Diario di un viaggio in Italia (Tessin)/Della Pittura, e delle varie vite e opere delli Pittori

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Della Pittura, e delle varie vite e opere delli Pittori.

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Della Pittura, e delle varie vite e opere delli Pittori.
V VII
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Della Pittura, e delle varie vite e opere delli Pittori


Andrea dell’Sarto eccell:mo Pittore Fiorentino.

È stato squisito nell’inventione, dissegno e colorire, se ben li mancò un tantino di spirito: le sue figure sono ben intese, mà con troppo semplicità e schietezza: ha pinto molte cose in Fiorenza, come la testa d’un Christo, tenuta dà i Frati de Servi in sù l’altare della Nunciata, tanto bella e sublima, che da humano intelletto non si può far più. Tutte le teste c’ha pinto risembiavano alla sua moglie. Fù invitato dall Rè Francesco per venir in Francia, ci andò, e fù molto carezzato, mà poi disgratiato, mentre mancò di parola. Il cenacolo fatto à i Monaci di S. Salvi è stimato il più vivace e considerato, ch’ei facesse: è morto nell’anno 1530.


[p. 146 modifica]Antonio da Correggio Pittore Fiorentino

Essercitò l'arte in continue fatiche per la famiglia, era nell'arte molto malinconico, ha pinto il duomo duomo di Parma in fresco; se havesse visto Roma haverebbe fato miracoli, in S. Giovanni fece una tribuna in fresco. Le sue pitture si vedono in Parma, il più in Modena, molti anche in Reggio, ove si vede il miracoloso piccolo quadretto di grandezza d'un piede, nell'quale è un Christo nell'orto, pittura finta di notte etc. è stato mirabile nell fare gli capell, ha pinto in tutta la Lombardia, e è stato cagione che la Lombardia per lui aprisse gli occhi. Furono le sue pitture, circa l'anno 1512. morì al'età di 60 anni.


[p. 148 modifica]Rafaello da Urbino Pittore ed Architetto

Fù tutto cortese e modesto, discepolo di Pietro Perugino, hà fatto poi il suo studio in Fiorenza nell'opere di Leonardo e Michelangelo, fù chiamato à Roma da Bramante suo parente in servitio del Papa: ove comminciò al Vaticano la pittura stupenda della Scola d'Athene, ove i Theologi accordano la Filosophia e l'Astrologia con la Theologia, nel quale si vede il suo proprio ritratto e quello di Bramante, ripresentato per una figura chinata à terra, chi gira con un paio si seste in mano, sovra una tavola. In tutte le sue opere concorrono inventione, giudizio, dissegno e colorito;Frà tutti gli altri suoi nobilissimi Compartimenti in Vaticano si vede il monte Parnasso, dipinto e ornato con ritratti da Poeti antichi e moderni. Sovra queste e le altre sue opere bisogna leggere la vita di Rafaelle nella terza parte di Vasari. Si vedono delle sue opere, come Jsaia in S. Agostino, la Galathea e il Consiglio de gli Dei al palazzo da Chisii in Trastevere, alcuni Profeti e Sibilla in S:ta Maria della pace, opera sommamente lodevole: poi la beata Vergine in aria all'altar maggiore d'Araceli, come anche al Palazzo il miracolo del Sacramento effigiato à stupore, e S. Pietro in carcere liberato dall'Angelo, poi l'historia di Eliodoro, felicemente spiegata, e stimatissima, e tante altre. [p. 150 modifica]l'historia d'Attila à Roma. Per Bologna fece per S. Giovanni in monte una bellissima tavola, come anche una S:ta cecilia, in casa del Conte Ercolani un Christo à uso di Giove in cielo etc. A Verona in casa dei Conti da Canossa una natività di N. Signore bellissima, ha aftto anche pitture per fiorenza, indirizzava Marc'Antonio Bolognese à far stampe. Dipinse l'incendio di Borgo con estremo studio nel palazzo e tante altre historie, come quando il papa Leone ugneva il Rè Francesco I.mo Per il qual Rè fece S. Michele, che combatte col diavolo, cosa maravigliosa; poi fece al palazzo la gran Sala di Constantino. Le cose che fece tessere in Fiandra costarono 70 mila scudi. Dipinse a Giulio Cardinale de Medici una tavola impareggiabile della transfiguratione di Christo, per mandar in Francia, adesso si vede à S. Pietro in Montorio, questa è stimata la più bell'opera fatta da lui, come si vede anche nel Vasari p. 90. questo quadro sarebbe ancora fresco, se non avesse adoperato il nero di fumo da stampatori, il quale col tempo oscura e offende gli altri colori. Molte delle sue opere ha fatto colorire ad altri col suo disegno, il che fà danno alla sua ripuutatione. Nell'ignuda si è reso secco nel troppo imitar il Michelagnolo. Non volsè far'il matrimonio colla nipote [p. 152 modifica]d'un Cardinale offertagli, mentre il Papa Leone X.mo, alla fine della sala che per luy faceva, gli haveva promesso in ricompensa delle fatiche e della sua virtù il Capello di cartdinale: morì all'anni 37. all'anno 1520, e fù sepolto nella Ritonda. Gli miserò alla morte al capo nella Sala ove lavorava la tavola della trasfiguratione, la qual opera, nel veder il corpo morto, e quella viva, faceva scoppiar l'anima di dolore, à ognuno che quivi guardava: haveva di Cubiculatio del papa: viveva da Prencipe più tosto che pittore. Al suo sepolcro furono fatte queste parole:

