Il tamburo di fuoco/Atto III

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Atto III

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Atto II
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ATTO III.

LA PISTA DEGLI ELEFANTI

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TONO DOMINANTE: ROSSO CUPO


Intonarumori: Rombatori, Ululatori, Sibilatori, Trombarriti e Frusciatori, Crepitatori, Scoppiatori.

Vittoria sanguinosa dell’ideale umano che balza dall’ uomo morente all’uomo vivo attraverso le ostilità accanite della materia. Grande varco aperto dagli elefanti all’orlo della foresta. A sinistra formidabile intrico di tronchi spaccati, altissimi fieni, folte canne da zucchero e liane. A destra le rovine delle tre tombe dei Ras Giuma. In fondo il deserto arroventato da un tramonto aggressivo tutto criniere e carne macellata. [p. 105 modifica]

Lanzirica

a Kabango che sorregge Mabima.

Usciamo presto dalla pista degli elefanti.

Mabima.

Qui non c’è pericolo. Bisogna esplorare bene il deserto prima di uscire dalla foresta.

Lanzirica.

I Giuma mi hanno dichiarato ieri che la mandra è vicina. Più di cento elefanti! Sono in foia e perciò feroci!

Kabango.

Infatti il mese di giugno è il mese dei loro [p. 106 modifica]amori. Non senti, Bagamoio, l’acre fetore delle loro glandole auricolari?

Bagamoio.

Sento.

Lanzirica.

Possono da un momento all’altro slancicirsi fuori della foresta. Logicamente seguiranno la pista già scavata.

Bagamoio.

Ma che pista scavata! Gli elefanti sono creatori di strade.

Mabima.

Lungo lo stagno ho visto il loro cibo preferito, la typha, in grande quantità, con foglie magnifiche larghe più di una lama di sciabola... E molte canne da zucchero... Qui, la mandra si è fermata a lungo.

Lanzirica.

Ci tornerà. Guarda, Mabima, queste pallottole di terra argillosa. Sono le pillole [p. 107 modifica]purgative che gli elefanti da veri igienisti si preparano con le zampe. A giudicare dai mucchi di escrementi la mandra è numerosissima. Hanno sfasciato tutto.

Mostrando le tombe crollate, i tronchi spaccati e i cespugli calpestati.


Ascolta! I loro barriti spaventosi!

6 Trombarriti.

Bagamoio.

Ah! ah! che suono lacerato! Stonano come le trombe lunghe di Nicassa!

Una pausa.


Sono le proboscidi che soffiano così.

Kabango.

3 Frusciatori, 3 Crepitatori, 3 Scoppiatori.

Strano! Sembrano le soffiate di mille freni ad aria compressa.

Bagamoio.

Ora tutte le proboscidi della mandra sono [p. 108 modifica]nel fiume. Finiranno col berlo tutto con questo lavoro di pompe affannate.

Mabima.

Se gli elefanti sono nel fiume, sono dunque vicini!

Bagamoio.

Non temere, Mabima. Si divertiranno nel fiume, fino a notte alta. Amano giuocare e capriolare come ragazzi nell’acqua. Del resto, tre chilometri ci separano dal guado. In caso di pericolo ci accovacceremo sotto quelle piante spinose che gli elefanti rispettano quanto noi.

Lanzirica

ironico.

Avremo certamente il tempo di preparare dei lacci per i loro piedi, scavare fossati e anche mascherarli con fogliami. Poi disporremo i nostri elefanti domestici e i nostri battitori per imprigionare tutta la mandra nei parchi d’allevamento! [p. 109 modifica]

Bagamoio.

Io ho spesso cacciato gli elefanti. Non li temo. Hanno la vista corta e so colpirli nei loro tre punti mortali: cuore, cervello o spina dorsale.

Kabango

con voce cupa.

Non abbiamo più cartucce.

Lanzirica.

Non servirebbero a nulla, le cartucce. Gli elefanti assaggiano il vento con la proboscide e appena fiutata la presenza dell’uomo caricano in massa compatta e accecano tutto con potenti soffiate di sabbia. Il più veloce dei cavalieri non se la caverebbe. A buon conto voglio incendiare quei cespugli secchi. Metteremo così una barriera insormontabile tra loro e noi.

