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Medaglie italiane del 1888

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Alfredo Comandini

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Medaglie italiane del 1888 Intestazione 17 maggio 2025 100% Numismatica

Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1889
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MEDAGLIE ITALIANE DEL 1888




I.


Lo studio della numismatica classica, l’illustrazione e l’esame delle antiche monete e dei medaglioni di Grecia e di Roma, delle preziose monete medioevali e delle superbe medaglie del rinascimento non debbono allontanare dalla nostra Rivista l’esame, misurato e facile, delle medaglie contemporanee, e specialmente di quelle che vengono, d’anno in anno, coniate a ricordare i fatti salienti, politici, artistici, della scienza, della beneficenza, interessanti la nostra vita moderna.

Certo, queste medaglie moderne, non possono stimolare molto la curiosità del ricercatore dotto e studioso; ma non è men vero che il tenere, annualmente, nota di esse, potrà tornare utile per gli studiosi di poi, i quali, nei brevi cenni oggettivi che noi qui verremo raccogliendo, avranno argomento a ricerche ed a studii nuovi, quando questi modesti pezzi numismatici a noi contemporanei, parranno nel tempo futuro qualche cosa più di quello che ora non paiano, e noi, che li prediligiamo, non saremo e non parremo più nulla.

Del resto, se la numismatica serve alla Storia non è detto che, pel momento, non possa anche servire [p. 54 modifica]alla Cronaca; ed è precisamente la cronaca del 1888 che noi andremo rivedendo rapidamente, passando in rassegna le medaglie che i fatti dell’anno 1888 ci ricordano.

Il 1888 iniziavasi con una grande festa della Chiesa, il giubileo sacerdotale del Pontefice Leone XIII. Varie sono le medaglie che ricordano questo importante avvenimento del mondo cattolico, avvenimento accompagnato da un’esposizione mondiale dei doni offerti dalla cattolicità al Pontefice, aperta nel Vaticano il 6 gennaio.

Cinque sono le medaglie che noi conosciamo coniate per tali feste del Vaticano e della Cattolicità; ma quattro sole, veramente, sono le medaglie che possono dirsi officiali.

La prima è quella così detta dei cardinali. È di gran modulo, misura 82 millimetri di diametro; e fu presentata al Pontefice in esemplare d’oro, dal Collegio dei Cardinali.

Eccone la descrizione:

D/ — Busto a sinistra, di Leone XIII, con zucchetto, mozzetta, e stola, sulla quale è ricamata la SS. Concezione. Sotto il busto, F. BIANCHI F. In giro, si legge: LEO XIII PONT. MAX. AN. X.
R/ — LEO XIII ― ANNUM L. SACERDOTII SUI ― IN SUMMA ORBIS CATHOLICI LAETITIA — FAUSTE FELICITEB EXPLENTI — COLLEGIUM CARDINALIUM ― OBSEQUII ET GRATULATIONIS CAUSA — PRINCIPI OPTIMO — ANTISTITI SACRORUM MAXIMO — MDCCCLXXXVII.

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La medaglia porta la data del 1887, ma fu coniata nella zecca di Roma nel 1888, e fu presentata al Pontefice nell’anno ora decorso. In fatto, la celebrazione in S. Pietro, della Messa d’oro fu fatta da Leone XIII il primo gennaio 1888.

Seguono poi due medaglie fatte eseguire, come ricordo ufficiale del Giubileo sacerdotale e della Esposizione Vaticana, dalla Società Romana d’incoraggiamento per gli artisti, presieduta dal principe don G. B. Borghese.

Queste due medaglie furono eseguite dal Cav. Francesco Bianchi, incisore dei SS. PP. AA. e membro del Consiglio direttivo della Società predetta.

La maggiore di diametro — mm. 43 — ricordo dell’Esposizione Vaticana — è la seguente:

D/ — Busto a sin. di Leone XIII con zucchetto mezzetta e stola. In giro, ai lati: LEO XIII PONT. — MAX. ANNO X. Sotto al Busto: F. BIANCHI.
R/ — La religione, nimbata, velata, con croce, seduta di prospetto, su trono, in atto di distribuire corone alle tre figure simboliche delle arti sorelle, la scultura e la pittura, a sin., l’architettura a destra. In giro: DONA OBLATA PARENTI OPT. IN AEDIS VATIC. PUBLICE EXPOSITA. Esergo, su due linee: OB EXEUNTEM A. L. — SACERDOTII EIVS. Negli angoli, a sin.: BIANCHI MOD.: a destra: SPERANZA IN.

(Tav. II, n. 1).


Il rovescio di questa medaglia fu dal Bianchi modellato soltanto; l’incisione è opera egregia del cavalier Speranza, regio incisore della zecca di Roma nella quale la medaglia nei tre metalli fu coniata.

Viene in seguito la medaglia che — benedetta dal Pontefice — fu dichiarata tessera distintiva di tutti i [p. 56 modifica]pellegrini accorsi a Roma da ogni parte del mondo, ed è la seguente:

Diam. mm. 30.

D/ — Busto a sin. di Leone XIII, con zucchetto, mozzetta e stola. In giro: LEO XIII PONT. — MAX. AN. X. Sotto: BIANCHI.
R/ — Nel centro del campo, croce latina, raggiata agli angoli, e poggiante sopra nubi. In giro alla medaglia: AN. L A CONSECR. SACERDOTALI LEONIS XIII P. M. Sotto alle nubi sulle quali poggia la croce, in giro rientrante: KAL IAN. MDCCCLXXXVIII. Sotto, piccolo ornato.

(Tav. II, n. 2).


Questa medaglia fu coniata nella zecca di Roma; e veniva portata dai pellegrini sul lato sinistro del petto, appesa a nastro di seta della larghezza di 23 millimetri, di colore cilestro nel mezzo e con orlatura bianca ai lati. Dovendo la Società assuntrice provvedere migliaia e migliaia di tali medaglie, ne fu commessa parte della coniazione anche allo Stabilimento Johnson di Milano; ma quelle coniate quivi distinguonsi da quelle coniate nella zecca di Roma, leggendovisi nel diritto, sotto il busto del Pontefice la parola: Roma, anzichè il nome dell’incisore: Bianchi.

Questa medaglia, coniata a migliaia di esemplari, in argento e in rame argentato, fu molto venduta anche fuori di Roma.

Alle feste giubilari e dell’Esposizione fu anche dedicata la medaglia annuale di Leone XIII, coniata, come si suole, per la festa di San Pietro, del giugno 1888, e che è del tipo seguente:

Diam. mm. 44.

D/ — Busto a sin. di Leone XIII con zucchetto, mozzetta e stola. In giro: LEO XIII PONT. — MAX. ANNO XI. Sotto: F. BIANCHI.
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R/ — Il Pontefice, in abiti pontificali, sedato su trono eretto su alta base, in atto di ricevere gli omaggi delle cinque parti del Mondo che gli porgono doni. All’ingiro, in alto la dicitura: ORBIS UNIVERSI OSSEQUIA ET GRATULATIONES. Nell’esergo su due linee: ANTISTITI SACROR. MAX. - A L SACERDOTII EIUS.

(Tav. II, n. 3).

Coniata nei tre metalli nella zecca di Roma.

Nell’occasione della esposizione vaticana e del giubileo sacerdotale di Leone XIII, parecchie furono le medaglie coniate per privata speculazione. Notiamo quella di maggior diametro che conosciamo, e che fu fatta coniare in Roma da un venditore di oggetti sacri in Borgo Nuovo:

Diam. mm. 60.

D/ — Nel campo, busto a sin. di Leone XIII con zucchetto, mozzetta e stola, portante la croce e il mistico triangolo; e sotto al busto del Pontefice: ROMAE. In giro, in cerchio rilevato: ANNUS MDCCCLXXXVIII QUINQUAGESIMUS A SACERDOTIO LEONIS XIII P. M.; e piccolo ornato.
R/ — Trono eretto su otto gradini, ed al quale sovrasta, fra nubi e raggi ai lati, la mistica colomba. Sul trono, il Pontefice, seduto di prospetto, con triregno, pluviale, libro aperto nella destra, chiave nella sinistra. Ai piedi del trono, disposte tre a sinistra e due a destra, le figure simboliche delle cinque parti del Mondo, porgenti doni ed ossequii. Esergo: LAETAMINI IN DOMINO — QUIA DEDIT VOBIS — DOCTOREM IUST. — JOEL. 11. 23. Sull’ultimo gradino, al dissopra della linea dell’esergo, a sin.: GALLI INV., a destra: SPERANZA.

