Giustino/Atto II

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Atto II

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Atto I Atto III
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ATTO SECONDO.

SCENA PRIMA.

Padiglione imperiale piantato dalle guardie 1, presso al quale si erige il trono per Anastasio ed Arianna.

Vitaliano e Polimante.

Polimante. Signor, dove t’inoltri? A noi non lice

Oltrepassar i termini prescritti
Alla nostra dimora.
Vitaliano.   Ho già risolto.
Qui vuo’, qual orator di me medesmo,
A Cesare parlar.

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Polimante.   Chi ci assicura.

Che non vi sia ha tanta gente un solo,
Che Vitalian2 in te ravvisi?
Vitaliano.   I Greci
Me non videro più da che3 ecc.</ref> sottratto
In fasce io fui nel dì della congiura
Dalle man di Zenone. In finte spoglie,
Con finto nome e simulati accenti,
Chi crederà che Vitalian si celi?
Polimante. E pur dar si potria...
Vitaliano.   Ma diasi. Alfine
Che avvenir mi potrà? Le armate genti,
Che col favor della già scorsa notte
Cautamente celammo, ad ogni evento
Pronte saranno in mia difesa.
Polimante.   È vero;
Ma perdona, signor; questo periglio
Evitar si potria4. I sensi tuoi
Fedelmente da me...
Vitaliano.   No, Polimante,
Tu non sai la cagion che qui mi guida.
Odio solo non è; v’ha parte amore
Nell’impresa ch’io tento.
Polimante.   Amor? qual mai
Beltà t’incatenò?
Vitaliano.   Mirala, e dimmi,
Se a ragione l’adoro. (gli mostra un ritratto
Polimante.   In ver, se nulla
Il pennello arbitrò, non vidi al mondo
Beltà maggior. Ma di sì bella immago5
L’original qual’è?
Vitaliano.   Del mio nemico
Eufemia la germana. Il cor m’accese

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Fama di sua virtù 6. Questo ritratto

Terminò di piagarmi.
Polimante.   E non chiedesti
Tu le nozze d’Arianna?
Vitaliano.   È ver, ma solo
Per conseguir colla sua destra il trono;
E offerte poi 7 alle mie luci ancora
Queste amor non avea bellezze rare.
Ora Eufemia sol bramo. Io chiederolla
In isposa al germano, e fra’ progetti 8
Della pace futura, il primo o il solo
Questo sarà; nè dubitar vogl’io
Che Anastasio mi sdegni aver cognato,
O che Eufemia s’opponga al mio desire.
Polimante. Ma tu che aspiri di Bisanzio al trono,
Arresti il corso alla gloriosa impresa
Per sì lieve cagion? Deh! Vitaliano,
Torna in te stesso.
Vitaliano.   No, non lusingarti
Ch’io trascuri di dar al core amante
Un sì dolce conforto.
Polimante.   E se il superbo
Imperator niega di darla?
Vitaliano.   Allora
Proverà l’ira mia. Giuro dal trono
Balzar esso ed Arianna, e a suo dispetto
Eufemia posseder.
Polimante.   Ah! 9 non ti fossi
Acceso mai di questo amor! Pavento
Qualche tragico fine. Ecco le guardie.
Ritiriamci, signor 10; non ci ritrovi

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Cesare qui. Ti è noto pur; non lice

Prevenir 11 il suo cenno.
Vitaliano.   Ebben, si attenda 12
Dove credi opportuno. (si ritira
Polimante.   È ver pur troppo
Che più ragion non soffre aver per guida
Chi ai deliri d’amor si getta in preda.
(si ritira con Vitaliano

SCENA II.

Anastasio, Amanzio e guardie 13. L’esercito schierato in ordine.

Amanzio. Signor, qual imponesti, ecco su l’armi

L’esercito schierato.
Anastasio.   Or l’oratore
Venga, e s’ascolti. Ma dov’è la sposa?
Arianna dov’è?
Amanzio.   Testé la vidi
Col novello campion da sola a solo.
Anastasio. Con Giustin?
Amanzio.   Con Giustino.
Anastasio.   Ebbe il garzone
Le militari spoglie? Ebbe la spada?
Amanzio. L’ebbe, signor; Grecia n’esulta, e spera
Da sì forte campion la sua fortuna.
Anastasio. T’intendo, Amanzio; non schernir chi merta
Di Cesare la stima.
Amanzio.   A che, signore,
Dunque non doni al valoroso eroe
Il supremo dell’armi alto comando?
Anastasio. D’uopo in questo non ho de’ tuoi consigli.
Se il grado a te donai di primo duce,
Non ne abusar.

