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Vangeli apocrifi/I vangeli dell'infanzia del Signore/Il Transito della Beata Vergine Maria

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I vangeli dell'infanzia del Signore - IV. Il Transito della Beata Vergine Maria

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Autori vari - Vangeli apocrifi (1948)
Traduzione di Giuseppe Bonaccorsi (1948)
I vangeli dell'infanzia del Signore - IV. Il Transito della Beata Vergine Maria
I vangeli dell'infanzia del Signore - Dal «Vangelo dell'Infanzia» Indici

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V. Il transito della Beata Vergine Maria.

Discorso di San Giovanni il teologo sulla dormizione della santa madre di Dio.

1. La tutta santa e gloriosa madre di Dio e sempre vergine Maria1, quando si recava secondo il solito, alla sacra tomba di Nostro Signore per bruciarvi incenso, e piegava le sue sante ginocchia, supplicava il Cristo da lei generato, nostro Dio, che tornasse a lei.

2. Al vederla assidua al sepolcro divino i Giudei si presentarono ai principi de’ sacerdoti, dicendo: «Maria si reca ogni giorno alla tomba!». I principi de’ sacerdoti chiamaron le guardie, che avevan messo lì perché non permettessero a nessuno di pregare sulla sacra tomba, e s’informaron sul conto di lei, se veramente la cosa stava così. Ma le guardie risposero di non aver visto nulla di simile: Iddio infatti non concedeva loro di scorger la presenza di lei.

3. Un giorno, ch’era un venerdì, la santa (vergine) Maria si recò secondo il solito presso la tomba, e mentre ella pregava, ecco s’aprirono i cieli, e l’arcangelo Gabriele scese presso di lei, e le disse: «Salve, o tu che hai generato Cristo, nostro Dio! La tua preghiera è penetrata ne’ cieli presso colui ch’è nato da te, ed è stata accolta. D’ora innanzi, secondo la tua preghiera, lasciato il mondo, te n’andrai ne’ cieli presso il tuo figliuolo nella vera e perenne vita»2. [p. 263 modifica]

4. Udito ciò dal santo arcangelo, Maria fece ritorno nella santa Betlemme, avendo con sé tre ragazze che la servivano3. E dopo un breve riposo, levatasi su a sedere disse alle ragazze: «Portatemi un incensiere, perché io faccia la preghiera». E portarono quanto era stato loro comandato.

5. E (Maria) pregò dicendo: «Signor mio Gesù Cristo, che per l’eccelsa tua bontà ti degnasti nascer da me, ascolta la mia voce e mandami il tuo apostolo Giovanni, perché al vederlo io abbia le primizie della gioia. E mandami, con il tuo sacro comando, anche gli altri apostoli, così quelli che son già arrivati presso di te, come quelli che sono ancora in questo mondo, dovunque si trovin sulla terra, affinché io nel rivederli benedica il tuo celebrato nome4. Ho fiducia che tu esaudirai in ogni cosa la tua serva».

6. Mentr’ella pregava (così), comparvi io Giovanni, rapito via da Efeso in una nuvola dallo Spirito Santo e deposto là dove giaceva la [p. 265 modifica]madre del mio Signore5. Entrato da lei e glorificato il suo (uni)genito, dissi: «Salve, o madre del mio Signore, tu che hai generato Cristo nostro Dio! Rallegrati, ché con grande gloria tu esci di questa vita».

7. E la santa madre di Dio glorificò Iddio, perché io Giovanni ero venuto da lei6, ricordando la voce del Signore, che aveva detto: «Ecco tua madre ed ecco il tuo figliuolo» (Jo. 19, 26 sg.). E vennero le tre ragazze e salutarono prostrandosi.

8. La santa madre di Dio mi dice: «Prega e metti l’incenso». E io pregai così: «Signore Gesù Cristo, che hai compiuto maraviglie, compi maraviglie anche ora dinanzi a colei che t’ha generato. Esca tua madre da questa vita e sian sbigottiti quei che t’han crocifisso e non han ereduto in te!».

9. E dopo ch’io ebbi terminato la preghiera, la santa (vergine) Maria mi disse: «Portami l’incensiere». E versatovi l’incenso, disse: «Gloria a te, mio Dio e mio Signore, perché s’è compiuto in me ciò che mi promettesti prima di salire ne’ cieli, che cioè all’andarmene da questo mondo saresti venuto tu e la moltitudine de’ tuoi angeli con gloria verso di me»7.

10. E io Giovanni le dico: «Il Signor nostro Gesù Cristo, nostro Dio, viene, e tu lo vedrai, come t’ha promesso». La santa madre di Dio mi rispose: «I Giudei han giurato che, venuta la mia fine, bruceranno [p. 267 modifica]il mio corpo»8. E rispondendole le dissi: «Il tuo santo e prezioso corpo non vedrà la corruzione» (Ps. 16, 10; Act. 2, 27 ecc.). Ella mi rispose: «Porta l’incensiere e versaci l’incenso e prega». E una voce venne dal cielo dicendo l’Amen.

11. Io Giovanni ascoltai quella voce, e lo Spirito Santo mi disse: «Giovanni, hai udito questa voce ch’è risonata nel cielo dopo finita la preghiera?». Risposi: «Sì, l’ho udita». E lo Spirito Santo mi disse: «Questa voce che hai udito indica l’imminente arrivo de’ tuoi fratelli gli apostoli e delle sante potenze, perchè oggi vengono qui».

