Wikisource:Testo in evidenza: differenze tra le versioni
marzo |
fino al 5 maggio |
||
Riga 145: | Riga 145: | ||
[[Pagina principale/Testo in evidenza|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Archivio</span>]] |
[[Pagina principale/Testo in evidenza|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Archivio</span>]] |
||
</div><section end=31-03-2019 /> |
</div><section end=31-03-2019 /> |
||
== 14 febbraio == |
|||
<section begin=14-02-2019 /> |
|||
⚫ | |||
<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">Il medico condotto s’incontra su una piccola via di campagna col contadino Lorenzo. |
|||
''Lorenzo''. — Buon giorno, signor Dottore. |
|||
''Il medico''. — Buon giorno, Lorenzo. Come si va? |
|||
''Lorenzo''. — Eh, signor Dottore, come si può andare, quando due figli grandi sono alla guerra e rimangono in casa tre giovinette e un ragazzo di otto anni? Male si va! |
|||
''Il medico''. — Pazienza, pazienza. I guai sono per tutti. |
|||
''Lorenzo''. — I guai sono per la povera gente. |
|||
''Il medico''. — Tu vedi che sono partiti insieme per la guerra i tuoi figli, il figlio del sindaco, il figlio e il genero del marchese… |
|||
''Lorenzo''. — Ma il marchese, se gli muore il figlio, ha sempre la stessa rendita. |
|||
''Il medico''. — Caro Lorenzo, un figlio è un figlio, per tutti; pel marchese come per te. Credi che il dolore d’un padre e d’una madre si misurano con le rendite o coi bisogni? Ai tempi nostri la guerra è una disgrazia che pesa su ogni classe di persone.</div> |
|||
<div class="plainlinks"> |
|||
[[La guerra dell'Italia/La guerra dell'Italia|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]] |
|||
[[Pagina principale/Testo in evidenza|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Archivio</span>]] |
|||
</div><section end=14-02-2019 /> |
|||
== 21 aprile == |
|||
<section begin=21-04-2019 /> |
|||
⚫ | |||
<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">''2 giugno 1915.'' |
|||
Ho vissuto i primi sei giorni della guerra sulla fronte friulana. Al settimo giorno tutte le persone che non abitano permanentemente quelle terre, giornalisti compresi, sono state invitate a ritirarsi. In questo momento e nelle condizioni attuali la misura è giustificata. |
|||
L’opinione pubblica non interpreti l’allontanamento della stampa dai campi di battaglia come un provvedimento di politica interna. Sento il dovere di dirlo subito, altamente, onestamente: il popolo non si lasci trascinare da quel fondo vago di diffidenza che è nel nostro carattere per immaginare che il momentaneo esilio dei corrispondenti dalla guerra abbia lo scopo di nascondere alla nazione dei possibili mali. Vi sono molte cose da nascondere, è vero, ma al nemico. E per celarle a lui bisogna celarle a tutti.</div> |
|||
<div class="plainlinks"> |
|||
[[Al fronte/Al fronte|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]] |
|||
[[Pagina principale/Testo in evidenza|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Archivio</span>]] |
|||
</div><section end=21-04-2019 /> |
|||
== 28 aprile == |
|||
<section begin=28-04-2019 /> |
|||
⚫ | |||
[[File:Neera Anna Zuccari Radius.jpg|70px|right|link=Autore:Neera]] |
|||
<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">Quando morì carico d’anni e d’onori il generale Maurizio di Rocca Tournion, un piemontese di vecchia razza che aveva fatte le sue prime armi in Crimea e diventò poi tanto celebre nelle guerre fortunose della nostra indipendenza, i suoi eredi che erano parenti lontani, si divisero le suppellettili del suo piccolo appartamento da scapolo. Ad uno di essi toccò fra le altre cose un astuccio di una forma bizzarra in cuoio lavorato, evidente provenienza di qualche bazar di Oriente. L’astuccio era largo poco più di un palmo, chiuso con un cordoncino di seta stinta ed emanava un profumo misto di essenza di rosa e di tabacco fino. In un angolo dove gli arabeschi del cuoio avevano lasciato un breve spazio, erano state impresse a secco due spade incrociate sormontate da una rosa. Fra il raso della fodera c’era un manoscritto, un centinaio di foglietti di carta sottile, resistente, coperti con una di quelle calligrafie nervose non larghe nè alte come porta oggi la moda, ma spezzate, minute, eppure non prive di una intima eleganza che noi dobbiamo cercare, per farcene una idea, nelle lettere delle nostre bisavole. Il testo era in francese. Poche note a matita traversavano i margini — scritte queste dalla mano pesante del generale. Del generale era pure un foglio congiunto al manoscritto a guisa di prefazione e di schiarimento; prova che il defunto ci teneva e che se avesse pensato a fare testamento, il misterioso manoscritto avrebbe avuto probabilmente una destinazione diversa che non quella di cadere sotto gli occhi del pubblico.</div> |
