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L'amor platonico/IV

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Bisognerà però venire ad una conclusione: è o non è possibile . l’amore platonico fra uomo e donna? Possibile è. S. Francesco e S. Chiara ci rispondono in modo trionfante, Dante vi si mette subito accosto; e non avranno proprio nulla da dire in proposito Michelangelo e Vittoria Colonna?... Abbiamo anche visto [p. 86 modifica]il Rudello del Medio Evo e il moderno Rudello delle Pampas, esempi codesti in cui l’amore è veramente platonico, cioè esente dai turbamenti del senso e — come voleva Platone — ispirato a un intenso bisogno di elevazione spirituale. Ma nell’uso comune si chiamano pure platonici quegli amori che lottando col senso trionfano, anteponendo. alla voce brutale dell’istinto un ordine di bisogni superiori, fra cui l’aspirazione all’eterno che mal potrebbe soddisfare l’amore sensuale per natura sua caduco. Vedo dunque una graduatoria di amori pla[p. 87 modifica]tonici, i quali partendo dal primo che è il più raro, perchè rare sono le anime veramente grandi, si svolgono in spirali sia pure discendenti, ma attaccate con tenacia al pensiero generatore e ricche di tante diramazioni e filiazioni che sono esse sole una prova della vitalità del germe.

Dividiamo pure in due categorie i casi di amore platonico, mettendo nella prima il vero amor platonico — raro, lo si è detto, ma possibile—e accogliendo nella seconda, che è la più affollata, tutti quegli amori che sentono o avrebbero fa[p. 88 modifica]coltà di sentire l’attrazione dei sensi, ma così sopraffatta, dominata e vinta dalle attrazioni morali che la voce comune non si perita di chiamare pur essi platonici. È d’altra parte molto difficile stabilire dove cominci e dove finisca astrattamente l’impero del senso.

Avendo già un poeta osservato a tale proposito che • «Tout vrai regard est un désir». dobbiamo pure convenire che il desiderio nelle sue prime manifestazioni si confonde troppo spesso colle altre facoltà impulsive e se a qual[p. 89 modifica]cuno sarà possibile dire: Nel tal giorno, nel tal momento, ebbi chiara visione del mio desiderio: nessuno potrebbe nè per ansia affannosa di ricerche, nè per ardore di intuizione .affermare esattamente l’origine misteriosa e il processo del desiderio.

Albero possente esso scuote i suoi fiori e i suoi frutti sulla terra tenendo le radici nascoste nel segreto e pudico grembo della gran madre.

Che l’amore senza precisione di senso, ed anche, qualche volta, alP infuori del senso, abbia una potente vitalità naturale, lo vediamo osservando come esso sbocci di pre[p. 90 modifica]ferenza all’aurora della giovinezza, si smarrisca nelle oscure lotte della virilità e tenti qualche volta di riapparire sul tramonto della vita, già corrotto dalle tristi esperienze. È nei giovani che bisogna studiarlo, studiarlo con simpatia, con invidia quasi.

Cessate, o freddi ed impotenti scettici, dallo spargere compatimento e ironia su queste prime, indistinte, sacre manifestazioni dell’ anima. Sarebbe come un voler deridere la pianta ne’suoi bocciuoli, aspettando che si facciano pula e concime per ammirarli e per studiarli. [p. 91 modifica]L’importanza che si dà al primo amore è appunto una importanza di idealità e dicendo che non si ama veramente se non la prima volta si sottoscrive al predominio riconosciuto della parte spirituale sui sensi — si noti che sono i giovani sensi! Nessuno ignora che acuti e brucianti amori possano Jlorire in qualunque età, rodere i lombi, sconvolgere il cervello, condurre alla pazzia, al suicidio, al disonore, passando per gli stadi più sottili della voluttà — ma nessuna esperienza, nessuna raffinatezza sensuale potrà tener luogo di quell’ alba divina del[p. 92 modifica]P amore che si ignora; quando P uomo non chiede a sè stesso: Avrò io quella donna? ma volgendosi al cielo ed ai fiori, all’ aria ed alla luce sprigiona questo grido ineffabile: Come è bella la vita! Compiango profondamente l’uomo o la donna che non ebbero nel puro mattino della giovinezza uno di codesti amori, alla cui ombra riparare quando si scatena l’uragano delle passioni.

