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Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Libro V/Serie de' Vescovi Larinati

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Libro V - Serie de' Vescovi Larinati

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Libro V - Prefazione APPENDICE

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Serie di Vescovi.

I. Giovanni, Che si può dire I. per la nostra Chiesa, quantunque, non sia il primo Vescovo di Larino; perché degli altri, non ne abbiamo memoria. Questi ci viene incontro, come chiaro intorno a’ tempi di S. Gregorio Magno, dal quale si fa parola nel lib.2. indiz.10. giusta l’edizione de’ Monaci Mauriani ep.32. diretta a Pietro, Suddiacono di Sicilia; ed essendosi parlato di questo Vescovo in d. lib.3. cap.2. num.15. e seqq. tralasciamo perciò qui farne altra parola .

II. S. Barbato, il quale dopo aver persuaso a Romualdo, Duca di Benevento, e a’ Longobardi d’esser scampati da molte calamità per opera Divina, e la intercessione dell’Arcangelo S. Michele, eglino, deporto ogni culto Pagano, e abbracciata la Religione Cristiana, l’elessero, come Apostolo del Sannio, per Veseovo di quella Città nel 663. che poi non guari di tempo dopo, cioè l’anno 668. incominciò anche a reggere la Chiesa di Larino per l’unione, fattane da Papa Vitaliano, come sopra, ed è stato detto nell’accennato lib.3. cap.2. n.4. e segg. Intervenne questo S.Vescovo, e si sottoscrisse nel Sinodo Romano sotto Agatone Papa l’anno 680. ragunato per dare l’istruzione a’ Legati, che dovevano andare a celebrare il VI. Concilio Generale in Costantinopoli. Finalmente carico di anni più di meriti si riposò nel Signore a’ 19. di Febbrajo l’anno 682. dopo aver governato la S. Chiesa Beneventana anni 18. e 11. mesi, e quella di Larino anni 13 in circa. Leggendosi le gloriose gesta di lui tra gli atti de’ Santi de’ PP. Bollandiani nel tom.3, del Mese di Febbrajo, e nell’Ughellio tom. 8. dell’Ital. Sagra., ove de’ Vescovi di Benevento.

Di questo Santo, come prima nella sola Chiesa, e Diocesi Beneventana, ora si celebra l’Officio per tutta la Provincia Ecclesiastica di Benevento, ordinato dalla s. m. di BenedettoXIII. con decreto de’ 12. Febbrajo 1729. passato per l’organo della S. Congregazione de’ Riti, con cui s’impone doversi recita re per tutta la detta Provincia da coloro dell’uno, e l’altro sesso, che sono obbligati alle Ore Canoniche per gli Officj de’ Santi della Città, e Diocesi Beneventana.

In Casacalenda, Terra di questa Diocesi di Larino ne’ tempi andati, fu eretta una Chiesa in onore del medesimo Santo, e con essa anche un Casale col nome di S. Barbato; onde si ricava, che di questo luogo ne fusse egli Protettore, essen do stato solito, che i Fedeli dedicassero Città, Ville, e Castelli col nome di [p. 559 modifica]Santo, o perché se l’eleggevano da prima per Protettore, o perché ne avevano ricevute grazie particolari, e non pochi esempj ne abbiamo. Questo Casale al presente è affatto distrutto, e se ne parla adagiatamente nel lib.4. cap.18. n.33.

III. Alderico, o come altri dicono Arderico, o Arderigo, fiorì a tempo di Sergio I. Papa nell’anno 700. Ma quando poi morisse, ci è ignoto, siccome ci è incognito, se abbia vissuto per tutti gli anni trascorsi fino al tempo di quello, di cui si parla appresso.

IV. Totone tralasciato dal Vipera, e posposto dall’Ughellio al seguente per errore di giusto conto negli anni de’ Duchi Beneventani, come avvertisce il Sarnelli, asserendo di averlo ricavato da un Diploma esistente nella Biblioteca Beneventana; e vuole, che vivesse a tempo di Gisolfo II. l’anno 733. essendo Pontefice Gregorio III.

V. Cesario, che con inavvertenza dal Vipera, e dall’Ughellio si confonde con un certo Ambrogio, fu presente al Concilio Romano sotto Zaccaria I. celebrato l’anno 745. come bene osserva il Sarnelli, e noi tra’ Vescovi, che intervennero in esso leggiamo, Casareo Beneventano, ma non che fusse celebrato l’anno 748. come dice il Vipera, e dal medesimo copia l’Ughellio questo, e non pochi altri abbagli. Di questo Vescovo è anche oscuro il termine de’ suoi giorni.

VI. Giovanni col nome di II. tra’ Vescovi Beneventani, e II. anche tra’ nostri. Si dice di aver seduto sotto il medesimo Papa Zaccaria; ma né il Vipera, nè l’Ughellio, notano l’anno, in cui fu innalzato a questa Sede, contentandosi solamente dire, che egli vivesse a tempo del Duca Gisolfo di Benevento. Quanto alla sua morte si vuole nella prima parte del Santuario Capuano di Michele Monaco, che sortisse nel 716. il che non sussiste, e forse voleva dire 761. ma pure è incerto, tanto più, che da lui si asserisce, che Arechi II. di questo nome, e pri mo Principe Beneventano, trasferisse a’ 26. di Agosto 768. il Corpo di S. Mercurio M. dalla Città di Quintodecimo, dove Costantino Imperadore l’aveva lasciato nell’assedio di Benevento, come dice il Sarnelli nelle Memorie Cronolo giche de’ Vescovi, e Arcivescovi Beneventani pag.39. il quale Santo è Padrone principale della Terra di Serracapriola, nella di cui Chiesa si conserva Reliquia di lui, siccome si è detto in parlarsi di essa Terra lib.4. cap.7. n.22. e 59.

