Nuovo vocabolario siciliano-italiano/ST

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[p. 966 modifica] Stabbiari. v. a. Rompere la superficie dura della terra da seminarvi: dissodare.

Stabbili. s. m. Possessione di beni stabili, casa, podere ecc.: stabile.

Stàbbili. add. Fermo, permanente: stabile. || T. leg. Contrario di mobile, e dicesi di cose che non posson esser mosse: stabile. || fig. Irremovibile, costante: stabile.

Stabbilimentu. s. m. L’atto e l’effetto dello stabilire: stabilimento. || Luogo dove la istituzione di qualche cosa di pubblica utilità ha sede: istituto, istituzione, ospizio ecc. (stabilimento in tal senso è ripreso come francesismo).

Stabbiliri. v. a. Statuire, deliberare, ordinare: stabilire. || rifl. a. Porsi, collocarsi: stabilirsi. || Far domicilio: stabilirsi in un luogo. P. pass. stabbilitu o stabbilutu: stabilito.

Stabbilità, Stabbilitati. s. f. Qualità di ciò che è stabile: stabilità, stabilitade, stabilitate.

Stabbilmenti. avv. Con istabilità: stabilmente.

Stabbulari. v. a. Cavar dalla cassa de’ morti. Mentre in italiano stabulare vale porre le bestie nello stabbio.

Stacca. V. signu, merca. || Nel gioco a fossette, è la fossetta dove i ragazzi giocan a introdurvi le pallotte. || Avello fisso nel muro. || Modo avv. a la stacca, indefessamente, di forza, in guisa da straccarsi: alla stracca.

Staccabbili. add. Che si può staccare: staccabile.

Staccamentu. s. m. Lo staccare: staccamento.

Staccari. v. a. Spiccare: staccare || staccarisi di unu, allontanarsi da alcuno: staccarsi da uno o da una cosa. P. pass. staccatu: staccato.

Staccia. s. f. Asta di legno sopra cui si reggano reti, scalini delle scale a piuoli, o simili: staggio, staggia. || stacci di lu pagghiaru, le asticciuole: staggi. || – di lu tilaru, i regoli che servono ad allargare e stringer il telaio da ricamo, fermandogli con chiavarde nelle colonne: staggi. || In generale per pertica. || In pl. pezzo di legno del ceppo dell’albero spaccati in pezzi: cepparelli, ceppatelli.

Staccitedda. dim. di staccia.

Stacciuni. accr. di staccia.

Stacciuteddu. dim. di stacciutu: fatticciotto.

Stacciutu. add. Forte robusto: tarchiato, fatticcio (Presa forte l’idea dallo staggio (stacciu) che è forte a paragone de’ piuoli o altro che sostiene). [p. 967 modifica]

Staciunari. v.a. Condurre a perfezione con voluto temperamento, o cottura se parlasi di vivanda: stagionare.

Staciunata. s. f. La stagione di estate: estatata, statata (Rigutini).

Staciunatizzu. add. Guasto alquanto per troppo tempo: stantìo.

Staciunatu. add. Detto di cose che col tempo si perfezionano: stagionato. || Detto di persona: invecchiato. || Di altre cose che perdono col tempo la loro bontà: stantìo.

Staciuni. V. staggiuni. || E ass. è usato spesso per estate.

Stadda. s. f. Stanza terrena dove si tengono le bestie: stalla. || Per sim. luogo sudicio: trojajo. || Si prende per gli animali stessi, cavalcature ecc.: stalla. || Prov. chiuiri la stadda, doppu chi scappa lu cavaddu, cercar il rimedio seguito il danno: serrar la stalla perduti i buoi.

Staddaggiu. s. m. Quel che si paga all’osteria, per l’alloggio delle bestie: stallaggio.

Staddari. v. intr. T gioc. Nel giuoco degli scacchi, è il non aver pezzo più da giocare, per esser chiuso (da staddu).

Staddata. s. f. Quante bestie contiene una stalla in una volta: stallata.

Staddazza. pegg. di stadda: stallaccia.

Stadderi. s. m. Famiglio che serve alla stalla: stalliere.

Staddìa. V. statìa.

Staddizzu. add. Di cavallo stato assai in istalla, senza essere adoperato: stallìo, stallivo.

Staddu. s. m T. gioc. Quando colui cui tocca giocare negli scacchi, ha il re fuori scacco, ma nol può giocare senza porlo in offesa, e non può muovere altro pezzo: stallo.

Stadduna. accr. di stadda. || Detto a donna di mala vita: bagascia.

Staddunaggiu. s. m. Quel che si paga per la monta.

Staddunarìa. s. f. Lascivia brutale, abbandonamento totale a diletti libidinosi: stallonaggine.

Staddunaru. s. m. Chi tiene o bada agli stalloni.

Staddunazzu, pegg. e accr. di stadduni: stallonaccio (in Firenze).

Stadduneddu. dim. di stadduni. || Giovinotto di buon osso e ben tarchiato: traccagnotto (Lori).

Stadduni. s. m. Bestia da cavalcare, destinata per montare e far razza: stallone. || Drudo. Suol dirsi a marito scelto da donna agiata non per altro che per diletto. || Uomo rotto a lascivia: stallone. || Per manciafrancu. || Uomo grosso, forzuto e ben pasciuto: bastracone. || In Alcamo dicesi per lievito (S. Salomone-Marino).

Staddunìa. s. f. Prezzo che si paga per la copritura della cavalla.

Stadduniari. v. intr. Far da stallone: stalloneggiare. || fig. Usare sfrenatamente con donna: stalloneggiare. || Per poltrire.

Stadduzza. dim. di stadda: stalluccia, stalletta.

Staffa. s. f. Strumento di ferro, pendente da una cigna della sella, nella quale mette il piede chi cavalca: staffa. || T. gioj. La forma composta di due pezzi in cui gli orefici, fanno i getti: staffa (Car. Voc. Met.). || Quel ferro che sostiene o rinforza checchessia: staffa, staffetta. || T. anat. Uno degli ossicini che compongono il meccanismo interno dell’orecchio: staffa. || Quelle strisce di roba, a piè de’ pantaloni, che servon a tenerli fissi, bassi: staffe, cignòli. || Ordigno da carrozza che si butta sotto una ruota, perchè essa nelle dispense non vada precipitosamente: martinicca. || perdiri la staffa, si dice quando a chi cavalca esce il piè dalla staffa: perder la staffa. E fig., impazzare, ingrullire: perder la staffa. || teniri lu pedi ’nta du’ staffi, fig., barcamenarsi astutamente fra due partiti: tener il piede in due staffe. || stari cu lu pedi alla staffa, pronto a partire.

Stafferi. s. m. Uomo che cammina a piedi accanto alla staffa del suo signore: staffiere. || Famigliare, servidore di principio o che: staffiere. || – cu la torcia, per ischerzo s’usa per dire niente o nessuno.

Staffermu. s. m. Segno, ovvero uomo di legno, ove vanno a ferire i giostratori: quintana, chintana. || stari a lu staffermu, costringer al dover chi vorrebbe sottrarsene.

Staffetta. dim. di staffa: staffetta. || Si dice di uomo che corre a cavallo speditamente a portar alcuna lettera o avviso: staffetta. || La striscia di cuojo a cui sta appesa la staffa: staffile. || V. staffa al § 5.

Stafficedda. dim. di staffa: staffetta.

Staffili. s. m. Striscia di cuojo o d’altro alla quale sta appiccata la staffa: staffile. || Sferza di cuojo, con che si percuote altrui: staffile.

Staffiliari. v. a. Percuotere collo staffile: staffilare.

Staffilata. s. f. Percossa di staffile: staffilata. || fig. Motto satirico, critica senza misericordia: staffilata.

Staffirazzu. pegg. di stafferi.

Staffireddu. dim. Piccolo staffiere, piccolo fante: fanticello, servitorino.

Staffirottu. s. m. Servo di mezzana età: valletto.

Staffuni. accr. di staffa: staffone.

Stafisagra. s. f. T. bot. Pianta buona ad uccider i pidocchi; ha lo stelo un braccio, peloso, con pochi rami; i fiori collo sprone corto, turchini in grappoli lunghi: stafisagra. Delphinum staphisagrie L.

Stagghiafocu. s. m. Ostacolo che si fa per non comunicarsi il fuoco nei campi circostanti, quando si brucian le stoppie.

Stagghiapassu. Nella frase iri a stagghiapassu, sorprender alcuno traversando per iscorciatoje onde tagliargli la via.

Stagghiari. v. intr. Cessare di gemere o versare: ristagnare. || intr. pass. Stagnarsi. || att. Fare stagnare, fare ristagnare. || Per terminare. || Interrompere per alcun tempo: intermettere. || T. eccl. Dar cominciamento alle ore canoniche, dato un segno colla campana. || Assegnare i limiti || Il separare dalle pecore gli agnellini che devono vendersi o scannarsi. Si dice anco per istaccar tessuti. In quest’ultimo senso sarebbe più vicino all’italiano stagliare che vale tagliar alla grossolana. || stagghiari lu parrari ad unu: troncargli le parole in bocca. || – li passi ad unu o la via, [p. 968 modifica] troncargli i passi, precludergli la via. Qui somiglierebbe nel senso allo stagliare italiano, che vale tagliare alla grossolana. P. pass. stagghiatu: ristagnato. || Terminato ecc.

Stagghiasangu. s. m. Sorta di pietra preziosa verde la quale rafferma il sangue.

Stagghiata. s. f. Opera, lavoro assegnato altrui determinatamente: còmpito. Onde dari, aviri, fari la stagghiata: dare, avere, fare o rendere il compito (Da stagliare, tagliar alla grossa; e staglio computo alla grossa. O dallo Sp. destajo: cottimo).

Stagghiatedda. dim. di stagghiata.

Stagghiateri. s. m. Colui che lavora a cottimo, cottimante (Sp. destajero).

Stagghiatuna. accr. di stagghiata.

Stàgghiu. s. m. Lavoro dato o pigliato a fare non a giornata, ma a prezzo fermo: còttimo. || pigghiari, dari o fari a lu stagghu: pigliare, dare, fare a cottimo, fare staglio. || parrari cu lu stagghiu, non alla distesa, ma a riprese. || fari ’na cosa cu lu stagghiu, a poco per volta, non seguitamente. Da staglio, computo alla grossa.

Staggiunari. V. staciunari.

Staggiuni. s. f. Nome comune a ciascuna delle quattro parti dell’anno: stagione. || Tempo in cui le cose sono nella loro perfezione: stagione. || Ora, momento: stagione. || Tempo semplicemente: stagione. || fora staggiuni, non opportuno: fuori stagione. || Prov. ogni fruttu voli la so staggiuni: ogni frutto vuol la sua stagione. || bona staggiuni, natali a lu suli e pasqua a lu fucuni, nell’inverno non fa male star al sole, nel principio di primavera sì, con pericolo di non passar bene l’estate, cioè di ammalarsi.

Stagnalora. s. f. Cartuccia da schioppo, fatta però di latta.

Stagnanti. add. Che stagna, che non corre: stagnante.

Stagnapadeddi. s. m. Colui che per mestiere va in giro acconciando padelle: acconciapadelle.

Stagnari. v. a. Coprire di stagno la superficie di checchessia: stagnare. || Dar l’invetriatura a’ vasi di terra: invetrare, invetriare. || intr. Fermarsi l’acqua senza scorrere, per mancanza di declivio: stagnare. || Cessare di versare, rasciugare: stagnare. || Tenere dell’acqua dentro un vaso di legno, acciocchè ingrossando turi ogni fessura: stagnare.

Stagnata. s. f. L’azione dello stagnare. || Vaso fatto di stagno o latta, che si adopera comunemente per uso di conservarvi olio: stagnata.

Stagnataru. s. m. Quegli che lavora di stagno, acconcia e vende stagni: stagnajo, stagnattajo.

Stagnatedda. dim. di stagnata: stagnatuzza. || fari lu mussu comu ’na stagnatedda, percuotere altrui il viso con pugni, sino a fare gocciolare sangue dalla bocca.

Stagnatu. add. Da stagnare: stagnato, invetriato. || met. Vale svergognato: sfacciato.

Stagnatura. s. f. L’atto e l’effetto dello stagnare: stagnatura.

Stagnolu. s. m. Foglia di stagno battuto: stagnuolo.

Stagnu. s. m. Metallo dattile, di un colore argenteo, più duro e più tenace del piombo, è il più fusibile e il più leggiero de’ metalli: stagno. ||Vasi o piatterìa di stagno: stagno. || Materia che si dà sopra i vasi di terra, e li rende lustri e impenetrabili all’umido: vetrina, invetriatura. || Ricettacolo d’acqua, che si ferma o muore in alcun luogo: stagno.

Stagnu. add. Ristagnato: stagno.

Stagnuni. accr. di stagnu: stagnone.

Staiddatu. V. nsainatu.

Stalintaggini. s. f. Svogliatezza: stalentaggine.

Stalintatu. add. Disadatto, svogliato: stalentato.

Stallami. s. m. Luogo dove si tengono bestie, p. e. stallami di voi: bovile. || – di pecuri: pecorile, ovile. || – di porci: porcile, stalluccio. || – di cavaddi: scuderia (An. Cat.).

Stallari. v. a. Situare in un luogo: collocare. P. pass. stallatu: collocato (da stallo: luogo dove si sta).

Stallàticu. s. m. Luogo dove s’albergano le bestie: stallaggio.

Stallu. s. m. Lo stare, dimorare, luogo dove si sta: stallo. || I sedili dove stanno i canonici: stallo. || stari a lu so stallu, non si muovere, star al suo posto.

Stalluni. V. stadduni. || Luogo dove si tengono gli stalloni per la monta. || V. stallami.