Non mi sembrano di un grande valore le obbiezioni che si fanno sulle cause, per la maggior parte forzate dicesi, dell’amor platonico. [p. 93 modifica]Se non fosse platonico per elezione potrebbe impiegare le medesime sue forze di resistenza e di combattimento — anziché a vincere il desiderio — a vincere i pregiudizi, i timori, gli scrupoli morali, gli ostacoli di tempo e di luogo (che sono appunto le cause addotte) pur di sodisfarsi — la qual cosa si vede che fa sempre quando prevale l’ardore del possesso e non fa invece, cedendo alle ragioni che lo aiutano a tener alto il suo sogno, quando, il soffio innamorato spira dalle incorporee attrazioni dello spirito. Conclusione questa, imperfetta — non [p. 94 modifica]lo nego— ma evidente a dimostrare resistenza di un’ amore d’altra specie che non sia l’istinto della generazione animale.

Il mito pagano che sentì il bisogno di creare due Veneri — Afrodite e Psiche —, Socrate, Platone, Aristotile, che togliendosi al limitato godimento dell’amplesso vagheggiarono, prima ancora che si levasse nel mondo la meravigliosa luce di Cristo, un amore che nulla avesse di comune coi sensi, hanno già preparato da secoli la risposta da darsi a coloro che domandano fra lo sciocco e il faceto se è possibile [p. 95 modifica]l’amor platonico. No, buona gente, tranquillizzatevi: la cosa, quantunque possibile non è tanto facile e nessuno pensa a togliervi il vostro contentino. Anche Eugenio Sue interroga, nella sua rudimentale scienza amorosa: «L’ amor platonico è desso possibile fra un giovine ed una giovine che si amino con tutto il fervido istinto della loro età?» Ma questo è un limitare la questione anziché posarla e non è tagliandole le ali che potremo sapere fin dove F aquila vola. L’ amore platonico dunque continuerà a restare un privilegio di poche anime [p. 96 modifica]ardenti e il vantaggio che ne potrà venire alla folla, sarà solamente quello di una valvola purificante, aperta tratto tratto sulla letale ammorbata atmosfera dove respirano gli uomini.

Ernesto Renan ha detto che per ottenere dagli uomini il semplice compimento dei lóro doveri bisogna mostrar loro T esempio di quelli che fanno più di quanto esso impone. A che indugiare sulla domanda degli sciocchi? Il fatto che pochi riescono ad ascendere la cima del monte Bianco non esclude l’altro fatto che la cima del monte Bianco [p. 97 modifica]esiste. Or non è molto un prete vi ha celebrato messa tra l’imperversare dei venti e il fragore minaccioso dei ghiacciai e tale audacia, anche se non trova imitatori, resterà pure nel dominio della realtà e del documento umano.

Mi piace, prima di chiudere questa appassionata Ticerca attraverso i campi dell’ amor platonico, di rivolgere l’ attenzione del lettore à un amore intellettuale dei più strani forse che si' siena mai conosciuti fra uomo e uomo; quello che uni i fratelli Goncourt. Il loro legame che non è da confondersi colle solite col[p. 98 modifica]laborazioni estemporanee ebbe veramente dell’amore le due principali caratteristiche: esclusivismo e fecondazione. Fu esclusivo perchè i due fratelli non amarono che sè stessi intensamente e per sempre.

Dicendo che non amarono all’infuori di sè stessi mi appoggio a una confessione fatta dal medesimo Edmondo «una donna non ci divise mai più di mezz’ora» — confessione preziosa, eloquentissima, che dimostra come non ci fosse più posto per una donna in quelle due anime pur còsi sensibili e raffinate, che innalzarono alla donna quasi tutto il mo[p. 99 modifica]numento dell’opera loro. Da Soeur Philoméne a Renée Mauperin, da Germinie Lacerteux a Madame Gervaisais essa fu per entrambi una sola, quella che essi crearono, che insieme vagheggiarono nelle ore palpitanti del desiderio e nella stanchezza delle veglie angosciose, che strinsero e che possedettero insieme e che non solo non li divise neppure per un istante ma li congiunse come non sarebbe mai avvenuto trattandosi di un’altra donna. Già completi in sè stessi, rappresentando Edmondo la virilità robusta e Giulio la delicatezza femminile, i Goncourt fe[p. 100 modifica]condarono nell’invisibile e bizzarro crogiuolo delle anime loro una prole che resterà come esempio meraviglioso del connubio intimo e indissolubile di due intelligenze unite dall’ amore—per tutto ciò che tale parola contiene di suggestione elevata e misteriosa.

