Vai al contenuto

Prediche volgari/Predica XXXII

Da Wikisource.
Predica XXXII

../Predica XXXI ../Predica XXXIII IncludiIntestazione 16 settembre 2024 25% Da definire

Predica XXXI Predica XXXIII

[p. 25 modifica]XXXII. Come santo Giovanni vidde un altro Angiolo venire^ il quale fu santo Francesco. Vidi aìterum Angelum ascendentem ah ortu solis, haben- iem signum Dei vivi { Apocalypsis ^ cap. vij Dilettissimi, le parole preallegate so’ parole di Giovanni ne la sua Apocalipsa al vij cap., e volgarmente dicono così: —Io vidi un altro angiolo el quale veniva dall’ Oriente dalla parte del sole, e aveva il segno di Dio vivo. •— El par- lare è molto ammirabile, però che la Chiesa pone che elli fusse uno angiolo; e Giovachino parlando sopra a la Apocalipsa, disse: Uic est angelus ec: — Questo è r angelo il quale è raguardato da Cristo per Io segno, el quale esso porta. — Un altro dottore dice che Gio- vanni aveva veduto santo Francesco; con ciò sia cosa che chi intende di quello di Dio, essendo dotto intende de la Apocalipsa assai assai. E però credo che a lui gli fusse dimostrato in questa figura santo Domenico e santo Francesco; e però avendo veduto prima uno angiolo, però dice:r^di alterum Angelum. Avendo veduto prima santo Domenico, poi vide santo Francisco: V uno fu in prima; e che fusse in prima santo Domenico, si vede perchè dice che 1’ altro aveva il segno di Dio vivo, eì quale fu Francesco, che s’ acordò tanto a Dio, che volse portare il suo segno per lo amor suo. Del quale sacra parlare noi ne faremo tre contemplazioni: [p. 26 modifica] Prima, de la sua angelica conversazione: vidi altenm Angelum. Siconda, de la sua gloriosa ascensione: ascendenlem ab ortu solis. Terza, della sua mirifica signazione: hahentem sìgnum Bei vivi. Prima, della sua angelica conversazione. Aviamo che diciotto anni conversò cogli angioli prima che avesse il segno di Dio, dove potiamo molto bene comprèndare qual fusse la sua vita. Poi venne al sicondo grado de la ascensioneche essendo vissuto tanto nettamente e puramente, contern- piando Iddio, e elli li diè V altra priminenzia,* che poi venne ad avere il segno di Dio vivo nel corpo suo, ve- ramente piagato come fu Cristo lesa crocifisso. Da la conversazione delli angioli venne a la contemplazione di Dio, e da la contemplazione di Dio venne a ricevere quello segno che portò Iddio umanato ne la carne, e ebbe il suggello. Doli, io mi ci vo’ dilatare; prima, per rispetto di Cristo che gli die’ il segno,* sicondo, per ri- spetto di luì che i’ ricevette; terzo, per rispetto di noi che udiamo. Che [se] dico per rispetto di Cristo che gli die’ il segno, dico che ci si dimostra tre cose altissime: Prima, la sapienzia illuminante co la potenzia stermi- nante e colla clemenzia dimostrante. La sapientia atribuita al Figliuolo. La volontà atribuita allo Spirito Santo. La potenzia atribuita al Padre. Prima, della sapienzia illuminante atribuita al Figliuolo» di Dio si dimostrò in Francesco, * però che si dice che lui da sè non fu molto sapiente,* e Iddio li infuse tanta 1 Lezione conforme in tutti i Codici. [p. 27 modifica] sapienzìa, che dimostrò in lui questo grandissimo dono. E questo fu uno dimostramento, come elli era accetto a Dio. Inde Egea profeta:* * Ponam te quasi signaculum coram me, quoniam ego elegi te: — Io porrò quasi uno signaculo, dove ti dimostrarò ch’io t’ ho amato. — Dice quasi uno signaculo. Vorrei volentieri avervi letto el brevilegio^ che noi aviamo, ma per non darvi tedio non mi ci so’ messo. Sai che volse dimostrare quello quasi? Come venne Iddio ad abitare in terra, venneci quando verbum caro factum es/^^così fece qui di costui quasi signaculum: egli si vorrà trasformare come tu se’ fatto tu. Sieondo modo: quasi signaculum, disse. Che volse dire? Vuol dire che ’l segnacolo fu Cristo lesu co le piaghe;. e quasi signaculum vuol dire Francesco pure co le piaghe. Che se avesse detto signacolo, sarebbe stato troppo grande fatto. Solamente Iddio è quello eh e è segnacolo^ e Francesco si è quasi signacolo: quoniam ego elegi te\ — però ch’io t’ ho amato, e botti eletto essere a questo dono, et a questo dono fu Iddio, non fu angiolo. — Terzo: quasi signaculum ponam, quia ego elegi te: — Tu se’ quasi il mio signacolo, però che io t’ ho eletto. — Se tu miri ne la settima Chiesa nel settimo cap., e molti sette trovarai, e nel sesto d’ognuno de settenari vi tro- varai de’fatti di santo Domenico e di santo Francesco V Molti ego vi trovarai detti di lui: per lo sopra detto ego^ 1 Cioè, Ag-geo, al vers. 24 del secoudo cap. della sua Profezia; dove propriamente dice: Ponam te quasi signaculum j quia te elegia dicit Dominus exercituum. 2 li Cod. Sen. 6, hrìvileggio. Ed è molto arduo l’additare a qual bolla 0 privilegio di Papa alluda il Santo. 3 Vangelo di s. Giovanni, cap. primo, verso 14. 1 Intendi, dell’Apocalisse. 