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[[File:Photo of Matilde Serao.jpg|70px|right|link=Autore:Matilde Serao]] |
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<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">Tre sono i personaggi di questa istoria d’amore: Paolo Herz, Luisa Cima e Chérie. Malgrado il suo cognome tedesco, Paolo Herz è italiano, di madre e di padre italiani, delle provincie meridionali. Veramente, non è inutile aggiungere che l’avo paterno di Paolo era tedesco. Questo nonno aveva lasciato la Germania in piccolissima età, emigrando in Italia: qui era cresciuto, aveva lavorato ad accrescere la sostanza famigliare e il decoro del nome Herz: quì si era ammogliato con una italiana, e aveva procreato dei figli. Così i legami con la patria di origine, almeno quelli esteriori, si eran venuti col tempo, con la lontananza, rallentando e poi, più tardi, sciogliendosi: tanto che gli Herz sembrava non conservassero più nessuna traccia nordica nel temperamento e nel carattere.</div> |
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== 21 luglio == |
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[[File:Neera Anna Zuccari Radius.jpg|70px|right|link=Autore:Neera]] |
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<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">Alla Stazione Centrale; ore sette del mattino; nebbia. Effetto di luce scialba sulla tettoia di metallo. Un ''brougham'' che si allontana. |
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{{Sc|Gigi Ghieri}}. ''(trentasette anni, alto, ben fatto, barba intera, profilo corretto, espressione indecisa; occhiali: abito blu, uose di panno color pan bruciato, soprabito idem, cappello a cencio, guanti grigi)''. Hai freddo? |
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{{Sc|Sofia}}. ''(magrolina, elegante, simpatica; lungo ulster color lontra foderato di rosso, tocco di lontra, manicotto di lontra, guanti scamosciati color lontra, un piccolo velo che copre gli occhi, taglia a mezzo il nasino e lascia tutta scoperta la bocca; ventiquattro anni)''. Freddo? Che idea ch’io possa aver freddo oggi? |
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Entrano nella sala d’aspetto di prima classe, lugubre come il teatro Filodrammatico in un giorno di conferenza. Sofia continua a masticare la singolare domanda di suo marito. Freddo? nel primo giorno di nozze? È distratta piuttosto, è vaporosa; perduta la coscienza del proprio essere le pare di trovarsi nei panni di un’altra. Ieri appena, fanciulla; oggi, sposa. Ieri al di là dell’abisso, oggi al di qua. Ma e l’abisso? dov’è…</div> |
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[[Fotografie matrimoniali/I|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]] |
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== 28 luglio == |
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[[File:Neera Anna Zuccari Radius.jpg|70px|right|link=Autore:Neera]] |
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<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">''IL CONCETTO MATERIALISTA NELLA FELICITÀ'' |
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Sulla tomba di [[Autore:John Ruskin|Ruskin]] è stato detto che la specie di religione da esso fondata, più che religione della Bellezza il di cui culto può restare solitario, fu religione dell’Armonia, la quale ha una ben più vasta portata sociale. |
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Così si ristabilisce un po’ d’ordine nell’elevato concetto della Bellezza, materializzato e immiserito da una pleiade di sedicenti esteti che vogliono imprigionare la Bellezza in date forme e farne il monopolio di pochi privilegiati a cui dovrebbe accarezzare i sensi raffinati e freddi; mentre nella significazione di Ruskin e di qualche altra anima ardente la vera bellezza, la bellezza ideale fecondatrice, larga di felicità agli uomini, non è la sensazione, squisita se si vuole ma povera, che un capolavoro d’arte dà agli iniziati o la sensazione più grossolana ed egualmente fredda degli appetiti soddisfatti; non infine un tributo che dalle cose viene a noi, sibbene una scintilla che dall’animo nostro partendo si slancia verso le cose e le comprende e le ama. Mi spiegherò meglio con un esempio.</div> |
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[[Le idee di una donna/Il concetto materialista nella felicità|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]] |
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== 4 agosto == |
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<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">Il 18 Marzo 1907, a mezzogiorno (data per me memorabile), ero allo scrittoio, completamente immerso nello studio dell’organizzazione ferroviaria nord-americana. In quel tempo mi dedicavo con passione ai problemi della strada ferrata, ne scrivevo e ne parlavo, pascevo il mio spirito di regolamenti e di orari nazionali ed esteri. All’improvviso una lunga scampanellata del telefono, posato proprio sul mio tavolo da lavoro, mi strappò violentemente dalle reti ferroviarie degli Stati Uniti. |
