Le monete di Venezia/Indice alfabetico
Questo testo è completo. |
◄ | Rarità e prezzo | Errata-corrige | ► |
INDICE ALFABETICO
A
Aggiustare — Termine tecnico di zecca, che indica quell’operazione, con cui si tagliano gli angoli dei quadrelli di metallo per farne i dischi, sui quali dev’essere improntata la moneta. In veneziano gustar, pag. 91.
Anonime — Monete senza nome di doge. Sono raccolte in un capitolo speciale, pag. 293.
Aspri per la Tana ordinati nel 1461. Non si conosce se sono stati coniati, pag. 277
Aureola — Moneta che dovrebbe chiamarsi in tal modo dal nome del doge Orio od Aurio. Non ha mai esistito, pag. 75.
B
Bagattino — Nome dato ai piccoli o denari in Lombardia e nelle città del Veneto. A Venezia per la prima volta usato in pubblici documenti nel 1442, ag. 261. — Bagattini per Brescia, Bergamo, Verona e Vicenza, Padova, Treviso e Friuli. V. Piccoli.
Bianco — Moneta veneziana, frazione e probabilmente metà del danaro, pag. 61 — Ultima menzione del bianco ai tempi di Andrea Dandolo, pag. 171.
Bolle ducali — Secondo l’uso comune nei bassi tempi i dogi usavano il sigillo di piombo detto bolla, perchè fatto da una sfera di piombo che compressa da due con! si trasformava in un disco colla impronta da entrambi i lati. In rarissimi casi si usavano le bolle d’oro e d’argento. Ho riprodotto alcune delle bolle ducali, perchè meglio delle monete rappresentano le successive trasformazioni del costume del doge: Bolla in piombo di Orio Malipiero, pag. 79 — di Enrico Dandolo, pag. 88 — di Jacopo Tiepolo, pag. 100 — di Ranieri Zeno, pag. 108 — di Giovanni Soranzo, pag. 156 — di Marin Falier, pag. 188 — Bolla in oro di Michele Steno, pag. 241 — in piombo di Francesco Foscari, pag. 274 — di Cristoforo Moro, pag. 292.
Bollo di S. Marco posto sui lavori di orificeria, quale prova di essere stati saggiati e trovati di giusta lega, pag. 158. — Bollo con cui si controllano le bilancio ed i pesi dai cambiadori, pag. 212.
Brescia — Grossi di Brescia, fatti ad imitazione dei veneziani, proibiti, pag. 143. — Piccoli o bagattini per Brescia, pag. 260 — Quattrini per la terra ferma, a Brescia valevano 2 piccoli e si chiamavano quattrini duini, pag. 264. — Piccoli di Brescia, sono in parte ritirati e fusi par farne quattrini duini, pag. 279.
C
Campanella — L’oro e l’argento condotto a Venezia doveva vendersi all’incanto a Rialto, ciocchè si diceva a campanella od alla campanella, pag. 195 — Si abolisce, pag. 247 — Si ripristina, pag. 258 — I tedeschi pagavano un grosso ad ogni marca d’oro per no dar campanella, ossia per essere liberati da tale obbligo, pag. 198.
Capitolare — Libro ove erano scritti i doveri ed i diritti dei Magistrati. Prima notizia dei Massari sorveglianti la zecca e del loro capitolare, 92 e 387 — Capitolare dei massari della moneta, compilato nel 1278. conservato all’Archivio di Stato, pag. 115 e 387 — Documento IV, pag. 311 — Abolito, pag. 208 — Capitolare delle brocche, codice membranaceo del secolo XIV esistente nel R. Archivio di Stato, dove, oltre i decreti, sono ricordati gli ordini verbali e lo memorie relative alla zecca, pag. 283 — Capitolare dei massari all’oro, codice membranaceo del secolo XIV, esistente nella Biblioteca Papadopoli. — Capitolare dei massari all’argento, compilato nell’anno 1G91, esistente nella biblioteca Papadopoli.
Carlo Magno — Durante il regno di Carlo Magno, a Venezia non fu coniata moneta, pag. 13 — Lira carolingia istituita da Carlo Magno, pag. 70.
Carrarini, coniati a Padova, sono banditi, pag. 211.
Cattaro — Città venuta in possesso dei veneziani nel 1420, ebbe prima e conservò il diritto di zecca, coniando monete secondo il sistema monetario locale, pag. 254.
Celsi Lorenzo, LVIII doge, pag. 198. — Facilitazioni ai mercanti tedeschi che portano oro alla zecca, 198 — Descrizione delle monete di Lorenzo Celsi, pag. 200 — Bibliografia, pag. 201
Contarini Andrea, LX doge, pag. 205 — Guerra contro i genovesi ed assedio di Chioggia, pag. 205 — Provvedimenti finanziari ed economici, pag. 206 — Diminuzione del peso dei soldini e mutazioni nel conio, pag. 207 — Annullamento dall’antico Capitolare dei massari alla moneta, pag. 208 — Grosso del secondo tipo minore di peso e di titolo dell’antico, pag. 208 — Prezzi dei generi di necessità durante la guerra di Chioggia, pag. 209 — Valore del ducato, pag. 209 — Carrarini, coniati a Padova, sono banditi, pag. 211 — Ducati veneziani, imitati a Teologo od Altoluogo (Efeso), pag. 212 — Descrizione delle monete di Andrea Contarmi, pag. 215 — Bibliografia, pag. 217.
