Varenna e Monte di Varenna/Secoli XIX e XX/Ospiti di Varenna

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Ospiti di Varenna

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Secoli XIX e XX - Anneddoti e piccole notizie Secoli XIX e XX - Personaggi notevoli

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OSPITI DI VARENNA

Il mattino del 4 agosto dell’anno 1838, l’Imperatore d’Austria Ferdinando I° e l’Imperatrice, partirono dalla villeggiatura di Schönbrun per recarsi ad Innsbruch ove arrivarono sull’imbrunire del giorno 9 attesi dagli arciduchi Francesco Carlo, Ludovico e Ranieri.

Il 22 agosto giunsero ai Bagni di Bormio, ad onta della continua pioggia che cadeva in quel giorno, e il 24 alle cinque pomeridiane fecero il loro ingresso in Sondrio accolti da un’immensa folla di popolo festante. Preceduti dagli arciduchi la mattina del 25 gl’imperiali viaggiatori giunsero a Colico, di qui proseguirono subito per Varenna, dove arrivarono all’una pomeridiana.

A Varenna sostarono per il pranzo che venne imbandito all’albergo Venini (dove è ora la villa dei Cipressi) e rallegrato dalla banda musicale di Bellano.

Dopo il banchetto gl’imperiali unitamente agli Arciduchi salirono sul battello a vapore il Falco elegantemente addobbato, e si recarono a Bellagio, ove furono ospiti del duca Melzi nella sua sontuosa villa.

La sera ebbe luogo una brillantissima illuminazione del lago, che si ammirò anche sui monti e sulle case e ville di tutte le terre vicine. Barche riccamente illuminate solcavano le acque dando al lago un aspetto fantastico. Il mattino del 26 gl’imperiali s’imbarcarono per compiere una gita sul lago e per assistere alle regate. Sei erano le barche che presero parte alla gara ed erano ciascuna montata da sei uomini. Mossero da Pizzo e toccò per la prima la meta, innanzi alla villa Battaglia, ove trovavansiFonte/commento: 526 sotto un ricco padiglione gli Imperiali e gli arciduchi col loro seguito, la barca di Varenna con Carlo Venini capo barca.

Il Venini venne chiamato dagli Imperiali, complimentato e ricevette il primo premio; il secondo premio toccò alla barca di Lecco, il terzo a quella di Lezzeno ed il quarto a quella di Menaggio.

Di questo passaggio dell’Imperatore a Varenna G. B. De Capitani ne dà una particolareggiata e viva descrizione che noi qui accenniamo solo di sfuggita, in un suo libricciuolo di notizie storiche sui paesi del lago, e del quale abbiamo già avuto occasione di parlare1.


Dal registro dell’albergo Vittoria abbiamo desunto il seguente elenco dei più notevoli visitatori di Varenna dall’anno 1839 al 1907:

1839 Mr & the Hon. Mrs. Gerald Fitz Gerald
» Miss H. Martineau (Scrittrice)

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1839 Baron James de Rothschild
» Conte & Contessa Orsini
» Earl & Countess of Shrewsbury
» Countess of Jersey
» Countess of Clare (Regina Vittoria)
» Lord & Lady Southampton
» Lord De Tabley
» Conte Tommaso Gallarati Scotti Duca di San Pietro maggiordomo del Regno.
1840 Earl of Bessborough
1841 Viscount & Viscountess Bury, Viscount Clive, Viscount Newport
» Countess of Kerry
» Earl of Shelburne
» Baroness de Clifford
» Countess of Mansfield
» Duke of Devonshire
» Earl of Enniskillen
» S. E. il conte Spaur governatore della Lombardia e suo segretario
» S. M. il re del Wurtemberg (dallo Spluga diretto a Milano)
1842 Major Genl. Sir Adolphus Dalrymple
» Countess de Salis
» Lord & Lady Ponsonby
» Lady Marjoribanks
» Sir Charles Slingsby
» Lord & Lady Headley
» S. A. I. la Gran Duchessa di Leichtemberg
1843 Marquis of Douglas
» Lord & Lady De Saumerez
» Countess of Kilmorey
» S. E. il Conte Radetzschi gran maresciallo dell’armata di S. M. I. R. A.
1844 Sir Francis Shuckburgh, Bart
» General Sir Moore Disney
» Maj. Genl. Sir George Napier; K. C. B.
» Lord Manson
1845 Lord de Manley
» Archdeacon Beresford
1846 Countess of Cardigan
» Earl of Stamford & Warrington (anche nel 1849)
1847 Earl of Mount Edgcombe
1850 Lord & Lady Methuen
» Hon. Mr. & Mrs. J. Stuart Wortley
1851 Sir Shafto Adair
» Tranquillo Cremona
» Cavallotti

