Giuochi ginnastici raccolti e descritti per le scuole e il popolo/Parte seconda. Giuochi con la palla/Il giuoco del Calcio

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Il giuoco del Calcio

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Parte seconda. Giuochi con la palla Parte seconda. Giuochi con la palla - Palla a maglio
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I. IL GIUOCO DEL CALCIO.


(Ingl. Football. — Ted. Fussball. — Fr. La barette).


Il Calcio è un giuoco pubblico di due schiere di giovani a piedi e senz’arme, che gareggiano piacevolmente di far passare di posta oltre allo opposto termine un mediocre pallone a vento a fine d’onore.

G. De’ Bardi. — (an. 1580).1.


I. INTRODUZIONE.

Per le ricerche fatte da molti studiosi delle opere di Marziale, Polluce, Galeno, Ateneo, Eustazio e del Mercuriali2, s’è riconosciuto che i giuochi antichi dei Greci e dei Romani, detti Episciro, Fennida e Arpasto avevano molta somiglianza col giuoco italiano del Calcio, e [p. 30 modifica]si crede che questo abbia avuto origine da quelli. Parecchi pensano che i Romani nelle terre dove estesero il loro dominio, lasciassero, con le altre usanze, anche quelle dei loro giuochi, e che l’Arpasto derivasse il Calcio. In tal modo si spiega perchè questo giuoco potesse essere praticato in Inghilterra fino dall’anno 13493, e in Francia fino del 13874.

In Italia questo giuoco fu in gran voga specialmente al tempo dei Medici, come divertimento annuale e carnevalesco della città di Firenze, dalla quale prese l’appellativo di fiorentino (Florentinum Hàrpastum) e spettacolo solenne della nobiltà toscana nelle ricorrenze di feste principesche.

Dal discorso citato del Bardi si può apprendere, meglio che dallo Scaino5, come si faceva a quei tempi il Calcio, e quanta sia la differenza che passa fra il giuoco d’allora e quello moderno che gli corrisponde. Allora gli elementi principali del Calcio erano la corsa, la lotta e le pugna; ora gli è esclusivamente un giuoco di corsa: allora era un esercizio sopratutto spettacoloso, ora è un esercizio eminentemente igienico.

In principio del secolo XVIII esso scomparve dalle abitudini popolari italiane, ed ora ritorna in uso modificato razionalmente dagli Inglesi. Anche in Inghilterra da qualche secolo il Calcio (Football) non era più praticato, e solamente una trentina d’anni fa ricomparve fra gli studenti; i quali, per adattarlo alla scuola, gli apportarono via via delle modificazioni, alcune però secondo [p. 31 modifica]un certo punto di vista, altre secondo un altro, di modo che ne risultarono due forme di giuoco differenti.

Una, dal nome della città sede della scuola in cui venne regolato, si chiamò Football Rugby, e l’altra, dalla società costituitasi per diffonderlo, Football Association.

Il Football Rugby ha più somiglianza col Calcio antico, il Football Association è molto diverso. Nel primo si manda avanti la palla (ovale) coi piedi e si può portarla anche con le mani dentro la porta nemica; nel secondo la palla (rotonda) non viene mai toccata con le mani. In quello l’azione del portare la palla è impedita dagli avversari, ed è cagione di mischie e di zuffe, spesso funeste ai giocatori; in questo è proibito di toccare gli avversari.

Perciò il Rugby non viene compreso in questa raccolta: si accoglie invece il Calcio secondo il metodo dell’Association, dandogli il posto d’onore fra i giuochi scolastici, perchè, per i suoi effetti igienici e per il grande numero di giocatori che vi possono partecipare, è senza dubbio il più importante di tutti, e merita davvero le migliori cure da parte dei preposti all’educazione fisica della gioventù.


Reminiscenze letterarie del Calcio.M. Battista dell’Ottonaio (1482-1526). Canto del Calcio. Canti Carnascialeschi. Milano E. Sonzogno, 1883.

Bardi. — Op. cit.

Traiano Boccalini (1556-1613). Ragguagli di Parnaso. Rag. 43.

Ant. Maria Salvini. — Volgarizzamento della descrizione in versi del nobil giuoco del Calcio, composta da Giorgio Coresio.