3 Tutti i Codd. danuo a questo luogo, bastantemente oscuro, una me— desima lezione, salve poche e tenui varianti di pretta forma. [p. 28 modifica] vedi nel quarto cap. ‘: Post haec vidi: et ecce ostium apertum in coelo: — Doppo questo et io vidi: e eco il cielo aperto; — cioè Francesco il quale s’ aumiliò tanto, che quasi non si teneva nulla; e lui era picolino picolino, e r iimilità fa tanto crésciare: Qui se humiliat ^ exaliahitur,’^ Dico che la sua umilità il fece tanto poco, che non era quasi nulla, e pòvaro senza nulla nulla. Chi nulla non ha, in vita eterna se ne va. E questo è per la umilità. Anco, se mirarai al secondo settenario a la sesta tromba e alla sesta fiala a xvj cap., e vedrai lo sesto stato de la Chiesa ne la sesta età, cioè il sesto tempo; e’ vedi che in quello tempo venne Domenico e Francesco come se fussero stati uno cherubino e uno serafino: ella si porta con seco queste parole: Quoniam ego elegi te, — Io t’ ho eletta per grazia; chè per la grazia che noi rice- viamo da Dio, noi aviamo quello che noi aviamo. Chi osserva questo stato di volere fare la volontà di Dio? Fu dato a losef, fu dato a Davit, fu dato a Maria, fu dato a Giovanni: a ognuno fu dato quello che era di bisogno. A Pietro fu dato anco questa grazia, che elli fusse vicario. A Paolo fu dato che elli fusse precursore e vaso di elezione, e cercò più il mondo, che ninno altro apostolo. Simile Agustino ebbe quella grazia, che elli fusse illuminatore di tanti Ordini. Così simile di Francesco: quoniam ego elegi te: — Però ch’io t’ho eletto, perchè tu rinuovi le mie piaghe. — A che doviamo noi dare fede? Pure alle cose possibili, e a coloro che so’ degni di fede. Che voglio io dire? Udisti^ mai quello che vide santo Pietro Pettinaio? Se noi sai, io tei vo’ dire, e tu il va’ 1 Sempre delT Apocalisse, vers. primo. 2 Vangelo di san Luca, cap. xiiij, vers. 11. 3 II Cod. Pai.’. Vedesti tu mai ec. [p. 29 modifica] a vedere colà ala sua sepoltura Egli s’usava a quello tempo d’ andare a mattutino, e egli usava d’ andare a udirete fu qui a Siena questo.^ Elli vide due angioli con due doppieri in mano, et entrando deiitro^ non vidde se non Cristo all’ altare, e vide nello spazzo a modo che cénnare. Stando un poco, et elli vidde \(mire gente a piei e scalzi, i quali ponevano i piei loro secondo che erano le pedate di Cristo. Poi dopo costoro giónse.vo antichi, e pure si ingegnavano di pónare i piei loro per queste pedate,• e per le tante pedate di quelli che pas- savano, quasi non si vedevano le prime pedate. Poi di dietro a tutti vidde venire il pòvaretto Francesco, il quale poneva i piei suoi di filo dove gli aveva posti Cristo, che a pena si poteva vedere il luogo suo. E questo fu solo perchè dimostrava d’ essere tanto segui- tante di Dio, che ninno si trovava che più avesse se- guitatele vestigie di Cristo, quanto lui: e ben si dimo- strò ne la vita sua e ne la religione sua, ch’è non so- lamente buona ma santa e bene limitata; e tanto rinovò i modi santi e buoni®, che per ispirienza si vidde chia- rissimo: dove si dimostrò la sapìenzia irradiante di Dio inverso lui. 1 li b. Pietro ebbe sepoltura, secondo che altrove dicemmo, a spese pubbliche in San Francesco di Siena. Ma del sepolcro erettogli, come degli altri monumenti anche di età men antica, non rimane vestigia, se non forse in que’molti rottami di sculture in marmo per la massima parte, che ne’vuoti delle muraglie si vengono ora trovando nell’occasione del generale restauro di quell’insigne Tempio. 2 11 Cod. Sen. 6 dice; Egli s"Usava a quello tempo d’ andare a mar- tino al Duomo^ e egli usava dì andarlo a udire ec. 3 Cioè, e quello che sto per narrare, accadde qui in Siena. ^ Dentro la chiesa, cioè dentro al Duomo. 5 Gli altri Codd., seguito. 6 II Cod. Fai.’, e tanto rinovò i modi di nuovi santi e buoni ec.[p. 30 modifica] La siconda fu la volontà trasformante. Dice Dionisio... *: — L’ amore piglia la forma de lo amato. — L’ amore ha questa forma e natura in sè, che colui che è amato, ama anco lui, e tanto quanto più è amato, più ama; e suole stirpare V amore sè da sè, che a poco a poco si separa da sè. 0 questo si vidde^ chiarissimo in santo Francesco, che tanto si trasformò in Cristo lesu, che egli prese la forma sua ne le mani e ne’ pie! c nel lato. Ode che dice nell’ Esodo a xiij cap.: Erit igitur quasi signum in manu tua^ et quasi adpensum oh recordationem ante ociilos fuos. Puossi aggiungere: ^ quoniam elegi te: — Elli sarà quasi un segno ne le tue mani. — Elli ci è agiónto: — pen- dente dinnanzi, — cioè, li pose per modo come le portò Cristo. Davit disse: Proponebam. ^ Anco s’ è veduto in più persone, chi in uno modo e chi in un altro. Apparve a santo Damiano, al quale se li dimostrò per modo, che egli comprese e intese che era di Francesco innamorato di Cristo % tutto segnato di croci. Anco fu veduto da frate Silvestro ^ in una croce d’ oro. Anco si vide in figura neir Apocalipsa ne’ fatti del grande dracene. 0 Siena, o Siena, come stai tu ora; e come stavi a 1 Lacuna in tutti e tre i Codici. 2 II Cod.^Sen. 6 e il Voci. Pai. hanno, si vede. 3 La Volgata invece, al vers. 9, del detto cap., così legge: Et erit quasi signum in marni tua.^ et quasi monumentum ante ocuìos fiios. ^ Il Cod. Sen. 6 più alla sanese, agióqnare. 3 Non saprei dir dove; nè forse è del caso il ricordare il vers. 3 del Salmo C: Non iwoqjonebam ante oculos meos rem iniustam. 