12. Io Giovanni allora pregai. E lo Spirito Santo disse agli apostoli: «Saliti su nuvole, radunatevi tutti insieme dalle estremità della terra nella santa Betlemme, a motivo della madre di Nostro Signor Gesù Cristo, ch’è in trepidazione: Pietro da Roma, Paolo da Tiberia, Tommaso dal centro delle Indie, Giacomo da Gerusalemme».

13. Andrea, fratello di Pietro, Filippo, Luca, Simone il Cananeo e Taddeo, ch’eran morti, furon suscitati dalle tombe per opera dello Spirito Santo. E lo Spirito Santo disse loro: «Non crediate che sia ora la risurrezione; ma il motivo per cui sorgete dalle vostre tombe è perché andiate a portar saluti con miracoloso onore alla madre del Signore e Salvator nostro Gesù Cristo; giacché è vicino il giorno della partenza, del suo andarsene ne’ cieli».

14. Marco, ch’era ancor vivo, giunse anch’egli da Alessandria, insieme con gli altri (venuti) come s’è detto da ogni regione. Pietro, sollevato da una nuvola, rimase tra cielo e terra, sostenuto dallo Spirito Santo, mentre gli altri apostoli eran rapiti anch’essi su nuvole per ritrovarsi con Pietro. E così per opera dello Spirito Santo, come s’è detto, tutti insieme giunsero9. [p. 269 modifica]

15. Entrati presso la madre del Signore e Dio nostro, prostrandoci dicemmo: «Non temere né t’affliggere. Il Signore Iddio generato da te ti trarrà da questo mondo con gloria». Ed essa, rallegratasi in Dio suo salvatore, si levò a sedere sul giaciglio, e dice agli apostoli: «Credo ora che viene il nostro maestro e Dio dal cielo, e lo vedrò, e mi parto così da questa vita, come ho visto voi venir qui. Voglio che mi diciate, donde avete saputo ch’io me ne vo, sicché siete venuti da me, e da quali terre e da quanto lontano siete venuti qui, poiché tanto vi siete affrettati a visitarmi10. Non me l’ha nascosto infatti il generato da me, nostro Signor Gesù Cristo, Iddio di tutti: perché ho creduto anche ora, ch’egli è figliuolo dell’Altissimo».

16. Pietro allora disse agli apostoli: «Ognuno di noi, circa quanto ci ha annunziato e ordinato lo Spirito Santo, diamo informazione esatta alla madre del Nostro Signore»11.

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17. E io Giovanni rispondendo dissi: «Nell’accostarmi al santo altare in Efeso per funzionare, lo Spirito Santo mi disse: «È vicina la fine della madre del tuo Signore; va in Betlemme a salutarla. E una nuvola di luce mi rapì e mi mise giù dinanzi alla porta dove tu giaci».

18. Rispose poi Pietro: «Anch’io, ch’ero in Roma, sul far del giorno udii una voce da parte dello Spirito Santo, che mi diceva: E vicino il tempo; la madre del tuo Signore deve andarsene; va’ in Betlemme a salutarla. Ed ecco un nuvola di luce mi rapì, e vidi anche gli altri apostoli che venivan verso me su nuvole, e (udii) una voce che mi diceva: Andate tutti a Betlemme».

19. Paolo similmente rispondendo disse: «Anch’io, che mi trovavo in una città poco lontana da Roma, nella terra chiamata Tiberia, udii lo Spirito Santo che mi diceva: La madre del tuo Signore sta per lasciar questo mondo e corrersene con la morte ne’ cieli; ma va’ anche tu a Betlemme a salutarla. Ed ecco una nube mi rapì e depose qui come voi».

20. Rispose del pari Tommaso: «Anch’io percorrevo la terra de gl’Indiani, e per la grazia di Cristo la predicazione pigliava forza e il figliuolo della sorella del re, di nome Labdano, stava per ricever da me il sigillo (del battesimo) nel palazzo; quando a un tratto lo Spirito Santo mi dice: Tu pure, o Tommaso, recati a Betlemme a salutar la madre del tuo Signore, perché fa il suo passaggio ne’ cieli. E una nuvola di luce mi rapì e mi depose qui presso di voi».

21. Marco rispose anch’egli: «Io stavo compiendo il rito del terzo giorno nella città d’Alessandria e durante la preghiera lo Spirito Santo mi rapì e mi condusse presso di voi».

22. E Giacomo rispondendo alla sua volta disse: «Io ero in Gerusalemme, e lo Spirito Santo m’ordinò Rècati a Betlemme, perché la madre del tuo Signore sta per andarsene. Ed ecco una nuvola di luce mi rapì e mi depose qui presso di voi».

23. Rispose quindi Matteo e disse: «Io ho glorificato e glorifico Iddio perché standomene sulla nave, sballottato da’ furiosi cavalloni del mare in tempesta, a un tratto una nuvola di luce ricoprì con la sua ombra le ondate della burrasca e le ridusse alla calma, e rapitomi mi depose presso di voi».

24. Risposero poi i già defunti, spiegando del pari com’eran venuti. E Bartolomeo disse: «Io ero nella Tebaide a predicar la (divina) parola, ed ecco lo Spirito Santo mi dice: La madre del tuo Signore sta [p. 273 modifica]per andarsene: va’ dunque a salutarla in Betlemme. Ed ecco una nuvola di luce mi rapì e mi condusse presso di voi».

25. Tutte queste cose dicevan gli apostoli alla santa madre di Dio, (spiegando) come e in qual modo eran venuti. E lei, stese le mani al cielo, pregava dicendo: «Io adoro, celebro e glorifico il tuo celebratissimo nome, o Signore perché hai guardato all’umiltà della tua serva e hai fatto magnificenze per me, tu che (tutto) puoi. Ed ecco, tutte le generazioni mi chiameran beata» (Lc., 1, 48).

