Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici/1776

Da Wikisource.
Nel Giornale dell'Anno 1776. Descrizione Meteorologica dell'Anno 1775 per Padova, e suo Distretto

../1775 ../1777 IncludiIntestazione 29 marzo 2020 75% Da definire

Nel Giornale dell'Anno 1776. Descrizione Meteorologica dell'Anno 1775 per Padova, e suo Distretto
1775 1777
[p. 107 modifica]

Nel Giornale dell’Anno 1776.

DESCRIZIONE METEOROLOGICA

DELL’ANNO 1775.

per padova, e suo distretto.

Comincieremo dal Decembre 1774, poichè la descrizione dell’avanti termina in Novembre, e dal Decembre comincia l’Inverno, mentre il colmo del Freddo cade alla metà di Gennajo.


DECEMBRE 1774.


Fu, mese freddissimo; e computando il freddo sotto il temperato nostro, da fissarsi a’ gradi 12., 7. di Reaumur, vi fu la somma di 413. gradi, somma che si stenterà ad incontrare in verun Gennajo. In fatti la neve, che aveva cominciato sino dal S. Martino precedente, ed aveva replicato ben cinque volte in Novembre, ricomparve più abbondante in Decembre prima della notte dei 3. a 4., poscia in quella di 6. a 7., da principio mista di pioggia, ma poi tirando Greco Levante, convertita in sola neve, replicando la bufera al levar della Luna [p. 108 modifica]alle ore 18., e continuò sin alla notte dopo li 7. Era questa neve sottilissima, ed asciutta, e non diede che appena un decimo d’acqua del suo volume; durò in terra più di 15. giorni; il freddo si fece acutissimo; il Termometro dalle ore 24 delli 6. alle 24. delli 7., calò 9. gradi, cioè dai 4. sopra il segno del gelo alli 5. sotto; e la mattina dei 9. era disceso a’ gradi 8. e mezzo, ch’è dei gran freddi che regnino nei nostri paesi, nè fu maggiore colle gran nevi del 1770.

Pure in quel giorno istesso delli 8., uscendo il Sole verso le ore 18., l’aria s’intiepidì, e ne’ luoghi esposti del Mezzodì si squagliò in parte la neve, ed il gelo; fu questo disgelo dannosissimo in quei siti alle piante; poichè verso la sera esacerbandosi il freddo, e trovando le piante umide, le gelò, con quelle conseguenze pregiudiziali che seco porta una tal vicenda. So, che ne’ Colli di Bovon una bella piantaggione di olive novelle per tal cagione perì. In tal caso patisce meno un luogo rimoto dal Sole.

Un altro disastro successe nella notte dei 10. a 11. S’era raddolcito il tempo, e calato il freddo 6. a 7. gradi. Verso mezza notte, al Tramontar della Luna, fece pioggia [p. 109 modifica]la quale e pel freddo precedente della terra, e per l’impressione d’un acuto vento si gelò sul fatto, e fece un cristallo improvviso, che occasionò, specialmente in Venezia, alle persone che uscirono inavvedutamente di Casa delle cadute gravissime.

L’Acqua caduta dal Cielo fu poca, e questa presso che tutta di sola neve. Il Plenilunio Solstiziale coll’Apogeo delli 18., alzando gagliardo vento di Greco Levante, sgombrò il Cielo, e portò il buon tempo, che durò un mese intero, e si può dire che dasse un buon tuono a tutto l’anno.

GENNAJO 1775.

Il buon tempo fu confermato dal Novilunio del primo del mese, che non fece altro cambiamento se non che d’un sensibile Maestrale. Il Plenilunio delli 16. maturò della pioggia, che durò interpolatamente sino all’ultimo Quarto, ed alli 25. terminò colla neve.