Contarini Jacopo, XLVII doge, pag. 115 — Nella promissione ducale, il doge deve giurare di mantenere intatta la moneta e di punire i falsificatori, pag. 115 — Capitolare dei massari alla moneta, pag. 115 — Descrizione delle monete di Jacopo Contarini, pag. 118 — Bibliografia, pag. 119.
Corner Marco, LIX doge, pag. 202 — Provvedimenti contro i ducati fabbricati all’estero ad imitazione dei veneziani, pag. 202 — Descrizione delle monete di Marco Corner, pag. 203 — Bibliografia, pag. 204.
Corone e Modone — Castelli della Morea, ove un decreto del Maggior Consiglio ordinava di aprire una zecca, pag. 141.
Corrado I, imperatore e re d’Italia, II come re di Germania, pag. 34 — Descrizione del denaro di Corrado, pag. 54 — Bibliografia, pag. 54.
D
Dalmazia — Moneta coniata per Zara e la Dalmazia, pag. 236 e 293 — è il soldo della lira dalmata, pag. 295 — Descrizione e bibliografia, pag. 299.
Dandolo Andrea, LIV doge, pag. 170 — Saggio o campione dei ducati, pag. 171 — Ultima deliberazione che riguarda i bianchi, pag. 171 — Ducati bollati, pag. 172 — Valore del grosso elevato a 4 soldi, pag. 173 — Nuovo messanino e nuovo soldino, pag. 173 — Origine e diffusione del tornese, pag. 177 — Tornesello veneziano, pag. 179 — Descrizione delle monete di Andrea Dandolo, 181 — Bibliografia, pag. 183.
Dandolo Enrico, XLI doge, pag. 80 — Grosso, nuova moneta, pag. 80 — epoca della sua istituzione, pag. 81 — nomi, valore, peso ed intrinseco del grosso, pag. 84 — Quartarolo, altra nuova moneta di quel tempo, pag. 85 — Descrizione delle monete di Enrico Dandolo, pag. 86 — Bibliografia, pag. 87.
Dandolo Francesco, LII doge, pag. 157 — Saggio e bollo sui lavori degli orefici, pag. 158 — Nuove monete d’argento, una detta mezzanino del valore di mezzo grosso, l’altra soldino del valore di 12 denari, pag. 158 — Lagni dei Trevisani per le nuove monete, pag. 159 — Imitazione di moneto veneziane in Slavonia (Veglia), pag. 160. — Descrizione delle monete di Francesco Dandolo, pag. 162 — Bibliografia, pag. 164.
Dandolo Giovanni, XLVIII doge, pag. 120 — Il valore del grosso è portato a 32 piccoli, pag. 120 — Nuova lega del piccolo diminuito, pag. 121 — Creazione del ducato d’oro, pag. 123 — tipo del ducato, pag. 124 — bontà, peso e valore del ducato, pag. 126 — Lira di piccoli, pag. 126 — Lira di grossi, pag. 127 — Lira di grossi a oro, pag. 130 — Lira di piccoli ad parvos, pag. 131 — Lira di piccoli ad grossos, pag. 131 — Il Maggior Consiglio delega i suoi poteri al doge, ai consiglieri ed alla Quarantia per le faccende della zecca, pag. 135 — Nomina dei massari all’oro ed alla moneta, pag. 136 — Descrizione delle monete di Giovanni Dandolo, pag. 137 — Bibliografia, pag. 139.
Denaro — Dodicesima parte del soldo e quindi 1/240 parte delle lire, pag. 70 — sola moneta coniata dagli imperatori ed a Venezia fino a tutto il XII secolo, pag. 70 — suo peso ed intrinseco durante i sovrani Carolingi, pag. 70 — Denaro di Lodovico I imperatore, pag. 14 — sua descrizione, pag. 41 — bibliografia, pag. 45 — Danaro col nome di Lotario I, pag. 14 — sua descrizione, pag. 47 — bibliografia, pag. 47 — Denaro con xpe salva venecias, pag. 21 — sua descrizione, p. 49 — bibliografia, pag. 50 — Denaro con cristvs imperat, pag. 34 — sua descrizione, pag. 52 — bibliografia, pag. 52 — Denaro di Corrado I imperatore, pag. 34 — sua descrizione, pag. 54 — bibliografia, p. 54 — Denaro di Enrico II imperatore, pag. 34 — sua descrizione, pag. 55 — bibliografia, pag. 55 — Denaro di Enrico III e IV colla protome di S. Marco, pag. 34 e 38 — sua descrizione, pag. 56 — bibliografia, p. 58 — Denaro o piccolo veneziano, pag. 69 — suo peso ed intrinseco al tempo di Sebastiano Ziani, pag. 73 — sospesa la coniazione durante i dogi P. Ziani, J. Tiepolo, M. Morosini, e R. Zeno, pag. 89, 102 e 105 — si ricominciano a coniare i denari, pag. 109 — Detto bagattino, pag. 261 — V. piccolo e bagattino — Denaro grosso, pag. 127 e 380.