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1871 Viscountess Strangford
» Lady Dunfermline
» Henry James, M. P.
1872 Earl & Countess of Tankerville
1874 Duchessa Litta
» E. Ashmead Bartlett
» Earl & Countess of Crawford

Firme di alcuni ospiti dell’albergo fra le altre quella del generale Radetzki

1878 Ippolito Perego Barbiano di Belgiojoso
» Mina Sala Trotti
» Giulia Conti
» Vittoria Carasti
1880 Sir Henry & Lady Layard
1882 Mrs. Bishop (née Isabella Bird, viaggiatrice intrepida, scrittrice)
1884 Marchese Emilio Sommariva
1885 Canon Liddon (scrittore, e predicatore rinnomato)
1885 Judge Selfe
1886 Earl of Mount Edgcombe (seconda volta)
» Lady Muncaster
» The Honble, Eric Barrington
1887 Lady Belper
» Richard Bagot (Autore del «Lake of Como»)

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1887 Mr. & Mrs. Bancroft (attori) Sir Scurre Bancroft
1888 T. W. M. Lund (Autore) anche nel 1882
1889 Ainslie Bean (Artista) nel 1893, 1894, 1905, 1908
» Sir Trevor Lawrence, Bart. M. P.
1893 Canon Maccoll (autore ecc.)
» Lord Ashbourne (Lord Chancellor of Ireland)
1894 Miss Octavia Hill
1895 Enrico D’Ovidio
1897 Sir J. & Lady Strachey and. Mr. Justice Strachey
1897 Sir Alfred Yarrow, Bart. & family (Then, Mr. Yarrow)
1897 Hon. Mrs. Ross of Bladesberg
» Lady Walrond
» Mr. Grant Allen
1599 Lady Belmont
» Dr. Holland ot St. Moritz
1901 Sir H. & Lady Maxwell-Lyte
» H. Inigo Triggs (Architetto, il quale trasformò l’albergo e fece i giardini)
1904 Baron de Forest
» Countess of Mount Cashell
» Lady Langford
1905 Dowager Countess of Lonsdale & Viscountess Churchill
» Hon. Sir H. B. Buckley
1906 The Bishop of Yarrow
» Lady Blois
» Lady Garvagh
1907 Lady Penrhyn and six sons & daughters
1920 Lord Iohn Roland Dormer morto in Varenna.


Fra le firme degli ospiti dell’albergo Vittoria troviamo quella del generale Radetzki così scritta in italiano e in francese: Sua Eccellenza il conte Radetzki Gran Marescial de l’armée de sa M. I. e R.

Fra gli ospiti dell’albergo vi è la Regina Vittoria sotto il nome di Countess of Clare2.

Nel 1842 in Luglio fu a Varenna Federico Confalonieri (vedi nella raccolta delle sue lettere quella dei 5 agosto 1842 al marchese Visconti d’Aragona) e più tardi Cesare Cantù, ospite gradito di casa Venini.

Varenna ebbe l’onore di ospitare varie volte Massimo d’Azeglio.

Come è noto egli aveva sposato in prime nozze una figlia di Alessandro Manzoni, morta la quale, sposò Luisa Maumary vedova di Enrico Blondel, fratello della prima moglie del Manzoni. Egli era anche cognato [p. 344 modifica]della colta e benefica signora Seufferheld proprietaria della villa Monastero a Fiume Latte.

Come si sa d’Azeglio possedeva una villetta a Loveno sopra Menaggio. A proposito di questa villa riferiamo ciò che Emanuele d’Azeglio nipote di Massimo, nel 1882 scriveva:

«Questa è la villa tutt’ora abitata d’estate dalla sua vedova la marchesa Luisa ed è situata a Menaggio in faccia a Bellagio. Alcune fra le camere sono dipinte a fresco, da mio zio, quando fece acquisto di questa villa di proprietà di sua figlia la marchesa Alessandrina Ricci, nata dal suo primo matrimonio con Giulia Manzoni»3.