6 Cioè, la forma di Francesco, come poco sopra è detto che questo Santo prese la forma di Cristo nelle mani, ne’piedi e nel costato. 7 Altro seguace, scrive il Cristofani nella Storia Asisi pag, 74, ed imitator fedelissimo di Francesco, detto da s. Bonaventura uomo d’ una innocenza e semplicità veramente di colomba; e tanto addentrato nelle cose di Dio, che ^Francesco medesimo fu solito valersi de’consigli di lui. Alorì Silvestro l’anno 1240. [p. 31 modifica] tempo! Non c’ era il vescovado vostro, coni’ elli è ora. Or piglia questa regola: quando il vescovado non sente di quello di Dio, di’ che la cosa va male. Se oggi volesse cavare i frati mendicanti, i minori, Camporeggi e’ servi, quelli di S. Agustino, quelli del Carmine e de- gli altri strani, siate certi che tutti venendo meno, e’ri- marranno zero e’ cristiani. Volendo Iddio riparare a quel tempo che la fede non venisse meno affatto, fece venire questi due. * Sai perchè? Perchè non est qui se abscondat a calore eius: ^ — Non è chi si possa nascondere da quello che vuole sia fatto al bisogno; — e Mio mandò l’aiuto suo:i qua- li predicando sempre di Cristo lesu incarnato — Adiuforium nostrum in nomine Domini — e così in aiuto della fede, furo sempre, predicando, innamorati di Dio e de la ero- ce di Cristo. E quanto la palesò Francesco! 0 non vide frate Pacifico una croce di due spade a la bocca sua, Pana e l’altra a le mani dimostrando che le parole che elli predicava furono Gladius spiritus verhum Dei ®: — Erano uno coltello di spirito le parole di Dio che egli predicava! — Anco aviarno che predicando santo Anto- nio da Padova, dicendo di lesus Nazarenus rex Judaeormi^ predicando e dando amaestramento, che quando noi tro- viamo questo nome di lesu, noi li faciamo tanta rive- 1 Cioè, i frati predicatori di S. Domenico in Camporeggi. 2 Vale a dire, s. Francesco e s. Domenico. 3 Salmo xviij, vers. 7. ^ Salmo cxxiij, v. 8. 3 11 fatto è narrato pure dal Wadingo negli Annali Francescani, pag. 133, e vaolsi accaduto presso San Severino mentre san Francesco predi- cava in un Monastero. Per questa visione fra Pacifico, del quale ignoro il nome mentre che visse al secolo, si rese seguace di san Francesco, e morto si meritò P appellazione di beato. 6 Epist. di S. Paolo ad EphesioSj cap. vj, vers. 17, e nella V’^uìgata dice: sumentes. et gladium spiritus (qiwd est verhum Dei) ec. [p. 32 modifica] verenzìa,. e tu l’hai guasto, sai 1 Io ti dico che cento- mila diavoli te ne portaranno, anima maladetta, che l’hai già tagliato co le forbici! ‘ Oimè, perchè hai fatto così? Hai levata la divozione a chi 1’ aveva! Deh, figliuoli, non crediate a chi v’ha detto cosa che sia mancamento del- r onore e de la loda di lesti benedetto! Anco, se mai r av esti, oggi T abbi più che mai. Guarda le lèttare, do- ve v’ è scritto lesu, o dove è la croce. Guardate che non ne facciate ninna inriverenzia, però che abilemente può per tua colpa capitare, immè! al privale^, e immèl ponvi mente. 0 tu, larda le lèttare! 0 tu, ne fa’altra guardia! E però dico, ^ che predicando questo santo An- tonio, e Francesco gli apparve volendolo udire nel suo predicare. E fu verificato quello detto nella Cantica: Meliora sunt ubera tua vino, fragrantia unguenti^ opHmis^ Oleum effusum nomen iuum: ideo adolescentulae dilexerunt te, Trahe me: post te curremus in odorem unguentorum tuo- rum. Solo quelle parole fecero scendere Francesco per lo amore ch’elli portava ^ a questo lèsu. Adolescentulae dilexerunt te. Oh, come so’ le parole, così diriza la mente a quel- le! Non vedi tu il Crocifisso? — Sì. — Perchè fu fatto? Perchè tu ti ricordi come esso fu morto per te. Che ti dimostra questo nome lesu? Dimostrati la deità in umanità;. 1 È uu’ ailusioDG a qualche sfregio fatto da mano ignota a un disegno del nome di Gesù, preparato per riprodursi sulla facciata del palazzo pub- blico e nella gran sala del Mappamondo. 2 In cambio di^ privalo.^ cesso. E vuol dire, abbi cura di quel disegno,- perchè altrimenti può con facilità accadere che per tua colpa capiti e fini- sca al cesso. 3 Continua il discorso, rimasto interrotto per lunga parentesi. ^ Cap. primo, vers. 2 e 3. 3 11 Cod. Sen. 6, porta: il Cod. Pal.^ portò. [p. 33 modifica] cosa spirituale co la carne. Così ti vo’ dire: ricordando tu frate Bernardino, che intendi tu di dire? Tu ricordi ogni cosa che di me puoi dire, anima e corpo, V avere e la persona. Così dico: se tu vedi lesu picolino in collo a la Madre, ti dimostra quello che era a quel tempo. E però volendo tu dimostrare nulla di lui, tu non puoi per nin- no modo dimostrarlo senza questo nome, lesu. Volen- dolo vedere in croce, ine è lesu; volendolo vedere al sipolcro, anco quello è in esso; volendolo vedere in col- lo a la Madre, quello medesimo; ma ne la croce vi si dimostra lui con quello strumento, col quale ricevette morte, dando a noi vita. E perchè santo Francesco si transformò tanto in lui, non una croce facevano ma tre croci, dimostrando V ardore inverso Y amator suo \ E hai veduto ardore trasformante ne la sua volontà. Vediam o ora la possanza consigliante. Volse dima- strare Iddio a quelli che il vedevano, come costui pia- cque a Dio; che volse che elli avesse di quello che eb« he lui cioè, amore, vigore e dolore. Queste tre medesime cose ebbe Iddio in carne: Amore: per amore che ci portò, volse morire. Vigore: vigore grandissimo ebbe, e pur morì. Dolore ebbe tanto smisurato, che elli morì Queste medesime cose ebbe santo Francesco, il quale rinnovò tutte queste cose per amore del suo amante. Sònci de’ depintori, a udirei quali quando dipingono santo Francesco, il dipingono co le piaghe rosse. Ve- ramente elli ebbe pertusate le mani empiei, come ebbe Cristo lesu, per li chiovi: così ebbe aperto il costa- to. E se tu non credessi che elli avesse da Dio que- 1 li Cod. Pai., dimostrando V ardore suo inverso V amatore. 