Le opere di Galileo Galilei - Vol. II/Fortificazioni/Trattato di Fortificazione
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TRATTATO DI FORTIFICAZIONE.
regola per tirare la linea perpendicolare.
In tre diverse maniere ci può venire di bisogno di tirare una linea perpendicolare, ad angoli retti, a squadra, o vogliamo dire a piombo, sopra un’altra linea. Il primo caso sarà, come nella prima figura, quando si averà da tirar sopra la linea AB la perpendicolare da un punto dato in essa, come dal punto C: il che si farà in questo modo.
Aprasi il compasso a caso; e posta una delle sue aste al punto C, notisi con l’altra li due punti D, E; ed aperto un poco più il compasso, fermando una delle due aste ora nel punto D ed ora nell’E, faccisi con l’altra l’intersecazione al punto F, dal quale sia tirata la linea al punto C: e sarà perpendicolare.
Il secondo caso sarà, come nella figura appresso, quando la perpendicolare doverà
essere
tirata dall’estremità A. Per il che fare, aprasi il compasso come ne piace; e posta una dell’aste nel punto A, fermisi l’altra in un punto qual si sia sopra la linea, come in C, e con l’altr’asta sia notata nella linea AB il punto D; e volgendo il compasso, notisi (come si vede) l’arco al punto E, e per li due punti D, C sia fatta passare una linea retta occultamente, la quale seghi il detto arco nel punto E: dal quale segamento cadendo la linea EA, sarà a squadra sopra la AB.
Nel terzo caso, si deve sopra l’AB far cadere la perpendicolare dal punto C posto
fuora di essa. Il che faremo fermando un’asta del compasso nel punto C, ed allargando tanto che con l’altra si possino notare nella linea AB li due punti D, E; sopra i quali fermando una delle aste, con l’altra si farà l’intersecazione F; e posta la riga sopra i punti C, F,
tireremo la linea CG; quale sarà perpendicolare.
modo di dividere l’angolo in parti eguali.
Sia l’angolo BAC; e posta un’asta del compasso in A, notisi con l’altra li due punti D, E, sopra i quali si farà l’intersecazione nel punto F; e tirando la linea retta dall’A a F, sarà da essa segato l’angolo in eguali parti.
della descrizione di diverse figure di lati ed angoli eguali; e prima, del triangolo.
Sia proposto dover descrivere un triangolo di linee eguali sopra la linea AB. Aprasi il compasso; e presa la distanza di essa linea AB, fermando l’asta nei punti A, B, facciasi con l’altra l’intersecazione al punto C, dal quale tirinsi l’altre due linee ai punti A, B: e sarà fatto il triangolo.
Il quadrato si formerà sopra la linea AB tirando la perpendicolare dal punto A, per la regola dichiarata di sopra; la quale perpendicolare sia AC, e taglisi eguale all’AB; ed allargando il compasso secondo la larghezza AB, so fermata una delle sue aste ora nel punto C ed ora nel B, si farà l’intersecazione al punto D: dal quale prodotte le linee DC, DB, sarà fatto il quadrato.
E volendo sopra la linea AB costituire la figura di cinque lati, detta pentagono, prima allargheremo il compasso secondo la distanza AB,
ed intorno i punti A, B con tale Pentagono apertura descriveremo due cerchi, come nella figura si vede, quali si segheranno ne’ punti G, L; e fermata l’asta del compasso nel punto G, descriveremo il terzo cerchio EABF. Fatto questo, tireremo dal G all’L una linea retta, la quale segherà l’ultimo cerchio nel punto I; di poi per li punti E, I faremo passare la linea retta EIC e per li punti F,I la linea FID, e produrremo le due linee rette BC, AD; e con l’istessa apertura, con la quale si descrivono i cerchi, sopra i punti C, D faremo l’intersecazione al punto H: e sarà fatto il pentagono ABCDH.
La descrizione della figura di sei lati si farà facilmente nell’infrascritto modo. Sia la linea AB per uno dei lati della figura, ed aprasi il compasso secondo la sua larghezza, e con tale apertura sia fatta l’intersecazione al punto C; dove fermata un’asta del compasso, si descriverà il cerchio occulto, nella circonferenza del quale con la medesima apertura si noteranno gli altri quattro punti D,E,F,G, li quali con li altri due A, B divideranno il cerchio in sei parti eguali; di maniera che, tirate le altre cinque linee BD, DE, EF, FG, GA, sarà descritto l’esagono di lati eguali: che è il proposto.
La figura di sette lati, detta eptagono, sarà descritta in tal modo. Prima descriveremo il cerchio occulto, e tireremo il suo diametro pur occulto AB; e fermando un’asta del compasso nel punto B, servando l’istessa apertura con che si descrive il cerchio, si noteranno nella circonferenza li due punti D, C; e posta la riga sopra essi, tireremo occultamente la linea DE; la quale replicata sette volte nella circonferenza del cerchio, cominciandosi dal punto B, la dividerà in sette parti eguali; tra le quali tirandosi le linee rette BF, FG, GH, HI, IK, KL, LB, sarà chiusa la figura di sette lati eguali: che è nostro intento.
regola universale, la quale servirà per descrivere una figura di quanti angoli eguali e lati ci piacerà.
Sia nel presente essempio la linea AB, sopra la quale sia di mestiero descrivere una figura di molti lati. Prolunghisi la linea AB per dritto occultamente sino al punto C; e sopra il centro A, secondo l’intervallo di essa AB, descrivasi il cerchio DBC; e sopra il punto A sia tirata la perpendicolare AD: e l’arco DC sia diviso in tante parti eguali, quanti lati vogliamo che abbia la figura da descriversi; e nel presente essempio supponiamo che deva avere sette lati; però divideremo il detto arco in sette particelle eguali, ne’ punti E, F, G, H, I, K. Di poi, per regola universale, ne lasseremo sempre quattro dalla parte inferiore, come nell’essempio si veggono lasciate le quattro particelle
CE, EF, FG, GH; e dal punto H al punto A tireremo la linea retta. Oltre a ciò, posta un’asta in H ed allargato il compasso sino al punto A, faremo le due intersecazioni alli punti L, N; ed il medesimo faremo fermata l’asta del compasso nel punto B, segnando le due intersecazioni M, O. Di poi per li due punti L, N faremo passar la linea occulta LN, e per li punti M, l’altra linea occulta, la quale si giungerà con LN in P: dove posta l’asta immobile del compasso ed allargato l’altra sino al punto A, in descriveremo il cerchio, il quale passerà necessariamente per i punti B, H; e replicata in questo la linea AB sette volte, sarà descritta la figura che cercavamo (come si vede) AHQRSTB.
la cagione perche sono ordinate le fortificazioni.
Dovendo noi discorrere intorno al modo di fortificare, doviamo prima recarci inanzi alla mente il fine, per il quale sono state ordinate le fortificazioni: il quale altro non è che il fare che pochi possino difendersi da molti; atteso che si deve sempre supporre che il nemico, venendo per impadronirsi di una fortezza, sia per condurre assai più numeroso essercito, che non è la moltitudine de’ difensori. Adunque bisogna che quelli della fortezza s’ingegnino di poter contrastare al nimico co ’l vantaggio del sito.
Bisogna, oltre a ciò, sapere a quali sorte d’offese si deve resistere; se vogliamo potere talmente ordinare la fortezza, che possa a dette offese contrastare. E venendo al particolare nostro, poichè s’è ritrovato l’artiglieria, strumento da guerra di tutti violentissimo, non possono quelle difese, che anticamente bastavano, essere ne i nostri tempi atte a resistere: però bisogna che troviamo altri corpi di difesa, che a gli antichi non furono di mestiero.
I mezzi, con i quali s’offendono ed espugnano le fortezze, pare che siano principalmente cinque: cioè,
la batteria, quando con l’artiglierie s’apre di lontano una muraglia, e per l’apertura si fa adito per entrare nella fortezza;
Sui fogli di guardia, il cod. m porta, di mano posteriore, il titolo: Fortificazioni del Galileo con le figure di ciascheduna; il cod. n: Galileo Galilei, Trattato della fortificazione. — In capo al Trattato, la classe B reca: Trattato di fortificatione dell’Ecc.mo Sig.r Galileo Galilei, Mattema.co nello Studio di Padova; il cod. c: Fortificazioni del sig.r Galileo Galilei. — I codici b e r mancano d’ogni titolo. la zappa, che si fa accostandosi alla muraglia, e con pali di ferro, con picconi, ed altri istrumenti, si rovina;la terza è la scalata, quando con le scale si monta sopra la muraglia;
la quarta è la mina, la quale, per la forza del fuoco rinchiuso in una cava sotterranea (come a suo luogo dichiareremo), rovina in uno instante una muraglia;
la quinta finalmente è l’assedio, quando, togliendo a i difensori ogni sorte di sussidio, si constringono per la fame a rendersi.
Lasciamo stare il tradimento, come maniera d’espugnare ignominiosa, ed alla quale male si può trovare rimedio, sendo impossibile guardarsi da i traditori. Lasciamo, per simile rispetto, le improvise rubberie, dalle quali non ne può assicurare la forma della fortezza, ma solamente la vigilante cura delle guardie.
qual sia l’offizio dell’architetto.
Dalle quattro prime offese è offizio dell’architetto il fare che la fortezza venga assicurata: però nell’ordinare le nostre fortificazioni avremo sempre inanzi a gli occhi, come scopo principale, l’assicurarsi dalle batterie, dalle scalate, dalla zappa e dalle mine. E sì come la maggior parte delle offese vengono dalle artiglierie, così dalle medesime verranno le principali difese.