VII. Davide, da altri detto per errore Dans, Daus . Di questo nemmeno si fa l’anno della sua elezione, e morte. Il Vipera, fa succedere nel 780. un tal Dante, e questo dal Sarnelli si stima superfluo, essendo lo stesso, che David per iscambiamento, forse di nome, e soggiugne, che David viveva nel 789.

VIII. Gutto, o vogliamo dirlo, Guttone, nella Cronologia de’ Vescovi Sipontini si appella Guino. Quanto a questo Vescovo il Coleti parlando de’ Vescovi Beneventani tom.8. col.40. dice: Guttur ab Ughellio rejectus, sed revera post Davidem enumerandus. In fatti egli si trova Vescovo sotto Eugenio II. nell’anno 823. essendo Sicone Principe IV. di Benevento,e si vuole, che seedesse otto anni in circa; e quando sia così, a tempo di questo Vescovo, e propriamente nell’825. essendo Principe Sicone, fu trasportato da Napoli a Benevento il Corpo di S. Gennaro, Vescovo Beneventano, e M. e da Gutto fu collocato nella Cattedrale, dove si veneravano i Corpi di Festo Diacono, e di Desiderio Let[p. 560 modifica]tore, Compagni del Santo Martire: locchè avvenne a’ 23. di Ottobre, nel qual giorno se ne celebra ogni anno la Traslazione con Officio doppio in Benevento, e così in Larino, come nella Provincia Beneventana, per l’estensione degli Offici Beneventani per tutta la Provincia, fatta da Benedetto XIII. come sopra.

IX. Orso, eletto l’anno 833. sotto Papa GregorioIV. ebbe molti trava gli dalli Greci, occupatori di Siponto; ma questi furono compensati colla consolazione di esser venuto a suo tempo in Benevento il Sagro Deposito del glorioso Apostolo S. Bartolomeo, portato dall’Isola di Lipari dal Principe Sicardo, e da Orfo, quale allora fu posto in una Cappella della Cattedrale, e poi nella Chiesa, edificata col nome del medesimo Santo Apostolo, e si dice, che quella funzione fu fatta da Orfo li 25. di Ottobre dell’anno 839. giusta l’antico Breviario Beneventano, e si celebra ogni anno la Festa di questa prima Traslazione in detto giorno, e ne’ dì seguenti col Sinodo appellato delle Litanìe, in cui Cleri Diocesani sono obbligati alla Visita de’ Sagri Limini. Sedette quello Vescovo circa dodici anni.

X. Giovanni III. Beneventano, e III. Larinate, si legge sotto Sergio II l’anno 845. in un Diploma di conferma de’ Privilegi della S. Chiesa Beneventana, fatta da Carlo II. appellato, il Calvo, Nipote di Carlo Magno. Nella prima edizione di Ughellio, questo Giovanni, non vi era, siccome nemmeno li due seguenti, ma nella seconda edizione vi sono riposti coll’autorità del Sarnelli, che colla sua diligenza l’ha rinvenuti, il quale, come innanzi fu detto ci dà la notizia di essersi Giovanni intitolato Vescovo di Benevento, Siponto, Bovino, Ascoli, e Larino, il che conferma l’unione fatta ugualmente di queste Chiese a Benevento, da noi abbastanza detta di sopra, e se ne parla più adagiatamente in detto lib.3. cap.2. num.11.

XI. Carlo nell’anno 852. sotto Leone IV. secondo gli Annali Sipontini, che il Vipera lo vuole con poco fondamento nell’an.866. Sedette in circa 16. anni.

XII. Giovanni IV. Beneventano, e IV. anche Larinese, fu nell’anno 868. sotto Papa Adriano II. per quello, che apparisce da un Diploma di Ludovico II. a favore della Chiesa Beneventana, la quale fu da lui col le altre, a colla nostra governata per lo spazio di circa sette anni.

XIII. Ajone, Fratello di Rodelchi, Principe di Benevento sedeva nell’anno 875. sotto Giovanni VIII, detto IX. da coloro, che col numero di VIII, vi acchiudono la favolosa Papessa Giovanna, il quale nell’anno 877. gli scrisse l’Epistola, acciocché insieme col suo fratello l’aiutasse a discacciare i Saraceni; e perché Ajone era assai caro a detto Pontefice, questi coll’Ep.157. lo consola in torno alla morte di Rodelchi suo fratello, sortita nell’877. e non si sa quando seguisse quella d’Ajone .

XIV. Conservato, si vuole dal Sarnelli ne’ Vescovi Beneventani, che governasse l’anno 885. sotto Papa Formoso, ma Formoso fu eletto l’anno 891. per la morte di Stefano VI. detto V. per la qual cosa assai meglio lo situò nella Cronologia de’ Vescovi Sipontini, dove lo disse sotto il lodato Stefano VI. Nelle turbolenze dello scisma di Sergio Antipapa contro Formoso, Conservato seppe [p. 561 modifica]mantenere il suo Gregge nella purità della Fede, e nell’unione colla S. Sede in modo che, carico di meriti, dopo aver seduto 8. anni, si riposò nel Signore.

XV. Pietro, sotto Formoso l’anno 894. ma quanto egli vivesse è ignoto, sapendosi solamente, che fusse morto col nome glorioso di Difensore, non solo della sua Chiesa, ma anche della sua Patria.

XVI. Waldefrido, o come altri Walfrido, si mette dal Vipera nell’anno 930. il che corregge il Sarnelli coll’anno 908. a tempo di Sergio III. emendando anche se stesso, che malamente l’aveva collocato nel 912. sotto il Pontefice Lando. Sedette circa tre anni.