Nella notte delli 24. a’ 25. successe un gelo improviso simile a quello delli 10. Decembre precedente. Ai 24. era il tempo Sciroccale: si sentiva però un occulto freddo, [p. 110 modifica]spirato dal Vento Greco quarta di Tramontana. La sera cominciò la pioggia, che durò sino alle ore 12. dei 25. Allora insorto un furioso Grecale convertì la pioggia in neve, che terminò con un colpo di vento più forte alle ore 18., il freddo da una mattina all’altra crebbe 5. gradi, ed altri 3. nella mattina seguente dei 26. Nel giorno detto dei 25. vi fu un perpetuo ondeggiamento di chiaro, ed oscuro, di gelo, e di disgelo, di vento, e di bonaccia, di alto, e di basso nel Barometro. Tutto questo però condusse 8. giorni di buon tempo, sino ai 2. di Febbrajo. Nè Gennajo esibisce altro, fuorchè una scossa di Terremoto alli 4. a ore 2. m. 10. n. s. sentita anche ne’ luoghi vicini, non che a Parma, Piacenza, Modena, ed in altri luoghi della Lombardia. Non tacerò, che questa invernata, che fu in pieno fredda, ed asciutta, riuscì propizia alla Campagna, come sempre, quando è tale.

FEBBRAJO.

Fu sino alla metà aspro, e burrascoso. Ai 4. di sera il Cielo bruttamente carico minacciava grandi e lunghe pioggie. Calò il [p. 111 modifica]Barometro nella notte, 4. linee; il Vento era di Scirocco, ed Ostro, ma nella notte si voltò per Garbin a Ponente, nel giorno 5. a Maestro, il che col primo Quarto condusse un sereno bellissimo, e fermo per alcuni giorni. Il Barometro in 24. ore salì 8. linee, quella mattina però dei 5. alle ore 4. questo Garbino produsse a Vienna d’Austria, ed in que’ contorni un Uragano furiosissimo, che scosse le Case, come un Terremoto.

Alli 11. si guastò di nuovo il tempo coll’Apogeo, e col Plenilunio vicino ai 14. produsse una burrasca di Greco, che non si limitò al nostro Golfo, ma traversò il Mediterraneo, ed arrivò a sbaragliare la Flotta Spagnuola sulle Coste d’Africa, che portava soccorso a Melilla assediata da’ Mori. Altra minor burrasca fu li 18., che lasciò un sereno di 15. giorni, accompagnato tratto tratto da Vento. Il Mese fu molto freddo, ed il Termometro fu sempre vicino al segno del Gelo, talora sotto, con vantaggio vero della Campagna. [p. 112 modifica]

MARZO.

Continuò freddo, e sino ai 28. si vide della Neve anche in Città; 8. giorni vi furono di piovosi, e burrascosi; gli altri furono sereni.

Si pretese di aver udito il Tuono agli 8, in cui difatto v’era apparato di nuvole la sera verso Ostro. Ma certo s’udì chiaro la sera dei 12. alle 2. e tre quarti di notte con minuta gragnuola, e fu questo il tirar di Primavera, e ciò dalla parte d’Ostro che viene riputato buon segno. Corre un proverbio a Vicenza: quando Primavera tira da Ferrara, stringi l’Orto, allarga l’Ara: all’opposto, quando Primavera tira da Bassan, piglia il sacco, e va per pan. Vi può essere qualche fondamento, poichè prima i tempi, e le nuvole procellose sembrano seguir una traccia aperta del primo Temporale; e così si vede pur troppo replicar le Tempeste nello stesso anno, nello stesso Distretto; 2. i Temporali che si formano nei Monti, seguono le catene dei Monti, e la pretensione delle Valli; difficilmente se ne distaccano; e distaccandosene, essendo ciò per [p. 113 modifica]forza dei Venti riescono tempestosi, forse anche per il freddo che regna nei Monti. La nostra pianura poi ha le grandi pianure a Tramontana; quindi il primo Temporale di Primavera, se si forma a Tramontana, minaccia nell’Estate o seccura, o gragnuola. Le ragioni opposte vagliono per la plaga d’Ostro, rispetto a noi, e perciò si tiene per più favorevole.