Illa hic Raphael, timuit quo sospite vinci
Rerum magna parens, et moriente mori

Queste parole sono composte dal Card: bembo, e tradotte in Italiano dal sig.r Bellori in queste parole:

Questi è quel Raffael, cui vivo vinta
esser temeo natura, e morto estinta.


[p. 154 modifica]Giulio Romano Pittore ed Architetto

Trà tutti i buoni allievi di Rafaelle fù il più erudito, fece il dissegno per la Vigna di Madama, da lui condotta e dipinta, esprimeva sempre meglio i suoi concetti ne' dissegni, che nell'operare ò nelle pitture, vedendosi in quelli più vivacità, finezza ed affetto. Finì con Gio: Francesco la Sala di Constantino comminciata dà Rafaelle, come anche le historie di Constantino et battaglie bravamente da lui condotte: ha fatto il suo proprio ritratto frà altri virtuosi nel med:mo palazzo; ha pinto una tavola di S. Stefano in Genova mirabile si vede à Monaci de monte Oliveto. Il troppo nero offende quasi tutte le sue pitture: ha fabricato a Mantova fuori della porta di S. Sebastiano, lontano un tiro di balestra un luogo chiamato T. in mezzo à una prateria; il quale deve esser adorno di molte belle pitture da lui ritoccate, come frà altre la stanza dove è dipinta la favola della Psiche etc. tutte queste storie sono intagliate da Battista Franco Venetiano. Vi è anche benissimo rappresentato il precipizio delli Giganti, che deve essere stupendo. In S. Andrea di Mantova si vedono molte sue pitture come anche appresso varii particolari. Per l'arrivo di Carlo V vi fece molte feste, nelle quale non hebbe il suo paro. Morì all'età di anni 54. nell'anno 1546. è sepolto in S.ta Barnaba in Mantova. Nelle vigne di Madama bissogna osservare il suo Polifemo dipinto colli satiri all'intorno, ad imitatione di Timanthe.


[p. 156 modifica]Il Pittore Fiorentino Pierino del Vaga

È stato amato dà Rafaelle come proprio figliolo, ha dipinto molte storie e stucchi nel palazzo Puntificale, pinto una bellissima Sala nella casa di M. Marchione Baldassini vicino à S. Agostino in Roma la quale è fabrica di Antonio da Sangallo. Delle sue pitture se ne vedono alla Minerva un Christo deposto di croce; alla trinità una Capella à mano manca squisitamente dipinta, in S.Marcello la Capella del crocifisso etc.

NB Gli transformationi de gli Dei da lui dissegnati sono stampati e benissimo intagliati in rame da Giacomo Caraglio. Andò in Genova fù molto carezzato dal Principe di Doria; ove dipinse tutto il palazzo di dentro, come la Scala, la Loggia, la Sala, quattro camere etc. come anche nel giardino varie cose, et molti altri quadri per particolari e chiese di genova. Ritornò in Roma e frà altre cose vece nella volta della Sala reggia al Vaticano i più beli stucchi, che si potevano vedere: ha anche operato in castello la Sala grande e molte altre stanze. Morì all'anno 47 l'anno 1547: fu sepolto alla Ritonda, ove si vede il suo epitafio di certe parole che comminciano:

Perino.Bonacursio.Vaga.Florentino etc.