XVII. Giovanni il V. tra Beneventani, e V. di Larino. Il Sarnelli lo vuole eletto nell’an. 911. sotto Papa AnastagioIII. non nel 913. come meglio l’Ughellio per cui egli errò ne’ Vescovi Sipontini; e molto meno nell’anno 944. come con gran divario di tempo scrisse il Vipera. E l’Ugellio ne porta i documenti tra’ quali una carta a favore della Chiesa di S. Martino della Città di Bovino dell’anno 922. dove si dice esser l’anno XII. de’ Principi Landolfo, e Atenolfo, e il XII. ancora del nostro Giovanni, si ha memoria in alcune lettere, scritte da Agapito Papa, a sua istanza a Leone, che si era intruso nel Vescovado di Trivento, e a Benedetto, che si era intruso nel Vescovado di Termoli, come appresso; e parimente si fa memoria del medesimo fin dall’anno 953. in un privilegio di Gisulfo, Principe di Salerno, e fu l’ultim’anno del su o Vescovado; dal che si ricava eziandio csser vivuto nella Sede 40. anni . A questo Giovanni l’anno 944. scrisse Marino II. detto da altri Martino III. per la confusione, che si è fatta ne’ Papi Marini, e Martini, confermandogli le Chiese di Siponto, di Bovino, di Ascoli, e di Larino, siccome innanzi è stato detto.

XVIII. Vincenzo, eletto l’anno 954. essendo Papa Agapito, o Agapeto II. Intervenne, come vuole il Vipera alla TrasIazione del Bracco di S. Matteo Apostolo, fatta da Salerno a Benevento, per opera del Principe Pandulfo I. cognominato, Capo di ferro. Si dice che sedette, non più, che tre anni, e forsi fin’al 957.

XIX. Landolfo, Vescovo nell’anno 957. sotto Papa Giovanni XII. da cui ricevette la conferma di ciò, che a S. Barbato, e a Giovanni V. era stato concesso, e confermato intorno all’unione delle sopraddette Chiese di Siponto, Bovino, Ascoli, e Larino, colla Chiesa Beneventana.

Per quelli tempi fu restituito alla Chiesa di Larino il proprio Vescovo, dopo lo spazio, quasi di tre secoli: e il primo, che ci viene innanzi e ’l più antico, che senza verun contrasto nella confusione troppo infelice de’ secoli IX. e X. è ...

XX. Azzone, di cui dice Ughellio, che visse circa gl’anni della salute 960. cioè, prima che la Chiesa di Benevento fusse eretta in Metropolitana, il che se guì in un Concilio Romano sotto Giovanni XIII. l’anno 969. Questo Azzone col notato anno di sopra, come principio del suo governare, viene registrato nella Sala; Actius, sive Azzo vulgo Azo ab Anno DCCCCLX. Reg. Pont. Jonne XII. Ma colla prima voce di Actius, o Azio in nessun monumento sinora l’abbiamo incontrato.

Di questo Azzone si fa ricordo da Leone Ostiense nella Cronaca Cassinese al [p. 562 modifica]cap. 6. del lib. 2. dove, secondo il m. f., dato fuori dal P. D. Angelo della Noce, questo viene registrato, e a noi piace farci alcuna nota per maggior chiarezza, come siegue: Constantinus quoque, Praepositus S. Benedicti de Lariano, così per Larino, con voce corrotta dalla barbarie di quel secolo, proclamavit in placito Maldefrion, che pure è scritto Maldefrit, nell’edizione, che ne fece il Laureto, Comitis super Azonem Episcopum ipsius Civitatis de Ecclesia S. Benedicti in Pectinari, quam idem Epicopus cum omnibus possessionibus ejus, sibi vin dicaverat; et ostensa ratione, ac justitia nostra, judicante Comite, et Episcopo renunciante, recollegit eam; et quoniam destructa erat, a fondamentis eam restaurans, ibi Monasterium, quod hactenus intra Civitatem fuerat, esse constituit, ibique cum Monachis, che altra lezione dice, cum Fratribus, così per lo più veni vano appellati negl’antichi loro monumenti i Monaci Benedettini, religiose vivere caepit. Alle quale parole aggiungendo l’Ughellio: Haec de Azzone, qui Episcopus cum Monachis vitam duxit monasticam tantum reperimus, caetera, ejus acta obscura sunt. Si vede adunque da tutto ciò l’abbaglio, che prende Ughellio, volendo, che Azzone menasse vita monacale, quandocche, non Azzone, ma Costantino, Preposto di S. Benedetto di Larino, fu quello il quale, ricevuta la Chiesa di S. Benedetto in Pettinara, e risturandola da’ fondamenti, vi edificò un Monistero, nel quale co’ suoi Monaci incominciò a vivere. Si parla di questa Chiesa, e Monistero di Pettinara nel lib. 4. cap.1. n.46.

Dello stesso Azzone abbiamo memoria in un istrumento di concessione in Enfiteusi, che si fa di alcuni beni di esso Monistero di S. Benedetto in Pettinara da Giovanni Abate ad Azzone, figliuolo del medesimo Vescovo di Larino, e al Conte Maldefredo, il quale istrumento si riporta dal P. Abate Gattola nella Storia di Monte Casino nel sec.V. Cassinese, che è dall’anno 900. al 1000. num. 7. Quindi bisogna dire, che Azzone prima del Vescovado ebbe moglie, e figliuoli, leggendosi in esso istrumento nel principio così † In Dei nomine scriptum convenientiae, qualiter ego Azzo filius quondam Azzoni, così, Episcopi bona mea manifesta causa facio, quia in Domus Joannes Abbas. E questo seguì nell’anno 1006. dal che possiamo ricavare, che il nostro Vescovo Azzone fu Cittadino Larinese, come si è detto nel lib. 3. cap.1. §. 2. n. 15. ove degl’Uomini Illustri della Città di Larino.