Stallunìa. V. staddunaggiu.

Stama. V. stami.

Stamali. s. m. Si chiama stamali di stragula: la pertica della treggia.

Stamatina. avv. Stamane, stamani, stamattina.

Stamentri. Voce composta e contratta, varrebbe quanto dire: ’nta stu mentri: nel mentre.

Stami. s. m. T. bot. Parte fecondante che costituisce nella pianta l’organo mascolino: stame.

Stamigna. s. f. Tela fatta di stame o di pel di capra per uso di colare: stamigna. || È anche una specie di saja usata in antico. || Rete da pesci, usata alla pesca vicino riva: rivale, vangajuola.

Stamili. V. stamali.

Staminetta. V. stamigna.

Stammeccu. s. m. Sorta di navilio: zambecco, stambecco.

Stampa. s. f. Arte colla quale, per via di caratteri mobili composti, mercè una specie di inchiostro passatovi su, s’imprime sulla carta: stampa. || Effigiamento, impressione: stampa. || Per sim., modello: stampa. || Specie di punsone da stagnaio: stampo. || Ogni buco del ferro del cavallo: stampo. || Imagine impressa sur un foglio per mezzo di acciaio, rame o legno inciso: stampa. || Macchia sulla pelle: chiazza. Per macchia in generale. || Quelle macchie di pelle bruciata che resta nelle cosce di chi tiene scaldino sotto: vacche. || Orma che lascia il cavallo in terra; che Villani disse: ferrata. || jiri ê stampi, esser pubblicato per le stampe: andare alle stampe. || cosa di jiri ê stampi, cosa singolare, originale. || essiri ’na stampa e du’ figuri, somigliarsi molto, esser anzi uguali: somigliarsi come due goccioli di acqua. || pirdirisi la stampa, esser unico: rompere la stampa. || stampa di loccu, di minchiuni, val quanto dire pezzo di... [p. 969 modifica]

Stampabbili. add. Che può essere stampato: stampabile.

Stampachiaravalli. s. m. (Biundi ) Bugiardo: sballone.

Stampari. v. a. Pubblicar un’opera colle stampe: stampare. || Imprimere, effigiare: stampare. || Imitare perfettamente checchessia. || fig. Inventare, spacciar frottole: sballare, sbombare. Far presto una cosa, cominciarla e finirla subito: stampare una cosa (Fanf. note alla Mea). || stampari munita: batter moneta.

Stamparìa. s. f. Luogo dove si stampa, dove lavorano gli stampatori: stamperia.

Stampariedda. dim. Stampariuccia.

Stampasanti. s. m. Chi fa sentire.

Stampata. s. f. L’azione dello stampare: stampata (V. participiu).

Stampatedda. dim. di stampata.

Stampateddu. dim. di stampatu.

Stampatellu. s. m. Carattere che imita la stampa: stampatello, stampatella.

Stampatu. add. Da stampare: stampato. || Bucherato: stampato. || Somigliante. || parrari comu un libbru stampatu, per ischerzo si dice nell’approvare l’altrui detto, e anco per ironia: parlare come un libro stampato.

Stampatureddu. dim. di stampaturi: stampatoruccio.

Stampaturi. s. m. Colui che stampa, e per lo più che stampa libri: stampatore.

Stampazza. pegg. di stampa: stampaccia.

Stampedda, Stampella. s. f. Gruccia: stampella.

Stampiari. V. macchiari.

Stampicedda. dim. di stampa: stampetta. || Macchietta.

Stampigghia. s. f. Incisione di una parola o una firma, per far più presto dovendosi spesso scrivere quella parola. || Tabellone del lotto.

Stampu. s. m. stampi, diconsi i buchi nel ferro del cavallo: stampi (Siciliano).

Stampuzza. dim. e vezz. di stampa.

Stanari. v. a. Far uscire dalla tana: stanare. || intr. Uscire dalla tana: stanare.

Stancabbili. add. Che facilmente si stanca: stancabile.

Stancari. v. a. Straccare, tor le forze, venir meno: stancare. || Cessar dalla fatica: riposare. || Dar noja, molestia: infastidire. || Dicesi del terreno che s’indebolisce per continue raccolte: stancare. || rifl. Stancarsi. || stancajudici, litigante. P. pass. stancatu: stancato.

Stancata. s. f. Lo stancare: stancamento.

Stanchizza. s. f. Mancamento, diminuimento di forze: stanchezza.

Stancu. add. Che ha stanchezza: stanco. Sup. stanchissimu: stanchissimo.

Stanculiddu, dim. Stanchetto.

Stanga. s. f. Pezzo di travicello che serve a vari usi: stanga. || Segnatamente quello che serve a sbarrare dietro le imposte di porte, finestre: stanga. E quelle in ferro ad arpione: contrafforte. || Dicesi ad uomo lungo: perticone. || – a bracciu, ferro che serve per rafforzare da dentro l’imposta di porta o finestra, è a guisa d’un gancio grande: contrafforte.

Stangari. v. a. Puntellare e rafforzare colla stanga: stangare. || rifl. pass. Serrarsi in casa per paura di esterna violenza, o simile: asserragliarsi. P. pass. stangatu: stangato.

Stangata. s. f. Colpo di stanga: stangata.

Stangatedda. dim. di stangata.

Stangatuna. accr. di stangata.

Stanghetta. dim. di stanga: stanghetta. || È termine di arnesi in varie arti: stanghetta. || – di la statia: ago della stadera.

Stanghïari. v. intr. Sciupar il tempo girovagando: bighellonare.

Stanghicedda, Stanghitedda, Stanghitta. V. stanghetta.

Stanguna. accr. di stanga: stangone.

Stangunazzu. pegg. e accr. di stanguni.

Stanguni. V. stanguna. || met. Persona troppo alta, e non ugualmente grassa: perticone, stangone (Fanf. Voci ecc. d. parlar fior.).

Stannuccu. V. stantuffu.

Stanotti. avv. Questa notte, la notte immediatamente passata, o la prossima a venire: stanotte.

Stantalora. s. f. Travicello quadrato alquanto lungo di castagno: asticciuola.

Stantàniu V. istantaniu (Pasq.).

Stanti. s. m. Punto, tempo, momento: stante. || partic. avverb. Vale dopo, per, in conseguenza: stante. || ’nta stu stanti, in questo mezzo: in questo stante. || stanticchì: stantechè. || stanti la tali cosa, a cagione di essa: stante la tal cosa.

Stantìu. add. Dicesi di ciò che per troppo tempo ha perduto sua freschezza e perfezione: stantìo.

Stantuffu. s. m. Cilindro di legno o d’altro entro una tromba o simile, che col suo moto attragga o spinga il fluido: stantuffo.

Stanza. s. f. Nome generico degli ambienti di una casa: stanza. || Abitazione, alloggio: stanza. || Strofa: stanza. || Per istanza (A. V. ital. stanza per istanza).

Stanzazza. pegg. di stanza: stanzaccia.

Stanzetta. V. stanziedda.

Stànzia. V. stanza (A. V. ital. stanzia).

Stanziali. add. Permanente: stanziale.

Stanziari. v. a. Collocare, situare: stanziare. || intr. Dimorare: stanziare. P. pass. stanziatu: stanziato.

Stanzicedda, Stanziedda. dim. di stanza: stanzetta, stanzerella, stanziuola, stanzuola.

Stanzineddu. dim. di stanzinu: stanzinuccio, stanziolino.

Stanzinu. dim. di stanza: stanzino.

Stanzuni. accr. di stanza: stanzone.

Stappari. V. stuppari. || V. stappariddari. || Cavar il tappo: stappare. P. pass. stappatu: stappato.

Stappariddari. v. intr. Aprirsi o rompersi con forza: scoppiare, spaccare. || Spiccarsi dal muro e cascar pezzi d’intonaco, il gettar che fanno gl’intonachi di calcina, porzione di lor superficie qua e là: sbullettare, scanicare. || Scheggiare: schiappare. P. pass. stappariddatu: sbullettato ecc.

Stappariddiari. v. a. Fare schegge di alcun legno, scoscendere: schiappare. || V. stappariddari. P. pass. stappariddiatu: schiappato.

Starciari. v. a. Tagliar le ali del tonno (Mal.). [p. 970 modifica]

Starciaturi. s. m. Coltello per tagliar le ali ai tonni.

Stari. v. intr. Stare. || Essere: stare. || Consistere: stare. || Essere posto o situato: stare. || Abitare: stare. || Cessare dal moto: stare || Fermarsi ritto: stare. || Fermarsi immobile: stare || Viver bene o male, ritrovarsi in tale o tal’altra condizione di sanità: stare, p. e. come state? bene... || Perseverare: stare. || Contentarsi: stare. || Con la espressione del prezzo ha forza di costare: stare, p. e. il mio schioppo mi sta in cento lire, o a cento lire. || Aver proporzione secondo geometria o aritmetica: stare. || Star mallevadore: stare. || Significare: stare, p. e. qui il verbo sperare sta per temere. || Intertenersi: stare. || Indugiare, tardare: stare, p. e. ci sei stato tanto! Dio mio, quanto sei stato! || nun ci stari tantu: non ci star tanto. || L’esser prossimo a finire tal periodo di tempo, tal cosa, o a compire ecc.: stare, p. e. chi sopra dieci cose ne ha fatto otto, dice: sto per due. || Far buona figura, buon effetto, convenire: tornar bene, star a capello. || Detto di vestiti, di cose che debbano comparire: star bene, avvenirsi, p. e. a lei le si avviene ogni cosa, che fa o porta ogni cosa con grazia ecc. || lassami stari, per non dire, non mettendo in conto, lasciando di parlar della tal cosa: lasciamo stare. || sta detto assolutamente è maniera colla quale si chiede silenzio: sta. || Congiunto agl’infiniti, colla particella per, vale essere in procinto di...: stare per..., p. e. sto per fare, sto per maritarmi ecc. E vale pure, esser vicinissimo: stare tocca e non tocca. || stari a unu, essere in facoltà di lui: star a uno. || – cu unu, servire quello. Buonarroti il giovane ha: venuto a stare con... || – forti, star fermo. || staricci, i ragazzi nel giuoco lo dicono in senso di aver fallato, e dover desistere per lasciare giocar gli altri. || stari pri li fatti soi, badar a fatti suoi: stare nelle sue. || lassari stari ad unu, non inquietarlo, cessar di nojarlo: lasciare stare chicchessia. || Detto di cosa, non toccarla, non muoverla: lasciare stare. || stari, riempitivo, p. e. nun ci stari a dari, nun ci stari a diri ecc. || Cessare di inquietare, o dar fastidio: smettere. E fari stari, fare che altri smetta. || stari cu li palori d’unu o a li palori d’unu, prestargli fede: starsene a uno. || è un omu cu cu’ si cci po stari, ci se ne può fidare: è un uomo che ci se ne può stare. || aviricci a stari pri fonza, dover fare ciò che altri vuole: averci a stare. || stari cu la manu a la mascidda, viver sicuro: star a chiusocchi. || sta o statti, vale far silenzio, o cessare di far l’inquieto: sta, statti, smetti. || stari all’erta, andar cauto nel parlare o nell’operare: star all’erta. || Più cercare di osservare, di accorgersi: spiare. || stari a la posta, attender l’occasione, il destro: star alla posta, al macchione. || bonu ti staja o beni ti stia, ti merti così: te ne sta il dovere, ben ti stia. || stari bonu cu unu, essergli in grazia, in buona relazione: star bene con alcuno. || – supra la sua, tener suo grado, stare sul grande: star sulla sua. || chi ci stai a fari? che indugi?: che stilli? || quantu sta la tali cosa? si dice quando uno per giocar al lotto un fatto, vuol cercare nel libro dei sogni che numero ha assegnato tal voce: che numero fa una tal cosa? || fari stari, vale anche: insudiciare, e anche conciar male: scazzottare (Fanf. Voci fior.). Onde farisi stari: insudiciarsi, esser concio. || stari a una cosa, parteciparvi: star a una cosa; p. e. a codesta impresa ci sto io per un terzo. || staricci, vale farlo volentieri, accomodarvisi: starci, p. e. a un bel piatto di maccheroni ci starei anch’io. || nun ci staju, non mi piace: non batterci, p. e. io col solo brodo non me la batto o non mi ci batto. || rifl. a. Starsi. || starisi ’ntra lu so nenti, procedere temperatamente, senza uscir dalla sua condizione: star ne’ suoi panni, o ne’ suoi cenci. || Prov. cchiù chi mancu semu, megghiu stamu, ciò s’intende a un desinare, e al dividersi checchessia, o simile, in cui naturalmente quanto meno sono, tanto più ne tocca. || chiddu è lu bonu stari, unni è lu bonu campari. V. in bonu. P. pass. statu: stato.

Stari. s. m. Stanza, dimora: stare.

Stasciuni. V. staciuni.

Stasi. s. m. T. med. Stagnazione di sangue o d’altro umore in qualche parte organica: stasi, ristagno.

Stasira. avv. Questa sera: stasera.

Stassa. V. stazza.

Stata. s. f. Lo stare: stare. || Stanza, dimora: stare.

Stati. s. f. La stagione più calda: estate, state. V. està.

Statìa. s. f. Strumento col quale si pesa, formato a lieva e contrappeso: stadera (A. V. ital. statea. Guittone d’Arezzo). || met. Spada: stadea.

Statiaru. s. m. Facitore di stadere: staderajo.

Statiazza. pegg. di statia.

Stàtica. s. f. Scienza dello equilibrio de’ corpi: stàtica.

Statiedda. dim. di statia: staderina.

Statincu. V. in linu.