[p. 158 modifica]Titiano da Cador Pittore

Nacque l'anno 1480 della notabile famiglia de Uccelli, fecè il suo studio sotto Giambellino in Venetia, poi imitò il Giorgione, nel colorito non hà avuto il suo pare, come anche negli ristratti. Fecè il quadro della nostra Donna come va in Egitto, il quale si vede nella casa di M. Andrea Loredano, nella chiesa di S. Massimiliano fecè un Angelo Rafaello con altre figure. Dipinse alla facciata del fondaco de Tedeschi; mandò fuora in istampa di legno il trionfo della fede. Andò a Vicenza, e dipinse à fresco sotto la loggetta, dove si tiene raggione all'udienza pblica, appresso tornò a Venetia, e dipinse la facciata de Grimani, ed in Padova nella chiesa di S. Antonio. Nella chiesa di S. Spirito fecè un S. Marco a sedere: nella Sala del Consiglio, fornì l'historia di Papa Alessandro terzo, mettente il pie' sopra la gola di Fr: Barbarossa, fecè varie opere nel Palazzo del Duca di Ferrara, e le migliori nel suo Camerino, vi è anche una testa di Christo stupenda sopra la porta d'un armario. Frà molte altre sue opere, che nè racconta Vasari par: 3 p 223, è nella Chiesa di S. Rocco il Christo con la croce in spalla, si ritrova nella chiesa di S. Maria maggiore un S. Giovanni nel deserto. Ritraeva al naturale il Prencipe Grimani e il Loredano. Nella sala del Collegio si vede il suo quadro della Madonna con S. Marco e S. Andrea, tutti ritratti dal naturale. Fecè la tavla all'altare di S. Pietro Martire nella chiesa di S. Giovanni e Paolo, una delle più belle che ha mai fatto. Dipinse una grande battaglia alla Sala del gran Consiglio, fecè un bellissimo Christo con Cleofas e Luca, si vede nella saletta d'oro, d'innanzi alla sala del [p. 160 modifica]Consiglio di dieci. Per la Scuola di S. Maria della carità fecè la Madonna che sale i gradi del Tempio. Ritrasse il Carlo V. in Bologna, e ne hebbe mille scudi: fecè anche molti altri ritratti, come quello di Papa Paolo III, chi se fecè ritrarre in Bologna, e si vede nella guarderrobba del Card: Farnese; poi quello di Fra: Maria Duca di Urbino, nella guardarobba di qual Duca si vedono molti gli suoi più belli ritratti. Nel Duomo di Mi Verona fecè nella facciata l'assunta di N. Donna in cielo, e gli Apostoli in terra. Venne à Roma l’anno 1546, chiamato dal Card: Farnese ove fecè varii ritratti, ed una Danae, che havea in grembo un Giove transformato in pioggia d’oro molto stimato da M. Agnelo quando l’ando vedere. Ritorno à Venetia, fecè il ritratto di Filippo II Rè di Spagna, e quello del Rè Francesco di Francia. Fecè poi un gran quadro dà Altare, ove si vede Dio in Trinità con molte figure d'ordine di Carlo V, la quale voleva mettere nel monasterio, dove poi finì il suo corso della vita. Fecè per la Regina Maria dui quadri, l’uno del Prometeo, l’altro del Sisifo, e poi un Tantalo. Poi dipinsè Venere et Adone, l’Andromeda, la Diana, un Europa, le quale tavole devono esser’al Rè di Francia. Finì le sue opere più nella gioventù, che non fece poi, quando le condoceva di colpi, tirati via di grosso, e con macchie di maniera, che da presso non si sono vedute, mà di lontano parevano perfette. Fecè ultimamente Giesù Christo in grembo alla Madonna, adorato da i Magi; Christo schernito da Giudei; in Ancona all’altare maggiore di S. Domenico Christo in croce, alla Chiesa di Corsacchieri in Venetia S. Lorenzo molto bello. A S:t Sebastiano un S. Nicolò. Dipinse poi una S:ta Madalena scappilliata molto bella. Mandò in Francia una Cena di Christo con gli Apostoli, poi anche come Christo si ripone in Sepolcro, ov’anche è il quadro di N. Signore con gli discepoli in Emaus.


