Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/175

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F

Filosofi che metton di pari all’Evangelio i testi di qualche antico Autore II. 4

Fisonomia: bugiarda, ove di contrasegni d’ingegno 88

Fontane artificiose 23

Fortezza d’animo: richiesta da gli Stoici ne’ tormenti del corpo I. 39

G

Galileo: lodato per l’utile de’ Cannocchiali I. 39

Genio: che cosa, e onde sia 99

Genio proprio, dee conoscersi per applicarsi a que’ studj a ch’egli inclina 84

Giulio Cesare: non meno glorioso colla penna, che colla spada I. 59

Gloria d’un Capitano, che sa vincere, e scrivere le sue vittorie ivi

I

Ignoranti: condannano d’oscurita ciò che non intendono II. 123

Intolerabilmente arditi in iscrivere contra uomini dotti 55

Ignoranza: é mal commune; né v’é uomo, che ne vada in tutto esente 52

In un soldato, vergognosa, almeno in tempo di pace I. 61

Imitare storpiando il ben fatto: é peggio che rubarlo II. 24

Ampazienza di riveder’i componimenti suoi: fa che si publichino mal formati 152

Inchinazione del genio: s’inganna per poco, ma non si vince mai né toglie affatto 86

Infermità: riesce più tolerabile ad un’uomo savio; e perché I. 43

Ingegni: grandi, non però sono soli, sì che disprezzar debbano altrui 70

Abili ad ogni cosa II. 95

Oscuri per troppo ingegno 123

Quanto diversi nell’uso delle Lettere 93

Superbi nella stima del proprio sapere 66

Ingegno e giudicio, raro e beato accoppiamento 98

Ingegno s’assottiglia in chi è provocato 58

Ingegnosi nel dir male d’altrui 48

Intenzione buona de’ Poeti lascivi (quando vi fosse) non gli scusa né li difende 35