|||
<div class="plainlinks"> |
|||
[[L'amuleto|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]] |
|||
[[Pagina principale/Testo in evidenza|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Archivio</span>]] |
|||
</div><section end=28-04-2019 /> |
|||
== 5 maggio == |
|||
<section begin=05-05-2019 /> |
|||
⚫ | |||
[[File:Ion Luca Caragiale - Foto10.jpg|70px|right|link=Autore:Ion Luca Caragiale]] |
|||
<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">'''CERO DI PASQUA''' |
|||
Leiba Zibal, l’oste di Podeni, sta pensieroso ad un tavolo sotto la pergola davanti alla bottega, aspettando la diligenza che dovrebbe essere arrivata da molto tempo; c’è un ritardo di quasi un’ora. |
|||
È lunga e non troppo allegra la storia della vita di Zibal; ma così com’è, tormentato dalla febbre, è sempre un piacere per lui ricordare ad una ad una le vicende principali della sua vita. |
|||
Merciaiolo ambulante, rivendugliolo, sensale, qualche volta forse peggio, rigattiere, poi sarto e smacchiatore in un vicolo tristo di Iassi, tutto aveva tentato dopo l’accidente che gli aveva fatto perdere il suo posto di garzone in un grande negozio di vini.</div> |
|||
<div class="plainlinks"> |
|||
[[Novelle rumene/Cero di Pasqua|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]] |
|||
[[Pagina principale/Testo in evidenza|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Archivio</span>]] |
|||
</div><section end=05-05-2019 /> |
|||
== Testi successivi == |
== Testi successivi == |
||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
⚫ | |||
* {{Testo|Le Mille ed una Notti}} |
* {{Testo|Le Mille ed una Notti}} |
||
* {{Testo|Ricordi di Parigi}} |
* {{Testo|Ricordi di Parigi}} |
Versione delle 13:02, 16 apr 2019
Questa pagina serve per coordinare l'alternanza periodica di testi nella sezione "Testo in evidenza" della pagina principale. Il testo presentato deve essere riletto a partire dalla versione cartacea a fronte.
archivio |
|
Modello
<section begin=+gg-mm-aaaa+ /> {{Testo|+titolo+}} [[File:+ritratto+|70px|right|link=Autore:+autore+]] <div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">+estratto+</div> <div class="plainlinks"> [[+link+|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]] [[Pagina principale/Testo in evidenza|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Archivio</span>]] </div><section end=+gg-mm-aaaa+ />
20 gennaio
Il segreto dell'uomo solitario di Grazia Deledda (1921)
Subito si fermò, con un senso di curiosità misto a rabbia e ad angoscia; ricordava che Ghiana, la contadina che ogni tanto gli portava il latte e le uova da un cascinale delle colline, gli aveva appunto annunziato la vendita di quel terreno e la probabilità che ci venisse costrutta una casa.
Ecco dunque la minaccia avverarsi: i due uomini che misurano il prato facendo come a chi ha più lungo il passo, seguiti sull’erba dorata dal tramonto dalle loro ombre gigantesche, hanno l'aspetto di operai: quello più alto e tozzo, col viso d’un rosso mattone, è senza dubbio un capo-mastro; e il terreno è il più adatto dei dintorni per fabbricarci una casa: ombreggiato da un gruppo di pini e con un pozzo d’acqua potabile, è una vera oasi in quel deserto di sabbia e di scopeti che scende dalle colline a nord e va a perdersi nel mare. Solo un poco più giù verdeggia un altro mazzo d’alberi, ma bassi, stentati, tormentati dal vento marino.27 gennaio
Memoria intorno alla progettata strada a ruotaje di ferro in rapporto a Bergamo di Commissione Bottaini (1837)
3 febbraio
La mia vita, ricordi autobiografici di Ida Baccini (1904)
10 febbraio
Il grillo del focolare di Charles Dickens (1845), traduzione dall'inglese di Grazia Pierantoni Mancini (1869)
Non aveva ancora l’orologio finito di suonare e su di esso il piccolo mietitore menando a destra ed a manca la sua falce non aveva reciso più d’un mezzo jugero di fieno immaginario, che già il grillo si era fatto anch’esso della partita!
Che io di rado affermi le cose ognuno lo sa nè farei valere la mia opinione contro quella della signora Peribingle se non ne avessi le buone prove: niuno invero m’indurrebbe a tanto. Ma cotesta è quistione di fatto, e il fatto è appunto che il paiuolo incominciò almeno cinque minuti prima che il grillo desse segno di vita! Contradditemi ed io dirò dieci.17 febbraio
Considerazioni sul sentimento del sublime e del bello di Immanuel Kant (1764), traduzione dal tedesco di N. M. C. (1826)
10 marzo
Dal Trentino al Carso di Luigi Barzini (1917)
Venezia, 18 agosto 1916.