Statinu. dim. di statu, nel senso di piano § 2.

Statiola. V. statiedda.

Statistica. s. f. Scienza che fa conoscere le ricchezze, le forze, la popolazione ecc. di uno Stato: statistica.

Statìsticu. add. Appartenente a statista o a statistica: statistico.

Statiuna. accr. di statia: staderone.

Statu. s. m. L’essere, grado, condizione: stato. || Descrizione, elenco dimostrativo di checchessia: specchio, quadro. || Professione di vita: stato. || Modo di vivere, mantenimento: stato. || Dominio, signoria, potenza: stato. || Paese ove altri ha signoria: stato. || Il governo di un popolo: stato. || statu naturali, l’esser naturale di chicchessia, prima di alterarsi: stato naturale. || – maggiuri, T. mil. l’unione degli uffiziali che rappresentano la direzione dell’armata, o del corpo: stato maggiore. || – di la frevi, quando giunta al colmo pare già stazionaria: stato della febbre || pigghiari statu, accasarsi, o entrar in un convento: mutare stato. || canciari statu, mutar fortuna. || Prov. invanu tenta lu statu mutari, cu’ [p. 971 modifica] nun ha la fortuna in sò favuri: non vale levarsi a buon’ora, bisogna aver ventura. || cu’ muta statu, muta di cundizioni: chi muta lato, muta stato.

Statua. s. f. Figura di rilievo, in sembianza umana, o d’animale anco: statua. || pariri ’na statua, stare ritto e zitto, senza muoversi: parer una statua. || far la statua, è una penitenza solita darsi nei giuochi da veglia, consiste nello starsi fermo uno e lasciarsi situare a volontà de’ giocanti.

Statuaria. s. f. L’arte di fare statue: statuaria.

Statuàriu. s. m. Colui che fa statue: statuario.

Statuariu. add. Detto di marmo, metallo ecc. acconcio a fare statue: statuario.

Statuazza. pegg. di statua: statuaccia.

Statuedda, Statuetta. dim. di statua: statuetta, statuina.

Statuiri. v. a. Deliberare, stabilire: statuire. P. pres. statuenti: statuente. P. pass. statujutu: statuito o statuto.

Statura. s. f. Abitudine del corpo in quanto alla grandezza o piccolezza: statura. || Grandezza assolutamente: statura.

Statutu. s. m. Legge fondamentale colla quale si regge uno Stato, il quale non sia soggetto allo assoluto arbitrio di un tiranno: statuto. || Legge fondamentale di qualsiasi associazione: statuto. || Legge o decreto generalmente: statuto. || testa di fari statutu, savio: cervel da statuto.

Statuuna. accr. di statua: statuone (Mort.).

Stazza. s. f. Fermata, stanza: stazzo. || fari stazza, fermarsi, far dimora in un luogo.

Stazzi. s. m. pl. T. pesc. Corde di canapa che tengono la manica della rete (forse da staccia V.).

Stazzioni. s. f. Fermata, stanza: stazione. || T. eccl. Visita che si fa a qualche chiesa, per ordine del Papa, per adorare Dio: stazione. || Quell’edifizio dov’è l’ufficio delle ferrovie, d’onde parte e dove arrivan i convogli: stazione. || – militari, luogo di fermata dopo una marcia, onde riposarsi e riprendere poscia la via: stazione militare. || – di carabbinieri, sito dove sta un manipolo di carabinieri per la sicurezza pubblica: stazione di carabinieri. || T. agrim. Quel tratto di livellazione, il quale si compie in due battute di livello: stazione.

Stazziunali. add. T. eccl. Della chiesa ove fannosi le stazioni nel giubileo: stazionale (Mort.).

Stazziunàriu. add. Fermo in qualche luogo o paese: stazionàrio. || Si dice di coloro che si affaticano a fermare il corso regolare del progresso delle nazioni civili; novelli Sisifi della favola: stazionario. || Dicesi di malattia che pervenuta a un certo grado, sembra non far progresso: stazionario.

Stazziunarisi. v. intr. pron. Fermarsi qualche tempo in un paese: soggiornare, dimorare, stanziare.

Stazziunedda. dim. di stazzioni.

Stazzunaru. s. m. Facitore di vasi e stoviglie di terra cotta: vasellajo, stovigliajo, fìgulo.

Stazzuni. s. m. Fabbrica di vasellami e stoviglie di terra cotta: figulina. || E dove si fanno le tegole, i mattoni ecc.: mattonaja (Da stazzonare per palpeggiare, brancicare, quindi quasi maneggiare).

Steàricu. add. Di sostanza risultante dalla reazione degli alcali sopra il grasso, che arde: steàrico.

Stearina. s. f. Sevo, grasso del montone, del bue, del porco, il più solido: stearina.

Steccicocciu. s. m. Sorta di carrozza ad omnibus chiuso (M. Siciliano).

Stedda. V. astedda. || Pezzo di tavolona onde si ricava la cassa dell’archibugio.

Stèfanu. s. m. Voce di gergo, per ventre, stomaco: stefano (Mort.).

Stellària. s. f. T. bot. Pianta alta un due palmi, stelo diritto, liscio; foglie lanceolate, finalmente seghettate, lisce; fiori bianchi, grandi: stellaria. Stellaria holostea L.

Stemma. s. m. Scudo gentilizio, insegna, arma: stemma.

Stènniri. v. a. Allargar o allungare una cosa ristretta o raccolta insieme: distèndere, stèndere, tendere. || Posare in terra per lungo e largo checchessia: distendere. || Distendere per terra, atterrare, spianare: stèrnere. || Allargare, spiegare su corda tesa o su altro i panni lavati, perchè si rasciughino: tèndere || Spiegar all’aria i panni ecc.: sciorinare. || stenniri ad unu, uccidere: distendere uno. || rifl. a. Distendersi. P. pass. stinnutu: disteso, steso, teso. || Sciorinato.

Stenografìa. s. f. Arte di scrivere con gran celerità, abbreviando o con cifre: stenografìa.

Stenògrafu. s. m. Colui che sa ed esercita stenografia: stenògrafo.

Stentu. s. m. Lo stentare, patimento, calamità: stento. || appizzaricci lu stentu e la liscìa, adoperarsi indarno, senza buon esito, talvolta con effetto contrario: metterci il mosto e l’acquerello. || a stentu, posto avv. con fatica, con difficoltà, a poco a poco: a stento. || a gran stentu, a fatica molta, appena: a grande stento.

Stenuari. V. estenuari.

Stercari. v. a. e intr. Cacare: stercare.

Stercorari. v. a. Spargere il concime nei campi: stabbiare, letaminare.

Stercorazzioni. s. f. Il letaminare: letaminazione.

Stercòreu. add. Di sterco: stercòreo (Mort.).

Stercu. s. m. Fecce che si mandano pel culo: sterco.

Stereotipaggiu. s. m. Lo stampare per istereotipìa: stereotipaggio (Mort.).

Stereotipari. v. a. Stampare libri stereòtipi: stereotipare.

Stereotipìa. s. f. L’arte di stereotipare: stereotipìa.

Stereòtipu, add. Stampato con pagine in lastre, in cui i caratteri della composizione sono saldati da sotto, e si conservano per la ristampa: stereòtipo.

Steri. V. A. per casa V. Vien dal greco; e ha dato origine in italiano a tante voci composte come Mona-stero, Mini-stero, dica-stero, e anco al falanstero di Fourier. Cioè casa di monaci ecc. || Podere (a Resuttano).

Stèrili. add. Che non genera, non produce, non fruttifica: stèrile. Sup. sterilissimu: sterilissimo. [p. 972 modifica]

Steriliri. v. a. Rendere sterile: sterilire. || intr. Diventare sterile: sterilire. P. pass. sterilitu: sterilito.

Sterilità. s. f. Contrario di fecondità e di fertilità: sterilità, sterilitade, sterilitate. || Pochezza, scarsezza: sterilità.

Sterilizza. s. f. Sterilità: sterilezza.

Sterilmenti. avv. Con sterilità: sterilmente. || fig. Con poco frutto: sterilemente.

Sterlìniu. s. m. Sperimento scrupoloso, esame: prova. || Conto. Onde tirarisi lu sterliniu, farsi i conti. || fari lu sterliniu, far la prova delle monete, dar loro il titolo: saggiare || fig. Esaminare diligentemente e accuratamente, analizzare.

Sterlinu. Aggiunto di lira, moneta inglese del valore di 25 lire italiane: sterlina.

Sterminari, V. esterminari.

Stermìniu. V. esterminiu.

Sterna. Accorciativo di cisterna V. (in Catania).

Sternu. V. sterili. || vecchiu sternu, vecchione.

Sterru. s. m. Lo sterrare, sterramento: sterro. || La materia cavata nello sterrare: sterro. || Pezzi di calcina secca, nelle rovine di muraglie: calcinaccio. || Terreno simile alla rena o misto di rena: renaccio. || Roccia ridotta in pietrucce o roccia terrosa delle miniere di zolfi. || Rottami di fabbrica diruta: macèrie. || Idiotismo per sterili V.

Stèssiri. v. a. Contrario di tessere, disfar il tessuto: stessere. P. pass. stissutu: stessuto.

Stessu. pron. L’identica persona, è più di medesimo: stesso. || add. Stesso. Sup. stessissimu: stessissimo.

Stestè. s. m. Voce fanciullesca, sinonimo di asinello. || Per ingiuria detto ad uomo, stupido: buacciolo, ciuco.

Stiavucca. V. tuvagghia (da stujari e vucca).

Stiavucchedda. dim. di stiavucca.

Stibbiatu. add. Di medicamento in cui entri dello stibiato.

Stibbiu. s. m. Antimonio: stìbio.

Sticca. s. f. Pezzo di legno propriamente piano: stecca. || Legnetta di cui si servono i calzolai per lustrare e perfezionare la suola delle scarpe: stecca, lisciapiante. || Strisce di osso di balena o altro, che si mettono nel busto delle donne: stecca. || Arnese da piegare, tagliar fogli, e simile: stecca. || Arnese di legno, lungo e rastremato, che serve a giocar al bigliardo: stecca. || Spezie di coltello d’avorio per istaccar dal vaso la crema (An. Cat.). || – di la serra. V. sticchetta. || stari comu ’na sticca ’ntall’occhi, dar noja, dar fastidio molto. || mittirisi a sticchi e nnicchi, star in ostinata contesa, non andar mai d’accordo: star punta a punta.

Sticcadenti. V. palicu (Pasq.).

Sticcata. s. f. Colpo di stecca: steccata. || Per stuccata V. || Per scurnata V.

Sticcatedda. dim. di sticcata.

Sticcatu. s. m. Riparo dell’esercito, o delle città, fatto di legname: steccato. || Riparo o spartimento fatto per impedire di passare, o di muoversi disordinatamente la gente: stecconata (Tomm. D.). || Piazza o luogo chiuso per giostre o simile: steccato. || Chiusura di stecconi: steccato.

Sticcatuna. accr. di sticcata.

Sticcazza. pegg. di sticca: steccaccia.

Sticchetta. dim. di sticca: stecchetta. || Quella con cui i calzolai lustran le suola delle scarpe: liscetto, lisciapiantino (in Firenze). || Fascia per uso di stringere: strettoja. || – di la serra, quello stecco dietro la sega, che tiene la corda tesa, mercè il suo rattorcirsi: nòttola (Car. Voc. Met.). || Piccole stecche del busto da donne: stecchine.

Sticchettu. s. m. Secco, sottile, appuntato: stecchetto.

Sticchi-e-nicchi. V. in sticca.

Sticchiari. v. intr. Il resistere che fa il cavallo alla voglia di chi lo guida: ricalcitrare. || V. attirantari. || Giocar al bigliardo senza però indicar a qual gioco, così a caso colle stecche. || sticchïarisi, indugiare, perder tempo: dondolarsela. E per sdolcinarsi. || Partire (Muse sic.).

Sticchicedda. V. sticchetta.

Sticchiceddu. dim. di sticchiu. || Fichina.

Sticchiettu. V. sticchiceddu. || met. Avvilitivo di uomo piccolo ecc.: scazzatello.

Sticchiggiarisi. V. sticchïarisi, in sticchïari.

Stìcchiu. s. m. Apertura, adito per dove escon fecce dal culo: orificio, orifizio. || Parte vergognosa della donna: fica. || Esclamazione, nella bocca de’ poco puliti parlanti: capperi! perdinci!

Sticchiuteddu. dim. di stucchiutu.

Sticchiutu. V. minchiunutu.

Sticcunatu. s. m. Chiusura fatta di stecconi: stecconato.

Sticcuni. accr. di sticca, arnese con cui i calzolai lustran le suola delle scarpe: lustrapiante, mazza da lisciare.

Sticulari. v. intr. Voce coniata per la rima sdrucciola, è in un canto di quelli raccolto da Salv. Salomone-Marino, in questo verso: unni camini tu la terra sticula.

Stidda. s. f. Corpo celeste luminoso: stella. || Punto di costellazione: stella. || Destino: stella. || fig. Occhio: stella. || Quella macchia bianca che hanno in fronte i cavalli: stella; e se si stende verso giù: cometa. || Balocco che si fa con carta stesa su due cannucce in croce, il quale si manda in aria quando spira vento: aquilone. || Strumento di parecchie arti fatto a foggia di stella: stella. || Composizione di materia combustibile, la quale gettata in aria brilla come stella: stella. || Ruota a dente in cui ferma il palettino mobile del subbiello in cui s’avvolge il cignone della carrozza: stella. || Sorta di pastina piccola: stelle (a Firenze). || Guida, scorta: stella. || Quella parte dello sprone fatto a uso di stella, che pugne: stella, spronella. || Vi è esempio anco per stilla, piccola gocciola. || partiri la stidda, far volare l’aquilone: mandar l’aquilone. || iri a li stiddi, fig. sollevarsi molto: andar alle stelle. || taliari ’nterra, e cuntari li stiddi, esser più doppio d’una cipolla. || vidiri o fari vidiri li stiddi di menziornu, sentire o far sentire vivo dolore: vedere o far vedere le stelle a mezzogiorno, far vedere le lucciole ad alcuno.

