Locomotive/Seconda sintesi

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Seconda sintesi

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Seconda sintesi

IL TRENO DI RARA

Ufficio del Capostazione. Porta-finestra e finestra aperte sul passeggiatolo della Stazione. Contro il muro opposto una tavola coll’apparecchio telegrafico. A destra un paravento davanti a una porta aperta sull’appartamento del Capostazione. Davanti alla finestra un attaccapanni.

Imprecisi

al venditore di ovatta che entra:

Lei vende ovatta?

Il mercante d’ovatta

gesti anguillosi e svenevoli. Voce bianca e flebile di capretto:

La migliore qualità: antirissa!

Imprecisi

Si accomodi. Permette?

Esce un istante sul passeggiatolo e rientra.

Il mercante d’ovatta

Che stazione beata! [p. 460 modifica]

Imprecisi

Beata!? Se lei sapesse... Essere ogni giorno svillaneggiati dai diretti! Sputano e via! I diretti hanno una villania congenita... Premura! Premura! Sono io che passo! Che tristezza vivere senza ritardi e senza anticipi e senza mai deragliare!... Sul pendio, fuori della Stazione, si potrebbe deragliare. Il lusso d’estate dovrebbe concedersi un tuffo fresco nel lago... L’acqua è bassa! Ebbene, nessuno deraglia... Neanche mia moglie...

Il mercante d’ovatta

Lei vorrebbe che sua moglie...

Imprecisi

Oh! Mia moglie è un omnibus che non trascura nessuna stazione. Scarica il rottame provinciale, si ferma per rifornirsi di carbone «Petegol» e riparte sbuffando. Venga fuori. Voglio evitarle l’arrivo di mia moglie... Troppo tardi. Ci siamo. (Indicando la porta aperta dietro il paravento) E’ sempre nera e brontolante. (Lungo silenzio) Ne parlo obbiettivamente come uno scienziato. Scienziato preoccupato, poiché una moglie è una miscela pericolosa! Galoppa sempre cosí! (L’impianto della camera vicina strìde sotto ì passi della Signora Imprecisi moglie) Col suo passo d’elefante.

Il mercante d’ovatta

No! Mammut! Ora è il passo d’un cavallo di carrozzella notturna che porta due amanti senza letto... Questo è invece il passo d’una locomotiva di treno reale che invoca le acclamazioni!

Imprecisi

Quanto diversa dal giorno in cui domandai la sua mano balbettando di passione:... graziosa coi libri di scuola tenuti [p. 461 modifica]stretti dalla mano sinistra contro il petto. (Pausa) Ascolti... Ora la mia vita è in gioco nella camera vicina.

Signora Imprecisi moglie

invisibile, dall’interno:

Si, si. Ho le prove. Mio marito è andato a letto colla Locomotiva.

Imprecisi

Non si spaventi. Chiamano Locomotiva il soprano del Teatro Grande.

Signora Imprecisi madre

Le solite lingue!

Signora Imprecisi moglie

Le male lingue non bastano a mettere una donna in stato interessante. La Locomotiva sta appioppando a mio marito un figlio di chissà chi.

Imprecisi

Sarà un figlio della velocità, o un negretto di carbon fossile... Vede, in questa stazione che lei chiama beata, ogni mattina dietro il paravento ascolto le requisitorie di mia moglie e di mia madre.

Signora Imprecisi moglie

Vostro figlio è un imbecille.

Signora Imprecisi madre

E voi una villana indegna di lui. [p. 462 modifica]

Signora Imprecisi moglie

Se non fosse un imbecille si sarebbe liberato dal suo stupido nome. Un capostazione che si chiama Imprecisi non farà mai carriera.