26. Dopo la preghiera disse agli apostoli: «Versate incenso e pregate». E pregato ch’ebbero, venne un tuono dal cielo e risonò un fragore terribile come di carri, ed ecco un numeroso esercito d’angeli e di potenze, e s’udì una voce come del Figliuolo dell’uomo e i Serafini circondaron tutt’intorno la casa dove giaceva la Santa e pura madre di Dio e (sempre) vergine; sicché tutti in Betlemme videro tutti que’ portenti e corsero a Gerusalemme ad annunziare tutti i portenti avvenuti.

27. Accadde poi, risonata quella voce, che a un tratto il sole e la luna apparvero intorno alla casa e un’adunanza di primogeniti santi si presentò alla casa, dove giaceva la madre del Signore, a onore e gloria di lei. E vidi anche compiersi molti miracoli, ciechi che riacquistavan la vista, sordi che udivano, zoppi che camminavano, lebbrosi ch’eran mondati, e gli agitati da spiriti immondi che guarivano. E chiunque era malato o infermo, toccava fuori del muro, dov’essa giaceva, e gridava: «Maria santa, tu che hai generato Cristo, nostro Dio, abbi pietà di noi!». E subito eran guariti.

28. C’era poi una gran folla in Gerusalemme venuta da ogni paese per la preghiera12; i quali udendo i miracoli che si compivano in Betlemme per opera della madre del Signore, si recarono nel posto per implorare la guarigione di varie infermità. E l’ottennero. Fu una gioia ineffabile in quel giorno: la moltitudine de’ guariti come pure degli spettatori glorificavano Cristo nostro Dio e la sua madre. Tutta Gerusalemme, tornando da Betlemme, faceva festa con salmodie e inni spirituali.

29. Ma i Sacerdoti de’ Giudei insieme con il loro popolo furon fuori di sé per quanto era accaduto; e invasi da violentissima passione e di nuovo con pazzo divisamento tenuto consiglio, deliberarono di mandare contro la santa madre di Dio e i santi apostoli ch’erano in Betlemme. [p. 275 modifica]La turba de’ Giudei si mise in cammino per Betlemme; ma a circa un miglio, ecco apparire loro una terribile visione e restar legati i loro piedi: retrocessero allora verso i loro connazionali e raccontarono tutta la paurosa visione ai principi de’ sacerdoti.

30. Questi, maggiormente infiammati d’ira, se ne vanno dal governatore, gridando e dicendo: «Il popolo de’ Giudei è stato rovinato da questa donna! cacciala via da Betlemme e dalla provincia di Gerusalemme ». Ma il governatore, colpito dai prodigi avvenuti disse loro: «Io non la caccio via né da Betlemme né da alcun altro luogo». I Giudei insistettero gridando e scongiurandolo per la salvezza di Tiberio Cesare, che mandasse via da Betlemme anche gli apostoli: «Se non lo farai, ne riferiremo all’imperatore». Quegli allora, costrettovi manda un chiliarca a Betlemme contro gli apostoli.

31. Ma lo Spirito Santo dice agli apostoli e alla madre del Signore: «Ecco che il governatore ha mandato un chiliarco contro di voi, perché i Giudei sono insorti. Uscite dunque di Betlemme e non temete! Perché ecco, con una nuvola vi conduco in Gerusalemme: la potenza del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo è con voi».

32. Gli apostoli levatisi su subito usciron dalla casa, portando il lettuccio della (loro) signora, madre di Dio, e si mettevano in viaggio per Gerusalemme. Ma subito, come aveva detto lo Spirito Santo, furon rapiti da una nuvola e si trovarono in Gerusalemme nella casa della (loro signora). E levatici su, per cinque giorni cantammo inni senza smettere mai.

33. Quando il chiliarca giunse a Betlemme e non ci trovò né la madre del Signore né gli apostoli, fece arrestare i Betlemiti, dicendo loro: «Non siete voi venuti a raccontare al governatore e ai sacerdoti tutti i portenti e prodigi accaduti, e come c’eran qui gli apostoli (accorsi) da tutta la terra? O dove sono? Su via, dal governatore in Gerusalemme ». Ignorava infatti, il chiliarca, la partenza degli apostoli e della madre del Signore alla volta di Gerusalemme. Presi dunque i Betlemiti, il chiliarca si presentò al governatore, dicendo di non aver trovato nessuno.

34. Ma dopo cinque giorni fu noto al governatore e ai sacerdoti e a tutta la città, che la madre del Signore con gli apostoli era nella propria casa in Gerusalemme, e ciò a motivo de’ portenti e prodigi ivi accaduti. E una moltitudine d’uomini e di donne e di ragazze s’eran radunati e gridavano: «O santa vergine, che hai generato Cristo, nostro Dio, non ti dimenticare del genere umano!»

35. Dopo questi fatti il popolo de’ Giudei e i sacerdoti insieme, spinti vie più dalla passione, presero legna e fuoco e si mossero per [p. 277 modifica]incendiar la casa, dove giaceva la madre del Signore insieme con gli apostoli. Il governatore se ne stava guardando da lungi lo spettacolo. Ma quando la turba de’ Giudei fu sotto la porta di casa, ecco a un tratto una vampata di fuoco eruppe dal di dentro per opera d’un angelo e bruciò una gran moltitudine di Giudei. E un grande spavento si sparse per tutta la città, e davan gloria al Dio nato da essa.