Il P. Abate Gattola nella Storia Cassinese loc. cit. p. 130. vuole, che verso questi tempi Leone fusse Vescovo Larinese: Leo Presbyter, ac deinde Episcopus Larinensis Monasterium S. Benedicti in Patria sua, parla di Larino,Cassinatibus dono dedit: Egli però non fu nostro Vescovo, vedendosi chiaramente dalle Lettere di Agapito Papa nell’anno 945. dirette al medesimo Leone, intruso nel Vescovado di Trivento, e a Benedetto intruso in quello di Termoli, colle quali si ordina ad istanza di detto Giovanni III. Vescovo di Benevento di non ingerirsi nel governo di dette rispettive Chiese, che avevano occupato, dichiarando, che tanto queste, quanto tutte le altre Chiese del Principato Benventano spettassero al Vescovo di Bene vento, come nelle medesime Lettere, che si leggono distese presso Ughellio nella vita del suddetto Giovanni III. Vescovo Beneventano . Qui quasi per un secolo ci abbandonano le memorie de’ Vescovi Larinesi, [p. 563 modifica]inghiottite, e sepolte dalla profonda insaziabile Voragine del tempo, e dopo Azzone il primo, che abbiamo è

XXI. Giovanni, che possiamo dirlo VI. di questa Chiesa, il quale nella prima edizione dell’Ughellio non vi era, e vi è stato aggiunto nella seconda, per esser uno de’ Vescovi intervenuti nel 1 e 2. Concilio Provinciale Beneventano, radunato dall’Arcivescovo Uldarico negl’anni 1061. e 1062. dove tanto nell’uno, che nel altro Concilio, fu trattata la causa di Amico, Abate di S. Sofia di Bene vento contra Leone, Vescovo di Dragonara, per l’occupazione della Chiesa di S. Maria d’Olvino, e della Chiesa di S. Benedetto, che si pretendeva di pertinenza di quello Monastero di S. Sofia, leggendosi negl’Atti del primo, posti nel Sinodico Beneventano: ibique residentibus caeteris Episcopis, scilicet Civitatense, Florentinense, Larinense, e più chiaramente in quelli del 2. col proprio nome: & Joannes Episcopus S. Sedis Larinensis. Che se mai in quello dell’anno 1061. non Giovanni, ma altro Vescovo vi assistesse, si potrebbe con questo incognito la nostra Serie supplire, se pure non sia stato Azzone, di cui si è parlato prima.

Non più di detto Giovanni sappiamo, e questo si potea sapere dall’Ughellio, e non lasciarlo; imperciocché egli ne’ Vescovi di Dragonara alla vita di Leone, che fiori in que’ tempi, porta per intero gl’Atti del mentovato secondo Concilio Provinciale Beneventano sotto Uldarico, cavati dalla Cronaca del Monastero di S. Sofia, come degni d’esser ricordati, e in essi vi è quello, che noi abbiamo notato del nostro Giovanni; ma gl’uscì forsi di mente, alloracche tessè la Cronologia de’ nostri Vescovi, perché questi Atti dei Concili Beneventani si sono raccolti nella grande sua collezione de1 Concili dal P. Arduini della Compagnia di Gesù . Vi si vede anche notato, e illustrato questo nostro Vescovo.

XXII. Guillelmo, assai chiaro per esser egli stato uno de’ 43. Vescovi con 10. Arcivescovi, con tutti li Cardinali, e molti Principi, i quali intervennero alla seconda delle tre Consagrazioni della Chiesa di Montecasino, fatta da Alessandro II. l’anno 1071. nel dì delle Calende del Mese di Ottobre, dove il Sommo Pontefice per la parcità, che allora correa in concedere le Indulgenze, non ne concesse, se non di soli dieci giorni a coloro, i quali nel giorno anniversario, divotamente l’avessero visitata. Nella Bolla di detta Consagrazione, che tra gl’altri riporta il Chioccarello, nella Cronologia de’ Vescovi, e Arcivescovi della Chiesa di Napoli pag. 122. si legge notato il nostro Vescovo col Segno della SSma Croce innanzi, in questo modo † Ego Guillelmus Lyrinensis Episcopus; ma certamente con notabile errore, in cambio di Larinensìs, come sta scritto in tutti gl’altri esemplari, e non vi è chi lo possa contendere; imperciocché dalle lettere, che fece il Papa, per il convocamento di tal funzione è manifesto, che chiamò solamente i Vescovi della Campagna, del Principato di Puglia, e di Calabria; oltre che per Lyrinensis s’intende il celebre Monistero Linnese di Francia, e mai s’incontra questa voce a significare alcun Vescovado.

Guillelmo, si legge ancora sottoscritto tra que’ Padri, che celebrarono il Concilio III. Provinciale Beneventano sotto S. Milone Arcivescovo il 1. d’Aprile del 1075. come si osserva negl’Atti del medesimo Concilio, posti nel lodato Sinodico Beneventano, dove così è notato: Ego Villelmus Larinensis subscripsi: [p. 564 modifica]la qual soscrizione a piè degl’istessi Atti, e in questo modo si legge nel tom.6. della Collezione de’ Concilj dell’Arduini part.1. col.1554.

L’Ughellio vuole, che fusse uno de’ Vescovi, che intervennero al celebre Concilio di Melfi, celebrato da Urbano II. l’anno 1090. o meglio 1089. per la disciplina, e contro le false penitenze, ma non sappiamo con qual fondamento ciò asserisca; imperciocché di questo Concilio Melfitano, appena ne abbiamo i nudi Canoni, essendo gli Atti, come, non di pochi altri, difperfi,i quali desiderandoli da Papa Clemente XI. di ven. eglor. mem. per molti capi, e maggiormente per il buon gusto, che avea nelle cose Ecclesiastiche, e per qualunque attenta ricerca fattane, non fu possibile rinvenirli. Può scusarsi però l’Ughellio, perché leggendosi, che in detto Concilio, vi furono i Vescovi di Puglia, de’ Bruzj, e di Calabria, o sia Terra d’Otranto, che è la vera Calabria; e sapendosi, che la Diocesi di Larino nella Provincia detta di Capitanata, che si forma parte dell’antica Daunia, ora Puglia piana, e parte de’ Frentani, dove propriamente è posto Larino, tra i Vescovi di Puglia vi acchiuse anche il Larinese, e secondo l’ordine de’ tempi suppofe esservi intervenuto il nostro Guillelmo, facendolo vivere fin’a quel tempo, il che affatto ci è ignoto.

