L'oceano del cuore/Seconda sintesi

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Seconda sintesi

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Seconda sintesi

LA CAMERA NAUTICA

La camera nautica del «Dante» colle pareti bianche coperte di carte geografiche e astronomiche. In fondo a destra una porta senza battente chiusa da una pesante portiera di cuoio. Nella parete di sinistra una porta il cui battente si apre nell’appartamento del Comandante. Contro la parete del fondo la tavola che porta la carta di rotta illuminata da una lampada potente coperta da un paralume tondo e basso.

La voce di Canepa

Ecco a destra Sirio!... Davanti Canopo! Abbandoniamo la Grande Orsa. Saremo presto sotto la Croce del Sud!

Palumbo

chino sulla carta di rotta, a Gilberti che entra:

Novità?

Gilberti

Una novità importante!... Abbiamo un passeggero di più!... Abbiamo un... [p. 226 modifica]

Palumbo

scattando:

Come? Come?

Gilberti

La signora Roule non si chiama Roule.

Giacalone

facendo capolino dietro Gilberti:

La vera signora Roule che la Compagnia ci aveva annunciata con carte e passaporto regolari non si è imbarcata. La falsa signora Roule venne a saperlo e se ne servì per imbarcarsi nascondendo le sue vere generalità. Noi siamo però in regola perché il mancato imbarco della signora Roule non ci è stato notificato dalla Compagnia.

Palumbo

Non sono d’accordo con voi, poiché a bordo non dobbiamo avere che i passeggeri fissati dalla Compagnia alla partenza. E chi è quest’altra signora?

Palumbo

Credo sia una signora dell’alta società parigina. Parla però il francese piuttosto male.

Palumbo

Pregatela di venir qui subito.

Escono Gilberti e il Commissario. Palumbo si china di nuovo sulla carta di rotta e riprende i suoi calcoli sul compasso. Si sente battere l’uscio.

Avanti.

Maccaluso

Due radiogrammi, signor comandante. [p. 227 modifica]

Palumbo

apre i due radiogrammi; li legge, scatta, li rilegge, li mette in tasca, batte con rabbia il pugno sulla tavola, poi si mette a passeggiare - nervosissimo. Entra la falsa signora Roule vestita di nero seguita da Gilberti e dal Commissario:

Buon giorno, signora. So perfettamente a chi ho l’onore di parlare.

S. A. Simonetta

con un movimento di angoscia irrefrenabile:

No, non è possibile.

Palumbo

Si, ho l’onore di parlare a Sua Altezza Simonetta di Spagna. Debbo aggiungere che la sua presenza a bordo mi contraria molto. Se io dovessi ubbidire al mio istinto... Comprende? Se io dovessi ubbidire al mio istinto... io la deporrei sul primo scoglio che incontreremo! Perché io... io sono un umile e fedele servo della Compagnia. Le leggi della Compagnia parlano chiaro. Non si deve per nessuna ragione al mondo ospitare a bordo passeggeri ignorati dalla Compagnia e non muniti di biglietto. Quando una simile disgrazia accade bisogna sbarcare l’intruso o l’intrusa al più presto, in qualsiasi luogo... anche all’inferno!...

S. A. Simonetta

con voce tremante:

Le domando perdono, signor comandante, per ciò che ho fatto. Ma creda non potevo agire diversamente. Ho il dovere di raggiungere al più presto Montevideo. [p. 228 modifica]

Palumbo

Mi dispiace, Altezza, ma proprio a Montevideo lei non potrà scendere.

S. A. Simonetta

inquietissima:

Perché? Perché? Perché?

Palumbo

Ho ricevuto poco fa due radiogrammi con ordini precisi.

S. A. Simonetta

Da chi?

Palumbo

Da Sua Maestà il Re e da Sua Eccellenza il Presidente del Consiglio!...

S. A. Simonetta

colpita da questa notizia sembra quasi svenire ma si ripiglia e chinando la testa:

Ma non potrò neanche sapere il perché di questo divieto?

Palumbo

Lei dovrebbe averlo già indovinato. La sua regale famiglia vuole impedirle di entrare in convento. Trovo molto logica questa loro volontà. I miei ossequi, Altezza. (A Gilbertf) Accompagnate Sua Altezza Simonetta nella sua cabina.