Però per generalissimo precetto e per regola invariabile terremo il fare che tutte le parti della nostra fortezza scambievolmente si vegghino e difendino, nè sia in loro luogo ancor che minimo, dove l’inimico potesse stare senza esser offeso: perchè, quando potesse pure un solo soldato stare senza offesa sotto a qualche parte della muraglia, comincierebbe ad aprirla; e fatta una buca, dove potessero lavorar due, a poco a poco l’allargherebbono per 4, 6, o 20, e finalmente la tirerebbono a rovina. Bisogna adunque che una parte della muraglia vegga l’altra e la difenda; il che non può fare una linea retta, ma fa di so mestiero che siano due, le quali si riflettino e faccino l’angolo l’una sopra l’altra: come nella presente figura si vede, dove la linea AB, facendo
angolo con la BC, la vede e difende in tutte le sue parti, e dalla medesima viene difesa. E questa scambievole difensione si dimanda fiancheggiare o far fianco: e così diremo la linea AB far fianco alla BC, e per l’opposito la BC fiancheggiare la AB. E con simil modo di linee riflesse si potranno circondare le città e fortezze; come si vede nella seconda figura ABCDEFGHIK, nella quale non resta parte alcuna indifesa. Ma perchè, mediante il ripiegarsi che fanno le linee in dentro, con grande lunghezza di muraglia, e per conseguenza con molta spesa, si circonda poca piazza, si deve sfuggire tal modo di fortificare e circondare
tutta una fortezza con simili fianchi; e trovar modo di accommodare sopra angoli esteriori o linee diritte altri modi di fianchi, come co ’l progresso dichiareremo.
Quando sarà circondata una piazza di cortine, che non si riflettino in dentro, ma faccino li angoli per l’infuori, e che, per conseguenza, non possino l’una l’altra difendersi, non si potendo ancora difendere una cortina diritta da per se stessa, sarà di bisogno ritrovare ed ordinare una maniera di fianchi, che le scuopra e difenda. E questo che siamo per dir ora deve esser attentamente avvertito, perchè è il principale fondamento e ragione di tutta la fortificazione.
Supponiamo dunque una terra esser circondata di cortine che si ripieghino e faccino angolo all’infuori, due delle quali siano nell’infrascritto essempio secondo le linee BAC1. E perchè la cortina AB non può da per sè stessa difendersi, nè è difesa da altre, bisogna uscire infuori con una muraglia secondo la linea DE, dalla quale verranno vedute e difese tutte le parti della cortina DB; e così di sopra la muraglia DE tenendosi artiglieria, si potrà difendere la cortina DB. E perchè per esser l’artiglieria strumento, il quale, per la sua grandezza e per lo stornare che fa quando si scarica, non può adoperarsi in ogni breve spazio, però fa di mestiero che la muraglia DE, quale dimanderemo fianco della cortina DB, sia tanto lontana dall’angolo A, che vi resti spazio capace per l’uso delle artiglierie. Sia dunque tale spazio quello che si vede racchiuso dentro le linee EGHD, il qual domanderemo piazza da basso. Ecco dunque ritrovata di già la necessità di fare le piazze da basso.Ma perchè bisogna pensare di potere tenere nelle piazze l’artiglierie di maniera che non possino dal nimico esser offese, ed il lasciarle nella piazza così scoperte sarebbe molto pericoloso, è stato conosciuto necessario l’armare e ricoprire con una fortissima e saldissima muraglia,
le dette piazze, la quale s’inalzi ancora tanto, che togli di vista al nimico l’artiglierie: e però, spingendosi avanti secondo la drittura DE nel punto F, si è fatto di grossa muraglia il sodo EFNG,
che doppo è stato dimandato spalla. E così abbiamo la cagione, perchè il fianco si distingue in piazza ed in spalla. E quello che si è fatto sopra la cortina AB, intendasi ancora, per la medesima ragione, fatto sopra la cortina AC; cioè la piazza KILM, e la spalla MSOL.Resta finalmente che, per fare il corpo di difesa perfetto, serriamo la figura, congiungendo l’una spalla all’altra: il che si potrebbe fare tirando per linea diritta, dall’una all’altra, la muraglia NPO, o vero in arco secondo la linea NQO. Ma nè l’uno ne l’altro di questi due modi manca d’imperfezione; attesochè le dette due linee restariano senza difesa, non sendo da i fianchi opposti B, C, nè da altro luogo, vedute. Però si chiuderà il corpo di difesa con le due linee rette FR, SR, ordinandole in maniera, che almeno da i punti B, C, dove saranno due altri fianchi, venghino scoperte e difese. E tali due linee si dimanderanno faccie o fronti del corpo di difesa.
Concludiamo dunque: ogni corpo di difesa, il quale deve fiancheggiare una cortina, per il discorso fatto, deve esser composto di quattro linee, cioè di due fianchi e due faccie.
delli diversi corpi di difesa.
Abbiamo per le cose dette potuto comprendere, come quelli corpi di difesa, che hanno a difender le cortine, devono esser composti di dui fianchi e due faccie. Sèguita adesso che veggiamo le diverse maniere di essi, ed i diversi luoghi ove vanno collocati.
E prima è da sapere, che se si accommoderanno corpi di difesa sopra li angoli del recinto (e per recinto doviamo intendere tutto il circuito delle cortine, che abbracciano e circondano la terra e luogo da fortificarsi), verranno ciascheduna cortina ad aver doppia difesa, sendo poste in mezo di due fianchi: e però il corpo di difesa posto sopra l’angolo sarà il più reale e principale di tutti gli altri, e si adimanda bellovardo, quasi che belliguardo, cioè guardia e difesa della guerra; e sarà, come nella prima seguente figura, il baluardo BAEDC, e il baluardo KLMNO.E perchè può talvolta avvenire che la distanza tra l’uno e l’altro baluardo sia tanto grande, che le difese che venghino da i fianchi di essi non possino difendere scambievolmente l’uno e l’altro baluardo, allora in simile caso sopra la cortina tra essi sarà lecito collocare un altro baluardo: come nella medesima figura si vede il baluardo PQR, li cui fianchi difendono le due fronti DE, LM.
Ma se la lontananza tra l’uno e l’altro baluardo fusse così grande, che le difese de i fianchi per difendere le fronti de i baluardi fussero ben deboli, ma non però del tutto inutili, e volessimo, comunque le si fussero, mantenerle ed accrescervene altre; in tal caso non faremo il baluardo PQR, perchè, come si vede, impedisce la vista degli altri baluardi a i fianchi opposti; ma faremo, come nel secondo essempio si vede, il corpo di difesa KHGIL tanto accosto alla cortina,![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e4/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-95.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-95.png)
E questo terzo corpo di difesa è stato nominato piattaforma rovescia.
Li corpi di difesa dichiarati di sopra, pare che per lo più servino per difesa della muraglia e della fossa; ma volendo offendere e travaghare il nimico alla campagna e da lontano, fa di bisogno che abbiamo altri corpi di difesa, li quali, sendo più rilevati delli altri, possino meglio scoprire e dominare la campagna. Per questo sono stati ordinati li cavallieri, li quali altro non sono che alcuni luoghi dentro della cortina, i quali s’inalzano sopra essa e li altri corpi di difesa; e perchè vengono compresi dentro dal recinto, non importa qual figura ei si abbino. Parimente ancora, per il medesimo rispetto,
si possono collocare in qual si voglia luogo: cioè, o sopra i baluardi, come si veggono i cavallieri A, D; o vero a canto il baluardo, come si vede il cavalliero B; o pure tra l’uno baluardo e l’altro, come il cavalliero C. E questi si fanno ordinariamente di terra pura, nè hanno altro offizio che di nettare la campagna.
distintamente a suo luogo diremo. E sono stati dimandati tali corpi di difesa cavallieri a cavallo.
Sono alcune altre maniere di difese dette case matte, l’offizio delle quali non è se non offendere l’inimico, quando fusse entrato nella fossa: e sono alcune picciole stanze, le quali s’accommodano dentro alla cortina giù al piano della fossa, facendoli delle feritoie, per lo quali si possa con archibugi offendere il nemico. Accommodansi ancor a nella fossa, come la casa matta K; nelli angoli della contrascarpa, come le I, L; ed in somma si possono collocare in qual si voglia luogo, come ancora sotto a i fianchi ed alle fronti de i baluardi. E quelle che si fanno nella fossa per lo più si costumano tonde, facendoli intorno molte feritoie per le quali con archibugi si molesta l’inimico.
Oltre a i corpi di difesa già dimostrati, ne sono stati usati altri ancora; perchè delli detti, alcuni in alcuni siti non sono necessarii, ed altri in altri siti non si possono accommodare: come, per essempio, in una fortezza di monte, ogni volta che non abbia vicino qualche luogo più elevato, sarebbe superfluo il far cavallieri; ed in una fortezza posta in mare non occorre far baluardi; sì come ancora se un sito, per esser circondato da rupi e precipizii, sarà per natura inaccessibile, sarebbe superfluo il farvi corpi di difesa. E ritornando al nostro intento, poi che non tutti i luoghi ricercano e sono capaci delle medesime fortificazioni, bisogna ritrovarne le proprie di ciascheduno sito particolare.E perchè accade alcuna volta, doversi fortificare un luogo che da due o più parti viene assicurato da qualche precipizio, come
nella prima seguente figura si veggono li dui precipizii X,R, i quali per natura rendono forte tal sito; in questo caso basterà chiuder i luoghi pericolosi con la cortina AD, accommodandovi per sua difesa li fianchi AB, DE, con le fronti BC, EF facendo dui mezzi baluardi, quali vengono a terminare sopra i precipizii. E questa maniera di fortificazione si dimanda forbicia o tanaglia.
