Guida della città e provincia di Bergamo/Nozioni storiche

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Nozioni storiche

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Al lettore Cenni di geografia e statistica
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BERGAMO




NOZIONI STORICHE.


L’origine di Bergamo è ravvolta nella più completa oscurità. Pare la fondassero gli Orobii, di stirpe celtica. Prima chiamavasi Barra. Successero gli Etruschi, indi i Galli Cenomani, che, cacciati gli Etruschi, rifabbricarono la città, ed il nome di Barra si cambiò in quello di Bergamo. L’anno di Roma 555 passò al dominio romano. Giulio Cesare le diede la cittadinanza romana, fu ascritta alla tribù Voltinia e fatta Municipio e quindi libera. È quasi distrutta dai Goti di Alarico: reggesi colle proprie leggi durante il regno di Teodorico: viene in potere dei Longobardi e vi governano i duchi Ottone, Vallaro, Clofone, Gandolfo, Rotardo. Nel VIII° secolo, distrutto il regno Longobardo da Carlomagno, [p. 8 modifica]Bergamo passò sotto il dominio di questo, che visitò Bergamo, abitando in Borgo Palazzo. Sul finire del IX° secolo Arnolfo re di Germania prese e quasi distrusse Bergamo, e partendo, la diede in signoria, o contea ad Adalberto vescovo ed a suoi successori. Tale privilegio è confermato da Enrico II° addì 16 aprile 1041, poi dal Barbarossa 1156. Bergamo entra in Lega colle città Lombarde contro il Barbarossa; ed in Pontida, poche miglia da Bergamo, il 7 aprile 1166 si conchiude la famosa lega. Alla pace di Costanza restano salve le prerogative e le giurisdizioni della Città. Le fazioni Guelfe e Ghibelline infuriano in Bergamo nel XIII° e XIV° secolo, specialmente fomentate dai Visconti di parte Ghibellina. Bergamo nel 1330 elegge a proprio signore l’imperatore Gio. di Boemia per non cadere in mano dei Visconti. Azzo Visconti prende Bergamo nel 1331. Barnabò Visconti mette a sacco ed a fuoco il monastero di Pontita. Bergamo passa sotto il dominio di Gio. Galeazzo conte di Virtù, di Gio. Maria Anglo, di Martino Visconti. - Gio. Visconti detto Picinino è cacciato da Bergamo. Nel 1404 Bergamo si dà a Pandolfo Malatesta. Addì 6 Maggio 1428 i Bergamaschi per volontaria dedizione passano a far parte dei dominii della Repubblica veneta. Da quel giorno la Città e Provincia di Bergamo seguono le [p. 9 modifica]vicende della Repubblica. Durante la lega di Cambrai e Sacra (1509-1529) due volte venne in mano di Francia, sette dell’imperatore germanico Massimiliano. Nel 1561 la Repubblica volle fare di Bergamo, posta ai confini de’ suoi domini, una città fortificata. Per la costruzione quindi delle nuove mura e fortificazioni la configurazione di Bergamo fu assai alterata; si demolì l’antichissima cattedrale di S. Alessandro, e fu segnata la materiale divisione in Città alta e Città bassa. Il 13 Marzo 1797 i soldati francesi, già da qualche mese ospitati in Bergamo, cooperarono alla rivoluzione, che abbattea il Governo Veneto per sostituirvene un nuovo, così detto democratico con alla testa il Municipio. L’8 luglio dello stesso anno 1797 Bergamo era incorporata alla Cisalpina, poi il 26 gennaio 1802 alla Repubblica Italiana e nel 1805 al 1° Regno Italico, sotto nome di Dipartimento del Serio. Nel 1814 venne in mano dell’Austria colle città sorelle, che formarono il Regno Lombardo-Veneto. Nel 1848 un suo deputato alla Centrale, Nazari di Treviglio, diede il primo esempio di franca parola contro l’imperversare della tirannide straniera. Nel Marzo 1848 ebbe la sua rivoluzione e costrinse il presidio austriaco a capitolare. Nel 1849, durante l’infausta campagna di Novara, soffrì un bombardamento [p. 10 modifica]dalla guarnigione straniera assediata in Rocca dalla cittadinanza, ed un corpo di volontari si recò a Brescia per soccorrere quella città stretta dalle forze preponderanti di Hainau. L’8 Giugno 1859, successa la battaglia di Magenta, colla partenza delle milizie straniere Bergamo rimase libera. Nel 1860 un contingente di quasi 200 Volontari prese parte alla spedizione dei mille contro i Borboni di Napoli.