Si sentì ancora il Tuono li 31, e piovette nell’ora precisa del Novilunio che fu a ore 14 e . Noterò anche una procella dei 27, che mi fece ricordare un Uragano di tal giorno preciso nell’anno 1731. Era il Vento Grecale il più furioso che m’abbia osservato, senza eccettuare quello del Turbine di Padova; durò ben 4. ore, poichè era sereno; cagionò in fine le rovine di fabbriche, e di piante; successe ad una densa caligine della mattina: me lo ricordo bene; perchè realmente trovandomi fuori, mi portava via; fu 44. anni avanti, cioè, quattro rivoluzioni dell’Apogeo Lunare, ritornando in quest’anno allo stesso sito. [p. 114 modifica]

APRILE.

Il Mese d’Aprile contro il suo solito fa asciutto, poichè passò con tre, o quattro rugiade, che diedero solo quattro linee di pioggia. Fu così generalmente anche in Francia, almeno nelle Provincie Meridionali. Fu anche molto freddo, e sino ai 14. ogni mattina serena v’era la brina, che facea temere per li frutti. Ma pongo, che il Vento, che non mancò mai in tutto il Mese, li abbia preservati, sgombrando i vapori, e così cacciando anche la pioggia, mantenendo fresco tutta la giornata, e graduando il disgelo, che quando non è sforzato, non nuoce.

Non s’udì il Tuono che nel giorno 9. che fece un poco di Gragnuola di poco danno nei Monti. Con tanto asciutto il Frumento parea mortificato, anzi morto; certo era chiarissimo, ed alcuni ebbero la semplicità di ararlo fuori. E pure i seminati si rinvigorirono con le copiose, e frequenti pioggie de’ due Mesi seguenti, sicchè si ebbe un raccolto tardo sì, ma più che mediocre, e di cui ci potremmo contentare ogni anno. Ai 22. a ore 22. si dice sentito un po di [p. 115 modifica]Terremoto; io non vi badai, perchè in tutti quei giorni il Vento spesso soffiava con tanta violenza, che tratto tratto mi pareva sentire a scuotersi i muri da terra.

MAGGIO.

In questo Mese si guastò da principio il tempo col Novilunio, e si vendicò dell’asciutto passato; 24. giorni diedero pioggia, e questa sommò più di 5. pollici. Nullaostante nè la Campagna, nè i Canali non ne furono incomodati, perchè le pioggie vennero compartitamente, e trovarono le terre sitibonde. Una gran pioggia con Vento fu la mattina dei 21. che in 4. ore diede quasi 15. linee d’acqua.

Del resto non furono nè Temporali, nè disgrazie di gragnuole, neppur, il Tuono si fece sentire che 3, o 4. volte. In Città di Padova fu un Nembo li 26. con lampi, tuoni, e saette; ed ho notato nel mio Giornale, che nell’anno 1776, cioè, 9. anni avanti, nello stesso Giorno di S. Filippo Neri, all’istessa ora, cioè, dopo le 21. vi fu un similissimo Temporale; ed una Saetta cadde nelle Mura di Castel Vecchio. [p. 116 modifica]

GIUGNO.

Continuò ancora tutto questo Mese l’indole piovosa; e 18 furono i giorni di pioggia, benchè poi la quantità facesse appena la metà del Mese precedente. Due cose sono da rimarcare in questo mese, prima le Nebbie, poscia i Temporali.

Nebbia vi fu 7 volte, cioè nei giorni 8, 9, 10, 16, 19, 20, 26; ella annebbiò qualche poco i Frumenti, più o meno, secondo i siti, specialmente quella dei 16. colle pioggiette dei 15. miste di Sole. In pieno non fu estremo il danno, perchè queste Nebbie in generale furono alte, e vi fu sempre dell’aria fresca che le scosse.