Dodesino — Nome dato al soldino, pag. 176.
Dolfin Giovanni, LVII doge, pag. 194 — Proibizione agli ufficiali della zecca di negoziare nelle materie preziose, pag. 194 — Nuove e più gravi pene a coloro che danneggiano le monete, pag. 195 — Descrizione delle monete di Giovanni Dolfin, pag. 196 — Bibliografia, pag. 197.
Ducato — Nome dato anticamente al grosso, pag. 81.
Ducato d’oro — Creato col decreto 31 ottobre 1284, pag. 123 — tipo del ducato, pag. 124 — bontà, peso e valore, pag. 126 — ragguaglio fra l’oro e l’argento, pag. 126 — valutato 40 soldi ad grossos, pag. 126 e 132 — Il prezzo del ducato è portato a 24 grossi d’argento, pag. 152 e 380 — Saggio o campione dei ducati, pag. 171 — Ducati bollati, pag. 172 — Valore del ducato durante il principato di Andrea Contarini, pag. 209 — Nel 1407 il ducato valeva 93 soldi, mentre nel 1417 valeva 100 soldi, pag. 246 — Si ordina il taglio delle monete d’argento nel 1429, in modo che il ducato equivalga a 104 soldi, pag. 257 — Ducati veneziani imitati all’estero, pag. 202 — in levante, pag. 214 — a Mitilene e Foglie, pag. 214 — a Teologo od Altoluogo, pag. 214 — a Rodi, pag. 250 — ed oltre a ciò a Chiarenza, a Scio ed a Pera.
E
Enrico II, imperatore e re d’Italia, III come re di Germania, pag. 34 — Descrizione dei denari di Enrico II, pag. 55 — Bibliografia, pag. 55.
Enrico III e IV, imperatori e re d’Italia, IV e V come re di Germania, pag. 34 e 38 — Descrizione dei ducati di Enrico III e di Enrico IV colla protome di S. Marco, pag. 56 — Bibliografia pag. 58.
F
Falier Marino, LV doge, pag. 185 — Proibizione di monete false coi tipi dei carrarini, frisachesi 6 denari a XXII, pag. 186 — Descrizione delle monete di Marino Falier, pag. 187 — Bibliografia, pag. 188.
Falsificatori di monete puniti dalle leggi, pag. 96 — Nella promissione ducale il doge deve giurare di perseguitare e punire i falsificatori di monete, pag. 101 e 115 — Provvedimenti contro i falsari e danneggiatori delle monete, pag. 150 e pag. 167 — Pene stabilite per i falsificatori, estese ai forestieri, pag. 190 — ed a coloro che introducono monete false nello Stato, pag. 266 e 277
Falsificazioni di monete, proibite, pag. 186 e 190 — Le monete false che venissero alle casse pubbliche sieno tagliate in quattro pezzi, pag. 225 — Piccoli pessimi e rei forestieri banditi e distrutti, pag. 227 — In causa delle falsificazioni si cambia il modello dei piccoli, pag. 263 — Si invitano i cittadini a presentare i piccoli alle autorità per distruggere i falsi e cambiare i vecchi, pag. 265 — Pene estese a chi introduce monete false nello Stato, pag. 266 e 277 — Preoccupazioni e progetti di riforma monetaria in causa delle falsificazioni, pag. 282 — Provvedimenti per distruggere i bagattini falsi e sostituirli con buoni, differenti di tipo dagli antichi, pag. 283.
Fisoni o Fiadoni, in latino flaones — Dischi di metallo a cui, dopo le operazioni dette gustar, pesar e mendnon mancava che l’impronta o stampa per diventare moneta, pag. 282 — L’operaio che improntava il conio si diceva stampidor.
Foscari Francesco, LXV doge, pag. 255. — Scarsezza dell’oro, pag. 256 — Ordine di coniare grossoni da 8 soldi, e messi grossi da 2 soldi, oltre ai grossi per l’Oriente con una proporzione di peso inferiore a quanto si faceva fino allora pag. 257 — Monete di bassa lega, coniate per lucro diminuendo il fino, pag. 259 — Piccoli per Venezia, Padova e Treviso, pag. 260 — per Verona e Vicenza, pag. 260 — per Brescia, pag. 260 — Bagattini, pag. 261 — quattrini e messi quattrini per Ravenna, pag. 261 — Nuovo piccolo per Venezia, pag. 262 — Quattrino per la terraferma, pag. 263 — Quattrino - duino, pag. 264 — Piccolo colla testa di S. Marco, pag. 264 — Provvedimenti contro le falsificazioni, pag. 265 — Pene contro chi introduce nello Stato moneta falsa, pag. 266 — Gli intagliatori della zecca devono essere cittadini veneziani, pag. 266 — Disagio per la troppa abbondanza di moneta bassa, pag. 266 — Il Maggior Consiglio proibisce di coniare quattrini e piccoli senza la sua autorizzazione, pag. 267 — Decrizione delle monete di Francesco Foscari, pag. 269 — Bibliografia, pag. 274
G
Ginocchiello — Nome dato al soldino, pag. 159
Goti — Durante la dominazione dei Goti in Italia, non si coniarono monete a Venezia, pag. 7.