Questo Guillelmo, o Willelmo è lo stesso, a cui Roberto, Signore di Larino fece ampia donazione, per la sua Chiesa Cattedrale, sotto il titolo allora S. Dei Genitricis, et Virginis Mariae, del Monastero dell’Ordine di S. Benedetto, posto ne’ confini della Città di Larino: In finibus, sono parole della carta,praedictae Civitatis, in loco, qui dicitur Aurolae, come fin’al presente si appella in linguaggio latino, che in idioma nostrale corrotto si dice Ururi, in modo che oggi è Feudo nobile della medesima Chiesa, come si è veduto diffusamente nel lib. 4. c.I. ove si parla d’Ururi, e ivi si porta il Diploma, che è dato a dì 5. di Gennajo dell’anno 1075.

XXIII. Giovanni, VII. tra i Vescovi di Larino. Questo Vescovo ancora è stato aggiunto nella seconda edizione d’Ughellio, fatta dal Coleti, per ritrovarsi sottoscritto in una donazione di Roberto Conte di Loritello, che si legge tra Vescovi di Bovino, riferita dallo stesso Ughellio, dove col Segno della Croce, come lodevolmente si usava in que’ tempi, così si legge: † Signum Crucis propriae manus mei Joannis Episcopi Larinensis, qui interfui supradictis, e la carta è segnata in questo modo: Praesens scriptum datum Bibini Anno Dominicae Incarn tionis millesimo, centesimo, Mense Junii Indici. octava, et signo vivifica; Crucis propriae manus praedicti Roberti Comitis Comitum de Loretello commonitum † come si è detto nel lib. 4. cap.7. n. 3. Dal che si vede, che il nostro Giovanni viveva in quest’anno 1100. e se mai fusse egli arrivato al 1119. forse farebbe stato uno de’ Vescovi intervenuti al Concilio Provinciale Beneventano, celebrato nel mese di Marzo da Landolfo II. Arcivescovo, dove furono presenti circa 20. Veslco vi Suffraganei, e sei Abati, come ci fa sapere Falcone nella sua Cronaca Beneventana, colla sola secca notizia del quale viene registrato il d. Concilio, e nel Sinodico Beneventano, e nelle Collezioni del Labbé, e dell’Arduini, non sapendosene più che tanto . E maggiormente sarebbe stato facile, che si fusse ritrovato presente al Concilio, che celebrò Palquale II. in Benevento l’anno 1117. che [p. 565 modifica]prima fu posto nella collezione Labbeana, e poi nel Sinodico Beneventano col nudo racconto, che se ne fa nella Cronaca Cassinese lib. 4. cap.50. ond’è, che non sappiamo altro del nostro Giovanni.

XXIV. Pietro, il quale tra nostri Vescovi, è il II. di questo nome . Egli intervenne al Con«ilio di Laterano III. e Generale Ecumenico XI. celebrato sotto Alessandro III. l’anno 1179. contra i Waldesi, detti anche Poveri di Leone, è contra li Scismatici, ordinati da Vittore IV. Antipapa. E tra quei della Provincia Beneventana si legge soscritto il settimo, cosi solamente: Petrus Larinensis, in un Catalogo riportato nel tom.12. dello Spicilegio Dacheriano p.636. e l’Ar duini anche così lo nota nella sua gran Collezione de’ Concilj, nella Sala Vescovile trascritta lib.3. c.4. n.7. p.186. si legge: F. Petrus Episcopus Alex.III Pontif. inter. fuit III. Concilio Lateranem, habito ad profligandum Chatarorum Schismata Anno MClXXIX. Per quella F. posta innanzi al nome si potrebbe dire, che fusse stato Frate di qualche Religione, e se non de’ Mendicanti, che ancora non erano forti, forsi di alcuna delle Congregazioni delli Benedettini, i quali si leggono per que’ tempi in più scritture col nome di Fratres; ma stimiamo meglio, che ciò fusse effetto di poca intelligenza dello Scrittore della Sala di mettere a questo Pietro, e a Gualtero, che viene appresso n. XXX. il Fra, con quella F. per aver forsi letto nelle Bolle di Lucio III. e d’Innocenzo IV. indrizzate a questi Vescovi quel Venerabili Fratri Petro, e Venerabili Fratri Gualterio, senza riflettere, che questo sia costume del Romano Pontefice, appellare i Vescovi Fratelli, per esser anch’egli Vescovo, oltre all’ampia, e suprema su a potestà, che lo costituisce Capo della Chiesa.

Pietro profittò molto alla sua Chiesa; imperciocché gli riuscì di ricuperare alla medesima la Terra di Morrone, e con detta Terra molte Chiese, che si ritenevano dall’Arcivescovo di Benevento il quale coll’occasione, che i Vescovi Beneventani, quasi per tre secoli l’avevano governate, come unite alla loro, non avevano curato rilasciarle, in tempo, che ritornò il proprio Vescovo alla nostra, e la Chiesa Larinese ne fu reintegrata con sentenza del Cardinal Lombardo, Arcivescovo di Benevento, il quale per la sua integrità, ancorché interessato, fu destinato Giudice di questa causa da Papa Alessandro III, e questa sentenza difinitiva è data in Benevento l’anno 1175, e si legge distesa nel lib. 3. cap. 3. n. 7. e poi fu confermata con tutti li privilegj di questa Chiesa a preghiere di esso Pietro da Lucio III. successore di Alessandro l’anno 1181. con sua Bolla, che si legge riportata in d. lib. 3. cap.5. n.3.