Connumerasi ancora tra i corpi di difesa il rivellino il quale è un picciol forte separato e spiccato da tutto il corpo della fortificazione; per il che è stato così detto, quasi che sia l’evulso e separato dalli altri. E simili forti si costumano porre io incontro alle porte delle fortezze per loro maggiore guardia e difesa: ed a questi rivellini si può andare per strade sotterranee, che rieschino nella fortezza, acciò che il nemico non possa impedire il transito.
delle diversità de’ tiri.
Prima che descendiamo alle regole particolari di ordinare i corpi di difesa, è necessario che dichiariamo alcuni termini attenenti a i tiri delle artiglierie; però che con questi, come nel progresso sarà manifesto, abbiamo a disegnare tutta la nostra fortezza.
E prima, quando un tiro d’artiglieria va parallelo o equidistante a una cortina, senza toccarla in luogo nessuno, si addimanda![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/0d/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-102.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-102.png)
Il medesimo ancora si deve considerare rispetto al piano della campagna, dimandando tiro di striscio quello che la va radendo, e di ficco quello che, venendo da alto, la percuote in un sol punto. E così nel secondo essempio,
rappresentandoci la linea AB il piano dell’orizonte, il tiro CD lo verrà a strisciare, ed il tiro EF, venendo da luogo sublime E, ficcherà nel punto F.
Ma più propriamente, in quanto appartiene al piano della campagna, potremo considerare tre diverse maniere di tiri, cioè: il tiro che viene da alto a basso, quale si chiamerà inclinato; il tiro da basso ad alto, che domanderemo elevato; ed il tiro paralello al piano, detto tiro a livello, o vero di punto bianco. E così nell’istessa figura il tiro EF sarà l’inclinato, GH elevato, e CD a livello o di punto bianco. E chiamasi a livello, quasi che ad libellam; cioè in bilancio, e che non inchini più nell’una che nell’altra parte. E dicesi di punto bianco, essendo che, usando i bombardieri la squadra con l’angolo retto di viso in dodici punti, chiamando l’elevazione al primo punto, al secondo, terzo e quarto, tiro di punto uno, di punto dua, di punto tre e di punto quattro etc., quel tiro, che non ha elevazione alcuna, vien detto tiro di punto bianco, cioè di punto nessuno, di punto zero. E questo basti al presente circa i tiri.
quello s intenda per pigliare le difese.
fronte del baluardo AB piglia le difese dal punto G, perchè prolungata per dritto la linea ABGD batte nel punto G, di maniera che il tiro posto in G viene a strisciare la faccia AB. E se bene altri luoghi ancora veggono e difendono la medesima faccia, come il punto I, il quale vi ficca, niente di meno si dice pigliare le difese dal punto G, per essere il primo luogo che la difende partendosi dal punto C, venendo verso il D. E per la medesima ragione la fronte EF piglia le difese dal punto H, dal quale è strisciata, e non dal punto K, dal quale è ficcata.
delle tre cause della prima imperfezione de’ baluardi.
Per una delle imperfezioni di maggiore importanza che possono accadere al baluardo, connumerano gli architetti l’essere l’angolo della fronte troppo acuto; perchè, oltre all’esser debole e facilissimo ad esser tagliato, con gran lunghezza di fronti si circonda piccola piazza; il che è cagione che non vi possono stare molti difensori, nè commodamente maneggiarvisi artiglierie, ed in tempo di bisogno non vi si può fare ritirata. Però, come difetto notabile, doveremo esser cauti in ovviare a tale acutezza; il che potrà da noi più facilmente esser fatto, quando sapremo quali siano le cause che fanno riuscire l’angolo acuto. Le quali sono tre:
la prima è quando l’angolo del ricinto, sopra il quale va posto il baluardo, non sarà ottuso;
la seconda è il pigliare le difese delle faccie troppo da vicino;
la terza è l’ordinare i fianchi molto lunghi.
L’essempio della prima causa si vede nella prima sotto posta figura: nella quale, sendo sopra l’angolo del ricinto ABC constituito l’angolo del baluardo FGH, quale di necessità è sempre minore dell’angolo del ricinto (come facilmente si può trarre dalla 21 proposizione del Primo d’Euclide, sendo dentro alle linee AGO dalli punti A, C constituite le due linee AB, BC, ogni volta che l’angolo B sarà o retto o acuto, l’angolo G sarà più acuto.Nella seconda figura si vede manifestamente che le due fronti LI, LH, pigliando le difese da i punti D, E, constituiscono l’angolo L
più acuto dell’angolo K contenuto dalle faccie KI, KH, le quali prendono le loro difese da i punti A, C, più lontani. E però è manifesta la verità della seconda causa che produce l’angolo del baluardo acuto, la quale dicemmo essere la vicinanza delle difese.
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della fossa, scarpa, controscarpa e strada coperta.
L’uso ed introduzione della fossa è stato utilissimo per i molti commodi che da essa si cavano, ed in particolare per le fortezze di piano. Perciò che, quando non si cavasse la fossa intorno alla fortezza, ma si alzasse la muraglia tutta sopra il piano della campagna, verrebbe di maniera scoperta ed esposta alla batteria, che, sendo battuta dalla radice, facilmente sarebbe tratta alla rovina; dove che l’avere intorno la fossa fa che dall’altezza del suo argine viene ricoperta tal parte della muraglia, che non può essere battuta se non molto alto: come dal sottoposto disegno si può comprendere; nel quale per le
lettere A, B, C ci si rappresenta la muraglia; CD è il fondo della fossa; DEF l’argine di essa fossa, il quale ricuopre tal parte della muraglia, che il tiro H, posto in campagna, non può battere se non dal punto I in su.
E di grandissima commodità il far la fossa, ancora perchè, dovendosi terrapienare la muraglia, la terra che si cava dalla fossa può servire per fare il terrapieno.
Aggiungesi alle cose dette, che dovendo tal volta quelli della fortezza sortire fuori, per disturbare il nemico o per altra occorrenza, quando, sopragiungendoli la calca de’ nimici, gli fosse necessità di ritirarsi, se la fortezza fusse sfasciata di fossa ed argine, non avendo tempo i difensori d’entrare nella fortezza repentinamente per una piccola porta, verrebbono tagliati a pezzi; dove che avendo la ritirata dell’argine e strada coperta, possono, in tal luogo fatti forti, volger la fronte al nimico e ribatterlo.
Nella medesima figura l’aroine detto DEF si adimanda cantrascarpa: e quel picciol piano segnato EK ci figura la strada coperta coperta dico dall’altezza KF, quale chiameremo parapetto della strada. coperta. La parte della muraglia segnata CB, la qual si vede pendere in dentro, si dimanda la scarpa; e si fa in tale maniera pendente, acciò che dal peso del terrapieno, dal quale viene calcata, non sia arrovesciata nella fossa. Giova ancora tal pendenza, perchè, venendo battuta, minore effetto vi faranno le botte dell’artiglieria, ferendo non ad angoli retti, ma obliqui.
dell orecchione.
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considerazioni nel determinare le difese.
In due maniere, come già si è detto, si può usare la difesa dell’artiglieria, cioè strisciando o ficcando; e tra gli architetti è qualche differenza nel determinare quale delle due maniere sia più accommodata alla difesa della fossa e sue parti; atteso che alcuni vogliono che i tiri striscino la contrascarpa e fronte del baluardo, come si vede il tiro della cannoniera H, il quale striscia la contrascarpa IL e la faccia AF: dicendo che in questo modo un solo tiro offenderà tutti quelli, che fussero scesi nella strada coperta, o si fussero posti sotto il baluardo, o vero vi avessero appressate le scale; il che non può fare io il tiro che ficca quale ferisce in un solo luogo.
Rispondono quelli che vogliono i tiri di striscio, che il ficcare nella contrascarpa deve essere officio delle piazze da alto de’ baluardi, e non delle piazze basse; perchè, sendo i tiri delle piazze da basso poco elevati sopra il piano della fossa, non possono così bene scoprire il nimico come quelli della piazza alta; e così, quando il nimico avesse tagliata la contrascarpa nel punto M, molto meglio si potrà travagliare dalla piazza alta del baluardo vicino, come dal punto O, che dalla cannoniera G, bassa e lontana.
A questo s’aggiunge, che dovendo la cannoniera G ficcare nella contrascarpa IK, non si potrà ricoprire in modo con l’orecchione, che non possa essere imboccata dalla campagna: come si vede per il tiro GM, che, prolungandolo oltre al punto M, passa fuora della contrascarpa, come si vede in R, di dove potrà essere imboccata la cannoniera G; e così verrà impedito l’uso dell’orecchione, il quale era di fare che le cannoniere non fussero vedute di fuori della fossa.
Oltre a ciò, il volere tiri che ficchino nella fronte del baluardo, farà venire l’angolo del baluardo acuto: perchè, se vorremo che il tiro HA ficchi nella fronte del baluardo opposto, bisognerà mutare la fronte AF, la quale dal detto tiro è strisciata, e ritirarla più in fuori, secondo che si vede per la linea AS; il che facendosi, non vi è dubbio alcuno che l’angolo del baluardo s’inacutisce.
