L'historia della publica et famosa entrata in Vinegia del serenissimo Henrico III - Versione critica/L'historia della publica et famosa entrata in Vinegia del serenissimo Henrico III re di Francia, et Polonia, con la descrittione particolare della pompa

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L'historia della publica et famosa entrata in Vinegia del serenissimo Henrico III re di Francia, et Polonia, con la descrittione particolare della pompa

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Al molto ill. et generoso signore Filippo Eduardo Fucari Li doni, e presenti fatti d'ordine suo sono stati questi


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sublimare, et magnificare con ogni mio potere in ogni parte, per maggior sua grandezza, gloria, splendore, et esaltatione, e poi per particolare servitù, che porto singolarmente à tutta l'Illustre casa de' Fucari, et affettione alla Signoria vostra, per dimostrarle il desiderio, et inclinatione, che ho di servirla maggiormente, ho preso ardire di farne quest'ultima, e particolare descrittione piu vera, che ho mai potuto, per quello, che ho visto, et inteso (dove non mi sono ritrovato) da persone degne, et qualificate, quantunque altri n'habbino fatto prima, et mandarla in luce sotto l'honorato nome di V. Sig. Illustre per notificarle cosi gran pompa, e solennissima entrata, supplicandola ad accettare quest'opera con allegro volto, farne partecipe l'Illustre Signor suo fratello, et aggradire con la grandezza del suo bell'animo non questa picciola fatica, ma la buona volontà mia pronta in servirla sempre, tenendomi in sua buona gratia.


T per dar principio all'alto soggetto di cui parlo, dico qualmente sabbato alli 17. di Luglio circa hore 21. sua Maestà giunse à Mergara, luogo lontano di quà circa tre miglia, in una carrozza superbamente adorna, tirata da quattro bellissimi destrieri, con l'Eccellentissimo Signor Duca di Ferrara, che venne prima quà, e poi andò ad incontrarla con gl'Illustrissimi Signori Don Francesco, et Alfonso da Este suoi zij, et accompagnata da tre bande honoratissime di gente d'arme con bellissimi saioni di veluto à livrea, sopra corsieri riccamente guarniti, l'una del Signor Conte Alfonso da Porto, l'altra del Signor Conte Brandolino di Vale di Marino, e la terza del Signor Pio Enea Obizzo, in mezzo dellaquale stava la Maestà sua seguitata poi dall'Illustrissimo Signor Duca di Nivers, che andò anch'egli ad incontrarla, et da altri Signori, et gentil'huomini Francesi della corte in altre carrozze, e cocchi, et da gli quattro, Ambasciatori Venetiani, che furono mandati innanti dalla Republica ad incontrare sua Maestà alli confini sopra Venzone, quali furono li Clarissimi Andrea Badoaro, Giovanni Michiele, Giovanni Soranzo Cavallieri, e Senatori di gran portata, e maneggio ne' negotij, e governi publici; et Iacomo Foscarini anch'egli Senatore prudentissimo, e di molto valore, che fu l'anno passato Generale dell'armata, et all'arrivo suo le fu fatto una salva di molte codete, & quivi fu ricevuta da 60. Senatori in veste Ducale di Cremesino, che stavano ivi ad aspettarla per levarla, cadauno di essi con la sua gondola coperta, chi di veluto, chi di raso, e chi di damasco ò tabino cremesino foderato di dentro di varie sete di colori diversi, et alcune di restagno, ò tela d'oro con tapeti in trasto

