La vita, et sito de Zychi, chiamati Ciarcassi, Historia notabile

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Giorgio Interiano

1502 Indice:Interiano - La vita et sito de Zychi, Aldo, 1502.djvu Letteratura La vita, et sito de Zychi, chiamati Ciarcassi, Historia notabile Intestazione 2 dicembre 2016 100% Da definire

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LA VITA, ET SITO DE
ZICHI, CHIAMATI
CIARCASSI, HI-
STORIA NO-
TABILE.

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ALDUS MANVTIUS ROMANUS, IACOBO SANAZARO PATRITIO NEAPOLITANO ET EQUITI CLARISS. S.P.D.


GEORGIVS Interianus Genuensis homo frugi, venit iam annum Venetias, quo cum primum adplicuit, et si me de facie non cognosceret nec ulla inter nos familiaritas intercederet, me tamen officiose adiit, tum quia ipse benignus est et sane quam humanus tum etiam quia Daniel Clarius Parmensis, vir utraque lingua doctus et qui in urbe Rhacusa publice summa cum laude profitetur bonas literas, ei, ut me suo nomine salutaret iniunxerat, mihique statim sic factus est familiaris, ac si vixisset mecum. Est enim homo (ut nosti) facetus ac integer vitae, et doctorum hominum studiosissimus. Tum visus est mihi Homeri Ulysses alter: nam et ipse μάλα πολλὰ πλάχθη

πολλῶν δ' ἀνθρώπων ἴδεν ἄστεα καὶ νόον ἔγνω
πολλὰ δ' ὅ γ' ἐν πόντῳ πάθεν ἄλγεα ὃν κατὰ θυμόν

Non miror igitur, si et tu plurimum eo homine delectaris, et Pontanus, vir doctissimus ac ætate nostra Vergilius alter, et Politianus olim multi homo studii, ac summo ingenio, qui etiam in Miscellaneis suis de eo ipso Georgio Meminit, delectatus est. Is vulgari lingua libellum de eorum Sarmatarum vita, et moribus composuit, qui a Strabone, et Plinio, et Stephano Zygi appellantur, qui ultra Tanaim fluvium et Maeotin paludem habitant orientém versus, eumque ad me misit imprimendum hac lege, ut ubicunque opus esset, emendarem. Sed ego immutavi tantum, quod [p. 3 modifica]in Ortographia peccare videbatur: cætera, ut maior fides historiæ haberetur, dimisi, ut ipse composuit. Ipsum autem libellum, quoniam gratissimum tibi fore existimamus, tum ipsa historia, tum summo ipsius Georgii in te amore, ad te mittimus. Simul ut hac ad te epistola peterem, ut quæ et latina, et vulgari lingua docte, et eleganter composuisti ad me perquam diligenter castigata dares, ut excusa typis nostris edantur in manus studiosorum, quam emendatissima, et digna Sanazaro. Nam quæ impressa habentur, valde sunt depravata ab impressoribus. Vale vir doctissime suavissimeque et me fac diligas quemadmodum facere te accepi a Marco Musuro Cretensi iuvene, et latine, et græce oppidoque erudito, atque utriusque nostrum amantissimo. Venetiis, XX Octobris DII.
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GEORGIVS INTERIANVS, ALDO RO. S.


PER CHE ve o cognosciuto molto amator di virtute, et diligente indagatore di gesti, e costumi alieni, Havendo io da piu anni in qua premeditato, et contemplato la natura, e condizione del sito, et vivere di Ciarcassi e Sarmatia, non me paruta cosa indegna racoglier insieme molte loro extranee, et notabile manerie, et drizarle piu tosto a voi, como ingeniosissimo, et docto, el quale, meritando punto lopera dessere producta a luce, haveti piu faculta, e di corregere, et castigarla, et farla imprimere piu diligentemente che niuno altro. Non solum dico per simile opere minime, et infime, ma etiam per ognaltra quantunque dignissima. Si che adonca vi dedico lopera tale, quale e, et la remetto tuta a voi, elquale prego, non li recresca relegerla, et emendarla, chio so chella ne deve haver bisogno, e maxime in ortographia. Per che sapialo ogniuno, chio non hebi mai ventura d'imparare ne mediocre litere, ne artificij di elegantie. Ma sio vedero, che per lo stile indocto lopra non manchi del tuto essere gradita, ho in animo, sel tempo mel concedera, con quanta piu verita me sara possibile, scrivere, et producere molte altre cose notabile et egregie, intese, viste et palpate in diverse regione del mondo, le quale son certo, non solum darano dilecto, ma etiam in qualche parte admiratione, a cui le ascoltera. Vale. [p. 5 modifica]