Tuttavia soggiunge l’altra parte, che lo sperare che la piazza alta possa molestare il nemico, che abbia aperta la contrascarpa, è cosa vana: perchè, quando sarà ridotto a questo termine, avrà ancora ordinato modo di fare sì che i difensori in conto alcuno non possino affacciarsi sopra la muraglia; per lo che le loro difese saranno del tutto tolte, di maniera che solamente il fianco del baluardo opposto potrà recar travaglio all’inimico. E quanto al dire che il tiro di ficco sia causa che le cannoniere possino essere imboccate, rispondesi che, volendo li avversarii che la piazza alta possi molestare il nimico che sia su la fossa, potrà nell’istesso modo, e più facilmente ancora, impedirlo che non possa piantare le artiglierie per accecare le cannoniere.
Considerate tutte le ragioni dall’una e dall’altra parte, le quali sono efficaci e gagliarde, risolviamo che, potendosi, non meno la contrascarpa che la fronte del baluardo sieno difese e di ficco e di striscio. Però, dovendo in ciascheduno fianco essere almeno due cannoniere, ordineremo che una strisci il baluardo e ficchi la contrascarpa, e l’altra strisci la contrascarpa e ficchi il baluardo; il che compartiremo in maniera, che non causi inconveniente alcuno, come a suo luogo sarà manifesto.
bella pianta e del profugo.
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![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f0/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-112.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-112.png)
E concludendo diciamo, quel disegno che ci rappresenta le lunghezze con le larghezze dimandarsi pianta; e l’altro, che ha le larghezze con le altezze, esser detto profilo.
della scala.
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Ma per fuggire il tedio di avere a fare una sì lunga divisione, potremo fare con più brevità in questa maniera. Ponghiamo, exempli gratia che la cortina abbia ad essere lunga quattrocento braccia: pigliando la quarta parte della linea che ci deve rappresentare detta cortina, averemo la misura di cento braccia, la quale divideremo in dieci parti, e ciascheduna di esse ci rappresenterà braccia dieci; doppo divideremo una di queste decine in dieci particelle, ciascheduna delle quali dimostrerà un braccio: e così da tale divisione potremo facilmente prendere il numero di quante braccia ne piacerà, come di sei, quindici, venti, venticinque, etc, sì come ciascheduno senza difficoltà può da sè stesso comprendere.
prime considerazioni intorno all’agcommodare diversi corpi di difesa allefortificazioni.
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Nella seguente figura sono accommodate, tra i baluardi, le piatteforme sopra le cortine reflesse, senza che impedischino le cannoniere de’ baluardi; di maniera che la cannoniera a canto all’orecchione striscierà la contrascarpa e ficcherà nella faccia del baluardo; e la cannoniera a canto alla cortina ficcherà nell’uno e nell’altro luogo. Le cannoniere della piatta forma striscieranno le faccie de’ baluardi.
Ma tale fortificazione non è da eleggersi in circondare tutta una fortezza; ma si può bene tollerare in un solo luogo, quando si avesse la distanza tra l’uno e l’altro baluardo molto grande.
La piatta forma a rovescio s’accommoda, come nella seguente figura, di modo che strisci la fronte de i baluardi. Ma non potendo ella recare altra difesa, non è da eleggersi, anzi si deve sfuggire, e solo porsi in uso sforzati dalla necessità, quando non vi sia altro modo di cavar le difese.
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Nella seguente maniera di fortificazione, i baluardi prestano tutte le difese da per loro, ed i cavallieri aggiunti tra l’uno e l’altro baluardo battono solamente la campagna, possono difendere la ritirata, ed, essendo preso uno baluardo, potranno travagliare e scacciarne il nemico; e questi si potranno fare di qual si voglia forma.
Per accommodare un cavalliero sopra uno baluardo, non troviamo dimostratone da altri modo alcuno, che a pieno ne satisfaccia: il che è stato cagione di farci pensare sopra, e finalmente crederò averne trovato un modo, il quale augumenti molte difese, senza punto impedire o disturbare le solite difese del baluardo. E perchè l’intendere a parole la sua fabrica è alquanto intrigato, la dichiareremo, il meglio che si potrà, sopra la figura.
I cavallieri a canto i baluardi, come si vede nella figura seguente, sono, in alcune cose, da posporsi al cavalliero piantato sopra il baluardo nel modo poco fa dichiarato; perchè, restando dentro della cortina, non portano difesa se non alla campagna oltre la fossa. È ben vero che servono eccellentemente per traversa al battere per cortina, e fanno benissimo fianco alla cortina per di dentro: ed in somma è fortificazione da apprezzarsi.
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E per dare qualche lume dell’adattare tutti gli altri corpi di difesa, abbiamo posto ancora la seguente figura, composta di diversi fianchi; come forbici, segnate A,B, e C denti, D linee reflesse, E linee curve, F stelle, e G case matte. Dei quali fianchi non ve ne sono di reali altro che le forbici, le quali sono in effetto due mezzi baluardi. Ed avvertiscasi che si domandano corpi di difesa reali quelli, che non si possono difendere se non con pezzi reali: e pezzi reali si chiamano quelli solamente, li quali tirano da otto libre di palla in su; e li altri, che portano meno di otto libre di palla, si adimandano pezzi piccioli o non reali.
de’ rimedii contro alle scalate.
Ed in quanto appartiene alle scale, chiara cosa è che non si possono usare molto lunghe, perchè o si fiaccano per il peso de i soldati, o, se si vogliono fare gagliarde, saranno tanto grosse e grevi, che del tutto saranno disastrose per esser maneggiate. Adunque il fare una altezza di muraglia da venti braccia in su sarà ottimo rimedio per assicurarsi dalle scalate: e tale rimedio verrà augumentato mediante la scarpa che si darà alla muraglia dal cordone in giù, e dallo sportare non poco il cordone in fuori. Perchè, volendo il nimico accommodare la scala di maniera che si accosti con la sua estremità al parapetto, sarà forzato a discostarla molto dal perpendicolo, e metterla assai inclinata; il che sarà causa, che la scala più facilmente si fiaccherà: e per arrivare all’altezza della muraglia, doverà essere molto lunga; come nella seguente figura si vede, nella quale ancor che l’altezza della muraglia non sia più di venti braccia, la lunghezza della scala AB sarà più di ventitrè.
della zappa.
All’offesa della zappa, quando il nimico avrà incominciato a porla in opra, non pare che ci resti quasi altro rimedio che i tiri che ficcano: come dimostra la seguente figura, nella quale, avendo il nimico incominciato a penetrare dentro alla muraglia ne i punti E, F, le cannoniere a canto alli orecchioni C, D, ficcando nelle aperture e facendo schizzare le pietre, molesteranno e scaccieranno i zappatori; ed il simile faranno ancora nella cortina, quando il nimico venisse per zapparla: ma ciò rare volte potrà intervenire, per esser la cortina sottoposta e messa in mezzo alla doppia difesa e vicina delli due fianchi, il che non avviene alle fronti de’ baluardi. E per tale rispetto loderemo assai che la cortina tra P uno e P altro baluardo si refletta e faccia angolo in dentro, come le due linee AG, GB, le quali ficcano l’una nell’altra scambievolmente. Ma per esser l’offesa della zappa importantissima e scarsa di rimedn, bisogna stare molto cauto e vigilante per vietare ch’il nimico non si conduca sotto la muraglia: il che acciò possiamo fare, sarà di mestiero dichiarare e mostrare, in qual maniera il nimico si conduca nella fossa.
della trinciera.
Essendo che l’offesa della zappa non si può usare se non da vicino, come di sopra si è detto, però bisogna che dichiariamo il modo, col quale si può venire sotto la muraglia; il quale è per via di trinciere sino in su la fossa: e come poi si attraversi la fossa, dichiareremo più a basso.
