Libro di sentenze/Seneca

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Seneca

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Tullio Epicuro filosofo
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seneca.

Neuna cosa è bisognosa, come contare ciascuna cosa secondo la sua vaglienza.

Vertù è, del tutto accordarsi alla ragione.

La via delle umane virtù, è la ragione.

Virtù secondo natura è, ma ì vizii sono suoi nemici.

Uno solo di di savio, è più sicuro che lungo tempo di folle.

Lo lodare delle cose oneste, è in loro medesime.

Lo verace frutto delle cose ben fatte, è in loro; che di fuori non ha ninno prezzo sufficiente a virtù.

Tu credi ch’io ti tolga molti diletti, quando ti biasimo ie cose di fortuna: ma non è cosi; anzi ti dono perpetuale letizia, quando veglio che naschino nella tua casa, cioè nel tuo cuore.

Tu credi che sia allegro chi ride, ma ’l cuore è quello che è allegro.

Diritta ragione compie la buona ventura dell’uomo.

Neuno muro è difendevole del tutto contro a fortuna: perciò si debba l’uomo armarvisi dentro; che s’egli è a sicuro dentro, puOte essere toccato, ma vinto no.

Già sia ciò che ’l tuo misfatto non sia allotta conosciuto dagli altri, non perciò la pena del tuo cuore si parte, perchè sa lo suo male. [p. 14 modifica] Per ciò è la prima vendetta che ciascuno damna sie del suo vizio.

Colui è gentile, che per natura è stabile 1 a virtù.

Ninna otta sono meno solo, che quando io sono solo.

Comincia sì ad amare, che non ti sia lecito quasi del rimanertene.

Lo cuore del savio è altresì come la lumera di sopra la luna, là dove sempre è chiarezza.

Li consigli debbono molestare l'uomo, che non si fidi nel suo buono cuore di mente, e che gli cessi la sua folle credenza ch’egli ha, che la sua possanza debba durare d’ogni tempo.

Sono molti che non cognoscono la loro fortezza, e quando credono esser sì grandi come eglino odano dire, cominciano guerre e cose superbe, che poscia tornano a grande pericolo.

Perciò si debba ciascuno guardare delle false parole di lusinghe, che suave ingannano, come lo dolce suono inganna gli uccelli, tanto che sono presi.

Quando l’uomo è pieno d’ira, non vede se non peccato.

Follia non segue consiglio.

Le parole di colui che segue verità, conviene che sieno pure e sanza niuna coperta.

Lo cui detto non hae fermezza per lo sacramento, certo lo suo sacramento è vile cosa.

Virtù non è chiusa a veruno, ma sempre sta aperta, e tiensi appagata dell’uomo ignudo.

Le tue parole non sono se non per niente; ma elle sieno per consigliare, o per comandare, o per richiedere.

Ritienti delle laide parole, ch’elle notricano follia.

Parla co’ tuoi amici come se Dìo t’udissi; e vivi cogli uomini come se Dio ti vedessi. [p. 15 modifica]Se tu non comandi a te di tacere, come ne pregherai tu uno altro?

Grande cosa e temperamento è la voce del silenzio.

Ninna persona può essere securamente terribile.

L’uomo ricco, s’egli è avaro, non ha niuna cosa.

Là dove lo fuoco è dimorato lungamente, non sarà mai sanza fumo.

Chi biasima lo schernitore fa noia a se medesimo; e chi biasima Io malvagio, acquista delle sue tacche.

La buona usanza diparte quello che la malvagia ha impresa.

Abbi pace cogli uomini, e guerra co’ vizii.

Ad altrui perdona sempre, ma a te non niente.

A tre tempi dispensa l’animo tuo, le cose presenti ordina; le cose future prevedi; le cose passate ricorda.

Onesta e grande generazione di vendetta è il perdonare.

Colui è prode e di grande animo, che non desidera briga come folle, e nolla teme come codardo.

Ad ogni uomo sia benigno, a niuno losinghieri, famigliare di pochi, dritto di tutti.

Fuggi lo laido guadagno come la perdita.

Di’ meno che tu non facci, e lungamente consiglia; ma fa’ tosto quando hai preso lo consiglio.