2 lì Cod. Pai, aggiunge: per noi. PRED. VOLG. DI S. BERNARDINO - Vol. IIL^ a [p. 34 modifica] ste tre cose, amore, vigore e dolore^ elli si può dimo- strare in molti modi. Vuoi te ne dimostri un poco? Egli visse circa a due anni co le piaghe aperte per V amore di Dio, le quali elli chiese. E dandoglili Iddio, così li dimostrò che egli Fave va caro. Quoniam ego elegi te. Quanto ch’è all’amore, fa’ cheta mi facci sacrifìcio, dicenelFEsodo a xiij cap., quando tu hai cavato il popolo di Egitto. Qual’è questo popolo, se non e’ frati suoi? E1 sacrifìcio si fece a r Averna, dove esso fece tanta astinenzia. E’l popolo de’ suoi frati sempre vanno attorno per lo mondo mendicando come fece lui, e chi non fa come fece lui, non è de* suoi So’ alcuni che hanno detto che il primo Capitolo che fòsse fatto di. questo suo populo, furono cinque miglia frati e so’ di quelli che dicono che santo Francesco non ebbe le stimate altro che nell’ anima. Altri so’ che hanno detto che elli non era se non segnato da la parte di fuore: e io tengo che egli V ebbe di fuore e dentro. E dico che chi non ha le piaghe del nostro Signore dentro nell’ anima, che egli non è di quelli di Cristo. E però dico che si vuole averle nell’ anima e nel corpo come Francesco; e se non fusse stato di perfetta e santa vita, non àrebbe avuta la indulgenzia come esso l’ebbe. E come egli l’ ebbe lui quelli segni, così vorrei che voi li aveste tutti voi, esssendo in grazia di Dio come fu lui. E se voi non vorreste averli come io dico, sì Favessi io, o vero tu F avessi, volessi tu o no! Ecci chi sia stato a Santo Francesco *, a vedere il luogo come sta egli? E tre miglia in alto, cerchiato tutto. Nel quale luogo vi sono dodici vallette intorno,* el qua- le luogo è lucidissimo, due elli ricevette quelle piagìie. 1 Il Cod. Seri. 6, cinque migliaia di frati. ® Cioè alr Eremo dell’Alvernia. [p. 35 modifica] Oh elli mi pare il grande segno, che elli fusse amicone di Dìo! Là dove elli le ricevette, viene a essere da la parte deiroccidente * *. A che tempo fa? Fu all’aurora. A che tempo fu presso? Fu presso a Santa Croce. Sai che significano queste cose? Le tre miglia significano fede, speranza e carità. Le dodici valli significano dodici compagni di santo Francesco, i quali ricevettero grandis- sima grazia da Dio, esssere a tanto dono in tal luogo! Sai che segno v’è a quello monte e a quelle valli? Elli vi sono aperture maggiori che non è questo palazo; e non posso cognoscere fche sia possibile se non per mi- racolo di Dio. Come noi aviamo nella Scrittura che dice: Et petrae incisae sunt ^: — Elli si fessero le pietre. — Dico che elli ebbe le piaghe da la parte dell’occidente. Questo fu quello, il quale ratacò la fede che veniva meno. Fu in sull’ ora dell’ aurora 5 e lo splendore fu tale, che i vetturali che avevano a caricare le some, caricaro a quello lume e credevano che fusse il sole, è noi sep- pero se non pervennero presso al luogo di santo Fran - cesco. E sappiate che per la grande pena del dolore che pativa, andava in su l’asino 0 veramente calzato. E qui hai veduto 1’ amore, el vigore e dolore per tre cose che ebbe Iddio in sè, le quali volse participare a France- sco. E qui t’ affermo che elli sacrificò il corpo a Dio, e Iddio il ricevette, lassandoli quelle tre cose Dio; la sa- pienzia illuminante, la volontà trasformante e la potenzia consigliante. E questo dal canto di Dio: or vediamo dal canto di santo Francesco quello che noi potiamo vedere. Dal canto suo vederemo tre cose: 1 Il Cod. Pai., dalla parte occidentale, 1 Profezia di Nahum, cap. primo, vers. 6; e si corregga così: Et pe- trae dissoliitae sunt. [p. 36 modifica] Prima, dé la sua amirabile ^ e prudente purità. Siconda, de la sua ardente carità. Terza, de la aua anichillata umìlità. Prima, de la sua mirabile e prudente purità. Elli ebbe tanta purità, che fu cosa mirabile, atacato a quello detto de la Scrittura: Estate prudentes sicut serpentes, et simplices siciit columbae: ^ — Siate prudenti come è il serpente, e sia- te semplici come la colomba. ^ — Siate tanto astuti, che voi non voliate fare ninno pecato; e siate tanto puri semplici, che voi non sappiate fare altro che tutto Tiene; come il fanciullo e la fanciulla, che non sa che cosa si sia pecato. Santo Francesco ebe tanta purità, che dicon 0 e tengono che e’ li fu penduta la prima innocen- zìa, come fu Adamo