E prima supponghiamo che la fortezza abbia la tagliata e spianata a torno a torno per lo spazio di uno miglio; di maniera che il campo nemico non possa piantare i suoi alloggiamenti in luogo sicuro, se non in maggior lontananza di un miglio. Essendo dentro a tale spazio ogni luogo scoperto e mal sicuro, nè si potendo pratticar la campagna senza pericolo, bisognerà incominciar la trinciera lontana dalla fortezza un miglio: e volendo far trinciera cavata per tutto il detto spazio, sarebbe opera molto laboriosa e lunga; per il che si potrà incominciare un argine di fascine e legnami ammassati insieme, il qual lavoro non richiede molta lunghezza di tempo; e da questa fascinata ricoperti si potrà venire un pezzo inanzi, cioè sino a che si potrà giudicare che possa resistere alle artiglierie della fortezza. Ma sendosi molto avvicinati, nè bastando più la difesa delle fascine, come faceva in maggior lontananza, si comincierà la trinciera cavata: per la quale condurre ad effetto, si terrà tal ordine. Prima, di notte, si metteranno in opera cavatori, i quali possino segnare, cavando un poco, la drittura, secondo la quale doverà caminar la trincera: la qual drittura si farà risguardare verso qualche parte, che non possa per dritto essere imboccata dalla fortezza. E, fatto tal segno, si caveranno, pur di notte, molte buche sopra detta dirittura, profondandole circa due braccia, e lontane l’una dall’altra dieci o ver dodici braccia; in ciascheduna delle quali si lascieranno due uomini, i quali ancora di giorno potranno seguitare il lavoro, e, buttando il terreno cavato sempre verso la fortezza, lavorare al sicuro: avvertendo che il primo terreno cavato sia buttato quattro o cinque braccia lontano dall’estremità dello argine, talmente che vi resti spazio per l’altro terreno da cavarsi di mano in mano. Ma perchè, vedendo quelli della fortezza apparecchiarsi il nimico ad assalirli per via di trincere, e sapendo quanto le sieno pericolose, è credibile che con ogni sforzo s’ingegneranno di disturbarlo e che molti sortiranno della fortezza per venire ad ammazzare quelli della trincera, i quali, avendo molto lontano il soccorso dell’essercito, prima sarebbono tagliati a pezzi che aiutati da i suoi; però, per provedere a tal pericolo, sarà bene fare alcune bastionate, come nella sottoposta figura si vede per le lettere Q, E, R, le quali abbino i loro aperti con i suoi ripari dinanzi, acciò che dalla terra non possino essere dalle artiglierie imboccate. E queste potranno servire per ritirate a quelli della trincera; ed ancora vi potranno stare alcune compagnie di soldati, per soccorrere quelli che fossero occupati in cavare la trincera.Fannosi trincere ancora di linee storte, come si vede dal punto O al punto V; quali si fanno nel medesimo modo che le dritte, avvertendo di gettare sempre verso la fortezza. E nelle svolte, quanto più saranno strette, più saranno ricoperte e sicure, perchè manco potranno essere scoperte dalla fortezza: ma bisognando alcuna volta farle capaci, acciò si possa girarvi l’artiglieria, si alzerà più il terreno verso quella parte che ricuopre le svolte, che altrove; e vi si metteranno de’ gabbioni, de i quali chi sarà alla campagna ne avrà sempre a bastanza. E facendosi le trincere con qualche riflessione, angoli, o fianchi, sarà molto utile per poterle guardare e difendere; come più minutamente si dirà, quando tratteremo del fortificare gli alloggiamenti.
Ed acciò che meglio si comprenda quanto si è detto, risguardisi nella figura sottoposta. Nella quale il punto O è tanto lontano dalla![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/18/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-124.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-124.png)
come si attraversi la fossa.
Con l’aiuto e ricoperta della trincera si potrà arrivare sino su la fossa; ma per traversarla bisognerà ricorrere ad altri mezzi, atteso che le offese, che verranno dalla piazza alta de’ baluardi e di sopra la cortina, saranno di grandissimo impedimento. Però bisognerà tòrle via; il che si farà in due modi. L’uno, con il rovinare e tòr via il parapetto, di modo tale che nessuno vi possi star dietro ricoperto, ma venga veduto ed offeso dall’artiglieria di fuori, che da qualche luogo rilevato offenda quelli che stanno alle difese. L’altro sarà con offenderli senza rovinare i parapetti: il che sarà col battere per cortina con qualche cavalliero; come nella sottoposta figura si vede il cavalliero E, il quale batte per di dentro la fronte del baluardo A, il cavalliero Q, il quale batte la cortina BC.
Il modo del levare l’offese rovinando i parapetti non si può fare da lontano; e però bisogna, per accostarsi sicuro, fare le trincere, come già si è mostrato: e quando si sarà vicino alla muraglia 250 o 300 braccia, si accommoderanno i gabbioni, o bastioni, di maniera, che dietro ad essi possa star sicura l’artiglieria e tirare a i parapetti.
Come si vede nella seguente figura: dove noi supponghiamo che sieno fatte le trincere cavate EL ed EI, e le trincere OE, NE sopra terra; e volendo levare le difese da A, B, C, D, tutte in un medesimo tempo,![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/78/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-125.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-125.png)
si metteranno i gabbioni fra le due trincere cavate: avvertendo sempre di accommodarli in faccia a dove si vuol battere, acciò il colpo sia ad angoli retti e faccia maggior effetto. Però si è posto nella figura che i gabbioni F risguardino la faccia del baluardo A, i gabbioni G la cortina, e li H la faccia dell’altro baluardo. Da queste tre faccie ed ordini d’artiglierie si tirerà a i parapetti: e non è dubbio, come sanno i periti della guerra, che facilmente si levan via, o al meno si vieta lo starvi a offendere chi viene nel fosso.
E questo basti circa il condursi sotto la muraglia.
de’ rimedii per proibire l’accostarsi alla fortezza e zapparla.
E tutte queste cose serviranno solamente, come si dice in proverbio, per allungare la infermità, atteso che non vi ha dubbio alcuno che, perseverando di stringere, il nimico s’impadronirà del luogo. Ma la lunghezza del tempo, o per novi soccorsi a quelli della fortezza, o per la morte di qualche principe, o per dissensioni e discordie nate tra’ nemici, per il sopragiungere tempi contrarli, o per peste e malattia, ha molte volte finita la guerra con salvezza delli assediati.
delle mine e contramine.
Se la fortezza, essendo antica, non averà le contramine di già ordinate, bisognerà che i defensori stiano molto vigilanti per accorgersi quando il nimico verrà per minare: il che potran conoscere dallo strepito che farà il nimico nel zappare la strada sotterranea, perchè, tenendo un’orecchia appoggiata in terra, si sentirà lo intronamento che sarà fatto all’intorno. Potrassi ancora il medesimo scotimento comprendere da qualche cosa che facilmente si muova, come sarebbe col posare in terra un vaso pieno di acqua, la quale si vedrà tremare allo scuotere della terra percossa da i cavatori. Alcuni usano drizzare in terra un tamburo, sopra il quale postovi sassetti leggieri, o fave, o simili cose che facilmente si movine, le quali, all’intronamento delle percosse di chi cava, si moveranno e renderanno strepito. Questi e simili sono i mezi da venire in cognizione, quando il nimico voglia minare.
E per rimediare alla mina, tutti i cavamenti fatti a torno al luogo sospetto saranno opportunissimo rimedio: i quali cavamenti, potendosi, si faranno sempre dalla parte di fuori, cavando intorno al luogo, che intenderemo volere assicurare, una fossa sotterranea, facendo oltre a ciò in essa ad ogni 25 o 30 braccia un pozzo; e se nel fondo de i pozzi si farà una fossa che vada dall’uno all’altro, sarà cosa bonissima. E quando non si possino fare simili cavamenti per di fuori, si faranno dalla parte di dentro, ordinando delle cave le quali vadino pendendo ed inclinando verso la mina; e la loro bocca si farà lontana dalle muraglie o altri luoghi atti a rovinare, acciò che, svaporando per essa il fuoco, non offenda cosa alcuna. L’utilità di questi cavamenti è che, quando sarà acceso il fuoco nel forno, trovando da poter rompere da i lati, più facilmente si farà strada per i detti pozzi e cavamenti, che col levarsi in capo tutto il peso sopra posto.Ma nelle fortezze che si averanno da fare di nuovo, acciò si stia senza sospetto, s’ordineranno le contramine intorno a tutta la fortezza dalla parte di fuori, facendo strade sotterranee con pozzi e cavamenti, come già si è detto. Avvertendo che non tutti i luoghi sono sottoposti alle mine: anzi quelli che hanno a torno acque, o dove l’acqua, cavando, facilmente si truova, come sono tutti i luoghi di piano, non corrono pericolo di mine; alle quali per lo più sono sottoposte le fortezze di monte.
della batteria e suoi rimedii .
La batteria è veramente la più sicura e gagliarda offesa che usar si possa: e di questa siamo per dire succintamente i mezi che si tengono per porla ad effetto, ed i rimedii che contro di essa usare si possono.
E prima, volendo che la batteria sia gagliarda, fa di mestiero piantare le artiglierie vicine, perchè, quanto più saranno da presso, tanto maggior passata potranno fare. Nè sia chi tenga quella opinione ridicola, che l’artiglieria faccia maggiore effetto in una certa distanza che più da vicino; perchè è del tutto falso. Adunque, avanti ad ogni altra cosa, bisogna che il nimico pensi di approssimare la sua artiglieria alla fortezza; il che non potrà fare se non col mezo di trincere. Ma come i difensori possino sturbare il nimico nel fare tali trincere, di sopra si è detto a bastanza. E quando le artiglierie siano approssimate, bisogna scoprirle in campagna aperta, volendo porle in uso per la batteria. Però ciò non sarà lecito fare, se prima non si torranno le offese che vengono di sopra i parapetti: e così il nimico cercherà di rovinargli, o di battere per cortina di sopra con cavallieri alla campagna. Al rovinare de i parapetti sarà ottimo rimedio il fargli grossi 18 o braccia, perchè, quando bene venghino battuti nella parte dinanzi, ne resterà tuttavia per di dentro tal parte in piede, che servirà per ricoperta. Al battere per cortina si rimedierà con traverse; anzi i cavallieri a canto i baluardi in questo caso serviranno eccellentemente.