S. A. Simonetta esce seguita da Gilberti e da Giacalone.

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Giacalone

ricomparendo tra i battenti della porta:

Signor comandante, credo sia troppo tardi ormai per nasconderla ai passeggeri della classe di lusso. Sono tutti al corrente del famoso mistero. Molti l’hanno avvicinata. Nessuno le ha mancato di rispetto. Anzi tutti la riveriscono e si inchinano al suo passaggio.

Palumbo

Sta bene. Voglio però che Sua Altezza non parli con nessuno. Deve, intendi, rimanere chiusa nella sua cabina. (Una pausa) e la terza classe sa qualcosa?

Giacalone

Penso che la terza classe ignori il fatto.

Gilberti

Ne siete sicuro?

Giacalone

Non angosciatevi, comandante, vado ad occuparmi seriamente della faccenda.

Giacalone esce.

Gilberti

entrando:

Sua Altezza Simonetta è chiusa nella sua cabina.

Palumbo

Fa molto caldo nella sua cabina?

Gilberti

Caldo torrido anche quando i ventilatori funzionano! [p. 230 modifica]

Palumbo

Pregate Sua Altezza di tornare qui.

Gilberti esce.

Canepa

Il faro delle Canarie è visibile.

Palumbo

scatta sentendo battere alla porta:

Avanti! Che c’è? (Prende dalle mani di Maccaluso due radiogrammi, ne apre uno e lo legge a Canepa) Una inglese... domanda un consiglio al nostro medico:... il modo di curare una bambina caduta e feritasi sulla testa... Mezza morta. Dite al dottore di rispondere subito... (Apre il secondo radiogramma) E’ facile... Facile comandare a distanza! (Rileggendo il radiogramma ad alta voce) Impedire ad ogni costo che la nuova passeggera parti coi passeggeri. La terrò responsabile.(Sgualcisce furiosamente il radiogramma e lo intasca. Poi si volta di scatto sentendo un brusio dietro la portiera di cuoio) Silenzio! Per Dio silenzio! Chi alza la voce?

Canepa

alza la portiera di cuoio guarda fuori e rientra:

Sono dei passeggeri che domandano di parlare al comandante.

Due passeggeri

premuti da altri che vorrebbero entrare si affacciano sollevando la portiera di cuoio:

Scusi, scusi, signor comandante. Una parola. Una sola parola. [p. 231 modifica]

Palumbo

battendo il pugno sulla carta da rotta:

No! No! No! Non si entra qui. Non posso ricevervi. Non accetto deputazioni. Ritiratevi, scendete, e, uno per volta, mandatemi la vostra carta da visita. (Alzando la voce) Che nessuno rimanga sul ponte di comando! Vi è un cancello con una scritta: Riservato al comando! Chi non sa l’italiano lo impari!

Brusio di persone che parlottano allontanandosi.

Wull

sollevando la portiera di cuoio, con tono umile e presentando la carta da visita:

Signor comandante...

Palumbo

Buon giorno, signor Wull. Mi dispiace. So già ciò che lei desidera. Non posso transigere. Ordini superiori mi vietano di lasciare sbarcare Sua Altezza Simonetta a Montevideo. Gradisca...

Wull

Scusi, signor comandante. Mi permetta di dirle due parole. Io penso che si fanno molte cose più o meno giuste a bordo, tutte a sua insaputa.

Palumbo

No! Signor Wull, sono informatissimo, sempre, giorno e notte.

Wull

In nome dell’ordine hanno vietato a Sua Altezza di parlare con noi e l’hanno imprigionata. [p. 232 modifica]

Palumbo

Cosa ha detto? Imprigionata? Lei non sa la lingua italiana. Si serva di un’altra parola più precisa.

Wull

Mi sono sbagliato, signor comandante... Volevo dire chiusa... chiusa nella sua cabina dove... fra parentesi, il caldo minaccia seriamente la sua fragile salute...

Palumbo

Sono al corrente. Ho già provveduto. Grazie. Ha altro da domandare? Buon giorno.