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— Pronto! Con chi parlo? |
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— Buongiorno — riconobbi subito la voce di {{Wl|Q1236274|Luigi Albertini}}, Direttore del ''Corriere della Sera''. — Ho assoluto bisogno di parlarle; venga da me. |
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— Subito? |
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— All’istante. |
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— Corro.</div> |
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[[La metà del mondo vista da un'automobile/I|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]] |
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== 11 agosto == |
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[[File:Grazia Deledda 1926.jpg|70px|right|link=Autore:Grazia Deledda]] |
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<div style="font-family:Georgia,Times New Roman,Times,serif; text-align:justify">'''I MARVU''' |
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<p>In un angolo della tavola da pranzo, che riflettendo la luce gialla del lume risplendeva come una lastra di rame, Diego e Maria giocavano appassionatamente a carte. Essi conoscevano a perfezione ogni partita, dalla scopa al tresette, dalla briscola al lanzichenecco e all’''asino'', e sempre giocavano, sino ad esaurirsi. Fuori imperversava il vento e gelava, tanto che il fuoco del camino e del braciere non bastavano a riscaldare il freddo ambiente della vasta stanza bianca, scarsamente arredata; ma i due giovanissimi giocatori non si accorgevano di nulla, non provavano freddo, non sentivano il vasto soffio del vento che scuoteva le inferriate e passava con un possente fruscìo come di mille giganti in corsa; e non pigliavano parte alla conversazione o meglio alle conversazioni. Giacchè la numerosa famiglia era divisa per la vasta stanza in altri tre gruppi distinti.</p></div> |
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[[Le tentazioni/I Marvu|<span class="mw-ui-button mw-ui-quiet">Continua a leggere</span>]] |
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== Testi successivi == |
== Testi successivi == |
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* {{Testo|Le Mille ed una Notti}} |
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* {{Testo|Ricordi di Parigi}} |
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* {{Testo|Il diavolo nell'ampolla}} |
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* {{Testo|Cristina}} |
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* {{Testo|Esilio}} |
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* {{Testo|Gl'italiani della Venezia Giulia}} |
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* {{Testo|Una porta d'Italia col Tedesco per portiere}} |
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* {{Testo|Fenomeni fisico-chimici dei corpi viventi}} |
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* {{Testo|Il Fiore delle Perle}} |
* {{Testo|Il Fiore delle Perle}} |
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* {{Testo|Come l'onda}} |
* {{Testo|Come l'onda}} |
Versione delle 12:15, 14 lug 2019
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20 gennaio
Il segreto dell'uomo solitario di Grazia Deledda (1921)
Subito si fermò, con un senso di curiosità misto a rabbia e ad angoscia; ricordava che Ghiana, la contadina che ogni tanto gli portava il latte e le uova da un cascinale delle colline, gli aveva appunto annunziato la vendita di quel terreno e la probabilità che ci venisse costrutta una casa.
Ecco dunque la minaccia avverarsi: i due uomini che misurano il prato facendo come a chi ha più lungo il passo, seguiti sull’erba dorata dal tramonto dalle loro ombre gigantesche, hanno l'aspetto di operai: quello più alto e tozzo, col viso d’un rosso mattone, è senza dubbio un capo-mastro; e il terreno è il più adatto dei dintorni per fabbricarci una casa: ombreggiato da un gruppo di pini e con un pozzo d’acqua potabile, è una vera oasi in quel deserto di sabbia e di scopeti che scende dalle colline a nord e va a perdersi nel mare. Solo un poco più giù verdeggia un altro mazzo d’alberi, ma bassi, stentati, tormentati dal vento marino.27 gennaio
Memoria intorno alla progettata strada a ruotaje di ferro in rapporto a Bergamo di Commissione Bottaini (1837)
3 febbraio
La mia vita, ricordi autobiografici di Ida Baccini (1904)
10 febbraio
Il grillo del focolare di Charles Dickens (1845), traduzione dall'inglese di Grazia Pierantoni Mancini (1869)
Non aveva ancora l’orologio finito di suonare e su di esso il piccolo mietitore menando a destra ed a manca la sua falce non aveva reciso più d’un mezzo jugero di fieno immaginario, che già il grillo si era fatto anch’esso della partita!
