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Proposta di Erasmo (dicembre 2011)

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In evidenza

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In evidenza

Le Scarica in formato ePub   Georgiche   di Publio Virgilio Marone (I secolo a.C.), traduzione dal latino di Clemente Bondi (1801), sono un poema in versi esametri diviso in quattro libri, dedicati rispettivamente al lavoro nei campi, all’arboricoltura, all’allevamento del bestiame e all’apicoltura. Leggi la voce su Wikipedia.

Ciò che più pingui e floride le messi
Renda, e in quale stagion romper la terra,
E a l’olmo giovi maritar la vite;
Qual cura aver de’ buoi, qual de la greggia
Debbasi, e quanta esperienza ed arte
Chieggian l’api frugali, augusta Bice,
Io qui prendo a cantar. O voi, del mondo
Astri lucenti, che il volubil anno
Guidate in cielo con alterno giro,
Voi Bacco, ed alma Cerere, per cui
Cangiò la terra le Caonie ghiande
In pingui spiche, e d’Acheloo le tazze
Empì de l’uve il nettare scoperto,
Voi, de’ coloni tutelari numi,
Driadi e Fauni or qua volgete il piede,
Ch’io canto i vostri doni...


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Citazioni

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Citazioni
C'era come la sensazione che mentre gli uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità. Un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver.

Amos Oz, Una storia di amore e di tenebra, traduzione di E. Loewenthal, Feltrinelli

Altre citazioni di Amos Oz su Wikiquote


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