Gli vizii entrono sotto lo nome di virtù.

Egli ha gran parte in bontà, chi vuole diventare buono.

Bontà di cuore non è tolta in presto o venduta.

Virtù conquista con grande fatica.

Già non è troppo detto quello che non è detto assai.

Loda poco e vitupera meno.

Non dispregiare lo poco sapere d’un altro.

Allora va male lo affare, quando quello che si debba fare per diritto, s’intenda di fare per argomento.

Le cose fitte e simulate, caggiono tosto come fiori, [p. 16 modifica] perchè cosa vota di verità, non può lungamente durare.

Conviensi all'uomo cortese, in donare essere allegro, e ricevere non acerbo.

Lo buono uomo, non che fare, ma non ardirà di dire né pensare cosa che nolla possa predicare in palese.

Dire bugia non è mentire; che 'l mentire è dire contro alla sua mente.

L’amistà è da ’ntiponere a tutte V umane cose.

L’amistà è carità e benivolenza2 e conoscimento delle cose divine e umane.

L’amistà è di grande guardia, e malagevolmente3 si mantiene infino alla morte.

L’amistà debba essere per racconciare le virtù; e se la virtù viene meno, l’amistà non può durare.

Perciò non è iscusa di peccare per cagione dell’amico.

Gli amici sono da amare e da riprendere sovente, ma non con villania nè con motto aberbo.

Dobbiamci guardare di non cominciare ad amare troppo tosto, e di non amare coloro che non hanno cagione d’essere amati.

Lo giovane invano ispera, e invano si promette.

Quanto più savio è l’uomo, tanto muore più appagato.

Sì come lo folle e lo pigro non può avere niuno bene, cosi lo savio non può avere neuno male.

Ogni male che nasce, insino ch’è nuovo, leggiermente si cura; ma quando è invecchiato, non è agevole a racconciare.

Pegli desiderii perisce la maggior parte del corpo.

Si come alla misericordia è gravezza dell’altrui avversità, cosi alla ’nvidia è gravezza dell’altrui prosperità.

Natura di folli è guardare gli altrui vizii, e non ricordare gli suoi, ovvero gli loro. [p. 17 modifica] Gli savi compensano le brighe del seculo cogli beni della vita, e passanle leggiermente.

Gli folli non sanno schifare le brighe che vengono, né sofferirle quando vi sono dentro.

Niuna cosa è più amabile che la virtù de’ belli costumi, per gli quali l’uomo è amato tra qualunche gente dimora.

Naturale4^ e ammaestramento fanno i buoni costumi.

Più leggiero è al povero fuggire le scherne, che al ricco la ’nvidia.

Propria cosa è del savio esaminare gli consigli, e non per leggiera credenza scorrere a cosa non diritta.

La loda di lusinghe, e lo biasimo di malavoglienza è sospetto.

Proponi nell’animo tuo gli beni e gli mali che possono avvenire, acciò che ’l male possi sostenere, e lo bene temperare.

Lo riso fa l’uomo isgraziato s’egli è sconvenevole, o per male altrui, o feminile, o fanciullesco.

Prendi riposo sanza pigrizia; ché lo stare ozioso non è sanza peccato.

Sia cosi dolente d’esser lodato da’ rei, come d’essere lodato di retà.

Non temere le parole acerbe, ma le lusinghe.

A colui che dice sia tacito uditore; a colui che ti dimanda rispondi volentieri; a colui che contende non credere leggiermente.

Della tua fama buona non essere seminatore, nè invidioso dell’altrui.

L’amore de’ cittadini è fortezza da non essere vinta.

Chi s’allegra dell’uccisione altrui, spoglia la natura dell’uomo, e trapassa in natura di bestia. [p. 18 modifica] Colui perde gli servigi, che tosto crede d’avergli perduti.

Perde la grazia, e lo dono colui, che lungamente lo scalda nelle mani.

Graziosi5 sono gli benificii che stanno apparecchiati, e che si fanno incontro al ricevitore.

Negare la cosa a colui che dimanda suo danno, è beneficio.