Stiddària. V. stellaria. [p. 973 modifica]

Stiddatu. s. m. Soffitto, tavolato. || Cielo stellato: stellato.

Stiddatu. add. Pieno di stelle: stellato. || Di cavallo, che abbia macchia bianca in fronte: stellato.

Stiddazza. pegg. di stidda e di stedda.

Stiddiamentu. s. m. Offuscamento della vista occupata da soverchio splendore: abbarbagliamento.

Stiddiari. v. intr. Offuscarsi la vista colpita da soverchia luce, aver negli occhi certi bagliori pari allo scintillar delle stelle: abbarbagliarsi. || att. Ricamare, coprire di stelle: stelleggiare. || Ridurre in ischiappe o rocchi: arrocchiare. || Scheggiare: schiappare (Qui deriva da stedda per astedda). P. pass. stiddiatu: abbarbagliato. || Stelleggiato, stellato. || Arrocchiato.

Stiddicedda. dim. di stidda: stellina. || dim. di stedda.

Stiddu. s. m. Viluppo di fila da introdurlo nelle piaghe: stuello.

Stiddu. add. Di cavallo che abbia nella fronte alcuna macchia bianca: stellato.

Stidduna. accr. di stidda: stellone. || accr. di stedda.

Stidduzza. dim. di stidda: stelletta, stellina, stelluzza. || Piccolo aquilone. || In pl. sorta di pasta piccina: stelline.

Stifaniari. v. intr. Parlar troppo: cicalare. || Oziare: bighellonare, gingillare.

Stifaniata. s. f. Il cicalare: cicalata, cicaleccio.

Stifizzaru. V. strifizzaru.

Stigari. V. istigari.

Stigghiata. add. Di cosa o luogo addobbato in masserizie.

Stigghiola. s. f. Manicaretto di budella attortigliate coll’omento di capretto, agnello ed anco di pollo. || Per sim. cosa lunga più del solito.

Stigghiolu. s. m. Si dice ad uomo lungo e sciocco: citrullo, perticone.

Stigghiu. s. m. Nome collettivo di ogni cosa di uso della casa, della bottega, fabbrica, laboratorio ecc.: arnese. || Arnesi ad uso della famiglia, il grosso addobbo di casa: masserizie. || Specialmente gli arnesi di terra da cucina: stoviglie. || stigghi, sono gli strumenti di ciascun’arte: ordigni, utensili. || cugghirisi li stigghi. V. cugghirisi li pezzi.

Stigghiulata. s. f. Le interiora.

Stigghiulazza. pegg. di stigghiola.

Stigghiuledda. dim. di stigghiola.

Stigghiuluna. accr. di stigghiola. || Donna lunga: perticone.

Stigghiuluni. s. m. Dicesi a uomo soro e lungo di persona: perticone, sparagione.

Stigghiusu. add. Dicesi delle noci di pessima qualità, di cui il gheriglio è siffattamente attaccato al guscio, da non potersi spiccare intero: noce malescia. || Per schinfignusu V.

Stigghiutu. V. stacciutu.

Stigliusu. V. stigghiusu.

Stilari. v. intr. Praticare, costumare: stilare. P. pass. stilatu: stilato.

Stilazzu. pegg. di stili: stilaccio.

Stilettu. s. m. Stile, arma corta da offendere: stiletto.

Stili. s. m. Pugnale, arma corta, fina: stiletto, stilo, stile. || L’ago degli orioli a sole: stilo. || Strumento chirurgico, e comune anco agl’incisori: stile. || Costume, modo di procedere: stile. || Ciò che si pratica comunemente in certi luoghi o in certe occasioni: stile. || Qualità o modo di scrivere sia in poesia che in verso: stile.

Stilittari. v. a. Ferire con istiletto: stilettare. P. pass. stilittatu: stilettato.

Stilittata. s. f. Colpo o ferita data con istiletto: stilettata.

Stilitteddu. dim. di stilettu: stilettino.

Stilla. V. stidda (S. Salomone-Marino).

Stillari. v. a. Cavar l’umore da qualche cosa per forza di caldo o di strumento all’uopo: stillare.

Stillària. V. stellaria.

Stilletta. s. f. T. tip. Asterisco: stelletta. || Per sim. la stella dello sprone: spronella.

Stillettu. V. stilettu.

Stillicìdiu. s. m. Lo stillare dell’acqua da tetto mal coperto o simile: stillicìdio. || L’umore stesso che stilla: stillicidio. || T. med. Versamento lento di un liquido, che esce a poco a poco: stillicidio.

Stillinchiari. V. svèniri. || V. anco stinnicchiari.

Stillìnchiu. s. m. Deliquio, svenimento: sdilinquimento. || Sdrajamento.

Stillìniu. V. sterliniu.

Stima. s. f. Il prezzo assegnato ad una cosa dallo altrui giudicio: stima. || L’assegnar esso prezzo: stima. || Opinione favorevole che si ha di qualcuno, derivante dalla conoscenza dei suoi meriti: stima. || fari stima, aviri stima, stimare, aver in pregio: tenere, avere in istima, fare stima.

Stimabbili. add. Degno di stima: stimabile. Sup. stimabbilissimu: stimabilissimo.

Stimari. v. a. Dar giudicio del valore di una cosa: stimare. || Giudicare, pensare, immaginare: stimare. || Aver in pregio: stimare. P. pass. stimatu: stimato.

Stìmati. s. m. pl. Le cicatrici delle cinque piaghe di Gesù Cristo: stìmate. E in Palermo un ex monastero sotto tal nome.

Stimatissimu. add. sup. di stimatu: stimatissimo.

Stimativa. s. f. Facoltà di giudicare nel confronto di più cose: stimativa.

Stimativu. add. Atto a stimare: stimativo. || prezzu stimativu: prezzo di stima.

Stimaturi –tura –trici. verb. Chi o che stima: stimatore –trice.

Stimilatu. V. stimuratu (Pitrè, canti pop.).

Stiminzatu. V. stimuratu (Mal.).

Stìmmati. V. stimati.

Stimpagnamentu. s. m. Lo sfondare: sfondamento.

Stimpagnari. v. a. Rompere il fondo, dicesi delle botti: sfondare. || Generalmente: sturare, stappare. || V. anco stimpari. || intr. Disfarsi di ciò che impedisce il fluido rinchiuso di potere scorrere, e venir fuori il contenuto (da timpagnu) P. pass. stimpagnatu: sfondato, sturato ecc.

Stimpagnata. s. f. L’azione dello sfondare, dello sturare. [p. 974 modifica]

Stimpari. v. a. e intr. Frenare, scoscendere il terreno: smottare (da timpa o timpuni). P. pass. stimpatu: smottato.

Stimpatura. s. f. Scoscendimento, frana, e il luogo dov’è avvenuto: smottamento.

Stimpiramentu. s. m. Lo stemperare: stemperamento. || Alterazione del natural temperamento: stemperamento. || Relativamente a’ metalli, vale diminuzione della durezza: stemperamento.

Stimpiranza. s. f. Intemperanza: stemperanza.

Stimpirari. v. a. Disfar checchessia in un liquido: stemperare. || Levare la tempera: stemperare. || Del guastar la temperatura della penna: stemperare. || – la quacina, farla lievitare in poc’acqua nel truogolo: spegnere la calce. P. pres. stimpiranti: stemperante. P. pass. stimpiratu: stemperato.

Stimpiratamenti. avv. Intemperatamente: stemperatamente.

Stimpiratizza. s. f. Stemperatura: stemperatezza.

Stimpiratura. s. f. Stemperamento: stemperatura.

Stimprari. V. stimpirari.

Stimpuniamentu. s. m. Lo erpicare: erpicamento. || Il campucchiare.

Stimpuniari. v. a. Spianare e tritare la terra dei campi lavorati: erpicare (da timpuni). || fig. Stentare la vita: rigirarsela, sbarcarsela, campucchiare, regger la vita. || Tirar innanzi a stento un lavoro: stintignare. || Guadagnucchiare. P. pass. stimpuniatu: erpicato. || Campucchiato.

Stimpuràniu. V. estempuraniu.

Stimulanti. add. Che eccita, che stimola: stimolante.

Stimulari. v. a. Pungere collo stimolo: stimolare. || Incitare, e precisamente dello effetto di certi farmachi i quali eccitano l’azione organica: stimolare. P. pass. stimulatu: stimolato.

Stimulativu. add. Atto a stimolare: stimolativo.

Stìmulu. s. m. Strumento con cui si pungono le bestie per sollecitarle al cammino: stìmolo. || Incitamento: stimolo. || L’effetto che producono certi farmachi, i quali eccitano ed accrescono le azioni vitali: stimolo. || Voglia di scaricar il ventre, la vescica ecc.

Stimulusu. add. Pieno di stimoli: stimoloso.

Stimuratu. add. Senza timore: intrepido, impavido.

Stimuratuni. accr. di stimuratu.

’Stinaci, ’Stinatu. V. ostinatu.

Stinchiarata. s. f. Sterco liquido, cacata: squacchera.

Stìnciri. v. intr. Perdere la tinta e il colore: stignere. || Trapassare, trasudare, o il perdersi o imbrattare che fa un colore non buono o non ben dato: stignere. P. pass. stinciutu: stinto.

Stinciuta. s. f. Lo stignere.

Stincu. s. m. T. bot. Pianta che ha gli steli fruticosi, storti, rossi; foglie pennate, pari, con otto foglioline lanceolate, intere, solide lisce, risinose, di odore acuto; il peziolo comune alquanto rosso, alato, i fiori piccoli, i frutti piccoli e rossicci, e se ne trae un umor oleoso. Da questa pianta si trae il mastice: lentischio, lentisco. Pistacca lentiscus L.

Stincuneddu. dim. di stincuni. || Ossicino che sta dentro lo stincu V.

Stincuni. s. m. Albero senza fronde, e co’ rami secchi. || Per listuni V. || Prov. vesti stincuni ca pari baruni. V. in baruni.

Stinnardeddu. dim. di stinnardu.

Stinnarderi. s. m. Colui che porta lo stendardo: stendardiere.

Stinnardu. s. m. Quell’insegna che portan alcuni cleri o congregazioni quando vanno a processione: stendardo.

Stinnicchiamentu. s. m. Il protendere o protendersi.

Stinnicchiari. v. a. Distendere: protendere, stirare. || fig. Riferir un fatto prolissamente: dilungarsi. Detto di canto, allungarlo troppo. || stinnicchiari ad unu, ucciderlo: distendere uno. || rifl. a. Lo allungar le membra che si fa o destandosi o volendo riposarsi da fatica: protendersi, stirarsi. || Sdrajarsi. || E fig. vale anche infingardire (sarebbe un frequentativo di stenniri, come in italiano, p. e. da stirare). P. pass. stinnicchiatu: proteso. || Sdrajato.

Stinnicchieddu. dim. di stinnicchiu.

Stinnìcchiu. s. m. Il protendersi, lo stirarsi: stiratura, stiramento. || fig. Prendesi per finzione di malattia o leggero ed affettato svenimento: sdilinquimento.

Stinnicchiusu. add. Che ostenta leziosaggini e smancerie: smanceroso.

Stinnigghiari. V. stinnicchiari (Calvino).

Stinnìri. V. stenniri.

Stinnituri. verb. Chi stende: stenditore. || T. tip. Luogo destinato a distendervi i fogli di fresco tirati: stenditojo (Zan. Voc. Met.). || Quello arnese con cui si appendono i detti fogli da asciugarsi: gruccia || Luogo dove si tende la biancheria per asciugarsi.

Stinnuta. s. f. L’azione dello stendere, del tendere.

Stinnutedda. dim. di stinnutu.

Stintamentu. s. m. Lo stentare: stentamento.

Stintari. v. intr. Patire o avere scarsità delle cose necessarie: stentare || Indugiare, andar a lungo: stentare. || stintari a fari ’na cosa, farla con difficoltà, averci difficoltà: stentare a fare una cosa. || Affaticarsi: stentarsi.

Stintatamenti. avv. Con istento: stentatamente.

Stintateddu. dim. di stintatu.

Stintatissimamenti. avv. sup. Stentatissimamente.

Stintatu. add. Da stentare: stentato. || Fatto, avuto con istento, e soverchia fatica: stentato. || campari stintatu, vivere miseramente, con mancanza del necessario: stentare, stare a stento. || Detto di opere d’arti, difettose, lontane dal naturale: stentato. || Detto di vestito, stretto: stringato. Sup. stintatissimu: stentatissimo.

Stintu. V. istintu (A. V. ital. stinto).

Stintura. V. stentu.

Stinuari. V. estenuari.

Stinuatu. add. Magro, macilente: stenuato.

Stipa. s. f. Vaso di legname per vino, come una grande botte, che contiene più botti. || T. mar. Il fondo della nave dove mettesi la zavorra: stiva. || truvaricci la stipa, [p. 975 modifica] trovar il modo di far checchessia: trovare la stiva.

Stipaggiu. s. m. T. mar. L’operazione dello stivare: stivaggio (Car. Voc. Met.).

Stipari. v. a. Strettamente unire insieme: stivare. || T. pesc. Metter il pesce marinato o salato a suolo a suolo nelle giare, sia intero o a pezzi: stivare. || Chiudere, riturare: stoppare. || Chiudere con mano un’apertura: murare. P. pass. stipatu: stivato. || Stoppato.