In quest’anno due disastri soffrì il Frumento, il carbone, generato, come credo, dall’umido freddo di Maggio, che fece ristagnare i succhi; ed il riscaldo colle Farfalette, che ordinariamente lo seguono, originato dalle pioggie, che accompagnarono la messe, onde si dovea ripor in Crocetta le Foglie poco asciutte; nè tutti hanno l’avvertenza, ed il comodo di farle soleggiare, ch’è un oggetto tanto importante, quanto [p. 117 modifica]generalmente trascurato. Nasce bensì il riscaldo anche nel Frumento battuto, se si pone a granajo in gran massa, o poco secco; ma più sovente fermenta nelle Crocette, specialmente se sia in parte verde, o mescolato con erbe verdi; il che più facilmente succede a quelli che non sanno curare nella Primavera i loro Frumenti nel Campo, con mille altri fatali pregiudizj.

La messe poi andò tardiva, essendosi incominciato solamente a tagliar qualche tratto ai 26. di questo Mese di Giugno, e credo a cagione del freddo che regnò nella Primavera, specialmente nel Maggio, la temperie del qual mese, principalmente, coi principj di Giugno influisce sulla prontezza, e tardità della maturazione.

Quanto ai Temporali, il Giugno è più d’ogni altro mese infestato dalle Gragnuole. Non mancarono neppure in quest’anno, ed in questo Territorio; ma non furono tanto frequenti, nè desolatrici. I Temporali che regnarono per 14. giorni, furono piuttosto fecondi di fulmini. Miracoloso fu quello, che agli 11. di mattina, Domenica della Trinità, nell’Aurora, verso le 7. ore Italiane, colpì la Polveriera situata nell’Isola di [p. 118 modifica]S. Secondo, presso Venezia, piena di Casse di Polvere, alle quali il Fulmine passò contiguo senza accenderle; ciò che prova che la polvere non forma intorno di se, come alcuno dall’odore sospetta, un’Atmosfera infiammabile. Un altro Fulmine nel giorno di S. Pietro uccise il Cappellano della Villa di Cavazzale sopra Vicenza, mentre stava sulla Porta della Chiesa a benedire il tempo.

Fu infatti il fine del Mese, col Novilunio l’Apogeo combinati, infestato da procelle per tutta Europa; desolatrici furono nel Poitou, e nella Castiglia Vecchia; a Burgos, Saragozza, succedettero prodigiose inondazioni, descritte nelle Pubbliche Gazzette.

LUGLIO.

I Temporali, ed i Fulmini continuarono ai primi di Luglio. La mattina delli 2, era pur Domenica, (in quest’anno parvero critiche le Domeniche, perchè intorno ad esse cadevano i Punti Lunari) in un grosso temporale un Fulmine colpì il Campanile della Volta del Berozzo, ch’era coperto di piombo a piramide, e seguitando la traccia de’ metalli, come sempre, entrò in Chiesa, [p. 119 modifica]atterrò un Angelo di pietra attaccato con erpice di ferro, estinse due lampade sospese con catena di metallo, ruppe la Croce dell’Altare pure metallica, stritolò le tavolette dorate. Era terminata la Messa Parrocchiale, poche persone rimaste in Chiesa, la passarono colla paura: l’uomo, che suonava le Campane, restò tramortito, non morto. E quì avvertirò che le persone colpite dal Fulmine senza ferita, possono esser soccorse coi modi stessi degli annegati, poichè questo tramortimento non è altro che un’estrema stracchezza, che il violentissimo fuoco elettrico induce distendendo le fibre, che se non sono strappate, si possono rimettere colle frizioni, cogli spiriti, ec. Un’altra Saetta, tra molte altre, in quella mattina, presso del Bassanello, incendiò una Crocetta di Frumento, il che rimarco per quello che altro ve ho detto de’ piccoli Fulmini, che seccano le piante. In quel dopo pranzo vi fu della Gragnuola nelle Ville della Bastia, Revolon, ed altrove.

Con tanti sfoghi il tempo si pose al buono per 15. giorni. Coll’ultimo Quarto però, coll’Equinozio Ascendente, e sia lecito d’aggiunger anco la Congiunzione di Marte, e [p. 120 modifica]di Saturno, si rinnovò il tempo burrascoso dopo la metà del Mese; nel giorno 18. furono gravi Temporali, e l’altezza dell’acqua dentro la Città fu di pollici 2, quantità grandissima, che imita le pioggie dell’Antille: nel recinto solo della Città, che comprende un’Area di 1300. Campi, risulta la quantità dell’acqua a più di trecento mila Botti.