Questa medaglia, commerciale, fu coniata in bronzo, e venduta a 5 lire; e di particolare, in essa, vi ha [p. 58 modifica]questo, che per combinarla fu adoperato un rovescio inciso dal cav. Speranza nel 1871 quando furono fatte le feste speciali in onore di Pio IX che aveva raggiunto annos Petri; — rovescio identicamente ripetuto, sotto Pio IX, in altra medaglia a questo dedicata pel suo giubileo episcopale nel 1877. In fatto, nella medaglia in onore di Leone XIII, della quale ci occupiamo, è curioso vedere, nel diritto, il profilo caratteristico del Pontefice vivente, mentre nel rovescio, nel Pontefice seduto sul trono, si riconoscono perfettamente le particolari sembianze del suo predecessore.

Mentre, fra la fine del 1887 ed il principio del 1888, la Chiesa celebrava il giubileo sacerdotale di Leone XIII, nei cattolici manifestavasi — nella forma legale di petizione al Parlamento — un’agitazione in favore del ripristinamento del potere temporale del Pontefice. Questa agitazione fu in taluni luoghi d’Italia aiutata ed anche promossa da sindaci e il signor ministro per gl’interni (on. Crispi) credette di dover reprimere nei sindaci, funzionari regi, tali atti di adesione ad una potestà temporale incompatibile con la costituzione del paese. Però i sindaci, ed anche i funzionari diversi che, per spirito di parte, promossero e favorirono le petizioni, furono rimossi dall’ufficio e destituiti. Il provvedimento amministrativo diede agio, in taluni luoghi, al partito cattolico, di considerare come ingiustamente colpiti i destituiti o rimossi, e il Comitato Diocesano di Bergamo iniziò una sottoscrizione per una medaglia d’argento da conferirsi a ciascuno dei sindaci, della provincia colpiti dal rigore dell’on. Crispi.

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La medaglia, del diametro di 44 millimetri e del peso di gr. 58, fu coniata nello stabilimento Johnson in Milano, e qui la descriviamo:

D/ — Nel campo, in sei linee, sormontata da una rosetta araldica, l’epigrafe: DESTITUITO — PERCHÈ AL PATRIO AMORE ― DISPOSANDO L’AMORE ALLA CHIESA ― INVOCAVA DAI SUPREMI POTERI DELLO STATO — VERACE LIBERTÀ — AL PONTIFICATO ROMANO ― I CATTOLICI BERGAMASCHI — AUSPICE IL COMITATO DIOCESANO — MDCCCLXXXVIII.
R/ — Corona di due rami, di quercia a sinistra e di alloro a destra, aperti in alto, intrecciati e annodati da nastro in basso. Nel campo, inciso fra ornati, il nome e il cognome e titolo del sindaco destituito.

Un’uguale onoranza fu promossa dal Comitato Diocesano di Brescia pei sindaci di quella provincia, ma non ci risulta che sia stata condotta ad effetto.

Invece, una medaglia speciale in oro, fu conferita, per lo stessso motivo della destituzione, al sindaco di Travagliato (Brescia) per iniziativa di alcune famiglie del luogo.

La medaglia, del diametro di 39 millimetri, è questa:

D/ — ANDEEAE MAJO ― ANNIS ABHINC ― XXVIII REB. MUN. PRAEFECTO — OPT. MERITO TRAVALEATENSES — MDCCCLXXXVIII.
R/ — Corona di due rami, di alloro a sin., e di quercia a destra, aperti in alto, intrecciati e annodati da nastro in basso. Nel campo su tre linee: RELLIGIONIS ET PATRIAE ― INFRACTI AMORIS ― ERGO.

Non sappiamo precisare dove la medaglia sia stata coniata. [p. 60 modifica]

Nell’anno 1888 un posto importante, con le sue medaglie, lo tiene Bologna, che chiamò le arti e le industrie della regione Emiliana ad una mostra più celebrata che felice; ed invitò il patriottismo italiano e la scienza mondiale, alle feste centenarie dello Studio Bolognese e di Galvani, e all’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele e del monumento ad Ugo Bassi.

Nove medaglie, se non erriamo, furono coniate, in queste occasioni, per Bologna.

Riferentisi all’Esposizione, le seguenti:

Diam. mm. 55.

D/ — Il leone di Bologna, a guardia dello scudo comunale. In alto, nel campo a semicerchio, sette stemmi di città capoluogo di provincia dell’Emilia. Nell’esergo: ESPOSIZIONE EMILIANA ― BOLOGNA — 1888.
R/ — Veduta del Palazzo dell’Esposizione; nello sfondo, dietro le colline il sole raggiante. Nel campo la Fama, librata a volo con tromba e corona. Nell’esergo: PRESIDENTE ONORARIO — S. A. R. ― IL PRINCIPE DI NAPOLI.

Questa medaglia veniva coniata nei locali della Esposizione, galleria dell’industria, e fu ammessa dal Comitato come unico ricordo ufficiale della mostra. I concessionari Zanetti e Sarti la coniarono nei tre metalli, oro, argento e bronzo; in oro ne furono offerte alla Maestà del Re, alla Regina, al Principe ereditario; e ne furono anche coniate in bronzo dorato e in metallo bianco. [p. 61 modifica]

Un vecchio incisore piemontese, da anni ed anni stabilito a Bologna, il Grassi, aveva preparata egli pure una medaglia-ricordo dell’Esposizione di Bologna del tipo seguente:

Diam. mm. 38.

D/ — Entrata principale e prospettiva del Palazzo della Esposizione. In fondo, dietro alle colline, sole raggiante. In alto in giro: ESPOSIZIONE EMILIANA. Esergo, in targa: RICORDO; sotto: BOLOGNA 1888. Sotto la linea dell’esergo, a sinistra: GRASSI.
R/ — Disposti in circolo gli otto stemmi di Bologna, Ravenna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Forlì, Piacenza e Parma. Campo liscio.

Questa medaglia, di veramente squisita fattura, non fu concesso al Grassi di vendere nei locali dell’Esposizione, dove concessione esclusiva avevano ottenuto i Zanetti e Sarti. Il Grassi la mise in vendita nel proprio e nei principali negozi di Bologna e la coniò soltanto in metallo bianco.

I Zanetti e Sarti, di fronte a tale concorrenza, coniarono una medaglia, in metallo bianco molto simile a quella del Grassi nel diritto, e del tipo seguente:

Diam. mm. 39.

D/ — Entrata principale e prospettiva del Palazzo della Esposizione. In fondo, dietro alle colline, sole raggiante. Esergo, con la linea ad ornato a mensola. Sotto, in giro: RICORDO DI BOLOGNA.
R/ — Busto loricato, di prospetto, testa galeata a sinistra, di Felsina. In giro: ESPOSIZIONE EMILIANA. Sotto, fra due stellette: 1888.

Anche questa medaglia, in metallo bianco, fu venduta nei locali dell’Esposizione, con grande desolazione dell’incisore Grassi. [p. 62 modifica]

Le tre descritte non sono che medaglie-ricordo; ora diremo della medaglia premio, del tipo seguente:

Diam. mm. 40.

D/ — Busto e testa nuda, di tre quarti, a sin., del Principe di Napoli. In giro, superiormente: ESPOSIZIONE IN BOLOGNA 1888. In giro, inferiormente, fra due stellette: S. A. R. IL PRINCIPE DI NAPOLI PRES. ONOR.
R/ — Corona di due rami d’alloro, aperti in alto, intrecciati e annodati da nastro in basso. Campo liscio.

Questa medaglia è stata ugualmente eseguita dai Zanetti e Sarti; è stata coniata in oro, in argento e in bronzo, per distribuirla a seconda delle assegnazioni fatte dalle giurìe; e per il Principe Ereditario come presidente onorario dell’Esposizione, ne fu coniato uno speciale esemplare d’oro di alto spessore.

