Storia della letteratura italiana (Tiraboschi, 1822-1826)/Tomo III/Libro I

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Libro I - Storia della Letteratura Italiana dalla rovina del l’Impero occidentale fino al principio del regno de’ Longobardi.

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Libro I - Storia della Letteratura Italiana dalla rovina del l’Impero occidentale fino al principio del regno de’ Longobardi.
Tomo III - Indice e sommario Tomo III - Capo I

[p. 1 modifica]STORIA DELLA letteratura italiana Palici’ rovina deli’ Impero occidentale fino all’anno mglxxxiij* LIBRO PRIMO Storia della Letteratura Italiana dalla rovina dell’Impero occidentale fino al principio del regno de’ Longobardi. i j Italia finalmente caduta in potere de’ Barbari, che per tanto tempo l’aveano colle scorrerie continue travagliata,, comincia ora, e proseguirà poscia per lungo tempo a dare di se medesima un troppo acerbo e funesto spettacolo. Ella è costretta ad ubbidire a sovrani per nascita, per educazione, per indole feroci, violenti e rozzi; a’ quali pare che ogni altra legge debba essere sconosciuta, fuorchè quella del lor capriccio e del loro furore. Le città e le campagne sono innondate da Barbari che Tiiunoscui, Voi. III. i [p. 2 modifica]2 LIBRO frammischiandosi co’ naturali abitanti, e usurpandosi col favore de’ loro signori le terre e i dominj degli antichi padroni, si vendicano in certo modo della schiavitudine odiosa che per lungo tempo avean dovuto soffrire. Or quale sarà egli in sì dolorose vicende lo stato dell’italiana letteratura? Sotto il governo di principi i quali non che aver coltivate le scienze, ne ignorano perfino il nome , che sono incolti per modo, che non sanno di lor mano sotto-1 scrivere i regj editti, e che altro finalmente non pregiano che la militare ferocia, si potrà egli sperare che gl’italiani abbattuti ed oppressi possano pur solamente pensare a scienze e ad arti? Aggiungansi le continue guerre tra i Goti e i Greci, mentre questi usano di ogni sforzo per ricuperare il perduto dominio, e quelli si adoprano con ogni mezzo a mantenersene signori} ma frattanto e gli uni e gli altri si voi gono con ugual furore contro l’infelice e desolata Italia. Le rovine, le stragi e gl’incendj non furon mai tanto frequenti, come a questa stagione} e sembrava che amendue i partiti cercassero anzi di distruggere che di conquistare. E nondimeno sotto i primi re goti lo stato della letteratura non fu così infelice come pareva doversi aspettare. I re ancora più incolti si videro aver in pregio le scienze} e fra le rovine e fra il sangue esse si videro ancora levare il capo e passeggiare sicure. Un solo Italiano ch’ebbe l’onore di stare al fianco e di goder della grazia de’ nuovi monarchi, fu quegli che per qualche tempo salvolle dal funesto naufragio di cui erano minacciate} c fece [p. 3 modifica]PRIMO 3 vedere al mondo tutto un oggetto a cui forse non si vide giammai l’uguale, alcuni dei più rozzi sovrani che mai sedesser sul trono, essere ciò non ostante liberali e magnanimi fomentatori de’ buoni studj. Io parlo del celebre Cassiodoro, la cui storia troppo è congiunta con quella de’ re goti italiani, perchè non dobbiamo di lui insieme e di essi trattare a questo luogo diligentemente, e mostrare quanto a lui dovesse allora l’Italia, che per opera di questo grand’uomo anche in mezzo alle sue sciagure potè chiamarsi non del tutto infelice.


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