purificati coloro che sono santificati.

15  Or lo Spirito Santo ancora ce lo testifica; perciocchè, dopo avere innanzi detto:

16  Quest’è il patto, che io farò con loro dopo que’ giorni; il Signore dice: Io metterò le mie leggi ne’ loro cuori, e le scriverò nelle lor menti.

17  E non mi ricorderò più de’ lor peccati, nè delle loro iniquità.

18  Ora, dov’è remissione di queste cose, non vi è più offerta per lo peccato.

19  AVENDO adunque, fratelli, libertà d’entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù,

20  che è la via recente, e vivente, la quale egli ci ha dedicata, per la cortina, cioè per la sua carne,

21  ed un sommo sacerdote sopra la casa di Dio,

22  accostiamoci con un vero cuore, in piena certezza di fede, avendo i cuori cospersi e netti di mala coscienza, e il corpo lavato d’acqua pura.

23  Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza; perciocchè fedele è colui che ha fatte le promesse.

24  E prendiam guardia gli uni agli altri, per incitarci a carità, ed a buone opere;

25  non abbandonando la comune nostra raunanza, come alcuni son usi di fare; ma esortandoci gli uni gli altri; e tanto più, che voi vedete approssimarsi il giorno.

26  Perciocchè, se noi pecchiamo volontariamente,


Lev. 16. 14, ecc. Lev. 17. 11

Gen. 3. 19. /2Cor. 5. 10

i Col. 2. 17. Mic. 6. 6, 7.

P Eb. 9. 26. 1 Num. 28. 8.

< Rom. 5. 2. Ef. 2. 18; 3. 12.

2 Piet. 3. 9, ecc.

« Rom. 8. 31. Eb. 7. 2r>. 1 Giov. 2. 1. > Mat. 2fi. 28. Rom. 5. 15.

Sal. 40. 6-8. Is. 1. 11. Giov. 17. 19. Eb. 13. 12.

> Sal. 110. 1. 1 Cor. 15. 25. Ger. 31. 3; , 34. Eb. 8. 10, 12.

« Giov. 11. G. Eb. 1. 14. FiU. 2. 42. Rom. 13. 11, 12.

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dopo aver ricevuta la conoscenza della verità, ei non vi resta più sacrificio per i peccati;

27 

ma una spaventevole aspettazione di giudizio, ed una infocata gelosia, che divorerà gli avversari. 

28  Se alcuno ha rotta la legge di Mosè, muore senza misericordia, in sul dire di due o tre testimoni.

29  Di quanto peggior supplicio stimate voi che sarà reputato degno colui che avrà calpestato il Figliuol di Dio, ed avrà tenuto per profano il sangue del patto, col quale è stato santificato; ed avrà oltraggiato lo Spirito della grazia?

30  Poichè noi sappiamo chi è colui che ha detto: A me appartiene la vendetta, io farò la retribuzione, dice il Signore. E altrove: Il Signore giudicherà il suo popolo.

31  Egli è cosa spaventevole di cader nelle mani dell’Iddio vivente.

32  Ora, ricordatevi de’ giorni di prima, ne’ quali, dopo essere stati illuminati, voi avete sostenuto un gran combattimento di sofferenze;

33  parte, messi in ispettacolo per vituperii e tribolazioni; parte ancora, essendo fatti compagni di coloro che erano in tale stato.

34  Poichè avete ancora patito meco ne’ miei legami, ed avete ricevuta con allegrezza la ruberia de’ vostri beni, sapendo che avete una sostanza ne’ cieli, che è migliore e permanente.

35  Non gettate adunque via la vostra franchezza, la quale ha gran retribuzione.

36  Perciocchè voi avete bisogno di pazienza; acciocchè, avendo fatta la volontà di Dio, otteniate la promessa.

37  Imperocchè, fra qui e ben poco tempo, colui che deve venire verrà, e non tarderà.

38  E il giusto viverà per fede; ma se egli si sottrae, l’anima mia non lo gradisce.

39  Ora, quant’è a noi, non siamo da sottrarci, a perdizione; ma da credere, per far guadagno dell’anima.

11

  OR la fede è una sussistenza delle cose che si sperano, ed una dimostrazione delle cose che non si veggono.

2  Perciocchè per essa fu resa testimonianza agli antichi.

3  Per fede intendiamo che i secoli sono stati composti per la parola di Dio; sì che le cose che si vedono non sono state fatte di cose apparenti.

4  Per fede Abele offerse a Dio sacrificio più eccellente che Caino; per la quale fu testimoniato ch’egli era giusto, rendendo Iddio testimonianza delle sue offerte; e per essa, dopo esser morto, parla ancora.