A. M. Salvini (1653-1729). Qual nome antico sia più confacente al giuoco del Calcio. Dis. Accad. Tomo 6, Napoli 1780.

Filicaia (1642-1707). Sonetto 103.

F. D. Guerrazzi (1804-1873). L’Assedio di Firenze. Cap. 28. Il Calcio.


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TAVOLA VII.

Giuoco del Calcio.


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II. PREPARATIVI.

1. Il luogo (Tavola VII).

a) Terreno. Il terreno è una spianata rettangolare, messa possibilmente a prato, coi lati nella proporzione di due a tre. È opportuno che non sia più lunga di m. 180, nè più corta di m. 90. Una misura sufficiente per questo giuoco è di m. 110×74. b) Segni sul terreno. Sul piano del giuoco sono determinate le linee e gli altri segni seguenti6:

1. I confini laterali AB e CD (m. 110), detti segni del fallo,

2. I confini di fronte BD e AC (m. 74), detti segni del fondo.

3. Il segno del mezzo EF, e il centro del campo, G.

4. Le due linee HI e LM, dette segni del principio del giuoco, distanti 9 m. dal mezzo.

5. Le linee di punizione di rigore PQ e NO distanti 11 m. dai confini estremi.

6. I segni RS e TU, che rappresentano la larghezza della porta (m. 7.30).

7. Gli archi a, b, c, d, detti archi della porta, tracciati a m. 5,50 dai pali T,U,R,S. [p. 34 modifica]

8. Gli archi e,f,g,h, detti archi degli angoli, tracciati a un metro di distanza dai pali A,C,B,D.

c) Compartimenti. Il quadro EBDF forma un compartimento, e il quadro AEFC ne forma un altro.

2. L’occorrente per il giuoco.

a) Due Porte. Sul mezzo del confine di fronte (BD), nei punti R,S, sono piantati, a m. 7,30 fra loro, due pali grossi circa 6 cm. e sporgenti da terra almeno m. 2,50. All’altezza di m. 2,50 è tirata, da un palo all’altro, una corda bianca, la quale, insieme ai due pali, costituisce la così detta porta.

Un’altra porta è piantata sul confine opposto nei punti T,U.

b) Quattordici segnali. Gli angoli del campo e gli altri punti indicati col segno corrispondente al palo (Prel. I, pag. 3), sono contraddistinti da 14 pali o vanghette ecc. (Prel. III, 1, pag. 7).

c) Una palla da calcio. (Prel. III, A, b, 4.°, pag. 13).

d) Uno schizzatoio per gonfiarla.

e) I contrassegni. Tanti quanti sono i giocatori (Prel. III, 2, a o b, pag. 9 e 10).

f) Un cornetto per il Direttore.

g) Due fischietti per i Capipartito.

3. I giocatori.

a) Numero. Nelle gare ordinarie prendono parte al giuoco fino a 62 giocatori: in quelle d’importanza il numero prescritto è di 22. [p. 35 modifica]

b) Schieramento ordinario. Essendo i giocatori in 22, si dividono in due partiti eguali (Prel. V, 3, b), e ognuno, guidato dal proprio Capo, va ad occupare il compartimento che gli spetta (Prel. V, 4), schierandosi in quattro righe. La prima riga è quella più vicina al mezzo del campo e si compone di 5 giocatori detti Primi. La seconda riga è quella di dietro alla prima ed è formata di 3 giocatori chiamati Secondi. Due occupano la terza riga, e sono detti Terzi. L’ultimo sta nella quarta riga e ha il titolo di Custode.

Il Capopartito, che ha il titolo di Capitano, o sta nella quarta riga e disimpegna anche l’ufficio di Custode, oppure occupa il centro della seconda riga.

c) Essendo i giocatori in più di 11 per parte, si aggiungono alle prime tre righe in proporzione ai numeri indicati. In 21 si fanno due gruppi di 10 Primi, 6 Secondi e 5 Terzi. In 31 se ne fanno tre.