Successero 10. giorni buoni, e caldissimi, non mai però come l’anno scorso 1774; ed il Novilunio Apogeo al fine del Mese ricondusse il mal tempo, che s’estese in Agosto sino a S. Lorenzo.

Terminerò questo mese colla descrizione di un fenomeno particolare, che fu una Tromba di Serra, accaduta nel Territorio Trevigiano sopra Castelfranco, e lo farò incirca colle parole che mi scrisse il Sig. Arciprete Niccolai, egregio nostro Professore di Analisi, che si trovava allora nella sua Pieve di Padernello, vicino ai luoghi dove passò il vortice, e fu in caso di verificare le cose.

Successe dunque la Domenica 9. di Luglio, alle ore 22 circa, ed ecco le circostanze.

1. Era la stagione assai calda, e la terra [p. 121 modifica]arida, non bagnata dalle pioggie di conseguenza da più d’un Mese; il Cielo tutto nuvoloso, a riserva d’una lunga lista da Ponente a Settentrione, assai lucida, e rosseggiante, che si allargava poco spazio sopra le cime dei Monti; tutto il resto, dissi, assai nuvoloso, ma insieme assai placido, e quieto.

2. Dall’ultimo confine della nube tra Settentrione e Maestro, si calò verticalmente una Tromba, la cui cima sempre unita alle nubi si curvava un poco a Settentrione a grado del vento, distendendo il resto verticalmente sino a terra. La sua figura era quasi d’un cono troncato divergente verso terra; in fatti a guisa di tromba, d’onde è nato il nome a questo fenomeno. La cima attaccata alle nubi era oscura, verso terra sempre più rosseggiante, perchè la vista in contrava il chiaro verso l’orizzonte.

3. Questa Tromba veduta da Padernello situato ad Ostro Scirocco, per ben più di mezzora pareva immobile, e della stessa figura, sino che ingrossandosi poco a poco, e sempre più infiammandosi verso terra si staccò dal confine delle nubi, ed allora accorciandosi, e dilatando il diametro, in poco tempo sfumando svanì. [p. 122 modifica]

4. Curioso di vedere cogli occhi proprj gli effetti d’un tal fenomeno (seguita a scrivere l’Osservatore), poichè le voci popolari erano discordi, e strane; mi portai ad una Villa detta Caselle, situata a Maestro di Padernello, in cui si diceva aver esso lasciati maggiori, e più funesti segni d’incendj, e rovine. Condotto al luogo del maggior danno, chiamato la Busta, a Levante della Chiesa di detta Villa, ho veduto pel tratto di 4. campi di lunghezza, e di larghezza un terzo di campo in circa, con direzione Settentrionale declinante a Greco, dei segni che parevano d’incendio. Nei primi due Campi il frumento raccolto in manipoli, situato, come si costuma, appresso le viti, fu levato verticalmente in aria, sparso a terra, a segno che la paglia disciolta, e scompigliata, pochissimo ne conservava. Nella paglia non v’era segno d’incendio, bensì nelle viti, e negli alberi, vedendosi le foglie, ed i rami abbrustoliti, e secchi, con molti grappoli d’uva. Le foglie del grano Turco contigue alle viti pel tratto di larghezza sopraccennato, oltre l’esser abbrustolite erano tutte trinciate, e lacere, forse anche dai sassi, che succhiati dal vortice piombarono come [p. 123 modifica]gragnuola sul grano; non fu però ch’io vedessi sbarbicata o levata da terra alcuna pianta, neppure nelle più facili, e meno consistenti. Ne’ due Campi, ov’erano i manipoli, il danno negli alberi, e nelle viti era minore di quello degli altri due campi vicini, e vuoti.