XXV. N. Dopo il suddetto Pietro l’Ughellio mette quest’incognito, così con una N. e dice, che se il nome di lui è oscuro, egli è chiaro a bastanza da una lettera scrittagli da Innocenzo III. nel second’anno del suo Pontificato, che è quello del Signore 1199. per esser stato assunto al Pontificato l’anno 1198. or dinandogli, che col suo Clero, e Popolo ubbidisse al Legato Apostolico, man dato in Regno, per affari del Regno di Sicilia. Era il Legato Cincio, Cardinale Prete del titolo di S. Lorenzo, non ricordato da Rainaldi negl’Annali, e da al tri Scrittori confuso con altri Legati, inviati dal Papa Innoc. III. per simili cagioni; e ciò per prender cura del picciolo Re Federico, come per reprimere i tiran[p. 566 modifica]neschi sforzi, e impeti di Marqualdo, o si voglia dire Marcovaldo, il quale sotto colore di Balio del picciolo Re e Regno, secondo il testamento di Errico Imperad. suo Padre, si studiava di trarre da mani del Fanciullo lo scettro di Sicilia, e prenderselo; e del simile tenore il medesimo Pontefice ne scrisse quasi a tutti gl’Arcivescovi, e Vescovi, Baroni, Conti, e Popoli di amendue i Reami, come si vede ne’ suoi Registri, che diede fuori dopo il Bosquetti, Stefano Baluzio in Parigi, l’anno 1682. e propriamente nel lib.2. dove si leggono l’Epistole del second’anno d’Innocenzo III.

Non sussiste il dubbio di Ughellio, asserendo, che forse Onorio III. scrivesse a questo nostro Vescovo Anonimo, intorno alla Canonizazione di Giovanni, Eremita, Priore di S. Maria del Gualdo; poiché Onorio III. fu assunto al Pontificato li 18. Luglio dell’anno 1217. e cessò di vita li 18. Marzo dell’anno 1217. e fra questo tempo non viveva questo nostro Anonimo, mancato di vita assai prima, vedendosi che nel 1205. governava questa Chiesa Rainaldo, del quale si parla appresso.

XXVI. Rainaldo. Di questo non si fa menzione da Ughellio, né dal Coleti, suo continuatore, e molto meno se ne fa parola nella Sala dell’Episcopio. e chiaro però in un istrumento di convenzione tra Rainaldo, Vescovo di Larino, e suo Capitolo da una parte, e dall’altra parte l’Abate del Monastero di S.Elena con dieci suoi Monaci, due Conversi, e due Oblati, intorno al Censo, che si deve da detto Monistero alla Mensa Vescovile, e giurisdizione del Vescovo sopra l’Abate, Monaci, e Convento; come pure sopra i Chierici, e Chiese di S. Elena, e suoi Casali, stipulato detto istrumento li 15. Decembre dell’anno 1205. in cui Rainaldo si nota in questo modo: Raynaldus miseratione Divina, uso de’ Vescovi per molto tempo, Larinensis Efiscopus. Si conserva quest’Istrumento in carta pergamena nell’Archivio di Larino tra le scritture di questa Badìa di S. Elena.

XXVII. Matteo. Di questo Matteo, non si parla in Ughellio, e nella Sala dell’Episcopio si legge: Matthaeus Episcopus subHonorio III. Pont. anno 1228. È abbaglio però volendosi, che questo nostro Vescovo governasse, o morisse sub Honorio III. Pontificatus anno 1228. poiché, come si è detto di sopra, in questo tempo Onorio III. era già mancato, essendo morto li 18. Marzo dell’anno 1227. quindi siamo costretti a dire, che per errore del Scrittore sia stato registrato 1228. in cambio forsi di dire 1218.

XXVIII. Roberto. Questo non fu conosciuto né da Ughellio, né dal suo Continuatore, e in Sala si legge Robertus Episcopus anno 1228. Regnante Pontefice Gregario IX. e l’abbiamo celebre, e zelante da due istrumenti, uno de’ 5. Gennajo 1226. di concordia tra esso Roberto, Vescovo Larinese, e Bartolomeo, Abate di S. Pietro del Tasso della Diocesi di Trivento, intervenendovi all’atto Angelo Vescovo di Termoli, e Giberto Vescovo di Guardia Alfiera, come Delegati di Papa Onorio III. sopra la giurisdizione, e le decime, sopra la Chiesa, e Persone della Badia di S. Tommaso di Corneto, posta in Territorio di Larino, e in esso si vedono soscritti il detto Bartolomeo Abate con undici Monaci, oltre al proprio Avvocato, e si trascrive un tal’istrumento nel lib.3.cap. 13. n. 30. e in 4. cap.13. al n. 18. si legge anche trascritto l’altro istrumento de’ 14. Genna[p. 567 modifica]io 1227. tra esso, il quale così si nota: Robertus miseratione Divina; titolo, che s’incontra sempre ne’ Vescovi di questi tempi, ora riserbato a i Cardinali di S. Chiesa; licet immeritus Larinensis Episcopus, e il Maestro, Rettore del Capitolo, e Spedale di S. Antonio Viennese di Roma, col quale Roberto rimette a favore dello Spedale di S. Antonio Viennese, posto nelle muraglie della Città di Larino, il censo di mezz’oncia d’oro, e si contenta di due libre di cera ogni anno nel mese di Maggio per la Festa di S. Pardo, e della quarta delle oblazioni, e mortorj, riservandosi la giurisdizione in caso, che in detto luogo si costruisse qualche Casale. Fu poi però detta Badia di S. Tommaso di Corneto unita al Sagro Seminario, come in d. lib. 3. cap.11. ove del Seminario di Larino.

XXIX. Stefano. Di questo neppure fa menzione l’UghelIio, né il suo Continuatore, nemmeno vien registrato nella Sala; è certo però, che vivesse nell’anno 1240. mentre abbiamo una sua Bolla in pergamena, conservata nell’Archivio del Capitolo Larinese, nella quale cosi egli si legge scritto: Stephanus Dei gratia, ugualmente che l’altro, Miseratione Divina, usato senza alcuna riserba da i Vescovi antichi, Larinensis Ecclesia Episcopus: e con essa concede a Paolo Abate, e suoi Frati del Monastero di Casamare le Chiese di S. Bartolomeo, e di S. Vito, poste nel Territorio di Maglianello, Diocesi di Larino, con riservarsi a favore della sua Chiesa la giurisdizione sopra di esse, e altri dritti Vescovili, e Parrocchiali col canone di due libre di cera ogni anno per la Festa del glorioso S. Pardo. Si trascrive questa Bolla nel lib.4. cap.9. n.25. ove de’ Casali distrutti porti nel tenimento della Terra di Santa Croce, e propriamente in parlarsi di Maglianello.