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Amanzio.   Di mia costante fede

Prove diedi finor 14. Così foss’egli
Fido colui che al tuo favore inalzi!
Rammenta che chi nacque in rozza cuna,
Esser grato non sa 15.
Anastasio.   Che temer deggio?
A che puote aspirar garzon che appena
Esce dal nulla?
Amanzio.   Egli possiede 16 appieno
L’arte ria di sedur l’alme più schive 17.
Appena Eufemia tua germana il vide,
Tosto di lui si accese. Or fu veduto
Favellar con Arianna in cotal guisa,
Che mormorar le stesse guardie. È vano,
È superbo costui18. Chi sa sin dove
Alzi le mire sue? Signor, perdona
Se spiacevole cosa io ti rammento.
Sai che Arianna guidotti a questo trono
Contro il parer de’ Bizantini19, ed io
Ti fei strada all’impero. Il cor di donna
Sai pur quanto è soggetto a cangiamenti 20.
Chi t’assicura21 che la stess’Arianna22
Che monarca ti fe’, non ti tradisca?
Altro non fu che amor che consigliolla
A preferirti altrui. Se un altro amore
Indi al cor le parlasse, ove fondata
Saria tua sicurezza? Ell’averebhe 23
Seguito assai maggior nell’abbassarti,
Di quel ch’ebbe a guidarti al Greco soglio.
Deh! pensaci. Costui giovane audace
Ben favella, ha bel volto, e grazia affetta.

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Chi sa? Potria sedurla. Ah! se gli riesce

D’innamorarla, invan rimedio al male
Porger vorrai. La donna innamorata
Non conosce ragion. Ciechi trasporti
Produce in lei la rea passione; aspira
Solo ad esser contenta, e non ricusa,
Per compiacer al24 suo novello amante,
Sagrificar padre, marito, e figli.
Anastasio. Quai sospetti odiosi25 in sen mi desti?
Conosco Arianna, e di Giustin non temo.
Amanzio. Vogliano i Dei che tu a pentir non t’abbia
D’aver a’ detti miei negata fede26.
Ma vedi Augusta: la tua sposa vedi
In abito viril27, e seco il fido,
L’innocente Giustino.

SCENA III.

Arianna in abito virile, Giustino da guerriero e detti.

Anastasio.   Augusta, e come

In viril spoglia?
Arianna.   Io vuo’ seguirti al campo;
Esser teco vogl’io fida compagna
Del tuo destin, del tuo voler28, e quando
Lo decretin gli Dei, del tuo morire.
Anastasio. Ma Giustin perchè teco?
Arianna.   Il valoroso
Garzon che miri, in compagnia m’elessi.
Egli mi scorterà.
Anastasio.   No, no; destino
Ad altr’uso il suo braccio.

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Amanzio.   (Ah non tel dissi?

Preme troppo ad Arianna il suo campione).
(ad Anastasio
Giustino. Signor, dovunque il cenno tuo mi guidi,
Lieto n’andrò. Ma ben più lieto allora,
Che maggior 29 il cimento esser comprenda 30.
Anastasio. Amanzio, venga l’orator nemico.
Udiam prima i suoi detti 31. (vanno in trono
Amanzio.   Olà, ti scosta, (a Giustino
Non lice ad uomo vil starsi presente
Quando Cesare è in trono, e quando a lui
Favellar deve un messaggier reale.32

SCENA IV.

Anastasio, Arianna in trono, Giustino in disparte. Guardie e soldati.

Arianna. Ha sempre la virtù de’ gran nemici.

Amanzio odia Giustino.
Anastasio.   Odiarlo invano
Egli potrà, purché sia fido.
Giustino.   (Oh stelle!
Indegno io son di rimaner fra questi.
Che pur son, qual son io, servi d’Augusto?)
Deh! monarca clemente, a me concedi
Fra la turba restar de’ tuoi guerrieri.
Anastasio. Restane pur, se vuoi.
Giustino.   M’è ignoto ancora
Come favellin gli oratori 33 al trono;
Se mai per tuo comando all’alto grado

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Scielto 34 foss’io, mi gioverà a tal atto 35

Esser stato presente.
Anastasio.   Eccedon troppo
Di Giustino le mire. (ad Arianna
Arianna.   Ad opre eccelse
Forse a tuo pro lo destinaro i Numi.
Anastasio. Ah! non vorrei che il tuo36 soverchio affetto
Temerario il rendesse. (ad Arianna
Arianna.   Invan ciò temi, (ad Anastasio
Accoppiar37 l’umiltà suole all’ardire.
Anastasio. (Troppo Arianna l’esalta. Avrò ben io
Cura maggior per rilevarne il vero).