III. SCOPO DEL GIUOCO.

Ciascun partito, nello stesso tempo, si propone di cacciare, per mezzo di calci, la palla dentro la porta difesa dagli avversari, posta a tergo di essi. [p. 36 modifica]

IV. ANDAMENTO DEL GIUOCO.

1. Primo calcio.

a) Principio del giuoco. I due partiti sono schierati uno dirimpetto all’altro con la prima riga almeno a 9 m. dal segno del mezzo, come è indicato dalla Tav. VII.

Il Capo del partito che ha il diritto di cominciare il giuoco, ossia di dare il primo calcio, (Prel. V, 4), posa la palla sul centro del campo; poi chiede all’altro: Pronto? e quegli, quando tutti i suoi compagni sono preparati, risponde: Avanti! Subito dopo comincia il combattimento.

b) Primo calcio. Il partito che dà il primo calcio, prima che la palla sia colpita, può avanzare fino al mezzo del campo (EF) l’altro deve rimanere discosto da questo segno almeno 9 m.

c) Il primo calcio viene dato da fermo, in direzione della porta avversaria, e soltanto quando la palla è stata colpita, i giocatori possono muoversi dal loro posto.

2. Secondo calcio.

a) La palla non può venire toccata con le mani e con le braccia (9, e), ad eccezione dei casi 7, b; 8, b,e; 5, f; ma con le altre parti del corpo è permesso fare di tutto per arrestare il corso della palla verso la propria porta e respingerla verso la contraria. Quindi, appena dato il primo calcio, l’altro partito non attende [p. 37 modifica]l'arrivo della palla, ma le corre subito incontro, le tronca il cammino come e più presto può, e la respinge o col piede o con le gambe o col petto col capo, con più o meno forza, secondo che gli torna più opportuno.

b) La palla può essere respinta in qualunque modo, cioè o di posta o dopo uno o più balzi o mentre ruzzola.

c) Il secondo calcio però può essere dato dal partito stesso che diede il primo; poiché, appena la palla fu messa in movimento, esso la rincorre e tenta di colpirla una seconda volta, prima degli avversari.

d) Al secondo calcio i giocatori non sono più obbligati di rimanere alla distanza prescritta per il primo; giacché, mentre un partito tenta di cacciare la palla nella direzione avversaria, l'altro si studia d’impedirglielo, avvicinandosi più che può alla palla e facendo ostacolo al suo libero corso. Il calcio dato a questo modo, si dice calcio impedito.

e) Ogni partito quindi, si fa avanti, quando la palla va verso la porta avversaria, e retrocede, quando viene verso la propria. Deve però mantenersi più che sia possibile nello schieramento ordinario (II, 3, b), e procurare che la palla venga per lo più colpita dai Primi o dai Secondi.


3. Continuazione del giuoco.

a) L’azione spiegata dai due partiti per dare il secondo calcio continua ad essere eguale [p. 38 modifica]per il terzo e per gli altri. Ogni schiera non istà mai ferma: corre avanti o indietro, a destra o a sinistra, secondo il bisogno, contrastandosi con l'altra il diritto di percuotere la palla, e affaticandosi per guadagnare terreno e raggiungere più presto che può il fine propostosi (III).

b) È regola importante del giuoco che, per colpire la palla, bisogna essere collocati fra questa e la propria porta.


4. Tattica del giuoco.

a) Padroneggiare e colpeggiare la palla. Quando un giocatore ha la palla vicina, e riesce, per mezzo di calci leggieri, a guidarla piano piano davanti e poco discosto da sé, senza che gli avversari gliela levino dai piedi, si dice che é padrone della palla, e l’azione che fa per mantenere questa padronanza, è detta colpeggio.

b) Passare la palla. Quando uno, padrone della palla, si trova vicino agli avversari, invece di lasciarsela portar via, la può far passare con un calcio a un altro del suo partito in condizione meno pericolosa di lui: quest’azione si dice passare la palla. Si può passarla in tutte le direzioni: quindi nei momenti di grande pericolo, anche all'indietro.

e) Cacciare la palla oltre gli avversari. Quando uno non può più né padroneggiare la palla né passarla, allora, con un forte calcio, la manda più lontano che può al di là degli avversari.