Lanzirica si alza e comincia a dar fuoco ai cespugli.

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Kabango

scattando in piedi.

Chi sono quegli uomini che fuggono?

Passano correndo nel fondo della scena quattro negri armati di fucile. Sembrano terrorizzati. L’ultimo si butta in un cespuglio a capo fitto.

Mabima.

Sono cacciatori Giuma.

Kabango e Bagamoio corrono vicino a Lanzirica e lo aiutano ad accendere i cespugli che divampano.

Lanzirica

con terrore.

Gli elefanti! Gli elefanti! Gli elefanti!

Kabango.

Non gridare come un vile e accendi! Accendi presto i cespugli! [p. 111 modifica]

Lanzirica.

Non ho paura, Kabango, ma certo essi non si fermeranno davanti ai nostri fuochi. Sono più di cento... Senti l’urto spaventoso delle loro fronti quadrate contro i tronchi! Eccoli, eccoli! Li vedo. Caricano, proboscide alzata, barrendo.

6 Trombarriti, 6 Crepitatori, 6 Scoppiatori.

Kabango.

Non tremare, li vedo anch’io. Si fermeranno, devono fermarsi davanti ai nostri fuochi. Che meraviglioso spettacolo!

Bagamoio.

Sono esasperati dalla resistenza dei baobab... I piedi sollevati da terra si inarcano... Le proboscidi si allacciano come braccia di lottatori...

Lanzirica.

Il più grande calpesta il suolo con rabbia...

Mabima.

Cosa mai ha afferrato? Sembra un uomo, quel groviglio nero in cima alla proboscide! [p. 112 modifica]

Kabango.

Sì, sì. Un uomo col fucile. Lo sbatte contro terra!... Ecco! Si fermano. I nostri fuochi li hanno spaventati... Collaudano il terreno con le zampe anteriori e con la proboscide.

6 Trombarriti.

Bagamoio.

Kabango, Kabango, riconosco questo barrito speciale! Rassomiglia a un suono di corno. È il barrito del capo della mandra.

Mabima.

Ora voltano tutti la groppa. Sia lodato Allah!

Kabango.

Altro che suono di corno! Sembra il crollo d’un palazzo di cristallo... Tutti seguono il capo della mandra. Rientrano nella foresta.

Lanzirica.

Siamo salvi!

Lunga pausa.

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Mabima.

Ma quelle forme laggiù non sono elefanti! Sono vecchie muraglie che corrono. È dunque vera la profezia di Goko: Un giorno la città di Bab-el-Giuma si metterà in moto con le sue case, le sue rovine irte di serpenti e uscirà dalla foresta.

Kabango.

Non smarrirti nel fumo delle superstizioni. Ciò che tu prendi per ruderi impennati e muraglie galoppanti non sono altro che elefanti in fuga. Quelle sono proboscidi! I serpenti di Bab-el-Giuma sono lontani! Il frastuono diminuisce... Ma io odo un altro rumore misterioso. Un rullo di tamburo lontanissimo. Ora s’avvicina...

Rullo di tamburi mediante 2 Ululatori e 2 Sibilatori. Battiti marcati, legati da un continuo rimbombo funereo. Kabango ascolta per alcuni istanti, poi s’avanza carponi verso il fondo della scena per spiare fra gli alberi il deserto sempre più arroventato dal tramonto e da misteriosi incendî.

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Che gioia! È mio fratello, mio fratello che giunge! Riconosco il suono tipico del suo tamburo...

Vedrai, Mabima, il suo tamburo di guerra! È enorme! La sua armatura di rame è ornata di lunghe frange con pendagli d’oro!... Si ode il suo rumore a venti chilometri di distanza. Ha dei suonatori speciali che vi scatenano sopra mani e piedi freneticamente, agitandosi e danzando. Quattro, cinque, e spesso otto suonatori! A quando a quando, con grandi colpi di reni, essi cacciano contro la pelle sonora le loro teste impazzite dalla gioia. Allora, senti!... senti!... ottengono queste belle note profonde.

6 Ululatori e 6 Sibilatori.

Mabima.

Su quella duna! Lo vedo... È veramente enorme! Scintilla tutto d’oro. Sembra arroventarsi per la gioia di vibrare, inondando le dune coi suoi pendagli sonori.