5  Per fede Enoc fu trasportato, per non veder la morte, e non fu trovato; perciocchè Iddio l’avea trasportato; poichè, avanti ch’egli fosse trasportato, fu di lui testimoniato ch’egli era piaciuto a Dio.

6  Ora, senza fede, è impossibile di piacergli; perciocchè colui che si accosta a Dio deve credere ch’egli è, e che egli è premiatore di coloro che lo ricercano.

7  Per fede Noè, ammonito per oracolo delle cose che non si vedevano ancora, avendo temuto, fabbricò, per la salvazione della sua famiglia, l’arca, per la quale egli condannò il mondo, e fu fatto erede della giustizia ch’è secondo la fede.

8  Per fede Abrahamo, essendo chiamato, ubbidì, per andarsene al luogo che egli avea da ricevere in eredità; e partì, non sapendo dove si andasse.

9  Per fede Abrahamo dimorò nel paese della promessa, come in paese strano, abitando in tende, con Isacco, e Giacobbe, coeredi della stessa promessa.

10  Perciocchè egli aspettava la città che ha i fondamenti, e il cui architetto e fabbricatore è Iddio.

11  Per fede ancora Sara stessa, essendo sterile, ricevette forza da concepir seme, e partorì fuor d’età; perciocchè reputò fedele colui che avea fatta la promessa.

12  Perciò ancora da uno, e quello già ammortato, son nati discendenti, in moltitudine come le stelle del cielo, e come la rena innumerabile che è lungo il lito del mare.

13  In fede son morti tutti costoro, non avendo ricevute le cose promesse; ma, avendole vedute di lontano, e credutele, e salutatele; ed avendo confessato ch’erano forestieri, e pellegrini sopra la terra.

14  Poichè coloro che dicono tali cose dimostrano che cercano una patria.

15  Che se pur si ricordavano di quella onde erano usciti, certo avean tempo da ritornarvi.

16  Ma ora ne desiderano una migliore, cioè, la celeste; perciò, Iddio non si vergogna di loro, d’esser chiamato lor Dio; poichè


Eb. G. 4. 2 Piet. 2. 20, 21. b 2 Tess. 1. 8. Eb. 12. 29. Deut. 17. 6. Eb. 2. .3 ; 12. 25.

Mat. 12. 31, .32. Ef. 4. 30. /Deut. .32. 35, 36. Luc. 12. 5. Gal. .3. 4. i Fil. 1. 7.

Mat. 5. 12. Fat. 5. 41. Giac. 1. 2. ™ Mat. 6. 20. Mat. 10. .32. Luc. 21. 19. Gal. 6. 9.

Eb. 12. 1. Eb. 9. 15. ? Ab. 2. 3, 4. 2 Piet. 3. 9. > Rom. L 17. « 2 Piet. 2. 20, 21.

Fat. 16. 30, 31. Rom. 8, 24, 25. 2 Cor. 4. 18; 5. 7. 0611.1.1,600. Gen. 4. 4.

1 Giov. 3. 12. y Gen. 5. 22, 24. Gen. 6. 13, [[errore/capitolo

18#capitolo

18versetto1|eoc.

18. 1]],9. Eb. 12. 22; 13. 14. Apoo. 21. 2, 10. .

Gen. 22. 17. // Giov. 8. 56. Gen. 23. 4; 47. 9.

«« Gen. 12. 1, 4, W Gen. 12. 8: 13. 3, 18;

<w Gen. 17. 19; 18. 11; 21. 2. Eom. 4. 21.

Es. 3. 15.

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egli ha loro preparata una città.

17 

Per fede Abrahamo, essendo provato, offerse Isacco; e colui che avea ricevute le promesse offerse il suo unigenito. 

18  Egli, dico, a cui era stato detto: In Isacco ti sarà nominata progenie.

19  Avendo fatta ragione che Iddio era potente eziandio da suscitarlo da’ morti; onde ancora per similitudine lo ricoverò.

20  Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù, intorno a cose future.

21  Per fede Giacobbe, morendo, benedisse ciascuno de’ figliuoli di Giuseppe; e adorò, appoggiato sopra la sommità del suo bastone.

22  Per fede Giuseppe, trapassando, fece menzione dell’uscita de’ figliuoli d’Israele, e diede ordine intorno alle sue ossa.

23  Per fede Mosè, essendo nato, fu nascosto da suo padre e da sua madre, lo spazio di tre mesi; perciocchè vedevano il fanciullo bello; e non temettero il comandamento del re.