5. Attorno di quella Tromba, secondo che rilevai, era placida l’aria, e tranquilla, e solo nel centro, e nella direzione del Turbine era agitata, e vorticosa.

6. Questo vortice, che stando nella mia Casa pareva immobile, perchè avanzava in direzione retta, o insensibilmente inclinava verso Settentrione, percorse però tre in quattro miglia, lasciando per tutto segni del suo passaggio. Cominciò nella Villa di Fanzuolo, e finì nel Distretto di Monte-Belluna, con direzione, come dissi, a Settentrione, e declinando un poco a Greco.

AGOSTO.


Il tempo s’era guasto col novilunio agli ultimi di Luglio, continuò sino agli 11. d’Agosto con grossi piovali, e temporali. Il Plenilunio di questo giorno portò il sereno [p. 124 modifica]quasi d’un mese, cioè, sino al Plenilunio di Settembre, colla sola interruzione della Domenica 27., giorno del Novilunio, ch’eccitò qualche temporale non senza Saette, specialmente in Venezia, e poi un poco di moto nel Primo Quarto di Settembre.

In questo mese sofferse non leggiero danno il Sorgo Turco, per due cagioni; l’una fu un certo grado di siccità, l’altra la nebbia; l’una, e l’altra nel tempo che questa pianta nutrisce vieppiù le sue pannocchie. Bellissimo era l’impianto, copiosa la mostra delle Pannocchie; successe prima con delle rugiade miste a Sole, e con delle caligini salse la nebbia, e questa presso che universale: sicchè questo raccolto non corrispose per la metà all’aspettazione. I Coltivatori del Polesine ne incolpano spezialmente le guazze, e le rugiade dei 15. e 16. d’Agosto: i giorni seguenti furono secchi con vento bruggiante d’Ostro: sicchè, per l’una, e per l’altra cagione, restò questa biada strozzata nella sua più vegeta adolescenza. Non ostante, perchè queste influenze non furono estreme, nè intervennero altre disgrazie, il raccolto in pieno, come del frumento, così del Grano Turco, fu assai lodevole. [p. 125 modifica]

SETTEMBRE.

Fu mese generalmente asciutto, eccettuate l’intervallo dal Plenilunio all’ultimo Quarto, dalli 9. alli 16. Fu anche abbastanza caldo, si potè raccogliere il Frumentone, preparare le terre per le semine, incominciarle anche, intraprendere la vendemmia: i Minuti, o secondi seminati, in molti luoghi fruttarono meglio dei primi grani.

OTTOBRE.

Il tempo avea cominciato a guastarsi col Novilunio, agli ultimi di Settembre: ma non si determinò se non col primo Quarto dei 2. Il 3. fu giorno procelloso, e la sera in Laguna, e nella Città di Venezia vi fu una furiosa Libecciata, che pose in pericolo le Barche che si trovarono fuori, ed in grande scompiglio le persone anche in Piazza di S. Marco, e sotto le Procurative. Ne seguì una colmata di Brenta, che durò poco, perchè anche il tempo si voltò al buono. Fu scritta un’orribile inondazione successa in quei giorni a Madrid, che devastò in molte parti [p. 126 modifica]quella Capitale, e rovesciò molti tratti delle stesse mura.

Si ebbero 15. buoni giorni di sereno; e poi il Cielo si voltò all’umido verso li 18., coll’Apogeo, e seguitò sino alla fine del mese; ma le pioggie furono tenuissime. Solamente vi fu un brutto temporale la notte delli 25. a’ 26., che portò un grande spavento nella Città di Chioggia, e diede della Gragnuola in molti villaggi non lontani da Padova, ma di poco danno.

Dopo le prime pioggie del mese: fece molto freddo; perciò l’uva si maturò, avendovi contribuito anco il precedente secco; poichè ogni sorta di frutto, per ben maturare, richiede umido e caldo proporzionato e tempestivo; i vini in pieno riuscirono aspri, e di poco colore: generalmente fu abbondantissima l’uva, e valse poco; ne restò sulle vigne sino alla fine di Novembre: un tal vino nulla vale.