Che io di rado affermi le cose ognuno lo sa nè farei valere la mia opinione contro quella della signora Peribingle se non ne avessi le buone prove: niuno invero m’indurrebbe a tanto. Ma cotesta è quistione di fatto, e il fatto è appunto che il paiuolo incominciò almeno cinque minuti prima che il grillo desse segno di vita! Contradditemi ed io dirò dieci.17 febbraio
Considerazioni sul sentimento del sublime e del bello di Immanuel Kant (1764), traduzione dal tedesco di N. M. C. (1826)
10 marzo
Dal Trentino al Carso di Luigi Barzini (1917)
Venezia, 18 agosto 1916.
È l’ora in cui essi arrivano.
La luna è già alta sull’Isola di Sant’Elena e il suo chiarore si è disteso sulle acque; ha messo ai piedi degli edifici di Venezia la stessa opalescenza che è nel cielo. Venezia oscura si libra in una pallida e quieta serenità, naviga in un’atmosfera di sogno. È l’ora in cui essi arrivano.
Hanno bisogno del lume di luna. Le spiagge in queste serate si disegnano nere sul mare imbevuto di luce ed è facile, volando, trovare la rotta per piombare su Venezia. La ragione delle loro incursioni sulla Laguna, quasi quotidiane in questi giorni, è il plenilunio. Quando si presentano delle condizioni favorevoli per commettere degli atti abominevoli, bisognerebbe non essere austriaci per non commetterli. Le più belle notti veneziane sono ora notti di bombardamento. Sulla tranquillità profonda luminosa, dolce, fatata di Venezia, sulla sua pace mistica, fulmineamente la guerra irrompe col suo tumulto feroce. Tutta la città la aspetta adesso, muta, fiera, sdegnosa. Iersera non vennero, verranno questa sera. L’aria è limpida e calma: il tempo che ci vuole per dar battaglia ai monumenti.17 marzo
Favole di Esopo (Antichità), traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
DELLA VOLPE, ED IL LEOPARDO.
Una Volpe, ed un Leopardo vennero a lite insieme della bellezza, ed il Leopardo lodava la sua pelle di varj, e diversi colori, e la Volpe non potendo lodare la sua, disse: O quanto io son più bella di te, perchè, non il corpo, ma l’animo ho di varj, e diversi colori.
Sentenza della favola.
24 marzo
I Figli dell'Aria di Emilio Salgari (1904)
Le immense cupole a scaglie azzurre dai riflessi dorati dei giganteschi templi buddisti; i tetti gialli dal lampo acciecante degli sterminati palazzi della corte imperiale; i mille ghirigori di porcellana del tempio dello spirito marino che racchiude le tre incarnazioni del filosofo Laotsz; i candidi marmi del tempio del cielo; le tegole verdi del tempio della filosofia; la foresta immensa di guglie e d’antenne sostenenti mostruosi draghi dorati cigolanti alla brezza; le punte arcuate di metallo dorato delle torri, dei bastioni, delle muraglie enormi della città interdetta, scomparivano fra le brume della sera. Il fragore però che si ripercoteva in tutti gli angoli della città mostruosa, quel fragore sordo e prolungato prodotto dal movimento di tre milioni d’abitanti, dal rotolare di miriadi di carri e di carretti e dal galoppare di cavalli, quella sera non accennava a cessare, malgrado il proverbio cinese che dice: «la notte è fatta per dormire».
31 marzo
Il martirio dei monumenti di Ugo Ojetti (1918)
È un errore. Esso deriva, prima di tutto, dall’avere per troppi anni separato l’arte della vita, e considerato l’arte non più un bene e un bisogno di tutti, una continua e viva funzione sociale, un’espressione sincera del nostro carattere nazionale, un documento solenne e inconfutabile della nostra storia. Ce le avevano seppellite sotto l’erudizione le nostre statue, le nostre pitture, i nostri monumenti, prima di demolirceli a cannonate, questi nostri nemici occhialuti e maligni. Le saccate dietro le quali avete difese persino le porte del vostro Battistero e le statue del vostro Orsanmichele che, state tranquilli, nessuna ira nemica riuscirà mai a colpire, non sono tanto spesse ed ermetiche quanto quelle trincee e quelli sbarramenti di carte erudite con le quali esse erano ormai state escluse dal nostro godimento quotidiano, dalla nostra semplice ammirazione, dal nostro lieto orgoglio di italiani legati quasi da un’intimità familiare a quelle serene bellezze, sangue del nostro sangue, pietre dei nostri monti, volti della nostra razza, sorrisi della nostra fede.
14 aprile
La guerra dell'Italia spiegata al popolo di Unione generale degli Insegnanti (1916)
Lorenzo. — Buon giorno, signor Dottore.