Stipaturi. s. m. Colui che ne’ porti di mare, o sulle navi, soprantende allo stivaggio: stivatore (Car. Voc. Met.).

Stipendiari. v. a. Dare stipendio: stipendiare.

Stipendiatu. add. Chi tira stipendio: stipendiato.

Stipèndiu. s. m. Paga degl’impieghi o simili: stipendio.

Stipicedda, dim. di stipa.

Stipiceddu, dim. di stipu: armadino. || Stipetto.

Stìpiti. s. m. Fusto, stelo: stìpite. || fig. La persona prima e comune, onde discendono le famiglie: stipite.

Stipu. s. m. Arnese di legno che serrasi ed apresi con imposte, serve a riporvi checchessia: armàdio, armàrio. || Se è ornato, più piccolo, e serve per riporvi oggetti di lusso e preziosi: stipo.

Stipulamentu. V. stipulazzioni.

Stipulanti. add. T. leg. Che stipula: stipulante.

Stipulari. v. a. Concordare, obbligarsi per pubblico strumento: stipulare.

Stipulatu. add. Da stipulare: stipulato. || s. m. Convenzione.

Stipulaturi. verb. m. Intendesi del notaio che fa i rogiti: stipulatore (Mort.).

Stipulazzioni. s. m. Lo stipulare: stipulazione.

Stiracchiabbili. add. Che può stiracchiarsi: stiracchiabile.

Stiracchiamentu. s. m. Lo stiracchiare: stiracchiamento.

Stiracchiari. v. a. Cavillare, far interpretazioni sofistiche: stiracchiare. || – lu prezzu, disputare con sottigliezza la maggiore o minore quantità: stiracchiare il prezzo. P. pass. stiracchiatu: stiracchiato.

Stiracchiatamenti. avv. Con istiracchiatura: istiracchiatamente.

Stiracchiateddu. dim. di stiracchiatu.

Stiracchiatizza. s. f. Stiracchiatura, sofisticheria: stiracchiatezza.

Stiracchiatuni. accr. di stiracchiatu.

Stiracchiatura. s. f. Lo stiracchiare: stiracchiatura.

Stiramentu. s. m. Stiramento.

Stirari. v. a. Tirare distendendo: stirare. || Distendere e piegare con ferro saldo i pannilini: stirare. || met. Ostinarsi, incaponire. || stirari l’oricchi, per gastigo o per celia: tirar le orecchie. || stirarisi, allungar le membra per sollievo: stirarsi. || Prov. cu’ troppu la stira prestu si rumpi, s’intende la corda, ma si dice sempre di chi è sempre arrogante, troppo duro, troppo nojoso e simile: chi troppo la tira la corda si rompe. P. pass. stiratu: stirato.

Stirata. s. f. L’azione dello stirare: stirata, stiratura. || stirata di cammari, molte stanze in fila: fuga di stanze.

Stiratedda. dim. di stirata.

Stirateddu. dim. di stiratu.

Stiratina. V. stirata, di cui non è dim.

Stiratu. s. m. sediri o starisi a lu stiratu, stare a sedere in campagna a discorrere, a complire per qualche occasione.

Stiratura. s. f. Lo stirare: stiratura. || Così chiamansi certi effetti nervosi: stiratura. || Colei che per mestiere stira: stiratora.

Stiraturi –tura –trici. verb. Chi o che stira: stiratore –trice –tora.

Stirlìniu. V. sterliniu.

Stirpami. s. f. Vacche o simili che non han latte.

Stirpari. v. intr. Dicesi delle capre, vacche ecc. cui manchi il latte. || att. Sverre: stirpare. P. pass. stirpatu: stirpato.

Stirparu. s. m. Guardiano delle vacche senza latte.

Stirpata. s. f. Quantità di bestiame adunato insieme: gregge.

Stirpi. s. f. Schiatta: stirpe. || – d’arvulu, rimettiticcio stentato che pullula da ceppaja di albero: sterpo.

Stirpuni. s. m. Sterpo grande: sterpone. || V. strippuni.

Stirramentu. s. m. Lo sterrare: sterramento (D. B.).

Stirrari. v. a. Levar o scavar il terreno: sterrare. || Tor via i calcinacci. P. pass. stirratu: sterrato.

Stirratura. s. f. Quella parte di terra mischiata con rena rimasa in secco da fiumi.

Stirraturi. s. m. Cesta piccola a due maniglie, che serve ai manovali per trasportare calcinacci, terra ecc.: cestino (Capuana).

Stisa. s. f. Estensione, distendimento, più cose stese l’una dopo l’altra: distesa, stesa (quest’ultima voce biasimata da Ugolini è registrata dal Fanf. nelle Voci ecc. del parlar fiorentino). Lunga nota di numeri da giuocar al lotto. || la stisa di li vrazza, la lunghezza da una mano all’altra delle braccia aperte in croce.

Stissimentu. s. m. Lo stessere (Mal.).

Stissu. V. stessu.

Stissutu. V. in stessiri.

Stisu. P. pass. da stenniri: steso, disteso. || Teso. || ventu stisu, continuo ed uguale.

Stiticari. v. intr. (D. B.) Cagionare stitichezza. In ital. vi è sticare, att. rendere stitico.

Stitichizza. s. f. Qualità di ciò che ha dell’astringente: stitichezza. || Difficoltà di beneficio del corpo: stitichezza. || Modo di procedere fastidioso: stitichezza, stiticherìa. || Avarizia grettezza.

Stìticu. s. m. Quegli che con difficoltà ha il beneficio del corpo: stitico. || Che è affetto di stitichezza: stitico.

Stìticu. add. Di cosa che produce stitichezza: stìtico. || Spilorcio.

Stiticuliddu. dim. di stiticu: stitichetto.

Stivala. s. f. Calzare di cuojo che difende anco la gamba: stivale (s. m.). || fari mettiri du’ pedi ’nta ’na stivala, abbattere, confondere altrui: metterlo in un calcetto.

Stivalaru. s. m. Chi fa stivali (Mal.).

Stivalata. s. s. Colpo dato con istivale: stivalata.

Stivalatu. add. Che calza stivali: stivalato (D. B.).

Stivalazza. pegg. di stivala: stivalaccia. [p. 976 modifica]

Stivaledda, dim. di stivala: stivaletto, stivalino. || Spezie di ghette, a volte fatte di semplici cenci ravvolti alle gambe, che portano alcuni montanari, vetturini o pastori.

Stivaletta. s. f. Quel calzare che giunge appena un po’ sopra al collo del piede: stivaletto.

Stivalittedda. dim. di stivaletta.

Stivaloi. V. stivala. In S. Fratello.

Stivaluna. accr. di stivala: stivalone.

Stivalunazza, Stivalunazzu. pegg. di stivaluna.

Stivaluni. V. stivaluna.

Stivili. Lo scaffale della bottega.

Stizzari. v. intr. Mandar odore: odorare (Pasq.).

Stizzu. s. m. Odore, fragranza (Pasq.).

Stizza. s. f. Ira, collera: stizza. || Parte picciolissima di acqua o altro liquido: gòcciola, stilla. || fig. Poca quantità di checchessia: una gocciola, un zinzino. || a stizza a stizza: a gocciola a gocciola, a stilla. || ogni ’na stizza, ogni momento. || Per guttera V. || Prov. livarisi di li stizzi e mittirisi a li canali, credendo cansar un male piccolo andare incontro ad uno superiore: fuggir l’acqua sotto le grondaje.

Stizzana. V. guttana. || met. Dicesi a persona nojosa: seccafistole. || Prov. la stizzana fa pirtusu: a goccia a goccia s’incava la pietra.

Stizzanti, add. Che stizza: stizzante. || Nojoso, impronto.

Stizzari. v. intr. Prendere stizza: stizzare. || intr. pron. Stizzirsi, stizzarsi. || att. Scuoter di tizzoni la parte bruciata: stizzare (Tomm. D.). P. pass. stizzatu: stizzito, stizzato.

Stizzera, Stizzeri. V. guttera. || Prov. la stizzera cuntinua percia la petra, la continuità di checchessia, anco piccola cosa, fa il suo effetto.

Stizziari. v. intr. Cascar un liquido a goccioli: gocciolare, gocciare. || Leggermente piovere: spruzzolare, piovigginare. || Detto della penna quando scrivendo spruzza l’inchiostro: schizzare. || att. Versar a gocciole: gocciolare, stillare. || Spruzzare, sparger a gocciole di diverso colore una cosa e renderla brizzolata. || Riversare di tempo in tempo dell’unto sull’arrosto: pillottare.

Stizziata. Il gocciolare; il piovigginare: spruzzolata.

Stizziatedda. dim. di stizziata: spruzzolatina.

Stizziatina. Lo stesso che stizziata.

Stizziatu. add. Da gocciolare: gocciolato, stillato. || Piovigginato. || Spruzzato da stille di vario colore: brizzolato.

Stizziatura. s. f. Quel segno o macchia che fa la gocciola: gocciolatura. || V. stizziata.

Stizzicedda, Stizzidda. dim. di stizza: gocciolina. || Picciolissima quantità di checchessia: zinzino. || stizzicedda è anco dim. di stizza in senso di ira.

Stizzuniari. v. a. Scuotere i tizzoni perchè ne caschi la brace: stizzare. || V. incuitari. || Far prendere stizza: stizzire. || Provocare, fruzzicare. P. pass. stizzuniatu: stizzato. || Stizzito. || Provocato.

Stizzusamenti. avv. Con istizza: stizzosamente. || Dispettosamente.

Stizzusaria. s. f. Onta, rincrescimento fatto ad altrui affine di dispiacergli: dispetto. || fari stizzusarii, far cosa che altrui non piaccia, mostrando di farlo per dispetto: fare le picchie.

Stizzusariedda. dim. di stizzusarìa: dispettino, dispettuccio.

Stizzusazzu. pegg. di stizzusu: dispettosaccio.

Stizzuseddu. dim. Dispettosino.

Stizzusu. add. Che si compiace a far dispetti: dispettoso. || Antipatico. Sup. stizzusissimu: dispettosissimo.

Stizzusuni. accr. di stizzusu.

Stòbbitu. s. m. Idiotismo di S. Cataldo per stupitu V.

Stoccu. s. m. Spada nascosta dentro un bastone: stocco. || Mazza ove dentro è lo stocco: stocco. || Stirpe, ceppo, lignaggio: stocco. || Sarmento lasciato dal potatore alla vite per far frutto: capo. || stoccu d’omu, di fimmina, vale uomaccione, donnone: pezzo d’uomo, tocco di uomo o di donna, bell’asta d’uomo, bella tacca d’uomo. || stoccu di cavaddu: bella tacca di cavallo (pl. stocchi e stocca).

Stoccufissu. s. m. Pesce seccato e salato, simile al baccalà: stoccofisso.

Stoffa. s. f. Pezzo di drappo di seta o di altra materia più nobile: stoffa.

Stola. s. f. Quella striscia di drappo che si pone il sacerdote al collo sopra il camice: stola. || L’autorità e i dritti della Chiesa in generale, e de’ vescovi e parrochi in particolare: stola. || Prov. lu guadagnu di la pinna e chiddu di la stola, in brevi tempu vola, accenna al lucro del foro e della Santa Bottega sulle miserie umane.

Stolidizza. s. f. Stupidità, stoltezza: stolidezza.

Stòlidu, Stòlitu. add. Insensato, stupido: stolido.

Stolu. s. m. Moltitudine: stuolo. || Per catuniu V.

Stòmacu. s. m. Viscere membranose a figura di sacco nella parte anteriore e superiore del basso ventre; che riceve i cibi triturati e dà loro una prima preparazione: stòmaco. || aviri bonu stomacu o stomacu di ferru, digerire bene: essere buono stomaco. || E fig. dicesi di persona a cui si possa dire liberamente il fatto suo: buono stomaco. || Si dice anco di chi sa tener il segreto. || aviri malu stomacu o lu pilu nta lu stomacu, essere di ria natura, tristo. || aviri ad unu supra lu stomacu, o pri balata supra lu stomacu, aver in odio: portare sopra lo stomaco. || fari bonu stomacu di una cosa, approvarla, esserne soddisfatto. || aviri tantu di stomacu, esser bravo a tener il segreto; vale anco: dissimulare. || omu di stomacu, uomo di saldi propositi: uomo di stocco. || faricci mali lu stomacu, fig. non convenirgli. || Prov. stomacu granni e vucca picciridda, udire e tacere: udente non dicente non è mancante. || aviri lu stomacu chinu, vale anco, essere saccente.

Stomàticu. add. Che giova allo stomaco: stomàtico.

Stopu. s. m. Sorta di giuoco antico di carte (Mort.).

Storaci. s. m. Ragia odorifera che stilla da un albero indiano dello stesso nome: storace.

Stòrciri. v. a. Contrario di torcere: stòrcere. || Stravolgere: storcere. || Interpretare o [p. 977 modifica] spiegare sinistramente: storcere. || rifl. a. e intr. Storcersi. || Far atti di dispiacenza, di scontentezza, di ripugnanza: storcersi. || Slogarsi, detto del piede, del braccio e simile: storcersi un piede, sbiettar il piede ad uno. P. pass. sturciutu: storto.

Stòria. s. f. Ordinata e ragionata narrazione di cose accadute: storia. || Successo, avvenimento: storia. || Leggenda, fatto storico contato dal popolo: storia. || Scultura o dipintura rappresentante cosa storica: storia. || fig. Cosa lunga e intricata: storia. || E anco: bubbola, ciancia. || fari tanti storii, usar molte e replicate diligenze intorno a checchessia: fare molte storie. || Vale anche far lo restìo, lo scontento: far mille storie, far un monte di storie. || senza tanti storii, orsù, su via: senza tanti discorsi. || sapiri ’na cosa a storia d’orvu, saperla bene a memoria: saperla a menadito. || essiri ’n’autra storia: essere un altro par di maniche. || storii per mestrui.