36. Il governatore, al veder l’accaduto, gridò ad alta voce davanti a tutto il popolo: «Davvero è figliuolo di Dio il nato da quella Vergine che voi avete pensato di cacciare: ché son portenti questi d’un vero Dio». E ci fu divisione in mezzo ai Giudei: molti credettero nel nome del Signor nostro Gesù Cristo a cagione de’ portenti che avvenivano.

37. Dopo avvenuti tutti questi portenti a motivo della deipara e sempre vergine Maria, madre del Signore, mentre noi apostoli eravamo con lei a Gerusalemme, lo Spirito Santo ci disse: «Voi sapete che di domenica fu annunziata la vergine Maria dall’arcangelo Gabriele; di domenica il Salvatore nacque in Betlemme; di domenica i figliuoli di Gerusalemme uscirono con rami di palma incontro a lui dicendo: Osanna nel più alto de’ cieli! benedetto colui che viene nel nome del Signore (Mt., 21, 9; Mc., 11, 10); di domenica e’ risuscitò da’ morti; di domenica ha da venire a giudicare i vivi e i morti; e (così pure) di domenica egli ha da venir da’ cieli per la gloria e l’onore del trapasso della santa gloriosa vergine che l’ha partorito.

38. E quella domenica appunto dice la madre del Signore agli Apostoli «Versate l’incenso, perché viene Cristo con una schiera d’angeli». Ed ecco Cristo giunge seduto sul trono dei Cherubini. E mentre tutti noi pregavamo, apparvero innumerevoli moltitudini d’angeli e il Signore montato sui Cherubini in potenza grande. Ed ecco un efflusso di luce si spande sulla santa vergine, per la venuta del suo figliuolo unigenito, e tutte le potenze celesti prostratesi, lo adorarono.

39. Volgendo la parola a sua madre il Signore disse: «Maria» E quella rispose: «Eccomi, Signore». E il Signore le disse: «Non t’affliggere, ma si rallegri ed esulti il tuo cuore; perché hai trovato grazia di contemplar la gloria datami dal padre mio». E la Santa madre di Dio, sollevati gli occhi, vide in lui una gloria, che lingua umana non è capace di dire né d’intendere.

Il Signore rimase presso di lei dicendo: «Ecco, da questo momento il tuo prezioso corpo sarà trasportato nel paradiso, e l’anima tua santa ne’ cieli ne’ tesori del padre mio in transcendente splendore, dove è la pace e letizia de’ santi angeli e oltre ancora».

40. La madre del Signore gli rispose: «Imponi la tua destra, o Si[p. 279 modifica]gnore, e benedicimi». E stesa il Signore l’immacolata sua destra, la benedisse. Lei allora afferrata l’immacolata destra di lui, la baciava dicendo: «Adoro questa destra, che ha creato il cielo e la terra. E invoco il tuo celebrato nome, o Cristo Dio, re de’ secoli, unigenito del Padre accogli la tua serva, tu che ti sei degnato nascer da me meschina, per salvare il genere umano secondo l’ineffabile tua disposizione. A ogni uomo che invoca o prega o proferisce il nome della tua serva, concedigli il tuo aiuto».

41. Mentre ella così parlava, s’accostarono gli apostoli ai suoi piedi, e prostrandosi dissero: «O Madre del Signore, lascia al mondo una benedizione, poiché ti parti da esso. Tu l’hai benedetto e l’hai risollevato dalla sua rovina, generando la luce del mondo». La madre di Dio supplicò e disse nella sua preghiera così: «O Dio che per la tua gran bontà mandasti dal cielo il tuo figliuolo unigenito ad abitar nel misero mio corpo tu che ti sei degnato esser generato da me tapina, abbi pietà del mondo e d’ogni anima che invoca il tuo nome».

42. E di nuovo pregò e disse: «O Signore re de’ cieli, figliuolo del Dio vivente, accogli ogni uomo che invoca il tuo nome, affinché sia glorificata la tua nascita». E di nuovo pregò e disse: «Signore Gesù Cristo, tu che tutto puoi in cielo e in terra, con questa preghiera io supplico il tuo santo nome: in ogni tempo e luogo dove si fa memoria del tuo nome, santifica quel luogo e glorifica quei che ti glorificano mediante il nome mio, accettando ogni loro offerta, ogni supplica, ogni preghiera».

43. E pregato ch’ella ebbe così, il Signore disse alla sua madre: «Rallegrati ed esulti il tuo cuore, perché ogni grazia e ogni dono ti furon concessi dal Padre mio ch’è ne’ cieli e da me e dallo Spirito Santo. Ogni anima che invochi il tuo nome non resterà confusa; ma troverà misericordia e consolazione e soccorso e confidenza in questo secolo e nel futuro, dinanzi al Padre mio ch’è ne’ cieli».

44. Voltosi poi il Signore, disse a Pietro: «E venuto il momento d’intonare l’inno». E intonato che Pietro ebbe l’inno, tutte le potenze de’ cieli risposero l’alleluia. Allora il volto della madre del Signore risplendé più della luce, e levatasi in piedi benedisse con la propria mano ciascuno degli apostoli e tutti resero gloria a Dio: e il Signore stendendo le sue mani immacolate accolse la santa e pura anima di lei.

45. E al dipartirsi della pura sua anima, il luogo si riempì di profumo e d’indicibile luce; ed ecco s’udì una voce dal cielo che diceva: «Beata tu tra le donne!» (Lc., 1, 28). E Pietro, correndo, e io Giovanni [p. 281 modifica]e Paolo e Tommaso abbracciammo i suoi piedi preziosi, per esser santificati. I dodici apostoli poi deposto il suo prezioso e santo corpo sulla bara lo portaron via13. [p. 283 modifica]

46. Ed ecco, mentre lo portavano, un certo ebreo, di nome Iefonia, robusto di corpo, si slanciò ad afferrare la bara portata dagli apostoli; ma ecco un angelo del Signore, con invisibile potenza, tagliò con una spada di fuoco le due mani dalle spalle di lui e le fece pendere in alto per aria intorno alla bara14.