Il medico. — Buon giorno, Lorenzo. Come si va?
Lorenzo. — Eh, signor Dottore, come si può andare, quando due figli grandi sono alla guerra e rimangono in casa tre giovinette e un ragazzo di otto anni? Male si va!
Il medico. — Pazienza, pazienza. I guai sono per tutti.
Lorenzo. — I guai sono per la povera gente.
Il medico. — Tu vedi che sono partiti insieme per la guerra i tuoi figli, il figlio del sindaco, il figlio e il genero del marchese…
Lorenzo. — Ma il marchese, se gli muore il figlio, ha sempre la stessa rendita.
Il medico. — Caro Lorenzo, un figlio è un figlio, per tutti; pel marchese come per te. Credi che il dolore d’un padre e d’una madre si misurano con le rendite o coi bisogni? Ai tempi nostri la guerra è una disgrazia che pesa su ogni classe di persone.21 aprile
Al fronte di Luigi Barzini (1915)
Ho vissuto i primi sei giorni della guerra sulla fronte friulana. Al settimo giorno tutte le persone che non abitano permanentemente quelle terre, giornalisti compresi, sono state invitate a ritirarsi. In questo momento e nelle condizioni attuali la misura è giustificata.
L’opinione pubblica non interpreti l’allontanamento della stampa dai campi di battaglia come un provvedimento di politica interna. Sento il dovere di dirlo subito, altamente, onestamente: il popolo non si lasci trascinare da quel fondo vago di diffidenza che è nel nostro carattere per immaginare che il momentaneo esilio dei corrispondenti dalla guerra abbia lo scopo di nascondere alla nazione dei possibili mali. Vi sono molte cose da nascondere, è vero, ma al nemico. E per celarle a lui bisogna celarle a tutti.28 aprile
5 maggio
Novelle rumene di Ion Luca Caragiale (1914), traduzione dal rumeno di Costantino Petrescu (1914)
Leiba Zibal, l’oste di Podeni, sta pensieroso ad un tavolo sotto la pergola davanti alla bottega, aspettando la diligenza che dovrebbe essere arrivata da molto tempo; c’è un ritardo di quasi un’ora.
È lunga e non troppo allegra la storia della vita di Zibal; ma così com’è, tormentato dalla febbre, è sempre un piacere per lui ricordare ad una ad una le vicende principali della sua vita.
Merciaiolo ambulante, rivendugliolo, sensale, qualche volta forse peggio, rigattiere, poi sarto e smacchiatore in un vicolo tristo di Iassi, tutto aveva tentato dopo l’accidente che gli aveva fatto perdere il suo posto di garzone in un grande negozio di vini.12 maggio
Le Mille ed una Notti di Anonimo (X secolo), traduzione dall'arabo di Antoine Galland, Eugène Destains, Antonio Francesco Falconetti (1852)
Dopo un lungo e glorioso regno, questo re esalava la grand’anima, e Schahriar salì al trono. L’altro fratello, escluso da ogni diritto d’eredità per le leggi dell’impero, e costretto a vivere come un semplice privato, invece di palesarsi invidioso della fortuna del maggiore, pose ogni studio a cattivarsene il favore; nè molto costògli a riuscirvi. Schahriar, già per natura incline ad amarlo, fu assai commosso dalla di lui compiacenza, e tanta stima ne concepiva, che volle farlo partecipe de’ suoi domini, affidandogli il governo della Grande Tartaria. Schahzenan andò tosto a pigliarne possesso, fissando dimora a Samarcanda, capitale del regno.
19 maggio
Ricordi di Parigi di Edmondo De Amicis (1879)
Eccomi preso daccapo a quest’immensa rete dorata, in cui ogni tanto bisogna cascare, volere o non volere. La prima volta ci restai quattro mesi, dibattendomi disperatamente, e benedissi il giorno che ne uscii. Ma vedo che la colpa era tutta mia, ora che ci ritorno
...composto a nobile quiete,
perchè guai a chi viene a Parigi troppo giovane, senza uno scopo fermo, colla testa in tumulto e colle tasche vuote! Ora vedo Parigi serenamente, e la vedo a traverso all’anima d’un caro amico, che mi fa risentire più vive e più fresche tutte le impressioni della prima volta.
Ed ecco quelle del primo giorno, come le può rendere una mente stanca e una penna presa ad imprestito dall’albergatore.26 maggio
Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi (1918)
— Mulattiere!