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finissimi, e chi panni di veluto con sue frangie di seta d'intorno, e con quattro gondolieri per uno à livrea, secondo la lor'impresa; fra liquali Senatori v'era il Clarissimo Cavallier Coraro in veste Ducale d'oro, che sbarcati tutti s'inviorno verso sua Maestà, et andorono à farle rierenza: laquale si misse in porta della carrozza, et il detto Cavalliere come capo parlò egli, per tutti in nome della Republica, facendo il debito complimento, esplicandole l'infinita allegrezza, che havea sentito del felice suo avvenimento, et la Maestà sua gli rispose benignamente con molta humanità hora levandosi, et hora rimettendosi la beretta: ma parlò tanto bassamente, che dà circonstanti non fu intesa per il molto strepito della cavalleria, carrozze, e cocchi, che vi erano, et finita tale cerimonia la carrozza di sua Maestà passò piu innanti alla ripa del canale, dove erano le gondole, seguitata dalli sudetti sessanta Senatori, et altri Signori, et uscita di carrozza caminò sopra un ponte fatto quivi per potersi commodamente imbarcare, et le presentorno tre gondole coperte, l'una di veluto nero, l'altra di veluto pavonazzo, et la terza di broccato d'oro con li gondolieri à livrea, nellaquale entrò la Maestà sua col Signor Duca di Ferrara, et Cavalliere Coraro, et il Signor Duca di Nivers in un'altra, similmente gli altri Signori, et gentil'huomini Francesi, et Italiani ogn'uno in una con uno Senatore, avviandosi verso Murano con infinito numero d'altre gondole, et per il camino alli monasterij per dove passavano, erano salutati da molti tiri di codete, et à Santo Luigi fu incontrata sua Maestà da 40. nobili giovani delle principali case, e famiglie della città in loro gondole coperte tutte di veluto nero, et il trasto parimenti con fodra di seta di varij colori, e chi di tela d'oro con due gondolieri per uno à livrea di seta di colore diverso, secondo la fantasia di ciasc'uno, con un servitore in banchetta vestito civilmente, et essi vestiti tutti in Romana d'ormesino leonato ganzante per la maggior parte, et alcuni di nero, et tolsero in mezzo la Maestà sua, et con questo bell' ordine la condussero à Murano nel palagio del Clarissimo Bartholomeo Capello, dove habita l'Illustrissimo Marchese di Vico, adobbato nella prima sala di cuoi d'oro co'l suo baldachino di broccato d'oro, et la sedia con uno tavolino di veluto verde, e le camere regie d'oro, e di seta: et nell'entrar del palagio, vi trovò una guardia di 60. alabardieri armati con bellissime azze antiche, dorate di piu sorte cavate dalle sale dell'Illustrissimo Consiglio di X. tutti vestiti d'ormesino naranzato con liste turchine, e la banda bianca, et similmente le berette naranzate, e piuma bianca. Capitano de' quali eletto, et deputato dalla Republica per guardia della persona della sudetta Maestà, il Signor Scipio Costanzo, Cavalliere molto qualificato, e condottieri di genti d'arme di questo Serenissimo Dominio, quale altre volte militò con carico di Colonello sotto la felice memoria del Re Francesco, e Re Henrico, l’uno avo, e l'altro padre di questo Re, con deciotto trombetti, et dodici tamburi vestiti di ormesino turchino, e giallo alla livrea della Maestà sua, et nell'entrare, che fu con infinito spettacolo di gente sparsa d ogni banda, ita per vederla: si sparorno di molte codete, dipoi diedero alle trombe, et tamburi, [p. 6 modifica]

et in ultimo suonorono le campane in ogni luogo. Li quattro Ambasciatori presentorno a sua Maestà in nome della Serenissima Signoria li quaranta nobili destinati da lei al suo servigio assistenti alle stanze reali, e parimenti il detto Capitano con la guardia, et tutte le gondole coperte di seta assignate per servigio della corte. Et ancor che fosse apparecchiata la cena sontuosissima per ordine della detta Signoria nondimeno la Maestà ſua (dopo l'essersi licentiati li Senatori, e partiti) si fece alquanto vedere alle finestre vestite di panno d'oro, e di seta, dalle bramose genti, di onde levatasi se n'andò a cena, et vi interuennero gli Prencipi, che fu lautissima con quella copia, et abbondanza d'esquisite vivande, et cibi delicatissimi (secondo apportava la stagione del tempo) che si potessero desiderare maggiori, et imaginarsi convenirsi à cosi gran personaggio, servita poi regalmente dalli già nominati Signori con bellissimo ordine conforme alla sua grandezza, et all'espettattione dell'honorate qualità di detti Signori.