47. Avvenuto questo prodigio, tutta la folla dei Giudei che l’avevan visto gridò: «E davvero un vero Dio il nato da te, o Maria sempre vergine, madre di Dio!» E lo stesso Iefonia, avendogli Pietro comandato di far conoscere i prodigi di Dio, levatosi su dietro la bara gridava: «O Santa Maria, tu che hai generato Cristo Dio, abbi pietà di me». E Pietro, voltosi, gli disse: «In nome di colui ch’è nato da lei, (ti) si riattaccheranno le mani, che ti son state strappate». E subito, alla parola di Pietro, le mani pendenti presso la bara della (nostra) signora si ritrassero e si riattaccarono a Iefonia. E lui credette, e glorificò Cristo Dio, nato da lei15. [p. 285 modifica]

48. Avvenuto questo prodigio, gli apostoli trasportaron la bara e deposero il prezioso e santo corpo di lei in Getsemani in una tomba nuova. Ed ecco un profumo squisito si diffuse dalla sacra tomba della nostra Signora, madre di Dio. E per tre giorni s’udivan voci d’invisibili angeli che glorificavano il Cristo, nostro Dio, nato da lei. Finito il terzo giorno le voci non s’udivan più e allora tutti riconobbero che il puro e prezioso corpo di lei era stato trasportato in paradiso.

49. Trasportato ch’esso fu, ecco vediamo Elisabetta, la madre di [p. 287 modifica]san Giovanni Battista, e Anna, la madre della (nostra) Signora, e Abramo e Isacco e Giacobbe e David, che cantavan l’alleluia, e tutti [p. 289 modifica]i cori de’ Santi, che veneravano i preziosi resti della madre del Signore. E (vediamo) un luogo raggiante di luce, di cui nulla di più splendido della sua luce. E tutto pervaso da profumo (era) quel luogo, dove era stato trasportato il prezioso e santo corpo di lei in paradiso. E (risonava) la melodia di quelli che inneggiavano al nato da lei, una melodia così soave, quale solo ai vergini è dato udire, e di cui non s’è mai sazi.

50. Al veder l’improvvisa maravigliosa traslazione del santo corpo di lei, noi apostoli glorificammo Iddio, che ci aveva mostrato i suoi portenti nella morte della madre del nostro Signor Gesù Cristo16. Per le preghiere e l’intercessione di lei ci sia concesso di restar tutti sotto la sua protezione sotto il suo aiuto e sotto la sua salvaguardia in questo secolo e nel futuro, glorificando in ogni tempo e in ogni luogo il suo figliuolo unigenito insieme col Padre e con lo Spirito Santo per tutti i secoli de secoli. Amen!