24  Per fede Mosè, essendo divenuto grande, rifiutò d’esser chiamato figliuolo della figliuola di Faraone;

25  eleggendo innanzi d’essere afflitto col popol di Dio, che d’aver per un breve tempo godimento di peccato;

26  avendo reputato il vituperio di Cristo ricchezza maggiore de’ tesori di Egitto; perciocchè egli riguardava alla rimunerazione.

27  Per fede lasciò l’Egitto, non avendo temuta l’ira del re; perciocchè egli stette costante, come veggendo l’invisibile.

28  Per fede fece la pasqua, e lo spruzzamento del sangue; acciocchè colui che distruggeva i primogeniti non toccasse gli Ebrei.

29  Per fede passarono il Mar rosso, come per l’asciutto; il che tentando fare gli Egizi, furono abissati.

30  Per fede caddero le mura di Gerico, essendo state circuite per sette giorni.

31  Per fede Raab, la meretrice, avendo accolte le spie in pace, non perì con gli increduli.

32  E che dirò io di più? poichè il tempo mi verrebbe meno, se imprendessi a raccontar di Gedeone, e di Barac, e di Sansone, e di Iefte, e di Davide, e di Samuele, e de’ profeti.

33  I quali per fede vinsero regni, operarono giustizia, ottennero promesse, turarono le gole de’ leoni,


34  spensero la forza del fuoco, scamparono i tagli delle spade, guarirono d’infermità, divennero forti in guerra, misero in fuga i campi degli stranieri.

35  Le donne ricuperarono per risurrezione i lor morti; ed altri furon fatti morire di battiture, non avendo accettata la liberazione, per ottenere una migliore risurrezione.

36  Altri ancora provarono scherni e flagelli; ed anche legami e prigione.

37  Furon lapidati, furon segati, furon tentati; morirono uccisi con la spada, andarono attorno in pelli di pecore e di capre; bisognosi, afflitti,

38  maltrattati (de’ quali non era degno il mondo), erranti in deserti, e monti, e spelonche, e nelle grotte della terra.

39  E pur tutti costoro, alla cui fede la scrittura rende testimonianza, non ottennero la promessa.

40  Avendo Iddio provveduto qualche cosa di meglio per noi, acciocchè non pervenissero al compimento senza noi.

12

  PERCIÒ, ancor noi, avendo intorno a noi un cotanto nuvolo di testimoni, deposto ogni fascio, e il peccato che è atto a darci impaccio, corriamo con perseveranza il palio propostoci,

2  riguardando a Gesù, capo, e compitor della fede; il quale, per la letizia che gli era posta innanzi, sofferse la croce, avendo sprezzato il vituperio; e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.

3  Perciocchè, considerate attentamente chi è colui che sostenne una tal contradizione de’ peccatori contro a sè; acciocchè, venendo meno nell’animo, non siate sopraffatti.

4  Voi non avete ancora contrastato fino al sangue, combattendo contro al peccato.

5  Ed avete dimenticata l’esortazione, che vi parla come a figliuoli: Figliuol mio, non far poca stima del castigamento del Signore, e non perdere animo, quando tu sei da lui ripreso.

6  Perciocchè il Signore castiga chi egli ama, e flagella ogni figliuolo ch’egli gradisce.

7  Se voi sostenete il castigamento, Iddio si presenta a voi come a figliuoli; perciocchè, quale è il figliuolo, che il padre non castighi?


Fil. 3. 20. Eb. 13. 14. Gen. 22. 1. ecc. Giac. 2. 21. Gen. 21. 12. < Rom. 4. 17, ecc.

Gen. 27. 27, ecc. / Gen. 47. 31; 48. 5-20. si Gen. 50. 24, 25. Es. 13. 19. > Es. 2. 2.

iEs. 2. 10, 11. Sal. 84. 10. Es. 10. 28,29; 12. 37. Es. 12. 21, ecc. Es. 14. 22- 29.

lGios. 6. 20. ? Gios. 2. 1, ecc. ; 6. 22, 2;}. Giac. 2. 25. Giud. 6. 11. 0111(1.4.0. < Giud. 13. 24.

Giud. 11. 1-12. 7. 1 Sam. 16. 1, 13; 17. 45. 1 Sam. 1. 20; 12. 20. 2 Sam. 7. 11, ecc.

Giud. 14. 5, 6. 1 Sam. 17. 34, 35. Ban. 6. 22. Dan. 3. 25. kb 1 Re 17. 22. 2 Re 4. 35.

Gen, .39. 20. Ger. 20. 2; 37. 15. <id 2 Cron. 24. 20, 21. 1 Re 18. 4: 19. 9. // 1 Cor. 9. 24, 25.

