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Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/163

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Non attizzino chi vive, misurando il suo sapere da gli soritti publicati|||
Curiosità di sapere: naturale all’uomo|||

D

Dei: non hanno niente, e danno tutto|||
Demostene, Cuoco di Valente Imperadore: condanna la Teologia di S. Basilio|||
Demostene, Oratore: come ai obligasse a non uscir’in publico, per istudiare|||
Detti: di Celio Oratore ad un suo confidente, richiedendolo di corregger’un suo componimento|||
Di Crate Tebano, nel gitar’in mare le sue ricchezze|||
Di Demonatte, in ischerno d’un Ricco ignorante|||
E di due ignoranti che disputavano|||
Di Diogene, a chi lo riprendea perchè mangiasse in piazza|||
Sopra un piccol castello che avea una gran porta|||
Di Domizio Pisone, quali debbano essere i libri|||
Di Lollio, sopra la bruttezza, e ingegno di Galba|||
D’un Maestro ad uno Scolare, che non si cantentava del suo comporre|||
Di Menandro a Filemone suo emulo, dichiarato a torto vincitore|||
Di Menedemo, intorno a quelli che andavano allo Studio d’Atene|||
Di Musonio, intorno all’esilio|||
Di Nicostrato, ad un’ignorante di pittura, che il richiedeva qual cosa ammirasse nell’Elena di Zeusi|||
Di Paolo Emilio, intorno al sapere ben’imbandir’un convito|||
Di Pompeo infermo, quando il Medico gli prescrisse per cena un Tordo, che non poteva aversi che da Lucullo|||
Di Possidonio, del dolore|||
Di Socrate, nel veder molte merci|||
Intorno alla lontananza dalla patria|||
Di Stratonico, in biasimo dell’abitar’in Serifo|||
Di Temistocle, in ricusar di dar la sua figliuola ad un Ricco ignorante|||
Deucalione: di sassi fa uomini|||
Difficolta de’ principj: non dee far perder d’animo|||
Diofante: si appicca col filo d’una tela di Ragno|||
Diogene: sua descrizione|||
Visitato, e ammirato da Alessandro Magno|||
Scacciato da Sinope, ringrazia chi gl’intima il bando|||
Benchè Maestro di sincera Filosofia, odiato, perchè maledico|||
Dionigi, Tiranno: sua voglia di divenir Filosofo|||