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5. Uffici principali dei giocatori.

a) Collettività del giuoco. Secondo il metodo dell’Association (1883), ad ognuno prima di cominciare ii giuoco viene assegnalo un posto, nel quale deve rimanere per tutto il tempo che dura il combattimento: ciascuno ha un incarico speciale da compiere, ma non può eseguir bene la parte affidatagli, se non ha la cooperazione di tutti gli altri.

b) I Primi e i Secondi, nella scaramuccia del Calcio, rappresentano la parte di offensori; i Terzi ed il Custode quella di difensori.

c) I Primi stanno al pari della palla, la padroneggiano più tempo che possono; poi, se la passano fra loro o rinviano ai Secondi e in caso di grande pericolo la cacciano, con un colpo gagliardo, oltre gli avversari.

d) I Secondi avanzano o retrocedono insieme coi Primi sempre alla distanza ordinaria; soccorrono i Primi, passando loro la palla a tempo opportuno, e aiutano i Terzi nella difesa.

e) I Terzi aiutano i secondi nel loro ufficio e proteggono il Custode nella sua azione di difesa; però non s’avvicinano mai troppo né a questo né a quelli.

Generalmente fermano la palla col piede, e dopo, la colpiscono gagliardamente: solo per eccezione la respingono subito.

f) Il Custode, quando si trova nel proprio compartimento e nell'ultima riga, ha il privilegio [p. 40 modifica]di potersi servire anche delle mani e delle braccia per difendere la sua porta. Egli può respingere la palla con le mani, fermarla, raccattarla e gettarla dove gli pare e piace. Però, dopo averla afferrata o raccattata, non può trattenerla in mano neanche per brevi istanti; bisogna che immediatamente la posi a terra o la butti via, e non gli è permesso di fare più di un passo con la palla in mano.

Durante il giuoco il Custode può scambiare il posto con un altro compagno.


6. Giocatori in giuoco o fuori di giuoco.

a) Quando uno è di dietro a quello del suo partito che dà il calcio, è sempre in giuoco.

b) Se invece gli è davanti, è fuori di giuoco nel caso che fra lui e la porta nemica vi siano meno di tre avversari; quando ve ne sono almeno tre, allora è in giuoco.

c) Allorché viene rimessa in giuoco la palla dopo un fallo degli avversari (7, a), chi è di dietro alla palla, ossia chi si trova fra questa e la propria porta, si dice in giuoco.

d) Chi le è davanti, ossia chi si trova fra la porta nemica e la palla, è fuori di giuoco, se fra lui e la porta nemica vi sono meno di tre avversari, quando invece ve ne sono almeno tre, è in giuoco.

e) Chi è al pari con quello che dà il calcio o butta la palla nel campo dopo un fallo, è in giuoco.

f) Uno fuori di giuoco non ha diritto nè [p. 41 modifica]di dare alla palla né di fare ostacolo agli avversari, finché la palla non è stata toccata da un altro giocatore.


7. Palla in Fallo.

a) Quando la palla passa in qualunque modo (IV, 2, a, b), e in qualunque punto i confini laterali del campo, si dice che é fuori di giuoco, e chi ve la mandò commise un fallo.

b) Quando la palla è fuori di giuoco, uno dei giocatori del partito che non commise il fallo, corre a raccattarla, e lui stesso o un altro dei suoi compagni, dal punto dove essa passò il confine, la rimette in giuoco, ossia la getta dentro il campo, nella direzione che ritiene più vantaggiosa. In tal caso il giocatore deve disporsi di fronte ai lati maggiori del campo e gettare la palla con due mani e le braccia in alto.

c) Chi rimette in giuoco la palla non può continuare a giocare, se prima essa non è stata colpita da un altro.


8. Palla oltre il Fondo.

a) Partito in pericolo. Quando la palla passa in qualunque modo (IV, 2, a, b) il confine di fronte (segno del fondo), non attraverso la porta, ma di fuori della medesima, il partito che difende quella porta dicesi in pericolo o minacciato; al contrario l’altro si chiama partito assalitore o minacciante.

b) Calcio dalla porta. Nel caso che la palla sia uscita dal fondo per l'azione degli [p. 42 modifica]assalitori viene rimessa in giuoco così. Uno del partito in pericolo la raccatta e la posa sull’arco della porta (II, 1, b, 7) più vicino, e lui stesso o un altro dei suoi compagni le dà un calcio nella direzione che crede.