Il mercante d’ovatta

Ho ciò che le occorre. Questa ovatta antirissa tra gli spigoli delle due litiganti... Vuol provare? Sono mercante d’ovatta e asciugatore di lagrime. Ovatta e fazzoletti di puro lino diplomatico... Sono impiegato alla Società delle Nazioni. Alghesiras, Versailles mi hanno fatto conoscere. Le conferenze lugubremente la nuvolaglia. (Imprecisi va a spiare dietro il paravento il silenzio minaccioso di sua moglie) Si sente il silenzio tagliente come una spazzola di ferro. Tutti ansano sopra una formula. Perle di sudore sulle teste calve! Angoscia. La collera si gonfia fra nazione e nazione. Ad un tratto l’aria si ammorbidisce. Tutti riprendono a respirare liberamente. Sono entrato io, il mercante d’ovatta, cosí delicatamente, passi soffici e morbide remate... (Ingrassando la voce con molte erre)... «Siamo animati dalla più schietta volontà di pace... Faccio osservare che le nostre mitragliatrici sono adibite alla caccia delle quaglie. Queste imperialiste si avventano contro le nostre teste! D’altra parte siamo pronti a rinunciare alle mitragliatrici se, come speriamo, le quaglie diminuiranno...» (Con voce normale) Altro delegato: «Siamo lieti di trovarci in accordo coll’illustre delegato delle... quaglie!... Pronti a disarmare se egli disarmerà. (Con smorfie di delicatezza ossequiosa) Senza complimenti! Prima lei! Prego! A lei l’onore! Sono in casa mia, per carità! Prima lei!...» (Cacciandosi fra i denti un pugnale e facendo roteare gli occhi con ferocia) Vi sono Nazioni che vorrebbero armarsi e rimangono disarmate. Altre che tutte vestite di ferro bevono latte umanitario... (Silenzio) Ora però io sono sotto inchiesta... Mi accusano di soffocare nell’ovatta le Nazioni [p. 463 modifica]pupe. Certo, se sparisse ogni dibattito» sarei licenziato... Mi impegno a mantenere uno spirito di pace bellicosetta...

Imprecisi

Caro, caro, caro, ho bisogno di voi! Una discreta quantità d’ovatta. Mi farà un ribasso... Vede, mi credono innamorato delle... locomotive. In realtà amo le nuvole perché corrono senza rotaie... (Il mercante d’ovatta esce dalla portafinestra che dà sul passeggiatolo della stazione) Ma dov’è? Ora ricordo chi è questo mercante d’ovatta. E’ la seconda volta che viene qui. Entra ed esce misteriosamente...

Il liberatore d’orologi

con gesti lenti ritmati e voce asmatica cavernosa e filosofica, entrando:

Orologi? Orologi? Avete orologi ammalati? Ho le molle stanche.

Imprecisi

Si accomodi. Cosa desidera?

Il liberatore d’orologi

Sono il celebre liberatore di orologi. Lei guarda il mio vestito? Si, grigio, come il tempo. Quale poeta oserebbe parlare di tempo rosso o azzurro? Il tempo è grigio, per definizione. Il grigio non spaventa gli orologi! Poveri diavoli! Fanno una vita da schiavi. Dividere il tempo in ore, che fatica! E che responsabilità! Spesso la lama che affetta il tempo si smussa contro il banco, e si finisce per tagliare tre ore grasse a un avventore e tre ore magroline a un altro! Credetemi, bisogna redimere la classe degli orologi! Non possiamo più assistere allo strazio di questi condannati alla precisione! Pensate che sono quasi tutti ammalati di mal [p. 464 modifica]di cuore. Per fortuna hanno trovato in me un medico affettuoso.(Mostrando il suo gilet) Ecco il loro ospedale. Purtroppo sono anch’io un cardiaco... Quando il mio cuore si turba come ora, turba anche questa mia doppia cassa 40 rubini Longines. Se lo tengo nella tasca del pantalone diventa materialista. Sul petto accelera i suoi battiti. E’ però il primo orologio del mondo, arbitro del tempo! Se per caso all’alba il sole si trattiene troppo nel lago, il mio orologio impone al sole di alzarsi.. a

Imprecisi

Sssst!... Ascoltate... Ricominciano.

S’ode il vocio delle due donne che riprende con crescendo impressionante.

Il liberatore d’orologi

Vostra moglie e vostra madre... Orologi imperfetti! Occorrerebbe liberarli dal peso del tempo. Ora vedrete quanto è miracoloso il mio doppia-cassa Longines. (Si alza e sparisce dietro il parvento. Dopo due secondi ricompare.) Senza farmi scorgere l’ho messo sul tavolo. Ho proceduto cosí alla commutazione delle forze di vostra moglie e di vostra madre.

Signora Imprecisi moglie

invisibile dall’interno, urlando:

Le due! Le due!?!!

Imprecisi

Come? Mia moglie impazzisce realmente. Non sono le due! Sono le undici!

Il liberatore d’orologi

Il mio orologio impone le due. (Esce) [p. 465 modifica]

Signora Imprecisi moglie

Le due! Si salvi chi può! Sono rovinata. Ho dimenticato di preparare la colazione a mio marito.

Si sente il frastuono delle due signore che escono rumorosamente sbattendo le porte.

Un manovratore

entrando:

La città si agita tutta per la Signorina Rara. La sala d’aspetto è zeppa. L’idea che la Signorina Rara passerà col diretto esalta donne, vecchi, bambini, cani, tutti.

Imprecisi

nel vano della porta-finestra, a un gruppo di fotografi e cinematografisti che vorrebbero entrare:

Disponetevi a destra e a sinistra e state pronti. Il passaggio del diretto sarà fulmineo... Dove va lei, con quello specchio?