[p. 162 modifica]Annibale Carracci Pittore Bolognese

Io suo studio e l'apprensione efficace apparve subito nella prima gioventù, quando il padre fù spogliato frà via da villani, ed essendo ricorso al Podestà del luogo, Annibale, che accompagnava il Padre, seppè così naturalmente ed al vivo delinear il volto, e il portamento di quei rapaci villani, che riconosciuti da tutti con istupore, ricuperò facilmente, quanto al povero padre era stato rubbato. Fermatosi in Parma, si applicò ttto allo studio del Correggio, come si riconosce nella bellissima tavola della Pietà sovra l'altar maggiore della Chiesa de Cappuccini. Fù poi poco in Venetia, ma senza fare niente, ritornatosene à Bologna fecè una tavola in S. Guiorgio, e per la chiesa di S. Francesco da Conventuali il quadro il quadro de Sig:ri Buonnasoni: In casa de S:ri Favi colorirono gli trè fratelli due fregi, nell'uno l'impresa di Giasone, nell'altro gli fatti di Enea fino l'arrivo suo in Italia. Poi fecero nella Sala del Sig:r Magnani un altro fregio molto lodevole, il quale fù diviso in 14 storie di Romolo, comminciando dalla lupa sinò la deificatione. Quest'opera è stata stimata la migliore che mai facessero al fregio. Fecè poi altr'opera degna di memoria, per la capella de casa Caprari. In Casa di S. Piero nella volta d'una camera colori à fresco Hercole guidato dalla virtù, ed in un'altra camera un gigante fulminato: nella capella di casa Angelelli l'eccellente quadro della risurrettione ove mise il suo nome; dipinse poi l'historia grande della risurrettione elemosina, intagliata all'acqua forte dal Guido, vede la descrittione nel Belori: si vede esso à Modena, con [p. 164 modifica]altri doi. Fecè poi per le Sore di S. Ludovico in Bologna il quadro della vergine elevata in gloria d'Angeli, e nella chiesa del Corpus Domini entro la Capella della famiglia Zambeccari, il quadro picciolo del figliuolo prodigo avanti il padre. Fù poi chiamato à Roma dal Cardinal Odoardo Farnese per ornare con pittura la galleria ed alcune camere del celebre palazzo di Roma, al quale presentò il quadro di S. Caterina fatto in Parma. Per la Capella al med:mo Palazzo fecè il quadro della Canalea prostrata avanti Christo etc. Nota l'historia del Laoconte, donde tirò gran studio. Dipinse nel palazzo Farnese la galleria, ed'l Camerino con gli imagini della virrtù, fù aiutato dal suo fratello Agostino, che fecè nella galleria le due tavole di Galathea, ed all'opposito l'aurora col cefalo: vede la bella esplicatione scritta nel Bellori pag: 33 etc. ove anche fà mentione dell'infelicità della Corte de Prencipi, e delle buone arti, quando certi opprimono altrui per avantaggiare se stessi, e nel favore si arrogano il tutto, scacciando la virtù di casa con l'ignoranza e l'ardire. La malvagità della fortuna sempre fà contrasto alla virtù, e si oppone alle belle ed honorate imprese. Poi prese a fare la capella dedicata à S. Diego nella chiesa di S. Giacomo degli spagnuoli, confidato nel suo discepolo Fra. Albano: la tavola in mezzo l'altare con S. Diego è fatta con la sua propria mano. Era ni avaro, ni corteggiano, mà moveva spesso à riso; ad un pittore goffo, che gli mostrò una gran tela, [p. 166 modifica]per imbiancarla col gesso e poi dipingerla, meglio disse faresti, dipingerla prima ed imbiancarla poi. Richiesto della differenza trà Rafaelle e Titiano, rispose che l'opera di Titiano erano dipinte al diletto, e quelle di Rafaelle à meraviglia. Bisogna informarsi delli suoi dissegni bellissimi trà le mani del sig.r Lelio Orsini Prencipe di Nerola. Morì medesimamente come Rafaelle all'anno 1609 all'età di 49 anni, e fù sepolto nella Ritonda appresso Rafaelle, il quale haveva tanto imitato in vita: havea fatto il suo primo studio nell'opere di Correggio, poi di Titiano, ed alla fine di Rafaelle, delli quali havea fatto il più bel misto del mondo. Frà l'altre sue bellissime opere descritte nel Bellorio p 83. sono anche, la bellissima figura di danae, giacente ignuda per la pioggia d'oro, opera bellissima donata dal Prencipe D. Camillo Pamphili alla Ser.ma Christina Regina di Svecia: altre se ne vedono alla Villa Aldobrandina su'l Quirinale e nella villa borghese. Altre piccole se n0ammirano nelle Reggie Camere in Parigi, come S. Stefano, la predica di S. Giovanni, la figa in Egitto con la Vergine. Appresso il Sig:r de Liancourt deve essere il bellissimo piccolo quadro del presepio copiato dal Domenichino, del quale l'originale non si ritrova, io credo che sia quellop del S:r Marchese d'Antrive. Sono anche due bellissimi quadri di mano sua in Parigi nello studio del Sig:r di Nua. Le stampe di mano di An: Carracci sono nominate nel Bellori p: 87.88. Frà altri quadri del Card: Farnese di mano sua è il più bello la Venere doriente ed il giuoco de gli amori. Bellori p: 89.90.91.92. Gli suoi discepoli sono stati Fra: Albani. Gu: Reni. Domenico Zampieri. Gio. Lanfranco. Antonio Carracci etc.