NOVEMBRE.

Fu mese molto stravagante, caliginoso, piovoso, ventoso, procelloso; nei nostri paesi le pioggie forti durarono sino li 13., ne [p. 127 modifica]successe una considerabile escrescenza di Brenta, che produsse anche una rotta d’argini verso Piove di Sacco. Ma, oltre che il resto del Mese, se non fu bello, non fu perverso, fu questo un nulla in confronto di ciò che successe fuori d’Italia.

Nella notte dei 6. a’ 7. vi fu una pioggia prodigiosa in Borgogna con gran turbine, e saette, che in poche ore produsse un’inondazione orribile, scrostò i Monti, colmò di ghiaja i piani, rovesciò borghi, e terre, e nella Città di Arnai le duc un fulmine brugiò il Convento de’ Cappuccini. Indicibili furono le procelle, nella Manica, ed in tutto l’Oceano tanti Bastimenti provenienti da tutte le parti del Mondo per arrivare ai Porti di Francia, d’Inghilterra, e d’Olanda perirono; l’Olanda non corse mai sì gran peri colo di rimanere sommersa, scommosse le Dighe, atterrati numerosi edifizj postivi sopra, inondate le Città marittime con immenso guasto di Capitali, e di Merci; questi disastri accaddero nei giorni 13, 14, 15, coll’Apogeo e l’ultimo Quarto. Quì allora il tempo si pose piuttosto al buon fuor del vento. Ma il Barometro se ne risentì essendo calato nel giorno 14, più di 6. linee; e questa a [p. 128 modifica]brusca discesa, ed il vento che l’accompagnò, ben dimostrava lo sbilancio, e la convulsione lontana dell’Atmosfera.

Tornò ad alterarsi il tempo col Novilunio ai 22., quì fece poche goccie quello stesso giorno 22, ed il seguente 23. Ma ai 24. di mattina fu quell’orribile Uragano a Corfù, pur troppo noto; di cui quì non si vide altro segno se non de’ grossi nebbioni sulla Montagna.

Il Primo Quarto alla fine del Mese portò il buon tempo, ed il freddo, con belle giornate che abbiamo goduto nel Mese di Decembre, di cui mi riservo a parlare in altro anno.

Farò ora qualche riflesso generale. Ometto la parte scientifica, che riguarda il Barometro, ed il Termometro, perchè sono questi confronti lunghi, e tediosi, che ora non ho tempo di fare.

Quanto al Barometro dirò, che fu generalmente molto alto, e giunse talora ad un segno rarissimo, di pollici 28, linee 9 (nei buoni Barometri) ch’è l’ultimo segno che osservasse il Sig. Marchese Poleni in 40 anni. La misura media di tutto l’anno eccede la media comune quasi d’una linea, che non [p. 129 modifica]è poco. Non saprei a qual cagione attribuire questa notabile elevazione del Barometro, se non forse a’ venti Tramontani, e Maestrali, che regnarono estraordinariamente in quest’anno. Portano un’aria più fredda, e più densa; spirano in oltre in certo modo dall’alto al basso; così hanno la forza di aggravare l’Atmosfera, e di sollevare il Mercurio nel Tubo.

Questi stessi venti, se non m’inganno, per le stesse ragioni, portarono il buon tempo, specialmente in questi ultimi mesi.

Quanto al Termometro, o sia alla misura del caldo, e del freddo, il massimo freddo, come accennai, fu nel Mese di Decembre 1774, molto superiore a quello del Gennajo.

Il Marzo, Aprile, Maggio furono meno freddi dell’anno passato. Giugno, e Luglio furono più caldi; benchè l’anno passato facesse quei gran bollori che durarono poco. All’opposto fu meno caldo l’Agosto prossimo, e ciò perchè il principio fu temperato dalle pioggie. Nella somma, in quest’anno regnò meno caldo, e meno freddo; predominando per altro il freddo.