La provincia Bergamasca dai tempi romani al secolo XI° XII° fino al XVI° avea per confini: ad oriente il lago Sebino; ad occidente il Lario e l’Adda; a settentrione le Alpi Retiche; a mezzo giorno si estendeva fino a Casalbuttano; sicchè da questa parte comprendeva il Cremasco, mentre da settentrione abbracciava la massima parte della Valtellina. Con legge 23 fiorile anno 9 la circoscrizione provinciale bergamasca subì delle modificazioni. Alcune altre all’instaurazione del dominio austriaco. Sui primordi del governo nazionale fu distaccata da Bergamo la Vallecamonica per essere unita a Brescia. Oggi conta quindi una superficie di 266 mila ettari con 350 mila abitanti.

Il territorio è ineguale, e variato. Di cinque parti, una sola non è occupata da colline e montagne.

I fiumi principali sono il Serio, il Brembo, [p. 11 modifica]il Cherio e l’Oglio, che segna il confine colla Provincia bresciana.

I laghi principali sono il Sebino, o d’Iseo, grossa borgata sulla sponda sinistra bresciana, e quelli piccoli di Gajano e di Endine.

Le valli Bergamasche si distinguono coi nomi di Seriana, Brembana, di Scalve, Cavallina, Caleppio, Imagna, S. Martino.


Uomini illustri Bergamaschi.


Nelle scienze e nelle lettere fiorirono all’epoca romana: Pudente Gramatico maestro in Bergamo ai tempi di Augusto. Nel IX° secolo: Il cronista Andrea Prete. Nel XII° Mosè del Brolo poeta latino, che scrisse il poema: De laudibus Bergomi. Nel XIV° Guglielmo Longo Cardinale, gran Cancelliere alla corte di Carlo II° di Sicilia — Bartolomeo Ossa filosofo, cronista e storico — Castello Castelli cronista — Alberico da Rosciate famoso giurista. Nel XV° I Barzizza, Gasparino, Cunifonte, Cristoforo, Battista letterati e maestri di eloquenza. Nel XVI° Ambrogio Calepino, che col suo gran dizionario latino diede nome a tutti i lessici di quella lingua — Isotta Brembati, poetessa — Pietro Spino, biografo di Bartolomeo ColleoniGiampietro Maffei autore della storia della [p. 12 modifica]conquista delle Indie — Bernardino Rota, poeta — Basilio Zanchi poeta latino — Giangrisostomo Zanchi, istorico — Girolamo Zanchi, teologo e profess. illustre a Strasburgo, Ginevra, Eidelberga — Bernardo TassoTorquato Tasso. Nel XVII° Celestino Colleoni storico — Donato Calvi cronista. Nel XVIII° Cardinale Alessandro FuriettiAndrea Pasta medico — Francesco Maria Tassi — Pierantonio Serassi — Mario Lupi istorico — Girolamo TiraboschiGiuseppe Ronchetti storico — Vaerini, autore di una storia metà inedita degli scrittori bergamaschi — Lorenzo MascheroniPaolina Secco Suardi Grismondi — Conte Francesco TassiTadini matematico ed idraulico insigne — Cardinale Angelo Mai.


Pittori.


L’istoria della pittura in Bergamo comincia nel XIV° secolo coi Da Nova, Paxino Pietro e loro scolari. Dipinsero assai in S. Maria Maggiore seguendo le maniere giottesche.