Wull

ritirandosi:

Lei esagera, signor comandante. Buon giorno.

Anna De Vita

sollevando la portiera di cuoio:

Signor Comandante... Siamo molti passeggeri della classe di lusso a pregarla...

Palumbo

caricaturando le voci imploranti dei passeggeri:

In nome delle grandi tradizioni americane di libertà... (Scattando) Ma, illustre signora, io non sono americano! Sono europeo! Ho delle leggi e delle tradizioni europee. (A Dorville, che, dietro la signora De Vita solleva la tenda) [p. 233 modifica] Obbedisco alla Compagnia. (Un lungo silenzio) Anzi obbedisco a Sua Maestà il Re e a Sua Eccellenza il Presidente del Consiglio. Non posso esaudire le vostre preghiere. I miei ossequi. (Wull, Dorville e la signora De Vita escono alzando la tenda e urtandosi con Canepa che entra in fretta) Uff! Uff! Uff!...

Canepa

Signor comandante, la terza classe chiacchiera un po’ troppo. Tutti discutono prò e contro Sua Altezza Simonetta

Vocio confuso.

Palumbo

Sento! Sento!... Finiranno per farmi perdere la calma. Andate giù, Canapa; e dite loro energicamente che non posso permettere queste dispute ad alta voce.

Canepa alza la portiera di cuoio ed esce inchinandosi dinanzi a Sua Altezza che entra seguita da Gilberti.

Palumbo

Buongiorno, Altezza, la prego di accomodarsi. Ho saputo che oggi il caldo è torrido nella sua cabina. Qui si sta meglio, non le pare?

S. A. Simonetta

Io non mi sono affatto lamentata, signor comandante. Se lei mi ha fatto chiamare perché io non soffra più il caldo, le domando il permesso di rientrare subito nella mia cabina.

Palumbo

No! No! Io la prego di fermarsi qui. Lei può venire qui quando vuole. E’ un grande piacere conversare con lei. [p. 234 modifica] Lei parla molto bene... (un lungo silenzio)... come parlano le sante in paradiso... Ciò sia detto senza ironia, tanto più che noi lupi di mare ignoriamo l’ironia. Io non so parlare con le sante, ma ascolto attentamente. Mi dica, dunque, Altezza, il suo pensiero. Lei ha proprio deciso di scendere a Montevideo?

S. A. Simonetta

Le mie buone sorelle del Sacro Cuore mi aspettano ansiosamente. Non voglio deludere il loro affetto. Unico affetto che riscaldi ancora la mia vita tutta votata a Dio.

Palumbo

E l’affetto della sua regale famiglia? E l’affetto di sua madre?

S.A. Simonetta

Mia madre si è sforzata di uscire dal mio cuore il giorno in cui si è opposta alla mia vocazione. Ma il mio cuore che conosce tutte le fedeltà la tiene eternamente chiusa in sé.

Palumbo

reprimendo un’evidente commozione:

Debbo notare un fatto strano. Appena lei è giunta qui nella camera nautica come per incanto si è fatto il silenzio nella terza classe. (A Canepa) L’avete notato anche voi, Canepa?

Canepa

Si, signor comandante.

Palumbo

Un silenzio assoluto. [p. 235 modifica]

S.A. Simonetta

Non assoluto! Ascoltate bene. Non gridano più, ma pregano.

Una lunga pausa in cui si sente un brusio sommesso di litanie.

Palumbo

Pregano per lei!

S.A. Simonetta

s’inginocchia mentre Palumbo agitato con scatti d’ira repressi si avvicina alla carta di rotta, poi entra nel suo appartamento. S. A. Simonetta rimane inginocchiata immobile. Gilberti e Canepa entrano escono col cannocchiale e il sestante in mano. Gilberti, dopo aver fatto dei moti dì insofferenza per il caldo torrido, rovescia in alto la portiera di cuoio agganciandone un lembo. La camera nautica viene invasa dalla dolcezza bluastra della notte stellare che allaga il ponte di comando vetrato. Tutto è impreciso sognante e sognato salvo il cerchio luminoso che la lampada coperta dal suo tondo paralume imprime sulla carta di rotta.

Pregano per tutti noi!

Sipario lentissimo