VITA DI ZYCHI CHIAMATI
CIARCASSI


Z
YCHI in lingua vulgare, greca, e latina cosi chiamati, e da Tartari, e Turchi domandati Ciarcassi, & in loro proprio lenguagio appellati Adiga, habitano dal fiume dela Tana su Lasia tuta quel ora maritima, verso el Bosphoro Cimerio, hoge di chiamato vospero, et boca de S. Zohane e bocca de mar de Ciabachi, e de mare di Tana. Antiquitus palude meotide. Inde poi fora la bocca per costa maritima, fin apresso al cavo di Bussi, per Sirocco verso el fiume Phasi, e quivi confinano con Angaxia, cioe parte di Colchide. E tuta lor costiera maritima fra dentro la palude predicta, et fora, po essere da miglia .ccccc. Penetra intra terra per Levante giornate octo, o circa in lo piu largho. Habitano tuto questo paese vicatim senza alcuna terra, o loco murato. Et loro magiore e megliore loco, e una valle mediterranea piccola chiamata Cromuc, meglio situata, et habitata chal resto. Confiniano fra Terra con Scythi, cioe Tartari. La lingua loro e penitus separata da quella de convicini, e molto fra la gola. Fano professione di cristiani, & hanno sacerdoti ala greca. Non si baptizano, se no Adulti da octo anni in su, e piu numero insieme cum simplice asperges dacqua benedecta a lor modo, & breve benedictione di dicti sacerdoti. Li Nobili non intrano in chiesa se non habiano .lx. anni, che vivendo de rapto come fano tuti, li pare non essere licito, e crederiano profanare la chiesa. Passato [p. 6 modifica]dicto tempo o circa, lasciano lo arrobare, et alhora intrano a quelli officij divini, i quali etiam in iuventute ascoltano fora sula porta dela chiesia. ma a cavallo et non altramente. Le loro donne parturiscono sula paglia, la quale vogliono sia el primo lecto de la creatura. Poi portata al fiume qui la lavano, non obstante gelo, o fredo alcuno molto peculiare a quelle regioni. Impongono ala dicta creatura el nome de la prima persona aliena, quale intre poi lo parto in casa, et se e greco, o latino, o chiamato ala forestiera li aiungono sempre a quel nome Uc, come a Petro, Petrùc, a Paulo Paulùc etc. Ipsi non hanno, ne usano litere alcune, ne proprie, ne strangiere. Loro Sacerdoti officiano a suo modo con parole, et charatere greche senza intenderle; quando li accade far scriver ad alcuno, che raro el costumano, fanno far lofficio a Iudei per la magior parte, con litere hebree, ma lo forzo mandano luno a laltro Ambasciatori abocca. Fra loro sono Nobili e vasalli e servi o schiavi; li nobili tra li altri sono molto reveriti et la magior parte del tempo stano a cavallo. Non patiscono che li subditi tengano cavallo. et se acaso un vasallo alleva alcun polledro cresciuto che e, desubito li e tolto dal gentilhomo, e datoli bovi per contra, digandoli questo taspecta, e non cavallo. Fra loro sono de dicti nobili assai signori di vasalli, et viveno tuti senza subiectione alcuna luno a laltro, ne vogliono superiore alcuno, se non dio, ne tengono veruno administratore di iustitia ne alcuna legie scripta. la forza o la sagacita o interposite persone sonno mezi di loro litigij. Di una gran parte di dicti [p. 7 modifica]nobili luno parente amaza laltro, et lo piu de li fratelli. et si presto che lun fratello ha morto laltro, la proxima nocte dorme cum la moglie del defuncto sua cognata, per che se fanno licito havere etiam diverse moglie, quale tengono poi tutte per legitime. Subito chel figlio del nobile ha do o tre anni lo dano in cura ad uno deli servitori, el qual lo mena ogni di cavalcando con uno archeto picolo in mano. et come vede una gallina, o ucello, o porco, o altro animale, lo insegna a saettare e poi deventato piu grandetto, ipso medemo va acaccia dentro da li loro proprij casali a dicti animali, ne lo subdito oseria farli alcun obstaculo. E facti che sono homini la loro vita e quotidie ala preda di fiere salvatiche e piu di domestiche, et etiam di creature