SCENA V.




Vitaliano in figura d’ambasciatore di se medesimo,
Polimante, Amanzio e detti.



Vitaliano. Augusta, eccelsa, di Zenon già sposa
Degna di Grecia imperatrice 38, e degna
Che il mondo tutto a te tributi, e serva:
E tu sposo di lei, che l’alto grado
Avesti dal suo amor, di Vitaliano,
Che ad entrambi per me salute invia.
Piacciavi i sensi udire, e ciò che pensa
Il di lui cor, sol della pace amico.
(siedono Vitaliano e Polimante
Arianna. Pria che t’inoltri, sappi 39 che Anastasio
È Augusto, qual son io; ch’ei di Zenone
È il successor; che all’alto grado io solo,
Consigliata non già da cieco amore,
L’elessi, ma giustizia al di lui merto
Feci nel dargli la metà del trono.

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Sappi ciò, poi favella.

Anastasio.   Aggiungi pure,
Che qualunque mi sia40, valor che basta
Ho per difender mie ragioni al soglio.
Vitaliano. A rinnovar41 gli antichi sdegni ed onte42
Non mandommi il mio re. Pace desia,
Pace v’offre per me. Scacciar dal trono
Non pretende Anastasio, anzi desia
Contro chi l’odia e lo vorrebbe oppresso,
Sostenerlo coll’armi. Egli si scorda,
Che Arianna da Zenone abbi43 carpita
Negli oscuri di vita estremi istanti
L’autorità di dar di Grecia al soglio
Il successor. Sì, Vitalian si scorda
Che sorda Arianna alle di lui richieste,
L’abbia posposto ad Anastasio. Il torto
È pubblico però. Sa il mondo tutto
Che Vitalian de’ Cesari è retaggio;
Ch’ei giustamente a questo trono aspira,
Da cui balzar potea Zenone ancora.
E chi non sa che Vitalian bambino
Da Bisanzio fuggì nel dì fatale,
In cui fu trucidato un suo germano?
Chi non sa che lontano ei fu tenuto 44
Temendo che da’ suoi congiunti e amici
Vendicato non fosse? Ma Zenone
Nelle vene chiudea Cesareo sangue,
E soffrialo Bisanzio. Or freme, e seco
La Grecia tutta, nel mirare al soglio
Un vassallo inalzato; e al trono vostro
Giunte pur troppo ne saran le strida.
Ma frema pur 45. Di Vitalian la forza,
Unita a voi, farà tremar qualunque

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Spirto di ribellion. Tre sono i patti

Che a voi propone il mio signor46 in prezzo
Della pace che v’offre. Il primo è questo:
Cesare Vitalian, qual voi, s’appelli,
E abbia parte, qual voi, nel Greco impero:
Ei non ricuserà seder sul trono
Con Anastasio. Ecco il secondo: a lui
L’Asia che soggiogò col suo valore,
Non si contenda, e di ragion privata
Si dichiari da voi, finche riunito
L’impero sia di Vitalian ne’ figli.
Ora il terzo dirò, non preveduto,
Non sperato da voi: diasi d’Eufemia
La destra a Vitaliano; ei la richiede
Perchè l’ama, e la sua virtude apprezza 47,
Per far più saldo della pace il nodo,
E per dar forse d’Anastasio al sangue
Fregio che ancor non ebbe. I patti udiste.
Or le minaccie, ricusando, udite.
Mille e mille guerrieri ei guida seco
Verso Bisanzio. A voi torrà l’impero,
E forse anco 48 la vita. Eufemia stessa
In suo potere avrà, stragi 49 inaudite
Di voi facendo e de’ seguaci vostri.
Pace o guerra eleggete: e l’una e l’altra
Piace al mio re, quando a voi piaccia. Ho detto.
Anastasio. Oh tu, che ad un ribelle il nome dai
Di signor 50 e di re, riporta ad esso
Con quanta sofferenza abbia Anastasio
Uditi i sensi tuoi. Digli ch’io regno,
Perchè a me di regnar concesse il dritto
Chi dar poteami51 a suo piacere il trono.
Digli che di regnar non è sol degno