c) Mentre viene dato questo calcio (b), il partilo minacciato non può essere più avanti della palla, e il partito assalitore deve rimanere almeno m. 5,50 distante dalla palla.

d) Colui che dà il calcio dalla porta, può continuare il giuoco solo quando la palla è stata toccata da un altro.

e) Calcio dall’angolo. Se invece la palla esce dal fondo, ma per colpa del partilo minacciato, viene rimessa in giuoco così. Uno degli assalitori la raccatta e la posa sull’arco dell'angolo (II, 1, b, 8) più vicino, e lui o un altro dei suoi le dà un calcio nella direzione che crede.

f) Mentre viene dato questo calcio (e) i giocatori di tutt’e due i partili possono stare sparsi nel campo a loro piacere, ma sono obbligati a rimanere almeno a m. 5,50 dalla palla.

g) Chi dà il calcio dall’angolo, può continuare il giuoco solo quando la palla è stata toccata da un altro.

9. Contegno dei giocatori.

a) Ogni giocatore è tenuto ad osservare le regole di questo giuoco, poichè, trasgredendole reca danno al suo partito, essendo prescritto che colui il quale infrange una regola, dà [p. 43 modifica]facoltà agli avversari di reclamare una punizione contro il partito del trasgressore (10).

b) È permesso di fare ostacolo ad un avversario che rincorre la palla, parandoglisi innanzi, ma non toccandolo mai deliberatamente con le mani o con le braccia o con altre parli del corpo.

c) È proibito di fermare un avversario, di sospingerlo, di urtarlo volontariamente, di dargli calci, di fargli il gambetto, ecc.

d) Non si può rincorrere un avversario o oltrepassarlo, quando volge le spalle alla sua porta e si trova fra questa e la palla. Ciò è permesso solo se egli è rivolto verso la sua porta o impedisce a bella posta il giuoco.

e) La palla non può mai venire toccata volontariamente con le mani o con le braccia.

10. Punizioni.

A) Punizione semplice o calcio di vantaggio.

a) Per le infrazioni alle regole: IV,1,b,c, — 7,c — 8,d,g — 9,b,c,d,e — 10,c,h, — 11,h viene accordato al partito che non commise la mancanza, un calcio detto di vantaggio o di punizione semplice.

b) Il calcio di vantaggio viene dato così. Uno del partito contrario a quello che trasgredi la regola, posa la palla nel punto dove fu commessa la mancanza, e lui stesso o un altro dei suoi compagni le dà un calcio nella direzione che più gli piace. [p. 44 modifica]      Mentre è dato questo calcio, i punitori possono collocarsi fino ai pari della palla, ma non più avanti, e i puniti devono rimanerle discosti almeno m. 5,50.

c) Quello che dà il calcio di vantaggio non può continuare il giuoco, se prima la palla non è stata toccata da un altro.

d) Nei casi d’infrazione alle regole: IV,1,b,c— 7,c - 8,d,g - 10,c,h, la punizione è ordinata subito dal Direttore.

e) Nei casi d’infrazione alle regole: IV,9,b,c,d,e, — 11,h — il Direttore per ordinare la punizione attende il reclamo degli avversari (11,d).

B) Punizione di rigore o calcio libero.

f) Per le infrazioni alle regole: IV,9,b,c,d,e, commesse da uno del partito minacciato entro lo spazio compreso fra il segno del fondo e quello di punizione dì rigore (II,1,b,5), ossia entro il rettangolo PBDQ o ANOC, gli assalitori acquistano il diritto di punire gli avversari con un calcio detto libero o di punizione di rigore.

g) Questo calcio (f) viene dato cosi. Uno degli assalitori posa la palla nel mezzo della linea NO o PQ, proprio davanti alla porta nemica; il Custode del partito da punirsi rimane alla difesa della porta sulla linea TU o RS, e gli altri giocatori di tutt'e due i partiti si dispongono di dietro alla palla, a m. 5,50 di distanza dalla linea di punizione; poi uno degli assalitori dà il calcio.

h) Il giocatore che dà il calcio libero non [p. 45 modifica]può continuare il giuoco, finché la palla non è stata toccala da un altro.

i) La punizione di rigore è ordinala dal Direttore dopo il reclamo degli assalitori.

