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Prediche volgari/Predica X

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Predica IX Predica XI

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X.

Qui si tratta delle divisioni e parzialità, e delli stermini che Idio manda1

Suspiciens Jesus in coelum ingemuit et ait illi: Ephpheta, quod est adaperire (Marc., cap. vij), et in evangelio occurrentis dominicae. — Levate Iesu gli occhi al cielo verso il Padre, incominciò a piangere, e disse a lui: — Ephphetha; — cioè apre l’orechie e la boca. Dilettissimi; nel vangelio d’oggi ci è dimostrato, sicondo che scrive santo Marco al vij, come e’ fu apresentato a Iesu Cristo uno il quale era sordo e muto, e toccatogli la lingua e messogli il dito nell’orechia, et Iesu incominciò a piangere et a mirare in cielo e disse, Ephphetha; — apreti; — e dice che costui era sordo e mutolo. Tu hai nello Apocalisse all’8.° cap. dove2 dice Giovanni: Et vidi et audivi vocem unius aquilae volantis per medium caeli, dicentis voce magna: Vae, vae, vae habitantibus in terra!3 Dice Giovanni: [p. 240 modifica]— Standomi io così di piano4 viddi et udii un’aquila la quale volava per lo mezzo cielo, che gridava: guai, guai, guai a chi abita in terra divisa; e chi v’abita è come cieco e sordo. — Chi è colui che è cieco e sordo? È colui che tiene5 di parte e fassi di parte o guelfo o ghibellino. Chi è colui che quando vidde costui cominciò a fare opera di pianto, a lagrimare? È Iesu Cristo figliuolo di Dio, il quale per la salute nostra ci ha detto: ephphetha. Apreti orechio a udire et intèndare la verità, et apreti lingua mutola a parlare la verità.

Stamane io voglio dire della divisione che è fra ’l popolo diviso dalle parti; e però a ciascuno di voi dico, come ha detto Cristo: ephphetha. Ochio et orechia, apreti a udire e intèndare quelle cose che non udisti mai più. Suspiciens Iesus in coelum ingemuit et ait, ephphetha; quod est adeperire. Io dirò, e tu lavora collo intèndare il mio dire; imperò che questo ch’io voglio dire è il salvamento di Siena. Nel mio predicare vi ho dato insino a qui de’ siroppi, ora cominciarò a darvi cotali medicine. Oltre: mettiamo mano.

Come Giovanni ti dimostra tre, vae, vae, vae, habitan-. tibus in terra: — Guai, guai, guai a voi che abitate in terra; — così tre conclusioni vedremo di tre gravi peccati, spezialmente di coloro i quali tengono parti, o guelfa o ghibellina. E perche di questa materia io n’ho predicato in Lombardia et in molte altre luogora, nè mai ine, nè in altro luogo non fu detto, nè creduto, nè tenuto a sospetto nulla ch’io abbi detto, ma più tosto creduto che ’l mio dire essere stato solo per dire la [p. 241 modifica] verità,6 essendovi stato presente l’una parte e l’altra, e l’una parte e l’altra me n’ha voluto bene. Sai perchè? Perchè io so’ stato sempre armato dal detto dei Dottori. Sai che? Va’ saldo e dritto, e poi ti fa’ beffe d’ogni persona che vuole parlare il contrario. E però dico, che avendo io di questa materia predicato7 fra gli altri luoghi in Lombardia, il mio dire operò tanto, che se io non l’avessi predicato, guai a chinchesia. E di ciò che dissi, mai mi fu detta una parola, perchè vi sia stato l’uno contrario a l’altro, che pare che all’una delle parti dovarebbe spiacere. Ode Ambruogio: inter duos inimicos nemo potest esse fidelis: — Infra due inimici niuno vi può essere fedele, — perchè o l’uno o l’altro l’ha a sospetto. La cagione si è, che il mezzano si conviene che tenga o da l’una parte o da l’altra, e io sul saldo.8 Veniamo alle tre conclusioni, ch’io dico come noi aviamo in figura di tre vae, vae, vae; — guai, guai, guai. —

Primo vae: è guai a ogni parziale il quale tiene parte col cuore: in corde.

Secondo vae: guai a ciascuno che è parziale colle parole: in ore.

Terzo vae: è guai a ciascuno che tiene parte con operazione: in opere. Corde, ore et opere.

E sappi che ogni volta che tu entri in niuna di queste tre vie, et ine muori, a casa del diavolo ne vai. Un’altra volta, e dicotelo in breve: chi consente d’essere di parte o ghibellino o guelfo, s’elli muore con quella parte, perduto è. Sicondo. Chi confessa colla bocca d’essere o [p. 242 modifica] guelfo o ghibellino, e con essa parte muore, dannato è. Terzo. Chi con operazione ha tenuto e tiene parte o guelfo o ghibellino, a casa del diavolo va, se così muore. E credo che stamane vedrai dannare ognuno, e mostrarottelo per ragione, per autorità e per esemplo. E poi che io t’arò dimostrato questo, e tu vedrai una covata d’uova che so’ di centonaia e centonaia9 e anco migliaia: le quali cose so’ state vedute da Giovanni: io dico prima che queste parti fussero.

O donna che hai marito o padre o fratello, il quale si nomina o guelfo o ghibellino, e tu tieni con lui; et anco tu uomo o garzone, che hai il padre parziale, e tieni co lui o con niuno10 che tiene parte, tu se’ perduto, se tu muori in questo stato. Làssale prima che tu muoia, in ogni modo che tu l’hai tenuta o tieni, o con cuore, o con boca, o con opera; e fa’ che se l’hai tenute, tu prima te ne confessi, se vuoi andare a via di salvazione.

Tu hai inteso che in tre modi so’ peccati delle parti: col cuore dentro in te, colla bocca confessandolo, e coll’opera operandolo: in ogni modo se’ perduto.

Primo, dico, chi consente col cuore. O tu che consenti alle parti col cuore dentro in te, vuo’ vedere come tu se’ dannato? — Sì. — Or dimmi: che cosa è parte? Sai che è? E una divisione: questi da questi. Qui vedi già che parte l’uno dall’altro. Or dimmi: che cosa è carità? Sai che è carità?11 È unire l’uno coll’altro. E però tu vedi che costoro so’ contrari alla carità; però che carità è unire, e parzialità è dividare; sì che tu fai [p. 243 modifica] contra alla carità di Dio; sì che l’uno di costoro va a Dio, e l’altro va al diavolo.