Kabango

sta in ascolto; poi, scattando con gioia.

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Benedetto, benedetto sia mio fratello! Egli accorre per salvare il Sinrun e anche me, poichè mi ama. Avrà chiamato a raccolta tutte le tribù fedeli. Sono molte. Mabima, guarda! Mio fratello è là che viene. Perchè sei triste, Mabima?... Non provi anche tu un’immensa gioia?

Mabima.

Non oso crederci, Kabango... Sarebbe troppo bella, la vita! Io sento ancora su di noi il sibilo tremendo dei serpenti e l’ombra velenosa della foresta.

Bagamoio

a Lanzirica.

Perchè ridi?

Lanzirica.

Rido della vostra ingenuità! Kabango s’illude. Non è il tamburo di suo fratello. Questo è il tamburo di Nicassa!

Bagamoio.

Come lo sai? Come lo sai? Traditore!

Si scaglia contro Lanzirica, che cade nella sabbia.

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Kabango

voltandosi.

Fèrmati, Bagamoio! Fèrmati!

Bagamoio

si stacca dal corpo immobile di Lanzirica, si rialza lentamente, rimane per un istante assorto, poi scoppia in una risata.

Ho medicato il tuo medico, Kabango! Ora è guarito definitivamente. Ha terminato la sua ignobile vita di coccodrillo in agguato nel fango!... Perdonami se non ti ho domandato il permesso di ucciderlo.

Poi di scatto.

Questo non è il tamburo di tuo fratello. Sono i nostri nemici! Hanno ritrovato le nostre tracce! Lanzirica ti ha tradito!... Lui!... lui! E ti ha rubato il Sinrun.

Rullo di tamburi mediante 3 Ululatori e 3 Sibilatori.

Kabango.

Che dici? [p. 117 modifica]

Bagamoio.

Guarda!

Apre la galabieh di Lanzirica morto e mostra le pelli del Sinrun insanguinate.

Kabango

le afferra, le guarda attentamente, le bacia, poi si volge inferocito a Mabima.

Come?

Mabima

terrorizzata.

Kabango! Perdonami! Ho avuto torto! Le ho consegnate io a Lanzirica. Mi fidavo di lui.

Kabango

a Mabima, irruente.

No! No! Tu non dici la verità! Tu non hai potuto consegnare le pelli sacre a Lanzirica! È lui che te le ha rubate!

Mabima.

No! no!

Kabango.

Lanzirica te le ha rubate, e tu hai taciuto! [p. 118 modifica]
Mi sei dunque nemica anche tu?! Perchè?... Perchè?...

Mabima.

Kabango! Kabango!... Io ti amo! Non amo che te! Sono pazza, pazza d’amore per te!

Rullo di tamburi mediante 3 Ululatori e 3 Sibilatori.

Kabango

contraendo la bocca ad un sorriso amaro.

Tu non ami il Sinrun!

Respinge Mabima.


Lo so!

Mabima.

Kabango! Kabango, perdonami!... Non ho saputo amarti! Sono gelosa, gelosa, gelosa del Sinrun!... Uccidimi! Sono una donna!... Non valgo nulla!...

Si accovaccia piangendo.

Bagamoio.

Kabango! Tutti i varchi della foresta sono bloccati! Hanno incendiati gli accampamenti [p. 119 modifica]dei Giuma! Bruciati i campi d’orzo! Razziati i villaggi!

Rullo di tamburi mediante 4 Sibilatori e 4 Ululatori.

Kabango.

Bagamoio, non sgomentarti!... Non sporgerti fuori dagli alberi. Bisogna salvare il Sinrun! Se il mio destino m’impone di sacrificarmi, mi sacrificherò. Abbiamo dietro di noi la minaccia dei serpenti e degli elefanti! E davanti a noi l’orda dei miei beneficati traditori! Ma il mio cervello è ancor pieno di astuzie sottili! Io non posso proseguire. La mia gamba è quasi morta. Il veleno l’ha tutta invasa. Bagamoio, ti consegno le pelli sacre del Sinrun, perchè tu, con le tue mani, le consegni a mio fratello.

Bagamoio.

Farò ciò che tu mi comandi. Ma tu, come ti salverai?

Kabango.