Dominica mattina, che fu il seguente giorno sua Maestà comparse poi in publico vestita tutta di pavonazzo, (ch'è il suo duolo) di saietta di Fiandra con beretta in testa all'Italiana col suo velo, et uno ferraiuolo lungo per insino a piedi, giupone tagliato, calze, coletto di cuoio del medesmo con una gran ninfa di camiscia molto ben' acconcia, guanti profumati in mano, et in piedi scarpe, è pianelle à usanza Francese, e così è andata sempre publicamente mentre che ha dimorato qua, è giovine di 23. anni di statura grande, di delicata persona, e di aspetto grave, stando con molta Maestà, et ha un poco di barba nera. Uscì del suo palagio à piedi andando prima innanti molti Gentil' huomini Italiani, poi li trombetti, e tamburi, dipoi una parte d'alabardieri, e dietro à questi il Signor Duca di Ferrara con li Signori e Gentil huomini Francesi seguitando la Maestà sua sola, e dopò lei molt'altri Signori, e Gentil' huomini della corte, et altri venuti per vederla col rimanente dela sua guardia, nell'apparire della quale fu fatto una gran salva di codete, e se n'andò alli Angeli alla Messa, e dipoi se ne ritornò in barca à casa con tanto concorso di gente per terra, e per acqua, ch'era uno stupore; e fu bellissima vista le molte barche così diversamente adorne di razzi, e seta, e li bregantini e fuste armate dalli Clarissimi Savij de gli ordini, et altri fabricati da Muranesi, e specialmente da vetriari sotto diverse forme, e figure d'animali et mostri marini ornati chi di tapezzarie, e chi di tele dipinte d'intorno à semibianza di quello animale che imitavano, con loro insegne, e bandiere di varij colon secondo l'imprese loro si come erano ancora tutti gli altri di quella citta, armati, et fabricati anche essi per ordine della Serenissima Signoria da tutte le arti cadauna il suo, si come dirò qui appresso piu diffusamente al luogo suo, che andavano vagando per quello canale, et fecero anch'essi una bella salva d'archibugiaria, et di moschetti, come fu fatto parimente in terra di codete nel ritorno di sua Maestà, all'entrare che fece nel palagio, la quale innanti che desinasse diede audienza all'Illustrissimo Cardinale San Sisto, nipote et Legato di S. Sant. mandatole per far ufficio di complimento, che giunse qua prima il Giovedì li 15. [p. 7 modifica]

verso la sera, havendolo questa Republica mandato a levare la matina con quatro galee per sino a Chioggia, e dopo desinare il Serenissimo Prencipe, et Signoria andatovi con li piatti a Sant'Helena a riceverlo, honorarlo, et condurlo al suo alloggiamento in casa del Reverendissimo Nuncio di sua Beatitudine: qua residente come fecero, e dalla Maestà sua fu incontrato fuori della sua camera, sino alla terza stanza, et raccolto con molta humanità, usandogli parole amorevolissime di molta buontà et riverenza verso sua Santità, et in honor, e grandezza di sua signoria Illustrissima e nel partire suo, nell'uscire l'accompagnò sino fuori dell'ultima sala, dove il legato prese poi licenza. Diede anche audienza all'Illustissimo Signor Vito Dorimbergo, Ambassador della Maestà Ceſarea: che andò a fargli riverenza, e il debito conplimento, e gli usò parole molto amorevole, e di gran benignità, et osservanza verso sua Cesarea Maestà mostrando quanto le fusse obligata per le molte cortesie da lei ricevute in questo viaggio nel passare suo per Viena, et honorò molto detto Signor. Dipoi sendosi portate le vivande in tavola, preciose et abbondante, servita dalli Quaranta Nobili, garbatamente, con bell'ordine et maniera, sen'andò a pransare. Hora tornando al primo ragionamento, de Bregantini, Palaschermi, et Barche armate, fabricati dalle arti di questa Città è altri, da giovani particolari, che, non per commandamento comme gli altri, ma per propria elettione et volontà fecero tal spese per honorare questo gran Rè, et per poter godere la festa, et vedere tanto più commodamente questa gran pompa, che in tutto potevano ascender al numero di circa 170. dico che per non venir a noia, descrivendone il particolare di tutti, ne manifestarò solo alcuni de' principali è più belli dicendo prima, che'l Venerdì innanti, che fu li 16. li Clarissimi Fabbio da Canale, et Giovanni Mocenigo, gentil' huomini, non meno honoratissimi che di molto valore, che dalla Serenissima Signoria hebbero carico di essi, gli fecero andare tutti alla Giudeca, è quivi da loro Signori posti in ordinanza, datogli l'ordine, come, et per quando havessero d'andare al lito del mare, e fu questo, che'l sudetto giorno di Domenica dovessero incaminarsi per quella volta, marciando prima tutte le Fuste, poi li Bregantini, Palaschermi, e Barche armate dietro di esse a tre a tre, ma innanti di questi legni piccioli, quello de l'arte di Tessitori di panni di seta, che caminasse solo senz'altro compagno per havere Fanò, et era assai bello, e vogava dieci remi più veloce, il corpo del qual era tutto dipinto, et ornato d'una coperta a poppe d'un panno di veluto cremesino con una lama d'oro d'intorno tessutavi sopra, et alle cositure similmente, con le sue frange d'oro pur d'intorno, et di dietro per batticopa un'altro panno di veluto cremesino con l'istessa lama, e frange d'oro con un San Marco dorato nel mezo, et un breve di sopra che diceva; T e s s i t o r i  d i  P a n n i  d i  s e t a , et il suo Fanò dorato bellissimo, in cima del quale v'era per insegna San Christoforo. Le pavesate coperte di damasco cremesino in vece di tapezzarie con una lista della medesima lama, e frange d'oro con un san Marco dorato sopra, et stesso breve; T e s s i t o r i  d i  p a n n i  d i  s e t a , con sei targhe [p. 8 modifica] [p. 9 modifica] [p. 10 modifica] [p. 11 modifica] [p. 12 modifica] [p. 13 modifica]

