Memorie storiche del Santuario della B.V. della Misericordia di Castelleone/III

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III - Osservazioni Storico-Critiche sulle accennate Apparizioni

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II IV
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CAPITOLO TERZO.



Osservazioni Storico-Critiche
sulle accennate Apparizioni.




Le Apparizioni di Maria Vergine alla nostra Domenica, sono, a mio credere, bastevolmente provate con quel genere di prove, che si esigono in tali fatti; anzi aggiungerò, che le prove, nel caso nostro, sono più abbondanti di quelle, che sogliono addursi per altre, quantunque celebratissime, Apparizioni di Maria in que’ tempi, soggette fors’anche ad eccezioni, cui non soggiacciono le nostre.

A smentire però l’audacia di taluni, che specialmente a giorni nostri pongono in miscredenza le grazie più speciali, che opera Iddio mirabilmente per mezzo de’ [p. 32 modifica]Santi suoi, e della sua gran Madre, io credo necessario il non ommettere a questo luogo alcuni riflessi, che son forse opportuni a dar prova maggiore delle Apparizioni di Maria Santissima alla nostra Domenica.


§. I.

Dei Testimonj oculari.


Personaggi superiori ad ogni eccezione, i Principali cioè del Clero; il Podestà del luogo; i più dotti Consiglieri e Notaj; e ben cento altre persone distinte del Paese, come si disse, furono i testimonj oculari di questi prodigj.

In qual maniera adunque supporre, che Soggetti illuminati, e tutti insieme, ed in affare di tanta sfera abbiano potuto essere o illusi a credere il contrario di ciò che vedevano, o sedotti ad asserire concordemente dei fatti particolari, distinti, superiori alla natura, senza averli veduti?


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§. II.

Dei Processi rogati sui Fatti.


Si eressero Atti autentici sugli accennati prodigj, rogati da Notaj ragguardevolissimi, che furono anch’essi testimonj di fatto; ai quali Atti non prestando fede, sarebbe lo stesso che rinunziare al buon senso, e alla ragione; distruggere ogni fondamento della Storia, e della Tradizione; e così coll’esempio della nostra diffidenza, meritarsi noi pure la diffidenza da quelli che verran dopo di noi, intorno ai fatti dell’età nostra, che colla Storia, e coi Monumenti noi procuriamo di conservare alla Posterità.


§. III.

Dei Miracoli in conferma della verità.


Nelle Apparizioni di Maria Santissima a Domenica, è da notarsi una circostanza non comune, ma singolare; e questa si è, che volle il Signore autenticare coll’opera [p. 34 modifica]dei Miracoli, la verità della missione ai Castelleonesi della pia Donna, col rendersi questa dalla Vergine per ben due volte storpia e muta, e per ben due volte ancora col risanarsi alla vista del Popolo, perchè al linguaggio di questi prodigj fosse ella creduta.

Così per tacere d’altri esempj, troviamo nell’Esodo al Cap. 4. avvenuto in Mosè, a cui rese Iddio coperta di lebbra la mano, e poi ridusse di nuovo al pristino stato, a prova della di lui missione al Re d’Egitto.

Ciò che poi è avvenuto al Prete Don Giacomo Zoveni, o Giovani, che trattò Domenica da pazza, e che prendendole, in così dire, la mano, come ho riferito, restò anch’egli storpio nel braccio; e in seguito risanato unitamente a Domenica da Maria Santissima nel giorno 13 Maggio, cioè nella terza di lei Apparizione; combina perfettamente con ciò, che volle il Signore nel Condottier d’Israele, dicendogli: Si non credident, neque audierint sermonem signi prioris, credent verbo signi sequentis.

[p. 35 modifica]E qui si rifletta, che nel 1517, cioè un anno dopo che venne terminata la Chiesa del Santuario, fu appunto questo medesimo Prete Zoveni, che giunto all’estremo di sua vita, lasciò una Messa quotidiana da celebrarsi in detta Chiesa, quasi a perpetuo testimonio del suo pentimento sulla prima incredulità alle parole di Domenica.