Storiari. v. a. Dipingere avvenimenti storici: storiare.

Storiatu. add. Dipinto di fatti della storia: storiato.

Storicamenti. avv. Secondo la storia: storicamente.

Stòricu. s. m. Scrittore di storia: stòrico.

Stòricu. add. Appartenente a storia: stòrico.

Stornu. s. m. Lo stornare: storno. || Ciascuno di quei biglietti del lotto che si possono comperare dal botteghino anche dopo chiuso il giuoco: storno. || a lu stornu, modo avv., si dice del parlare, del rispondere al contrario di ciò che altri dice: dar a traverso, rispondere a traverso.

Storopèu. add. Scimunito, dappoco: buggèo. || Fantastico, strano: rematico.

Storsioni. V. estorsioni.

Storta. s. f. Vaso da stillare: storta. || Sorta di carrozza di una foggia particolare con vetrina mobile e grande. || Arme offensiva, detta pure scimitarra: storta.

Stortamenti. avv. Biecamente, travoltamente: stortamente.

Stortelli. V. sfirrìu al § 2.

Stortu. add. Da storcere: storto. || Per tortu V. || Iniquo, perverso: storto. Sup. stortissimu: stortissimo.

Stozzu. s. m. T. art. Strumento ad uso di far il convesso a un pezzo di metallo: stozzo.

Stra. Particella che in composizione di altra voce denota accrescimento: stra.

Strabbiliari. v. intr. Fuor di modo adirarsi. || Fuori di modo meravigliarsi: strabiliare, strabilire. P. pass. strabbiliatu: strabiliato.

Strabbonu. add. Molto buono (A. V. ital. strabuono).

Strabbucchèvuli. add. Eccessivo: strabocchevole.

Strabbucchevulmenti. avv. In modo strabocchevole: strabocchevolmente.

Strabbudiri. V. sturdiri.

Strabbuliari. v. intr. Saltar di palo in frasca, sconnettere. V. strammiari (D. B. e Pasq.).

Strabbuliatu. V. strampallatu. Così nel Trapanese.

Stracacciari. v. a. Più che cacciare.

Stracacciaturi. s. m. Ferretto di acciajo triangolare, appuntato, che s’incastra nella ingorbiatura del fusto del trapano, per far i buchi: saettuzza (Perez).

Stracanciamentu. s. m. Il trasformare: trasformamento. || Travestimento.

Stracanciari. v. a. Far mutar forma o figura: trasformare, trasfigurare. || rifl. pass. Trasformarsi. || Divenir brutto, guasto della persona: contraffarsi. || Mutar le proprie vesti onde non esser conosciuto: travestirsi. P. pass. stracanciatu: trasformato. || Contraffatto. || Travestito.

Stracanciata. V. stracanciamentu.

Stracannari. v. a. Svolger il filo da un cannello e avvolgerlo in un altro: trascannare, stracannare. P. pass. stracannatu: trascanmato.

Stracarricu. add. Più che carico: stracarico.

Stracaru. add. Oltremodo caro: stracaro.

Straccamentu. s. m. Lo straccare: straccamento.

Straccari. v. a. Torre o scemare le forze, stancare: straccare. || met. Nojare: straccare. || rifl. a. Indebolirsi le forze nell’operare: straccarsi. P. pass. straccatu: straccato.

Straccata. s. f. Lo straccare o straccarsi.

Straccativu. add. Che stracca: straccativo.

Stràcchiuli. V. strucciuli.

Stracchizza. s. f. L’essere stracco, stanchezza: stracchezza. || Noja, fastidio: stracchezza.

Stracciari. V. sfardari.

Stracciu. s. m. Vestimento e qualsivoglia panno logoro o stracciato: straccio.

Stracciuni. add. Uomo mal in assetto e vagabondo: straccione.

Straccu. add. Indebolito di forza, stanco: stracco. || Di quello strumento dal lungo uso logoro: stracco. || a straccu, a caso, inconsideratamente: al bacchio.

Stracculiddu. dim. Alquanto stracco: stracchiccio.

Straccuni (A. posto avv. Vale assiduamente, indefessamente, dato a un’opera: accanitamente.

Strachiòviri. v. intr. Strabocchevolmente piovere: strapiovere. P. pass. strachiuvutu: strapiovuto.

Strachiummari. v. intr. Uscir di dirittura perpendicolare, uscir di piombo: strapiombare. (Fanf. V. d. u. Tosc.). P. pass. strachiummatu: strapiombato.

Stracòciri. v. a. Cuocere eccedentemente: stracuocere. P. pass. stracottu: stracotto.

Stracoddu. s. m. La parte dietro di una collina od altro, non potuta vedere da chi discende. || cumpariri, veniri a stracoddu, venire improvvisamente, senza esser veduto. || Per strafacciu al § 2.

Stracquari. v. a. Scacciare via gli animali riuniti in un luogo: disperdere. P. pass. stracquatu: disperso.

Stracquinu. s. m. Una forma di sorbetto in piccolo.

Stràcquu. s. m. Tre bestie legate insieme per uso di trebbiare: treccia (Pal. Voc. met. Però la treccia può esser composta di più bestie anco). Forse da tres equus.

Stracu V. tiru. Tratto di balestra o altro (Scob.).

Stracuddari. V. tracuddari: stracollare. [p. 978 modifica] Stracuntenti. add. Oltremodo contento: stracontento.

Stracurari. V. trascurari: stracurare (A. V. ital.).

Stracurataggini. V. trascuraggini: stracurataggine (A. V. ital.).

Stracuratu. add. Negligente, trascurato.

Stradari. v. a. Far la strada, mostrare altrui la strada, metterlo in via: stradare. || rifl. a. Stradarsi. P. pass. stradatu: stradato.

Strafacciu. avv. Al di là, fuori della nostra vista, contrario di affacciu V. || s. m. Voltafaccia.

Strafaciuni. (An. M.) Errore: strafalcione.

Strafalariazzu. pegg. di strafalariu: briccoldonaccio, cialtronaccio.

Strafalàriu. s. m. e add. Persona spregevole, stracciona e villana: briccoldone (Fanf. Voc. d. u. Tosc.), cialtrone, paltoniere. || Poverone: straccione. || Detto a donna vale anco di mala vita: cialtrona, sciacquina, cantoniera (Sp. estrafalario: straccione).

Strafalariuni. accr. di strafalariu.

Strafari. v. a. Far più che non conviene: strafare.

Strafattu. add. Detto di biade, frutte ecc. più che mature, quasi guaste già: strafatto.

Strafigurari. v. a. Mutar figura e forma: trasfigurare. P. pass. strafiguratu: trasfigurato, strafigurato.

Strafilari. v. intr. Intralciarsi le biade. || intr. pass. Quando delle biade, parte cascano e di parte restan diritte le spighe.

Strafilatu. add. Delle messi quando alcune rimangon in piedi. || Avviluppato: aggrovigliolato. || V. trafilatu.

Strafinu. add. Più che fine: strafine.

Strafizzaru, Strafizzeri. V. strifizzaru.

Straformi. add. Fuor del comune uso: sformato.

Straforu. s. m. Lo straforare: straforo. || lavurari di straforu, bucherar lame o altri ferri: larorar di straforo. || met. Operar di nascosto: di straforo. || travagghiari di straforu, adoperarsi in qualche negozio senza apparire: passare, operare per istraforo.

Strafurmamentu. s. m. L’atto del disformare: disformamento.

Strafurmari. v. a. Render difforme: disformare. || Trasformare: straformare. || rifl. Cangiare in peggio la figura: trasfigurirsi. P. pass. strafurmatu: disformato. || Straformato. || Trasfigurito.

Strafuttenti. add. Dicesi di persona che abbia pochi rispetti, arrogante, beffatore: scorbellato, strafottente (Fanf. Voc. d. u. Tosc.), sprezzante.

Strafuttiri. v. a. V. in futtiri, ma ha più forza: strafottere. || Strapazzare, rovinare: sciattare. || Sciupare: sciupinare. || strafuttirisinni, non curare, dispregiare le altrui dicerie o pregiudizi: strafottersene, imbubbolarsene.

Stragalu. s. m. T bot. Sorta di albero: astragalo silvestre. Astragalus L.

Straggi. s. f. Uccisione grande, eccidio, sterminio: strage.

Stragranni. add. Oltremodo, grande: stragrande.

Stragu. s. m. Guasto (Sp. estrago: guasto).

Straguisari. V. stravisari.

Stragula. s. f. Arnese senza ruote che si trascina, ad uso di trasportare checchessia: trèggia. || Piccola massa di grano o biada che fanno i lavoratori ne’ campi prima di abbarcarlo: cavalletto. || Detto a donna sconcia, scomposta negli atti e nella persona: sciattona (Fanf. Voci ecc. del parlar fiorentino). Forse dal Lat. extraere. Stragulum in Lat. vale, coperta.

Stragulata. s. f. Quanto può in una volta portare una treggia: treggiata.

Straguliari. v. a. e intr. Trasportar colla treggia: trainare, strainare (Pal. Voc. Met.).

Straguliaturi. verb. Chi o che guida la treggia, trasporta colla treggia: treggiatore.

Straguluna. accr. di stragula: treggione.

Strairi. v. a. Avvolger il filato in sul naspo per formar la matassa: annaspare, innaspare (da estrarre). P. pass. strajutu: annaspato.

Straitari. v. intr. (Scob.) Far giuochi di mano: prestigiare.

Straittaturi. V. latru (Scob.).

Strajuta. s. f. L’annaspare: annaspata.

Strajuvari. v. intr. Uscire fuori del giogo che fa il bue attaccato al carro o all’aratro, o uscir della sua dirittura: straviare (Giuliani). || fig. Traviare (da juvu).

Stralasciu. (Scob.) s. m. Strepito: stroscio.

Stralciu. s. m. Accomodamento, termine di una controversia: stralcio (Mort.).

Stralliniarisi. v. intr. pron. Farsi i conti, esaminare (da stralliniu).

Stralliniu. V. sterliniu.

Strallu. s. m. T. mar. Cavo che dalla testa di un albero discende al piede di un altro albero che gli sta dinanzi, o ad altro punto, e vi è tesato con bigotte o altrimenti: straglio (Car. Voc. Met.).

Strallucari. V. traslucari.

Strallùciri. V. straluciri.

Strallunatu. V. stralunatu.

Stralucenti, add. Fuor di modo lucente: stralucente.

Stralùciri. v. intr. Fuor di modo rilucere: stralucere (Lorenzo il Magnifico).

Stralunamentu. s. f. Lo stralunare: stralunamento.

Stralunari. v. intr. Stravolger in qua e in là gli occhi aperti al più che si può: stralunare. || Vaneggiare, sragionare. || att. Stordire.

Stralunatu. add. Da stralunare: stralunato. || Stupido, sbalordito. || Di chi non si sente bene, ma è debole e di mala voglia: balogio.

Strama. s. f. Copia di frutta o foglie cadute e distese a piè di un albero.

Stramannari. v. a. Mandar in esilio: rilegare. || Scacciare, discacciare. || Mandar in parte sicura. || Allontanare: straniare. P. pass. stramannatu: rilegato. || Scacciato ecc.

Stramanu. add. Remoto, lontano dalla strada nota o abitata: fuor di mano (extra-mano). || di stramanu, posto avv. fuor del traffico comune, quasi occultamente: di scarriera. || stramani, pl. Pasq. spiega per cose vili: ciarpe.

Stramaturu. add. Troppo maturo: stramaturo.

Stramazzari. v. a. Gettar impetuosamente a terra: stramazzare. || intr. Cader senza [p. 979 modifica] sentimento a terra: stramazzare. P. pass. stramazzatu: stramazzato.

Stramazzata. s. f. Lo stramazzare, caduta, percossa in terra: stramazzata.

Stramazzu. s. m. V. stramazzuni (Meli). || T. mar. Guanciale di cenci o paglia, che ponesi esternamente alle baschette per ripararle dagli urti diretti o altri colpi duri sul legno: paglietto (Car. Voc. Met.).

Stramazzunata. V. stramazzuni.

Stramazzuneddu. dim. di stramazzuni: stramazzetto.

Stramazzuni. s. m. L’atto dello stramazzare: stramazzone. || Caduta impetuosa, percossa a terra: stramazzone.

Stramera. s. f. Il fuggire con prestezza checchessia: spulezzo.

Strami. s. m. Ogni erba secca che si dà in cibo, o serve di letto alle bestie: strame.

Straminali. s. m. Ognuno di que’ pezzi di legno curvi che formano una parte della costa o membro della nave: staminale (Zan. Voc. Met.).

Straminamentu. s. m. Lo sparnazzare: sparnazzamento, sparniciamento, spagliucolìo.

Straminari. v. a. Sparpagliare qua e là le cose riunite o trovate insieme: sparnazzare, sparnicciare. || Darsi da fare mettendo sossopra ogni cosa: stramenare, rovistare. P. pass. straminatu: sparnazzato, sparnicciato. || Stramenato.

Straminchiuliari. v. intr. Veder una cosa per un’altra, aver le traveggole: travedere.

Straminchiunari. V. stramazzari.

Straminchiunatu. V. stramazzuni.

Straminìu. s. m. Lo sparnicciare: sparnacciamento. || Sciupo continuato: sciupinìo.