All’Esposizione Emiliana si coordinarono, come abbiamo detto, le feste per l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele, pel centenario dello Studio Bolognese, pel centenario di Galvani. Ed ecco le medaglie che quelle feste ricordano:

Diam. mm. 40.

D/ — Monumento equestre, a destra. In alto, in giro: A VITTORIO EMANUELE. Esergo: BOLOGNA 1888.
R/ — Veduta, da destra, in iscorcio, del palazzo della Università. In basso, circolarmente: MATER ALMA STUDIORUM.

Questa medaglia eseguita dai nominati Zanetti e Sarti, fu coniata e venduta in bronzo. Essa ricorda oltre che l’inaugurazione (11 giugno 88) della statua equestre scolpita da Giulio Monteverde in onore [p. 63 modifica]di Vittorio Emanuele, anche il centenario dell’Università bolognese; ma la medaglia ufficiale del centenario dell’Ateneo è la seguente:

Diam. mm. 75.

D/ — Busto del Re a sin. in uniforme militare, con collare dell’Annunziata, decorazioni militari e cavalleresche e cordoni; testa nuda. Sotto il taglio del busto: L. GIORGI FECE IN FIRENZE. In giro, dall’alto, dopo una stelletta: HUMBERTUS I REX ITALIAE UNIVERSITATIS LITTERARUM ET ARTIUM BONONIENSIS PATRONUS.
R/ — In tutto il campo, in otto linee: ALMA — PARENS STUDIORUM ― ADSTANTE ITALIA TOTA ― CETERARUMQUE GENTIUM LEGATIS ― SAECULARIA OCTAVA — CONCELEBRAT ― PRIDIE IDUS IUNIAS ― MDCCCLXXXVIII.

(Tav. II, n. 4).


Questa medaglia, eseguita per ordine del Comitato del centenario, fu distribuita ai sovrani partecipanti ed ai sovrani e principi invitati alle feste centenarie, ai delegati nazionali e stranieri, ai professori dell’Ateneo bolognese, e alla stampa. Il conio, opera del Giorgi di Firenze, fu ritirato dal Rettorato dell’Università, e verrà custodito nel nascituro museo del Centenario dello studio bolognese.

Nel giorno della celebrazione del centenario (12 giugno 88) gli studenti, ordinati in corporazione e goliardicamente imberrettati, portavano all’occhiello dell’abito una medaglietta commemorativa della festa; ma non ci fu possibile, non che possederla, nemmeno vederla attentamente per descriverla.

A queste feste fu coronamento la celebrazione del I centenario della scoperta, fatta da Luigi Galvani, dell’elettricità animale. La festa fu celebrata il 14 [p. 64 modifica]giugno 1888; e quello stesso giorno fu solennemente distribuita ai sovrani, ai personaggi convenuti in Bologna, la medaglia seguente:

Diam. mm. 68.

D/ — Busto di Galvani a destra, togato, testa nuda. In giro: ALOYSIUS — GALVANUS. Sotto al taglio del busto: T. MERCANDETTI F. R.
R/ — In tutto il campo su cinque linee: ANNO MDCCCLXXXVIII — CENTESIMO — A VI ELECRICA ANIMANTIUM INVENTA — CIVITAS BONONIENSIS ― D.

(Tav. II, n. 5).


Per il diritto fu adoperato il conio che il bolognese conte Luigi Salina fece incidere nel 1801 al celebre Mercandetti, in Roma, e che servì per la medaglia dal Salina offerta al Galvani; quel conio fu donato dal Salina al Museo Civico di Bologna; ed ivi diligentemente conservato, potè essere adoperato per la medaglia del 1888. L’epigrafe, nel rovescio di questa, fu dettata dall’insigne latinista prof. Gandino.

Ultima, fra le medaglie bolognesi del 1888, con la quale chiudiamo questa prima parte della nostra rassegna annuale, viene la medaglia commemorativa dell’8 agosto. Nella nostra collezione non la possediamo: l’abbiamo esaminata nella collezione di Brera ed è la seguente:

Diam. mm. 43.

D/ — Nel campo, figura stante della Vittoria, a sinistra, con una corona e un ramo di palma. In giro, in alto, fra due stellette: BOLOGNA 8 AGOSTO. In basso: 1848. Nel campo, a destra: VICTORIA. Nell’esergo: GRASSI F.
R/ — In giro: XXXX ANNIVERSARIO DELL’OTTO AGOSTO 1848. In basso: GRASSI F. Nel campo, stella [p. 65 modifica]d’Italia in alto, e su sei linee: QUANDO IL POPOLO — SI DESTA ― DIO SI PONE ALLA ― SUA TESTA — LE SUE FOLGORI — GLI DA. Stelletta, fra due piccoli fregi in forma di gigli.

Questa medaglia fu incisa a Bologna dal piemontese Grassi, e fu, dal Comitato ordinatore della commemorazione dell’8 agosto, distribuita alle società invitate ed intervenute e ai vari rappresentanti. Ha la maglietta per infilarvi nastro — che crediamo sia bianco e rosso (i colori di Bologna) — e fu appesa allo bandiere di varie associazioni, intervenute alla commemorazione ed alla inaugurazione del mediocre monumento in onore di Ugo Bassi.

In questa rassegna del 1888 facciamo punto per oggi. Altre medaglie ed importantissime ci resta a descrivere nella seconda parte del nostro fuggevole, rapido, delibatorio lavoretto. Ma ci dichiariamo grati fin d’ora a chi — conoscendo medaglie riferentisi ai fatti in questa prima parte accennati e da noi non menzionate — volesse darcene esatta e completa notizia, od anche a chi avesse da correggere le notizie da noi qui raccolte.

Febbraio 1889.

Alfredo Comandini.

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II.


Mentre fervevano in Bologna le feste centenarie dell’Università, — delle medaglie relative alle quali ci siamo occupati nella prima parte di questa nostra cronaca metallica del 1888, — celebravasi in Napoli il 250° anniversario della costituzione della Brigata Piemonte (3° e 4° reggimento fanteria).

Le origini del nome di questa brigata pare risalgano all’anno 1664, nel quale fu appunto denominato Reggimento Piemonte Fanteria l’antico reggimento Conte Catalano Alfieri, costituito fino dal 1637 e del quale solo nel 1638 trovasi menzione, per la prima volta, nel bilancio dello Stato. Però, al 1638 se ne è fissata, ufficialmente, l’origine, e nel 1888 è stato, di conseguenza, festeggiato il 250° anniversario della Brigata Piemonte originata dal detto reggimento Catalano Alfieri. La denominazione oggi anche vigente di Brigata Piemonte risale al 1815; e la ripartizione in due reggimenti (3° e 4°) data dal 25 ott. 1831.

Non spetta a noi, qui, il rifare la storia del vecchio reggimento e della Brigata Piemonte; ma, ai riguardi della medaglia che stiamo per illustrare, dobbiamo [p. 218 modifica]dire che, ai 14 marzo 1858, il re Vittorio Emanuele II volendo che suo figlio Umberto, principe ereditario, che in quel giorno compiva il 14° anno di età, entrasse a fare parte dell’esercito, lo nominò capitano di fanteria e lo fece inscrivere nei ruoli del 3° reggimento (brigata Piemonte).

Nel 250° anniversario della brigata alla quale appartenne, re Umberto inviò al comandante della medesima un telegramma che, con gentile pensiero, venne riprodotto come epigrafe nella medaglia commemorativa, che qui descriviamo:

Diam. mm. 59.

D/ — Testa nuda a sinistra di Umberto I re d’Italia. Sotto il taglio del collo, a destra: SPERANZA. In giro: 250° ANNIVERSARIO DELLA BRIGATA PIEMONTE. In basso, fra due stellette a cinque punte: 22 GIUGNO 1888.
R/ — In tutto il campo, in quindici linee, epigraficamente disposte: ASSISTO COL PENSIERO ― E COLL’AFFETTO — ALLA COMMEMORAZIONE — DEL 250° ANNIVERSARIO ― DELLA BRIGATA PIEMONTE ― ALLA QUALE RICORDO SEMPRE ― CON LA PIU’ VIVA SODDISFAZIONE ― DI AVER APPARTENUTO — HO FEDE SICURA — CHE IL 3° E 4° REGGIMENTO — SAPRANNO IN OGNI EVENTO — CONFERMARE LA LORO — GLORIOSA TRADIZIONE — CHE OGGI ONORANO — UMBERTO.