Al vicino, che gli chiedeva del suo servizio, rispose con l’impeto d’una coscienza aperta a tutti i doveri e a tutti i pericoli della carica. E per dimostrarne meglio la gravità, aggiunse:
— Addetto al vettovagliamento!
Anche la voce, forte, sonora, era espressione di vigoria.
— Di dove venite?
— Dal Trentino.
— E siete in licenza?
— Sì. Otto giorni di licenza straordinaria. Vado a casa a divertirmi.
Ora sorrise; ma l’ironia si adattava così male a quella sua faccia di uomo sano e florido e a quei suoi occhi chiariti dall’anima schietta e semplice, che gli ascoltatori rimasero incerti.2 giugno
Cristina di Matilde Serao (1908)
— Chi sarà? — pensava ella, aguzzando gli occhi.
Infine qualche cosa di bianco che si agitava, attirò la sua attenzione. Dietro la casa dei Marcorelli, a una piccola finestra di casa Fiorillo, una pezzuola si agitava, mossa da una mano.16 giugno
Chiama chiama — ed alcun non le risponde —
la Donna prigioniera nella Trappa:
dello spiraglio ai ferri ella s’aggrappa,
livida tra le sparse ciocche bionde:
notte e giorno, alba e vespro, estate e inverno,
chiama ed attende, chiama e spera, chiama
e piange: — taglia l’aria come lama
lo stridor vano del singhiozzo eterno.
“Sorella Anna, tu che insonne vegli
sulla torre più alta, e conti gli astri
e le nuvole in cielo, e i violastri
veli dell’alba cingi a’ tuoi capegli:
se è ver che la Speranza t’assomiglia
e che il tuo sguardo scorge oltre il mistero,
mira se lungi appaia un cavaliero
lanciato a corsa su disciolta briglia.
23 giugno
Gl'italiani della Venezia Giulia di Luigi Barzini (1915)
Se la statistica, la cui sincerità ufficiale non vogliamo mettere in dubbio, indica nelle sue cifre generali l’aumento della marea slava su quelle terre, la fisionomia e l’anima delle città sono finora immutate. La marea invade a preferenza i campi, mentre gl’italiani si mantengono compatti nei grossi centri. Nell’interno dell’Istria varie città sono già come delle grandi fortezze investite dall’invasione, ma verso il mare, ininterrottamente lungo le rive, dove si accumulano i tesori meravigliosi dell’arte, della cultura e della storia italiana, l’italianità è incontaminata, piena, generosa, ardente e fieramente combatte per la sua vita millenaria.
30 giugno
Una porta d'Italia col Tedesco per portiere di Luigi Barzini (1922)
Questo libro è stato pubblicato in rete dalla Biblioteca Comunale di Prato |
7 luglio
Fenomeni fisico-chimici dei corpi viventi di Carlo Matteucci (1844)
Troverete in Opere anche molto accreditate di Fisiologia, raccolte in quadri le differenze, le opposizioni dirò anzi, che si sono credute potere stabilire fra i corpi inorganici e i corpi organici. Troppo lungo sarei, e lo sarei inutilmente, se volessi qui intrattenervi del poco o niun valore di molte fra queste differenze. Gli animali e i vegetabili crescono per intususcepzione, i minerali per sovrapposizione; o ciò che torna l'istesso, nei primi due l’accrescimento si fa per sovrapposizione interna, negli altri per sovrapposizione esterna, e ciò perchè in quelli è nell’interno che trovasi il liquido che contiene disciolti gli elementi delle nuove formazioni, mentre negli altri questi elementi si trovano al di fuori. Si direbbe che i tubi che conducono le acque delle sorgenti, crescono come i vegetabili e gli animali, per ciò solo che sulle loro interne pareti si depone il carbonato calcare?
14 luglio
L'infedele di Matilde Serao (1897)
21 luglio
Fotografie matrimoniali - Farfalle nere e farfalle bianche di Neera (1900)
Gigi Ghieri. (trentasette anni, alto, ben fatto, barba intera, profilo corretto, espressione indecisa; occhiali: abito blu, uose di panno color pan bruciato, soprabito idem, cappello a cencio, guanti grigi). Hai freddo?
Sofia. (magrolina, elegante, simpatica; lungo ulster color lontra foderato di rosso, tocco di lontra, manicotto di lontra, guanti scamosciati color lontra, un piccolo velo che copre gli occhi, taglia a mezzo il nasino e lascia tutta scoperta la bocca; ventiquattro anni). Freddo? Che idea ch’io possa aver freddo oggi?