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Chi ha di sangue regai carche le vene,

Ma chi ha virtù per regolar l’impero,
Ma chi ha valor per sostenerne il peso.
Dar si può che vi sian de’ Greci infidi,
Ch’odiano veder me52 su questo trono,
Ma non è ver che Vitalian sospiri
Grecia per suo monarca. Io crederei
Onta far ai vassalli, ad un ribelle
Dando il Cesareo fregio, ed una parte
Di questo eccelso e venerando alloro.
Ei con fasto superbo a me richiede
La germana in consorte, e dar pretende
Un fregio al sangue mio che ancor non ebbe?
Presuntuosa inchiesta! 53 A lui rispondi.
Che onta54 farei al sangue mio, la destra
Dando d’Eufemia ad un fellon ribelle55.
Indarno aspira a questo soglio, indarno
Alle nozze d’Eufemia, e indarno spera
Posseder lungamente la rapita
Parte dell’Asia nostra. I suoi 56 guerrieri
Sono al doppio de’ miei57, ma un sol di questi
Val per due de’ ribelli. Ecco risposto
D’un temerario alle minacce e ai patti.
Vitaliano. (Contenermi non posso). (piano a Polimante
Polimante.   (Ah! se ti scopri.
Sei perduto, signor; frena lo sdegno).
(piano a Vitaliano
Arianna. Disse Anastasio il meno. A me s’aspetta
La risposta compir. Come! Si ardisce
Me imputar di rapina? Io di Zenone
Sedussi il cor nelle agonie di morte?
Menti; ciò non è ver. Del mio Zenone
Ecco la volontà. Di propria mano

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Questo foglio ei vergò. Vedi, se tanto

Negli oscuri58 di vita ultimi istanti
Puote un uomo che muore. Amanzio, leggi.
(dà il foglio ad Amanzio
Amanzio. Poiché mi niega un successore il Cielo
Aver del letto mio, questo fia scielto59
Dal volere d’Arianna, allorché i Dei
Troncato avran della mia vita il filo.

Arianna. Scielsi 60 dunque Anastasio, e scielsi in lui
AI gran Zenone il successor più degno.
Amanzio. Augusta, il foglio altro contien.
Arianna.   Sì, leggi;
E tu trema in udir ciò che Zenone (a Vitaliano
Qui lasciò scritto, e a Vitalian riporta,
Che scorgerà61 sovra di lui compiuto 62
L’augusto cenno.
Polimante.   (Il mio timor s’accresce).
Amanzio. La mia corona e la fatal mia spada
Fra le ceneri mie siano serbate,
E diansi in premio a chi trarrà dal mondo
Il ribelle più rio che l’Asia infesta.

Arianna. Udisti? Di Zenon quella è la tomba;
Ivi stan chiuse le sublimi spoglie,
Spoglie dovute a chi averà la gloria
Di trar dal mondo Vitalian superbo.
Vitaliano. Basta, non più. Se Vitalian qui fosse,
Tanto non s’ardiria. Saran fra poco
Quelle spoglie trofeo del mio signore.
Vi pentirete un dì d’aver sì male
Corrisposto al suo amor. Fra brev’istanti 63
Attendetelo pur fra quelle mura
Vincitor, trionfante: 64 allora invano
Chiederete pietà.

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Anastasio.   Vanne, dicesti

Troppo sin’ora, e troppo abbiam sofferto.
La ragion delle genti or ti preserva
Dal nostro sdegno. Ma viltà sarebbe
Tollerarti di più. Vanne, e di’ 65 pure
A Vitalian che venga; e che s’affretti,
Che l’attendiam 66; e se a venir ritarda,
Noi vedrà assalitori. Omai la Grecia
Dee respirar; stanchi di sofferirlo
Sono gli giusti Dei. Cadrà l’indegno,
E la sua morte d’Anastasio al sangue
Un fregio recherà, che ancor non ebbe.
(parte con Amanzio e guardie

SCENA VI.

Arianna, Vitaliano, Polimante, Giustino, soldati e guardie.

Vitaliano. (Insulti ancor?)