Le feste commemorative furono celebrate in Napoli, dove la brigata trovavasi di stanza; ebbero luogo il 22 giugno; e della bella medaglia qui descritta ne furono coniati 2500 esemplari in bronzo per tutti i soldati appartenti o che già avevano appartenuto alla brigata. Un esemplare in oro fu presentato a Sua Maestà, e varii in argento furono coniati per [p. 219 modifica]gli ufficiali generali e superiori. La medaglia fu incisa con mirabile nitidezza di conio, dal cav. Speranza, incisore nella regia zecca di Roma, e quivi coniata. (Tav. IV, N. 1).

Nel mese di giugno è doverosa consuetudine dei patrioti italiani il commemorare la morte del generale Giuseppe Garibaldi, avvenuta a Caprera il 2 giugno 1882. E appunto la prima domenica di Giugno del 1887 ebbe luogo all’isola, dove il generale fu sepolto, un solenne pellegrinaggio, la cui medaglia commemorativa non fu eseguita e distribuita che un anno dopo, nel giugno 1888, ed è la seguente:

Diam. mm. 61.

D/ — Busto a sin., col poncho tradizionale e fazzoletto annodato al collo, testa nuda, di Giuseppe Garibaldi. Sul taglio del busto: S. J. (Stefano Johnson) MILANO. Sotto: SPERTINI MODELLO’.
R/ — Nel campo, chiuso da cerchio di perle di due grandezze, in alto due triangoli rettangoli intersecantisi a mo’ di stella, e sotto, in sei linee: PRIMO PELLEGRINAGGIO ― ALLA TOMBA — DI ― GIUSEPPE GARIBALDI — A — CAPRERA. Intorno, esteriormente al cerchio di perline, nella metà superiore del giro, fra due stellette a cinque punte: 11 GIUGNO MDCCCLXXXVII — e nella metà inferiore del giro: LE OSSA FREMONO AMOR DI PATRIA.

Questa medaglia, eseguita dal bulino del valente incisore Cappuccio, nello stabilimento del signor S. Johnson di Milano, è bella nel dritto; comune, [p. 220 modifica]commerciale, insignificante nel rovescio. Fu coniata in argento e in bronzo, in numero limitato di esemplari; quelli in argento furono fatti pagare L. 41 ciascuno, e L. 5 quelli in bronzo, e, come è detto nella circolare 28 maggio 1888 del colonnello Missori, presidente del Comitato esecutivo pel pellegrinaggio del 1887, la medaglia fu coniata a “perpetua memoria del Pellegrinaggio stesso” e per distribuirla “solamente alle Società, Istituti, ecc., che intervennero al Pellegrinaggio, o vi mandarono loro rappresentanze.”

Un’altra medaglia, portante lo stesso busto del generale Garibaldi, fu eseguita nel 1888 in Milano dall’incisore sunnominato, signor Cappuccio, quale distintivo di un sodalizio di superstiti garibaldini. Eccola:

Diam. mm. 35.

D/ — Busto quasi di prospetto, col poncho e fazzoletto annodato al collo, testa nuda a sinistra. In giro, ai lati: GIUSEPPE ― GARIBALDI. Sotto al busto: A. CAPPUCCIO.
R/ — In alto, stella d’Italia, raggiata. In quattro linee nel campo: SOCIETA’ M. S. — VOLONTARI — GARIBALDINI — MILANO. Sotto, incrociati e annodati con nastro, due ramoscelli d’alloro e di quercia.

Questa medaglia ha la maglietta pel nastro, che è di colore rosso acceso, e viene portata dai volontari come distintivo sociale del sodalizio cui appartengono.

Per la inaugurazione della Esposizione Emiliana in Bologna, una grande e bella medaglia era stata [p. 221 modifica]preparata, di iniziativa propria, dall’incisore milanese signor Luigi Broggi, che la propose come medaglia commemorativa della visita del re, al Comitato dell’Esposizione. Ma non avendo, questo, preventivata una tale forma di onoranza e di festeggiamento, la medaglia, dal Broggi eseguita, non fu presentata. Senonchè, nell’agosto-settembre recandosi Sua Maestà a visitare le provincie della Romagna, in occasione delle grandi manovre svolgentisi in quella regione, la medaglia fu accolta favorevolmente dalle Provincie e dai Comuni di Romagna, a ricordo di una visita che da lungo tempo il re desiderava di poter fare e che, in una forte e generosa regione, ingiustamente circondata da sospetti deplorevoli e da infondate diffidenze, diede luogo a calorose, schiette, popolari manifestazioni, degne del cuore buono del re e dello spirito liberale, equanime dei romagnoli.

La medaglia che il Broggi aveva eseguito per la visita del Re alla Esposizione di Bologna, era la seguente:

Diam. mm. 75.

D/ — In cerchio di perle, busto di prospetto in grande uniforme militare, con decorazioni, ordini cavallereschi, collare della SS. Annunziata, testa nuda di tre quarti a sinistra, in alto rilievo. In giro ai lati: UMBERTO I — RE D’ITALIA. Sotto al busto: LUIGI BROGGI FECE.

(Tav. IV, N. 2).

R/ — In cerchio di perle, nel campo, in undici linee: A S. M. — UMBERTO I ― NELLA FAUSTA OCCASIONE — IN CUI — COLLA SUA AUGUSTA PRESENZA — INAUGURAVA — LA FESTA DELL’ARTE ― E DELL’INDUSTRIA ― IN BOLOGNA. — VI MAGGIO MDCCCLXXXVIII.
[p. 222 modifica]

Come abbiamo detto, la presentazione di questa medaglia non ebbe luogo; e, nel settembre, devolutone il diritto per la medaglia destinata a ricordare la visita di re Umberto alla Romagna, il Broggi dovette eseguire un nuovo rovescio, che qui si descrive:

R/ — Cerchio di perle, dentro il quale, corona di alloro e di quercia, fatta di due rami aperti in alto, incrociati e annodati in basso; e sovrapposti ai rami, in basso i due stemmi, affiancati, della provincia di Ravenna a destra, e della provincia di Forlì a sinistra, raccolti sotto un’unica corona murale; in giro, a sinistra, procedendo dal basso all’alto, gli stemmi delle città di Rimini, Cesena, e Forlì; a destra, quelli delle città, di Lugo, Faenza e Ravenna; e in alto, nello spazio aperto fra i due rami di alloro e di quercia, lo stemma della città d’Imola (che fa parte della Romagna, ma il cui circondario appartiene alla provincia di Bologna). Nel campo, in sette linee: PERCHÈ — DI SUA VENUTA IN ROMAGNA ― RESTI — DURABIL MEMORIA — PROVINCIE E COMUNI — DECRETARONO — SETTEMBRE MDCCCLXXXVIII

(Tav. IV, N. 3).


Del rovescio di questa medaglia vi è una variante, della quale non esistono, oltre a quello presentato in oro a Sua Maestà, che pochissimi esemplari in bronzo, e la variante si ha nello stemma di Lugo, che dall’incisore venne eseguito in forma di due scudi, il rosso, con croce e colomba, sovrapposto ad uno scudo azzurro, mentre lo stemma di Lugo è fatto di un solo scudo, e non di scudo sovrapposto a scudo. Del rovescio portante questa variante, che fu il primo eseguito, si [p. 223 modifica]ruppe il conio appena dopo coniati l’esemplare in oro pel Re e pochi esemplari in bronzo, e però nel nuovo conio, prontamente eseguito, fu provveduto alla correzione dell’errore araldico accaduto, nel primo, per lo stemma di Lugo (Tav. IV, N. 3). L’esemplare in oro per Sua Maestà fu coniato subito senza eseguire prima la correzione, perchè credevasi che la presentazione dovesse avvenire in Ravenna il 1° settembre; ma siccome alla medaglia fu voluta aggiungere una pergamena-indirizzo portante tutte le firme dei sindaci di Romagna — e raccogliere queste fu affare lungo — così la presentazione della medaglia fu differita, ed ebbe luogo in Roma due mesi più tardi.