Entrano nella sala d’aspetto di prima classe, lugubre come il teatro Filodrammatico in un giorno di conferenza. Sofia continua a masticare la singolare domanda di suo marito. Freddo? nel primo giorno di nozze? È distratta piuttosto, è vaporosa; perduta la coscienza del proprio essere le pare di trovarsi nei panni di un’altra. Ieri appena, fanciulla; oggi, sposa. Ieri al di là dell’abisso, oggi al di qua. Ma e l’abisso? dov’è…28 luglio
Le idee di una donna di Neera (1904)
Sulla tomba di Ruskin è stato detto che la specie di religione da esso fondata, più che religione della Bellezza il di cui culto può restare solitario, fu religione dell’Armonia, la quale ha una ben più vasta portata sociale.
Così si ristabilisce un po’ d’ordine nell’elevato concetto della Bellezza, materializzato e immiserito da una pleiade di sedicenti esteti che vogliono imprigionare la Bellezza in date forme e farne il monopolio di pochi privilegiati a cui dovrebbe accarezzare i sensi raffinati e freddi; mentre nella significazione di Ruskin e di qualche altra anima ardente la vera bellezza, la bellezza ideale fecondatrice, larga di felicità agli uomini, non è la sensazione, squisita se si vuole ma povera, che un capolavoro d’arte dà agli iniziati o la sensazione più grossolana ed egualmente fredda degli appetiti soddisfatti; non infine un tributo che dalle cose viene a noi, sibbene una scintilla che dall’animo nostro partendo si slancia verso le cose e le comprende e le ama. Mi spiegherò meglio con un esempio.4 agosto
La metà del mondo vista da un'automobile di Luigi Barzini (1908)
— Pronto! Con chi parlo?
— Buongiorno — riconobbi subito la voce di Luigi Albertini, Direttore del Corriere della Sera. — Ho assoluto bisogno di parlarle; venga da me.
— Subito?
— All’istante.
— Corro.11 agosto
Le tentazioni di Grazia Deledda (1899)
In un angolo della tavola da pranzo, che riflettendo la luce gialla del lume risplendeva come una lastra di rame, Diego e Maria giocavano appassionatamente a carte. Essi conoscevano a perfezione ogni partita, dalla scopa al tresette, dalla briscola al lanzichenecco e all’asino, e sempre giocavano, sino ad esaurirsi. Fuori imperversava il vento e gelava, tanto che il fuoco del camino e del braciere non bastavano a riscaldare il freddo ambiente della vasta stanza bianca, scarsamente arredata; ma i due giovanissimi giocatori non si accorgevano di nulla, non provavano freddo, non sentivano il vasto soffio del vento che scuoteva le inferriate e passava con un possente fruscìo come di mille giganti in corsa; e non pigliavano parte alla conversazione o meglio alle conversazioni. Giacchè la numerosa famiglia era divisa per la vasta stanza in altri tre gruppi distinti.
Testi successivi
- Il Fiore delle Perle di Emilio Salgari (1901)
- Come l'onda di Luigi Capuana (1921)
- Il libro di mio figlio di Neera (1891)
- Duemila leghe sotto l'America di Emilio Salgari (1888)
- L'Argentina vista come è di Luigi Barzini (1902)
- La Donna e il suo nuovo cammino di Giannina Franciosi, Ester Danesi Traversari, Maria Loschi, Eloisa Battaglini, Lucy Re Bartlett, Emmelina De Renzis, Antonia Nitti Persico (1919)
- Lettere d'una viaggiatrice di Matilde Serao (1908)
- Marocco di Edmondo De Amicis (1877)
- Galateo insegnato alle fanciulle di Teresa De Gubernatis (1872)
- Giovani di Federigo Tozzi (1920)
- Meditazioni sull'Italia di Leo Ferrero (1939)
- Vita di Jacopo Durandi di Gaspare de Gregory (1817)
- Origine della lingua italiana di Luigi Morandi (1891)
- Regolamento del Real Collegio Liceo Cicognini
- Le Pastorali con un Discorso su la Buccolica di Alexander Pope (1709), traduzione dall'inglese di Emidio De' Vincenzi (1767)
- Amori moderni - Colomba di Grazia Deledda (1907)
- Metodo per eseguire sulla carta il fotogenico disegno di William Henry Fox Talbot (1839), traduzione dall'inglese di Gaetano Lomazzi (senza data)
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