Scritti sulla storia della astronomia antica - Volume II/XIII. - Rubra Canicula. Nuove considerazioni sulla mutazione di colore che si dice avvenuta in Sirio
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XIII.
RUBRA CANICULA
NUOVE CONSIDERAZIONI SULLA MUTAZIONE DI COLORE
CHE SI DICE AVVENUTA IN SIRIO
Dagli Atti della Accademia di Scienze, Lettere ed Atti degli Agiati di Rovereto. Serie III. Vol. III, Fascicolo I e II. — Anno 1897.
- Introduzione
- VII. - Sirio nell'Iliade
- VIII. - Sirio, stella ardente
- IX. - Gemino
- X. - La divina Sothis
- XI. - Sirio e la Fenice
Tanto grande è la fecondità della produzione scientifica ai nostri giorni, che sempre più diventa difficile seguirne lo svolgimento e conoscere in tempo utile tutto ciò che è stato scritto sopra una data materia. Così è avvenuto che nel presentare a questa Accademia la mia memoria Rubra Canicula (pubblicata poi negli Atti del 1896), io ignorassi completamente che già fin dal 1892, in un periodico che si pubblicava a Northfield nello Stato di Minnesota (Stati Uniti) col titolo di Astronomy and Astrophysics, era uscita in luce una memoria del dott. T. J. J. See, dove assai ampiamente si trattava il medesimo argomento. Ed oggi ancora (dicembre 1896) non ne avrei notizia, se alcuni astronomi miei amici, ricevuto l’invio di Rubra Canicula, non mi avessero edotto della cosa. Io fui abbastanza fortunato per ottener subito da uno di essi lo scritto del dott. See, dove non senza qualche meraviglia trovai, che appoggiandosi sopra documenti in gran parte identici a quelli da me raccolti, egli è arrivato ad una decisione affatto opposta alla mia, ed ha concluso doversi considerare come cosa indubitabile che verso il principio dell’èra Cristiana, ed anche prima, Sirio era rosso e non bianco1.
Trattandosi dell’esame di autichi testi, i quali per lo più in simili materie ammettono una latitudine più o meno grande d’interpretazione, non è possibile dare alle dimostrazioni tutto il rigore matematico; e il risultato non può essere che una probabilità maggiore o minore, che da diversi giudici può esser diversamente giudicata. In tale diversità di opinioni suole avvenire che ciascuno dei due avversari, anche dopo conosciuti tutti gli argomenti dell’altro, rimane del parere di prima. Così è avvenuto a me, e così probabilmente avverrà al dott. See. Non può esser pertanto mia intenzione di far un esame critico delle sue ragioni, intavolando una discussione che potrebbe costare molto tempo e molto lavoro e forse poi anche non condurre ad alcun risultato decisivo. Ma nel lavoro del dott. See si contengono alcuui fatti da me prima ignorati, o da me taciuti come poco rilevanti per la questione. Su questi io intendo fermare l’attenzione con alcune brevi note, le quali, formando supplemento alla memoria precedente, la renderanno completa per quanto mi è possibile. In tal modo, dopo che ciascuno di noi avrà fatto un’esposizione integrale di ciò che si può dire in favore del suo modo di vedere, il lettore imparziale potrà dal canto suo estimare le probabilità relative dell’una e dell’altra opinione, e decidere con piena cognizione di causa.
Note
- ↑ T. J. J. See, History of the color of Sirius nel periodico Astronomy and Astrophysics, vol. XI, 1892, pp. 269-274 e 372-386. Northfield, 1892.