Più grave è ad avere mal dato a’ rei per gli buoni, che venire meno a’ buoni per gli rei.

Follia è di temere quello che non sì può cessare.

Piccola cosa è la vita dell’uomo, ma grande è lo sbrigamento della vita.

Chi dispregia la vita, sicuro vede la mare turbare.

Lo tempo passa tosto, e lassa coloro che sono disiderosi di lui.

Non temere lo nome della morte, sì che quando verrà tu le possa uscire incontra.

Neuna tempesta grande puote lungamente durare, perchè quanto è più forte, tanto ha meno di tempo.

Agli lusingatori6 non dare orecchie: artefici sono da prendere i loro maggiori.

Neuna cosa è cosi mortale agli ingegni, come la lussuria.

Neuno priega altra volta colui, che forte disdice.

Colui che non impara, nulla dimentica.

Chi impara da ogni uomo,7^ sarà più savio degli uomini.

Chi serve a’ suoi desiderii, è sottomesso a dì di servaggio.

Più crudele è che morte, sempre temere la morte.

Di colui debba essere il danno, di cui è il pro.

Neuno è più certano che 'l testimonio del fanciullo, s’è venuto agl'anni che ’ntenda, e non a quelli che ’nfinga. [p. 19 modifica] Quanto più puoi, tanto ti conviene più sofferire gli signori repenti.

Neuna è maggior forza che la pietà.

Quello che gli miseri vogliono, credono leggiermente.

Per gli malvagi sentieri, a’ malvagi è sicuro andamento.

Quello che non si può fare sovente, facciasi longamente.

Chi si pente d’avere peccato è quasi innocente.

Ciascuno è vizio, credere a tutti, e non credei^ a neuno.

Niuno ha tanto la ventura inalzato, ch’ella noi minacci d’altrettanto, quanto gli ha conceduto.

Intorno al dì della morte ti provedi, e donati questo, che’ tuoi vizii muoiano prima di le..

La buona mente non si presta e non si compera; e se si vendesse, non si troverebbe comperatore.

Dinanzi alla vecchiezza pensa di ben vivere, e nella vecchiezza pensa di ben morire.

Sovente quello che si dona è picciolo, e quello che ne seguita è molto grande.

Ingrato è chi rende benificio sanza usura.

Più santa cosa è guardare di non perdere l’amico che piangere poi che l’hai perduto.

Se vuoi cognoscere l'uomo, dàgli signoria.

L’ignoranza e la follia de’ giovani debba essere governata per lo consiglio de’ vecchi.

Buona cosa è mirare in altri lo male, che l’uomo vuole fuggire.

Neuna cosa costa più, che quella che ha’ avuta per preghiera.

Diletto carnale è fragile e brieve; e tanto come più volentieri è fatto, cotanto dispiace più tosto.

Niuna cosa è poi dilettevole, s’ella è troppo spesso. [p. 20 modifica] Tu debbi mangiare per vivere, e non vivere per mangiare.

Lo savio mette lo frutto delle virtù nella sua conscienza, ma lo folle lo mette in vanagloria.

Più sono le cose che ci spaventono per errore, che quelle che ci fanno danno.

Noi semo più spesso in paura per pensare, che per opera.

Lungo apparecchiamento di battaglia fa tostana vittoria.

Lo ’nfermo che non è paziente, fa inasperire8 lo medico.

Giustizia è l'oltregrande9 splendore delle virtù.

Quetamente10 viverebbono gli uomini, se due parole non fussono, cioè mio e tuo.

L’uomo non s'aggrada11 del dono ch’è stato lungamente nella mano del donatore.

Colui non ha per niente la cosa che per preghiera la richiede.

Colui è malvagio, che non rende guidardone, e più malvagio è colui che 'l dimentica.

La tristizia nuoce a molti, e non ha in sé alcuna utilità, e l'animo allegro rende la vita.

La verità scevera s’egli è lo franco del servo, e la menzogna la mescola.

Laida cosa è perdere la ragione per l’odio d’uno folle, perchè follia non debba essere dimenticata per li folli.

Ama se tu vuoi essere amato.

Quello che tu non puoi sapere per tuo benificio, tu lo saperrai per la tua povertà.

