Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/423

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nota 417

segua parola che incomincia per vocale, notisi «amareggiar al fin» di cattivo suono: certo amareggiare rappresenta la lezione definitiva.


IV 66, 3:

suave ABC (a b d e g h i l m)          soave C (c f)

L’Ariosto nelle prime edd. quasi non scrive che suave. Poi, con maggior delicatezza, va alternando il suono latino e il volgare. Lá dove aveva parlato di zeffiro, di vento, di aria suave (XI 32, 5, XVIII 141, 3, XXX 14, 5), di suave mondo (XXXIV 52, 8), del suave, cioè «opportuno» conferire (III 65, 7), del suave riso evocato ormai senza passione (VII 16, 8), d’un boccone troppo suave (X 112, 6), dell’andar suave d’un cavallo (XIX 81, 1), degli allori suavi (VI 21, 1) ecc., da ultimo preferisce la forma volgare. E cosí si pente della suavissima dolcezza (XXXI 2, 2), che forse gli parve un po’ troppo sdolcinato. Lascia qua e lá suave, dove pare si esprima un intimo soddisfacimento piú pieno e profondo. Cosí quando il viso d’Alcina splende di tutta la sua bellezza:

          quivi si forma quel suave riso
          ch’apre a sua posta in terra il paradiso VII 13, 7 (cfr. 16, 8),

cosí nella gran scena d’amore:

          cogliendo de lo spirto in su le labbia
          suave fior... VII 29, 5.

E sempre guida sovrana l’orecchio:

          de’ piú suavi odor che sieno in prezzo VII 55, 21.

Nel nostro passo gran parte degli esemplari di C, e tutti i migliori, hanno suave: «quel suave fin d’amor»; ed è ben probabile che soave rappresenti o la «lectio facilior» d’un compositore distratto, o una prima correzione dell’Autore, poi subito abbandonata.

  1. Nota ancora: suavitá ABC XVI 10, 2, XXV 20, 3, XVIII 138, 7 (cfr. v. 4); suavitá AB so-C XXXIV 51, 4.