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Il porvi Dio ne l’arca, e farvi poi |||
Il Sol, che i raggi Suoi fra noi comparte, |||
Imposto fino a tutti i rei contrasti |||
In forma di musaico un alto muro |||
I nove cori, e non le nove altere |||
Io non sento che in Ciel, dove è verace |||
Ite, Signor, per l’orme belle, ond’io |||
L.
La bella donna, a cui dolente preme |||
L’alte virtù d’ Enea superbe e sole |||
L’alto Consiglio, alor che elegger volse |||
L’Alto Signor, del cui valor congionte |||
La mia divina luce, e doppia scorta |||
L’antiche offerte al primo tempio il pondo |||
Lasciar non posso i miei saldi pensieri, |||
L’aura vital di Cristo in mezzo il petto |||
Le braccia aprendo in croce, e l’alme e pure |||
Le meraviglie, che tra noi comparte |||
Le nostre colpe han mosso il Tuo furore |||
Le tante opre divine, e ’l sacro impero |||
L’innocenzia da noi per nostro errore |||
L’invitto Re del Ciel, sol d’amor vero |||
L’Occhio divin, che sempre il tutto vede, |||
L’Occhio grande e divino il cui valore |||
L’opre divine e ’I glorioso impero |||
Lume del Ciel, che ne’ superni giri |||
M.
Mentre che l’uom mortai, freddo ed exangue, |||
Mentre io vissi quì in voi, lume beato, |||
Mentre il pensier dall’ altre Cure sciolto |||
Mentre l’aura amorosa, e ’l mio bel lume |||
Mentre l’aura del Ciel calda e soave, |||
Mentre la madre il suo Figlio diletto |||
Mentre scaldò ’l mio Sol nostro emispero, |||
Mira l’alto Principio onde deriva, |||
Miser, che debbo altro, che pianger sempre? |||
Molza, ch’ al Ciel quest’ altra tua Beatrice |||
Morte col fiero stral se stessa offese, |||
Mossi dai grandi effetti alzaron l’ali |||