Nel XVI° secolo fra i più distinti pittori bergamaschi ricordiamo: Andrea Previtali — Gio. Cariani — Francesco Rizzo da S. Croce — Gerolamo da S. Croce — Antonio Bosello — Gio. Averara — Bernardo Zenale e Bernardo [p. 13 modifica]Buttinone da Treviglio — Giacomo Palma Vecchio. — Polidoro Caldara da Caravaggio — Lorenzo Lotto — Girolamo Coleoni — Francesco Terzi — Gio. Battista Moroni — Gian Paolo Lolmo — Pietro Ronzelli- Giampaolo Cavagna — Enea Talpino da Salmeggia ecc.

Nel XVII° e XVIII° secolo Carlo Ceresa. — Evaristo Baschenis — Vittor Ghislandi detto il frate di Galgario — Antonio Cifrondi — Dellera — Borromini — Gozzi ecc.


Architetti.


Bartolomeo Bono, scultore ed architetto. La Repubblica di Venezia gli affidò la fabbrica delle Procurative vecchie; fece il pinnacolo del campanile di S. Marco, la Scuola di S. Rocco ecc. — Guglielmo Bergamasco, autore della Capella Emiliana nell’isola di S. Michele a Venezia ecc. — Alessio Agliardi adoperato da Venezia pei ripari sulla Brenta. Pietro Isabello detto Abano — Pietro Fansago di Clusone, ingegnere e meccanico, inventore degli orologi mostranti il corso del sole sopra i segni del zodiaco ecc. Cosimo Fanzago, architetto e scultore, lavorò assai a Napoli. Gio. Battista Vertova architetto delle mura di Malta. — Francesco Zignoni inventore di bombe per recar soccorso agli assediati. — Giacomo Quarenghi architetto. [p. 14 modifica]


Intarsiatori ed Intagliatori in legno.


L’arte delle tarsie e dell’intaglio in legno è antica in Bergamo e vi fu coltivata in modo insigne. I Capodiferro, i Belli, i Caniana, i Fantoni lasciarono in patria opere stupende, benchè poco note al di fuori. Frate Damiano, Stefano Zambelli suo fratello, Francesco Zambelli, forse loro cugino, lasciarono opere famose in S. Domenico di Bologna, in S. Pietro di Perugia, e nel Duomo di Genova.


Maestri di Musica.


Bergamo vanta di avere ospitato fin da giovinetto il celebre m. Simone Mayr, nato in Mendorf in Baviera il 14 giugno 1763, morto a Bergamo il 2 dicembre 1845. Egli avea adottata questa città come seconda patria. Fu maestro di Capella in S. Maria Maggiore e Direttore dell’Istituto musicale della Misericordia. Ebbe molti scolari, che si distinsero, fra i quali i due Donizetti, Giuseppe morto a Costantinopoli, Capo delle Bande dell’impero turco, e Gaetano Donizetti. Questi nacque in Bergamo il 25 Settembre 1798, moriva l’8 Aprile 1848 in casa Bazzoni, come da lapide sulla parte esterna in via S. Cassiano. Entro s’è conservata religiosamente la stanza, come l’abitava il Maestro ne’ giorni miserandi della sua infermità. [p. 15 modifica]


Guerrieri.


Non pochi nomi si potrebbero ricordare d’uomini che si distinsero nelle armi. Maggiore di tutti però Bartolomeo Colleoni (n. 1400 m. nel 1475). Passò fra le guerre quasi tutta la vita, servendo specialmente i duchi di Milano e la Repubblica di Venezia; sicchè quest’ultima in beneficenza gli fece erigere sulla piazza dei SS. Gio. e Paolo una statua equestre, lavoro di Andrea del Varocchio. Fu il Colleoni uno de’ più arditi ed abili condottieri del suo secolo. Vuolsi che sia stato il primo ad introdurre nelle guerre le artiglierie di campagna.