humane. Loro paese per la magior parte e palustre molto occupato di cannuccie e calami, de la radice di quali sacoglie el calamo aromatico. lequale palude procedeno dai gran fiumi del Tanai similiter hoge cosi chiamato, et Rhombite dicto Copa, et piu altre grosse e picole fiumare, quale fano molte bocche e quasi infinite paludi, come se dicto, fra le quale sono fatti assai meati, e transiti e cosi furtivamente per simili passi secreti insultano i poveri villani, e gli animali, de li quali con li proprij figlioli ne portano la pena, pero che straportati da un paese ad un altro li Barattano e vendeno. Et imperoche in quel paese non se usa, ne corre alcuna moneta maxime neli mediterranei, li loro contracti se fanno a boccasini, che e una peza di tela da fare una camisa, et cosi ragionano ogni lor vendita, et apretiano tutta la mercadantia a boccasini. La maior parte di dicti populi [p. 8 modifica]venduti sono condutti al Chairo in egypto, et cosi la fortuna li transmuta dai più subditi villani del mondo a de li magiori stati e signorie del nostro seculo, como Soldano, Armuraglij etc. Loro vestimenti di sopra sono de feltro a guisa de peviali de chiesa portandolo aperto da una de le Bande per caciare lo dextro Bracio fora; In testa una berretta etiam de feltro in forma de uno pane de zuccaro. Sotto dicto manto portano trelicci cosi chiamati de seta o tela affaldati e rugati da la centura in giu, quasi simili a le falde de lantiqua armatura Romana. Portano stivali e stivaletti luno sopra laltro, assettati e molto galanti e calzebrache di tela larghe. Portano mostaccij di barba longissimi. Portano etiam continue allato questaltre artegliarie, cioe fucino da foco in uno polito borsotto di coiro facto e recamato da loro donne. Portano rasoro e cota de petra daffilarlo, con lo quale si radeno luno laltro la testa lasciando sul vertice un lineo de capelli longo et intreciato, che alcuni voglion dire sia per lasciare appiglio a la testa, se alloro fussi mai tagliata, aciò non sia fedata, e deturpata la facia con le mani sanguinente et brutte de lhomicida. Si radeno etiam lo pectenale sempre che siano per combattere, dighando che saria vergogna e peccato essere visto morto con peli in tal loco. Gettano foco a case de inimici, qual tutte sono di paglia, ataccati solfarini accesi a freze. Tengono in case coppe doro grande da .ccc. fin in ccccc. ducati, dico li potenti, et ancora di argento, cum le quale beveno cum grandissima cerimonia in uso piu al bevere, cha a molti altri loro apparati, bevando continue et a nome di dio, e a [p. 9 modifica]nome di sancti, e di parenti, e di amici morti commemorando qualche gesti egregij et notabile conditione con grandi honori e reverentie, quasi come sacrificio, et cum lo capo sempre scoperto per magiore humilita. Dormeno cum la lorica, cosi da loro chiamata, che e camisa de maglia sotto la testa per guancial, et con le arme apresso, et levandosi alimprovista de subito se vesteno dicta panzera e se drizano armati. Marito e moglie iaceno in lecto capo a piedi e loro lecti sonno de coiro, pieni di fiori di calami o iunchi. Tenghono questa opinione fra loro che non si debi reputare alcun di generation nobile, de la quale se habia notitia per alcun tempo essere stata ignobile, se bene havesse poi procreata piu re. Vogliono chel gentilhomo non sapia fare ne conti ne negotij merchantili salvo per vendere loro prede, dighando non spectare al nobile se non regere populi et defensarli et agitarsi a caccie, et ad esercitij militari. E assai laudano la liberalita e donano facilissimamente ogni loro utensile da cavallo et arme in fora. Ma de loro vestimenti sopra tutto ne sono non solum liberali, ma prodighi, e per questo accade ut plurimum siano di vestiti pegio in ordine, cha subditi. E tante fiate lanno che si fano veste nove o camise de seta cremesina