Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti sua consorte/Sonetti del Signor avvocato Gio. Felice Zappi
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Sonetti del Signor avvocato Gio. Felice Zappi
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SONETTI
DEL SIGNOR AVVOCATO
GIAMBATT. FELICE ZAPPI.
Indice
I. Quand’io men vò verso l'ascrea montagna
II. O della stirpe dell’invitto Marte
III. Che far potea la sventurata, e sola
IV. O luccioletta, che di quà dall’Orno
V. Chi è costui, che in sì gran pietra scolto
VI. Alfin col teschio d’atro sangue intriso
VII. O pellegrin, che in questa selva il piede
VIII. Quel dì, che al Soglio il gran Clemente ascese
IX. Ardo per Filli. Ella non sa, non ode
X. Per far serti ad Alnano io veggio ir pronte
XI. Poichè dell’empio Trace alle rapine
XII. Io veggio entro una bassa e vil Capanna
XIII. Morte, il tuo fero artiglio in van si stende
XIV. Talora io parlo a un colle a un rivo a un fiore
XV. Il Gondolier, sebben la notte imbruna
XVI. Questi è il gran Raffaello. Ecco l’idea
XVII. S’è ver ch’ogn’Uom intègro era da pria
XVIII. In van resisti: un saldo core e fido
XIX. O Violetta bella, che ti stai
XX. Quando Matilde al suo sepolcro accanto
XXI. Stassi di Cipro in su la piaggia amena
XXII. Un Cestellin di paglie un dì tessea
XXIII. Al Tribunal d’Amore un dì n’andai
XXIV. Quando per girne al Ciel di morte a scherno
XXV. Ecco il Parnaso: ecco gli allori, e il biondo
XXVI. Tal mi fè piaga un Garzon fero e rio
XXVII. E qual sul Tebro pellegrina e rada
XXVIII. Sognai sul far dell’Alba, e mi parea
XXIX. La prima volta, che io m’avvenni in quella
XXX. Un giorno a’ miei pensier disse il cor mio
XXXI. Signor, tutto dell’Asia il Popol empio
XXXII. Nacque a Tirinto ier, (che gaudio ha il core!)
XXXIII. La prisca Roma del sepolcro fuore
XXXIV. Sotto mi cadde quel destrier feroce
XXXV. A governar di Pietro il sacro legno
XXXVI. Che se tornar dopo tant’anni e tant
XXXVII. Due ninfe emule al volto, e a la favella
XXXVIII. In quell’età ch’io misurar solea
XXXIX. Vago, leggiadro, caro Bambolino
XL. Vincesti o Carlo. D’atro sangue impura
XLI. Chi è costui, che in sì gran pietra scolto
XLII. Dalla più pura, e più leggiadra stella
XLIII. Questo è il dì, che nel Cielo il Sol vestissi
XLIV. Cento vezzosi pargoletti Amori
XLV. Illustre Duce che i trionfi tuoi
Traduzione dell’antecedente sonetto di Gaetano Manfroni
XLVI. Tornami a mente quella trista, e nera
XLVII. Nasce l’illustre Ciro, e nasce appena
XLVIII. Presso è il dì che cangiato il destin rio
XLIX. Che si farà di questa ampia Antonina
L. D’allor che adorna l’eliconia gente
LI. Anime illustri, il cui gran nome in queste
LII. Viva l’Augusto Carlo. Oppressa e vinta
LIII. Amor s’asside alla mia Filli accanto
LIV. Io veggio, ahimè, che il biondo crin s’annegra
LV. Lucido sol che non derivi altronde