Massimo d’Azeglio aveva un cavallo, Baiardo, al quale voleva molto bene, perchè lo montava quando cadde ferito il 10 giugno 1848, combattendo sul Monte Berico presso Vicenza. Nel 1853 aveva mandato il cavallo a Varenna perchè fosse imbarcato per Menaggio, desiderando egli tenerlo nella sua villa di Loveno. Ma avendo saputo dalla moglie che Baiardo non aveva voluto saperne d’imbarcarsi, così le scrive il 2 luglio 1853: «mi hai fatto un gran piacere a darmi la nuova di Baiardo. Non capisco come non siano riusciti a imbarcarlo a Varenna, se c’era Gaetano scommetto che s’imbarcava. Al ritorno, a preparargli un piano che entri in barca e bendandogli gli occhi mi pare impossibile che non s’imbarchi». Baiardo nel 1759 uscì di nuovo dalla scuderia per indossare la bardatura di guerra e finalmente all’età di 25 anni lasciò definitivamente la casa d’Azeglio.

Il 13 luglio 1839 Massimo d’Azeglio scrive da Bellano a sua moglie Luisa Blondel il seguente biglietto:

«Riprendo oggi domenica la mia lettera. Sono stato fino a Fiume Latte a vedere il cugino e la cugina che mi hanno ricevuto molto bene, mi hanno dato da bere e ci siamo lasciati sempre migliori amici. Ti salutano e mi hanno domandato molto di te».

Il cugino a cui allude Massimo d’Azeglio è il nobile Ippolito Blondel, che da un elenco delle famiglie di Varenna, noi troviamo colà domiciliato. Nel 1838 troviamo Ippolito Blondel già domiciliato a Varenna; in quello stesso anno gli nasce un figlio Pietro. Nel 1840 nasce ad Ippolito a Fiume Latte un secondo figlio al quale dà il nome di Enrico, evidentemente in memoria del cugino Enrico Blondel, primo marito della Luisa Maumary che poi sposò d’Azeglio. La sorella di Enrico Blondel è quella Enrichetta Blondel che fu moglie di Alessandro Manzoni.

In una lettera scritta dal D’Azeglio da Cornegliano il 13 sett. 1853 si legge: «Per i tre quadri ho scelto per soggetto tre laghi: di Como, di Lecco e di Castelgandolfo presso Albano. Speriamo che incontrino»4. [p. 345 modifica]

Riteniamo che sia in quest’occasione che egli ha dipinto i due quadri di Varenna che si ammirano nella Galleria d’arte moderna di Torino di cui uno rappresenta le gallerie e la Punta di Morcate e l’altro i vecchi portici di Varenna sulla riva del lago.

In una delle sue lettere a sua moglie e precisamente in quella datata da Torino l’8 aprile 1843 parla di un progetto dei cognati Seufferheld (la Carolina Seufferheld come è stato già accennato, era sorella della Luisa d’Azeglio) di far costruire una villetta vicino alla villa d’Azeglio di Loveno. Questo progetto deve essere tramontata perchè sappiamo che la signora Seufferheld ha poi acquistato la villa Monastero dai Mornico in Varenna.

Nella villa Monastero il d’Azeglio lasciò un camino dipinto a fiori che ora non esiste più.

Benchè non fosse di Varenna giova qui ricordare Manfredo Ginami marito di Emilia Venini di Varenna. Il 5 giugno 1859 quando ancora gli Austriaci presidiavano il castello di Milano il Ginami in compagnia di Venini Giovanni erasi recato ne’ pressi del castello spintovi più che altro dalla curiosità. Il soldato austriaco che vi era di sentinella visto avvicinarsi quei due borghesi intimò loro di allontanarsi. il Venini obbedì prontamente ma il Ginami essendosi indugiato alquanto tu raggiunto da un colpo di fucile che lo uccise.

Il cadavere del Ginami venne portato a Varenna e quivi sepolto, ma dopo qualche tempo venne trasportato a Palermo. Nel cimitero di Varenna si conserva ancora la lapide.