Quando si comincio la fede nostra, dice, erat cor unum et anima una. Era tutta la chiesa dei fedeli un corpo et una anima; e così doviamo essere tutti insieme con carità et unione. Colui che ha in sè la divisione non può essere di questi dell’unione, però che essendo parziale, è spartito dal corpo della santa Chiesa, e non gli vale niuno merito della Chiesa. Simile. Non sai tu che t’è comandato da Dio, che tu ami il prossimo tuo come te medesimo? Dilige proximum tuum sicut te ipsum. Vede ora tu medesimo come tu ami il tuo prossimo, avendo in te le parti. Amilo tu come te medesimo co la parte? No. Ma se tu l’ami, l’ami diviso. Considera come tu ami te, L’amore che tu hai in te non è diviso da te: anco è unito a te in te; così debi amare il tuo prossimo come tu ami me, imperò che tutti siamo prossimi l’uno dell’altro. Ode Pavolo apostolo12, come cel dice bene: Quoniam sumus invicem membra. Noi siamo tutti membri della Chiesa di Cristo, e Iesu Cristo è nostro capo. Or piglia questo essemplo. Vorresti tu che egli si partisse la tua memoria dalla tua volontà? — No: — nè anco la volontà dall’intelletto. Tutte queste stanno dentro in te. Non vorresti mai che l’uno si partisse dall’altro.13 Ma di fuore di te, vorresti tu ch’egli si partisse l’uno ochio dal corpo, e l’altro rimanesse? Simile: si partisse l’una mano o ’l braccio da te? — No. — Dunque come non vuoi divisione in te, così no ’l volere col prossimo; e se tu [p. 244 modifica] hai parzialità col prossimo, tu no ’l puoi amare come te medesimo, ma piuttosto odiare; et inde fai contra quello che dice Giovanni nella Calonica sua al primo cap.: Nemo unquam odio carnem suam habuit, sed diligenter nutrivit illam:14 Niuno ebe mai in odio la sua carne, ma halla diligentemente nutrita.15 — Così debi fare al tuo prossimo; e se tu fai contra, adunque tu l’odi; e facendo così, tu fai contra quello che pure Giovanni dice:16Qui odit fratrem suum, omicida est.: Chi ha in odio il suo fratello è micidiale.17 — E chi odia non è in carità, imperò che niuno non può amare et essere diviso per parti; imperò che essendo diviso, non può fare che non l’odi, e così odiandolo sta in peccato mortale: adunque se così muore, perduta è l’anima sua. E che sia vero;18 colui che ha dentro in abito nell’animo suo uno odio cor una persona, con tutto che egli non metta in opera quello che elli ha in pensiero, non sta costui sempre in peccato mortale? Sì: eziandio dormendo, non che pensando di volere offèndare, sta in peccato mortale, con tutto che non sia messo in operazione. Sai come è questo peccato nel cuor di costui? Or piglia l’esemplo. Vedesti mai mai di verno li scardiccioni?19 Sai, in sur un prato, quando tu guardi d’inverno, tutte l’erbe son seche e senza le foglie; vàvi20 [p. 245 modifica] poi a primavera, e tu le vedrai tutte verdicanti;21 vedrai venirvi i fiori su, vedràle tutte piacevoli, gittando suavi odori. E così crescono a poco a poco. E come è cresciuto lo scardiccione colle altre erbe? Egli nacque colla spina piccola piccola, et a poco a poco è cresciuta la spina e fatta dura. Quando ell’ era giovanella, se tu v’avessi posto suso il piè, tu non ti saresti pònto. Va’, ponvi su il piè quando ella è grande e dura; vedrai come tu la sentirai! Così voglio dire d’uno popolo, i quali odono e consentono alle divisioni e alle parti che fanno, che quando amano l’una parte più che l’altra, a poco a poco cresce l’amore all’una parte e l’altra cresce odio, e poi, poi indurano in quello amore e odio. E poi, quando so’ così duri come lo scardiccione d’agosto, e Idio manda poi i giudici suoi, e tu cominci a desiderare morte e dispergimento della contraria parte; e tanto odi la parte contraria, che non che tu li porti carità, o ami come te medesimo, ma tu l’odi a morte e se’ micidiale.

Donde è venuto questo odio che tu li porti? È venuto per la porta dell’orechia, che stesti a udire il detrattore, e poi passò dentro nel cuore e ine s’è riposato. Vuoi un esemplo a proposito? Hai tu veduto il fuoco uscire della pietra? Sai; quando tu vuoi accèndare il fuoco, e tu pigli la pietra e l’acciaiuolo e l’esca, e fai così: batti, batti, batti tanto che tu fai apiccare la favilla all' esca: poi hai il zolfinello, e atacchi l’esca, e hai la candela e accendila; e di quella favilla puoi fare grandissimo fuoco. Toca la pietra e trovaràla ghiaccia; che ti significa il cuore quando hai la parte in te. Batte questa pietra coll’acciaiuolo, che significa il giudizio di Dio, [p. 246 modifica] e subito n’escirà il fuoco del mezzo del cuore della pietra; e come giógne sopra l’esca, che significa i peccati mortali, e la favilla s’attaca subito, e tu vi poni il solfinello, il quale significa la puzza della infamia che nasce per la divisione. Hai veduto che il fuoco escie segreto: altra volta tel dirò di questo fuoco, ma non domane. Sai; quando tu hai apicato22 col solfanello alla candela, et ella comincia ardare: chè per la grande divisione che sta dentro, non gridate in voi altro che fuoco, fuoco, fuoco e ’l fuoco arde. Donde è venuto tanto fuoco? Dal cuore nascoso. Maladetta origine è stata fondata con peccato mortale. Ma dimmi; gli angioli quando cadèro del cielo23, perchè credete che cadessero? Già non arsero eglino nè case nè palazzi, nè anco non furòno nè non taglioro24 a pezzi persona. O dunque, perchè furo cacciati? Sai perchè fu? Fu solo il peccato che era celato nel cuore loro; e questo peccato è il più pessimo peccato che si possa avere. Così dico di chi ha la parte e la divisione nel cuore; aspetti il giudicio di Dio, che per certo non gli fallirà. Inde santo Matteo al xv cap.: Non quod intrat in os coinquinat hominem, sed quod exit, quia ex corde procedit:25 — Non quello che entra nella bocca imbrutta l’uomo, ma quello che escie della bocca, che procede dal cuore. — Che so quelle cose che escono del cuore?26 Sai che so? Donde credi tu che esca [p. 247 modifica] furti, usure, tradimenti, lussurie, robbarie, guerre e simili? La radice so’ queste divisioni, e se tu se’ involto in questo vizio, mai non ti salvarai, se tu con buon cuore non ti penti e non te ne confessi con intenzione di mai più non tornarvi. Doh! voliamo che basti alla prima parte? Doh! sì.

Tolle la siconda conclusione; che chi confessa mai con boca essere o guelfo o ghibellino, dico ch’egli sta in stato di perdizione. Io tel mostrarò per ragione, autorità et essemplo.