da loro usitate, de subito li sonno requeste in dono da vassalli et se recusassino di darle o ne demonstrassino mala voglia, line seguiteria grandissima vergogna, et per cio in continente lie domandata et in quel istante proferendola se la spogliano, et per contra pigliano la povera camisa de lo infimo domandatore per la magiore parte trista et sporca. e cosi quasi [p. 10 modifica]sempre li nobili sono pegio vestiti de li altri da stivali, arme e cavallo in fora, che mai non donano, ne le quale cose sopra tutto consiste la loro pompa. et piu fiate donano quanto mobil hanno per havere uno cavallo, che li agrada, ne tengono cosa piu pretiosa di uno optimo cavallo. Seli accade aquistare ala preda o in qualcaltro modo oro o argento de subito lo despensano in poculi predicti o in guarnimenti di selle o per uso dadornamenti militari. quanto per spendere fra loro non lo costumano e potissime li mediterranei, che quelli de le marine sono più avitiati a negotii. Combatteno quotidianamente cum Tartari, da iquali, da ogni banda quasi sono cincti. Passano etiam lo Bosphoro su la Taurica Chersoneso provincia dove e situata Chafa Colonia constituita ab antiquo da Genoesi. et passano volentiera dicto freto alinvernata, chel mare e gelato a preda di habitanti Scythi. E poco numero di loro caccia gran gente di quella, per che sono molto più agili e meglio in ordine di arme e di cavalli, et demonstrano più animosita. Le loro armature da testa sono proprie a ponto come se vede sule antiquaglie, cum le retenute per le guance atachate soto la gola al modo antiquo. Tartari sono più patienti ad ogni necessita tanto che e cosa mirabile e cosi piu fiate vincono precipue quando se poteno conducere in qualche extreme palude o neve o giacci o lochi penuriosi dogni bene, dove per constantia et obstinatione lo più dele volte vincono. Dicti Zychi per la magior parte sono formosi e belli et al Chairo fra quelli Mamaluchi et Armiragli, che lo piu di loro sono di tal stirpe (como se dicto) si vede gente di grande aspecto. et [p. 11 modifica]di loro donne el simile, quale sonno nel proprio paese etiam cum forestieri domestichissime. Usano lofficio de la hospitalita generalmente ad ognuno cum grande careze, et lo albergato et lo albergante chiamano conacco como lhospite in latino, et ala partenza lhospite acompagna el conacco forestiero per fin adunaltro hospitio e lo defende, e mette li besognando la vita fidelissimamente. E ben che (como se dicto) tanto se costume lo depredare in quelle parte, che vene a parere guadagno de quasi iusto affanno, tamen a loro conacchi usano molta fidelita et in casa loro et fora, cum grandissime careze. Lasciano manegiare le loro fanciulle vergine dal capo ali piedi precipue in presentia de parenti salvato sempre lacto venereo; et reposandosi lo forestiero conacco o adormito, o risvegliato chel sia, dicte fanciulle con molti vezi li cerchano le police o altre sporchitie come cose peculiarissime et naturale a quelli paesi. Intrano dicte poncelle nude neli fiumi, adochii vedenti di ogniuno, dove se vede numero infinito di formatissime creature e molto bianche. El victo loro e una gran parte di quelli pesci anticei cosi hoge di daloro chiamati et etiam antiquitus secondo Strabone, che ineffecto sono sturioni piu grossi e piu picoli et beveno de quellacque di dicte fiumare molto speciale ala digestione. Usano ancora ognaltra carne domestica et salvatica; furmenti e vini duva non hanno. Miglio assai e simil altre semenze, de le quale fanno pane e vivande diverse et bevande chiamate boza; usano etiam vino di mele dape. Le loro stanzie tutte sono di paglia di canne o de legniami, e gran vergogna saria aduno signore o [p. 12 modifica]gentilhomo fabricare o forteza o stantia de muro forte, dighando che lhomo sedemostreria vile et pauroso e non bastante ne a guardarsi ne adefendersi, e