È l’ora in cui essi arrivano.
La luna è già alta sull’Isola di Sant’Elena e il suo chiarore si è disteso sulle acque; ha messo ai piedi degli edifici di Venezia la stessa opalescenza che è nel cielo. Venezia oscura si libra in una pallida e quieta serenità, naviga in un’atmosfera di sogno. È l’ora in cui essi arrivano.
Hanno bisogno del lume di luna. Le spiagge in queste serate si disegnano nere sul mare imbevuto di luce ed è facile, volando, trovare la rotta per piombare su Venezia. La ragione delle loro incursioni sulla Laguna, quasi quotidiane in questi giorni, è il plenilunio. Quando si presentano delle condizioni favorevoli per commettere degli atti abominevoli, bisognerebbe non essere austriaci per non commetterli. Le più belle notti veneziane sono ora notti di bombardamento. Sulla tranquillità profonda luminosa, dolce, fatata di Venezia, sulla sua pace mistica, fulmineamente la guerra irrompe col suo tumulto feroce. Tutta la città la aspetta adesso, muta, fiera, sdegnosa. Iersera non vennero, verranno questa sera. L’aria è limpida e calma: il tempo che ci vuole per dar battaglia ai monumenti.17 marzo
Favole di Esopo (Antichità), traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
DELLA VOLPE, ED IL LEOPARDO.
Una Volpe, ed un Leopardo vennero a lite insieme della bellezza, ed il Leopardo lodava la sua pelle di varj, e diversi colori, e la Volpe non potendo lodare la sua, disse: O quanto io son più bella di te, perchè, non il corpo, ma l’animo ho di varj, e diversi colori.
Sentenza della favola.
24 marzo
I Figli dell'Aria di Emilio Salgari (1904)
Le immense cupole a scaglie azzurre dai riflessi dorati dei giganteschi templi buddisti; i tetti gialli dal lampo acciecante degli sterminati palazzi della corte imperiale; i mille ghirigori di porcellana del tempio dello spirito marino che racchiude le tre incarnazioni del filosofo Laotsz; i candidi marmi del tempio del cielo; le tegole verdi del tempio della filosofia; la foresta immensa di guglie e d’antenne sostenenti mostruosi draghi dorati cigolanti alla brezza; le punte arcuate di metallo dorato delle torri, dei bastioni, delle muraglie enormi della città interdetta, scomparivano fra le brume della sera. Il fragore però che si ripercoteva in tutti gli angoli della città mostruosa, quel fragore sordo e prolungato prodotto dal movimento di tre milioni d’abitanti, dal rotolare di miriadi di carri e di carretti e dal galoppare di cavalli, quella sera non accennava a cessare, malgrado il proverbio cinese che dice: «la notte è fatta per dormire».
31 marzo
Il martirio dei monumenti di Ugo Ojetti (1918)
È un errore. Esso deriva, prima di tutto, dall’avere per troppi anni separato l’arte della vita, e considerato l’arte non più un bene e un bisogno di tutti, una continua e viva funzione sociale, un’espressione sincera del nostro carattere nazionale, un documento solenne e inconfutabile della nostra storia. Ce le avevano seppellite sotto l’erudizione le nostre statue, le nostre pitture, i nostri monumenti, prima di demolirceli a cannonate, questi nostri nemici occhialuti e maligni. Le saccate dietro le quali avete difese persino le porte del vostro Battistero e le statue del vostro Orsanmichele che, state tranquilli, nessuna ira nemica riuscirà mai a colpire, non sono tanto spesse ed ermetiche quanto quelle trincee e quelli sbarramenti di carte erudite con le quali esse erano ormai state escluse dal nostro godimento quotidiano, dalla nostra semplice ammirazione, dal nostro lieto orgoglio di italiani legati quasi da un’intimità familiare a quelle serene bellezze, sangue del nostro sangue, pietre dei nostri monti, volti della nostra razza, sorrisi della nostra fede.
14 febbraio
La guerra dell'Italia spiegata al popolo di Unione generale degli Insegnanti (1916)
Lorenzo. — Buon giorno, signor Dottore.
Il medico. — Buon giorno, Lorenzo. Come si va?
Lorenzo. — Eh, signor Dottore, come si può andare, quando due figli grandi sono alla guerra e rimangono in casa tre giovinette e un ragazzo di otto anni? Male si va!
Il medico. — Pazienza, pazienza. I guai sono per tutti.
Lorenzo. — I guai sono per la povera gente.