O tu che hai detto e dici con boca che tu se’ o guelfo o ghibellino, o tu il dici con verità, o tu il dici con bugia. Se tu il dici col cuore, io t’ho provato che tu se’ in stato di perdizione: ma se tu il dici con bugia, tu il puoi dire in tre modi. — O tu il dici per piacere — o tu il dici per timore — o tu il dici per sollazzo.

Se tu il dici per piacere a coloro a chi tu il dici, come molti dicono: — Oh! io so’ uno buono guelfo; — e io ti rispondo, tu se’ un buon gattivo; imperò che facendo in questo modo per compiacere alla creatura, tu dispiaci e fai contra il Creatore; e perchè è peccato mortale, tu stai in stato di perdizione. Quia magis oportet placere Deo, quam hominibus. Molto maggiormente se tenuto a compiacere e fare la volontà di Dio,27 che t’ha comandato che mai tu non dica la bugia per alcuno modo; chè piacere agli uomini è una vanità28.

Se tu il fai per timore, impacciàti siamo; che tu vuoi fare danno all’anima tua, prima che dire una cosa che dispiace a colui, et a quella volontà ti volti come si [p. 248 modifica] volta una foglia;29 come fa colui che levandosi il romore, — gli sarà detto da uno: viva i guelfi, o viva i ghibellini; e tu t’acordi a quello che egli dice. Oh, oh, oh, oh! Sai: anco a colui che monda la pesca, o al partire dell’aglio a traverso, che quando uno monda la pesca a quel modo, e l’altro sta colà e dice: o egli è guelfo o ghibellino;30 — e tutte queste cose so’ peccato mortale: e questo tale guelfo o ghibellino è stato trovato del diavolo, del diavolo31 per avere l’anime vostre. Or non vedete voi che ogni uomo e ogni donna, ogni fanciullo, insino alle frutta, avete fatto che siano guelfi o ghibellini? Due cose so’ rimaste che voi non avete fatte nè guelfe nè ghibelline, le quali forse fareste bene a farle. Sai che è? Il pane e ’l vino; e facendole voi parziali queste due cose, voi non ne mangiareste per non avere a conversare colla parte contraria. Et io vi dico che chi muore in tale stato parziale, che egli va a casa del diavolo che se tu offendi Dio per compiacere al diavolo, giùdicati tu stesso; a casa calda ne vai.

Io mi credo32 che se una terra si fa o guelfa o ghibellina, e fussevi dentro fra gli altri uno il quale non tenesse parte nè dall’uno nè dall’altro, e pongo che vi si levi il rumore, e uno o più andassero a costui, e dicessergli: viva la tal parte; — dico che se costui si vuole [p. 249 modifica] salvare, non potrebe far meglio che rispondere: — viva Idio, viva Idio! — e se pure gli fusse fatta forza che egli dicesse: — viva la tal parte, e non volesse dirlo; dico che se costui fusse tagliato a pezzi, benchè egli avesse migliaia di peccati, senz’altra confessione, io tengo che egli sia salvo; più che s’egli avesse adempire voti, o a restituire: dico, che egli è sciolto d’ogni cosa. O può èssare? — Si. O pruovamelo. — Volontieri: Giovanni è mio testimonio. Maiorem charitatem nemo habet, ut animam suam ponat quis pro amicis suis33: — Niuno può avere magior carità che colui il quale pone l’anima sua per lo suo amico. — Or non vedi tu quanta carità costui ha dimostrata, che vedi che per Cristo egli ha voluta dare la sua vita; che prima che abi voluto fare contra la sua volontà, ha voluto prima il martirio? Egli ha dimostrata maggior carità che di dare tutta la sua roba, più che andarsi a comunicare, più che andare al Santo Sipolcro, o a Roma; e non può avere maggiore carità in sè, che dire: — io so’ di Cristo. —

L’altro è colui che dirà: — io so’ guelfo o ghibellino, e so ben buono; — e costui el dirà per sollazzo; e chi il fa, non facendolo se non per ciancie, egli è in peccato mortale. E dico lui, che dicendolo io per cotal modo, io sarei in peccato mortale34. Se io non tel mostro per ragione, autorità et esemplo, non mi crédare. Vede la ragione.

Quando uno confessa èssare o guelfo o ghibellino, con tutto che egli il dica per sollazzo, egli dà gattivo [p. 250 modifica] essemplo al prossimo; chè per tal parola talvolta è creduto il suo dire. E che credi che facci, se tu se’ creduto per le tue parole? Grande scandolo puoi fare; e però dico tu fai peccato e grandisssimo. Ode l’autorità. Comanda Cristo in santo Matteo al xviij cap.: Sic luceat lux vestra coram hominibus, ut videant opera vestra bona, et glorificent patrem vestrum qui in caelis est: qui autem scandalizaverit unum de pusillis istis ec.35 — Riluca la vostra fama fra gli uomini, acciò che sia veduta da loro la vostra buona operazione, e che nell’opera vostra sia glorificato il vostro padre, il quale è in cielo; e che mai voi non facciate nè diate scandolo a niuno. —

O tu, o donna, scandalizzasti? — Si. — Egli è di bisogno che una macina ti conduca allo inferno, se già tu non ripari, come tu puoi riparare: imperò che per ciancie o per altro modo, se hai scandalizzato, tu hai fatto contra alla volontà di Dio. Doh! piglia questo essemplo. Se egli venisse36 pagani o infedeli, e intrassero in questa città, che siamo tutti battezzati cristiani, et egli ci fusse pure uno del centonaio che dicesse per ciancie: — io mi so’ partito da la fede; — overo il dicesse per campare la vita; per qualunque modo tu il dici, o per ciance, o per verità, tu vai a casa del diavolo, morendo in tale stato. Simile: se una di voi, donne, si levasse ritta del mezzo della predica, e dicesse: — io vorrei stanotte dormire col tale; et egli fusse un bel giovano, et anco tu essendo bella, tanto peggio; dico che questo tuo dire è suffiziente a farlo crédare a molta gente; imperò che la gente s’achina37 più a crédare il male [p. 251 modifica] che il bene, e solo questo sarebbe suffiziente a farti dannare per lo male che si tira dietro degli altri; benchè anco forse ci sarebbe qualche buona persona che non lo credarebbe; pure tu colla tua parola se’ cagione di molto male, benchè non avessi pensiero di farlo. Così, voglio dire, è simile di colui che dice: io tengo dal guelfo o dal ghibellino; con tutto che non fusse vero; dico, per lo scandolo che tu dai al prossimo, tu vai a casa calda. Sicchè o vuoi per piacere, o vuoi per temere o per solazzo, in ogni modo pecchi mortalmente per la ingiuria che tu fai a Dio. Dice colui: — Oh, io non farei così a Dio! — Rispondoti per boca di santo Matteo al xviij cap.: Quod uni ex his pusillis fecistis, mihi fecistis38; Se tu hai dato scandolo a uno di questi miei minimi, tu l’hai dato a me. E però questa è regola generale: ogni volta che tu se’ cagione di niuno peccato mortale, tu vai a casa del diavolo, tu et anco colui che ti crede, e per quello si muove anco lui a fare contra la volontà di Dio. E vedi che sola la boca ha fatto questo peccato, imperò che il cuore non vorrebbe fare, nè farebbe tal peccato. Ode che dice per autorità: Gladius in labiis eorum et qui loquitur in ore suo, et gladius in manibus eorum. Dice di colui che parla solo colla boca e non col cuore: dice ch’egli parla cor un coltello che taglia i vivi con odio da l’uno taglio, e dall’altro taglia i morti, i quali so’ nel peccato colla operazione.