Tolti via i già detti impedimenti, non per questo si porrà ancora il nimico alla batteria, se prima non vedrà d’essere sicuro di poter poi venire all’assalto; ne avrà tal sicurezza, se prima non toglie via le offese de i fianchi. Però tenterà d’imboccare ed accecare le cannoniere, o vero, disarmando le piazze della ricoperta delli orecchioni, renderle del tutto inutili. A queste cose si osterà col fare li orecchioni grossi almeno quaranta braccia o ancor cinquanta; perchè una muraglia così grossa e massiccia, quando anco venghi tutta rovinata, non si abbasserà mai tanto, che le medesime rovine non ricuoprino le piazze da basso. Ed all’essere imboccate, o, per dir meglio, al fare che, quando bene venghino imboccate, non per questo siano rese inutili, ne dimostreremo il modo più a basso, quando insegneremo la fabrica di un perfetto baluardo, e che al parer nostro possa resistere a qual si voglia offesa.Le cose sin qui dette serviranno per impedire e difficultar al nemico il venire all’atto del battere: e questo gli sarà reso ancora malagevole se la fossa sarà assai profonda, perchè l’altezza della contrascarpa gli occuperà tanta parte della muraglia, che o non potrà battere se non dal cordone in su (e così le rovine non saranno a bastanza per fargli scala alla salita); o, volendo battere a basso, sarà forzato ad una delle due cose, cioè o ad inalzarsi con cavallieri, battendo da alto a basso con suo poco profitto, sendo che la batteria che viene da alto a basso è di pochissima forza; o vero bisognerà che tagli ed apra la contrascarpa; il che non potrà fare senza lunghezza di tempo e senza pericolo, e massime se ne i fianchi saranno cannoniere che ficchino nella contrascarpa.
Ma venendo finalmente alla batteria, se la muraglia e terrapieno saranno fatti con buona disposizione, avrà molto che fare; ed in particolare se vi saranno i contraforti fatti nella maniera che più di sotto si dirà, i quali, quando bene sia rovinata la muraglia di fuori, saranno bastanti a mantenere in piede il terrapieno. Il quale se sarà capace doppo le cortine, e se i baluardi avranno le piazze alte spaziose in modo, che commodamente vi si possino fare le ritirate, si darà travaglio non picciolo al nemico nel venire all’assalto, purchè vi siano difensori, nell’ardire e forze de’ quali consiste il nervo della fortezza: e sendo fatta la ritirata, si potrà benissimo difendere per fianco, di sopra i lati che mettono in mezo la rovina, accommodandovi, bisognando, delle artiglierie; e per fronte sarà difesa da archibusieri. Ed in simile caso non si può esprimere di quanta utilità siano i cavallieri a canto i baluardi, i quali, come più volte s’è detto, possono fare eccellentemente fianco alla ritirata; la quale è di tanto giovamento, che, purchè i difensori non si perdino d’animo, può render vane tutte le fatiche e pericoli superati dal nimico.
delle misure particolari di tutti i membri della fortezza.
Per procedere con la maggior chiarezza, facilità e brevità che sia possibile, dimostreremo congiuntamente e nell’istesso tempo il modo del disegnare ed accommodare a i loro luoghi tutte le parti della fortificazione con le loro misure e proporzioni.
E cominciandosi dalle più universali e communi, diremo della grossezza della muraglia, la quale circonda intorno intorno tutta la fortezza. E se bene potrebbe ad alcuno parere, che quanto più fusse grossa, tanto fusse migliore, tuttavia siamo di parer contrario, cioè che si faccia più sottile che sia possibile; anzi se la fortezza non si avesse a mantenere lungo tempo, basterebbe formarla di terra. Ma perchè nel processo del tempo i giacci, le nevi, e le pioggie vanno rodendo e consumando il terreno, fa di bisogno vestirlo di muraglia, la quale si farà solamente tanto grossa, aiutandola ancora con la scarpa e contraforti, che basti a sostenere il peso del terrapieno; perchè la muraglia sottile, oltre al portar minore spesa, è ancora meno esposta all’essere rovinata che la più grossa. E la ragione è questa: che tirandosi con le artiglierie in una muraglia che non sia passata dalle palle, viene talmente intronata e scossa, che doppo non molti tiri ne cascano grandissimi pezzi; ma la muraglia sottile, dando luogo alle palle, non si scuote, nè riceve altra offesa che dove è forata. Per il che, nel risolverci intorno alla grossezza della muraglia, doviamo aver riguardo alla qualità del terrapieno: il quale, se sarà arenoso e non molto fisso, avrà bisogno di più gagliardo sostegno; ma se sarà più tenace e saldo, più sottile muraglia basterà a reggerlo. E per determinare in particolare, per sostenere un terrapieno mediocre, una muraglia che da basso sia grossa tre braccia, e che, a poco a poco assottigliandosi, si riduca a due all’altezza del cordone, e tale si mantenga dal cordone in su, sarà bastante; regolandosi poi col più e col meno, secondo la qualità del terreno.L’altezza della muraglia sopra il piano della fossa deve esser tale, che ne possa assicurar dalle scalate: e per questo dal cordone in giù si farà sedici braccia in circa, e dal cordone in su quattro o ver cinque, onde tutta l’altezza non sia meno di venti braccia; delle quali, dieci vorrei che ne occupasse la profondità della fossa, talchè la muraglia si alzasse solamente sopra il piano della campagna braccia dieci o undici.
La scarpa si farà più e meno pendente secondo la qualità del terrapieno, essendochè quanto maggiore sarà la pendenza, tanto più fortemente sosterrà il peso del terrapieno. Però quello che si costuma di dare ordinariamente, ch’è per ogni cinque braccia d’altezza uno di scarpa, ci piace assai, quando il terreno sia buono e fisso.
In questo luogo è da notarsi, come molti costumano di far la muraglia del baluardo più alta che la cortina: il che pare da approvarsi ogni volta che non si faccino cavallieri, perchè allora dalla piazza alta del baluardo si scuopre meglio la campagna. Ma facendosi cavallieri sopra o a canto il baluardo, non occorrerà alzare la muraglia di esso più che la cortina.
Séguita che diciamo de’ contraforti i quali si appiccano alla muraglia dalla parte di dentro, e sono di grandissimo aiuto ed utile. E questi, alcuni hanno costumato di fargli più stretti in quella parte dove appiccano con la muraglia; come si vede nella seguente figura, dove i contraforti C, D, E, dove appiccano con la cortina AB, sono sottili, e dall’altra testa vanno allargandosi![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/8a/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-126.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-126.png)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/de/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-127.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-127.png)
Farannosi li contraforti alti sino al cordone e, dove appiccano con la muraglia, larghi sette o otto braccia; la qual larghezza si ristringerà sino a due braccia verso l’altra testa; facendo la lunghezza loro otto braccia, e la distanza fra l’uno e l’altro braccia dodici in circa.
Per ordinare poi i fianchi con le loro piazze e con tutte le misure debite a ciascheduna parte, procederemo nella seguente maniera: avvertendo che noi nel medesimo tempo insegnerremo le misure di tutti i membri particolari, ed il modo di ordinare un baluardo che possa resistere ad ogni sorta di difesa. E perchè le difese de’ baluardi vengono scambivolmente dall’uno all’altro, nè può un baluardo difendere sè medesimo, però nel disegnarli non si disegneranno soli, ma due insieme, cavando le loro forme da i tiri da i quali devono essere difesi.
Però prima si tirerà una linea retta, la quale sarà per la cortina tra l’uno e l’altro fianco, la cui lunghezza si determinerà o maggiore o minore, secondo la grandezza del recinto: avvertendo ben sempre, che quanto più i fianchi saranno vicini, tanto più le difese loro verranno ad esser gagliarde. E nel presente essempio sarà la cortina la linea AA, sopra la quale si metteranno ad angoli retti i fianchi, come si vede per le linee segnate AB; delle quali se ne prenderanno braccia per le larghezze delle piazze di sotto, segnandole AC. Ed avvertiscasi, che andando li due fianchi ordinati nell’istessa maniera, si contrasegneranno con le medesime lettere; e quello che si dirà dell’uno, s’intenderà detto dell’altro. Dalla linea AC ci tireremo in dentro braccia sette; e tirata un’altra linea ad essa paralella, verrà formata la grossezza del muro dinanzi alla piazza. Di poi, ritirandoci in dentro sei braccia, tireremo un'altra linea![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/0c/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-128.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-128.png)
Ma perchè queste due cannoniere non possono essere tanto coperte, che non siano sottoposte all’essere imboccate, e massime la prima, però, per provedere il più che sia possibile, che il fianco non resti senza tiri, ci abbiamo aggiunta la terza cannoniera, quale parimente difenderà di ficco la faccia del baluardo; e però, traguardando per il suo punto di mezo il punto L, si noterà nella piazza dove viene il tiro, che sarà nel punto S. E questo ci darà regola all’orecchione, perchè, come si vede, secondo il suo dritto bisogna formarlo e terminare la sua grossezza: e la lunghezza si farà o più o meno, secondo che i tiri lo comporteranno; perchè alcuna volta sarà terminata dal tiro N M, quale sarebbe impedito se l’orecchione fusse troppo lungo, ed in qualche altro sito sarà terminata dal tiro OM. Però basta che sempre mai li due tiri QBL e SL fanno la grossezza dell’orecchione; e la lunghezza si farà che non occupi i tiri M, NM. E perchè potrebbe essere che la terza cannoniera talvolta, per esser imboccate la prima e la seconda, restasse sola, e che, venendo il nimico all’assalto, non potesse farli quel danno che sarebbe necessario; però abbiamo aggiunto una piazza nell’orecchione, l’officio della quale è di difendere la cortina, sì come fanno le altre ancora, nel modo che si vede per i tiri segnati V.