Gradenigo Bartolomeo, LIII doge, pag. 166 — Descrizione delle monete di Bartolomeo Gradenigo, pag. 168 — Bibliografia, pag. 169 .
Gradenigo Giovanni, LVI doge, pag. 189 — Pene dei falsificatori inasprite ed estese ai forestieri, pag. 190 — Descrizione delle monete di Giovanni Gradenigo, pag. 191 — Bibliografia, pag. 192.
Gradenigo Pietro, XLIX doge, pag. 140 — Decreto che ordina di coniare monete in Corone e Modone, pag. 141 — Opinione del dottor Cumano sulle monete che possono essere state, coniate in quelle zecche, pag. 141 — Proibizione ed ordine di distruzione dei grossi di Rascia e Brescia, pag. 142 — Descrizione delle monete di Pietro Gradenigo, pag. 144 — Bibliografia, pag. 146
Greco impero — V. Impero d’Oriente
Grosso — Moneta per la prima volta coniata da Enrico Dandolo, pag. 80 — nomi e tipo, pag. 81 — valore originario di 26 piccoli, pag. 84 — peso e bontà del grosso, pag. 84 — Il valore del grosso è portato a 28 piccoli, pag. 109 — Nel 1282 è elevato a 32 piccoli, pag. 120 — Il valore del grosso è ragguagliato a 4 soldi, pag. 173 — Sospesa la coniazione del grosso, pag. 194 — Secondo tipo del grosso diminuito di peso e peggiorato nel titolo, pag. 208 — Terzo tipo con diminuzione di peso, pag. 226 e 227 — Nuova diminuzione ai tempi di Michele Steno, pag. 234 — ed a quelli di Tomaso Mocenigo, pag. 246 — Diminuzione di peso e di fino nei nuovi grossi colle iniziali dei massari, pag. 248 — Diminuzione ulteriore di peso al tempo di F. Foscari, pag. 257 e 258 — Dopo la coniazione dei Grossoni da 8 soldi, i grossi furono volgarmente detti grossetti, pag. 250 — Lira di grossi e lira ad grossos V. (lira) — Grossi imitati in Italia ed in Levante, pag. 90 e 144 — nel regno di Rascia, pag. 90 e 142 — a Brescia, pag. 143 — Grossi d’oro, ossia monete col tipo del grosso battute in oro sono fuse, e quindi devono ritenersi fabbricazione dolosa del secolo scorso. Cosi quello di J. Tiepolo, esistente nel Museo di S. Marco, come quelli di G. Soranzo e di F. Foscari, pag. 97
Grossone da 8 soldi — Moneta decretata nel 1429, pag. 257 — varietà esistente al Museo Correr, pag. 269
I
Imitazione di monete veneziane in Italia ed in Levante, pag. 90 e 141 — Grossi imitati nel regno di Rascia, pag. 90 e 142 — a Brescia pag. 143 — Soldini imitati in Slavonia, pag. 160 — Ducati imitati all’estero, pag. 202 — in Levante, pag. 214 — a Mitilene e Foglie, pag. 214 — a Teologo od Altoluogo, pag. 214 — a Rodi pag. 250 — ed oltre a ciò a Chiarenza, Scio e Pera.
Impero d’occidente — Relazioni dei Veneziani coll’Occidente, pag. 14 — Trattato d’Aquisgrana, pag. 17 — Politica veneziana fra i due Imperi, pag. 18 — Quando Venezia riconobbe la suprema autorità dell’Impero d’occidente, pag. 18 — Primo tentativo d’indipendenza, pag. 22 — Pericoli della Repubblica, pag. 24 — Savia politica di Pietro Orseolo II, pag. 24 — Nuova moneta autonoma di Venezia, pag. 36 — Indipendenza di Venezia, pag. 39 — Monete col nome dei dogi, pag. 61.
Impero d’oriente — Relazioni dei Veneziani cogli Imperatori greci, pag. 7 — Finché i Veneziani si consideravano parte dell’Impero orientale non coniarono moneta, pag. 13 — Trattato d’Aquisgrana, pag. 17 — Epoca in cui Venezia riconobbe la supremazia degli Imperatori latini, pag. 18.
Intagliatori della zecca veneta, pag. 228 — Antonio delle Forbici, Bernardo Sesto, padre di Lorenzo e Marco, pag. 228 — Gerolamo Sesto, pag. 266 — Devono essere cittadini veneziani, pag. 266 — Antonello della Moneta, pag. 282.