Strammaliari, Strammari. v. a. Disordinare, guastare: sconciare. || Storcere. || – l’occhi, travolger in qua e in là gli occhi: stralunare. || intr. L’incurvarsi nella larghezza che fa l’asse di legno non molto spesso e resistente: imbarcare, imbarcarsi, strambare (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || Non potere stare fermo in piedi, piegando dall’una e dall’altra parte: barcollare. || Per strammiari V. P. pass. strammatu: sconciato. || Storto. || Imbarcato.

Strammarìa. V. strammizza.

Strammiamentu. s. m. Il vaneggiare: vaneggiamento.

Strammiari. v. intr. Errare colla mente: vaneggiare. || att. Sconvolgere, disordinare, sconturbare: scompigliare. P. pass. strammiatu: vaneggiato. || Scompigliato.

Strammiata. s f. Il vaneggiare: vaneggiamento. || Scompiglio, confusione.

Strammizza. s. f. Sciocchezza, spropositone: strampaleria, strambità. || Atto o detto strano, capriccio pazzesco: strampalerìa, stranezza. || Imperizia, inettitudine.

Strammottu. s. m. Poesia solita cantarsi dagli amanti, per lo più in ottava rima: strambotto. || Quella poesia che i Toscani chiamano rispetto (Pitrè).

Strammu. add. Di uomo di poco giudizio: strambo. || Strano, stravagante: cervellino. || Mal fatto della persona: sbilenco, stralinco (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || Che opera alla grossa e male: ciarpiere. || Detto di cosa mal fatta, imperfetta. || T. legn. strammu d’intraguardu, dicesi di asse di legno segato, e messo in opera che s’alza dalle due cantonate, incurvandosi: imbiccato (Zan. Voc. Met.).

Strammuliddu. dim. di strammu.

Strammuni. accr. Stranaccio, strapazzone.

Stramòniu. s. m. Pianta che turba i sensi a chi me mangia: stramònio. Datura stramonium L.

Stranottu. Damiani ha: nè cu bonu, nè stramotti, forse intende dire: nè colle buone, nè colle cattive.

Strampallari, Strampaliari. v. intr. Essere strampalato. || V. strammiari.

Strampallatamenti. avv. Senza conclusione, senza nesso: stravagantemente.

Strampallatizzu. add. Mezzo strampalato.

Strampallatu. add. Stravagante, strano: strampalato.

Strampallatuni. accr. Strampalatone.

Stramuntari. V. tramuntari.

Stramutamentu. s. m. Il trasmutare: trasmutamento.

Stramutari. v. a. Variar l’ordine, il luogo, la forma di checchessia: trasmutare. || Per capuzziari V. (Scob.). P. pass. stramutatu: trasmutato.

Stranamenti. avv. Con istranezza: stranamente.

Strància. V. stravaganti (Caruso).

Stràncitu. (Spat.) add. Inusato, stravagante: strano. || Antiquato: ràncido, vieto (Pasq.) (da strangio, A. V. ital. per straniero, strano).

Straneru. V. straniu.

Stranghiari (A. modo avv. Lo strascinare che si fa in certo giuoco della trottola, cioè il trucciare fuori della linea.

Stràngiu. V. stràncitu (Veneziano).

Strangugghiaparrini. s. m. Sorta di gnocchi: strangolapreti.

Strangugghiari. v. a. Inghiottire, e met. sopportare, soffrire: trangugiare (D. B.).

Strangugghiu, Strangugghiuni. s. m. Malattia delle glandule del collo del cavallo: stranguglione. || Malattia in generale, ma non grave: stranguglione. || È anche esclamazione.

Strangulamentu. (Mal.) s. m. Lo strangolare e l’essere strangolato: strangolamento.

Strangulari. v. a. Uccidere soffocando, strozzare: strangolare. || met. Travagliare altrui, opprimere. P. pass. strangulatu: strangolato.

Stranguliari. V. strangulari. || fig. Stancare altrui menandolo troppo per le lunghe: fare storiare uno. || Per barcollare.

Strangùria. s. f. Espulsione d’orina a gocciola a gocciola, con dolore e prurito di orinare: strangùria.

Strangusciari. v. intr. Esser riempito di angoscia: trangosciarsi.

Strangùsciu. s. f. Grande afflizione d’animo: angoscia.

Stranìa (A la. posto avv. In paese straniero.

Straniari. v. a. Allontanare, alienare: straniare. || rifl. a. Allontanarsi, divenire straniero: straniarsi. P. pass. straniatu: straniato.

Stràniu. add. D’altra nazione: straniero, strànio. || Non del paese, della comune, ma nazionale: forestiero. || Non appartenente a quel [p. 980 modifica] tale ordine di cose o di persone: estràneo. || Non congiunto, nè consanguineo: estraneo. || Prov. a la to casa straniu nun trasa, pare inospitale, ma significa ne’ tuoi segreti domestici non v’entri alcuno che non abbia interessi medesimi: non ricever la rondine sotto il tetto. || straniu straniatu si nun ti gabba si’ gabbatu: chi ama il forestiere, in capo al mese monta il cavallo e se ne va al paese, dice non innamorarsi di forestieri.

Straniuliddu. dim. di straniu.

Straniunazzu. pegg. di straniuni.

Straniuni. accr. di straniu. || Trascurato, quasi nemico della famiglia. || Stranaccio.

Stranizza. s. f. Maltrattamento, angherìa: stranezza.

Stranizzari. V. maravigghiari.

Strantuliari. v. a. Scuotere, urtare in qua e in là, far scossa: scossare, abbatacchiare. P. pass. strantuliatu: scossato.

Strantuliata. s. f. Scossa subita e violenta: stratìa.

Strantulìu, Strantuliuni, Strantuluni. s. m. Grande e violenta scossa: strattone.

Stranu. add. Nuovo, inusitato, stravagante, strano. || Ruvido, scortese: strano. Sup. stranissimu: stranissimo.

Stranuliddu. dim. Stranetto.

Stranutari. v. intr. Mandar fuori lo starnuto: starnutire, starnutare, stranutare. || met. Dire le cose senza riguardo, e spiattellatamente: sborrare. || Dir villanie: svillaneggiare. || Far la voce del tacchino: sgargugliare (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). P. pass. stranutatu: starnutato. || Sborrato. || Sgorgugliato.

Stranutata. s. f. Lo starnutare: starnutamento.

Stranuteddu. s. m. Lieve starnuto.

Stranuttarisi. v. intr. pron. Vegliar la notte.

Stranuttatu. add. Che ha vegliato la notte. Sup. stranuttatissimu.

Stranuttatuni. accr. di stranuttatu.

Stranutu. s. m. Moto subitaneo e convulsivo che spinge l’aria del petto con violenza e con istrepito: starnuto, stranuto. || La voce del tacchino.

Stranuzzatu, add. Fuor di sè: dissennato.

Straordinariamenti. avv. Con modo straordinario: straordinariamente.

Straordinarietà. s. f. Qualità e stato di ciò che è straordinario: straordinarietà.

Straordinàriu. s. m. Corriere che non ha giorno determinato a portar le lettere: straordinario.

Straordinàriu. s. m. Non ordinario, fuor dell’ordinario: straordinario. || Smisurato: straordinario. Sup. straordinariissimu: straordinariissimo.

Strapagari. v. a. Pagar oltre al convenevole: strapagare. P. pass. strapagatu: strapagato.

Strapazzamentu. s. m. L’atto e l’effetto dello strapazzare: strapazzamento.

Strapazzari. v. a. Far poco conto di checchessia: strapazzare. || Maltrattare: strapazzare. || – un cavaddu, affaticarlo senza discrezione: strapazzar un cavallo. || rifl. a. Affaticarsi troppo: strapazzarsi. || Aver poco cura della propria salute: strapazzarsi.

Strapazzata. s. f. Acerbo rimprovero: strapazzata.

Strapazzatamenti. avv. Con istrapazzo: strapazzatamente.

Strapazzateddu. dim. di strapazzatu.

Strapazzatu. add. Da strapazzare: strapazzato. || vita strapazzata, in continue fatiche: vita strapazzata. || Aggiunto di lavoro fatto strapazzatamente: acciabattato. Sup. strapazzatissimu: strapazzatissimo.

Strapazzaturi –trici. verb. Chi o che strapazza: strapazzatore –trice.

Strapazzeddu. dim. di strapazzu.

Strapazzu. s. m. Scherno, strazio: strapazzo. || Lo strapazzarsi, l’aver poco cura della propria salute: strapazzo. || cosa di strapazzu, da servirsene senza rispetto: cosa da strapazzo.

Strapazzuni, accr. di strapazzu.

Strapazzusamenti. avv. In modo strapazzoso: strapazzosamente.

Strapazzuseddu. dim. di strapazzusu.

Strapazzusu. add. Detto di uomo, trascurato, abborraccione: strapazzone, strapazzoso. || Che dà strapazzo: strapazzone.

Strapèrdiri. v. intr. Perdere assaissimo: strapèrdere. || V. in pèrdiri il prov.

Strapilari. v. intr. Versar sudore in copia: trasudare. || Scappar un liquido per le fessure del vaso: trapelare.

Strapilatu. add. Da trapilare: trasudato. || Trapelato. || Che ha pochi peli: spelacchiato.

Straportu. V. trasportu.

Strappabbili. add. Che si può strappare: strappabile.

Strappamentu. s. m. Lo strappare: strappamento.

Strappari. v. a. Levar via con violenza, spiccare, lacerare: strappare. || Ottenere per forza o per astuzia: strappare. P. pass. strappatu: strappato.

Strappata. s. f. Lo strappare: strappata. || Tratto di fune che si dava per tormentare un delinquente: strappata. || – di brigghia, tratto violento di essa: strappata di briglia.

Strappatedda. dim. di strappata: strappatella.

Straprigari. v. a. Pregar caldissimamente: strapregare. P. pass. straprigatu: strapregato.

Strapuntu. s. m. Spezie di materassa: strapunto. || (Pasq.) Dispiacere, sventura.

Strapuntinu. dim. di strapuntu, materassino: strapuntino.

Strapurtari. V. traspurtari.

Strarricchiri. v. a. e intr. Fare o diventare ricchissimo: straricchire. P. pass. strarriccutu: straricchito.

Strarriccu, add. Ricco oltremodo: straricco.

Strarripari. v. intr. Traboccare fuori la riva, e met. uscire fuori argomento: straripare.

Strasannatu. add. Trascurato, abbandonato: trasandato. || Vecchio molto: decrepito.

Strasapiri. v. a. Sapere a soprabbondanza: strasapere. P. pass. strasaputu: strasaputo.

Strasatta (A la. posto avv. Improvvisamente: alla sprovveduta.

Strasattari. v. a. (Pasq.) Liberar un podere da servitù: trasattare. || Più comunemente vale, fissare d’accordo il prezzo di checchessia senza [p. 981 modifica] guardar tariffe o altro: v. a. convenire, pattuire. || Conformarsi, rassegnarsi. || cci strasattirria, vale, mi contenterei che fosse così, e si dice di cosa che si tema avvenga d’altro modo. P. pass. strasattatu: convenuto, pattuito.

Strasattu. s. m. Il convenire: convenzione, patto. || a strasattu, si dice di lavoro preso a prezzo fermo: a cottimo.

Strascicari. v. intr. Esser pendente fin a terra: strascicare. || att. Strascinare: strascicare. P. pass. strascicatu: strascicato.

Strascicu. s. m. L’atto dello strascicare: stràscico. || Parte di checchessia che si strascica per terra: strascico. || parrari cu lu strascicu, di chi o allunga troppo le vocali o ribatte le sillabe o replica le parole in fine: favellare collo strascico.

Strascicuni (A. avv. A maniera di strascinamento: strasciconi.

Stràscina. s. f. Scarpa che si strascica: scarpa a ciabatta (An. Cat.).

Strascinamentu. s. m. Lo strascinare: strascinamento.

Strascinari. v. a. Tirarsi dietro una cosa senza sollevarla da terra: strascinare. || a strascinari. V. stranghiari. || rifl. a. Andare strasciconi e a stento: strascinarsi. P. pres. strascinanti: strascinante. P. pass. strascinatu: strascinato.

Strascinata, Strascinatina. s. f. Lo strascinare: strascinatura.

Strascinatissimu. add. sup. Da strascinatu (Mort.).

Strascinatizzu. add. Sciatto, scomposto, sconcio negli abiti e nella persona: sciattone, strappone.

Strascinatuni. accr. di strascinatu, nel senso di trascurato.

Stràscinu. s. m. Strascinamento e il rumore che si fa trascinando: strascinìo. || V. strascicu. || Per catuniu V.

Strascìnu. s. m. Sorta di rete da quaglie: strascìno.

Strascinuni. V. strascicuni. || V. anco scarcagnuni. || dari la lingua a strascinuni, penitenza che dànno i confessori, di strascinare la lingua per terra: dar le croci in terra. || stari cu la lingua a strascinuni appressu ad unu, stare sottomesso ad alcuno.

Strasèntiri. v. intr. Non bene intendere, intendere al contrario: frantèndere. || Sentire fortemente, vivamente: strasentire. P. pass. strasintutu: franteso. || Strasentito.

Strasiccari. v. intr. Oltremodo seccarsi, inaridirsi, il seccarsi immaturamente delle biade per eccesso di calore: arrabbiare, alidire (Pal. Voc. Met.) || e chi è lavuri ca strasicca? dicesi a chi non voglia aspettare, e sia importuno senza ragione. P. pass. strasiccatu: arrabbiato, alidito.

Strasiccu. add. Oltremodo secco. || Alidito, arrabbiato, dicesi delle biade seccate per troppo calore. || Oltremodo magro.

Strasiculari. v. intr. Oltremodo maravigliarsi, trasecolare: strasecolare.