In una epigrafe dedicata al Ginami si legge:


A


Manfredo Ginami - colto ingegno, nobile cuore - ardente di santo entusiasmo - per la patria - al Tonale - allo Stelvio - a Novara - a Roma - soldato delle italiche indipendenze - a Milano - caduto inerme alla cieca percossa del barbaro in vergognosa fuga - nella suprema lotta

MDCCCLIX5.

Appena riavutasi dalla terribile disgrazia la vedova Emilia Venini si arruolò quale infermiera con le truppe garibaldine e le segui in Sicilia, dove conobbe Enrico Albanese, medico di Garibaldi, che in seguito sposò.

Raffaello Barbiera nel suo libro «Passioni del Risorgimento» nelle asserzioni di G. Visconti Venosta, narra che la Venini s’imbarcò con Ippolito Nievo sul piroscafo Ercole e che peri con lui nella traversata. [p. 346 modifica]Ciò non è vero. Sta il fatto che la Venini doveva imbarcarsi col Nievo che, come si sa, salpò sull’Ercole da Palermo il 4 marzo 1861 diretto a Livorno, ma l’Albanese a cui quella vecchia carcassa dell’Ercole dava poco affidamento, scongiurò la Venini a non partire e fece la sua fortuna poichè come si sa l’Ercole scomparve misteriosamente in un naufragio, e con lui si spense la breve e nobile vita di Ippolito Nievo che la Venini aveva curato con devozione di una grave ferita.

L’Albanese aveva conosciuto l’Emilia Venini alle ambulanze al campo di Milazzo, se ne innamorò e la sposò il 3 Settembre 1863. Ella fu veramente il suo angelo consolatore fino alla tomba.

Nel 1866 l’intrepida donna seguì l’esercito garibaldino nel Tirolo; dopo la guerra l’Albanese riprendeva la cattedra di Palermo che lasciava di quando in quando per recarsi con la signora Emilia a soggiornare a Caprera come medico e amico di Garibaldi6.

L’Emilia non dimenticò mai la nativa Varenna, e col marito vi soggiornò parecchi autunni. Nella villa dei fratelli Pirelli detti Tinai, già minato dal male nell’estate del 1886 l’Albanese scrisse la relazione sul colera del 1585. Morì il 5 giugno del 1887Fonte/commento: 526 in Napoli7.

Ricorderemo infine che furono anche ospiti di Varenna le signore Francesca e Maddalena sorelle di Pietro Borsieri.

Nell’opera di Aldobrandino Malvezzi: «Il Risorgimento italiano in un carteggio di patriotti lombardi» è pubblicata una lettera scritta da Pietro Borsieri da Torino alla sorella Maddalena, (10 marzo 1849) a Varenna in cui le dà notizie sui preparativi della guerra imminente esprimendo dubbi che l’avvenire dimostrò pur troppo fondati sulla preparazione morale degli Italiani all’imminente cimento8.

La Francesca Borsieri era in corrispondenza con Silvio Pellico e abbiamo una lettera di lui in data del 30 settembre 1830 da Torino.

La Francesca, già nel marzo 1835 era stata con la sorella a Vienna per chiedere all’imperatore la grazia per il fratello rinchiuso nello Spielberg, e ottenutala nel 1835, come appare nel carteggio Arconati, andò a Brünn a incontrarlo e avrebbe voluto accompagnarlo nel suo esilio in America, ma per mancanza di mezzi dovette rinunciarvi9. Fu allora che con la sorella si ritirò a Varenna dove tennero una piccola scuola.

Una delle sorelle era già stata educatrice, perchè da una lettera della marchesa Costanza Arconati a Miss Clarke, grande amica di Manzoni, [p. 347 modifica]in data 14 dicembre 1830, in cui da notizie sulla precaria salute di Enrichetta Blondel, aggiunge che in quel momento in casa del Manzoni vi si trovava come istitutrice una delle sorelle Borsieri10.

Recentemente il museo del Risorgimento di Milano si è arricchito di cinque ritratti della famiglia Borsieri, fra i quali vi sono due miniature pregevoli del Bisi e che portano la data del 1836; rappresentano le sorelle Francesca e Maddalena11.