Terza conclusione di colui che con operazione opera niuna cosa per cagione e di parti, o guelfi o ghibellini, egli vanno a casa del diavolo. E così il provarò per ragione e per autorità e per essemplo. [p. 252 modifica]

Prima la ragione. Dico che tu vedi, che chi per opera tiene o per parte guelfa o ghibellina, tu vedi che questa tale opera è mossa da gattiva radice, e per la malignità sua non ne può seguire39 altro che male. L’essemplo in pratica. O donne, donde so’ venuti li omicidi grandissimi, donde gli adulterî e le fornicazioni, ardare le case, sbandire, tagliare a pezzi l’uno l’altro, furare? Tutti questi mali si fanno solo da la radice di queste divisioni. E però, o donne, fate che voi aviate in odio questi due detti, come se fussero diavoli. Oimè! Oh, che è egli stato fatto da due anni in qua!40 Quanti mali sono proceduti da queste parti, quante donne so’ state amazzate nelle città proprie, in casa loro; quante ne so’ state sbudellate! Simile, quanti fanciulli morti per vendetta de’ padri loro! Simile, i fanciulli del ventre delle proprie madri tratti e messo lo’ i pie ne’ corpi, e presi i fanciullini e dato lo’ del capo nel muro; venduta la carne del nimico suo alla beccaria come l’altra carne; tratto lo’ il cuore di corpo e mangiatolo crudo crudo. Quanti mortaghiadi41, e poi sotterrati nella feccia!42 Egli ne so’ stati arostiti e poi mangiati; egli ne so stati gittati giù dalle torri; egli ne so’ stati gettati su de’ ponti giù nell’acqua; egli è stata presa la donna e forzata innanzi al padre e ’l marito, e poi amazzatoli lì innanzi; nè mai avuto pietà per niuno modo l’uno dell’altro, se non morte43. Che ve ne pare, donne? Più: [p. 253 modifica] che ho udito che so’ state di tali donne tanto incanite44 Inverso le parti, ch’elleno hanno posta la lancia in mano al fìgliuolino piccolo, perchè egli facci omicidio per vendetta di queste parti. Che fu una femmina tanto cruda, che fugendo un’altra della parte contraria, disse a certe sue genti: — la tale si fugge, la quale è stata posta a cavallo da uno che se ne la mena via. — E costui corso dietro a lei e detto a colui: — poni giù costei, se tu non vuoi la morte; — e postola giù, l’una di queste donne uccise l’altra. Egli so’ stati tanti pericoli per queste parti, che questo ch’i’ ho detto non è quasi nulla. Oimè, che cosa è questa a pensare, che è una cosa da morire, pure a considerar e’ mali che oggi si fanno nel mondo! E perchè tanti pericoli vidde Giovanni che erano sopra della terra per tal divisione, egli disse: Vae terrae et mari, quia descendit diabolus ad vos:45 — Guai a voi, i quali abitate nella terra46, imperò che ’l diavolo è disceso a voi. — O voi che tenete parti; guarda, guarda, ben guarda!

Tu hai veduto come in tre modi la parzialità è peccato mortale, con parole, con cuore e con operazione, e come tutti vanno a casa del diavolo. Sì, o patria preziosa, e bella Lombardia, come stai tu per queste partii Va prima a Piagenzia, che per queste parti era stata da duo mesi che in tutto v’era due preti e tre frati in tutta la città, e non più. A Como, guasta:47 quella in tutto non èssarvi il quarto delle case dritte: a Bergamo, peggio che peggio. E dicovi che così viddi il suo ster[p. 254 modifica] minio come io so’ ritto qui, e come io toco questo luogo. Della roba del mondo non ti dico, come per queste parti ella va; e forse non è paese rico, che si fa a staia le perle di quel paese che hanno le donne, che a rispetto di quella è questa città come a dire una salsarella48. E con tutto che così fussero divisi tra loro, io vi trovai così buono cognoscimento, che mi fu una maraviglia. Hai compreso quanti pericoli so’ stati? — Sì. — Oh, costoro mi siano testimoni s’io dico il vero, che per queste parti si guasta il mondo! Inde disse David: Testimonia tua credibilia facta sunt nimis49. A chi toca? Che con tutto ch’io lo’ ’l dicesse, tutti quasi con buono intendimento tocavano la verità, ch’io lo’ dimostravo; nè mai credetti all’opposito di quello ch’io dicevo. E però, o cittadini miei, per l’amor di Dio guardatevi da questi tali parziali, i quali promettono: — oh, io ti farò, oh, io ti dirò. — Non lo’ crediate, nè anco a ninno che raporti: — così dice, così fa il tale; — dimostrandosi con parole dolci d’amare uno et odiare uno altro; de’ quali dice Mat., vij: Attendile a falsis propJietis qui veniunt ad vos in vestimentis ovium— intrinsecus autem sunt lupi rapaces. — Oimè, figli miei, guardatevi da questi falsi profeti guelfi e ghibellini, però che eglino mostrano d’essere tutti buoni et umili come pecorucce, e dentro so’ altro. Io vel dico ora, che è buono a dirlo: eglino so’ lupi rapaci. Io m’intendo ben io, se eglino non m’intendono loro, sai; come colui che dava alla moglie col sacco. [p. 255 modifica]

Tu hai veduto tre condizioni di coloro che so’ partigiani. Doh! Nota e vediamo onde il diavolo ha tratta l’origine di queste parti, guelfi e ghibellini. Guarda nell’Apocalisse al ix capitolo. Vidi equos in visione, et qui sedebant super eos, habebant loricas igneas et hyacinthinas et sulfureas, et capita equorum erant tamquam capita leonum, et de ore eorum procedit ignis et fumus et sulphur, et ab his tribus plagis accisa est tertia pars hominum, de igne, et de fumo et sulphure. Or vediamo tre conclusioni e verità in questa parte di questi guelfi e ghibellini; e poi vi dirò la ragione perchè io non ho eletto, nè voluto èssare vostro vescovo50. Vede prima a chi so’ assimigliati questi parziali, sicondo che Giovanni ci figura nella sua visione. So’ assimigliati alle bestie, dove dice: Vidi equos in visione. La siconda conclusione, vedi da chi so’ cavalcati questi tali animali. So’ cavalcati da diavoli, dove dice: Qui sedebant super eos. I diavoli cavalcano i parziali. La terza conclusione, vedi coloro che cavalcano di quello che so’ armati, dove dice: habebant loricas igneas, hyacinthinas et sulfureas, et capita equorum erant tamquam capita leonum.