Fil. 8. 13, 14. i Fil. 2. 8, ecc. AAgal.llO. 1. Mat. 10. 24, 25. Giov. 15. 20. « [[Proverbi (Diodati 1821)/capitolo 3#capitolo3versetto

11|Prov. 3.

11]],12. ? Giac. 1. 12. « Prov. 13. 21.

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Che se siete senza castigamento, del qual tutti hanno avuta la parte loro, voi siete dunque bastardi, e non figliuoli. 

9  Oltre a ciò, ben abbiamo avuti per castigatori i padri della nostra carne, e pur li abbiam riveriti; non ci sottoporremo noi molto più al Padre degli spiriti, e viveremo?

10  Poichè quelli, per pochi giorni, come parea loro, ci castigavano; ma questo ci castiga per util nostro, acciocchè siamo partecipi della sua santità.

11  Or ogni castigamento par bene per l’ora presente non esser d’allegrezza anzi di tristizia; ma poi rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati per esso esercitati.

12  PERCIÒ, ridirizzate le mani rimesse, e le ginocchia vacillanti.

13  E fate diritti sentieri a’ piedi vostri; acciocchè ciò che è zoppo non si smarrisca dalla via, anzi più tosto sia risanato.

14  Procacciate pace con tutti, e la santificazione, senza la quale niuno vedrà il Signore.

15  Prendendo guardia che niuno scada dalla grazia di Dio; che radice alcuna d’amaritudine, germogliando in su, non vi turbi; e che per essa molti non sieno infetti.

16  Che niuno sia fornicatore, o profano, come Esaù, il quale, per una vivanda, vendette la sua ragione di primogenitura.

17  Poichè voi sapete che anche poi appresso, volendo eredar la benedizione, fu riprovato; perciocchè non trovò luogo a pentimento, benchè richiedesse quella con lagrime.

18  Imperocchè voi non siete venuti al monte che si toccava con la mano, ed al fuoco acceso, ed al turbo, ed alla caligine, ed alla tempesta;

19  ed al suon della tromba, ed alla voce delle parole, la quale coloro che l’udirono richiesero che non fosse loro più parlato.

20  Perciocchè non potevano portare ciò che era ordinato: che se pure una bestia toccasse il monte, fosse lapidata o saettata.

21  E (tanto era spaventevole ciò che appariva) Mosè disse: Io son tutto spaventato e tremante.

22  Anzi voi siete venuti al monte di Sion, ed alla Gerusalemme celeste, che è la città dell’Iddio vivente; ed alle migliaia degli angeli;

23  all’universal raunanza, ed alla chiesa de’ primogeniti scritti ne’ cieli; e a Dio, giudice di tutti; ed agli spiriti de’ giusti compiuti.


24  Ed a Gesù mediatore del nuovo patto; ed al sangue dello spargimento, che pronunzia cose migliori che quello di Abele.

25  Guardate che non rifiutiate colui che parla; perciocchè, se quelli non iscamparono, avendo rifiutato colui che rendeva gli oracoli sopra la terra; quanto meno scamperemo noi, se rifiutiamo colui che parla dal cielo?

26  La cui voce allora commosse la terra; ma ora egli ha dinunziato, dicendo: Ancora una volta io commoverò, non sol la terra, ma ancora il cielo.

27  Or quello: Ancora una volta, significa il sovvertimento delle cose commosse, come essendo state fatte; acciocchè quelle che non si commovono dimorino ferme.

28  Perciò, ricevendo il regno che non può esser commosso, riteniamo la grazia, per la quale serviamo gratamente a Dio, con riverenza, e timore.

29  Perciocchè anche l’Iddio nostro è un fuoco consumante.

13

  L’amor fraterno dimori fra voi. Non dimenticate l’ospitalità;

2  perciocchè per essa alcuni albergarono già degli angeli, senza saperlo.

3  Ricordatevi de’ prigioni, come essendo lor compagni di prigione; di quelli che sono afflitti, come essendo ancora voi nel corpo.

4  Il matrimonio e il letto immacolato sia onorevole fra tutti; ma Iddio giudicherà i fornicatori e gli adulteri.

Sieno i costumi vostri senza avarizia, essendo contenti delle cose presenti; perciocchè egli stesso ha detto: Io non ti lascerò, e non ti abbandonerò.

6  Talchè possiam dire in confidanza: Il Signore è il mio aiuto; ed io non temerò ciò che mi può far l’uomo.

7  Ricordatevi de’ vostri conduttori, i quali vi hanno annunziata la parola di Dio; la cui fede imitate, considerando la fine della loro condotta.