§. IV.

Del Voto della Comune per la Fabbrica del Tempio.


Il Voto allor fatto dai Castelleonesi, d’innalzare alla lor Madre di Misericordia il Tempio da Lei voluto; come essere poteva perfettamente compiuto cinque anni soltanto dopo le Apparizioni, e fra tante calamità, e fra tante miserie di quel secolo, che ne contrariavano il lavoro, se i Padri nostri, a vincere gli ostacoli che si opponevano alla impresa, stati non fossero intimamente persuasi, che tal era il comando di Maria Vergine lor Protettrice?


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§. V.

Dei Funerali fatti alla pia Domenica.


I Funerali fatti a spese della Comunità con tutta la pompa a Domenica nel 1520; l’aversi voluto riporre il di lei cadavere nella Chiesa del Santuario, e precisamente presso al luogo delle Apparizioni, cioè nel Presbiterio, dove è tuttora, sono ancor queste, a mio credere, altrettante prove al caso nostro.

Avrebbero mai pensato i nostri Maggiori a distinguer così una semplice Vedova, oscura di nascita, e povera di sostanze, se stati essi non fossero, e testimonj dei fatti mirabili che la riguardavano, e partecipi insieme dei superni favori, che annunziati in prima da Domenica ai Castelleonesi per comando di Maria, furono poi a larga mano dalla pietosa celeste Madre lor compartiti?


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§. VI.

Degli Esami ordinati dalla Curia Vescovile di Cremona.


Nel 1580 la Comunità, per mezzo d’una fatta Deputazione in Davide Boldrigari, ed in Bernardino Signori, accompagnati da Monsignor D. Lorenzo Belingeri allora Prevosto di Castelleone ottenne da Monsignor Nicolò Sfondrati Cardinale, e Vescovo di Cremona (che fu poi Papa Gregorio XIV.), che fossero fatti gli Esami sulle Apparizioni di Maria, e sulle Grazie da Lei compartite ai Castelleonesi.

Fu scelto per tale gelosa incombenza dal Prelato, il di lui Vicario Generale Monsignor Settimio Borsieri. - Venuto questi, in luogo, ad eseguire l’alta Commissione, e presentati quindi al Superiore i relativi Processi, accuratamente da lui compilati; Monsignor Vescovo permise che si pubblicassero colle stampe i Fasti del Santuario, e la Storia delle Apparizioni, e dei Miracoli, che le riguardavano.

[p. 38 modifica]Ad erigere questi Processi, vennero esaminati dal Borsieri que’ pochi Vecchi, esemplarissimi per Religione, ed integerrimi per probità, che erano stati testimonj oculari dei Fatti; e tra questi, un Battista Dossena, Sacerdote d’insigne pietà e dottrina, che per 36 anni in Castelleone erasi esercitato nella cura d’Anime; un Cristoforo Manara; un Dionigio Pigola; un Battista Chiesa; uomini assai rinomati, e che erano stati più volte ancor Reggenti del Santuario. Alle testimonianze loro ancor poi altre si aggiunsero senza numero dei tanti, che ne avevano udito più e più volte il racconto dai loro Maggiori, stati essi pure testimonj oculari.

Dimando io adunque, con qual maggiore autenticità di questa, ed in qual più interessante circostanza, e di tempo, e di luogo, e di modo, potevan essere esaminate, e riconosciute le Apparizioni di Maria Santissima alla nostra Domenica, affinchè ancora ai Posteri fosse tolto ogni velo, che potesse loro adombrare la verità?

Aggiungo perciò, che sulla base appunto [p. 39 modifica]d’un tale Scrutinio, che ha vendicato da ogni censura mondana queste Apparizioni medesime, venne fondata quella costante universale credenza, che loro si presta da tre secoli, senza che mai niuno abbia osato o di proporre dei dubbj, o di contrariar con riclami.


§. VII.