Per la prima conclusione. A chi so’ assimigliati questi parziali? So’ assimigliati a’ cavagli: imperò che fra tutti gli animali della terra non è niuno animale più superbo che ’l cavallo; così non è più superba creatura che colui che è parziale.

Seconda. Chi è cavalcato, è tanto superbo51 quanto debba èssare superbo colui che cavalca; chè talvolta egli il fa saltare in luoghi pericolosi, da morire il dì [p. 256 modifica] mille volte. Oh, quanto sta male chi è cavalcato da tale bestie! Chi è quello che è cavalcato? Sai chi è? Tutti voi. Io dico di tutti voi, imperò che a ognuno gli pare èssare il magiore. Non è se non superbia questa, e ogni superbo è crudele. Vuoi vedere come tutti vi andate? Or va’, e cerca fra tutti voi che non ci è nè fanciullo, nè vechio, nè giovano che non abi parte, e che non ami chi tiene dalla sua parte; e come ama costoro, così odia coloro che tengono a l’altra parte. E però, fanciulli, o fanciulli, tenete a mente quello ch’io vi dico. Sappiate che chi per ninno modo tiene parte, io dico che egli muore dannato. E perchè mi volto a dirlo a voi, acciò che voi vi guardiate da questo peccato, che tanti ne caccia a casa maledetta. A chi è parziale, questo vizio che è crudelissimo, che crudeltà vuoi che usi maggiore? Egli cavalcando questo cavallo, gli fa fare52 salti magiori che non è il salto del becco; che fa saltare di su le torri, di su i ponti, di su i palazzi. E’ fu tale che mi parlò e dissemi che era stato gìttato da alto più che non era questo palazzo53, legato lui e un altro, legati insieme di giù per un ponte; et egli campò, perchè ruppe la gamba al compagno; e coloro che gli avevano gettati, stavano in sul ponte e aventavano i sassi per amazzarlo. El quale mi disse, che per queste parti egli aveva fatto tanto male, che era uno stupore. Egli aveva sforzate fanciulle, egli l’aveva poi morte: egli aveva amazzati molti fanciullini; aveva arse le case de’ suoi aversari; e tanto male, che era cosa incredibile che uno avesse fatto tanto male. E venendo a me, domandandomi [p. 257 modifica] aiuto, io gli dèi consiglio e aiuto: io gli dissi che ciò che aveva, desse per Dio, e se sapeva a chi aveva tolto nulla, egli la rendesse. Egli disse che non aveva nulla. Io gli dissi che se mai potesse ragunare nulla, che egli ’l rendesse, e che egli si reggesse delle sue braccia54, e che mai non cascasse più in tali peccati. E come sempre aveva fatto male, che sempre egli facesse bene, perchè Idio gli avesse misericordia. Vuoli per iscrittura come di queste crudeltà si so’ fatte per queste divisioni? Guarda negli eserciti di Faraone, nell’Esodo al xv cap.: Dixit inimiciis: persequar et comprehendam, dividam spolia, implebitur anima mea: evaginabo gladium meum, interficiet eos manus mea. Già non fate voi altrimenti fra voi: l’uno dice dell’altro: — noi tagliaremo, noi faremo, noi diremo; — e talvolta è tale che crede robbare che è robbato, tal crede cacciare che è cacciato ec. Chi v’induce a questi pericoli? So’ i diavoli che vi cavalcano, che l’una superbia guida l’altra. Ecci niuna di voi, donne, che abbia marito che sia di parti? Ecci niuno di voi, uomini, che si facci capo di parte? Se ci è chi si fa capo d’uno solo, egli ha uno diavolo che ’l cavalca; se è capo di cinquanta, cinquanta diavoli il cavalcano; se è capo di mille, mille diavoli ha adosso. Dice colui: — O come può avere tanti diavoli? — Vuòlo vedere? Or va’, leggie in santo Matteo all’ viij cap., e santo Marco al v cap., d’uno il quale aveva tanti demoni55 addosso, che sempre stava sopra le sepolture de’ morti; il quale fu menato dinanzi a Iesu, al quale Cristo Iesu gli disse così, venendo dal mare di Genessaret: Venit ei obviam unus habens demonia, qui genuflectens coram Iesu, qui dixit ei: exi foras [p. 258 modifica] spiritus immunde; qui respondit: non possum, quia sum legio56: — Venutogli questo indemoniato, Idio comandò al demomio: — esce fuore spirito immondo. — Et egli rispose e disse: — io non posso: — Domandò, perchè? Disse che era legio, cioè una legione, che so’ semiglia57 seicento sessantasei. — Disse infine questo indemoniato:: — dammi licenzia ch’io vada in quella torma de’ porci; e datogli licenzia, intraro adosso a quelli porci, i quali subito s’andaro annegare in mare.

A casa. Sai chi è lo indemoniato? È il parziale, il quale l’ha adosso: e chi n’ha più di mille, e chi più, e chi meno; e tale n’ha una legione, e tale n’ha più; che di quanti tu ti fai capo o in parole, o in operazione, o in cuore, tanti diavoli ti signoreggiano, e sempre stai in su le sipulture de’ morti, che non ti possano tenere nè catena di mondo, nè catena58 di prossimo, nè catena di Dio; che tanto ha maladetto il pensiero suo e l’affetto suo, che elli si pone a scongiurare Cristo per queste maladette parti. Che tale è, che s’ha fatto dipègnare perchè ha fatto voto59 di farsi dipègnare e fassi dare la benedizione a Cristo. Ma guarda gattivello che.... che infine tu sarai ingannato; che tu ti credi che egli ti dia la benedizione, e elli ti dà la maladizione. Et un altro parziale farà dipègnare santo Antonio et egli da piei, e fassi sospégnare da santo Antonio verso Iesu Cristo. L’altro quando egli è morto, fa scolpire o scrivare di lèttare di marmo — Qui giace il corpo di tale, e di tale, cuius anima requiescat in pace. Egli fu uno che quan[p. 259 modifica] do esso vedeva queste tali sipolture scritte, requiescat in pace, egli guastava quella A, e ponevavi E, e poi diceva, requiescat in pece in pece 60, — a casa calda: loro però. E qui hai compreso di chi può èssare capo d’una legione, ha una legione di diavoli che ’l signoreggiano.