Per la vera legge di tutte cose ti debbi consigliare col tuo amico, ma prima ti consiglia di quale.

La vita degli antichi è come lumera a coloro che vengono appresso. [p. 21 modifica] Sia la tua vita di poco mangiare, e lo tuo palato sia mosso per fame, e non per sapore.

Tu troverai più leggiermente fortuna, che tu non la dimanderai.

Gli sudditi odiano coloro cui temono.

Coloro che sono montati a quello che non isperavano, covano spesso malvage speranze.

Lo folle non ha mestiere di neuna cosa, ché non ne sa neuna usare.

Non è bene di vivere, ma di bene vivere.

Non è tuo quello che fortuna ti dà.

Quello disidera, e in quello addirizza lo tuo pensiero, che tu sia appagato di te.

Tutte le terre sono lo paese del valente uomo, si come lo mare a’ pesci.

Non è cosa che faccia tanto bene, come poco parlare.

Chi non pensa le cose passate, ha la sua vita perduta.

Ne' savi uomini ène l'onestà.

Nel tempo che piace a vivere, è buono morire.

Grave cosa è, non essere corrotto per la moltitudine delle ricchezze.

Non dimandare la cagione di tutte le cose.

L’uomo è vile cosa e dispregiabile, se egli non si leva sopra l'umane cose.

Gli malvagi ornamenti di fuori sono messaggi di mali pensieri.

Non ti maravigliare delle altrui cose.

Se tu vuoi sottomettere a te tutte le cose, sottometti innanzi te medesimo alla ragione.

Niuno puote avere niuno buono verace; s’egli medesimo non è bene innanzi.

Niuna casa è troppo piccola che riceve assai amici.

Niuna cosa è più atta né più onesta che dispregiare pecunia. [p. 22 modifica] Colui è povero che si12 crede essere.

Chi è lieto non è povero.

Molto m’è dolce e soave il pensieri degli amici passati e del seculo: abbigli sì come gli dovessi perdere, perdigli sì come sempre gli abbia.

Gloriarsi in riposo è superbia sanza arte.

A’ superbi non è tanta allegrezza vedersi molti dopo sé, com’egli è grave vedersi alcuno innanzi a sé.

Infinchè l’uomo vive tuttavia è da imprendere come viva.

Lo corpo del servo è tenuto al signore, ma lo pensiero è franco.

In borsa piena non cape invidia.

Rimedio delle ingiure è dimenticamento.

Io giudico, lo savio non essere sottoposto a niuna ingiuria.

Se tu non puoi vincere la tua ingiuria, ella vincerà te.

A maggiori cose sono nato, che ad essere servo del mio corpo.

Lo vivere è pensare.

Agli buoni nuoce chi agli rei perdona ingiustamente.

Due volte vince chi sé vince nella vittoria.

Male vive sempre colui, che sempre nel mondo vivere pensa.

Non verdica la pianta che spesso si traspone.

Ninno riposo è piacevole, se non quello che la ragione compone.

La tua conversasione fugga sempre li rei uomini.

Nulla può13 così manifestare lo cuore,14 come lo parlare.

La nobilità guasta chi lo non degno priega.

Non lodare gli altri, acciò che gli altri ti lodino.

La buona oppinione degli uomini è più sicura che pecunia. [p. 23 modifica] Vita sanza gloria è compagna della morte.

Giustizia è tacita convenzione in adiutorio di molti.

Lo savio vince la virtù per virtù.

Somma consolazione della vita è lo studio della sapienzia.

Niuno die mi trapassa per odio.

Note

  1. Il T.P. stabilito.
  2. Ill T.P. benvoglienza.
  3. Il T.P. malvagevolmente.
  4. Il T.P. natura.
  5. Il cod. magliab. ha erratamente gravosi.
  6. Il T.P. Alli lusinghieri.
  7. Il T.P. d'ogni uomo.
  8. Il T.P. inasprare.
  9. Il T.P. lo trasgrande
  10. Il Ms. onestamente.
  11. Il T.P. sa grado.
  12. Il T.P. lo.
  13. Il T.P. niente puote.
  14. Il T.P. li cuori.