prima che elli peccasse. E perchè questo si creda, vediamone la prova. A che si può co- gnoscere? Dicesi che se Adamo non avesse pecato, ogni bestia, ogni ucello gli sarebbe stato ubidiente e ogni ele- mento: acqua, aria fuoco, terra, frutti, piante, pesci, e simile ogni cosa criata. Anco àrebbe avuta tanta gra- zia da Dio, che non sarebbe stato suggietto, nè mai ve- nutoli nè mal di capo, nè mal di renella, nè fianco, nè febri, nè ninno male di quelli che noi aviamo tutto dì. E perchè egli pecò, ogni cosa se li fece ribelle, e fu suggetto a tutti questi mali. Come vedi, se una pietra cade in capo a uno, li fa male, che allora non li poteva far male. Simile, entrando in aqua può affogare, che allora non poteva affogare. Così se uno fusse entrato nel fuoco,,, 1 GJi altri Codd., amabile, 2 Vangelo di san Matteo, cap. x, vers. 16. 3 II Cod, Pal.^ come sono le colombe: il Cod. Sen. 6, come colombe,. ^ Il solo Cod. Pai.., aere. [p. 37 modifica] 11011 lo poteva quóciare, e ora ardarebbe. * Così se uno monte li fusse caduto adosso, non li poteva far male, e ora affogarebbe. Non li poteva far male 1’ aria nè di caldo nè di freddo; e se Adamo fusse tornato a quello stato, le medesime grazie gii sarebbeno ritornate: sa- rebbeli stati ubidienti tutti li esimenti, tutt’ i pesci, tutti li ucelli, tutti li animali, tutte le bestie: vino, aqua, erbe e ogni cosa. Santo Francesco ebbe queste grazie, lui: adunque si può presumere che elli ebbe quella in- iiocenzia che ebbe Adamo prima che e’ pecasse. Egli ebbe possanza sopra a F aria, sopra a la terra, sopra al fuoco e sopra a Faqua: egli era portato atorno Faqua ghiaccia, non li pareva ghiaccia. Anco, pur de V aqua, una volta avendo grandissima sete, elli si gittò a terra dell’ asinelio dove elli andava, e fagli rivelato, essendo in orazione, che egli andasse a una pietra che era ine presso, e ebbe de F aqua abondantemente. Anco aviamo che sopra a F aqua ebe più potenzia, chè elli la fece diventare vino. Vinum non hcibent; e questo miracolo si fece evidente a molti de’ frati suoi, mentre che era in Fermo. Anco aviamo che in Puglia elli salì in su una barca e andò a predicare in altro luogo, e la barchetta tornò da sè medesima. Qui puoi vedere quanta signoria elli ebe sopra a F acqua. Vede ora se ebbe potenzia sopra all’aria.^ Aviamo che una volta in Lombardia ^andando egli per camino, essendo F aire buissimo^ come motte, ebbe tanta possanza, ^ che elli fece uno chia- 1 ai Cod. Pai., non li poteva far male, e non arderebbe. 2 11 solo Cod. Pai. ha, sopra alla terra. 3 11 Cod. Pai., V aire turbissimo. Il nostro testo, forse per difetto^’ .grafico, V arie buissimo. ^ Negli altri Codd,, tanta possanza ebbe ec. [p. 38 modifica] rore smisurato e grande per la virtù datali da Dio. Anco ebbe possanza sopra al fuoco, chè ’l caldo suo^ non li poteva nuocere. Fra 1’ altre volte aviamo. che essendo difettuoso delli ochi, li fu posto al céllio^ il ferro rovito, e non li fece male. Anco de’ pesci aviamo^ che quando elli parlava, eglino lo stavano a udire: cosi gli ucelli. Aviamo che quagiù verso Roma, a Todi, che predicando lui, le rondine gli davano noia, e egli co- mandò che stesseno quete, e così 1’obidiro, e stavano a udirlo. Anco aviamo, che una volta una lepre fuggendo^ da’cani andò in grembo a santo Francesco; e poi che e’furono passati via, e egli la lassò andare via. E qui vedi che li elimenti e le bestie e li ucelli 1’ ubidivano. Vediamo de la sua ardentissima carità di lui. E detto nello Ezechiel a xxviij cap.: Tu signaculum simiìitudinis plenns sapientia^ et perfectus decore, in deliciis paradisi Dei fuisti: omnis lapis pretiosus operimentum tuum: sardius, topa~ iius et iaspis ^ chrysolitus et onyx et herillus, sapphirus et carhvnculus et smaragdus ec.: — Tu se’ signacolo di simii- litudine, pieno di sapienzia, e perfetto e adornato d’ogni bellezza di paradiso di Dio. Tu se’ signacolo d’ ogni pie- tra preziosa. Tu se’ signacolo d’ ogni bontà di Dio: tu se’ segnacolo de la sapienza di Dio, la quale esso t’ ha infusa. — Eclesiastico, cap. iij: Sapiens cor et intelligibile absiinebit se a peccatis^ et in operibus iustitiae successus habebit. — E1 cuor savio e intendente si sa astenere e astiensi da’ pecati, e a le cose giuste sempre ha il pensiero suo. — Facendo così santo Francesco elli poteva ben dire — io so’ savissimo uomo. — Ma sia pure uno che léga de’ fatti suoi: se egli il considerarà, egli dirà che egli 1 Alla sanese. 