Terza conclusione. Vediamo che arme porta colui che cavalca. Colui che cavalca porta la panziera, la quale se tu la consideri, ella è una camicia di ferro aconcia per modo, che la spada non la può guastare dandole di taglio, ma di ponta sì; e anco di ponta la lancia, e anco i guirettoni61, e le saette. Oimè! Se’ tu parziale? Arai questa panziera: guai a te! Inde David: Sagittae potentis acutae cum carbonibus desolatoriis62. Le saette potenti acute le quali Idio mandarà centra di te, il quale porti tali panziere. Doh! non aspettate i giudici di Dio; ma siate uniti e amatevi insieme con carità; che se voi non sarete uniti insieme, la lancia e le saette di Dio passarano questa panziera, e andrà il colpo insino all’anima, che la mandarà poi a casa del diavolo.

Hai tu posto mente come sta la panziera? Elli è una maglia incatenata coll’altra, e quella coll’altra, et in ogni maglia è il legame per modo che l’una tiene l’altra. Così si fa la panziera, come voi fate questi parziali. Come tu tieni parte, subito s’è fatto una maglia che t’atachi a quell’altra, e quello s’ataca a quell’altro, e così a poco a poco si fa la panziera. Sai a che si vede? A’ consigli che voi fa [p. 260 modifica] te:63 l’uno tiene coll’altro: et cetarone. Donde viene? Viene da questo vizio e peccato. Inde disse lo Eclesiastico: Ab aquilone panditur omne malum, requiescit super congregationem aquarum, quasi lorica64: — Dall’aquilone viene ogni male, e riposasi sopra le congregazioni dell’aque. — Chi so’ quest’aque? Odelo, che sogiógne: Aquae multae, populi multi: — Molte acque so’ molti popoli: — ognuno è una gocciola d’acqua, e molte gocciole insieme è una quantità d’acqua. Così ognuno che è parziale, è una maglia e attacasi all’altra, et a poco a poco hai fatta la panziera.

Ma abbi per certo ch’io so’ venuto qui a Siena a levare via questa panziera coll’aiuto di Iesu benedetto, e voglio adoperarci trabochi65, bombarde, balestra e lancie e ciò ch’io potrò, perch’ella si guasti. Tu hai nello Apocalisse, che questo armato figurato habebat tres loricas, scilicet ignis, hyacinthi et sulfuris: — Aveva tre panziere, cioè di fuoco, di iacinto e di solfo. — Chi ha la panziera è consenziente a’ fatti, e così esce fuore armato. La prima era di fuoco, ignis, che è odio: la siconda di iacinto, hyacinthi, che è superbia: la terza di solfo, sulfuris, che è infamia. Della prima, la quale è di fuoco che significa odio, guarda nel Deuteronomio al xxxij cap.: Ignis succensus est in furore meo, et ardebit: — El fuoco è acceso nel mio [p. 261 modifica] furore. — Sai quando è acceso questo fuoco? Quando uno porta odio col cuore all’altro, allora è acceso. La siconda panziera è di giacinto, la quale significa superbia; la quale panziera colui che la porta, sempre cerca d’andare sopra del compagno, d’andare ben su alto. Dei quali Job al XX cap.: Si ascenderit usque ad coelum superbia eius, et caput eius nuhes tetigerit, quasi sterquilinium in fine perdetur: — Chi salirà in alto insino al cielo per superbia, capitarà poi nella feccia umiliato per forza. — Hai nel Vangelo: qui se humiliat exaltabitur, et qui se exaltat humiliabitur: — Chi s’aumilia sarà esaltato, e chi si esalta sarà umiliato. — Anche in un altro luogo: superbis Deus resistit, humilibus autem dat gratiam: — Dio fa stare bassi e’ superbi, et agli uomini umili dà la grazia sua. — Non sai tu, che duro con duro si rompe? E quanto sta male superbo contra superbo? La terza panziera dice è di solfo

el solfo è puzzolente: così proprio puzzano questi tali armati di parzialità, guelfi e ghibellini. Inde Isaia a xxxiiij cap.: Convertentur torrentes eius in picem, et humus eius in sulphur, quia qui contrectat picem, contaminabitur ab ea. Dice che convertirà el torrente in pece, cioè ill’uomo in paura di Dio, dicendo convertansi in pece, e la terra sua in solfo, il quale sarà infamia e vergogna; imperò che chi toccarà quella pece del parziale, sarà contaminato da lei. Diciamo che basti per la prima conclusione, dove tu hai che egli so’ simili alle bestie, e che so’ cavalcati dai diavoli, e l’arme che portano adosso coloro che li cavalcano.

La siconda parte principale e conclusione si è, che chi confessa co la boca d’èssare parziale, dico che egli sta nelle mani del diavolo. Doh, cittadini e padri miei66, [p. 262 modifica] vogliatevi ravedere, e ricevete le parole che voi udite e che voi cognoscete che so’ vere, e mettetele in operazione; che ciò ch’io dico dovete vedere apertamente èssare vero. Dice Giovanni sopraddetto: Et capita equorum erant tanquam capita leonum. Dice, che — i capi loro erano come capi di leoni, — cioè so’ capi di diavoli tutti coloro che tengono parte.