XXX. Gualtero, il quale, siccome Pietro posto al n. 24. da LucioIII. impetrò da Innocenzo IV. con Bolla del 1254. la conferma de’ privilegj, e loro ampliazione alla sua Chiesa di Larino, colla distinzione de’ confini della Diocesi, la quale Bolla si riporta nel lib. 3. cap. 5, n. 14.

Nella Sala, altre volte da noi nominata, si nota col cognome, e con un F. innanzi, quasi fusse stlato Frate di alcuna Religione, in questo modo: F. Gualteriis de Gualteriis Episcopus ab Innocentio IV. ad Amalphitanam Thiaram transla tus anno 1254.

Da questa Chiesa fu trasferito all’Arcivescovado di Amalfi da Innocenzo IV. mentre si ritrovava in Capua l’anno 1254. e XII. del suo Pontificato a’ 10. delle Calende di Novembre, come si ha dal Registro Vaticano all’ep. 258. fol. 180. e così lo nota Ughellio, e ivi si affaticò, non meno di quel, che si affaticasse per questa di Larino.

XXXI. Farolfo. Di questo non parla Ughellio, ne il suo Continuatore, e ne abbiamo memoria solamente nella sala in tal modo: Farolphus, Episcopus circa ann. 1267. sub Clemente IV. Pontifice; né altro si è rinvenuto di lui.

XXXII. Petrono, o Patrono . In Sala del Vescovado, niente si ha di questo Prelato. Ne parla Ughellio, il quale vuole, che vivesse sotto Onorio IV. che fu assonto al Pontificato l’anno 1285. e Io tenne due anni, e come ivi si legge, il medesimo si soscrisse all’Indulgenze concedute alla Chiesa de’ Carmelitani di Siena, siccome in que’ tempi era uso, concedendo i Vescovi radunati per le Con[p. 568 modifica]sagrazioni delle Chiese, le Indulgenze insieme, e ognuno per la sua parte, come in diversi monumenti si fa menzione di questa disciplina: dice inoltre Ughellio: Temporibus vero Nicolai IV. suis exigentibus culpis ab Ecclesiae administratione submotus est, anno scilicet 1391.post ejus amotionem Saba Militensis Ecclesiae Episcopus, cum diu a sua Ecclesia exulasset, ejus miseriae conpassus Episcopus Cardinalis Praenestinus Apostolicae Sedis in Regno Neapolitano, Legatus, eum Ecclesiae Larinae in locum Patroni administratorem constituit ideoque Nicolaus IV. qnno 1391.suo diplomate confirmavit, ex Reg. Vat. ep. 472. fol. 92. tandem ad Ecclesiam suam reversus, Larinam vacuam reliquit; Patronus vero sub Bonifa cio VIII, ab administratione suspensus obiit.

Vuole dunque Ughellio, che Patrono suis exigentibus culpis fuit submotus dall’amministrazione della sua Chiesa da Nicolo IV. e che ne fu data l’amministrazione a Saba, che si ritrovava da molto tempo esule dalla sua Chiesa di Mileto in Calabria, e che la suddetta amministrazione sia stata data de Berardo, da altri detto Bernardo, Vescovo di Palestina, in quel tempo Legato del Papa in Regno, confermato da NicoloIV. nell’anno 1291. e che Patrono sospeso ancora se ne morì sotto Bonifacio VIII, è certo però, che tardi si fa Saba amministratore di questa Chiesa di Larino: perché lo vediamo chiaro assai prima in una provisione Regia, spedita a sua istanza, e del Capitolo Larinese, contro i Cittadini di S. Martino, Terra di questa Diocesi, per alcuni interessi di Ururi, fatta nel prim’anno de’ Regni di Carlo II. d’Angiò, cioè nel 1284. come in essa, e sue note, distesa nel lib. 4. cap.1. n.11. Quindi deve dirsi che Patrono, non fu sospeso dall’Amministrazione della sua Chiesa da Nicolo IV. ma piuttosto da Martino IV. il quale governava la S. Chiesa universale in d. an. 1284. e possiamo ben supporre,c he dopo Martino IV. lo confermasse in questa amministrazione Onorio IV. Nicolo. IV. CelestinoV. e anche Bonifacio VIII, osservando, che lo stesso Saba amministrava nell’anno 1297. e l’abbiamo in un Istrumento di restrizione del numero de’ Canonici del Capitolo Larinese, fatto in detto anno, che si riporta nel lib.3. cap.7. n. 13. e possiamo ben dire, che frattanto, o poco dopo morisse Patrono, e gli succedesse Angelo, come appresso, e che Saba ritornasse alla sua Chiesa di Mileto; e in questi termini deve intendersi lo scritto da Ughellio, intorno alla Persona di Saba, sopra la sua vita, di cui parla nella Cronologia de’ Vescovi di Mileto.