L
Lira — Unità monetaria istituita da Carlo Magno, divisa in 20 soldi da 12 denari l’uno, pag. 70 — Peso e valore della lira carolingia, pag. 70 — Diminuì d’intrinseco durante gli Imperatori germanici, pag. 72 — Lira di denari venesiani, primi documenti che ne parlano, pag. 29 — Considerata metà della lira imperiale, pag. 32 e 72 — di uguale valore della lira veronese, pag. 70 — chiamata lira di piccoli, pag. 126 — Valore della lira di piccoli, pag. 127 e 379 — Modo di contare la lira di piccoli ad grossos e ad parvos, pag. 131 — Lira di grossi, ossia lira di denari grossi, pag. 126 — Valore della lira di grossi, pag. 128 e 380 — Elevato il ducato a 24 grossi, il valore della lira di grossi è uguale a 10 ducati, pag. 129 — Lira di grossi a oro, pag. 129 e 152 — Lira di Verona e Vicenza nel secolo XV, maggiore di un terzo della lira veneziana, pag. 235 — Lira di Brescia doppia della veneziana, pag. 236 — Lira dalmata due terzi della lira di piccoli, pag. 296.
Lodovico I il pio, imperatore — Denari di Lodovico col nome di Venezia, pag. 2 e 14 — Opinione di Giulio di S. Quintino che tali monete siano coniate a Pavia, pag. 3 e 14 — combattuta da Carlo Brambilla, pag. 14 — Parere dell’autore, pag. 15 — Descrizione delle monete di Lodovico I, pag. 41 — Bibliografia, pag. 45.
Longobardi — Durante il regno dei Longobardi, Venezia non coniò moneta, pag. 13.
Lotario I, imperatore — Denari di Lotario col nome di Venezia, pag. 3 e 14 — Opinione di Giulio di S. Quintino che tali monete sieno coniate a Pavia, pag. 3 e 14 — combattuta da Carlo Brambilla, pag. 14 — Parere dell’autore, pag. 15 — Descrizione delle monete di Lotario I, pag. 47 — Bibliografia, pag. 47.
Lotario II, re d’Italia, a cui si deve attribuire il trattato coi Veneziani, considerato sin qui stipulato con Lotario I, pag. 30.
M
Malipiero Orio, XL doge, pag. 75 — Moneta chiamata Aureola, dal nome del principe, non ha mai esistito, pag. 75 — Descrizione delle monete di Orio Malipiero, pag. 78 — Bibliografia, pag. 79.
Malipiero Pasquale, LXVI doge, pag. 275 — Si ritirano in parte i piccoli di Brescia per farne quattrini duini, pag. 276 — Proibizione di pagare in 8cartociis, pag. 276 — Provvedimenti contro i quattrini falsi, pag. 276 — Ordine di coniare aspri per la Tana, pag. 277 — Descrizione delle monete di Pasquale Malipiero, pag. 278. — Bibliografia, pag. 280.
Massari alla moneta — Magistrati che sorvegliavano la zecca ed eseguivano gli ordini del doge e della Signoria, primo documento che ne parla, pag. 92 — Segni dei massari sui grossi, pag. 97, 101 e 117 — Nomina dei massari, pag. 136 — Chiamati più tardi massari all’argento, pag. 136 — Iniziale del nome di battesimo del massaro, posta sulle moneto d’argento, pag. 175 — Riforme nella nomina dei massari all’argento, pag. 224 — Appendice II, pag. 387.
Messari all’oro, per la prima volta istituiti nel 1285, pag. 135 — Nominati dal doge unitamente ai consiglieri della Quarantìa, più tardi ad una mano dal doge, consiglieri e capi, ed a due mani dal Maggior Consiglio, pag. 136 — Appendice II, pag. 387.
Matapan — Nome dato al grosso, pag. 81.
Mondare (emendare) — Operazione con cui si correggevano i difetti dei dischi di metallo destinati a diventare moneta: gli operai occupati in tale lavoro si chiamavano mendadori, pag. 282.
Mezzanino — Moneta d’argento dei valore di mezzo grosso, ossia 16 piccoli, coniata al tempo di Francesco Dandolo, pag. 158 — Mezzanino d’argento fino e di nuovo tipo, del valore di 16 piccoli, coniato da Andrea Dandolo, pag. 173 — Coniato nuovamente ai tempi di Michele Steno, per farne il soldo della lira usata a Verona e Vicenza, che, essendo un terzo più del veneziano, equivaleva a 16 piccoli, pag. 235 — Da 2 soldi, o mezzo grosso, coniato ai tempi di F. Foscari sui tipo dei mezzanino di F. Dandolo, pag. 257.
Michiel Vitale II, doge XXXVIII, pag. 61 — Prima moneta veneziana col nome del principe, pag. 61 — Bianco, pag. 62 — Descrizione della moneta, pag. 67 — Bibliografia, pag. 67.
Mitilene e Foglie — Zecche dove fu imitato il ducato veneziano, pag. 214 — I Veneziani se ne lamentano al Senato di Genova, che ne fa rimostranza a Francesco Gattilusio, signore di Mitilene, pag. 214.
Moneta veneziana — Primo documento che parla di moneta veneziana, pag. 29 — Altri antichissimi documenti che parlano di moneta veneziana, pag. 32 — Considerata metà della imperiale (pavese o milanese), pag. 32 e 72 — derivata dalla moneta carolingia ed eguale alla veronese, pag. 69 — Valore della moneta veneziana, Appendice I, pag. 379.
Monete antiche rifuse, pag. 248 e 258.
Monete false — V. Falsificazioni.
Monete stronzate — V. Stronzate.