Resta ora che assegnamo la ragione del mettere i traversi alle piazze, che devono andare a sghembo e secondare i tiri delle artiglierie, acciò che esse nello stornare siano libere, e non corrino rischio di percuotere ne’ muri e rompersi. E però, primieramente, il tiro OM è causa che si faccia pendere in dentro il muro della piazza: e perchè il tiro SL della terza cannoniera e il tiro TV della seconda lasciano tra di loro spazio libero dietro al secondo merlone, si può cavar la scesa che va alla sortita.Il muro XW della piazza dell’orecchione si deve tirar paralello alla faccia del baluardo LB, lontano da essa braccia 40 o 35 almeno, acciò per tale grossezza si mantenga la spalla, e la piazza resti larga o vero 15 braccia.
Ed essendo impossibile il trovare modo che la prima e seconda cannoniera non siano sottoposte all’essere imboccate, perchè, dovendo vedere, è forza che siano vedute, per dare maggior difficultà che si può al nimico, abbiamo pensato di fare almeno sì, che tale imboccamento resti vano; atteso che per altro non s’imboccano le cannoniere, che per fare che le non difendano la cortina ed impedischino il venire all’assalto. Noi per il contrario cercheremo che, se bene siano imboccate, non gli sia tolto il difendere la cortina e vietare l’assalto: il che sarà in questo modo.
La prima cannoniera è esposta all’essere imboccata dal punto M sino a quanto tiene la contrascarpa, ed i tiri che di tal luogo la possono imboccare comprendono nella piazza lo spazio chiuso tra i tiri O, P, oltre i quali verso il punto Q tutto è sicuro: e però si è fatto il tramezo Z, doppo il quale si sta sicuro; e per P istessa cannoniera si striscia la cortina, come mostra il tiro YV. E perchè potrebb’essere, come s’è detto, ch’il nimico venisse su ’l fosso, e di qui imboccasse la seconda cannoniera, venendo il tiro nel punto N, è stato necessario tirar la traversa U. Avvertendo che fra i tramezi Z, U resti tanto spazio, che, stornando, il pezzo vi capisca; e talvolta, bisognando, tra l’uno e l’altro si farà la traversa di terra o sabbione, la qual ritenga l’artiglieria, che non venga a scoprirsi nel punto N.
La lunghezza della piazza non si farà meno di 40 braccia, facendola pendere un poco verso la fossa, acciò che anco dall’estremità di dentro possa fare effetto; e perciò si faranno le cannoniere senza soglia o scaletto.della diversità de’ siti e loro proprietà.
L’aver veduto diversi corpi di difesa ed il loro uso, è bene d’utilità per le particolari cognizioni; ma le distinzioni de’ siti e delle nature loro è necessariissimo, anzi quello che più d’ogni altra cosa deve stimarsi in materia del fortificare. E però, andando discorrendo intorno alle diversità loro, e’ ingegneremo darne sufficiente contezza, dimostrandole ancora di più gli essempii in disegno.
E prima, per regola generale, tutti i luoghi di piano saranno sicuri dalle mine, e le loro muraglie verranno bene ricoperte dall’argine e spalto della contrascarpa: averanno abondanza d’acque, il che è di grandissima considerazione: le artiglierie di tali fortezze, tirando quasi di punto bianco ed a livello della campagna, faranno maggiore effetto che se tirassero da alto a basso. Ma, all’incontro, sono tali siti soggetti ai cavallieri, che facesse il nimico in campagna, ed alle machine, le quali facilmente possono condursi: oltre a ciò, avrà il nimico meno difficultà a venire all’assalto, non avendo a salire; avrà, oltre a ciò, commodità di tenere cavalleria, che scorrendo rompa le strade, impedisca il soccorso, e più gagliardamente stringa la terra; avrà altresì commodità di far trincere e con esse venire in su ’l fosso, fare de’ forti e cavallieri, potendo commodamente lavorar di terra.
I siti de’ monti, quando avessero altri luoghi più eminenti da i quali fussero scoperti e signoreggiati, non solo non devono fortificarsi, per essere inutili, anzi si devono sfasciare e smantellare. Ma quando non siano da altri dominati, saranno assai più forti di quelli di piano, avvertendo sopra tutto che siano capaci e spaziosi. Questi con manco spesa di terrapieno, avendolo fatto dalla natura, si fortificheranno; saranno sicuri da’ cavallieri e dalle machine, che non potranno condursi alle muraglie; sarà da questi tenuto lontano il nimico; e combattendo, si starà a vantaggio, facendoli ancora rovinare materia addosso per le valli che avrà intorno, le quali, sendo molte, impediranno anco l’assedio, e potranno facilmente venire soccorsi. Ma, all’incontro, sono sottoposti alle mine, e l’artiglieria nemica vi ha gran forza, battendo di sotto in su; patiscono d’acqua, nè possono valersi di cavalleria che tenessero dentro.Dentro a i laghi ed al mare si sarà sicuro da’ rubbamenti, dalle mine, e con difficultà si potranno far batterie. In questi luoghi manco guardie bastano, e manco difensori ancora. Ma quelle fortezze che saranno poste in acqua dolce, saranno pericolose ne’ tempi de’ ghiacci; oltre che, per lo più, in simil luoghi vi è cattiva aria. Sopra i fiumi o in mezzo ad essi s’è sicuro dalle mine, nè si patisce d’acque; ma bisogna avvertire che il fiume non possa essere deviato fuori del suo letto, onde per esso si possa entrare nella fortezza: s’è, in oltre, molte volte sottoposto alle inondazioni e naturali ed artificiali, quando, col turare il nimico l’uscita del fiume, allaga e sommerge la fortezza.
Imperò, tenendo fermi questi avvertimenti, sendo noi sforzati ad accommodarci ad uno di questi siti, doviamo cercare, s’egli è possibile, rimediare a quelle lesioni che gli possono essere fatte. Come, per essempio, ne’ siti de’ monti si provederà alle mine con l’ordinare le contramine; e per non avere a patire d’acque, si faranno conserve grandissime. E simili avvertimenti si avranno intorno alli altri particolari.
Ma, in generale, ci saranno ancora molte considerazioni, le quali sono utili a tutti i siti. Come, per essempio, sarà di necessità considerare il luogo da fortificarsi intorno intorno per lo spazio di mille passi, e vedere quali cose vi siano che possino nuocere alla fortezza e giovare al nimico, e levarle via; osservando per regola ferma ed infallibile, che tutti i siti che hanno a torno altri luoghi eminenti, onde possono essere scoperti e signoreggiati, si devono lasciar stare, perchè non sono capaci da esser fortificati. Lo spazio di mille passi vuol esser tutto netto e scoperto di maniera, che non possa nè anche un uccello accostarsi alla fortezza senza esser scoperto: però le case, gli arbori e simili impedimenti si torranno tutti via, spianando tutto all’intorno. Ma da’ luoghi rilevati o bassi per natura non sarà così facile l’assicurarsi: e da’ luoghi rilevati si può essere battuto, scortinato ed offeso dentro; e da i luoghi bassi si possono far mine e cavamenti. Quanto a i luoghi rilevati, si rimedierà con far dentro de’ cavallieri, e rilevarsi tanto che si venga a superare l’altezza di fuori: che se ciò far non si potrà, per esser dominato da luogo troppo eminente, la fortificazione riman vana ed inutile; se già, non essendo tali luoghi troppo lontani, non s’andassero ad abbracciare con le cortine, incorporandoli nella fortezza, o vero, potendo, allontanandosene almeno mille passi. Quanto a i luoghi bassi, dato che si possino fare cavallieri o baluardi che gli scoprino, sarà ottimo rimedio; o vero andargli a trovare con qualche cortina, dove facilmente si possino scoprire: e dato che nè l’uno nè l’altro far si possa, sarà bene a quella parte dentro alla muraglia fare de’ pozzi, rispetto alle mine, ed anche per sentire i cavamenti ch’il nimico facesse, per potervi a tempo rimediare.
della fossa.
Intorno al determinare, se sia bene che la fossa sia con acqua o pure senza, sono discordi fra di loro gli autori, essendo che non mancano ragioni per l’una e per l’altra parte. Ma se procederemo con distinzioni, non sarà difficile il conoscere come ragionevolmente in alcuni luoghi sia meglio aver la fossa con acqua, ed in altri senza.
Il fosso con acqua vuol esser largo assai; ed asciutto, vuol esser profondo. L’acqua deve esser almeno sino allo stomaco, acciò non possa esser passata senza grande danno. Riceveranno grand’utilità dall’acqua que’ luoghi, che avranno il paese vicino occupato da’ nimici, per rendersi sicuri dall’improvise scalate; ma fa di bisogno star cauto ne’ tempi di ghiacci. Giova l’acqua alle fortezze picciole, ove non possono stare assai genti, e per conseguenza non si sortisce, ma solo si sta a guardia delle mura; per il che bastano manco sentinelle, non potendo il nimico passare l’acque, e, senza esser sentito, venire alla muraglia con le scale.
Le fortezze grandi, ove sono genti assai da poter sortire, è bene che abbino la fossa asciutta, perchè sicuramente si possa difenderla e combatterla. Oltre a ciò, essendo asciutta, facilmente si va a levare le rovine: e dato che il nimico facesse fascinate per riempirla, si potranno abbruciare, il che non si può nella bagnata. È utilissima ancora la fossa asciutta, quando i soldati, sendo usciti a scaramucciare ed impedir al nimico il far trincere e piantar gabbioni e simili essercizii, avendo la carica a dosso, fossero forzati a ritirarsi e salvarsi nella fossa; il che far non potrebbono sendovi l’acqua: come ancora non vi si possono accommodare strade coperte, case matte e sortite, che pur sono di grandissimo commodo. Ed in somma la fossa con acqua è per que’ luoghi, che, non avendo gran quantità di difensori, stanno aspettando di straccare il nimico che gli assedia: e l’asciutta serve dove sono assai difensori, e vogliono far forza di levarsi il nimico dalle spalle più presto che sia possibile.
diversi essempi d’accommodare i corpi di difesa secondo le diversità de’ siti.