Ogni volta che uno buono vorrà vivare santamente e dirittamente, ogni volta che vedrà un parziale che sia capo, gli parrà vedere mille diavoli; il quale vorrebbe vivare sotto il timore di Dio, e non sotto il timore del mondo. Inde Ezechiel a xviiij cap.: Leo factus est: — Egli è fatto un leone crudele e audace. — La condizione è malva— gia, e però disse David: Susceperunt me, sicut leo paratus ad predam67. Egli è fatto come uno leone, il quale è devoratore d’uomini che vogliono o per forza o per minaccie o per amore signoregiare altrui. Quanti si so’ fatti guelfi e ghibellini per paura! Quanti ancora per avere della roba del mondo! Che ho trovati soldati che per avere denari se egli è stato guelfo, s’è fatto ghibellino, e così un ghibellino s’è fatto guelfo: che io l’ho detto già a loro; voi siete migliori parziali che molti altri, i quali vi rimovete per avere denari, da guelfo e ghibellino in uno punto. I quali molte volte mi dicevano: — Doh! frate Bernardino, sievi racomandato il pòvaro sacomanno68. — Non fanno così gli uomini parziali, che aspettaranno talvolta la morte per vénciare lui e per amore de la parte [p. 263 modifica] sua. Altra volta il diremo più chiaro. Dice Giovanni: Exivit de ore equorum ignis, fumus et sulfur:69 — Esciva della boca di questi cavagli fuoco, fummo e solfo; — così tre cose escono del parlare di colui che è parziale, fuoco, fummo e solfo. Fuoco, si è odio: fummo, che subito si fa vano: solfo, che sempre dice male di lui. Prima esce fuoco della boca di quelli cavagli parziali, il quale fuoco è dentro nell’animo, e dimostralo l’uno a l’altro; imperò che colui dice male di costui, e costui di colui. Colui minaccia quello, e quell’altro dice: io farò sì e sì: e poi non farà nulla, et in questo modo si dimostra il fuoco che egli ha in corpo per la boca di mal parlare. De’ quali dice Isaia al L cap.: È’cce vos omnes accendentes ignem, accincti flammis. A voi che mettete fuoco, dice che voi sarete circundati dalla fiamma per lo vizio in che voi sete involti70. Idio ci mettarà mano lui: aspetta, aspetta. Anco dice, che n’usciva fummo della boca di tali parziali. Doh! hai tu posto mente a quello che fa il fummo? Ponestivi mai cura? E1 fummo entra nel fummaiuolo il quale è largo dall’entrata e va in sue; a poco a poco si strégne tanto che egli giógne alla cima, e come esca fuore, et egli va sparto e subito è andato via. Così fanno propriamente i parzionieri71. Eglino s’arrecano insieme stretti stretti, e così fra loro dicono: — Oh, noi faremo sì e sì: noi diremo così e così: — e fanno mille parole tutte vane: che non farai poi nulla; imperò che Idio ci porrà mano lui. Indi è detto da David: Vidi impium super exaltatmn ^ et elevatum sicut cedros Libani72: — Io [p. 264 modifica] vidi l’impio levato in alto come uno cedro in Libano; — e poco poco stei, et io no ’l viddi più, che sparì via. Cerca, cerca costui, non si truova nel mondo, che egli era stato tagliato a pezzi, perchè elli era parziale. O forse che egli sarà andato in paradiso? Io miro, anco no ’l vego73. O forse egli è in purgatorio? Anco miro, e non ve ’l trovai74. O dove sarà costui? Nel mondo non è, nel paradiso non è, nel purgatorio anco non è. O dove può èssare costui? Sai dove il trovarai? Sarà a casa de’ diavoli, in inferno, e con loro si riposarà eternamente! Anco usciva della bocca loro, solfo: solfo tanto vuol dire quanto putidèro75 e bruttura del male che sempre egli dice: et è tanto acciecato che, con tutto ciò che elli dica male, a lui gli pare di dire bene. E questo basti per la siconda parte principale.

La terza parte e conclusione, dico; che chi con operazione tiene parte, eli sta nelle mani del diavolo. Non c’è in questo mondo se non di tre ragioni uomini, di cui potiamo parlare. Primi so’ coloro i quali hanno parte senza parte, che so’ tanto uniti, che mai non si partono, nè vogliono udire che cosa sia parte. O Vinegia, che già tanto tempo hai retto e governato te medesima: ebbene, tu non vuoi già èssare di quelle che capitano male; tu vuoi vivare come tu debbi76. Sicondi so’ coloro che per lo passato so’ stati parziali con boca, con cuore e con opera; ma per lo avenire non vorrà fare più così, anco questi saranno aitati da Dio. Terzi [p. 265 modifica] son coloro i quali so’ tanto ostinati, e tanto si lassano cavalcare a’ diavoli, che hanno posta la volontà loro ne’ diavoli, che gli guidano con superbia; i quali infine saranno tanto trasportati in qua et in là da loro, che lo’ farà rómpare il capo, per modo che andarano poi a casa maladetta. Colui che va in alto con superbia, cade poi un gran botto: e vòtene77 dire un esemplo. Fu uno cittadino in una città nella quale erano molte parti, e venendo questo cittadino in infermità, egli si confessò d’ogni suo peccato che elli si ricordò. E questo tale aveva dentro in sè tenuto più da una parte che da un’altra, ma non ne parlò mai, nè mai dè78 vigore a niuno, ma solo in sè aveva desiderio più dell’una parte che dell’altra, e di questo mai non si confessò. Avenne che costui morì, e colui che l’aveva confessato ebe una cotale visione: come essendo lui in estasi, e’ parvegli vedere l’anima di costui dinanzi alla sedia di Dio, e dinanzi era l’angiolo buono e l’angiolo gattivo, i quali avevano seguitato costui tutto il tempo della vita sua. Et apresentato costui a Dio, Idio disse: cuius est imago haec? — Di cui è questa imagine? — Rispose il diavolo: Caesaris, cioè dire, ella è mia. Disse Idio: — e perchè è tua? Rispose il demonio: — perch’ella ha avuto nel cuore la parzialità che è centra la carità. — Allora disse Idio a’ ministri per sentenzia: Reddito erge quae sunt Caesaris Caesari: e subito il diavolo prese quella anima e portolla a casa calda. Vedi che quest’anima solo si perdè per avere avuto nel cuore la parzialità: e però guardatevi da questo pessimo veleno delle parti.

