Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/410

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404 nota

di B ricompare in VI 35, 2; ecco devevi XX 133, 7 ecc. Ancora un esempio caratteristico. Giá in B si dimostra scontento d’aver adoperato raccordare in vece di ricordare, e piú volte corregge (XIX 5, 7, 69, 3, 77, 3, XX 20, 5); ma come parecchie altre o se n’era scordato, o gli era spiaciuto ritoccare i versi, con un comodo ripiego avverte nell’Errata. E tuttavia in C, dopo dieci anni, troviamo ancora, ereditá di B: raccordargli XXX 28, 1, raccorda XXII 72, 3, XXVI 17, 1, raccordava XXXVIII 27, 3, raccordògli 30, 1, raccordata XXVIII 18, 2. Perché cosí vuole la sua volubilitá e finezza d’artista, schiva d’ogni pedanteria, insofferente di quell’uniforme rigore ch’era l’ideale dei grammatici del tempo.

Insomma l’Ariosto lavora libero da ogni legge che non sia quella del proprio gusto. Iniziatosi al comporre romanzesco sul poema del Boiardo, cosí folto di lombardismi, e cosí vivo e fresco in quella lingua che era pur anche la sua, messer Ludovico — pure intendendo tutta la vita a un ideale di eloquio che tiene della classicitá dei Latini, e dei sommi del Trecento, e delle piú fini grazie del Quattrocento poetico — delle sue prime e care origini non riesce e quasi diremmo non vuole mai dimenticarsi e sciogliersi a pieno: sí che accenti e voci lombarde suonano ancora nella piú larga e matura classicitá dell’ultimo Furioso.

Mi si consentano due appunti bibliografici prima di finire.

Gli esemplari di A e B si son fatti rarissimi; si contano ormai sulle dita d’una mano: alquanto piú numerosi quelli di C, che ad ogni modo, a fare un conto grosso, forse non arrivano a venti. Della prima ediz. si conosce una ristampa di C. Giannini in due voll., cui tien dietro un volumetto con le differenze fra A e B (Ferrara, 1875-6). Errori numerosi in quella, errori ad ogni passo ed omissioni in questo disgraziato confronto.

Per merito della Societá filologica romana finalmente noi abbiamo oggi innanzi, a cura di F. Ermini, tutte e tre le edd.: abbastanza buona è la riproduzione di AB; assai migliore, anzi veramente pregevole, quella di C (Roma, 1909-11; 1913).

Invano oggi si ricercherebbero sia l’autografo primo su cui fu condotta l’ediz. principe, sia gli esemplari a stampa di ABC con le relative correzioni. Per B e C abbiamo qualche informazione dal Pigna e dal Ruscelli che li ebbero in lettura dai figli del Poeta. Ad ogni modo, gli ultimi ritocchi che l’Ariosto prima della morte avrebbe registrato sul suo esemplare di C, se pur si voglia credere al Ruscelli (e crediamogli pure, ma ci sarebbe parecchio da