Non mi salverò. Anzi, attirerò contro di me tutti i loro odî rapaci. Morrò sotto i loro colpi. Mi colpiranno subito al cuore, ma esiteranno [p. 120 modifica]prima di frugare il mio cadavere. So che mi temono anche morto, e il mio cadavere squartato li terrorizzerà ancora col suo fuoco e la sua luce, come un vulcano. Sarà tanto di guadagnato per il Sinrun.

Mentre in cerchio mi contempleranno finalmente morto, senza osare toccarmi, tu potrai correre, correre a tutta velocità, appiattandoti di tanto in tanto nella sabbia, e senza fermarti giungerai nell’oasi di mio fratello.

Rullo di tamburi mediante 5 Sibilatori e 5 Ululatori.

Bagamoio.

Sono sicuro, sicuro di giungervi! Non temere! Ho muscoli d’acciaio. Basta che io possa scivolar giù fino al letto dell’Uadi senza essere colpito. Vedi, Kabango, quelle piante arsicce fra i sassi rossi. Basta che io non sia colpito sul sentiero scoperto!

Kabango.

Stringi bene sul petto le pelli del Sinrun.

Bagamoio.

Le ho già legate sulle mie costole. Sono [p. 121 modifica]quasi incastrate dentro. Dovrò poi lacerarmi la carne per consegnarle a tuo fratello. Vuoi che salvi anche Mabima?

Mabima.

No, no, non voglio lasciarti, Kabango!

Bagamoio.

Ascolta, Kabango... Posso, se vuoi, condurla con me. Se la fortuna sorride a me, sorriderà anche a lei. La nasconderò in un burrone dell’Uadi, e tornerò di notte a riprenderla.

Mabima.

No! No! No, Kabango!

Bagamoio.

I tamburi si avvicinano!

6 Ululatori e 6 Sibilatori.

Vedi!... Lassù, sulla cresta di quella duna, dove il sole sta per scomparire, c’è un formicolio di forme nere e vermiglie, che bolle come un mosto. Battono, battono sul loro infernale tamburo! Che vili! Vorrebbero [p. 122 modifica]adunare altre tribù. Non si sentono sufficientemente numerosi. Certo, i muezzin predicano contro di te dall’alto dei minareti!

Kabango

assorto.

Questo rullo, è il rullo del Sole, tamburo infernale, eterno eccitatore e massacratore dei sogni sovrumani!...

Bagamoio.

Rabbia!... I loro urli mi dànno il vomito! Strepitano come rospi rimpinzati di luna... Li affetterei e mangerei come cocomeri diacci! Sanno che non puoi sfuggire ai loro colpi e pregustano la conquista del Sinrun! Sperano di portarlo in giro a suon di tube, pifferi e derbuke, sparando a cavallo e facendo la fantasia! Ah! Ah! Non avranno il Sinrun! Non l’avranno mai! Il Sinrun è mio, mio, mio, carne della mia carne!... Kabango, devo partire?

Kabango.

No, aspetta. Fra poco. Preparàti ad un lungo slancio di tigre giù per la china, quando [p. 123 modifica]mi ergerò su questa cresta, fuori dagli alberi. Subito mi riconosceranno per la mia statura. Tutti gli occhi e tutti i fucili saranno puntati su di me. Allora tu, pronto, scatterai giù pel sentiero senza fermarti. Curvo, pancia a terra, radendo il suolo! Che non ti si veda! Come un fumo veloce! Comprendi? E senza fermarti! Ti si dovesse schiantare il cuore!

Bagamoio.

Ho il cuore di uno struzzo, io! Cuore di cavallo arabo! Cuore di dromedario! Non si schianterà, sta sicuro! Sono Bagamoio, il corridore! Il rullo del tamburo e il fuoco del sole frusteranno i miei garretti. Grazie, Kabango, per l’alto onore che mi hai concesso!

Bagamoio viene verso la ribalta e si mette nella posa tesa in avanti di un corridore che aspetta il segnale di partenza.

Kabango

a Mabima che lo abbraccia teneramente.

Non ho voluto che tu fuggissi con Bagamoio, per non ritardare la sua corsa, che deve [p. 124 modifica]essere velocissima, senza riposo. Ti amo, Mabima. Baciami, e aiutami con un ultimo bacio ad amare, più che te, il Sinrun!

