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Il più lungo giorno/Pampa

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Pampa

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Passeggiata in tram fino in America e ritorno Il canto di Genova. Preludii mediterranei
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     laggiù per rompere la linea
     dell’orizzonte
E rabbrividisce nella sua fuga veloce
     e svanisce


Pampa

Quiere usted mate? – uno Spagnolo mi profferse a bassa voce quasi a non turbare il silenzio profondissimo della Pampa – Le tende si allungavano a pochi passi da dove noi seduti seduti in circolo in silenzio guardavamo a tratti furtivamente le strane costellazioni che doravano l’ignoto della prateria notturna. [p. 122 modifica]Un mistero grandioso e ...mente ci faceva fluire col refrigerio di una fresca vena profonda il nostro sangue nelle vene che noi assaporavamo con voluttà misteriosa nel silenzio purissimo e stellato. Quirere Usted mate? Ricevetti il vaso e succhiai la calda bevanda- Ero gettato sullìerba vergine In faccia alle costellazioni mi andavo abbandonando tutto ai misteriosi giuochi dei loro arabeschi cullato deliriosamente dai rumori attutiti del bivacco. [p. 123 modifica]I miei pensieri fluttuavano, i miei ricordi si sommergevano deliziosamente per riapparire a tratti lucidamente tasumanati in distanza, come per un'eco profonda e misteriosa dentro l'infinita maestà della Natura. Gradatamente lentamente assurgevo all'illusione universale e dalle profondità del mio essere e della terra ribattevo per le vie del cielo il cammino avventuroso degli uomini verso la felicità attraverso i secoli. Le idee brillava no della più pura luce stellare nel silenzio fatale. I drammi [p. 124 modifica]più meravigliosi dell'anima umana palpitavano e si rispon devano a traverso le costellazioni Una stella fluente in corsa magnifica segnava la fine gloriosa di un corso di storia. Su le bilancie del tempo e lo spazio invisibili imminenti alternavano immutabil mente i destini eterni. Un disco livido spettrale spuntò a l'orizzonte lontano profumato irraggiando riflessi gelidi d'acciaio sopra la prateria Il teschio che si lavava lentamente era l'insegna formidabile di un esercito che lanciava orme di cavalieri colle lancie in resto acutissime lucenti: [p. 125 modifica]erano gli indiani morti e vivi che si lanciavano alla riconquista del loro dominio di libertà in lancio fulmineo. Le erbe piegavano un gemito leggero al vento del loro passaggio. La commozione del silenzio intenso era prodigiosa. Cosa fuggiva sulla mia testa? Fuggivano le nuvole e le stelle fuggivano intorno a me non vedevo più alcuno: ero solo ne la notte nel deserto: chi ero? E a un tratto la malinconia profonda dell'eterno errante mi strinse. Le stelle e le nuvole fuggivano per trascinarmi [p. 126 modifica]al deserto nero. La pampa, tutta la pampa selvaggia e nera corsa dai venti pareva corrermi incontro per prendermi nel suo mistero Le erbe scosse aevano un rumore lugubre. I miei occhi si chiusero. Mi assopii rimanevo indifferente all'avvenire Nel mio assopimento piu fievole udivo un fragore ferreo sopra un vagone scoperto correvo alla ventura: sulla mia testa fuggivano le stelle e i soffii del deserto: incontro mi si lancia vano le ondulazioni della Pampa come dorsi di belve un [p. 127 modifica]agguato. Correvo tra le tribù indiane? Il sole mi avrebbe ancora guardato al mattino? La corsa aveva assunto la velocità di un cataclisma. Io preso come un atomo nella rivoluzione di un cosmo in vano volevo gettarmi fuori di quel turbine assordante Io sentii che invano volevo gettarmi verso il riposo verso il nulla, Mi arrestai dunque invano in mezzo al lugubre fracasso, fatalmente trasportato dalla corrente irresistibile. E allora mi inebriai del mistero della pampa selvaggia e nera corsa dai venti che mi volava incontro come per prendermi nel suo mistero. Era la morte? Era la vita? Mi parve che quel treno non dovesse mai [p. 128 modifica]arrestarsi mentre il rumore lugubre delle ferramenta ne commentava incomprensibilmente il destino: fin che nella stanchezza e nel gelo della notte la calma sopravvenuta, steso sul piano di ferro il concentrarsi nelle strane costellazioni fuggenti tra lievi veli argentei, e ancora tutta la mia vita tanto simile a quella corsa cieca fantastica infrenabile che mi risaliva alla mente in flutti amari e veementi.



La luna illuminava ora tutta la pampa deserta e uguale in un silenzio profondo. [p. 129 modifica]Solo a tratti nuvole scherzanti un po’ colla prateria luna, ombre improvvise carenti per la prateria e ancora una chiarità immensa e strana nel gran silenzio. La luce delle stelle ora impassibili era più misteriosa sulla terra infinitamente deserta: una più vasta patria il destino ci aveva dato, un più dolce calor naturale era nel mistero della terra selvaggia e buona.

Ora assopito ora seguivo degli echi di un’emozione maravigliosa, degli echi di vibrazioni sempre più lontane: fin che pure cogli echi l'emozione meravigliosa si spense. [p. 130 modifica]E allora fu che dal mio intorpidimento finale io sentii con delizia l'uomo nuovo nascere: l'uomo riconciliato colla natura ineffabilmente dolce e terribile: deliziosamente e orgogliosamente succhi vitali nascere alle profondità dell'essere, nascere dallefluire dalle profondità della terra: il cielo come la terra in alto misterioso, puro deserto dell'ombra del Dio, infinito. Mi ero alzato................ Sotto le stelle impassibili, sulla terra infinitamente deserta e misteriosa dalla sua tenda allora l'uomo libero tendeva le braccia al cielo infinito non deturpato dall'ombra