Note

  1. Secondo il Transitus Mariae B., II, essa abitava in casa de’ parenti di San Giovanni, al quale Cristo morendo l’aveva affidata: «Ex illa hora sancta Dei genetrix in Iohannis cura specialius permansit, quamdiu vitae istius incolatum transegit. Et dum apostoli mundum suis sortibus in praedicatione sumpsissent, ipsa in domo parentum illius iuxta montem oliveti consedit».
  2. Perenne: propr. «senza successore». Le due recensioni latine fissano nel secondo anno dopo l’ascensione di Cristo l’annunzio recato a Maria della sua prossima morte, e ricordano una palma donata a lei dall’angelo. Transitus Mariae A. 4: «Secundo igitur anno post ascensionem Domini nostri Iesu Christi beatissima virgo Maria diebus ac noctibus semper in oratione assistebat. Tertia uero die antequam obiret, venit ad eam angelus Domini salutavitque eam dicens: Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Illa autem respondit dicens: Deo gratias. Iterum dixit ei: Accipe hanc palmam quam tibi promisit Dominus. Illa vero cum magno gaudio gratias deo referens accepit palmam sibi missam de manu angeli». E nel Transitus Mariae B II, 1: «Secundo itaque anno postquam Christus devicta morte caelum conscenderat, die quadam desiderio Christi Maria aestuans lacrimari sola intra hospitii sui receptaculum coepit. Et ecce angelus magni luminis habitu resplendens ante eam adstitit et in salutationis verba prosiluit dicens: Ave benedicta a Domino suscipe illius salutem qui mandavit salutem lacobo per prophetas suos. Ecce, inquit, ramum palmae; de paradiso Domini tibi attuli; quem portare facies ante feretrum tuum, cum in die tertia assumpta fueris de corpore.... Palma autem illa fulgebat nimia luce». (E Maria, indossate le migliori vesti e presa la palma dalla mano dell’angelo, se n’andò a pregare nel Monte Oliveto, donde tornò a casa). L’apparizione poi dell’angelo, secondo entrambe le recensioni latine, avviene tre giorni prima della morte della Madonna; non così nel testo greco (cfr. per es., c. 34 «dopo cinque giorni, ecc.»), benché l’apparizione dell’angelo accada di venerdì, e la morte di Maria di domenica (c. 37). In Transitus A, I è poi narrato come quei tre giorni fossero richiesti dalla Vergine a Gesù, prima ancora della passione: «O carissime fili, precor sanctitatem tuam ut, quando anima mea de corpore exierit, tertio die ante facias me scire, et tu, dilecte fili, cum tuis angelis eam suscipe».
  3. Le tre ragazze son ricordate anche in Transitus Mariae A., ma non esse sole. Appena, infatti, avuto l’annunzio dell’angelo che fra tre giorni morrebbe, Maria «vocavit Joseph de Arimathia civitate et alios discipulos Domini, quibus congregatis et propinquis et notis nuntiavit transitum suum omnibus illic astantibus. Tune beata Maria lavit se et induit se sicut regina, et expectabat adventum filii sui, sicut promiserat ei. Et rogavit omnes propinquos ut eam custodirent et solatium ei facerent. Habebat autem secum tres virgines, Sepphoram, Abigeam et Zail». Poi viene Giovanni, come nel greco.
  4. Anche nel Transitus Mariae B II, 2 è la Vergine che, all’annunzio dell’imminente sua morte, domanda la venuta degli apostoli: «Tunc Maria dicit ad angelum: Peto ut congregentur ad me omnes apostoli domini Jesu Christi. Oui angelus: Ecce, inquit, hodie per virtutem domini mei Jesu Christi omnes apostoli ad te venient». (Nel Transitus Mariae A. tale domanda era stata fatta al Signore, mentr’era ancora in vita. Cfr. il greco n. 9).
  5. Cfr. Transitus Mariae B III: «Et ecce subito, dum praedicaret sanctus Iohannes in Epheso, die dominica, hora diei tertia, terrae motus factus est magnus, et nubes elevavit eum et suscepit eum ab oculis omnium, et adduxit eum ante ostium domus ubi erat Maria. Et pulsans ostium statim ingressus est». L’altra recensione latina, c. 6: «Tunc hora tertia facta sunt tonitrua magna et pluvia et coruscationes et tribulatio et terrae motus, dum staret regina Maria in thalamo suo. Iohannes evangelista et apostolus de Epheso subito ductus est et intravit thalamum beatae Mariae».
  6. Nel Transitus Mariae A, 6 Maria, dopo i saluti, fa de’ rimproveri a Giovanni per la sua lunga assenza: «Dixitque ei beata Maria: O carissime fili, cur tanto tempore me dimisisti et praecepta tui magistri non attendisti, ut me custodires, sicut praecepit tibi dum in cruce penderet? Ille autem genu flexo veniam rogabat. Tunc beata Maria benedixit eum et iterum osculata et eum». Tutto il racconto della visita di Giovanni in Transitus A si riduce a queste poche righe, senza nessun accenno all’incensiere del capo seguente, ecc. Anche in Transitus B manca cotale accenno, e il racconto non è molto più lungo.
  7. Cfr. Transitus Mariae A., 10: «Dixit eis beata Maria: Ego filium meum rogavi, antequam sustineret passionem (cfr. n. 1-2), ut ipse et vos essetis ad obitum meum, et annuit mihi hoc donum».
  8. Cfr. Transitus Mariae B, III: «Ecce enim in die tertio, cum recessura de corpore sum, audivi consilia Iudaeorum dicentium: Expectemus diem quando morietur illa quae portavit illum seductorem, et corpus eius igni comburamus ». Invece poi della risposta di Giovanni e di ciò che segue nel racconto greco, B continua: «Vocavit ergo sanctum Iohannem et introduxit eum in secretarium domus, et ostendit ei vestimentum sepulturae suae et palmam illam luminis, quam acceperat ab angelo, monens eum ut illam faceret ferri ante lectum suum cum iret ad monumentum. IV. Cui sanctus Iohannes ait: Quomodo ego solus tibi parabo exequias, nisi venerint fratres et coapostoli Domini mei Jesu Christi ad reddendum honorem corpusculo tuo?» Ed ecco subito apparir gli apostoli.