Di tale medaglia, oltre a quello in oro per Sua Maestà, non ne furono coniati dallo stesso incisore Broggi, nel proprio bilanciere, che appena duecento esemplari in bronzo. Anche il secondo conio del rovescio fu rotto, cosicchè la riproduzione della medaglia non è ulteriormente possibile.

Aggiungeremo qui che fino all’agosto scorso la provincia di Forlì non aveva stemma proprio, e ne fu appunto adottato uno, approvato dalla Consulta Araldica, in occasione della medaglia fatta coniare per la visita del Re.

Di un’altra medaglia, in Romagna, fu fatto omaggio al Re; e precisamente in Cesena il 2 settembre. La medaglia è la seguente:

Diam. mm. 40.

D/ — In disco, nel campo, veduta interna, di prospetto, della Biblioteca Malatestiana, in Cesena, e sotto nell’esergo del disco: Bca MALATESTIANA — OFF. MARIOTTI. — In giro, ad arco, in alto: MUNICIPIO DI CESENA, In giro, sotto, fregio ornamentale.
[p. 224 modifica]
R/ — In corona di alloro e di quercia: A — UMBERTO I — RE D’ITALIA — I CESENATI.

Il diritto di questa medaglia è quello adoperato dal Municipio di Cesena per le medaglie di premio delle scuole del Comune; fu inciso nell’officina Marietti di Firenze, e rappresenta l’interno della magnifica Biblioteca fondata in Cesena nel 1452 da Malatesta Novello. La medaglia fu coniata in Firenze, dall’incisore Gori, in unico esemplare d’oro, offerto al Re dal senatore conte Saladini sindaco di Cesena.

Terminate appena le feste popolari e militari in Romagna, incominciavano in Torino le feste per le nozze del principe Amedeo, duca d’Aosta, con la principessa Letizia Bonaparte. Varie medaglie popolari, messe in commercio a basso prezzo, furono coniate per queste nozze; ma una sola medaglia noi conosciamo, che non fu messa in vendita, e qui la descriviamo:

D/ — Cerchio di perline. Nel campo, i busti accollati a sinistra del principe, testa nuda, e della principessa diademata e con monile al collo. In giro ai due busti, da sotto: AMEDEO DI SAVOIA E MARIA LAETITIA NAPOLEONE. E sotto, a chiudere il giro della leggenda, piccola stella d’Italia. Sotto al taglio del busto del principe: A. RESTELLI.
R/ — Cerchio di perline. Nel campo, targa a lembi accartocciati, sormontata da aquila di Savoia stante spiegata di prospetto, coronata alla reale, volta a sinistra. Sotto, affiancati, raccolti sotto un’unica corona principesca, i due stemmi di Savoia a sinistra, e dei Buonaparte [p. 225 modifica] (linea imperiale di Francia) a destra, sovrapposti a due faci ardenti incrociate ed a rami di fiori. Intorno, ad arco, nella parte superiore del giro, fra due stellette: TIRO NAZIONALE TORINO — ; e nella parte inferiore del giro: GARA SPECIALE DEL 1888.

Questa medaglia fu incisa e coniata in Torino dal cav. Angelo Restelli, valente medaglista; e servì come premio per la gara speciale di tiro a segno indetta come festeggiamento per le nozze del principe Amedeo. Notiamo che con l’inaugurazione del Tiro a segno comunale furono solennizzate nel 1867 — e tre medaglie lo attestano — le prime nozze del Duca d’Aosta con la principessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna.

Ma il fatto politico culminante del 1888 per l’Italia era riserbato pel decimo mese dell’anno, per l’ottobre; e doveva accadere in Roma, verso la quale, dall’11 al 19 ottobre si raccolse l’attenzione dell’Italia tutta e dell’Europa per la visita che il giovine imperatore di Germania, Guglielmo II, venne a fare, come amico ed alleato, a Re Umberto nella capitale del regno.

Non meno di sette, certamente, e forse di più, sebbene noi non ne conosciamo che sei, sono le medaglie che ricordano la visita dell’imperatore tedesco in Roma; poi ve n’ha un’altra che ricorda la breve visita fatta dallo stesso imperatore alla città di Napoli.

Le sei medaglie accennate che noi conosciamo non sono ufficiali, e, per quello che ci consta, di medaglie [p. 226 modifica]ufficiali non ne furono fatte, e le fatte sono tutte dovute all’iniziativa privata di incisori e fabbricanti.

Le descriviamo qui, in ordine di grandezza.

Diam. mm. 71.

D/ — Genio nudo, stante, di prospetto, ad ali e braccia aperte e protese su due medaglioni incoronati di alloro e di quercia portanti, quello di sinistra, la testa nuda a destra di re Umberto e quello di destra la testa nuda a sinistra dell’imperatore Guglielmo II. I due medaglioni sono sormontati, quello di sinistra dalla stella d’Italia, quello di destra dalla croce prussiana del merito, e poggiano su cornice al dissotto della quale, su cuscini, le corone, rispettivamente, reale e imperiale. Nell’esergo leggesi: L. POGLIAGHI INV. A. CAPPUCCIO INC. ― STABILIMENTO JOHNSON, MILANO.
R/ — Nel campo, targa romana portante, in sette linee, l’epigrafe: MDCCCLXXXVIII — GUGLIELMO II E UMBERTO I — CONVENNERO IN ROMA — AFFERMANDO LA FRATELLANZA ― DI DUE GRANDI NAZIONI — NELLE INTANGIBILI VITTORIE — DELLA CIVILTA’. La targa è sormontata dalle aquile reale italiana ed imperiale germanica, ad ali spiegate, questa volta a sinistra e quella a destra, portanti sul petto lo stemma della rispettiva nazione, e poggianti con gli artigli su due rami d’olivo intrecciantisi sulla targa. Sotto la targa, come in esergo, appoggiata a canne palustri, la figura simbolica, coricata a destra, volta a sinistra, di vecchio laureato, raffigurante il Tevere, con remo sulla spalla destra, e col braccio sinistro appoggiato ad urna dalla quale scorre acqua; ed ai suoi piedi, su basamento, la lupa romana e nello sfondo la graecostasis e il Colosseo.

(Tav. IV, N. 4).


Questa medaglia, eminentemente artistica malgrado taluni suoi difetti di dettaglio, fu coniata per [p. 227 modifica]iniziativa e speculazione dello stabilimento del signor Johnson in Milano; il pittore Pogliaghi la ideò e modellò con sicurezza, arditezza e grandiosità di linee egregiamente riprodotte dal bulino del Cappuccio. Un esemplare d’oro fu fatto presentare, dal fabbricante, al Re, ed uno all’Imperatore; poi molti ne furono coniati, in varii metalli, per conto di privati, e in commercio ne furono posti a L. 7,50 in bronzo, a L. 2,50 in metallo bianco. Il conio, delicatissimo, del diritto, ebbe a soffrire, dopo una certa tiratura, e fu dovuto rifare. La medaglia fu molto ricercata anche da collettori e numismatici tedeschi. L’epigrafe portata dalla targa fu dettata dall’on. commendatore Gaetano Negri, Sindaco di Milano.

A questa medaglia tiene dietro per grandezza la seguente:

Diam. mm. 51 1|2.

D/ — Busto, di prospetto, in uniforme militare, con decorazioni, testa nuda, a destra, di Guglielmo II; in giro, ad arco: GVGLIELMO II IMPERATORE DI GERMANIA. Sotto il taglio del busto a sinistra: Flli FACCIOTTI.
R/ — Nel campo, in nove linee: XII OTTOBRE MDCCCLXXXVIII — A MEMORIA — CHE VMBERTO I — SALVTAVA AMICO E ALLEATO ― NELLA SVA REGGIA ― NELLA CAPITALE D’ITALIA — GVGLIELMO II — IMPERATORE DI GERMANIA.

Questa medaglia, fatta per iniziativa degl’incisori Fratelli Facciotti, fu coniata nella regia zecca di Roma. Non fu messa in commercio; e ne aggradirono due esemplari in argento e in bronzo per ciascuno i due sovrani.

Ed ecco ora le quattro minori:

a) Diam. mm. 38.