cosi tutti habitano in quelle case predicte, et acasale, accasale, ne una minima forteza si usa o habita in tutto quel paese, et perche se trovano alcune torre et muraglie antique, li villani a qualcheloro proposito le adoperano, che nobili sene vergogneriano. Loro medemi lavorano ogni di le proprie saette etiam a cavallo, de le quale ne fanno perfectissime, e poche saette si trovano di magiore passata dele loro, cum spiculi o ferri de optima factione temperatissimi e de terribil passata. Le loro donne nobile non se adoperano in altri lavori che in rechami etiam sopra corami, et recamano Borsotti di pelle per focini da foco (come di sopra se dicto) e centure di coiro politissime. Le loro Exequie sono molto extranee. Poi la morte di gentilhomini li fanno thalami de legname alti ala campagna su li quali pongono a sedere el corpo morto cacciati prima li intestini, equivi per octo di sono visitati da parenti amici et subditi da iquali sono appresentati variamente como, di taze dargento, Archi, freze et altre merzarie. Dali do lati del Thalamo stanno li do piu strecti parenti di eta, in piedi, apogiati ad un bastone per uno, et sul thalamo da man mancha sta una poncella con la freza in mano, sopra la qual ha uno fazoletto di seta spieghato, col quale li sta caciando le mosche, avegnia che sia lo tempo gelato, come la piu parte di lanno in quelli paesi. Et a facia del morto in terra piana sta la prima de le moglie assettata sopra una cathedra mirando continuo lo marito morto constantemente e senza [p. 13 modifica]piangere, che lachrymando seria vergogna e questo fanno per un gran pezo del di per fin a lottava e poi lo sepeliscono in questo modo, prendeno un grossissimo arboro e de la parte piu massiccia o grossa tagliano a sufficientia per la longheza, et lo sfendono in do parte e poi lo votano o cavano tanto che li stia lo corpo abastanza cum parte deli donarii appresentati ut supra; poi, posto el cadavere nel cavato de dicti legni, lo pongono al loco statuto dela sepoltura dove gran multitudine de genti li fanno la thomba cosi chiamata, cioe lo monte di terra sopra, e quanto e stato magior maestro et havuto piu subditi et amici, tanto fano lo monte piu excelso e magiore; havendo lo piu strecto parente racolte tutte le offerte, et facto continue le spese avisitanti, e secondo e stato piu amoroso et honorevole, tanto piu e manco sepeliscono di dicte offerte col corpo. Costumano etiam in dicte exequie a li gran maestri un altro sacrificio Barbaro opera meritoria di spectaculo, prendeno una poncella di .xii. in .xiiii. Anni, et posta asedere sopra una pelle de Bo alhora amazato, et distesa col pelo sul solo dela terra impresentia di tutti circunstanti homini e femine, el piu gagliardo o ardito iovene de quelli sotto lo so manto di feltro se prova asponcellare dicta fanciulla, et rare fiate che quella renitente non ne strache e tre e quatro e tal fiate piu, nanzi chella sia vinta; tandem poi lassa e stancha cum mille promissione dessere tenuta per moglie o altre persuasione el valenthomo rompe la porta, et intra in casa. Et poi come vincitore mostra desubito a circunstanti le spoglie fedate di sangue, e cosi le donne presente forsi cum ficta [p. 14 modifica]vergogna voltano la facia fingendo non volere mirare, non potendo pero contenere lo riso etc. Poi la sepultura, per piu di alhora del mangiare fano mettere in ordine el cavallo del defuncto, qual mandano a mano cum uno di servitori a la sepultura; unde, fina tre fiate per nome chiamato el morto lo convitano da parte di parenti et amici se vole venire amangiare. Et visto el servitore non havere alcuna resposta, retorna col cavallo a referire che non responde. Et cosi scusi parendo havere facto loro debito, mangiano et beveno a suo honore.


VENETIIS APUD ALDUM
MENSE OCTOBRI . M. DII.


NE QUIS HAEC TYPIS IMPUNE
EXCUDAT, CAUTUM EST