Polimante.   (Ma soffri).
Arianna.   Il traditore (a Vitaliano
Volea le nozze mie? Pria di sposarlo
Morta sarei; val d’Anastasio il core
Più d’un impero. Digli67 pur che68 l’odio;
Che l’oclierò sino ch’io viva, e lieta
Non sarò s’io non veggo a un’asta in cima
Del ribelle crudel la indegna 69 testa.
(parte, e dopo essa 70 tutto l’esercito, fuorché Giustino

SCENA VII.

Vitauano, Poumante e Giustino.

Polimante. (Quante volte per te, signor 71, tremai!)

(piano a Vitaliano 72

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Vitaliano. (Mi contenei con troppa pena). (piano a Polimante73

Giustino.   (Oh stelle!
Dunque d’Eufemia è Vitaliano amante? (in disparte
Ah! chi sa se gli è noto, e se il 74 gradisce?)
Polimante. (Signor, perchè non parti?) (a Vitaliano
Vitaliano.   (Io dilungarmi
Da 75 qui non so senza veder76 Eufemia).
(piano a Polimante77
Polimante. (Amor è cieco; ei guideratti in seno
Del precipizio). (come sopra78
Giustino.   (Ma che fan costoro?
Che pretendon di più? Cesare troppo
Clemente fu. 79 Io non avrei cotanto
Lor baldanza sofferto). (mirandoli con sdegno80
Vitaliano. (Chi è colui (a Polimante
Che noi rimira e fra sè parla?) (come sopra81
Polimante.   (Il vidi
Fra le guardie d’Augusto). (come sopra
Vitaliano.   (Ei delle guardie
Dunque sarà). (come sopra
Giustino.   (Parlan di me). da si
Vitaliano.   (Seconda
Una impresa che82 tento). (a Polimante
Polimante.   (Ah! che far tenti?83)
Vitaliano. (Costui sedurre, ed involare Eufemia).
Polimante. (Or sì che siam perduti).
Vitaliano.   Amico, posso
Libero favellarti? (a Giustino
Giustino.   Io non ricuso
Udire i detti tuoi.
Vitaliano.   Servi Anastasio?

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Giustino. Lo servo.

Vitaliano.   Ed in qual grado?
Giustino.   Oggi vestite
Ho quest’armi che vedi, e sono appena
Degli ultimi84 guerrieri.
Vitaliano.9 Hai nel tuo volto
Un fasto ch’è maggior del tuo destino; 85
Secondarlo desio. Ti farò grande,
Sol che d’esserlo86 aspiri.
Giustino.   E chi potrebbe
Ricusar mai di migliorar sua sorte?
(Scoprasi pur se d’ingannarmi ei tenta).
Polimante. (Ah che amore l’acceca!87
Vitaliano.   (Il primo colpo
Invano non vibrai). Conosci Eufemia?
Giustino. La conosco, signor.
Vitaliano.   Trovasi al campo?
Giustino. Del german nelle tende ella dimora.
Vitaliano. Odi; niuno ci ascolta.88 Io ti prometto
Di Vitalian, del mio signore in nome,
Oro, gemme, tesori, e se d’onori89
Vago tu sei, gradi sublimi, e quanto
Chieder cauto saprai, a solo prezzo
Che tu Eufemia rapisca, e in mio potere
Per te sia resa. La ventura notte
Opportuna sarà. S’oro 90 fia uopo
Distribuire a’ tuoi compagni, io quanto
Chiederai, ne darò. Vedi: cotesata
Sarà la tua fortuna. Vitaliano
Al Greco soglio salirà; tu allora
Il merto avrai colla donzella illustre
D’averla fatta imperatrice, e in Grecia

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Non sarawi di te l’uom più felice.