Monete tosate — V. Tosate.
Mocenigo Tomaso, LXIV doge, pag. 242 — Riforme e provvedimenti, relativi alla zecca, pag. 242 — Diminuzione del peso dei grossi e dei soldini, pag. 246 — Nuova diminuzione di peso e di titolo, pag. 248. — Piccolo colla testa di S. Marco, coniato forse per il Friuli, pag. 249 — Lagni dei Veneziani per le imitazioni dei ducati fatta in Rodi, pag. 250 — Descrizione delle monete di Tomaso Mocenigo, pag. 251. — Bibliografia, pag. 254.
Moro Cristoforo, LXVII doge, pag. 281 — Studi per riformare la moneta, pag. 282 — Ordine di distruggere le stampe preparate e di continuare la battitura di grossi, pag. 282 — Provvedimenti contro le falsificazioni, dei piccoli e proibizione di darli in scarnutiis, pag. 283 — Respinta la proposta di coniare monetine da 2 o 3 per soldo, si ordina la coniazione di piccoli copulati e si nega di fare piccoli di puro rame, pag. 284 — Altra simile proposta è nuovamente respinta dal Senato, pag. 285 — A Venezia si devono attribuire le più antiche monete di rame puro, pag. 286 — Ordine di coniare tornesi per il Levante, pag. 287 — Il Senato ordina di sospendere ogni discussione sulla riforma monetaria, pag. 287 — Descrizione delle monete di Cristoforo Moro, pag. 289 — Bibliografia, pag. 291.
Morosini Marino, XLIV doge, pag. 101 — Nella promissione ducale è imposto al doge di perseguitare e punire i falsificatori delle monete, pag. 101 — Descrizione dello monete di Marino Morosini, pag. 103 — Bibliografia, pag. 104.
Morosini Michele, LXI doge, pag. 219 — Descrizione delle monete di Michele Morosini, pag. 220 — Bibliografia, pag. 221.
O
Origini della zecca veneta — Opinioni degli storici sulle origini e sulla antichità della zecca veneta, pag. 2 — Parere dell’autore, pag. 7, 13 e 21.
P
Parva — Moneta parva, o minuta, erano i piccoli, i bianchi ed i quartaroli, pag. 66 — Il doge deve giurare di mantenere intatta monetam magnam et parvam, pag. 115.
Pesatori — Funzionari che erano incaricati della delicata operazione di pesare la moneta. Erano nominati nello stesso modo dei massari e con essi si chiamavano ufficiali alla moneta, pag.388 .
Piccolo — Nome dato al denaro per la sua esiguità, pag. 73 — Sospesa la coniazione durante i principati di P. Ziani, J. Tiepolo, M. Morosini e R. Zeno, pag. 89, 102 e 105 — Si ricominciano a coniare i piccoli diminuiti di peso al tempo di L. Tiepolo, pag. 109 — Il pregio del piccolo è ancora diminuito nel 1282, pag. 120 — Nuova lega del piccolo pag. 121 — Elevato il valore del grosso a 4 soldi, l’intrinseco del piccolo è nuovamente diminuito, pag. 174 — Lega e peso del piccolo nel 1379 e 1390, pag. 227 — Piccolo per Verona e Vicenza, pag. 235 — Piccolo o bagattino colla testa di S. Marco, coniato per la prima volta ai tempi di T. Mocenigo, forse per il Frinii, pag. 249 — Ai tempi di F. Foscari, pag. 264 — Col nome di P. Malipiero, pag. 276 — L’argento contenuto nei piccoli è ridotto ad 1/18 del peso, pag. 259 — Piccolo o bagattino per Brescia, pag. 260 — Abolizione dei piccoli scodellati e sostituzione d’altro tipo, pag. 262 — Piccoli grandi di puro rame col busto del doge, ordinati alla zecca per mostra da Triadan Gritti, pag. 283 — Proposta di coniare piccoli di rame respinta dal Senato, pag. 284 — Nuova ripulsa della stessa proposta presentata l’anno dopo, pag. 285 — Piccoli copoluti ordinati nel 1463, pag. 284.
Punti segreti di zecca, ossia segni dei Massari della moneta pag. 97, 101, 117, e 390 — sostituiti dalie iniziali, pag. 177 e 391.
Q
Quarto — V. Quinto .
Quartarolo — Moneta di valore di un quarto di denaro, coniata per la prima volta ai tempi di Enrico Dandolo, pag. 85.
Quartarolo doppio — Moneta dello stesso tipo del quartarolo, ma di doppio peso, coniata dai dogi L. Tiepolo, pag. 113 — J. Contarmi, pag. 119 — G. Dandolo, pag. 138 — P. Gradenigo, pag. 145.
Quattrino — Moneta ordinata nel 1453, per comodo della terraferma, valeva 4 piccoli a Padova e Treviso, 3 piccoli della lira usata a Verona e Vicenza, e 2 piccoli della lira di Brescia, pag. 263 — Quattrino e mezzo quattrino per Ravenna, pag. 261.
Quattrino duino si diceva a Brescia il quattrino che valeva 2 denari o piccoli di quella lira, pag. 264 — Ritirati e fusi in parte i piccoli di Brescia per farne quattrini duini, pag. 276.