Mocenigo, e Iacomo Contarini, Gentil' huomini honoratissimi, molto intelligenti e di bellissimo spirito, de' quali archi quello di mezo era largo piedi quatordici, et alto vinti sei, et li due dalle bande ciascuno largo piedi sette, alto quindici, talche i quattro pilastroni, che fanno essi fori erano larghi piedi sei et tre quarte, l'uno, puoco sopra il portone di mezo v'era l'architrave, friso, e cornice, che scorrevano tutt'intorno il sudetto edificio alto piedi quattro e mezo, ma più sporti al dritto di otto colonne d ordine Corinthio, che lo sostenevano, quattro per ogni prencipaie facciata al dritto del mezo de'pilastri, le quali colonne erano lunghi piedi vintidue e mezo l'una, e grosse due e una quarta, posate sopra le sue base, nella sommità d'alcuni piedastili alti piedi sette e mezo, la parte più alta dell'edificio, ch'era di sopra della cornice, era uno corpo lungo, e largo quanto il vivo d'esso edificio alto piedi dodeci ornata di due pilastri per ogni facciata, e due statue. I pilastri al dritto dell'estreme colonne, e le statue al dritto di quelle di mezo, e dalla parte di sotto le caminava vna fascia, e dalla parte di sopra vna cornice; oltre di ciò v'erano due arme, alla destra tra la statua, et il pilastro quella di San Marco, et alla sinistra similmente tra la statua, et il pilastro quella del Prencipe, e sopra nel mezo d'essa facciata v'era quella del Rè sotto la quale tra le due statue, che l'una era la Vittoria, e l'altra la Pace, vi si leggeva nella facciata verso la laguna questa inscrittione;

Henrico III. Franciæ, atque Poloniæ Regis Christianissimo ac inuictissimo Christianę religionis acerrimo propugnatori advenienti Venetorum Resp. ad veteris benevolentę atque observantiæ declarationem.

Dalla parte verso la loggia le due statue erano la fede, e la giustitia, et l'inscrittione era questa.

Henrico III. Franciæ, & Poloniæ Regi optimo, atque fortissimo hoapiti incomparabili Venetorum Resp. in eius adventum fœlicissimum.

Oltre di ciò ornavano tutto l'edificio dieci quadri di pittura di mano delli famosi pittori Paolo Veronese, et Iacomo Tentoreto due de' quali, ch'erano sopra le due porte laterali dinotavano le vittorie conseguite da sua Maeſtà in Francia contra gli nemici suoi; cioè, il primo quella di Iernac, ch'era uno Generale d'essercito armato, sopra del quale v'era una Vittoria alata con la corona di lauro in una mana, e nell'altra una palma, che stava in atto d'incoronarlo, et a' piedi molte genti armate, che gli presentavano molti schiavi incatenati, il secondo quella di Moncontour, ch'era il medemo Generale ingenocchiati dinnanzi al tempo co'l suo stocco, e scudo in terra in atto d'orare, e di ringratiare Dio delle conseguite Vittorie, e dietro a lui una quantità di detti schiavi custoditi da soldati armati. Nella porta di mezo due altri quadri l'uno l'elettione fatta dal Senato Polono, quale stava assentato al Tribunale, e dinnanzi ad esso in piedi un [p. 14 modifica] [p. 15 modifica] [p. 16 modifica] [p. 17 modifica] [p. 18 modifica] [p. 19 modifica] [p. 20 modifica] [p. 21 modifica] [p. 22 modifica] [p. 23 modifica] [p. 24 modifica] [p. 25 modifica] [p. 26 modifica] [p. 27 modifica] [p. 28 modifica]