Giustino. (Scoperto ho assai).
Vitaliano.   Tu taci? Non ti affidi91,
O paventi l’azzardo?
Giustino.   Io non pavento;
Che perigli maggiori ho superato 92.
Ma perdona, signor. Chi m’assicura
Che Vitalian ciò brami?93 e che poi voglia
Darmi l’alta mercè che tu prometti?
Vitaliano. Non credi al labbro mio?
Giustino.   Potria cangiarsi
Il core del tuo re.
Vitaliano.   Se Vitaliano
A te parlasse, il crederesti?
Giustino.   Allora
Fede gli presterei94.
Vitaliano.   Dunque m’ascolta...
(guarda d’intorno
Polimante. (Che mai dirà?)
Vitaliano.   L’arcano a te si fidi.
Sappi...
Polimante.   (Signor...) (piano a Vitaliano
Vitaliano.   Che Vitaliano stesso 95...
Polimante. (Ahimè! Che fai?) (a Vitaliano
Vitaliano.   Che Vitalian si cela
In un dei due che qui presenti or miri.
Giustino. Ah I mentitori, ah scellerati 96, adunque
A ingannarci veniste? E chi di voi
È il ribelle infedel?
Polimante.   (Signor, t’accheta.
(piano a Vitaliano
Salva la vita tua). Rispetta, audace, (a Giustino

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Un augusto monarca97. Io son quel desso.

Giustino. In mal punto il dicesti. Or questo ferro
Ti svenerà. (impugna la spada
Vitaliano.   Lascia... (vuol metter mano
Polimante.   No, no, io solo (lo trattiene
Saprò punir quel temerario. (Ah parti.
Salvati per pietà; co’ tuoi guerrieri
Torna poscia opportuno). (piano a Vitaliano
Vitaliano.   (O fido amico,
M’arrendo al tuo voler. Parto; m’attendi)98, parte

SCENA VIII.

Giustino e Polimante.

Giustino. Codardo, non hai cor di cimentarti?

O il ferro impugna, o ti trafiggo inerme.
Polimante. Eccomi a te: non temo, no; sol duolmi
Con tal pugnar ch’è di me indegno.
Giustino.   Il braccio
Deciderà quale di noi più vaglia.
Valor si estima, e non fortuna cieca.
Vieni, se hai 99 core.
Polimante.   Eccomi pronto. All’armi.
(Si battono. Polimante cade; Giustino l’afferra per la mano, e gli sta sopra 100 in atto di ucciderlo.
Giustino. Cadesti alfin.
Polimante.   Me sventurato!
Giustino.   Indegno,
Morir tu dei.
Polimante.   Frena un momento solo
Il cieco tuo furor 101. Io Vitaliano,

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Qual mi finsi, non sono, e tal mi finsi

Per sottrar dal periglio il mio signore.
In cui guidollo sconsigliato affetto.
Non pavento il morir; ma non vogl’io
La fama del mio re macchiar morendo
Col suo bel nome in fronte. Or che di questo
Spogliato io son, e che 102 al signor la vita
Cautamente serbai, moro103 contento.104
Svenami, se lo brami, eccoti il petto.
Giustino. Alma sì generosa io non credei
Fra ribelli trovar. No, non è degno
Vitaliano di te. Vivi, e rammenta
Ch’è mio don la tua vita. Io non son vago
Dell’altrui sangue105, e molto men di quello
Che racchiude un eroe dentro le vene.
Ah! dov’è Vitaliano? Il petto indegno
Passar vorrei con questo ferro. Ah l’empio
Mi fuggì; si nascose. A lui ritorna:
Digli ch’io son Giustino; ch’io nel campo
Lo cercherò; che tema il mio valore;
E se del mio valor ti ricercasse.
Dir gli potrai che il conoscesti a prova. parte
Polimante. Piò del valor la tua virtude estimo106;
Donar la vita è un’opra che i mortali
Uguali fa 107 nella clemenza ai Numi.


Fine dell’Atto Secondo.