XXXIII. F. Angelo. Questo similmente è incognito ad Ughellio, e neanche si vede memoria di lui nella Sala: l’abbiamo però in due provisioni della Regia Camera riportate nel Registro di Carlo II. d’Angiò, che si conserva nell’Archivio della Reggia Zecca di Napoli, spedite ambedue a sua istanza nell’anno 1302. per interessi del Feudo di Ururi: la prima è contro l’Università di Larino a favore degli Abitatori di Ururi per molte cose, e in particolare sopra il dritto di poter far pascere a’ loro Bestiami l’erba, o altra verzura nel Territorio di Larino, e in questa provisione si dice: Pro parte Venerabilis Patris Fr. Angeli Dei gratia Episcopi Alarinensis, devoti, fideli nostri, fuit Majestati nostrae nuper devotius supplicatum: ed è data Neapoli per Bartholomaeum de Capua die Julii primae Indictionis : seconda è contro il Padrone, e Uomini della Ter[p. 569 modifica]ra di Loritello sopra le ragioni di certo Territorio, e in questa il nostro Vesco vo si legge così: Venerabilis in Christo Pater Frater Angelus Dei Gratia Episco pus Alarinensis devotus, fidelis noster: ed è data Neapoli per Bartholomaeum de Capua, che die 15. Julii primae Indictionis, e si trascrivono in d. lib.4. cap.I. n.15. [p. 570 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/671 [p. 571 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/672 [p. 572 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/673 [p. 573 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/674 [p. 574 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/675 [p. 575 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/676 [p. 576 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/677 [p. 577 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/678 [p. 578 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/679 [p. 579 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/680 [p. 580 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/681 [p. 581 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/682 [p. 582 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/683 [p. 583 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/684 [p. 584 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/685 [p. 585 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/686 [p. 586 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/687 [p. 587 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/688 [p. 588 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/689 [p. 589 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/690 [p. 590 modifica]SERIE DE’ VESCOVI LARINATI. per quelle occupazioni, ed i richiami de’ Vescovi, come appreso, mai questa Chiesa ha potuto essere reintegrata nelle sue ragioni, col pregiudizio di mille, e più ducati di rendite l’anno, atteso la prepotenza de’ Possessori. il dotto, e zelante Prelato governò la sua Chiesa per lo spazio di trentacinque anni, e se ne morì nell’anno 1590, come si dice in Sala, forfi meglio Ughellio asserendo "mortalitatem explevit anno 1591" con non poco rammarico de’ suoi Diocesani, e peraltro la sua fama è ancora viva in Diocesi. Nelle memorie della Sala si legge: "Ecclesiasticae Immunitatis propugnator acerrimus, disciplinae Ecclesiasticaerestanrator eximius". E Ughellio: "Hic pro Immunitate Ecclesia persecuziones passus non femel a malignis Roma inique postulatus, innocens illafus evafet".

LVIII. Girolamo Vela Vicentino succedè a Balduino a 6. Marzo 1591. Anch’egli fu zelante, e dotto prelato, attento nelle Visite, come da’ suoi atti, e, celebrò due Sinodi, uno a’ 12. Gennaio 1594 e l’altro a’ 26 Maggio 1606. Nel 1597. formò alcune Capitolazioni per regolamento de’ Cleri delle due Arcipreture di Serracapriola, come nel lib.4.cap.7.num.33. A suo tempo si celebrò un Concilio Provinciale in Benevento da Massimiliano Palombara Arcivescovo lì 27.Settembre 1599. in cui intervenne anch’egli con altri Vescovi, che vi furono di quella vasta Provincia Beneventana, ove il suo nome si legge sottoscritto: "H. Episcopus Larinen. subscipsi, salvo semper assensu Apostolicae Sedis", il che se anche il Vescovo di Telefe, e con la medesima clausula "salva et reservata semper in omnibus Apostolicae Sedis Autotitate" , formula ben singolare, e tale, che in moltissime altre sottoscrizioni de’ Concili Provinciali, che finora abbiamo veduto, non si legge, bastando a nostro giudizio, la sommissione alla S. Sede, che si suole mettere in fine de’ Concili in nome di tutti i Padri, come già si legge a’ piedi di esso; "omnia et singula in bac S. Synodo decreta, atque alta, qua decet obedentia, et reverentia, corretioni, et judicio S. Romana Ecclesia omnium Ecclesiarum matris, et magistra emendandas semper, ac corrigenda subjicimus" , e li suddetti due Prelati averanno voluto di pretticare per particolare impulso del di loro rispetto verso la S. Sede. Molto anche egli affatigò per la reintegrazione della sua Chiesa de’ vasti Ter[p. 591 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/692 [p. 592 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/693 [p. 593 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/694 [p. 594 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/695 [p. 595 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/696 [p. 596 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/697 [p. 597 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/698 [p. 598 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/699 [p. 599 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/700 [p. 600 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/701 [p. 601 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/702 [p. 602 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/703 [p. 603 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/704 [p. 604 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/705 [p. 605 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/706 [p. 606 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/707 [p. 607 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/708 [p. 608 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/709 [p. 609 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/710 [p. 610 modifica]mantenimento; egli per ò è già istituito, ed eretto,e tutto si trova ordinato subito sche ne siegua l’investimento. Nè è stata minore la Cura tenuta per l’avanzamento del Seminario, ove finora ho ritrovato tutte le mie Spirituali delizie, e non solo le fabbriche, ma si sono ancora accresciute le rendite, per cui devo molto alla vigilanza de’ Deputati, e di chi ne ha avuto speciale sopraintendenza, come alla direzione, degl’ottimi Rettorí, e Maestri, procurati altronde, quando, per il suo buon servizio ho stimato necessario: tanto che per la buona disciplina, e per le lettere, egli si è reso notabile, utile alla Chiesa, e Diocesi, e forfi singolare in coteste Provincie, dalle quali non isdegnano moltissimi inviare i propri figliuoli per la loro educazione: onde si ha un tal numero di Convittori Diocesani, e stranieriche giammai in altro tempo fu veduto, e farebbe maggiore, quando che ne ha il pensiero non avesse con saviezza voluto pratticare, come ptattica nella di loro scelta, e ricevimento, tutto il rigore. Oltre poi l’Elezione della nuova insigne Collegiata di S. Martino 1, e di altre Parrocchie in Chieuti, per quei di Rito Latino, 2 [p. 611 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/712 [p. 612 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/713 [p. 613 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/714 [p. 614 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/715 [p. 615 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/716 [p. 616 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/717 [p. 617 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/718 [p. 618 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/719 [p. 619 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/720 [p. 620 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/721 [p. 621 modifica]Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/722

  1. Bolla 25.Aprile 1730.
  2. Bolla 7. Settembre 1734.