D/ — Busto a destra, testa nuda, dell’imperatore Guglielmo. In giro, ai lati: GVGLIELMO II — IMP. DI [p. 228 modifica]GERMANIA, Sotto al taglio del busto: E. SPALLETTA.
R/ — In corona d’alloro e di quercia fatta di due rami, annodati in basso, e terminanti in alto in stella d’Italia raggiata; nel campo, in otto linee: 11 OTTOBRE 1888 — VISITA IN ROMA — DI GUGLIELMO II — IMP. DI GERMANIA — AD — UMBERTO I — RE D’ITALIA.


b) Diam. mm. 32.

D/ — In medaglione, cinto d’alloro e di quercia, e sormontato dalla stella d’Italia, testa nuda a destra di re Umberto. In giro, superiormente, ad arco: UMBERTO I RE D’ITALIA; inferiormente fra due stellette: ROMA 1888.
R/ — In medaglione, cinto d’alloro e di quercia, e sormontato dalla croce prussiana del merito, testa nuda a sinistra dell’imperatore Guglielmo. In giro alla medaglia, da sotto: GUGLIELMO II IMPERATORE DI GERMANIA. La leggenda, sotto, chiusa da una perla fra due gigli araldici orizzontalmente disposti.

Questa medaglia ha l’appiccagnolo, per infilarvi nastro.

c) Diam. mm. 28.

D/ — Teste nude, affrontate, di Umberto I, a destra e di Guglielmo II a sinistra, separate da ramo d’alloro ergentesi verticalmente, diviso, in alto, in tre rami, e in basso in due, ai quali sovrapponesi lambello svolazzante e portante, a destra il nome di UMBERTO I, a sinistra quello di GUGLIELMO II. In alto, ad arco, al dissopra delle due teste: SEMPRE UNITI. E tutto intorno alla medaglia cerchio di perline.
R/ — Sovrapposti a due rami di quercia e di alloro formanti corona, aperti in alto e annodati in basso, i due stemmi affiancati, coronati, imperiale di Germania e [p. 229 modifica]reale d’Italia, allacciati da tre anelli. Al dissopra, raggiante, la stella d’Italia, e in alto fra i raggi: ROMA. Sotto i due stemmi, in basso: OTTOBRE 1888.

Medaglia munita di appiccagnolo per nastro.

d) Diam. mm. 21.

D/ — Testa galeata a destra di Roma. In giro, ai lati: ROMA INTANGIBILE. Sotto al taglio del collo: SPERANZA.
R/ — Nel campo, ramo d’olivo, e sotto il motto FELICITER. Superiormente, ad arco: GUGLIELMO II. UMBERTO I. Inferiormente, ad arco, su due linee, e fra due stellette: OTTOBRE ― MDCCCLXXXVIII. (Tav. IV, N. 5).

Tutte quattro queste medaglie vendevansi per le vie di Roma nei giorni delle feste italo-germaniche. La prima, a, era venduta in metallo bianco, e fu coniata in Roma; la seconda, b, pure in metallo bianco, ed eseguita nello Stab. Johnson di Milano, usufruendo pel diritto e pel rovescio, per le due teste, i ponzoni fatti pei due medaglioni della grande medaglia; la terza, c, edita dall’intraprendente editore Ferino, e venduta, in metallo dorato, a 50 centesimi!...

Di queste quattro, l’unica che ebbe vero successo artistico e, quasi diremmo, ufficioso, fu quella ultima, d, incisa dal cav. Speranza, coniata nella zecca di Roma, e messa in commercio solamente nei metalli nobili, e, con appiccagnolo ed anello, da molti portata alla catenella dell’orologio e dalle signore appesa a braccialetto, come ciondolo politico d’occasione.

Ai giorni della visita imperiale si lesse nei giornali di una medaglia popolare, del genere di queste ultime, coniata in Napoli e portata, con nastro, dai [p. 230 modifica]membri delle associazioni operaie intervenute al popolare ricevimento dei due sovrani; ma, per quanto l’abbiamo chiesta, non ci è riuscito, non che averla, nemmeno vederla. Di un’altra medaglia, coniata in Napoli per ricordare la visita dell’imperatore in quella città, abbiamo avuto notizia nei primi mesi del 1889. Non la conosciamo, nè di vista, nè per descrizione lettane. Fu coniata, pare, per sottoscrizione fra gentiluomini napoletani, e un esemplare in oro ne fu poi inviato a Berlino all’Imperatore, ed uno al Re in Roma.

Queste sono le medaglie per avvenimenti più notevoli state incise nel 1888, ma l’importanza dei fatti cui si riferiscono, non ci deve fare sdegnosi di ricordare e descrivere medaglie concernenti fatti di minore rilievo, che nel 1888 furono eseguite e che qui, rapidamente, riassumiamo.

È noto il tristissimo caso della spedizione italiana di esploratori africani diretta dal conte Gian Pietro Porro, e sterminata alla fine del marzo 1886 presso Gildessa, dagl’Isso-Somali eccitati dall’Emiro dell’Harrar.

Dopo quasi due anni dall’eccidio, nel quale perirono col Porro altri nove coraggiosi e non oscuri italiani, nella borgata di Induno Olona, luogo di villeggiatura dell’infelice conte Porro, venne eretto a questi un busto marmoreo per privata sottoscrizione. La cerimonia ebbe luogo il 28 gennaio 1888, e i buoni indunesi vollero ricordato l’infelice esploratore anche con questa medaglia: [p. 231 modifica]

Diam. mm. 28.

D/ — Busto di prospetto, in abito civile, testa nuda, del conte Porro. In giro: CONTE GIAN PIETRO PORRO.
R/ — Nel campo in tre linee: GLI ― INDUNESI — 1888.

L’11 febbraio 1888 cessava di vivere in Firenze il senatore Ferdinando Andreucci, insigne giureconsulto, che fino dal 1848, coi moderati toscani, sotto la direzione di Gino Capponi, prese parte ai movimenti politici del suo paese, e fu ministro nel 48, col marchese Ridolfi, poi, nel 59, dopo la seconda fuga di Leopoldo II. La morte dell’Andreucci fu vivamente rimpianta dal foro fiorentino, che ne volle onorata la memoria con questa medaglia:

Diam. mm. 56.

D/ — Busto a sinistra, abito civile, testa nuda. In giro, ai lati: FERDINANDO — ANDREUCCI. Sotto al taglio del busto: ITALO VAGNETTI INC. FIRENZE.
R/ — Corona di due rami, d’alloro e di quercia, incrociati e annodati in basso, aperti in alto. Nel campo in sei linee: IN MEMORIA — DELL’ILLUSTRE — GIURECONSULTO ― IL FORO FIORENTINO — 1888.

Questa medaglia fu incisa in Firenze dal sig. Italo Vagnetti, emulo del padre, cav. Giovanni, residente in Roma, e fu coniata nella regia zecca di Roma.

E un’altra medaglia coniata in Roma, fu quella offerta dagli elettori liberali romani all’on. deputato Alfredo Baccarini per la valentia con la quale questi [p. 232 modifica]capitanò il partito liberale nelle elezioni parziali amministrative avvenute in Roma il 17 giugno 1888.

Nella medaglia, a dir vero, di tali elezioni non è fatto cenno, ma l’omaggio ne fu appunto fatto all’on. Baccarini per tale titolo, e la medaglia è la seguente:

Diam. mm. 57.

D/ — Busto a sin., abito civile, testa nuda. In giro: ALFREDO BACCARINI DA RUSSI MDCCCLXXXVIII. Sotto al taglio del busto: GIOV. VAGNETTI FECE IN ROMA.
R/ — Nel campo, in sette linee: INGEGNO E CUORE POTENTISSIMI — NELL’ARDUE CURE — DI SCIENZIATO DEPUTATO E MINISTRO — AMO’ L’ITALIA — DIFESE IL POPOLO. In basso: LEONE VICCHI DETTO’.

Chiudiamo questa seconda ed ultima parte della nostra rassegna delle medaglie italiane del 1888, registrando ancora due medaglie, l’una dedicata alle benemerenze del patriottismo, l’altra al coraggio nelle iniziative industriali.