Note

  1. Nell'autografo del Goldoni si legge: Dalle Guardie viene piantato l'Imperial Padiglione ecc.
  2. Ms.: Vitaliano.
  3. Ms.: Me non viddero più dacché.
  4. Ms.: poteva.
  5. Ms.: imago.
  6. Nel ms. c’é punto e virgole.
  7. Ms.: E poi offerte.
  8. Ms.: proggetti.
  9. Dopo le interiezioni Ah, oh, deh non segue mai, nell’autografo goldoniano, il punto esclamativo, nè la virgola.
  10. È ormai superfluo avvertire che le parole Signor, Germano, Sposa, Corsone, Duce, Trono, Fede, e altre moltissime hanno sempre, nell’autografo del Goldoni, l’iniziale maiuscola.
  11. Ms.: prevenire.
  12. Ms.: s’attenda.
  13. Ms.: Amanzio, Guardie.
  14. Ms.: fin’or.
  15. Nell’autografo era scritto prima: Esser fido non può; ma queste parole furono dall’autore stesso cancellate e sostituite da quelle che si leggono nell’ed. Zatta.
  16. Ms.: possede.
  17. Ms.: gl’umani affetti.
  18. Nel ms. c’è punto e virgola.
  19. Così nel ms.; nell’ed’ Zatta: Bisantini.
  20. Ms.: Sai pur quanto soggetto è ai cangiamenti.
  21. Ms.: ti assicura.
  22. Ms.: la stessa Arianna.
  23. Ms.: Ella averebbe
  24. Ms.: il.
  25. Ms.: importuni.
  26. Ms.: ai detti miei fede negata.
  27. Ms.: virile.
  28. Ms.: valore.
  29. Ms.: maggiore.
  30. Nell’autografo era scritto potrebbe, ma poi fu cassato.
  31. Ms.: Udiam, Sposa, i tuoi detti.
  32. Questa didascalia ch’è nell’autografo, manca nell’ed. Zatta.
  33. Ms.: gl’oratori.
  34. Ms.: Scelto.
  35. Ms.: a far atto»
  36. Ms.: mio»
  37. Ms.: accopiar»
  38. Nel ms., qui e sempre: Imperatrice.
  39. Ms.: Sappi, pria che t’inoltri.
  40. Ms.: t’ mi sia.
  41. Ms.: rinovar.
  42. Ms.: e l’onte'.
  43. Ms.: abbia.
  44. Ms.: che tenuto ei fu lontano.
  45. Nel ms. c’è punto e virgola.
  46. Ms.: Signore.
  47. Ms.: perche (sic) sua virtù apprezza.
  48. Ms.: fors’anco’.
  49. Ms.: straggi.
  50. Ms.: Signore.
  51. Ms.: poteva’.
  52. Ms.: me veder.
  53. Ms.: Presontuosa ricchiesta!
  54. Ms.: Ch’onta.
  55. Ms.: a un traditore, a un empio.
  56. Ms.: miei.
  57. Ms.: suol.
  58. Ms.: Negl’oscuri.
  59. Ms.: scelto.
  60. Ms.: Scelsi.
  61. Ms.: vederà.
  62. Ms.: compito.
  63. Ms.: instanti.
  64. Ms.: vittorioso.
  65. Nel ms. e nell’ed. Zatta: di.
  66. Ms.: attendiamo.
  67. Così il ms.; nell’ed. Zatta: Dille.
  68. Ms.: Ch’io.
  69. Ms.: l’Indegna.
  70. Ms.: Arianna parte, e dopo di essa ecc.
  71. Ms.: Signor, per te ecc.
  72. Non c’è nell’autografo questa didascalia.
  73. Non c’è nell’autografo.
  74. Ms.: se l'è noto, e sel' ecc.
  75. Ms.: Di.
  76. Ms.: vedere.
  77. Non c’è nel ms.
  78. Non c’è nel ms.
  79. Nel ms. punto e virgola.
  80. Non c’è nel ms.
  81. Non c’è nel ms. queata didascalia, nè le tre altre che seguono immediatamente qui sotto.
  82. Ms.: Un’impresa ch’io ecc.
  83. Ms.: pensi?
  84. Ms.: Degl'ultimi.
  85. Nel ms. c’è punto fermo.
  86. Ms.: ad esserlo.
  87. Ms.: accieca.
  88. Nel ms. c’è punto e virgola.
  89. Ms.: onore.
  90. Ms.: Se oro.
  91. Ms.: l’affidi.
  92. Ms.: superati.
  93. Nel ms. c’è qui una semplice virgola.
  94. Così il ms.; nell’ed. Zatta: prestarci.
  95. Ms.: istesso.
  96. Ms.: scelerati
  97. Ms.: Un Monarca glorioso.
  98. I segni della parentesi si trovano nel ms.; mancano nell’ed. Zatta.
  99. Ms.: s’hai.
  100. Ms.: gli stà sopra col ferro in atto ecc.
  101. Ms.: L’orgoglioso tuo sdegno.
  102. Ms.: Spogliato i’ son, che ecc.
  103. Ms.: morrò.
  104. Nel ms. c’è punto e virgola.
  105. Seguivano nel ms. queste parole, cassate poi dall’autore: e la virtude apprezzo.
  106. Ms.: Ma più del tuo valor tua virtù estimo.
  107. Ms.: Uguagliar può.