8  Gesù Cristo è lo stesso ieri, ed oggi, e in eterno.

9  Non siate trasportati qua e là per varie e strane dottrine; perciocchè egli è


1 Piet. 1. 15, 16. Gal. 6. 1. Mat. 5. 9. Rom. 12. 18; 14. 19. < Eb. .S. 12. « Ef. .5. .S. / [[Genesi (Diodati 1821)/capitolo

25#capitolo

25versetto33|Gen.

25. 33]],ece. Es. 19. 12. ecc. Deut. 4. 11, ecc. Es. 20. 19. i Es. 19. 13. Es. 19. 16. Gal. 4. 26.

Apoc. 21. 2, 10. Giac. 1. 18. Luc. 10. 20. •? Fil. 3. 12. ? Eb. 9. 15. Es. 24. 8.

IPiet. 1. 2. Gen. 4. 10. « Eb. 2. 2, 3. Es. 19. 18. Ag. 2. 6. Sal. 102. 25, 26.

2Piet. 3. 10. Apoc. 21. 1. Deut. 4. 24. 2 Tess. 1. 8. Rom. 12. 10. • Gen. 18. 3; 19. 2.

Mat. 25. 36. Rom. 12. 15. <i<i 1 Cor. 6. 9. Ef. 5. 5. Fil. 4. 11, 12. 1 Tim. 6. 6, 8.

// Gen. 28. 15. Sal. 27. 1. Giov. 8. 58. Eb. 1. 12. a Ef. 4. 14. 1 Giov. 4. 1.

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bene che il cuor sia stabilito per grazia, non per vivande; dalle quali non han ricevuto alcun giovamento coloro che sono andati dietro ad esse.

10 

Noi abbiamo un altare, del qual non hanno podestà di mangiar coloro che servono al tabernacolo. 

11  Perciocchè i corpi degli animali, il cui sangue è portato dal sommo sacerdote dentro al santuario per lo peccato, son arsi fuori del campo.

12  Perciò ancora Gesù, acciocchè santificasse il popolo per lo suo proprio sangue, ha sofferto fuor della porta.

13  Usciamo adunque a lui fuor del campo, portando il suo vituperio.

14  Perciocchè noi non abbiam qui una città stabile, anzi ricerchiamo la futura.

15  Per lui adunque offeriamo del continuo a Dio sacrificii di lode, cioè: il frutto delle labbra confessanti il suo nome.

16  E non dimenticate la beneficenza, e di far parte agli altri dei vostri beni; poichè per tali sacrificii si rende servigio grato a Dio.

17  Ubbidite a’ vostri conduttori, e sottomettetevi loro; perchè essi vegliano per le anime vostre, come avendone a render ragione; acciocchè facciano questo con allegrezza, e non sospirando; perciocchè quello non vi sarebbe d’alcun utile.


18  Pregate per noi; perciocchè noi ci confidiamo d’aver buona coscienza, desiderando di condurci onestamente in ogni cosa.

19  E vie più vi prego di far questo, acciocchè più presto io vi sia restituito.

20  OR l’Iddio della pace, che ha tratto da’ morti il Signor nostro Gesù Cristo, il gran Pastor delle pecore, per il sangue del patto eterno,

21  vi renda compiuti in ogni buona opera, per far la sua volontà, operando in voi ciò ch’è grato nel suo cospetto, per Gesù Cristo; al qual sia la gloria ne’ secoli de’ secoli. Amen.

22  Ora, fratelli, comportate, vi prego, il ragionamento dell’esortazione; poichè io vi ho scritto brevemente.

23  Sappiate che il fratel Timoteo è liberato; col quale, se viene tosto, vi vedrò.

24  Salutate tutti i vostri conduttori, e tutti i santi. Quei d’Italia vi salutano.

25  La grazia sia con tutti voi. Amen.


Rom. 14. 17. Lev. 6. 30; 16. 27. Giov. 19. 17. 18. Eb. 11. 20. Eb. 11. 10, e rif.

/ 1 Piet. 2. 5. 3 Rom. 12. 18. h \\ Tess. .n. 12, 13. 1 Tim. U. 17. Ezeo. 3. 17, ecc, Rom. 15. 30.

Fat. %i. 1. Giov. 10. 11, 14. 1 Tim. 6. 12. P Mat. 13. 5.5. Fat. 15. 13. Gal. 1. 19; 2. 9.

(fiuda, ver. 1. ? Fat. 26. 7. Mat. .5. 11, 12. 1 Piet. 4. 13- 16. « Rom. 5. 3. Mat. 7. 7.

Giov. 16. 23. 1 Giov. 5. 14, 15. Mar. 11, 22-24. Sal. 103. 15. 1 Piet. 1. 24. Apoc. 2. 10.

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