1 Codd., céllo^ cioè ciglio. [p. 39 modifica] sia stato il più ghiotto uomiciulo* che si léga. Elli tro- vava le più dolci parole" del mondo; e inde si vede che la sua non fu sapienzia umana, ma più tosto divina. Hai che andando una volta, elli fu veduto come una fornace ardente: \a’, vedi fra i miracoli suoi. Anco mi ricordo d’ uno che prima che elli abandonasse il mondo, che vidde uno palazo con cinque finestre fatte a suo nome; più anco una montagna fu veduta che ardeva. Guarda al vij cap.: Ponam me super lampades^. Quando Francesca pensava de’ fatti di Cristo, egli aveva tanto in pensiero questo Cristo, che nulla aveva altro ne la mente. Quando egli prese quest-o abito per amore di Cristo, elli il volse fare portare con segno che dimostrasse 1’ amore che egli li portava. Elli fece questo vestire, come voi fate uno capparonea due aque. Vedi che elli è fatto come una croce; chè come aveva dentro in sè Cristo lesu croci- fìsso, così volse portare per abito la croce per lo suo amore. L* amore è più forte che non è la morte. Vedi che per la morte ti conviene lassare ogni cosa: abbi de la robba a tuo modo, che tutta la lassarai, e anda- ràtene con lei. Per comparare amor, tutt’ àg^io dato; chè a lui non gli parve mai avere fatto nulla, e non rimase mai contento di quello che aveva fatto. Sempre 1 II Cod. Sen. 6, humiciuoloil Cod. Pai, horniccniolo. Per ghiotto poi è da intendere appetibile^ attrattivo. 2 11 Cod. Pai,, le pia ghiotte parole e dolci. 3 Sembra che il cap. qui citato sia P ottavo della Cantica, vers. 6 i Pone me ut signaculum super cor timm:,... lampades eius, lampade^ ignis atque -fiammarum. [p. 40 modifica] pensava: — no, io non ho fatto nulla! — perchè elli era tanto quello che elli aveva in pensiero di fare, che ’l fatto non li pareva nulla. La morte è più dura che non è lo ’nferno. A lo ’nferno non vi si va se non per lo troppo mangiare, per lo troppo bere, per lo troppo dormire, troppo lussuriare; e la condizione che vi si usa, si è questa: che chi vi va, è il male arivato prima prima, e mai non è cacciato di quello luogo. E sempre ha dei servitori assai, che mai non ne li manca: per le molte delizie e contenti e diletti di questo mondo s’ aquista questo, però che queste cose so’ insaziabili: quante più n’ hai, più ne voresti. Anco participa amore di questa condizione: chi ama regolatamente in amore di Dio, sempre cerca Iddio; e quanto più ne trova, più ne cerca. Simile,.amando per amor di Dio il prossimo, quanti più trova, più n’ ama, e mai non si saziarebe d’amare per amore di colui % per cui cagione elli ama. E come per le molte dilizie s’ acquista lo ’nferno, così per le molte fadighe s’ acqui- sta la gloria. 0 donne, quando voi partorite, quanta fatiga portate voi? Oh, assai; e poi che voi avete parturito e avete il fanciullino, quanto diletto e allegrezza, che non viricor- date d’ avere anta fatiga ninna! Così potiamo dire che fusse in santo Francesco. Elli patì in questa vita per amore di Cristo ogni fatiga, ogni pena, ogni affanno, e la fatiga non gli pareva fatiga. Or pensa tu se egli era fuor di sè 1 Anco la fatiga gli era diletto, perchè elli aspettava riposo spirituale, el quale doveva durare eter- nalmente. E questa è una de le cagioni, che una anima innamorata di Dio non teme martiri, che elli riceve o 1 Nel Cod, Pai., per amore di Dio il prossimo, e di colui ec. [p. 41 modifica] da tiranni o da altre persone, ma sempre con pazienzia sostiene, non avendo mai nessuna turbazione nè intrinsica nè estrinsica. Vediamo il modo come furono date le piaghe di Cri- sto a santo Francesco, e la cagione: Prima fu per la sua mente dispositiva. Siconda, per la apparizione primitiva. Terza, per la vigorosa strenuità sua. Prima, per la mente sua dispositiva. Quando elli orava dinanzi a la croce, elli aveva la mente sua ^ tanto fìssa a quello che egli vedeva, che poi ella si partiva da lui, elli era tanto in quello pensiero, che quasi usciva di sè medesimo, stando sempre fìsso a’ pici di lesu Cristo a la croce L’ apparizioni che elli aveva, non erano sogno. Sai a che si cognoscono? Quando hanno queste condi- zioni, una apparizione che non è fantasia, sì ti lassa la mente tutta allegra, e nella apparizione sì ti viene paura; e quelle che so’ fantasie, sempre lassano la mente in qualche errore quando si so’partite. Oh, quanto rimane in grande pericolo coloro ^ che so’ in quelle fantasie Sicondo, della apparizione di Cristo. Cristo gli appar- ve questa volta con sei ale, volendo dimostrare a santo Francesco, la vita che elli teneva che ella era molto accet- ta a lui. Due ale aveva di sopra, dimostrando due ale che egli aveva inverso Idio: due altre ale circa a sè mede- simo, e due altre inverso il prossimo: con queste sei ale era tanto acetto a Dio, che tutto ardeva di carità e di amore. Quelle due di sopra, che elli aveva mente in 1 II solo Cod. Pal.^ la sua immaginazione. ® 11 Cod. Sen. 6, fisso ajpine^ la croce. W Cod, Pai»,, fisso aipieideU la croce. 3 Così in tutti i Codici. ^ Il Cod. Pol.j che sono in qualche fantasia. [p. 42 modifica]42 ’ PREDICA TRIGESIMASECONDA Dio \ sempre le batteva dicendo: jLa/wm mandatum tuum nimis — Grande e largo è il tuo comandamento; — e io questo pensando si trasformava tanto, che quasi era unito in Dio con una trasformazione unitiva: Quae non Ihet homini Icqui — Non è lecito a poterne parlare niente: — più tosto si può provare, che parlarne nulla. Credi tu ch’essi parlassero insieme? Hàlo tu ^ veduto colà a casa in Capitolo? Io non so chi vel dipinse; ma chi ’l dipinse, per certo elli speculò prima molto bene innanzi che elli il dipegnesse. Elli il fece per modo che apare bene che elli sia fuore di sè e tutto in Dio trasformato. Mirali un poco ne la bòca sua quello che ti dimostra. Oh, quanto mi piace quello