Sotto il suo ritratto la Francesca scrisse queste parole dedicate al fratello: «Oh mio fratello! Oh mio Pietro! Hai cercato l’immagine della tua Francesca... Eccola! Che ti dica quanto il mio povero cuore abbia diviso le orribili pene della tua prigione. Uscisti alfine, ma oh Dio! voglio non essere più disgiunta da te, voglio darti ogni giorno ogni mia cura».

L’altra sorella Maddalena scrisse invece dei versi:

Ah qual destin ci opprime
Or che abbiam vinto in terra
A noi s’oppone il mar
Il mar che immenso all’occhio
L’eternità somiglia
Dividerci potrà
E l’onda e la catena
L’esilio il nostro amor
Faranno di quel giorno
Un giorno di splendor

Infine dobbiamo anche ricordare il nome del grande musicista Wagner. Le relazioni di lui con Varenna sono ricordate da Guido Marangoni nella sua dotta pubblicazione La Scala in questi termini:

I rapporti cordialissimi strettisi fra Casa Wagner e Casa Lucca in base al duplice comune interesse economico ed artistico, appaiono in molte interessantissime lettere dell’autore di Lohengrin a Cosima sua seconda moglie e alla figlia Eva, l’unica capace di vergarle in un italiano, abbastanza scorretto.

La prima lettera di Wagner è datata da Lucerna il 15 nov. 1869. Nelle quattro fitte pagine il maestro non accenna alle sue opere. È preoccupato soltanto di trovare una villa sul lago di Como, poichè «il dolce clima d’Italia è necessario a colei che oggi si chiama Madama de Bulow, ma che cambierà presto il suo nome col mio». Con trepidazione d’innamorato Riccardo Wagner si rivolge supplice a Giovannina Lucca [p. 348 modifica]invocandone aiuto nella ricerca della villa e con ansia assai maggiore a quella che gli farà seguire più tardi le sorti dei suoi lavori in Italia.

Siate sempre buona con me - conclude l’innamorato maestro - e non avrete a deplorare la mia ingratitudine.

Mercè l’intervento dell’ottima Giovannina, la villa «è trovata a Fiumelatte di fronte a Bellagio e Wagner può offrire alla futura moglie Cosima il dono gradito». A noi però non consta che Wagner e Cosima abbiano soggiornato in una villa di Varenna.

Un assiduo frequentatore di Varenna nella stagione estiva era Leopoldo Marenco. Il commediografo e letterato abitava nella casa dei Pirelli detti Tinai in riva al lago.

Una gran parte dei suoi lavori il Marenco scrisse mentre era a Varenna, e li dettava alla signorina Maria Vismara tutt’ora vivente, a Rapallo, che sposò poi nel 1872 Francesco Marquez.

Leopoldo Marenco venne a Varenna per oltre dieci anni, e vi scrisse ventisette produzioni; fra le quali «Lo spiritismo, La Celeste e il Falconiere».

Col Marenco era la moglie contessa Gianotti Sandra, sorella del conte Gianotti primo gentiluomo d’onore di Re Umberto.

Artisti e letterati tra il 1870 e il 1880 si davano convegno nella stagione estiva presso il Marenco in casa Tinai. E così vi troviamo il pittore Sebastiano de Albertis, il Capuana, il Ponchielli, il Verga, lo scrittore Cencio Poggi, Cesare Rossi, il Pietro Cossa autore del Nerone, il maestro Platania direttore del Conservatorio di Palermo, Viganò, Ricordi, Giuseppe Verdi, ed il celebre violinista Gaetano Braga che a Varenna musicò la notissima Leggenda Valacca. Il Braga ha pure composto a Varenna «Le melodie di Varenna». Fu ospite del Marenco in casa Tinai il maestro Scontrino di Trapani autore della Matilde su libretto del Marenco, ed il pittore Pittara, autore di rinomati quadri storici, di cui Torino conserva le opere migliori nella sua galleria di belle arti. Il Braga negli ultimi anni di sua vita volle ritornare nella sua prediletta Varenna prendendo alloggio all’albergo Olivedo.