Il seduttore di treni

entra portando sullo stomaco uno specchio tondo. Voce e gesti a sbalzi e scatti metallici:

Pubblicità e normalizzazione.

Imprecisi

Qual’è il suo mestiere?

Il seduttore di treni

Seduttore di treni, per servirla. [p. 466 modifica]

Imprecisi

Seduce anche gli omnibus lei?

Il seduttore di treni

Preferisco i diretti.

Imprecisi

Quello specchio è certo un regalo per sua moglie.

Il seduttore di treni

No! Serve a tutti. Ogni uomo cerca il suo specchio, per guarire una sua solitudine piú o meno incurabile. L’oceano è lo specchio di Dio. I laghi lombardi sono gli specchi ovali dell’elegante Europa. Chi corre perde la sua faccia a brandelli. Io, vispo, gliela ritrovo e presento rinfrescata in un bagno limpido. Mi chiamano il fornitore di coscienze.

Imprecisi

Mestiere poco lucrativo!

Il seduttore di treni

Una volta dovevo accontentarmi del passaggio delle allodole e dei tenori egualmente appassionati per gli specchi. Ora, però, coi treni va meglio. Mi capita di piantare a tempo negli occhi del macchinista un riflesso, e di evitare cosí uno scontro ferroviario. Ieri, col mio specchio, ho ripigliato a volo un treno che deragliava!

            Mi dicon nevrastenico:
            Odio tutti i tics
            Odio tutti i tacs
            Quando si sente il paac
            E’ una liberazion!

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Il manovratore

Dopo il successo ottenuto dalla Signorina Rara Bravetta, ciò che avviene stamattina era prevedibile. Sono tutti innamorati di lei! Ma che dolore vederla, soltanto un attimo... Dicono che lancerà dallo sportello un garofano rosso, bagnato dalla rugiada del suo seno. Sono le parole della Gazzetta del Lago.

Imprecisi

a Sottili Turbante che entra:

Prende l’accelerato?

Sottili

Non posso prenderlo. E’ lui che mi prenderà. Oggi sono abulico.

Imprecisi

Abulia? Le consiglio il carbone diffuso del tunnel.

Sottili

Vede, perché io possa alzarmi occorre che il fischio del merci mi trasmetta gli ammonimenti dell’accelerato lontano. Allora soltanto... Ma cosa si aspetta?... Il diretto?

Imprecisi

Diretto per maniera di dire. Oggi soffre di ritardi. Questa mia stazione piantata su una curva pericolosa e rallentante è l’impiastro che invece di guarire aumenterà il suo ritardo.

Sottili

Lei non ama i treni.

Imprecisi

Ebbi molti anni fa una forte simpatia per una macchina che sistematicamente arrivava con due ore di ritardo. Ora [p. 468 modifica]mi diverto a guardare le rotaie che si arrotondano argentee per imitare le nuvole. Le vede lei? Quelle nuvole sono le clienti del nostro lago. Non conosce lei il nostro bel lago?

Sottili

Sarei molto lieto di visitarne le rive con lei.

Imprecisi

Non posso abbandonare la stazione.

Sottili

Dica piuttosto che non vuole.

Imprecisi

Vorrei.

Sottili

Voglia.

Imprecisi

Voglio. Accetto il consiglio. In realtà ogni stazione sogna di liberarsi del suo capostazione specialmente se si chiama Imprecisi. Siamo noi che manteniamo i ritardi. I ritardi sono gli omaggi delle locomotive al capostazione.

Sottili

Certamente. Appena lei si sarà allontanato, il diretto giungerà.

Imprecisi

C’è però un guaio. Il macchinista del diretto mi vuole bene. Secondo le sue abitudini coi suoi occhi chilometrici mi cercherà. Se non mi vede, è capace di fermarsi. Lascerò il berretto sull'attaccapanni, bene in vista. Cosí contento sa[p. 469 modifica]luterà il berretto passando a tutta velocità... Scusate. Devo dare ordini severi.

Sottili

Li dia elastici, cosí non si spaccano.

Imprecisi

al manovratore:

Mettete l’ago né nel primo, né nel secondo binario. Fra i due.

Il manovratore

Il macchinista esiterà e si fermerà.

Sottili

Non si fermerà. Oscillerà.

Imprecisi

Caro!... Ma come vi chiamate voi?

Sottili

Sottili Turbante.

Imprecisi

Turbante?