atto! chè per certo ine si dimostra come elli credeva in amore di Dio. Altre due ale aveva in mezzo, mostrando V amore che elli portava a sè, che mai non volse per contentar la carne fare cosa che venisse in ninno atto o fatto a fare danno all’ anima sua. Due altre ® a’ piei, dimostrando r amore che elli portava al prossimo, sempre amaestran- dolo, sempre amonendo e pregando che si dovesse guar- dare dal pecato, e seguisse la volontà di Dio, dandoli sempre gloria e onore. A Dio pensava nella sua passio- ne, a sè pensava de la salute: al prossimo pensava e amaestrava, che dessero loda a Dio. E con queste sei ale era trasformato in Cristo lesu crocifisso. Amor di carità, 6 Perchè m’ hai sì ferito? < È da intendere; Quelle due ali di sopra, che dimostravano aver egli là mente a Dio, sempre le batteva ec. 2 Salmo cxviij, vers. 96. ® Epist. seconda di s. Paolo ai Corinti, cap. xij, vers. 4. ^ 11 Cod. Pal.^ tu medesimo* ^ Gli altri Codd. leggono; due altre ale ec, ® Le stampe, di caritate. È il principio di ana delle poesie attribuite a san Francesco^ [p. 43 modifica] Terza, de la sua vigorosa destrenuità cioè che lui fu quello solo il quale portò il vero segno del Figliuolo di Dio. Inde disse Paolo a Timoteo, secondo cap., secon- da epistola: Firmamentum Dei sial^ habens signaculum. San- to Francesco fu quello solo che portò quello segnacolo di Cristo con carità, e tennelo insiuo a la morte sua: lui fu vero battagliatore. L’onore si dà ne le battaglie molto a coloro che so’ primi battaglieri, e che portano la insegna insino a la fine de la battaglia. Francesco fu quello tanto accetto a Dio, che a lui fu conceduto tanto onore, e mai non 1’ abandonò. Vediamo ora dai canto nostro qualche cosellina. Perchè cagione Idio diè i segni suoi a questo pòvaretto Francesco? Per dimostrare a tre generazioni di genti il miracolo suo, e perchè se ne pigli buono essemplo, e che si veglino salvare. Prima, a’ tiepidi. Siconda, a li sviati. Terzi* a’ timorosi. Prima, a’ tiepidi ha dato essemplo, perchè si riscal- dino. 0 cittadini miei, a me mi pare che a noi tochi; io vi truovo tanto tiepidi, che a pensare mi pare cosa da non crédarlo. 0 fredi pecatori ^, venite al fuoco, che voi scaldarete. Deh, pensa quanto fuoco ebbe santo Frani:esco innamorato di Cristo. 0 non puoi tu far così, tu? Sì, bene. Nec esi qui se ahscondat a calore eius: ^ — Non è ninno che si possa nascondere dal caldo di Cri- sto lesu. — Tutti ci potiamo innamorare di lui. Pigliate 1 Gli altri Codd., distrenuità per streuuità. 2 Rammenta il Cavalca, che chiuse la vita di san Francesco dicendo, che della croce di Cristo egli fu gonfaloniere. 5 Gli altri Codd. hanno: 0 freddi peccatori, ^ Salmo xviij, vers. 7. [p. 44 modifica] essemplo dal pòvarello Francesco sì nella vita sua, sì ne la grazia sua, sì ne’ miracoli sui. Considera quanta grazia elli ha anta da Dio.; e come egli ha anta grazia lui, così dico a ciascuno di voi, che speri in Dio, e po- trà avere anco grazia lui. Non mancar tu, chè Iddio non ti mancarà già lui. 0 cittadini che avete donna, e simile a voi, donne che avete marito, e voi vedove, umilemente ognuno nel grado suo può diventare servo di Dio sotto l’Ordine di santo Francesco. Quante valenti persone son già entrate in questo Ordine! ^ Va’,,cerca in Verona in un monistero che si chiama di Santa Chia- ra: così anco a Bergamo: credo vi sieno da vinti santissi- me donne: e credo che di quelle vi so’ che hanno più grazia in questa vita, che non ebbe mai santa Chiara che almeno ve ne so" dodici che sono come angioli. A Crema anco ve ne so’ assai, chè i magiori uomini che.vi so’, vogliono seguire quella religione. Oh, che ve n’ è moltitudine del terzo Ordine! E ce ne so’ anco pur qui. Io ne consìgliarei e vedove e maritate.E dico dime, che se io fusse secolare, io c’ entrarci dentro. Io non dico che ninno lassasse il bene principiato per far questo; ma ben vi ricordo che voi toniate a mente la regola ch’io v’ ho predicata, che sempre si proponga il meglio al bene e V ottimo al meglio ^ Tiene la regola in mano, e mai non potrai fallare. Or oltre. Adunque non sognate; 1 Vuol dire, nelP Ordine Terziario. Si legge che primi ad iscriversi in quest’ Ordine fossero Luccliese e la donna sua Bona da Poggibonsi, coi quali san Francesco sarebbesi incontrato presso quella terra nel 1221. 2 E agevole intendere che con queste parole il Santo mirava ad infer- vorare più che mai P animo de’suoi divoti ascoltatori; nè perciò sia alcu- no che gridi alla irriverenza del paragone. 