[p. 168 modifica]Agostino Carracci Pittore Bolognese

Nacque l'anno 1558 circa dui anni prima di annibale; oltra le pitture che fecè colli fratelli insieme colorì nelle case de Sig.ri Favi un Giove di chiaro scuro molto bello, nella case dell'Abbate S. Pieri, Hercole che aiuta Atlante à sostenere il mondo. Mà quello ch'eternamente rende commendabile il suo nome è la tavola della Communione di S. Girolamo nella Segreteria di S. Michele; essempio ed opera frà le più lodevole della moderma pittura. Vede tutta l'applicatione nel Bellori, ove anche sono nominate tutte le stampe, ch'à intagliato. Conversò molto col Tintoretto, e con Paolo Veronese, intagliò alcune delle loro tavole più famose, ed alcune del Correggio. Dipinse anche in Bologna nella Chiesa di S. Bartolomeo del Reno la Capella de Sig:ri Gessi, come anche à S. Salvatore di porta nuova la vergine sollevata sopra Coro di Angeli. Fecè la Diana, che scende dal cielo à vagheggiare Endimione, per lo Sig.r Gullielmo Riario. Dal Prencipe Farnese fù impiegato à dipinger in Parma una camera nel Casino della Fontana, la quale è molto bella, ov'in un vano, che per la sua morte restò a dietro, si vede una inscrittione de lui. Dipinse anche S. Pietro che piange il suo peccato, morì l'anno 1602. all'età di anni 43, hebbe doppo la sua morte un Catafalco superbo.


[p. 170 modifica]Il Domenichino Bolognese pittore ed Architetto

Nacque l'anno 1581, esprimeva gli affetti meravigliosamente, si che destava i moti, e moveva i sensi: fù discepolo di Lodovico Carracci, poi frequentò la Scuola di Annibale in Roma, ivi fece la morte di Adone ucciso dal cinghiale: à S. Pietro in Vincoli si vede il suo bel quadro della carceratione di S. Pietro. A S. Honofrio ha dipinto il tre lunette del portico esteriore: in casa di Agucchi è il bellissimo suo quadro di Susanna. Fù inviato à Frescati à dipinger à fresco la stanza di Apolline, ove dispose dieci favole. Per la Capella della Badia di Grotta Ferrata dipinse li miracoli di S. Nilo Abbate, in varii quadri à fresco sommamente belli, deescritti nel Bellorio ampiamente dalla pag 296. sino 301. Ritornatosene à Roma fù impiegato à colorir à fresco una camera con le favole di Diana nel Castello di Bassano, ove all'hora Fr: Albano dipingeva la Galleria del Marchese Giustiniani. Finita quest'opera, comminciò in Roma il bellissimo quadro della flagellatione di S. Andrea, che si vede à S. Gregorio: poi fece il quadro di S. Geronimo della Carità colla communione di S. Girolamo, molto bene descritto nel Bellorio p. 305. fino 308, stimato dal Ruffino il più bel quadro di Roma, doppo quello di Rafaelle della transfiguratione, fù pagato questo quadro solamente con 50 scudi. Nel Palazzo del Sig:r Marchese Costaguti in piazza Giudea dipinse la verità discoperta dal tempo. Á S. Luigi di Francesi la Capella di S.ta Cecilia colle historie [p. 172 modifica]in cinque vani al fresco: à S.ta Maria in Transtevere l'Assunta della Vergine. Fù poi condotto à Fano, ove dipinse tutta la sontuosa Capella del Sig.r Guido Nolfi nel Duomo. Ritornò poi à Bologna ove si maritò, e dipinse la Madonna del Rosario in S. Giovanni in Monte, ed il Martirio di S. Agnese nella Chiesa di S. Agnese in Campo S. Antonio. Fù richiamato à Roma, ove dipinse à S. Andrea della Valle gli 4 Evangelisti, figure alte circa pal:mi, con la testudina della tribuna: laquale fornita applicossi alli quattro tondi nella Capella del Card: Bandini in S. Silvestro à monte Cavallo. Poi dipinse à S. Carlo Catenari le quattro virtà cardinali. Andò à Napoli, ove hebbe tanti disgusti, che se nè ritornò presto a Roma, ove stette un anno, mà poi fù obbligato di ritornar à Napoli, ove doppo mille disgratie morì l'anno 1641, all'età di 60 anni. Esprimeva in tutte le sue opere fino all'anima ed alla mente: ha anche fatto due altri gran quadri in Roma come la vergine sedente in seggio d'oro sopr'un'ara di marmo à S. Petronio. Il Martirio di S. Sebastiano nella Basilica Vaticana. Dipinse per lo Card: Borghese una Sibilla, ed un quadrogrande della caccia di Diana con le Ninfe, ed è opera stupenda; appresso al Sig:r Carlo Moratti si vedono molti suoi dissegni e cartoni, mà il più stupendo è quello dell'Assunta, alzata in gloria d'Angeli avanti il Dio Eterno, e Giesu Christo con lo Spirito Santo.