11. Sospensione del giuoco e reclami.

a) Il giuoco deve andare sempre di seguito fino al segnale d’interruzione dato dal Direttore (Prel. V, 8, pag. 24) o dai Capipartito (d).

b) Dopo questo, tutti i giocatori sono obbligati a fermarsi subito.

c) La partita dura un certo tempo determinato prima di cominciarla, e a mezzo di questo tempo, purché la palla sia fuori del campo, il Direttore dà il segnale d’interruzione, le due schiere cambiano compartimento e il giuoco ricomincia. In questo caso il primo calcio è dato dal partito opposto a quello che lo diede al principio della partita.

d) In caso di vera infrazione alle regole accennate (IV,9,b,c,d,e, — 11,h), commessa da un partito, il Capo dell’altro, accorgendosene, ne dà subito avviso col fischietto e fa il relativo reclamo al Direttore.

e) Il reclamo deve seguire immediatamente il fatto che lo cagionò; altrimenti non può essere accettato dal Direttore.

f) Al segnale (d) del Capopartito i giocatori si fermano subito, e attendono la decisione del Direttore.

g) Se il Direttore ritiene giusto il reclamo presentato, ne dà avviso col cornetto, e allora [p. 46 modifica]ha luogo la punizione (IV,10,a, f); altrimenti non dà alcun segnale e il giuoco continua senz’altro.

h) In caso d'interruzione straordinaria del giuoco, il Direttore, dal punto dove fu interrotto il giuoco, getta la palla in alto, e soltanto quando essa ha toccato terra, i giocatori possono colpirla.


12. Vincita.

a) Quando la palla in qualunque modo (IV,2,a, b) é cacciata dentro la porta avversaria, con o senza colpa del partito assalito, gli assalitori vincono una partita.

b) Una palla mandata fuori dei confini laterali del campo da un giocatore, fa vincere al partito avversario una mezza partita 7.

c) Non si può vincere una partita direttamente con un primo calcio (IV, 1) o un calcio dall'angolo (IV,8,e) o un calcio di vantaggio (IV,10,b) o un calcio libero (IV,10,g); perchè per vincere con uno di questi calci bisogna che la palla, prima d’attraversare la porta, sia colpita da un altro giocatore.

d) Si dice che una palla ha oltrepassata una data linea, quando é tutta al di là di quella linea.

e) Una palla che urtasse nei pali o nella [p. 47 modifica]corda della porta e ritornasse nel campo é considerata sempre in giuoco.

13. Avvertenza.

Il Direttore del giuoco è bene che abbia a sua disposizione due Assistenti, i quali stiano lungo i confini laterali del campo, invigilino se l'andamento del giuoco procede conforme le regole, e particolarmente osservino chi manda la palla fuori di giuoco, per poterne tenere nota, e decidere chi avrà il diritto di rimetterla nel campo.






Note

  1. Bardi Giovanni. — Discorso sopra il giuoco del Calcio. Firenze, Giunti 1580.
  2. Marziale (vissuto nel 1.° secolo d. Cr.). Lib. 14, Ep. 48.
    Polluce (2.° secolo), Onomastico 9, 7.
    Galeno (2.° secolo), De parva pila exercitio. Cap. 2.
    Ateneo (2.° secolo), Cene de’ Savi. Lib. 1, cap. 11.
    Eustazio (12.° secolo), Ulissea. Lib. 6 e 7.
    Mercuriali (1530-1606) De Arte gymnastica. Lib. 2, cap. 5, Venetiis 1601.
  3. Dott. K. Koch. — Die Geschichte des Fussballs. Berlin 1894.
  4. Du Cange. — Glossarium ad scriptores media latinitatis: alla voce: Cheolare. Venetiis 1736.
  5. Antonio Scaino. — Trattato del giuoco della palla. Parte 2.ª, cap. 72. Venezia 1555.
  6. Rammentare la nomenclatura data nei Preliminari II, 2, pag. 6.
  7. Secondo l’antica regola del Calcio Fiorentino «Due falli in disfavore di chi gli fé, vagliano quanto una Caccia (Partita).» Capitoli del Calcio Fior., n. 26, Firenze 1688.