3 Invece gli altri due Codd. dicono: si proponga il bene al meglio^ et il meglio a V ottimo. [p. 45 modifica] fate fatti, non solo parole. Sai perchè tu ci debbi entra- re valentemente? Per tre cose che tu ci vedi dentro: Prima, vita evangelica. Siconda, vita santa e monastica. Terza, vita santissima e religiosissima di quelli ehe so’ del terzo Ordine. Io voglio dare uno lodo a quelli che seguitaranno questi Ordini. [Tutti questi Ordini so’stati altenticati per tre pontefici ^ 0 tiepidi, non state a dire: — ora, ora, ora; — chè so’ di quelli che diranno: — oh, io entrarò un’al- tra volta; — e starà così qualche sette anni, e poi verranno gli altri sette, e anco diciassette. Così dice co- lui che li viene volontà di farsi frate, e starà anco in su quello pensiero. Abbi a memoria quando cotanti an- darono a Cristo dicendo, che lo’ desse consiglio de la vita loro a potersi salvare, e egli lo’ rispose, che essi vendessero e dessero a’ pòvari ciò che avevano, e sequi- tassero Cristo. Come udirono questa parola, così subito si partirò da lui mezzi turbati; e poi si volse a’suoi di- scepoli e disse: — voletevene^andare anco voi? — E questo il disse perchè chi vuole servire a Dio, sì vuole che il serva allegro e volontario. 1 Mancano queste parole al nostro Testo. 2 Non so perchè dica tre. Gli scrittori, e lò stesso Alighieri nel mara- viglioso Canto undecimo del Paradiso, accennano a due soli pontefici, Inno- cenzo III e Onorio 111, che approvarono primi P Ordine francescano. E iP Poeta: Nel crudo sasso, intra Tevere ed Arno Da Cristo prese P ultimo sigillo; cioè le stimmate, che furono P ultima conferma di quell’Ordine. Seguitan- do troveremo che anche il nostro Santo ricorda più specialmente due auten- ticazioni. [p. 46 modifica]4(3 PREDICA TRIGESIMASECONDA 0 disviati, voletevi inviare a potere tornare a Dio? Eco la via: entrateci dentro; non indugiate: entrate ne la i via, come fa colui che vuole andare a Roma, che passa? qui dalla Porta Nuova \ e camina via. E vedi che per le vie vi si pone la croce, per dimostrare quella essere la dritta via. Come vedi quello segno, che t’insegna an- dare a Roma; così ha dato Iddio questo segno della croce a Francesco, perchè vada luì, e chi il vorrà seguitare, a vita eterna. 0 timorosi, volete tornare a via d’ andare in gloria? — Sì. — Non temere; metteti nelle mani di Dio; che se tu ti rimetti in lui, elli non ti abandonarà mai. Que- sti Ordini so’stati altenticati due volte o più, e però tu puoi senza ninno sospetto seguitarli. Doh, ditemi: avete voi mai veduto il velo di Nostra Donna, e anco la cintola la quale ella portò? — Sì. — Nobilissima cosa è e santa e divota. Ma se ella 1’ avesse fatta lei co le sue mani, anco sarebbe più divota. Simile vo^ dire di santo Fran- cesco. [Santo Francesco] ^ ebbe veramente ne le carni sue, ne le mani sue, ne’piei e nel lato le stimate. Divota cosa fu, ma anco fu più divota, quando noi sappiamo che quelle egli le ricevette da Dio; e perchè questa fu cosa evidente e di vota e chiarissima, so’state altenticate rOrdini sue nè ninna n’ è tanto altamente altenticata, quanto che questa. Cogli insieme tutto il mio dire. Vidi alterum angelum asceadentem ab orla solis, hahentem signum Dei vivi. Dove 1 Appellata poi Porta Romana, e ricordata altra volta in queste Prediche; edifìcio stupendo eretto nel 1327 con disegno dei maestri sanesi A g’ostino e Angelo. 2 Mancano queste due parole ai Codd. senesi. 3 E noto che gli antichi usarono la parola Ordine così al maschile come al femminino. [p. 47 modifica] tu hai veduto tre contemplazioni: prima, de la sua ao» gelica conversazione: Vidi alierum angelum: siconda, de la sua gloriosa ascensione: ascendentem ab ortu soUs; terza, de la sua mirifica signazione: habentem signum Dei vivi. De la prima, d’ angelica conversazione, ti dissi che molto tempo aveva conversato colli angioli. Da questa venne a la siconda, de la sua ascensione, che per quello salse a tanto grado, che Iddio il consolava. Dal quale stato venne al terzo, de la sua mirifica signazione de le piaghe di Cristo suggellato nel corpo suo. Dove vederne in lui dimostrata la sapienzia del Figliuolo di Dio, facendo elo- quente Francesco, vile pòvaretto. Vedémo de la poten- zia eterna ^ del Padre eterno, data a Francesco sopra quasi tutti gli elementi. Vedémo la volontà atribuita allo Spirito Santo, datoli il segno di Dio vivo, tutto Franc«^- sco trasformato in Dio. Tutto questo vedémo dal canto di Dio. Vedémo ne 1’ altra particella dal canto di lui, ia sua povertà, e per la purità sua non li faceva male nè fuoco nè acqua nè aria nè terra. Anco vedémo tutti gli elimenti esserli ubidienti. Vedesti anco de la sua ardente carità in tanta virtù, che era assemplo a ogni criatura. Anco vedémo la sua estrema umilità, dove dissi che gli apparve Cristo, lassando Francesco tutto allegro. Vede- mo del modo come gli apparve, cioè con sei ale, due in alto verso Idio, due in mezzo in verso sè medesimo, due di sotto verso al prossimo; tutti questi ^ in amore ardente in Francesco. Terza parte: dal canto nostro ve- démo dare lui essemplo a tre generazioni: a’ tiepidi per iscaldarli nelT amore di Dio, dimostrandoti tre Ordi- t Negli altri Codd., paterna. 2 E sottinteso, modi o segni. [p. 48 modifica] dì santi e aprovati a li sviati per inviarli in questa via atta a poterli salvare; e a’ timorosi, dando conforta che si rimettino ne le mani di Dio,* a tutti dimostrando la salute loro, in qualunque stato tu se’. E però volen- doti tu salvare, seguitando quello che t’ è stato dimostra- to, arai di qua la grazia, e di là arai la gloria; ad quam ille vos et me perducat in saecida saeculonm^ amen. 1 Gli Ordini, cioè, dei Minori, delle Clarisse e dei Terziari.

Note