[p. 174 modifica]Giovanni Lanfranco Parmeggiano Pittore

Fù discepolo di Agostino Carracci, imitò il Correggio, si condusse à Roma nella scuola di Annibale Carracci, ivi fece varii quadri, particolarmente al Card: Sannesio nel suo Casino al Borgo S. Spirito, ritornatosene alla patria dipinse à Piacenza in S. Maria di Piazza, anche nella chiesa di S. Nazzaro, nel Duomo, nella chiesa di S. Lorenzo. Tornatosene à Roma diede mano al bellissimo quadro delle Monache di S. Giuseppe, poi alla Capella dei Sig:ri Buongiovanni in S. Agostino; poi gli fù data la Cuppola di S. Andrea della Valle, ove rappresentò l'assunta della vergine, ove le figure principali sono incirca 30 pal:mi. Nella med:ma chiesa è di sua mano il Beato Andrea figurato in habito sacerdotale. Ha anche fatto la tavola dell'Altare Maggiore alla chiesa de Capuccini, come anche quella della natività di Christo. Dipinse poi la Capella del sagramento nella Basilica di S. Paolo fuori le mura di Roma. Dopo fù eletto ad una delle tavole grandi della Basilica Vaticana, ed in essa figurò S. Pietro, che cammina sopra i flusti dell'acqua tempestosi. Colorì anche à fresco la Capella del Crocifisso, poi à S. Giovanni de Fiorentini. Hà anche dipinto nel palazzo del Card. Ginnasio alle botteghe scure, nel vicino palazzo d'Asdrubale Mattheis ed anche nel palazzo del Sig:r Marchese Castagnuti. Andò à Napoli e dipinse molte storie nella chiesa del Giesù, ritornò à Roma, dipinse la tribuna à S. Carlo Catenari e morì, lanno 1647 all'età di 66 anni. Dipinse nella villa Borghesia gli Dei à fresco nella loggia, per la villa di Frescati il Polifemo, nella villa Peretti in Roma due ovati belli. Borgognone fù suo discepolo.


[p. 176 modifica]Michel Angelo da Caravaggio pittore

Havea una maniera da dipingere, ch'acconsentiva alla sua Fisionomia ed aspetto, era egli di color fosco, ed havea foschi li occhi, nere le ciglia ed i capelli, e tale riuscì ancora naturalmente nel suo dipingere. La prima maniera dolce e pura di colorire fù la migliore, essendosi avanzato in essa al supremo merito, e mostratosi con gran lode ottimo coloritore Lombardo: Ma egli trascorse poi nell'altra oscura, tiratovi dal proprio temperamento, come nè costumi ancora era torbido e contentioso; gli convenne però prima lasciar Milano, e la patria, doppo fù costretto à fuggire di Roma (per haver'ammazzato un'huomo alla pallacorda), e di malta, ove havea ricevuto la Croce di Cavaliere, poi ascondersi per la Sicilia, pericolare in Napoli, e morire disgratiatamente nella spiaggia à Porto Hercole nell'anno 1509, volendosene ritornar'a Roma, Le sue opere, che si vedono in Roma sono nel palazzo del Prencipe Pamfilio, e nelle camere del Card: Antonio Barberini, come anche nel palazzo del card: Pio: in una Capella in S. Luigi da Francesi, nella chiesa di S. Agostino. Trà le sue migliori opere si tiene meritamente in istima la depositione di Christo nella Chiesa nuova dè Padri dell'Oratorio. nella chiesa della Madonna del Popolo la Crocifissione di S. Pietro, e la conversione di S. Paolo, due quadri laterali. Vede Bellori nella Sua vita.