  9. L’arrivo degli apostoli è assai brevemente narrato nelle due recensioni latine. Così A, 7: «Et dum voluisset (Maria) interrogare (Iohannem) unde veniret vel pro qua causa Hierosolymam venisset, ecce omnes discipuli Domini ad ostia thalami beatae Mariae, excepto Thoma qui dicitur Didymus, nube ducti sunt». E poco più sotto son dati i nomi degli apostoli e discepoli venuti. Similmente B. IV «Et ecce subito per imperium Dei omnes apostoli de locis in quibus praedicabant verbum Dei elevati in nube rapti sunt, et depositi sunt ante ostium domus in qua habitabat Maria. Et salutantes se invicem mirabantur dicentes: Quae causa est ob quam Dominus nos hic congregavit? V. Tunc omnes apostoli gaudentes unanimiter consummaverunt orationem suam. Et cum dixissent Amen, ecce subito venit beatus Iohannes et indicavit eis omnia haec».
  10. Nel Transitus Mariae A, 9 la domanda della Vergine sembra esprimere piuttosto la sua meraviglia nel vederseli innanzi: «Tunc beata Maria dixit fratribus suis Quid est hoc quod omnes Hierosolymam venistis?» E difatti non è ricordata in quel vangelo l’estrema preghiera di Maria per la venuta degli apostoli al suo capezzale. Tuttavia, una tale preghiera ella l’aveva rivolta al Signore già prima della sua passione, com’ella dice poco più sotto agli apostoli, e il Signore annuit mihi hoc donum. Unde sciatis quia die crastina erit transitus meus».
  11. Questi racconti de’ singoli apostoli mancano nelle recensioni latine, e tutto il resto della narrazione sino alla morte di Maria (n. 44 sg.) è riassunto in poche righe. In Transitus A Maria, dopo aver ricordato agli apostoli la sua preghiera a Dio perché fossero presenti alla sua morte, continua: «Vigilate et orate mecum, ut, quando venerit Dominus ad animam meam suscipiendam, vigilantes vos inveniet. Tunc omnes promiserunt se vigilare. Et vigilaverunt et adoraverunt per totam noctem cum psalmodiis et canticis cum magnis luminariis». E segue tosto il racconto della venuta del Signore e della morte di Maria. In Transitus B, abbiamo solo (V): «Ingressi vero apostoli domum invenerunt Mariam et salutaverunt eam dicentes: Benedicta tu a Domino, qui fecit caelum et terram. Quibus illa ait: Pax nobiscum, fratres dilectissimi. Quomodo huc venistis? Qui narraverunt ei quomodo unusquisque ob spiritu Dei elevati in nube et depositi ibidem advenissent. Quibus illa dixit: Non me fraudavit Deus conspectu vestro. Ecce ingrediar viam universae terrae, nec dubito quod nunc Dominus vos huc adduxerit in solatium ferendum (Tisch. ferendo) angustiis quae venturae sunt mihi. Nunc ergo deprecor vos ut sine intermissione omnes unanimiter vigilemus, usque in illam horam qua Dominus veniet et ego sum recessura de corpore». E si passa subito (e. VI) alla venuta del Signore.
  12. Altri: «a motivo d’un voto».
  13. Transitus Mariae A: «11. Adveniente die dominica hora tertia, sicut Spiritus sanctus descendit super apostolos in nube ita descendit Christus cum multitudine angelorum et accepit animam suae matris dilectae. Nam talis illustratio fuit et odor suavitatis et angeli cantantes cantica canticorum, ubi dicit Dominus: Sicut lilium inter spinas, sic amica mea inter filias, quod omnes qui aderant ibi ceciderunt in facies suas, sicut ceciderunt apostoli quando Christus transfiguravit se coram eis in monte Thabor, et per integram horam et dimidiam nullus exurgere potuit. 12 Sed recedente lumine simulque cum ipso lumine assumpta est in celum anima beatae Mariae virginis cum psalmodiis, hymnis et canticis canticorum. Et ascendente nube omnis terra contremuit, et in uno momento obitum sanctae Mariae omnes Hierosolymitani aperte viderunt 13. Et illa eadem hora introivit Satanas in illos et coeperunt cogitare quid de corpore eius facerent. Et acceperunt arma ut corpus eius arderent et apostolos interficerent, quia de ea exierant dispersiones Israel, propter peccata eorum et congregationem gentium. Sed caecitate percussi sunt, percutientes capita sua per parietes et percutientes se invicem. 14. Tunc apostoli tanta claritate perterriti, levantes se cum psalmodio corpus sanctum de monte Sion ferebant in valle Iosaphat». Transitus Mariae B. «VI. Cumque circuitu consedissent consolantes eam, ubi triduo in dei laudibus vacarent, ecce die tertia circa horam tertiam dici super omnes qui erant in domo illa sopor irruit, et nullus omnino vigilare potuit nisi soli apostoli et tres tantummodo virgines quae ibidem erant. Et ecce subito advenit Dominus Jesus Christus cum magna multitudine angelorum, et splendor magnus in locum illum descendit, et erant angeli hymnum dicentes et collaudantes Dominum. Tunc salvator locutus est dicens: Veni, preciosissima margarita, intra receptaculum vitae aeternae. VII. Tunc Maria prostravit se in pavimento adorans Deum.... Et.... exurgens Maria de pavimento accubuit super lectum suum, et gratias agens Deo emisit spiritum. Viderunt autem apostoli animam eius tanti candoris esse, ut nulla mortalium lingua digna possit effari: vincebat enim omnem candorem nivis et universi metalli et argenti radiantis magna luminis claritate. VIII. Tunc salvator locutus est dicens: Surge, Petre, et accipe corpus Mariae et dimitte illud in dextram partem civitatis ad orientem, et invenies ibi monumentum novum in quo ponetis eam, et expectate donec veniam ad vos. Et haec dicens Dominus tradidit animam Sanctae Mariae Michaeli, qui erat praepositus paradisi et princeps gentis Iudaeorum; et Gabriel ibat cum illis. Et statim salvator caelo est receptus cum angelis. IX. Tres autem virgines quae ibidem érant et vigilabant susceperunt corpus beatae Mariae, ut lavarent illud more funeris. Cumque spoliassent illam vestibus suis, sacrum corpus illud tanta claritate resplenduit, ut tangi quidem posset pro obsequio, videri autem species prae nimia luce coruscante non posset.... Cumque vestissent eam linteis mortalibus, paulatim lux illa obscurata est. Et erat corpus beatae Mariae simile floribus lilii, et odor suavitatis magnae egrediebatur ex ea, ita ut ei similis suavitas inveniri nulla posset. Tunc igitur sanctum corpus imposuerunt feretro.... Posthaec Petrus elevans a capite (Tisch. Accipite) corpus, coepit cantare et dicere: Exiit Israel de Aegypto, Alleluia. Portabant autem cum eo ceteri apostoli corpus beatae Mariae, et Iohannes palmam ferebat luminis ante feretrum. Ceteri vero apostoli canebant voce suavissima.