Mabima.

Sono felice di morire con te per salvare ciò che ami più di me. Ora incomincia la notte ideale di cui mi parlavi nella foresta. Notte eterna, profumata e illuminata di fortune alte e definitive nel placido letto della morte. Tutti i giacigli della terra sono inadatti all’amore. Gemono sotto l’amplesso dei corpi, come belve schiacciate e gementi. I giacigli di foglie dell’oasi scricchiolano come passi di ladri. I giacigli dei ricchi sono pieni di gemme impertinenti che spiano. Ricordi i nostri primi baci nella lunga barca dai cento rematori?

Kabango.

Ricordo. Il vento del mare ci docciava con le perle del sudore dei rematori. Erano tutti lieti di offrirti la loro forza devota!

Mabima.

Ma tu ti trattenevi dal baciarmi per non offenderli!...

Silenzio.

[p. 125 modifica]Kabango, il letto della morte è muto, infinito, senza distrazioni, nè testimoni.

Scoppia in pianto.

Kabango.

Perchè piangi?... Non piangere, non tremare così. Povera Mabima!...

Lungo silenzio.

Ascoltami. Io sono già staccato dalla terra. Ma tu sei la primavera! Tu appartieni alla terra! Devi vivere! Va con Bagamoio.

Mabima.

No! No! Non disprezzarmi così. Non sono vile davanti alla morte. Il rimorso, soltanto il rimorso mi fa tremare. Non ho saputo custodire il Sinrun! Ecco l’irreparabile!... Ora tu non mi guardi più con gli occhi di ieri, pieni di fede! Ah! se potessi abolire ciò che fu! Tu meritavi tutto, tutto l’amore! Ed io non ho saputo amarti.

Lungo silenzio.

Non ho saputo! Perdonami.

Si getta a terra, scioglie la benda dal piede di Kabango e incolla la bocca sulla piaga avidamente.

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Kabango

cercando di svincolare la sua gamba dalle braccia di Mabima.

No! No! Mabima.

Mabima

avvinta alla gamba di Kabango, staccando la bocca dalla piaga e volgendo gli occhi in alto, felici.

Ah! Ho bevuto tutto, tutto il tuo perdono! Grazie!

Kabango

trascinando Mabima, si avanza fra gli alberi, sulla cresta della duna.

Vieni Mabima! Il pugno del Destino è chiuso!

Agita in alto le braccia. Urli forsennati, lontani e vicini, accolgono la sua apparizione gesticolante. Mabima si è tutta distesa con la bocca sul piede ferito di Kabango. Scoppia la prima scarica di fucileria. Rullo di tamburi mediante 8 Ululatori e 8 Sibilatori.

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Vi compiango, vi compiango! Non sono neanche ferito! Speravo di avervi insegnata l’arte di colpire al cuore le vecchie idee e le vecchie cose. Ma io non sono una vecchia idea!... Sono un giovane bersaglio vivo che spaventa i proiettili! Vi vantavate di conoscere quanto me le precisioni matematiche. Siete rimasti, quali eravate, i piccoli ingegneri invidiosi, cultori tradizionali di tubercolosi, sifilide, lebbra e tracoma africani! Sempre la stessa indecisione balorda! Precisate dunque il vostro tiro! Non temo la morte, poiché i miei fedeli, coloro che amano il Sinrun, continueranno audacemente la grande opera mia!

Kabango ferito si aggrappa al tronco di un albero e vi appoggia la schiena, rimanendo ritto, col pugno teso contro gli assalitori.

Venite! Venite avanti!

Volta la faccia verso Bagamoio.

Bagamoio

cacciandosi giù per la china.

Addio! [p. 128 modifica]

Seconda scarica di fucileria. Kabango oscilla. A destra e a sinistra, nel fondo della scena quasi buia, un formicolare di ombre armate di fucili, stringe a poco a poco il suo cerchio minaccioso, ma terrorizzato e cauto, intorno a Kabango che tende il pugno.

Bagamoio

invisibile, dal fondo dell’Uadi.

Kabango! Kabango! Il Sinrun è salvo!

Kabango crolla. Allora, come per un’intesa comune, quelle ombre armate di fucili si precipitano su Kabango, col furore di un assalto ad un vivo.