La prima è la medaglia stata distribuita ai superstiti della difesa di Venezia del 1848-49, in ricordo di quell’eroica resistenza. È, naturalmente, una ricompensa postuma, come postume sono le ricompense congeneri state conferite in questi ultimi anni dal municipio di Bologna ai superstiti della lotta dell’8 agosto, dal municipio di Milano ai superstiti delle Cinque Giornate, dal municipio di Brescia ai superstiti dei dieci giorni, e dal municipio di Como ai superstiti delle cinque giornate comensi del 1848.

Questa medaglia-ricordo per i difensori di Venezia, fu invocata dai congressi generali dei Veterani e Reduci tenutisi a Venezia nel 1885 ed a Napoli nel [p. 233 modifica]1886, e dal Consiglio supremo dei Veterani in Roma fu commesso il soddisfacimento di tale voto al Comitato Regionale Veneto, il quale provvide alla coniazione della seguente medaglia:

D/ — Leone di San Marco, nimbato, gradiente a sinistra, armato di spada nella zampa destra che tiene alzata sul libro aperto dei Vangeli. In alto ad arco: GOVERNO PROVVISORIO. Nell’esergo, ad arco: 1848-1849.
R/ — Corona di due rami di quercia, aperti in alto, intrecciati e annodati in basso, e nel campo, in tre linee: DIFENSORE — DI — VENEZIA.

Questa medaglia è in argento, ha appiccagnolo ed anello pel nastro, che è di color rosso, orlato di giallo, simile a quello che era stato decretato dal Governo Provvisorio di Venezia. Il conferimento, cominciato nell’aprile del 1888, è stato fatto dal Comitato Regionale Veneto a tutti coloro dei quali, in base a documenti, e giusta gli estratti ed i ruoli matricolari dei vari corpi combattenti, venne riconosciuta la partecipazione alla difesa di Venezia. La medaglia è accompagnata da brevetto, portante lo stemma nazionale in alto, e sotto: “medaglia commemorativa la difesa di Venezia negli anni 1848-49, concessa dal Consiglio supremo dei Veterani al sig.....”

Pel brevetto, medaglia ed astuccio, fu fissato il prezzo di L. 4,50; e della medaglia fu fatto anche un modulo piccolo, da portarsi in catenella con altre medaglie e decorazioni, al prezzo di L. 2,75. Per la presentazione delle domande di brevetto e medaglia fu prorogato il termine a tutto il corrente anno 1889.

L’ultima medaglia della quale dobbiamo occuparci è quella che ricorda la inaugurazione — avvenuta in Milano il 21 ottobre 1888 — delle lavanderie sociali, istituzione ed impresa industriale concordemente [p. 234 modifica]mente lodata come rispondente alle esigenze moderne dell’igiene e della pubblica economia, ed al grande principio della cooperazione. La medaglia è la seguente:

Diam. mm. 39.

D/ — In corona aperta di alloro e di quercia, stemma di Milano, attraversato, dal basso all’alto, da sinistra a destra, da una fascia con la parola: RICORDO; e al dissopra dello stemma, nel campo: MILANO. In giro superiormente fra due stellette: IMPIANTO LAVANDERIE SOCIALI — ; e, inferiormente, sotto lo stemma: 1888, e in una seconda riga: ING. RIBONI * ING. G. CHIODI.
R/ — Veduta prospettica degli edifici e del prato delle lavanderie (fuori porta Venezia, in via Nino Bixio) con nello sfondo sole raggiante. A destra, figura in mezzo busto, a sinistra, di lavandaia brianzola in atto di lavare.

Di questa medaglia, incisa dal Cappuccio nello Stab. Jobnson di Milano, un esemplare d’oro, per ciascuno, fu regalato agl’ingegneri Riboni e Chiodi che concretarono il progetto e lo attuarono; ed un esemplare in argento venne dato al costruttore delle lavanderie. Varii esemplari in bronzo furono distribuiti fra gl’invitati alla cerimonia inaugurale.

Qui ha termine la nostra rapida rivista delle medaglie italiane del 1888, accingendoci alla quale noi non abbiamo avuto in mente di fare, certamente, lavoro meritevole di speciale considerazione, ma solo abbiamo inteso a dimostrare col fatto — e speriamo di essere riusciti nella dimostrazione — come sia [p. 235 modifica]opportuno che, man mano vengono coniate, vengano anche raccolte e conservate queste medaglie contemporanee, mercè le quali, anno per anno, vengono noverati indelebilmente i fatti notevoli, che, perchè a noi vicini, non ci paiono, forse, meritevoli di speciali indagini e ricerche, ma pei quali, coloro che verranno, e malgrado la dovizia di documenti onde è sollecita, nelle sue manifestazioni attuali, l’età moderna, nelle medaglie raccolte potranno trovare lume non sgradito, attestando queste dei nostri sentimenti odierni, del nostro culto per le patrie memorie, dei nostri intenti civili e della mantenutasi feracità dell’arte del bulino nel ricordare lo svolgersi delle patrie fortune.

Noi chiudevamo la prima parte della nostra rivista pregando i colleghi a farci conoscere gli errori nei quali potevamo essere caduti, e a darci notizie esatte delle medaglie che, per avventura, a noi non fossero note.

Rinnoviamo, per questa seconda ed ultima parte, la preghiera; e frattanto ringraziamo la cortesia del distinto sacerdote don Achille Varisco di Monza, il quale ci ha informato della seguente medaglia riferentesi al 1888:

Diam. mm. 39.

D/ — Busto a sinistra con zucchetto, mozzetta e stola, di papa Leone XIII. In giro ai lati: LEO XIII — PONT. MAX.
R/ — Il pontefice, con piviale e triregno, seduto, di prospetto, sulla cattedra di san Pietro, in atto di benedire, avendo alla propria destra un angelo reggentesi sull’ali aperte, ed a sinistra la figura simbolica della Religione raggiata e con croce papale nella sinistra. Ai piedi del pontefice, putto nudo, alato, seduto sul globo terrestre, e reggente un lambello svolazzante sul quale si legge: ASIA EUROPA AFRICA AMERICA.
[p. 236 modifica]

Questa medaglia, con appiccagnolo, e coniata in bronzo dorato, è una delle “parecchie” da noi già accennate, coniate per privata speculazione, o per iniziative non ufficiali, in occasione dell’esposizione vaticana e del giubileo sacerdotale di Leone XIII; e fu eseguita e coniata nello Stab. Johnson in Milano.

Lo stesso don Varisco ci informa della seguente onorificenza istituita, in tali occasioni, dal pontefice:

Diam. mm. 42.

D/ — Croce merlettata, angolata di quattro gigli araldici, e portante in disco il busto a sin. con zucchetto, mozzetta e stola, del pontefice, con in giro, in cerchio rilevato, la leggenda: LEO XIII P. M. ANN. X., e sotto alla verticale del busto una crocetta. Nei quattro bracci della croce, cometa a sei punte ed a raggi rivolti verso l’interno.
R/ — Croce, come sopra. Nei quattro bracci, in quello in alto CAL., in quello di sinistra PRID., in quello di destra IAN., in quello in basso: 1888. Nel disco, in mezzo, la tiara e le chiavi incrociate, e in cerchio rilevato, in giro: PRO ECCLESIA ET PONTIFICE.

Questa croce fu istituita, come ordine cavalleresco, dal Pontefice in occasione delle feste giubilari cominciate il 31 dicembre 1887. Il decreto che ne regola l’istituzione ed il conferimento porta la data di sei mesi più tardi. Di questa croce tre sono le classi: d’oro, d’argento e di bronzo. La croce è appesa ad anello, portato da nastro rosso fasciato ai lati da bordo bianco solcato da riga gialla.

Infine il prefato sacerdote ci dà notizia di avere fatto coniare, lo scorso anno, per conto della Fabbriceria della Basilica di Monza, nello stabilimento [p. 237 modifica]Johnson di Milano, la seguente medaglia-ricordo pel 50° anniversario dell’ordinazione di quel Monsignor Arciprete mitrato:

Diam. mm. 52.