[p. 178 modifica]Nicolo Pussino pittore Francese

nacque l'anno 1594 dalla nobile famiglia de Pussini in Piccardia, andò a Roma l'anno 1624, ivi viveva in compagnia col Francesco Fiammengo Scultore. Fù impiegato dal Card: Barberini à dipingere la morte di Germanico, soggetto tragico, con forza di affetto e di colorito il più eccellente, che si possa vedere, poi per la presa di Gierusalemme coll'Imperatore Tito vittorioso. Fece alla Basilica Vaticana nella tribuna sinistra una delle trè tavole minori, ove rappresentò il martirio di S.to Erasmo, ove ha scritto il suo proprio nome. Poi dipinse l'istoria de Filistei à Dio puniti à morte col morbo de gli azotii. Per il Commendatore Cassiano del Pozzo suo principale padrono fece gli sette Sagramenti. Fece anche per lui il Battesimo con S. Giovanni, che battezza il popolo. Per il Sig.r Amadeo del Pozzo colorì due histori, la sommersione di Faraone, e l'adoratione del Vitello. Mandò à Giacomo pittore e suo amorevole amico, il quadro dell'acqua nel deserto, del quale tengo il suo dissegno, fece anche questa historia, per lo Signore Gigli con differente inventione. Dipinse per il Card: di Richelieu quattro Baccanali, ed un trionfo di Nettuno. Poi richiamato à Parigi stette due anni à risolversi, fin che il Sig:r di Chantelon venuto à Roma lo incaminò seco à Parigi. Dipinse per il Card: il quadro del padre Eterno, come commanda a Moysè, che vada à liberar [p. 180 modifica]il suo popolo, poi la verità sostentata dal tempo, contro l'invidia e la maledizione. Diede poi compimento alla tavola di S. Gennaro, in circa l'instituzione del Santissimo Sagramento. Fornì nella chiesa del Noviziato da P.P. Giesuiti la tavola del miracolo di S. Fr: Xaverio. Doppo l'assenza di due anni giunse in Roma, con promessadata di tornare in breve à parigi: dipinse la stupenda tavola dell'estrema untione, molto bene descritta dal Bellorio pag: 432. Morì l'anno 1665, all'età di 71 anni: efù sepolto à S. Lorenzo in Lucina. Hà anche fatto varii altri quadri, come la transformatione de fiori. La tintura del Coralbo. Apolline inammorato di Dafne. Dafne fuggitiva. Gli amori dell'Aurora. Il Natale di Bacco, e la morte di Narciso. Achille in Sciro, Venere che dona l'arle ad Enea. Rinaldo ed Armida. Il Ballo della vita humana. la verità scoperta dal Tempo. La felicità soggetta alla morte. Medea. Il Ratto delle Sabine. Coriolano. Mosè bambino esposto nel fiume. Mosè bambino calpesta la corona di Faraone. Mosè ed Aron contro gli maghi Egittii. Rebecca al pozzo. Davide vittorioso di Golia. Il Giuditio di Salomone. L'adultera, Il cielo illuminato. La crocifissione di Christo. La morte di Safira. Il riposo della vergine nella fuga di Egitto. Piramo e Tisbe.


[p. 182 modifica]Pietro Paolo Rubens d'Anversa pittore.

