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Guerra, suo fine è la pace, 263.— Senza di esso non è lecita, 263. — In se sola considerata è mala, 264. — Disordine che spesso in essa succede, ivi. — Le cose notabili io essa faccia il Cortegiano al cospetto di pochi e segnalati, 82 (Vedi Gagliardi. Pace. Turchi.)

Guerre di donne, 180.

Guerrieri debbono sopra tutti gli altri esser letterati, 61.

Guidubaldo, duca d’Urbino, infermo di podagre, lodato, 10. — Sotto quai principi militasse, ivi. — Dottissimo e di gran giudicio in tutte le cose, 11. — Impotente nel matrimonio, 214. (Vedi Gonzaga Elisabetta.)

I

Idea del perfetto Cortegiano, simile a quella della republica di Platone, del re di Senofonte, e deill’Oratore di Cicerone, 5.

Ignoranza e ragione di tutti gli errori e vizii, 252, 253, 262. — In quai cose non noccia, 246. — È uno dei maggiori errori dei principi, 245. — Come pure la più enorme fra tutte le lbugie, ivi, 247.

Ignoranti si saziano delle cose spesso vedute, 86.

Imitare i difetti altrui è scioccheria, 35.

Imitazione, necessaria per iscriver bene, 41.

Impossibili cose desiderate inducono altrui a riso, 149.

Impressioni prime sono di gran forza, 25, 108.

Imprudenza di molti, descritta e biasimata, 206.

Impudenza fucata di certe donne presa alle volte per bellezza, 293. — Impudenza intolerabile d’alcuni principi, 246.

Incontinenza, differente dall’intemperanza, 252. — Perchè si chiami vizio diminuto, 253.

Inconvenienti cose, toccate, 255.

Incredulità, (Vedi Credulità.)

India, suoi efferati abitatori, accennati, 282.

Indiscretezza d’un cavaliere nell’intertenere una dama, 83.

Industria dell’uomo in mansuefare gli animali, 250. — Della stessa dee servirsi in domar le passioni, ivi.

Inegualità ragionevole con chi debba usare il principe, 268.

Infamare donne, anche di colpe vere, è cosa degna di gravissimo castigo, 203 e seg.

Infermi ebe sognano di bere a un chiaro fonte, comparati a’ cattivi amanti, 286.

Infermità perchè date a noi da natura, 76.

Ingannar l’opinione è il forte di tutte le facezie, 150.

Inganno da non biasimarsi qual sia, 115 — Grande degli uomini qual sia, 251, 252. — Inganni grandi e miserabili de’ principi, toccati, 246.

Ingegnero punito con troppa severità da Publio Crasso Muziano, 99.

Ingegno, maestro di chi scrive, 49. — Tiene le prime parti nelle facezie, 118.

Inghilterra. (Vedi Cavalieri.)

Ingratitudine di alcuni Cortegiani verso i principi loro benefattori, 92.

Inimici, come si portino co’ principi, 245.

Innamoramento curioso di molte donne nubili in un sol gentiluomo, 108, 109.

Innamoransi gli uomini per altre cagioni, oltre alla bellezza, 69. — Anche per fama, 109.

Innamorati sensualmente sono infelicissimi, 286 e seg.

Insegnare, non sempre chi sa insegnare qualche cosa, sa anche eseguirla, 34.

Instabilità d’amare nell’uomo onde nasca, 183.

Institutore del principe qual esser debba, 265. — Chi meriti un tal nome, 270.

Instituzion del principe come abbia a farsi, 264, 265.

Intellettiva virtù come si perfezioni, 265.

Intelletto particolare non può esser capace drll’immensa bellezza universale, 300.

Intelligenza, sua virtù, 265.

Intemperanza quanto differente dall’incontinenza, 252.

Intemperanti, e loro infelicità, 260.