Il medico. — Tu vedi che sono partiti insieme per la guerra i tuoi figli, il figlio del sindaco, il figlio e il genero del marchese…
Lorenzo. — Ma il marchese, se gli muore il figlio, ha sempre la stessa rendita.
Il medico. — Caro Lorenzo, un figlio è un figlio, per tutti; pel marchese come per te. Credi che il dolore d’un padre e d’una madre si misurano con le rendite o coi bisogni? Ai tempi nostri la guerra è una disgrazia che pesa su ogni classe di persone.21 aprile
Al fronte di Luigi Barzini (1915)
Ho vissuto i primi sei giorni della guerra sulla fronte friulana. Al settimo giorno tutte le persone che non abitano permanentemente quelle terre, giornalisti compresi, sono state invitate a ritirarsi. In questo momento e nelle condizioni attuali la misura è giustificata.
L’opinione pubblica non interpreti l’allontanamento della stampa dai campi di battaglia come un provvedimento di politica interna. Sento il dovere di dirlo subito, altamente, onestamente: il popolo non si lasci trascinare da quel fondo vago di diffidenza che è nel nostro carattere per immaginare che il momentaneo esilio dei corrispondenti dalla guerra abbia lo scopo di nascondere alla nazione dei possibili mali. Vi sono molte cose da nascondere, è vero, ma al nemico. E per celarle a lui bisogna celarle a tutti.28 aprile
5 maggio
Novelle rumene di Ion Luca Caragiale (1914), traduzione dal rumeno di Costantino Petrescu (1914)
Leiba Zibal, l’oste di Podeni, sta pensieroso ad un tavolo sotto la pergola davanti alla bottega, aspettando la diligenza che dovrebbe essere arrivata da molto tempo; c’è un ritardo di quasi un’ora.
È lunga e non troppo allegra la storia della vita di Zibal; ma così com’è, tormentato dalla febbre, è sempre un piacere per lui ricordare ad una ad una le vicende principali della sua vita.
Merciaiolo ambulante, rivendugliolo, sensale, qualche volta forse peggio, rigattiere, poi sarto e smacchiatore in un vicolo tristo di Iassi, tutto aveva tentato dopo l’accidente che gli aveva fatto perdere il suo posto di garzone in un grande negozio di vini.Testi successivi
- Le Mille ed una Notti di Anonimo (X secolo), traduzione dall'arabo di Antoine Galland, Eugène Destains, Antonio Francesco Falconetti (1852)
- Ricordi di Parigi di Edmondo De Amicis (1879)
- Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi (1918)
- Cristina di Matilde Serao (1908)
- Esilio di Ada Negri (1914)
- Gl'italiani della Venezia Giulia di Luigi Barzini (1915)
- Una porta d'Italia col Tedesco per portiere di Luigi Barzini (1922)
- Fenomeni fisico-chimici dei corpi viventi di Carlo Matteucci (1844)
- L'infedele di Matilde Serao (1897)
- Fotografie matrimoniali - Farfalle nere e farfalle bianche di Neera (1900)
- Le idee di una donna di Neera (1904)
- La metà del mondo vista da un'automobile di Luigi Barzini (1908)
- Le tentazioni di Grazia Deledda (1899)
- Il Fiore delle Perle di Emilio Salgari (1901)
- Come l'onda di Luigi Capuana (1921)
- Il libro di mio figlio di Neera (1891)
- Duemila leghe sotto l'America di Emilio Salgari (1888)
- L'Argentina vista come è di Luigi Barzini (1902)
- La Donna e il suo nuovo cammino di Giannina Franciosi, Ester Danesi Traversari, Maria Loschi, Eloisa Battaglini, Lucy Re Bartlett, Emmelina De Renzis, Antonia Nitti Persico (1919)
- Lettere d'una viaggiatrice di Matilde Serao (1908)
- Marocco di Edmondo De Amicis (1877)
- Galateo insegnato alle fanciulle di Teresa De Gubernatis (1872)
- Giovani di Federigo Tozzi (1920)
- Meditazioni sull'Italia di Leo Ferrero (1939)
- Vita di Jacopo Durandi di Gaspare de Gregory (1817)
- Origine della lingua italiana di Luigi Morandi (1891)
- Regolamento del Real Collegio Liceo Cicognini
- Le Pastorali con un Discorso su la Buccolica di Alexander Pope (1709), traduzione dall'inglese di Emidio De' Vincenzi (1767)
- Amori moderni - Colomba di Grazia Deledda (1907)
- Metodo per eseguire sulla carta il fotogenico disegno di William Henry Fox Talbot (1839), traduzione dall'inglese di Gaetano Lomazzi (senza data)
- https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina_principale%2FSezioni&type=revision&diff=2252469&oldid=2252293