Considerando quanto abbiano grande forza gli essempi sensati in persuadere e dichiarare i pensieri dell’animo, abbiamo determinato, per dar maggior lume dell’intenzione nostra, recare innanzi a gli occhi diversi disegni de’ luoghi fortificati.
E prima, la seguente pianta ABCDEF sarà d’una terra in campagna![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/89/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-129.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-129.png)
2 a due baluardi. La punta G della cortina vecchia, essendo troppo acuta, fa sì che si lasci la reflessione, e, tirato dall’angolo G all’angolo E la fortificazione nuova, si va a scoprire i luoghi bassi più commodamente col baluardo C, e si forma l’altro baluardo H sopra miglior angolo.
Già di sopra si disse, che dentro allo spazio di mille passi intorno alla terra si deve, fra le altre cose, avere considerazione a i luoghi rilevati. Imperò la seguente pianta ne mostra una terra, quale abbia vicino un luogo rilevato, non già tale che superi la muraglia di altezza, ma che, facendovi i nemici qualche cavalliero, facilmente dominerebbono dentro, e principalmente potrebbono scortinare la cortina AB dal punto C, e la EF dal punto D. E perchè, per la molta vicinanza, chi se ne volesse discostare, sarebbe di bisogno ritirarsi almeno sino alla linea GH, riducendo la piazza in troppo breve forma, però sarà miglior partito andare a pigliare quel luogo rilevato con la fortificazione BIKLE.
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Quelli siti, i quali sono traversati da un fiume che gli divide per il mezzo, si fortificheranno nell’entrata e nell’uscita del fiume, come ci mostra la sottoposta figura. Cioè, che se il fiume sarà tanto largo, che dall’una all’altra ripa non si possa far batteria, basterà fortificarlo con due mezzi baluardi, i quali assicurino le parti verso terra, come si vede nelle piante A, B; avvertendo che le due fronti CD, EF siano in maniera situate, che non possino essere scoperte di terra dalle medesime parti dove sono poste. Ma quando la strettezza del fiume non togliesse il poter far batteria dall’una all’altra sponda, sarà necessario fortificare la sua bocca con baluardi intieri, come dalle due piante I, K si può comprendere.
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del fare di terra.
Perchè per fabricar di muraglia in tutti i luoghi si trovano muratori ed uomini esperti in tale professione, non abbiamo detto o siamo per dire cosa alcuna appartenente al murare, non dubitando necessario al soldato l'avere simile cognizione. Ma perchè l'edificare di terra è cosa molto differente dal murare, non s'usando salvo che in materia di fortificazione, di questo è necessario al soldato aver cognizione e prattica: però anderemo discorrendo intorno alle cose attinenti a tale essercizio.
E prima, quanto alla forma delle fortezze, nelle cortine, corpi di difesa, loro membri, ed in somma in tutte le parti, si manterranno ristesse misure e proporzioni, che si serverebbono nel fare una fortezza murata: ma nel disporre ed accommodar le materie si procederà diversamente. E prima, si deve avere considerazione se la fortezza fatta si deve porre in uso e servirsene subito che sia fornita, o pure se potrà stare qualche tempo avanti che s’abbia a difendere. Perchè, dovendoci noi servire immediatamente della fortezza, bisognerà fortificare ed assicurare il terreno con pali grossi e lunghi, piantati per dritto ed attraversati con molte incatenature di legname: perchè, mettendovi sopra le artiglierie, nel moto che fanno sparandosi, trovandosi il letto non bene assodato, guasterebbono e rovinerebbono il forte; dove che i pali per dritto e le incatenature saranno atte a tenerlo insieme. Ma se avanti che vi si abbiano a usare sopra l’artiglierie, ci sarà tempo di poter lasciare rassodare il terreno, basterà mescolare tra esso certo legname minuto, come più distintamente a basso dichiareremo.Ma edifichisi nell’uno o nell’altro modo, bisogna pensare d’incamiciare la parte di fuori, di maniera che possi difendere il tutto dalle pioggie, le quali, dilavando il terreno, a poco a poco lo consumerebbono: e ciò si farà col covertare di una corteccia di piote, le quali altro non sono che alcuni pezzi di terra erbosa, cavata di praterie luoghi tali, che per molto tempo non siano stati rotti: avvertendo che la forma di. dette piote non deve esser quadrata, come alcuni hanno detto, ma d’alcuna delle sottoposte figure o forme segnate A, B, C, a
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del quarto buono, strumento per la scarpa.
Fatte le provisioni dette di sopra, acciò si possa dar principio alla fabrica, bisogna far il quarto buono, conforme alla pendenza che vorremo dare alla scarpa. E questo si farà in tal maniera.
Piglisi un quadrato di legno ben spianato, quale sia circa un braccio per ogni verso, come si vede nella sottoposta figura il quadrato ABCD; e secondo che vorremo dar di scarpa uno per ogni quattro, cinque o sei, d’altezza, divideremo il lato DC in 4, 5, o vero 6, parti eguali. E supponendo per adesso volere uno per quattro io di scarpa, divideremo la linea D C in due parti nel punto F, e ciascheduna d’esse in due altre ne’ punti G, E, e dal punto B al punto E tireremo una linea BE, e taglieremo via il triangolo BEC; e potremo ancora, per far più leggiero lo strumento, buttarne via la parte HFDA. Fatto questo, si dividerà la linea FE per il mezzo nel punto S, e l’HO nel punto I, dal qual punto si sospenderà un filo con piombino, come si vede IK; con l’aiuto del quale, quando averemo a servirci dell’instrumento, lo aggiusteremo, alzandolo ed inclinandolo sin tanto ch’il filo batta a punto nel punto S: il che quando sarà, la linea EB ci darà per l’appunto la pendenza della scarpa. E perchè questo instrumento è picciolo, e la fabrica viene molto più alta, si piglierà un regolo lungo, dritto e saldo, quale nella figura si vede L; ed accostandolo alla linea BE, con l’aiuto del medesimo filo si darà la debita inclinazione a tutto il regolo: con l’aiuto del quale, come di sotto si dirà, faremo la scarpa.
dell’ordine da tenersi nell’edificare.
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A questa altezza, che sarà dal piano del fosso braccia 17, si spianerà per tutto a livello, come dimostra la linea BC: e si segneranno, dal punto B indentro, braccia 10, che sarà nel punto C, e con tale spazio si tirerà una corda di dentro intorno intorno; e lungo questa corda, ad ogni mezzo braccio, si ficcheranno pali lunghi sei braccia e grossi come un braccio d’un uomo, ficcandone sotterra la metà; e sopra s’anderanno intrecciando e collegando insieme con vimini di castagno, a guisa di graticcio: e questa sarà la pelle di dentro del parapetto, che verrà secondo l’altezza CD. Dopo, lo spazio BCD si riempirà di terra bonissima e ben battuta, lasciando la pendenza secondo la linea DB: la qual pendenza si coprirà di piote commesse insieme esquisitissimamente, lasciando la parte erbosa di sopra, per maggior difesa dalle pioggie. Si anderà poi scompartendo per accommodare i letti per l’artiglierie, largo ciascheduno 15 braccia; quali cominceranno dalla parte di dentro del parapetto, ciò è dal punto D, ed anderanno pendendo all’indentro sino al punto E: e tra l’uno e l’altro letto si lascierà uno spazio di braccia per li archibusieri, accommodandovi la banchetta FGH, acciò vi possano montar sopra e scaricare, e doppo, in scendendo, ritirarsi al sicuro. Ma sopra tutto s’avvertisca, che le acque sopra parte alcuna del terrapieno non covino, ma abbino i loro scoli verso la parte di dentro.
Alle piazze di sotto si faranno i recinti con la pelle di fuori di piote, bastionando, con terra e fascine, al modo detto, una grossezza di 6 braccia, facendoli i loro tramezzi con graticci e gabbioni quadri. I merloni e cannoniere si faranno dalla parte di fuori di piote ben commesse, e di dentro si armeranno e sosterranno con graticci.Ma quando non s’avesse commodità di piote, bisognerà servirsi di pastoni, adoperandogli in questa maniera. Metterassi, secondo l’ordine del filo di fuori, un filaro di manocchie, accostando la piegatura alla corda; e tra esse si metterà terra ben trita, assodandola ben sopra con i piloni e mazzeranghe, avvertendo che la vi sia sopra sottilissima: e poi si metterà un suolo di pastoni, conficcandogli da piede e da capo con cavicchi, come si disse delle piote; e di dentro si metterà della terra, assodandola e spianandola benissimo, e sopra essa un suolo di manocchie, bene accommodate e spianate con terra, e doppo un altro suolo di pastoni: e così ad ogni due mani di pastoni si metterà poi una fascinata, e ad ogni tre fascinate una incatenatura: e nel resto si seguirà in tutto come è detto. E con quest’ordine di piote e pastoni si faranno i corpi di difesa e le cortine, così in campagna come intorno alle terre.
E perchè si possa meglio comprendere come vadino accommodati i letti, abbiamo disegnata la seguente figura in prospettiva.![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/00/Opere_di_Galilei_-_Vol._2-152.png/450px-Opere_di_Galilei_-_Vol._2-152.png)