Quinto — Una quinta parte dell’argento condotto a Venezia, doveva essere consegnata alla zecca, la quale ne coniava monete che erano date ai mercanti in pagamento del quinto dell’argento ricevuto, pag. 207 e 224 — abolizione del sistema dei quinti, pag. 245 — Si ordina che una quarta parte dell’argento portato a Venezia sia coniata, dando al mercante altrettanto peso di monete quanto aveva consegnato d’argento, pag. 246.
R
Rascia o Serbia — Grossi, imitati sul modello veneziano, sono proibiti e tagliati, pag. 90 e 142 — Urosio, re di Rascia, è dannato da Dante per avere falsificato la moneta di Venezia, pag. 91.
Ravenna — Quattrino e mezzo quattrino coniati per Ravenna, pag. 261.
Rodi — Veneziani muovono lamento al gran maestro dei Cavalieri per i ducati coniati a Rodi ad imitazione dei veneziani, pag. 250.
S
Saggio o campione dei ducati, pag. 171.
Scarnutiis — È proibito tenere i piccoli in scarnutiis, sistema simile a quello, pure vietato, di darli in scartociis, pag. 283.
Scartociis — Nel medio evo, quando abbondava la moneta minuta, era uso di chiuderla in borse o cartocci, su cui era scritto il numero dei pezzi contenuti: in seguito ad abusi, tale consuetudine fu vietata, pag. 276.
Scutari — Città dell’Albania ceduta a Venezia da Giorgio Balsa, aveva zecca, dove i Veneziani continuarono a battere moneta, pag. 237.
Sigillo di Giovanni Gradenigo, pag. 193 — di Pasquale Malipiero, pag. 280.
Slavonia — Soldini contrafatti a Veglia, proibiti a Venezia, pag. 160.
Soldo — Ventesima parte della lira, pari a 12 denari, non fu coniato ai tempi dei sovrani carolingi, pag. 70 — Per la prima volta a Venezia coniato in argento, ai tempi di Francesco Dandolo, pag. 158 — Soldino nuovo di argento fino, coniato da Andrea Dandolo, pag. 173 — Nuovo tipo del soldino col leone alato, pag. 207 — Diminuito di peso ai tempi di Andrea Venier, pag. 225 — nel 1407, pag. 234 — e nel 1417, pag. 246 — Nel 1420 peggiorato il titolo e scemato il peso del soldino colle iniziali dei massari, pag. 248 — Soldo per Verona e Vicenza, coniato col tipo del mezzanino, che valeva a Venezia 16 piccoli, pag. 235 — Soldo della lira dalmata, pag. 295 — Soldini veneziani imitati in Slavonia, pag. 160 — Soldo di grossi, pag. 127 e 380.
Soranzo Giovanni, LI doge, pag. 150 — Provvedimenti contro la diffusione delle moneto false e contro i falsificatori e danneggiatori delle monete, pag. 150 — Incisione dei ducati meno accurata, pag. 152 — Descrizione delle monete di Giovanni Soranzo, pag. 154 — Bibliografia p. 156.
Steno Michele, LXIII doge, pag. 233 — Altra diminuzione del grosso, pag. 234 — Provvedimenti per le monete di Verona e Vicenza, pag. 235. — Mezzanino, ovvero soldo veronese e piccolo per Verona e Vicenza, pag. 235 — Moneta per Zara e Dalmazia, pag. 236 — Zecche di Scutari e Cattaro, pag. 237 — Descrizione delle monete di Michele Steno, pag. 238 — Bibliografia, pag. 240.
Stronzate — Monete stronzate, tosate o danneggiate col ferro o col fuoco, devono tagliarsi per mezzo, pag. 151 e 225.
Stronzatori, o maliziatori di monete, puniti, pag. 151 — Si ripetono le minacce di pene gravi contro gli stronzatori e maliziatori di monete, pag. 195 e 227.
Surian — Stemma della famiglia patrizia Surian sulle monete anonime per la Dalmazia, pag. 296.
T
Tana — Ordine di coniare aspri por la Tana, pag. 277.
Teologo od Altoluogo di Turchia si chiamava nel medio evo l’antica Efeso, dove i Sultani di Aidin tenevano la loro residenza, pag. 213 — Promessa di quel Sultano di non più imitare il ducato veneziano, pag. 212.
Tiepolo Jacopo, XLIII doge, pag. 96 — Nell’ordinamento delle leggi sono puniti i falsificatori delle monete, pag. 96 — Il grosso in oro, che esiste nel museo di S. Marco, è falso, pag. 97 — Punti o segni dei massari alla moneta, pag. 97 — Descrizione delle monete di Jacopo Tiepolo, pag. 98 — Bibliografia, pag. 99.
Tiepolo Lorenzo, XLVI doge, pag. 109 — Si riprende la coniazione del piccolo portando il valore del grosso a 28 piccoli e diminuendo in proporzione il peso del denaro, pag. 109 — Documento padovano sul valore del grosso, pag. 110 — Apertura d’un ufficio a Rialto per fondere e affinare i metalli, pag. 111 — Descrizione delle monete di Lorenzo Tiepolo, pag. 112 — Bibliografia, pag. 114.