Sottili

Si, fu l’anno scorso in una festa. Non mi decidevo a scegliere la mia ballerina. Intanto vinsi alla lotteria un turbante persiano di raso bianco. Tutti diventano belli con un turbante in testa. Il mio era fatato. Appena l’ebbi calcato sulla fronte seppi scegliere la mia ballerina, ballare, amare... Ora mi chiamano Sottili Turbante. Ma c’è dell’altro. La Signorina Rara vinse il secando turbante. Ci conoscemmo cosí [p. 470 modifica]nello specchio, mentre provavamo ognuno il proprio turbante. Chiamano lei Rara Turbante. Dicono che siamo amanti. Non è vero. Pettegolezzi di uno specchio.

Il seduttore di treni

indicando quello che porta sullo stomaco:

Come questo?

Sottili

Si.

Il seduttore di treni

mostrando il suo specchio:

Chiaro, bello, lo curo io, senza traccia di mosche.

Il manovratore

entrando affannato:

Per un’inspiegabile volontà magnetica l’ago delle rotaie tende verso il binario destro. Il diretto entrerà dunque qui.

Imprecisi

Per Iddio! Voglio che i miei ordini siano rispettati. Desidero vi sia esitazione, anzi esitation!

Il seduttore di treni

Signor Capo, ci penso io. Lasci fare.

Voci

Il diretto! Il diretto! Attenti!

Suoneria continuata di campanelli.

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Imprecisi

a Sottili:

Venga. Chiudo e ce la svignamo. Altrimenti le solite pratiche, gli amorosi saluti al macchinista. Perderemmo un tempo prezioso. Fra poco cominciano le ore beate del lago... Lei deve godere con me l’arrivo del battello, variopinto e poliodorante di nazioni diverse, voci puntute e pance ricche. Chiuda, chiuda, per carità, la porta-finestra. Il berretto al suo posto! Venga!

Voci

nel crescendo rumoroso del treno:

Attenti! Si scosti! Cosa fa lei, con quello specchio?

Il seduttore di treni

Non mi tocchi! Ho capito. Mi scosterò, ma dopo averlo sedotto.

Voci

Chi, chi?

Il seduttore di treni

Le ripeto che mi scosterò dopo aver sedotto il diretto. Lasci fare. So il mio mestiere. Ecco, l’ho sedotto, viene, viene dove voglio io, sul binario scelto da me. Si fermerà, sta per fermarsi, si ferma... Stop!

Voci

Via! Vada via! Mascalzone! Il diretto non può fermarsi!... Attenti! Il treno deraglia! E’ fuori binario! Scostatevi! (Frastuono e tumulto)

Il macchinista

aprendosi un varco tra la folla che si accalca verso la porta-finestra:

[p. 472 modifica]Accidenti! Accidenti allo specchio! Mi ballava fra i due occhi la luce di quello specchio. Diabolico!

Voci

E’ ferito? E’ ferito?

Il macchinista

Si, mi sono ferito nel far leva sul freno. Un vero miracolo. Ho salvato la situazione. Ma dov’è il capostazione?

Voci

Viva Rara! Viva Rara! Viva Rara! Evviva il macchinista che ci ha portato Rara!

Il macchinista

Voglio parlare col capostazione. Bisogna arrestare quel maledetto portatore di specchi.

Voci

Viva Rara! Viva Rara!

Rara

elegantissima, con fasci di fiori fra le braccia, si fa largo nella ressa della folla:

Cari cittadini di Bravetta, ho seguito il mio cuore che delicatamente ha fermato il treno e mi ha preceduto fra di voi. Volete un discorso?... Volentieri.

Il seduttore di treni

nascosto con Imprecisi dietro il paravento, mentre la folla, dopo avere cercato invano il capostazione in ufficio, esce dalla porta-finestra:

Per carità, no! L’eloquenza sciupa la voce e contorce le labbra. Tutt’al più tre parolette tre silenzi due sussurri e un sospiro... [p. 473 modifica]

Imprecisi

dietro il paravento a Sottili:

Sottili, usciamo. Evitiamo i discorsi di Rara. A proposito, potete voi spiegarmi perché il treno si è fermato?

Sottili

Credo che la locomotiva abbia obbedito al capriccio di Rara. Forse più semplicemente le rotaie nell’incurvarsi per imitare le nuvole che scendono al lago, hanno consigliato il treno di riposarsi. Seguiamo anche noi le nuvole.

Voci

Viva Rara! Ascoltate!

Rara

A... E... I...

Voci

Ecco le parolette... i silenzi e i sussurri ed ecco il sospiro!

Rara

Aaaaah!

Il macchinista

feroce:

Dov’è? Dov’è il capostazione? Lo denuncio come responsabile! Perché non è al suo posto?

La locomotiva

da un megafono:

Per carità! Non toccate il capostazione! E’ mio, tutto mio! E’ il più bello e il più gentile dei capostazioni! Pufff! Pufff! Pufff! Quanto è dolce il suo carbone! Largo, largo a Donna Locomotiva, miserabile gente senza ruote!

Sipario