Note

  1. È la prima delle dieci prediche pubblicate nel 1853 del chiariss. cav. Gaetano Milanesi (Siena, Landi e Alessandri ). Citeremo questa pregevole pubblicazione con l’abbreviatura Ed. Mil., o semplicemente dicendo, la stampa. Quelle note poi che d’ora innanzi si troveranno contraddistinte con la sigla (M), appartengono al prelodato Editore.
  2. La stampa e il Cod. Sen. 6, due. E l’Editore annota; «Due per dove è modo proprio non solo del volgare senese, ma sì ancora di altri paesi. Nelle lettere di S. Caterina però non si trova.»
  3. I Codd. e la stampa: Audivi et vidi vocem ec. per medium coelum ec. Noi seguimmo la Volgata.
  4. Starsi di piano; starsi quietamente, tranquillo (M).
  5. La stampa e il Cod. Sen. 6, si tiene.
  6. Costrutto irregolare, ma non senza esempio negli antichi scrittori.
  7. La stampa e il Cod. Sen. 6, avendo io predicato di tale materia.
  8. La stampa e il Cod. Sen. 6., e io in sul saldo; cioè, nota il Milanesi, io fermo e risoluto di non lasciarmi piegare più in favore dell’una che dell’altra parte.
  9. Centonaia e centonaia in luooo di centinaia e centinaia è proprio dell’antico dialetto senese (M).
  10. Cioè, con alcuno.
  11. La stampa e gli altri Codd.: Or dimmi: che è carità? È unire ec.
  12. Il solo Cod. Sen. 5, seguito qui dalla stampa, legge apostolo, gli altri Codd. hanno invece, al popolo.
  13. Gli altri Codd. e la stampa: Vorresti che mai si partisse l’uno dall’altro?
  14. Non a San Giovanni, ma appartiene questo versetto a San Paolo, Epistola ad Ephesios, cap. V, vers. 29, e così dice propriamente: Nemo enim unquam carnem suam odio habuit, sed nutrit et fovet eam.
  15. Gli altri Codd. e la stampa, nutricata.
  16. Nella Calonica al 3. cap., soggiungono gli altri Codd. e la stampa.
  17. 11 Cod. Sen. 6, omicida; l’Ed. Mil., micidiale.
  18. Modo ellittico, dovendosi sottintendere: è provato da ciò che ec.
  19. Vocabolo tuttora vivo del dialetto senese per significare il cardo salvatico. Il Mattioli dice che questo cardo in Toscana chiamavasi volgarmente scardaccio. Da scardaccio ne vien naturale scardaccione e scardiccione (M).
  20. Vaivi, cioè vi vai, come più sotto, vedràle per vedraile, le vedrai (M)
  21. Gli altri Codd. e la stampa leggono, verzicanti.
  22. Nella stampa e negli altri Codd., attaccato.
  23. Il Cod. Sen. 6, caddero di cielo.
  24. In luogo di tagliarono, come hanno gli altri Codd. e la stampa. Così furòro per furarono, rubarono.
  25. La Vulgata invece: Non quod intrat in os coinquinat hominem, sed quod procedit ex ore hoc coinquinat hominem.
  26. Gli altri Codd. e la stampa, che procedono dal cuore. E poco sotto, eschino i furti, dove il nostro Testo, esca i furti.
  27. La stampa con gli altri Codd., se’ tenuto a compiacere a Dio.
  28. Ci parve da correggere la lezione dei Codd., seguita pure dall’Ed. Mil., la qual dice: che piacere agli uomini, che è una vanità.
  29. Il Cod. Sen. 6 e la stampa, come fa una foglia.
  30. Qui, se non c’inganniamo, pare che accenni a un modo singolare per conoscere a quei tempi la fazione a cui uno appartenesse la diversa maniera di mondare la pesca e di tagliare l’aglio. Ridicole cose invero, ma che ebbero la loro parte nelle miserabili condizioni di quella età (M).
  31. Il solo nostro Testo ripete, del diavolo, e ne acquista efficacia il discorso.
  32. Meglio che nella stampa e negli altri Codd., ove si legge: io non credo.
  33. Vangelo di San Giovanni, cap., XV, vers, 13, ma è da correggere così: Maiorem hac dilectionem nemo ec.
  34. Così i Codd., nè è facile coglierne il senso. La stampa ha: E dicovi che dicendalo io ec.; ma niun Cod. conforta questa lezione.
  35. Questo esempio è tratto nella prima parte dal cap. V, vers. 16 di S. Matteo nella seconda dal cap. xviij, vers. 6 (M).
  36. Il Cod. Sen. 6 e la stampa: Se eglino venisseno ec.
  37. Negli altri Codd., s’inchina.
  38. Non trovo che la Volgata dica a tal modo, ma bensì: Qui autem scandalizzaverit unum de pupillis istis, qui in me credunt, expedit ei ut suspendatur mola asinaria in collo eius ec.
  39. Negli altri Codd. e nella stampa, seguitare.
  40. La stampa, ma per errore, da ventidue anni in qua. Dice da due anni, cioè durante il tempo della sua assenza da Siena.
  41. Cioè, uccisi di ferro. Morire a ghiado, morire per spada, coltello ec, è frase antica frequente (M).
  42. Cioè, nel letame; nelle latrine (M).
  43. La stampa, seguendo gli altri Codd., se non morti.
  44. Oggi, accanite (M).
  45. Apocalisse, cap. xij, vers. 12 .
  46. Meglio forse gli altri Codd. e la stampa, in tale terra.
  47. Gli altri Codd. e la stampa: A Como per le parti, guasta.
  48. Qui il costrutto è confuso, ed i codici consultati concordano. Si potrebbe raddrizzare in questo modo: e forse non è paese tanto ricco dove le perle che hanno le donne si misurino a staia; che a rispetto di quella, questa città è come a dire una salsarella, cioè cosa di poco conto (M.)
  49. Salmo xcij, vers. 5 .
  50. Vedi intorno a ciò anche a pag. 122 e la nota 2.
  51. Queste parole, è tanto superbo, mancano al nostro testo; e come necessarie al costrutto, le abbiam prese dagli altri Codici.
  52. Così il nostro Testo: gli altri Codd. e la stampa, il fa saltare.
  53. Cioè, il palazzo del Comune, presso il quale allora egli predicava (M).
  54. Cioè, campasse col frutto delle proprie fatiche (M).
  55. Gli altri Codd. e la stampa, diavoli.
  56. Questo passo non è in tutto conforme alle parole di San Matteo, nè a quelle di San Marco, ma la sostanza ne è identica.
  57. Gli altri Codd., semilia.
  58. Il solo Cod. Sen. 5 e la stampa hanno sempre catene.
  59. La stampa seguendo gli altri Codd., boto.
  60. Il Cod. Sen. 6 dice: elli guastava quella A, e rimaneva in pece in pece.
  61. I guerrettoni, o verrettoni, sono armi da lanciare usate in quei tempi; simili ai giavellotti antichi. Verrettone viene dal verutus dei latini (M).
  62. Salmo cxviiij, vers. 4.
  63. Cioè, si conosce dalle deliberazioni che prendete ne’ Consigli del Comune.
  64. Di questo passo la prima parte è tolta al cap. I, vers. 14 della Profezia di Geremia, e giusta la Volgata dice: Ab Aquilone pandetur malum super omnes habitatores terrae: la seconda parte è veramente dell’Ecclesiastico, cap. xliij, vers. 22 e dice: Frigidus ventus aquilo flavit et gelavit crystallus ab aqua, super omnem congregationem aquarum requiescet, et sicut lorica induet se aquis.
  65. I trabocchi erano ingegni usati in quei tempi per gettare pietre od altro (M).
  66. Assistevano alla predica anche i Priori del Comune, che il Santo appella padri, secondo una costumanza onesta del tempo. E così pur oggi talvolta vengon chiamati, ma per dileggio.
  67. Salmo xvj, vers. 12.
  68. Saccomanno è parola che nei primi tempi della milizia italiana non aveva propriamente il tristo significato che ebbe poscia. Valeva uomo dell’esercito incaricato del raccogliere vettovaglie. Ma quando le guerre divennero una ladronaia, il saccomanno si cangiò in soldato che mette a ruba l’altrui (M).
  69. Apocalisse, cap. viiij, vers. 17 .
  70. Il Cod. Sen. 6, istate involti.
  71. Cioè parziali, seguitatori di parte.
  72. I Codd. e la stampa: Vidi impium exaltatum et levatimi sicut cedrus Libani. Le correzioni sono state fatte secondo la Volgata, Salmo xxxvj, vers. 35.
  73. Gli altri Codd, e la stampa; anco non lo veggo.
  74. Il Cod. Sen. 6 e la stampa, anco vi vo e non vel trovo: il Cod. Sen. 5, anco mirai e non vel trovai.
  75. Cioè, nota il Milanesi, un composto di putrido e di fetente.
  76. Bella e meritata lode alla regina dell’Adriatico, dove meno che in altra città d’Italia durarono le divisioni e le parti cittadine (M).
  77. Cioè, te ne voglio (M).
  78. Diè, diede.