D/ — Campo chiuso da giro di perline. Nel campo in alto, mitra episcopale. Sotto, in quattro linee: CAIETANO — ANNONI — ANTISTITI — MODICIEN. Due ramoscelli d’alloro e di quercia incrociati e annodati. In giro fuori del cerchio perlato: L ANNO A SACERDOTALI CONSECRATIONE. In basso, stella a sette punte.
R/ — In campo, chiuso da giro di perline, in sei linee: FEL. FOSSATI — AL. OLTOLINA ― MICH. MAGGI — JAC. PORCHERA — A. D. V ID. IUN. ― MDCCCLXXXVIII. In giro fuori del cerchio perlato: CURATORES AEDIS S. JOANNIS BAPTISTAE. In basso stella a sette punte.

Di questa medaglia non furono fatti che sette esemplari, uno d’argento per l’Arciprete mitrato, e gli altri sei di bronzo, 4 per i fabbricieri, nel verso nominati, uno per il prefato don Varisco, ed uno pel segretario della Fabbriceria. La mitra incisa nel recto rappresenta il più ricco dei doni che all’Arciprete furono fatti, dono collettivo del popolo e del clero, consistente appunto in una mitra ricamata in oro ed adorna di perle, che costò oltre ad otto mila lire e fu disegnata dall’architetto Moretti di Milano ed eseguita dal sig. Martini Rinaldo.

A queste notizie ne aggiungeremo un’altra la quale ci offre occasione di chiudere con una medaglia pontificia questo nostro lavoretto, che appunto con le medaglie pontificie della mostra Vaticana e del giubileo sacerdotale di Leone XIII fu iniziato.

Diremo adunque che, ai 19 febbraio 1886, la Deputazione della Insigne Romana Congregazione Artistica [p. 238 modifica] dei Virtuosi ai Pantheon fece presentare al Papa, come dono per l’Esposizione Vaticana, un ricco astuccio contenente gli esemplari delle medaglie di premio dei concorsi, solite conferirsi da questo antico artistico consorzio; più, una medaglia d’oro di gran modulo, coniata a posta, la quale da un lato presenta lo stemma dei Virtuosi, dall’altro la seguente iscrizione dettata dal segretario perpetuo della Congregazione, comm. Carlo Lodovico Visconti:

LEONI . XIII . PONT . MAX ― L . ANNOS . AB . INITO . SACERDOTIO — FELICITER . EMENSO — SODALES . VRBANI . ARTIVM . CVLTORES — A . VIRTVTE . NVNCVPATI — PATRI . BEATISSIMO — GRATVLATIONES . ET . VOTA. ― PRID . KAL . IAN • AN . MDCCCLXXXVIII.

Ed aggiungiamo una rettifica lieve, relativa a due medaglie pontificie, illustrate nel nostro primo articolo, e portanti i numeri 1 e 2 della tavola relativa: la rettifica è che furono bensì coniate in Roma, non però nella regia zecca.

Qui facciamo punto fermo: sat prata biberunt! Tuttavia nutriamo fiducia che agli amatori non sarà tornata incresciosa questa nostra rassegna, nella quale per la diversità, disparità e delicatezza dei nomi e delle cose accennativi, ci siamo studiati di attenerci, come di dovere, al più scrupoloso e corretto oggettivismo.

Giugno 1889.

Alfredo Comandini.


P.S. Avevamo già scritto questo nostro ultimo articolo, quando, a Firenze e a Roma, abbiamo ritrovato [p. 239 modifica] le seguenti altre cinque medaglie, riferentesi al 1888.

La prima, ricorda il soggiorno della Regina d’Inghilterra in Firenze, ed è la seguente:

Diam. min. 46.

D/ — Busto a sin., testa velata e coronata, pendenti alle orecchie e doppio giro di perle al collo, fascia con decorazioni. In giro, ai lati: VICTORIA REGINA — E IMPERATRICE. Sotto il busto, a destra: L. GIORGI F.
R/ — Corona di alloro e di quercia aperta in alto, e nell’apertura il giglio bottonato, emblema di Firenze. Nel campo, in cinque linee: RICORDO — DEL SOGGIORNO ― IN FIRENZE ― PRIMAVERA — 1888.

Di questa medaglia il valentissimo incisore inviò due esemplari, uno in argento e uno in bronzo, a Re Umberto, che li fece collocare nel gabinetto numismatico di Corte; due esemplari d’argento, e 6 di bronzo, alla Regina d’Inghilterra; uno d’argento al Municipio di Firenze. La medaglia non fu posta in commercio.

Le due seguenti riferisconsi al viaggio dell’Imperatore Guglielmo II a Roma:

a) Diam. mm. 51 1|2.

D/ — Busto testa nuda a destra. In giro, dall’alto, dopo stelletta a sei punte, e in cerchio rilevato: GUGLIELMO II IMPERATORE DI GERMANIA E RE DI PRUSSIA. Sotto al busto, a sinistra: L. GIORGI F.
R/ — In sei linee, nel campo: ITALIA TUTTA — SALUTA IL MONARCA — OSPITE DI UMBERTO I — IN ROMA CAPITALE — OTTOBRE — MDCCCLXXXVIII.

Di questa medaglia, l’incisore Giorgi fece omaggio al Re, inviandogliene un esemplare d’argento e uno di bronzo. Non fu messa in commercio.

[p. 240 modifica]

b) Diam. mm. 33.

D/ — In due medaglioni affiancati e inghirlandati d’alloro, i due busti, affrontati, di Guglielmo II, con manto e corona, a sinistra, volto a destra; e di Umberto I, con manto e corona, a destra, volto a sinistra. In alto, stella a cinque punte, in raggi; esergo, due rami d’alloro intrecciati, e sovrapposti ad essi gli stemmi, tedesco a sinistra, italiano a destra. Sotto, fra l’incrociatura dei due rami: LAUER.
R/ — Cerchio di perline. In alto, ad arco: MEDAGLIA COMMEMORATIVA. Nel campo, in dodici linee: DELLA VISITA — DI S: M: J: e R: — GUGLIELMO II — RE DI PRUSSIA ― E JMPERATORE DI GERMANIA — A — S: M: R: UMBERTO I — RE D’JTALLA A ROMA — CAPITALE DEL REGNO — IL GIORNO 11 OTTOBRE — 1888 — ROMA INTANGIBILE.

Questa medaglia, eseguita nello stabilimento del Lauer a Norimberga, era venduta a Roma, durante la visita imperiale, al prezzo di 50 centes. È da notarsi l’errore dell’J invece dell’I nella 2a, 5a ed 8a linea; e l’insistenza con la quale, in codesta medaglia tedesca, Roma è detta capitale ed intangibile.

La quarta medaglia che ci preme d’aggiungere è questa:

D/ — Busto in abito civile, testa nuda a destra. Sotto al busto: GIOV. VAGNETTI FECE IN ROMA. 1888.
R/ — Nel campo, in otto linee: A — GIOVANNI NICOTERA — CHE SUL LIDO CRUENTO DI SAPRI — IN FACCIA ALLA MORTE — FRA LE MURA DEL CARCERE — NELLE LOTTE POLITICHE — TENNE VIVO E GAGLIARDO ― IL SACRO FUOCO [p. 241 modifica]ITALIANO. In basso, ad arco: TANCREDI CANONICO DETTO’.

Questa medaglia appartiene alla serie delle medaglie di uomini politici, parlamentari, italiani iniziata da qualche tempo dal Giov. Vagnetti, e che novera di già Minghetti, Depretis, Cairoli, Baccarini, Magliani, Correnti, ed altri; ed è eseguita dal Vagnetti per sua privata speculazione.

L’ultima, omaggio di artisti a privata persona, è la seguente:

Diam. mm. 43.

D/ — Scudo a testa di cavallo, portante lo stemma dei conti Macchi di Roma, e sormontato da corona comitale. Sotto: GIORGI.
R/ — Nel campo, in 10 linee: AL — BENEMERITO — CONTE — VINCENZO MACCHI — LA SOCIETÀ ROMANA — D’INCORAGGIAMENTO — PER GLI ARTISTI — RICONOSCENTE — • — MDCCCLXXXVIII.

Di questa medaglia non fu eseguito che un esemplare in oro pel conte Vincenzo Macchi in cui onore la medaglia fu fatta.

Speriamo che il lettore riconoscerà la convenienza di avere noi fatto queste aggiunte all’articolo che precede.

15 Giugno.

A. C.

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