Titolo dell’argento e della moneta veneziana (grosso) peggio 40 carati sino al 1379, pag. 84 — dal 1379 sino al 1421, peggio 55, pag. 223 — dal 6 febbraio 1420-21, sono tollerate le pezze sino a carati 60 di peggio, titolo che rimane normale nella zecca veneziana, pag. 248 — Titolo dell’oro, che dovrebbe essere senza lega e ne contiene solo una minima frazione per le imperfezioni dei sistemi di affinamento, pag. 124.
Tornese, ossia denaro di Tours, ebbe favore in Oriente, pag. 177 — fu coniato nel principato di Acaja, dalla metà del secolo XIII in poi, pag. 177.
Tornesello coniato a Venezia per sostituire i tornesi, dopo la metà del secolo XIV, pag. 179 — Abbondante coniazione di torneselli ai tempi di Antonio Venier, pag. 227.
Tosate — Monete tosate, stronzate o danneggiate col ferro o col fuoco, devono tagliarsi per mezzo, pag. 151, 225.— gli ufficiali sopra i grossi tosati (grossis tonsis) devono invigilare presso i cambisti e loro servi, pag. 150.
Trattati di Venezia cogli imperatori d’Occidente pag. 25 — Trattati con Lotario I, pag. 25 — il più antico impugnato da S. Quintino, pag. 25 — difeso da Romanin pag. 26 — da me attribuito a Lotario II, pag. 26 e 28 — Trattato con Berengario II, pag. 27 — Trattato con Rodolfo di Provenza, nel quale si riconosce a Venezia il diritto di zecca, pag. 31 — Documento I, pag. 303 — Trattato con Ugo di Provenza, nel quale si riconosce a Venezia il diritto di zecca, pag. 31 e 33 — Documento II, pag. 305.
Trattato di Aqnisgrana, fra l’Impero d’Oriente e quello d’Occidente, pag. 17.
U
Urosio, re di Rascia, falsificatore del grosso di Venezia, pag. 90.
V
Valore della moneta veneziana considerata metà della imperiale, pag. 32 e 72 — uguale alla veronese, pag. 69 — Appendice I, pag. 379.
Valore attuale delle monete antiche di Venezia, Appendice III, pag. 401.
Veglia — Isola che i Frangipani tenevano in feudo da Venezia, pag. 161 — Soldini coniati a Veglia, ad imitazione di quelli veneziani, pag. 161.
Venier Antonio, LXII doge, pag. 222 — Provvedimenti per l’amministrazione della zecca, pag. 222 — per il diligente affinamento dei metalli, pag. 223 — per la nomina dei massari, pag. 224 — contro le monete false e stronzate, pag. 225 — Diminuzione del peso del soldino, pag. 225 — terzo tipo del grosso, pag. 226 — Regolamento sol peso ed intrinseco del piccolo, pag. 227 — Stipendi degli intagliatori della zecca, pag. 228 — Descrizione delle monete di Antonio Venier, pag. 229 — Bibliografia, pag. 231.
Verona aveva la moneta di uguale valore della veneziana nei secoli XII e XIII, pag. 69 — Allorché Verona e Vicenza furono occupate dai Veneziani, nel 1404, la lira usata in quei territori era maggiore di un terzo della lira veneziana, pag. 235 — Ordine di coniare a Venezia soldi e piccoli per Verona e Vicenza, pag. 235.
Vicenza usava la stessa moneta di Verona, pag. 235.
Z
Zara — Moneta coniata per Zara e la Dalmazia, pag. 236 e 293.
Zecca — Opinioni dei diversi storici sulle origini e sull’antichità della zecca veneziana, pag. 2 — Parere dell’autore, pag. 7, 13 e 21. — Separazione della zecca dell’oro da quella dell’argento, pag. 172.
Zeno Ranieri, XLV doge, pag. 105 — Descrizione delle monete di Ranieri Zeno, pag. 106 — Bibliografia, pag. 107.
Ziani Pietro, LXII doge, pag. 89 — Diffusione del grosso in Oriente ed in Italia, pag. 89 — Prima notizia intorno ai massari delle monete, pag. 92 — Descrizione delle monete di Pietro Ziani, pag. 93 — Bibliografia, pag. 94.
Ziani Sebastiano, XXXIX doge, pag. 69 —- Denaro o piccolo di questo principe, primo conosciuto, base del sistema monetario veneziano, uguale al veronese, pag. 69 — deriva da quello di Carlo Magno, pag. 70 — Valore della lira di Carlo Magno, pag. 70 — decaduta di peso e di valore, pag. 72 — Descrizione delle monete di Sebastiano Ziani, pag. 74 — Bibliografia, pag. 74.
Zorzi Marino, L doge, pag. 147 — Descrizione delle monete di Marino Zorzi, pag. 148 — Bibliografia, pag. 149.
Zustar, era quell’operazione con cui si tagliavano gli angoli dei quadrelli di metallo e si dava la rotondità voluta ai dischi destinati a diventar moneta; zustadori si chiamavano gli operai occupati in tale lavoro, pag. 91.