Soggiornò anche a Varenna il poeta e patriota Giacomo Marchini il quale in una lettera ad una signora così scrive di un pranzo a Regoledo:

«L’altro ieri (perchè qui ci si è fitto in capo di mandarmi a Milano con una faccia da V.... d’estate in sedicesimo) fui ancora a Regoledo ma non a colazione, a pranzo. Se avesse veduto il poarett con che disinvoltura rovesciava sulla tovaglia il bicchiere alla principessa Gonzaga, che ebbe l’onore di sedergli a fianco, e che parlantina sfoderava in causa specialmente della bottiglia di Francia! Vi furono brindisi a Marenco e alle signore: io lessi il mio, ch’Ella conosce, a Poldo meritandomi fra il plauso generale certi sguardi che sembravano le ultime parole che ho mandato a Lei....». [p. 349 modifica]

La signora Luisa Venini, moglie dell’avvocato Giacomo Venini, soleva tenere circolo in casa sua, dove si davano anche rappresentazioni di marionette e sedute di spiritismo. Il Marenco aveva anzi ridotto l’Africana per gli artisti di legno.

Un’altra casa ospitale in Varenna era quella di Diego Molinelli a Fiume Latte, e di essa parla il Marchini in alcuni suoi versi dedicati a Fiume Latte.

La località dove sorge la casa dei Tinai, era ed è ancora chiamata Il Pra; ebbene erano tali l’allegria e le chiassate che si facevano in casa Tinai che la gente di Varenna aveva denominato quel luogo il Pra di Matt!

Quando il Braga ritornava da Parigi carico di trionfi e di denari, la signora Luisa Venini che conosceva le manie spendereccie dell’artista, si faceva dare parte del suo gruzzolo per restituirglielo poi al momento della sua partenza per Parigi, perchè altrimenti egli avrebbe in breve consumato tutto.


Altro centro di lieta vita socievole era in casa di Savino Pirelli all’Olivedo, dove per parecchi anni si recò a villeggiare il rinomato scultore Antonio Tantardini di cui Milano conserva opere di grande pregio. Presso di lui convenivano il musicista Marco Sala, Filippo Fasanotti col figlio Fasanottin!12 lo scultore Vela, i colonnelli garibaldini Achille Majocchi, mutilato d’un braccio, e Pietro Spangaro della spedizione dei Mille.

Quando il ministro Depretis e sua moglie Donna Amalia venivano nell’autunno a villeggiare nella villa Buttafava di Bellagio, si recavano spesso a Varenna perchè Donna Amalia era parente dei Venini essendo essa vedova di un figlio di Elena Venini.

Approdavano sempre alla villa dei Tinai sia per trovarvi la lieta brigata sia perchè il Deputato era innamorato di quella località «Sapete che avete un gran bel sito» diceva ai proprietari, «se fossi più giovane la prenderei io». Perchè non solamente non era più giovane, allora, ma soffriva di gotta e camminava a stento.

Fra gli ospiti benemeriti va particolarmente ricordata la signora nobile Carolina Maumary vedova Seuffehereld oriunda di Francoforte, sorella della seconda moglie di D’Azeglio come già abbiamo visto, la quale acquistata la villa del Monastero venne a trascorrere le stagioni estive a Varenna. Essa animata da elevati principi d’umanità, e innamorata dei bambini, volle raccoglierli in un asilo da lei fatto costruire somministrando anche del proprio la refezione. Per vent’anni ella attese alla direzione dell’asilo prodigandovi mezzi materiali e morali, fino a [p. 350 modifica]che nel 1894, all’età di 80 anni, venne a morire, compianta da tutto il paese.

Fu a Varenna Angelo Bovio, professore di arpa al Conservatorio di Milano, e vi morì pochi anni sono. Fu apprezzato artista alla corte di Spagna.

Negli anni 1903 e 1904 lo statista Visconti Venosta fu ospite di casa Pirelli detta Tinai.

Visitarono Varenna i principi Umberto e Amedeo che alloggiarono all’albergo Marcionni; la guardia nazionale di Varenna, di Perledo e di Esino per turno fecero guardia d’onore agli augusti principi.

Varenna accolse un altro illustre personaggio: Antonio Fogazzaro.

Il Fogazzaro scrisse i suoi primi versi a vent’anni, nella casa Venini e li pubblicò col titolo «Ricordanze del lago di Como» volle poi eternare nel suo magnifico e suggestivo romanzo Il piccolo mondo antico Luisa Venini e suo marito l’avvocato Giacomo Venini.