Nacque in Anversa l'anno 1577 di famiglia molto civile, ed honorta, imparava à dissegnare in Anversa da Ottavio van Veen da Leiden pittore, poi ansò à Roma, e subito dipinse nella chiesa di S:ta Croce in Gierusalemme, entro la Capella di S:ta Elena, pii si condusse à Venetia, ove rivolse tutto il suo studio sopra Titiano e Paolo Veronese, onde tornato à Roma dipinse nella chiesa nuova de Padri dell'Oratorio il quadro dell'Altare Maggiore. Di Roma si transferì à Genova, e quivi fermossi più che in altro luogho d'Italia, nella chiesa del Giesu fece la tavola dell'Altare Maggiore con la circoncisione, e l'altro di S. Ignatio, che livera infermi e stropiati. Studò l'Architettura, e fece il suo libro de i palazzi di Genova. Poi se nè tornò alla patria, e dipinse nella chiesa di Burgh: in S. Domenico, alla Cathedrale, nella Chiesa de Padri Giesuiti, nella chiesa de Francescani, in S. Michele, in S. Agostino, come anche nell'Abbadia di S. Amante la lapidatione di S.to Stefano: per li Capuccini di Brusselles la bella inventione della pietà, nella med:ma citta nella chiesa de padri Domenicani, nella chiesa di S. Nicolo. Poi dipinse in Anversa per la Galleria di Luxenburgo in Parigi, la vita di Regina Maria de Medici,moglie di Enrico IV, comminciando dalla nascita sino la pace, e reintegratione col figliuolo, dopo la ritirata à Blois: sono in tutti 21 quadri ad olio, alti 12 piedi, e 9 larghi, di [p. 184 modifica]queste vede l'esplicatione nel Bellori dalla pag 226, fino 232. Dopo quest'opera fù chiamato in Ispagna l'anno 1623: ed al suo ritorno in Anversa fecè per il Rè Filippo IV molte pitture, come anche li quadri e gli cartoni per una muta di tapezzerie, tessute in Fiandra con soggetti sacri, cioè il Trionfo della nuova legge della chiesa, l'Idolatria abbattuta etc. fecè anche cartoni per li arazzi delle historie di Decio Console. Fù eletto Ambasciatore in Inghilterra per la pace, e passato à questo effetto in Ispagna,gli fù data dal rè la carica dell'Ambasciata, che gli sortì felicemente con l'esecutione della pace. Fù molto honorato dal Rè Carlo, erimunerato straordinariamente, il quale lo creo suo cavaliere. Onde nel Parlamento totlasi la spada dal fianco la pose à lui, e frà li doni gli diede un diamante, che il Rè ancora si levò dal dito, aggiuntovi un cintiglio di altri diamanti al valore di 10000 scudi. Ritornato doppo in Ispagna il Rè lo fece gentilhuomo della sua camera, con l'honore della chiave d'oro. Ritornato à Anversa vendè tutto il suo studio al Duca di Buckingan per cento mila fiorini. Morì all'età di 63 anni, all'anno 1640. Fù sepolto nella chiesa di S. Giacomo avanti l'Altare.


[p. 186 modifica]Antonio di Vandyck d’Anversa pittore

Nacque in Anversa l’anno 1599, fù discepolo di Rubens, alquale profittò ben cento fiorini il giorno colle sue fatiche, toltosene dal Maestro fece nella Chiesa di S. Domenico il quadro di Christo: poi partitosi dalla patria si fermò prima in Venetia tutto rivolto al colorito di Titiano e di Paolo Veronese: poi andò à Genova, laquale li era come patria, ove dipinse il Card: Bentivogli, ritratto, che si vede in Fiorenza nel palazzo Ducale. La Serenissima Regina di Svecia nè ha un bellissimo ritratto d’un Giovinetto della famiglia Imperiale. Andò poi in Sicilia, ove stette poco, poi ritornò in Genova e poco doppo in Fiandra, ove dipinse per la chiesa di S. Michele, per la chiesa di S. Francesco, ch’è frà le opere sue di maggiore stima: per le Suore di S. Domenico. À Brusselles fece molti ritratti, e dipinse tutto il Magistrato, nella Sala del palazzo della Giustitia. Chiamato al servitio del Rè Carlo a Londra, si andò, ove fece una infinità de ritratti e quadri grandi, teneva servi, carrozze, cavalli, suonatori, musici e buffoni, e con questi trattenimenti dava luogo à tutti li maggiori personaggi, allequali fecè apprestare tantissime vivande alla sua tavola con spesa di 30 scudi il giorno; era sommamente carrezzato dal Conte di Arondel, [p. 188 modifica]Signore studiosissimo delle belle arti. Al Cav: Digby dipingeva la sua consorte in forma della prudenza. Sopprimente varii vitii. Si compiacque tanto il Vandyck di questa inventione, che nè colori un altra mi picciolo, ancorche non intiera, e l’una e l’altra nelle rivolte d’Inghilterra fù transportata in Francia. Il Rè Carlo lo creò Cavaliere del Bagno, e volse, che facesse gli inventioni per le tapezzerie e arazzi del Gran Salone della Corte Reggia di Withal, gli quali havendo da essere tanto superbi, ch’il Sig:r Vandyck non dubitò domandare trecento mila scudi de suoi cartoni e pitture, che si dovevano fare per condurre le tapezzerie. Il quale prezzo parve eccessivo al Rè Carlo, e tuttavia si sarebbe aggiustato, se non si fosse interposta la morte di esso Vandyck l’anno 1641. all’età di 42 anni.