La somma della pioggia fu di pollici 27, e linee 8, molto minore della misura media [p. 130 modifica]annuale, e neppure la metà di quella del 1772. Pure il numero de’ giorni piovosi fu di 127, che eccede di 22. giorni il numero medio 105., ragguagliato dai 50. anni. Si vede, che il numero de’ giorni piovosi non s’accorda colla quantità della pioggia. In fatti furono per lo più rugiade; ed a riserva dei due Mesi di Maggio, e di Novembre, che soli fornirono più d’un terzo della suddetta somma, gli altri mesi diedero poc’acqua. Quest’acqua però fu dalla Divina Provvidenza distribuita meravigliosamente per giovar alla Campagna: onde l’annata in pieno fu felice, ed abbondante in ogni genere di frutti, e di prodotti, dono del Cielo, per ristorare la calamità, e le angustie degli anni precedenti.

[p. 227 modifica]

RISTRETTO METEOROLOGICO DELL’ANNO 1775.


 
Mesi Barometro Misura
Altezza Termometro dell’Acqua
Media caduta dal Cielo
 
Poll. lin.X. Freddo Caldo Poll. lin. X II
Decemb. 1774 28 2,4 413,1
 
0 9 0
Gennajo 1775 28 2,3 389,5
 
1 2 3
Febbrajo 
28 0,7 153,0
 
0 8 7 5
Marzo 
27 11,7 125,6
 
2 0 10
Aprile 
27 11,6 36,9 0,7 0 4 7
Maggio 
28 0,0 36,2 11,6 5 2 7 5
Giugno 
28 0,2
 
147,7 2 7 9
Luglio 
27 11,9
 
210,0 3 1 0
Agosto 
28 0,6
 
169,9 2 11 10 6
Settem. 
28 1,5 3,5 73,4 1 10 2 3
Ottobre 
28 0,2 51,6 11,1 1 5 9 5
Novembre 
27 10,5 181,2
 
4 3 9 4
28 0,4 1390,6 624,4 27 8 4

N. B. Il Termometro è di Reaumur, il temperato in Padova, o Medio di 50 Anni, è,di Gr. 12,7, i Gradi del Freddo sono presi sotto, quei del Caldo sopra.

Pollici, e Linee del Barometro sono del Piè di Parigi [p. 228 modifica]

NUMERO DE’ GIORNI.


 
Neve a Temporale
Sereni Pioggia Nuv. Vento parte, o o Tuono Nebbia
Mesi o Neve o Grandine
Vario vicina.
Dec. 1774 15 7 9 7 3 0 5
Genn. 1775 10 6 15 5 1 0 7
Febbrajo 
12 7 9 8 2 2 3
Marzo 
14 8 9 8 2 2 3
Aprile 
11 5 14 24 1 2 2
Maggio 
3 24 4 15 1 6 0
Giugno 
8 18 4 8 2 11 4
Luglio 
16 9 6 5 0 8 1
Agosto 
16 9 6 5 0 8 1
Settembre 
15 7 8 6 0 1 5
Ottobre 
11 11 9 9 1 2 4
Novembre 
9 16 5 3 0 0 5
 
140 127 98 108 13 42 40
 
[p. 229 modifica]

FREQUENZA DE’ VENTI.


Mesi Tramontana Greco Levante Sirocco Ostro Garbin Ponente Maestro
Dec. 1774 17 7 5 0 1 0 7 11
Genn. 1775 19 5 1 1 2 2 8 14
Febbraro 
12 14 8 8 9 6 9 11
Marzo 
23 11 12 11 9 12 8 6
Aprile 
17 14 20 16 11 7 5 8
Maggio 
21 17 18 13 9 6 8 4
Giugno 
22 16 18 11 11 10 14 4
Luglio 
18 21 16 15 6 9 8 9
Agosto 
19 12 17 10 5 7 9 11
Settembre 
26 13 7 13 3 6 5 6
Ottobre 
21 16 12 6 3 6 10 5
Novembre 
21 12 7 3 1 2 8 12
 
236 158 141 107 70 73 99 101