Dei Doni; delle Tavolette votive; e del Concorso del Popolo al Santuario.


Altre prove a conferma della verità di queste Apparizioni, si ponno desumere:

1.º Dai doni, che in varj tempi vennero fatti al Santuario da Persone ragguardevoli; non solo in cose mobili, come di gemme preziose, di argenti, e di sacri arredi, ma in beni stabili ancora; e sono quelli, che tuttora possiede la Chiesa della Misericordia.

2.º Dalle Tavolette Votive, antiche e moderne, che, per grazie ricevute, furono appese alle pareti di questo Santuario, in ogni tempo, dai Devoti di Maria Santissima. La serie di queste incomincia dal 1530, [p. 40 modifica]e viene sino a questi ultimi nostri giorni. Quelle anteriori al 1528 furono abbruciate, insieme con altri monumenti, e sacri arredi, dal Duca di Brunswick Tedesco, che lasciò dalla truppa saccheggiare barbaramente la Chiesa della Misericordia ai 4 di Giugno dell’anno suddetto, come riferisce il Fiammeni.

3.º Dal concorso non solo de’ più rispettabili Personaggi, che vennero a visitare frequentemente questo Santuario, come si fu di Monsignor Trevisani Vescovo di Cremona, del Cardinale Paolo Sfondrati, di Monsignor Brivio, del Cardinale Campori, del Patriarca di Antiochia, e di molti altri, e Senatori, e Magistrati; ma dei Popoli ancora vicini e lontani, che da tre secoli qui accorrono, e si prostrano a chieder grazie a Dio per mezzo di Maria Santissima, ai cui onore si fanno frequentemente celebrare Novene, Tridui, e Messe solenni.

E ciò tutto, non è di prova alla comune, non mai interrotta, nè mai contrariata persuasione, scolpita ne’ cuori di tutti, [p. 41 modifica]della speciale tutela, cioè, promessa in questo luogo a’ Castelleonesi dalla gran Madre di Misericordia, e che Ella manifestò apparendo alla buona Domenica?


§. VIII.

Dell’Absenza di Monsignor Prevosto Omodei all’epoca delle Apparizioni.


Non è qui da ommettersi una osservazione voluta dalla sana critica. Può far meraviglia, in qual maniera, nella Storia delle Apparizioni, non sia pel primo, nominato Monsignor Gio: Paolo Omodei, allora Prevosto di Castelleone; ma eccone il motivo.

Essendo quella un’epoca anteriore al Sacro Concilio di Trento, addiveniva non di rado, che i Parrochi possedessero ad un tempo più benefizj, e non facessero in luogo la costante residenza. Gli è per ciò, che nel 1511, correndo ancora il primo anno dopo la promozione dell’Omodei a questa insigne Prepositura, egli non fosse in Paese agli 11 di Maggio, e [p. 42 modifica]venisse sempre rappresentato dal Sig. Don Matteo da Ponte, Vice-Prevosto e Canonico. Troviamo però, come scrive il Fiammeni, ch’egli prese interesse per tutto ciò che riguardava queste straordinarie Apparizioni, e che, col di lui consenso, il Vice-Prevosto da Ponte mise la prima Pietra della Fabbrica della Chiesa, che fu poi benedetta in seguito dall’Omodei, come si vedrà in appresso.

Dopo il sin qui detto, mi sembra d’aver ragione di ripetere, che queste prodigiose Apparizioni di Maria Santissima, hanno prove le più distinte e singolari, a fronte di quelle, che si ponno addurre per altre simili di lei Apparizioni, benchè celebratissime. Invece adunque di maravigliarsi, che la Regina del Cielo e della Terra, e la Dispensatrice de’ divini Tesori, abbia compartito, e possa compartire le più elette grazie a’ suoi veri Devoti; maravigliamoci piuttosto della nostra freddezza verso di Lei, per cui riescono a questi giorni, o quasi incredibili, o quasi non più sperabili a nostro favore, di tanta Madre i miracoli.