  14. Le mani del giudeo, secondo le due redazioni latine, non son tagliate via dal suo corpo. A, 14: «Sed venientes media via, ecce quidam Iudaeus, Ruben nomine, sanctum volens feretrum in terra iactare cum corpore beatae Mariae. Sed manus eius aruerunt usque ad cubitum; nolendo volendo usque in valle Iosaphat descendit plorans et lugens, quia manus eius erant erectae ad feretrum, et non valebat manus suas ad se retrahere». B, XI, 3 «Et ecce novum miraculum. Apparuit nubes super feretrum magna valde, sicut apparere solet magnus circulus iuxta splendorem lunae; et angelorum exercitus erat in nubibus canticum suavitatis emittens, et resonabat terra a sonitu dulcedinis magnae. Tunc egressus de civitate populus, fere quindecim milia, mirabantur dicentes: Quis est somtus iste tantae suavitatis! Tunc stetit unus qui diceret illis: Maria exiit de corpore, et discipuli Iesu circa eam laudes dicunt. Et respicientes viderunt coronatum lectum magna gloria, et apostolos cantantes voce magna. Et ecce unus ex illis, qui erat princeps sacerdotum Iudaeorum in ordine suo, repletus furore et ira dixit ad reliquos: Ecce tabernaculum illius qui nos turbavit et omne genus nostrum, qualem gloriam accepit! Et accedens voluit evertere feretrum et corpus ad terram deiicere. Et statim aruerunt manus eius ab ipsius cubitus et adhaeserunt lecto. Et elevantibus apostolis feretrum, pars eius pendebat et pars eius haerebat ad lectum, et torquebatur supplicio vehementer ambulantibus apostolis et psallentibus. Angeli vero qui erant in nubibus percusserunt populum caecitate».
  15. La guarigione è descritta più brevemente in Transitus Mariae A, 15, dove però s’aggiunge: «In ipso loco baptizatus est, et coepit praedicare nomen Dei nostri Ihesu Christi». Molto più diffusamente, invece, è narrato in Transitus Mariae B, XII-XIV: «Tunc princeps ille clamavit dicens: Deprecor te, sancte Petre, ne me despicias quaeso in tanta necessitate, quia tormentis magnis crucior valde. Memor esto quod, quando in praetorio ancilla ostiaria te recognovit et dixit ceteris ut calumniarentur tibi, tunc ego locutus sum pro te bona. Tune respondens Petrus ait: Non est meum aliud dare tibi; si autem credideris toto corde in Dominum Iesum Christum, quem ista portavit in utero, et virgo permansit post partum, clementia Domini, quae larga pietate salvat indignos, dabit tibi salutem. Ad haec ille respondit: Numquid non credimus? Sed quid faciemus? Inimicus humani generis excaecavit corda nostra, et confusio operuit vultum nostrum ne confiteamur magnalia dei, maxime cum ipsi malediximus contra Christum clamantes: Sanguis eius super nos et super filios nostros. Tuno Petrus ait: Ecce haec maledictio eum nocebit qui infidelis ei permansit; convertentibus autem se ad Deum misericordia non negatur. Et ille ail: Omnia credo quae mihi dicis; tantum deprecor, miserere mei, ne moriar. XIII. Tunc Petrus fecit stare lectum, et ait illi: Si credideris in toto corde in Dominum Iesum Christum, solventur a feretro manus tuae. Et cum haec dixisset, statim solutae sunt manus eius a jeretro, et coepit stare pedibus suis; sed erant brachia eius arida, et non discessit ab eo supplicium. Tune Petrus ait illi: Accede ad corpus et osculare lectum et loquere: Credo in Deum et in Dei filium, quem ista portavit, Iesum Christum, et credo omnia quaecumque locutus est mihi Petrus apostolus Dei. Et accedens osculatus est lectum, et statim omnis dolor recessit ab eo, et sanatae sunt manus eius. Tunc coepit benedicere Deum largiter et de libris Moysi testimonium reddere laudibus Christi, ita ut etiam ipsi apostoli mirarentur et flerent prae gaudio, laudantes nomen Domini. XIV. Petrus vero dixit ad eum: «Accipe palmam hanc de manu fratris nostri Iohannis, et ingrediens civitatem invenies populum multum caecatum (cfr. c. XI), et annuntia eis magnalia Dei, et quicumque crediderint in Dominum Iesum Christum, impones palmam hanc super oculos eorum, et videbunt; qui autem non crediderint, permanebunt caeci. Qui cum fecisset ita, invenit populum, multum caecatum ita plangentem: Vae nobis, quia similes facti sumus Sodomitis caecitate percussis. Nil superest iam nobis nisi ut pereamus. Cum autem audissent verba principis loquentis, qui sanus fuerat, crediderunt in Dominum Iesum Christum, et imponente eo palmam super oculos eorum receperunt visum. Quinque ex eis permanentes in duritia cordis mortui sunt. Et egressus princeps sacerdotum ad apostolos retulit palmam, referens omnia quaecumque facta fuerant. XV. Mariam autem portantes apostoli pervenerunt cet».
  16. Le redazioni latine aggiungono come gli apostoli furono miracolosamente trasportati alle loro sedi. Transitus Mariae A, 22: «Et nube qua ibi advecti sunt, eadem nubes revexit unumquemque in locum suum, sicut Philippus quando baptizavit eunuchum, sicut legitur in actis apostolorum, et sicut Abacuc propheta portavit victum Danieli qui erat in lacu leonum et cito reversus fuit in Iudaeam. Et ita apostoli cito reversi sunt ubi erant primo ad populum Dei praedicandum...». E Transitus B, XVII: «Apostolis autem susceptis in nubibus reversi sunt unusquisque in sortem praedicationis suae narrantes magnalia Dei B laudantes Dominum nostrum Iesum Christum, qui vivit et regnat cum Patre et Spiritu sancto in unitate perfecta et in una divinitatis substantia in saecula saeculorum. Amen».