Nella Sonata a Kreutzer, che non si può approvare perchè vorrebbe condensare tutto l’amore nell’amor, platonico — ciò che porterebbe una restrizione anziché un aumento d’ amore — Tolstoi ha però una grandiosa visione di questo bisogno spirituale che tormenta molte anime [p. 101 modifica]moderne e molte più, forse, ne tormenterà in avvenire. Dobbiamo ascoltare con riverenza, con simpatia, il suono di queste cetre misteriose anche se non ne intendiamo subito il significato.

Si sa come Tristam Shandy spiegava le disgrazie di tutta la sua vita. C’ era nella sua casa un orologio a pendolo sul quale ad ogni ora del giorno cadeva l’osservazione di qualcuno dei membri della famiglia e mentre il padre in persona erasi preso l’assunto di caricarlo, ognuno procurava di sollevarlo da questa responsabililà col [p. 102 modifica]rammentargliela a tempo e luogo.

Ora avvenne che la sua consorte, donna straordinariamente prosaica e pacifica, proprio nel momento sacro che doveva preparare la nascita del sospirato erede, pensando forse al bucato della prossima mattina, uscisse a dire: «Amico mio ti sei ricordato di caricare l’orologio?» — alla quale intempestiva domanda l’onorevole Shandy entrò in tanta furia che non gli passò mai più e volle chiamare Tristano il figlio che nacque in seguito, persuaso che nulla di bene gli sarebbe capitato al mondo. Quante nobili e forti [p. 103 modifica]L’amor piatonico ispirazioni vengono strozzate così, prima ancora di nascere, dalla doccia fredda dei pedanti senz’anima! Lasciamo dunque che viva l’ideale platonico, tutt’ altro che sterile ed inutile— come parmi di avere dimostrato. Se raggiungerlo non è facile, non è da tutti e non è nemmeno per tutti consigliabile, esso è pure una di quelle forze segrete e latenti che non dobbiamo trascurare, se ci preme che il materialismo con tutto ciò che ha di gretto e di meschino non venga ad imporci in nome dell’eguaglianza degli atomi il suo giogo di ferro. [p. 104 modifica]Io non credo di essermi abbandonata fin qui a soverchie vaporosità romàntiche. Io ho riconosciuto i diritti dell’amore fisico; solamente dissi e ripeto ancora che esso non basta ai bisogni dell’ uomo evoluto.

Questa non è una novità dell’ oggi, poiché abbiamo già contemplate in proposito e le teoriche dei filosofi greci e le meravigliose ascensioni di S. Chiara e di Dante verso un amore ideale. Tale amore non accontenta tutti;d’accordo. E chi non vede che esso fu attraverso i secoli solo un gigantesco sforzo dei cuori i più alti verso il futuro — un futuro indi[p. 105 modifica]stinto e lontano ancora, ma che giungerà—? Certo Tolsloi nella Sonata a Kreutzer non afferra la verità; ma egli è molto più innanzi di tutti i romanzieri materialisti che hanno attossicato il mondo colle loro conclusioni pessimiste sull’ istinto bruto; e veramente istinto c’è, ma è istinto che tende a perfezionarsi, a completarsi, a dare la gioia e non la disperazione.

L’uomo, lasciando il carattere selvaggio e inoltrandosi sempre più nelle conquiste del pensiero, ha riconosciuto questo irresistibile bisogno.

Ho citato casi in cui il puro amore [p. 106 modifica]platonico è stato realizzato; ma dobbiamo tenere per fermo che questa non è la meta; è appena la strada per arrivarvi, lo slancio che il lottatore prende molto più lontano dal punto di mira, calcolando (qui la parola calcolo sarebbe meglio sostituita da intuito) che la forza di attrazione ristabilirà 1’ equilibrio.

Di questo intanto siamo sicuri. Tutta la profonda anima umana tende alla perfezione di se stessa e verrà giorno in cui non si parlerà più di amore fisico e di amore platonico, ma solamente dell'amore.