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Ludovico Ariosto (Reggio Emilia, 8 settembre 1474 – Ferrara, 6 luglio 1533) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo italiano, autore dell'Orlando furioso.
La produzione teatrale dell'Ariosto è ricordata per sei commedie (una incompiuta), costruite seguendo il modello della commedia latina di Terenzio; nate in prosa sono state successivamente trasposte in versi. Le trame si fondano spesso su una serie di scambi di persona e sugli equivoci che ne nascono. Ambientate nelle realtà contemporanee, per ricreare un clima divertito e coinvolgente, a dominare è ancora il modello latino, individuato nei tipi psicologici: il giovane innamorato, il vecchio avido, il servo furbo, lo schiavo. L'autore prende in giro i costumi popolari e le tradizioni legate alle arti magiche che ingannano il prossimo. Fa parte dello stile attuale il frequente ricorso a personaggi provenienti da altre commedie, come la Calandria del Bibbiena o la Mandragola del Machiavelli.
Invito alla lettura
Oreste è una tragedia scritta da Vittorio Alfieri, appartenente con Agamennone al ciclo di Tebe.
Le parole di Elettra, presagio dell'imminente delitto...
Dietro le quinte
L'Edificio scenico (gr. σχηνή), in origine semplice schermo tra pubblico e attori che dovevano rapidamente cambiarsi per la scena successiva, si trasformò in una facciata larga e alta con tre grandi aperture dette thyròmata. Convenzionalmente, rappresentavano tre porte: la centrale, o porta regia, era l'ingresso di un palazzo, di norma appartente al protagonista; la porta di destra era riservata al secondo attore o agli interni di un palazzo, mentre quella di sinistra, al terzo attore, o a luoghi diversi, come templi, prigioni ecc. Costruita in legno, la skenè fu sempre più elaborata ed edificata in pietra, rafforzando l'idea del palazzo del signore. Il suo piano superiore, episcenio (gr. ἐπισχήνιον, episkenion) poteva simulare un terrazzo, un'altura da cui osservare e ospitava le diverse macchine, usate per creare elaborati effetti scenici. Le tre porte potevano contenere i pìnakes, grandi pannelli di legno dipinti che posti su i periaktoi, prismi triangolari girevoli, garantivano il rapido cambio di fondale. Davanti la scena c'era il proscenio (gr. προσχήνιον, proskenion) che passò da pochi centimetri a diversi metri di altezza, sostenuto da colonne tra le quali potevano esseri fissati drappi o pannelli colorati.
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