Luisa Venini, alla quale abbiamo già accennato, rivive nel libro del Fogazzaro nella figura spirituale di Luisa Maironi,13 e ad essa il Fogazzaro volle dedicare la sua migliore opera in parte da Lei inspirata.

La Luisa Venini spirito nobile, colto ed arguto lasciò un manoscritto di memorie della sua fanciullezza, abbellito da pupazzetti dedicato ai figli, raccolte poi e pubblicate con affetto dalla nipote Amelia Venini. Il compianto Professore Salvioni nella prefazione accenna alla somiglianza tra la signora Carolina madre della Luisa nel Piccolo mondo antico, e la madre della signora Venini, così bene ritratta nelle pagine della figlia. Il Salvioni si riprometteva di sfruttare questo racconto dell’infanzia della signora Venini in rapporto alla Luisa Maironi del Fogazzaro ma la morte troncò i suoi progetti14.

Il giornale L’Adula nel 1926 pubblicò un altro frammento del diario della Luisa Venini: sono pagine lontane per il tempo e per il contenuto da quelle prime tanto fresche e piene di brio; sono invece pagine strazianti che la Luisa ormai nonna, e precisamente nel marzo 1877, dedica all’adorata nipotina Gemma, morta. Ed anche nel disperato dolore della Venini colpisce la somiglianza tra l’espressione del dolore suo, e quello vivissimo della Luisa Maironi per la morte dell’indimenticabile Ombretta del Missisipì.

La Luisa volle che la sua cara Gemma riposasse nel giardino dell’avita villa di Varenna nella cappelletta costrutta per lei tra i pini amorosi, il cielo, il lago e i monti15. [p. 351 modifica]

Il 12 settembre 1911 i componenti il Congresso indetto dalla società geologica italiana si recavano a Varenna e di qui a Perledo e a Esino. Il Congresso era presieduto dall’On. Prof. Mario Cermenati e vi parteciparono il Prof. Sacco, il Prof. Rusconi, il Prof. Taramelli e il dottor Zuffardi. E visitarono tutta quella interessante zona paleontologica. Varenna pittoresca


Note

  1. L’autore licenzia la sua pubblicazione dalia Malpensata di Varenna l’ottobre 1843 intitolata: Sul medio e alto lago di Como e sul ramo orientale di quello di Lugano. Milano. Tipografia Pirotta 1845.
  2. Da alcuni appunti trovati all’albergo Royal Victoria Gladstone si sarebbe fidanzato in Varenna con la bellissima Caterina Glynne.
  3. Letture inedite di Massimo d’Azeglio al marchese Emanuele d’Azeglio suo nipote. Torino. 1883. pag. 8.
  4. Massimo D’Azeglio, Lettere inedite. Torino. Roux, 1883.
  5. Versi intitolati: La terza riscossa, pubblicati a Bergamo il 16 giugno 1859 da R. D.
  6. Vedi: Enrico Albanese Diario inedito, preceduto da notizie bibliografiche e storiche di G. Pipitone Federico. Palermo, Sandron 1909.
  7. V. Riv.: Il Risorgimento italiano, 1909.
  8. A. Malvezzi Il risorgimento italiano in un carteggio di patriotti lombardi, pag. 385. Nel carteggio dell’Arconati ricorre spesso il nome di Borsieri legato da intima amicizia con gli Arconati.
  9. Rassegna Nazionale. 1910 Michele Lupo Gentile. Pietro Borsieri.
  10. Archivio Storico Lombardo, anno 35°. Fasc. XVIII Giuseppe Gallavresi: Fonti sconosciute o poco note per la biografia di Alessandro Manzoni.
  11. Vedi giornale Il Secolo del 17 marzo 1926.
  12. Il testè defunto notaio Fasanotti di Milano.
  13. Come attesta una lettera del Fogazzaro stesso diretta da Vicenza il 23 novembre 1895 al Dott. Alfonso Garavaglio di Laveno e pubblicata nel giornale Adula il 1° marzo 1919.
  14. Vedi estratto del giornale l’Adula, anno 1920
  15. Adula. Bellinzona, 6 20 giugno 1926.