Strasinnatu. add. Privo di senno: dissennato. || Di chi per troppa età ha perduto il senno: rimbambito.

Strasordinàriu. add. Straordinario: strasordinario (poco usato).

Strasubbissari. accr. di subbissari V.

Strasudari. v. intr. Sudare assai: trasudare.

Strasurdinariamenti. avv. Straordinariamente: strasordinariamente (poco usato).

Strata. s. f. Spazio di terreno, spianato, preparato per passarvi su andando da luogo a luogo: strada. || La condotta della vita: strada. || Modo, mezzo che altri tiene per giungere a qualche fine: strada. || – mastra, la principale: strada maestra. || – battuta, quella per dove passa sempre della gente: battuta. Contrario della così detta sularina. || – di lu paraddisu, fig. il retto operare: strada del cielo. || – carruzzabbili, per dove possan passare le carrozze: strada carrozzabile. || – ferrata, quella colle guide di ferro per dove passa il convoglio: strada ferrata. || – cuverta, T. mil. strada intorno al fosso, difesa da parapetto: strada coperta. mittirisi a la strata, essere indirizzato in checchessia: mettersi per la strada || strata di mmenzu, fig., il mezzo fra due partiti estremi: via di mezzo. || bona o mala strata, retto o pravo operare: buona o cattiva strada. || fari strata, andare avanti, mostrare la via: fare strada o la strada. || farisi la strata, fig., introdursi, inviarsi per conseguire un fine: farsi strada. || ’nzirtari la strata, fig., indovinare: dar nel segno. || mettiri la strata ’nta li pedi, mettersi in cammino: mettersi la via tra’ piedi. || tintari tutti li strati, non lasciar mezzo intentato. || battiri la strata, dicesi della forza armata che percorra la strada per guardarla: battere la strada. || dari ’na strata, fig., offerire i mezzi per agevolare alcuno: fare strada, lastricare la strada. || di ’mmenzu la strata, si dice di chi è ozioso, povero, senza nè arte nè parte: di per la strada. || strata chi nun spunta: via cieca, via mozza. || lassari ’m menzu d’una strata, abbandonare: lasciare nel mezzo d’una strada. || essiri, mannari ecc. ’m menzu la strata, rovinare uno senza che egli abbia più dove rivolgersi: essere, mettere in mezzo di strada o sulla strada. || Prov. cu’ nun voli la strata bona haja la mala, chi non vuol il bene s’abbia il male. || la strata di ’m menzu è cchiù sicura, è chiaro. || la mala strata nun finisci mai, al peggio non v’è fine, non si dice mai ho fatto abbastanza del male (A. V. ital. strata. Latini).

Strataggemma. s. m. e f. Inganno, astuzia di guerra per sorprendere il nemico: stratagemma,

Stratagghiari. v. a. Tagliare all’intorno e al di fuori: ritosolare (Fanf. Voci ecc. d. parlare fiorent.). || Ritagliare sul ricamo, sul disegno acciò l’estremità del panno ecc. finisca col disegno: smerlare. || Oltremodo tagliare: stratagliare. || Far tagliuzzi per ornamento o per altro in un vestito, in un panno ecc.: frastagliare. || rifl. pass. Dicesi dei panni che conservati o mal piegati si sfilacciano: sfrangiarsi, recidersi P. pass. stratagghiatu: ritosolato. || Smerlato. || Frastagliato. || Sfrangiato.

Stratagghiu. s. m. Guarnizione per adornare vesti, arnesi ecc.: fregio, smerlo, frastaglio. || Per fersa V. [p. 982 modifica]

Stratariu. s. m. Assassino che sta alla strada: stradajuolo.

Stratazza. pegg. di strata: stradaccia.

Strateggìa, Stratèggica. s. f. Arte di muovere e ordinare eserciti: strategìa.

Stratèggicu. add. Che appartiene a strategia: strategico.

Straticedda. dim. di strata: stradella, stradetta, stradicciuola.

Straticotu. s. m. Così chiamavasi il governatore di Messina con nome ancora greco (στρατηγός).

Straticu. V. satrapu.

Stratta. s. f. Congegnamento di ferro, composto di gancio e scaletta, a uso di tenere più o meno rialzati gli sportellini della persiana: registro. || – a denti, lamina di ferro incastrata verticalmente nel telaio della persiana, con più buchi, ne’ quali inseriscesi il gancio, per tenere rialzato lo sportellino della persiana: scaletta (Car. Voc. Met.).

Strattari. v. a. Estrarre copia dall’originale (Mal.).

Strattu. V. estrattu. || V. anco astrattu.

Stratu. s. m. Solajo: strato. V. solu al § 2.

Stratùcula, Stratuncula. dim. e spreg. di strata: stradùcola.

Stratuneddu. dim. di stratuni. || Forma di pane lunga.

Stratuni. s. m. Strada grande carrozzabile: stradone. || accr. di strata: stradone. || Forma di pane lunga e non appuntata ai capi.

Stratuzza. dim. di strata: straduzza, straduccia.

Stràula. V. stragula.

Straurdinariu. V. straordinariu.

Straurzari. v. intr. Il muoversi subitaneo ed irregolare della nave, la cui prua devia bruscamente; talora si fa apposta: straorzare.

Stravacanti. V. stravaganti.

Stravacari. V. A. per sdivacari V.

Stravaganteddu. dim. di stravaganti: stravagantello.

Stravaganti. add. Fantastico, fuor del comune uso: stravagante. || Balzano: stravagante. Sup. stravagantissimu: stravagantissimo.

Stravagantimenti. avv. In maniera stravagante: stravagantemente.

Stravagantissimamenti. avv. sup. Stravagantissimamente.

Stravaganza. s. f. Qualità di ciò che è stravagante: stravaganza.

Stravasamentu. s. m. L’atto e l’effetto dello stravasare: stravasamento.

Stravasari. v. intr. Uscir fuori del proprio vaso, e dicesi di umori, fluidi ecc.: stravasare. P. pass. stravasatu: stravasato.

Stravasatizzu. add. Mezzo stravasato.

Stravasu. s. m. Stravasamento: stravaso.

Stravazzeri. V. facinnuni.

Straventu. s. m. Luogo difeso dal vento. || a lu straventu, posto avv. vale, all’aria aperta, fredda.

Stravèriu. s. m. Avvenimento fatto insolito, che ha dello incredibile: straordinarietà. || un straveriu, una gran quantità: un visibilio.

Straviari. v. a. e intr. Traviare: straviare. || Rivolgere altrove, allontanare: divertire. || Smarrire || rifl. pass. Distrarsi: divertirsi. P. pass. straviatu.: straviato. || Divertito. || Smarrito.

Stravidiri. v. a. e ass. Travedere: stravedere. || fari stravidiri, operar in modo da eccitar la maraviglia: fare sbalordire.

Stravìnciri. v. a. Vincere più di quel che si conviene: stravincere.

Stravintatu. add. Sito in luogo difeso dal vento.

Stravisari. v. a. Guastar il viso: svisare, sconciare. || Maltrattare: strapazzare, scazzottare, conciar male. || rifl. Guastarsi la figura: trasfigurirsi. P. pass. stravisatu: sconciato, strapazzato, trasfigurato.

Stravisu. add. Di cosa di inferior qualità: cattivo, dappoco. || Detto a persona: cialtrone, tritone, guidone.

Stravìu. s. m. Piacere, divertimento: spasso, sollazzo. || Per abbaglio.

Stravivìri. v. intr. Bere smoderatamente: strabere.

Stravizziari. v. intr. Fare stravizzi: stravizzare.

Stravizziu. s. m. Disordine di mangiar e bere: stravizzio.

Stravugghiu. s. m. Subita paura: rimescolamento.

Stravula. V, stragula.

Strazza. s. f. Seta dei bozzoli e simili, stracciata col pettine e con altro: stracci. || – nun filata: capitone.

Strazzabbili. add. Che si può stracciare: stracciabile.

Strazzamentu. s. m. Lo stracciare: stracciamento.

Strazzari. V. sfardari.

Strazzatizzu. add. Mezzo stracciato.

Strazzatu. add. Di uomo co’ vestimenti rotti: stracciato. || Da strazzari: stracciato.

Strazzatura. s. f. Lo stracciare e la rottura che rimane nella cosa stracciata: stracciatura. || T. agr. I resti del pascolo sul terreno, dopo pasturato la prima volta.

Strazziari. v. a. Maltrattare: straziare. || Schernire: straziare. || Mandar male: straziare. || intr. Il cascar la neve a fiocchi: fioccare (da strazzu met. per fiocco di neve). P. pass. strazziatu: straziato. || Fioccato.

Strazzioni. s. f. Aferesi di estrazione: strazione.

Strazziu. s. m. Lo straziare, scherno, sprecamento: stràzio.

Strazziusu. add. Che spreca, che sciupa: sciupatore, dissipatore.

Strazzu. s. m. Vestimento, panno consumato e lacero: straccio. || Brano: straccio. || strazzi, pezzetti di carta, di panno o altro, raccolti per farne carta: cenci, stracci. || appizzaricci li strazzi, morire: tirar le calze. || Prov. li strazzi vannu pri l’aria, i deboli pagan sempre il fio: gli stracci van sempre all’aria.

Strazzuddi. s. m. pl. Robucole vili e da poco: ciarpe, cencini. || cugghirisi li strazzuddi, far fagotto, V. in cògghiri.

Strazzuni. V. sfarduni. || V. stracciuni.

Strazzusu. add. Che ha indosso vesti stracciate: cencioso.

Strega. V. striga.

Stremu. add. Sottile, delicato: stremo. || Sommo, grandissimo: stremo. || met. Di chi la guarda troppo pel sottile, di tutto teme, sempre trova [p. 983 modifica] a ridire, nè mai cosa gli aggrada: fisicoso. || Aferesi di estremu V.

Stremunzioni. V. estremunzioni.

Strepitari. v. a. Fare strepito: strepitare. || Far rumore, borbottare: strepitare di checchessia. P. pass. strepitatu: strepitato.

Strèpitu. s. m. Rumore grande e scomposto: strèpito. || Per lamentu V.

Strepitusamenti. avv. Con istrepito: strepitosamente.

Strepitusu. add. Che fa o rende strepito: strepitoso. Sup. strepitusissimu: strepitosissimo.

Streppa. V. strippa.

Streu. V. marredda (a S. Fratello).

Streva. s. f. Legame di laccio o nastro per tener ferma la parte della scarpa che cuopre il calcagno: stringa. || T. legn. Mensoletta di legno che si conficca agli stili e abetelle, per posarvi sopra le assi quando si fanno i ponti: ascialone.

Stria. V. striga.

Stricamentu. V. stricata.

Stricari. v. a. Stropicciare leggermente: fregare. || Fregare, detto delle cose che si vogliano ripulire, lavare, come si fa de’ panni ecc.: stropicciare. Quindi ha anco senso di pulire in generale. || Lo strisciare de’ piedi per terra o simile: stropicciare. || Detto di vestire o simile, non ben legato, e che tocca più del dovere la terra: brenciolare. || Trarsi dietro alcuna cosa senza sollevarla da terra: strascinare. || stricari ad unu ’na cosa ’nta lu mussu, buttargliela nel viso sdegnosamente: gettar sul viso. || rifl. a. Voltolarsi per terra stropicciandosi nella polvere come fanno alcuni animali: avvoltolarsi; e detto di volatili: starnazzare. || fig. Risparmiarsi ad arte, trovar pretesti per non fare, per non operare: sbucciare. || Mettersi attorno ad alcuno, ed usare tutti i modi, per ottenere da lui quel che si desidera: sfriccicarsi. || Imbrattarsi. || stricarisi ’nta li linzola, amare di stare lungamente coricati a poltrire: covar le lenzuola. || – ’n terra di ridiri o chianciri, ridere o pianger a più non posso. || a ca mi stricu, quando uno si noja, non può sfogare e deve cedere. P. pass. stricatu: fregato. || Strofinato. || Stropicciato ecc.

Stricata. s. f. Il fregare: fregata. || Lo strofinare, lo stropicciare: strofinata, stropicciata. || Lo starnazzare ecc. || ’na stricata di pisci, di frutti ecc.: una corpacciata di... || ’na stricata di ridiri, una solenne e lunga risata. || ’na stricata di vastunati: un carpiccio, una stropicciata di bastonate.

Stricatedda. dim. di stricata: fregatina, strofinatina, stropicciatina, stropicciatella.

Stricatina. V. stricata.

Stricatuna. accr. di stricata. || Frequente stropicciamento: stropiccìo.

Stricatureddu. dim. di stricaturi.

Stricaturi. s. m. Asse di legno, lastra di pietra o altro, per lo più scanalato, e su cui si fregan i panni che si lavano: lavatojo, tavoletta, èmbrice.

Strirchi. s. m. T. mar. Paranco amarrato all’alto dello straglio di maestra sotto il suo collare e perpendicolarmente alla grande boccaporta per sollevare de’ pesi: bredindino (Zan. Voc. Met.).

Stricuneddu. dim. di stricuni.

Stricuni. V. stricata, ma indica più. || V. ’mmistuni.

Stricuniari. v. a. e freq. di stricari: sfregacciare. || Imbrattare, insozzare: insudiciare. || rifl. a. Il fregar le vesti al muro, al tavolino, e simili: strofinarsi.

Strifizzaru. s. m. Quegli che macella bestie domestiche per venderne la carne: beccajo, macellajo. || Beccajo vilissimo, che va per le strade vendendo la trippa: trippajo. V. quadumaru. || Prov. a figghiu di strifizzaru vinniri vissichi? a me tu la dai a intendere?

Strifizzii. s. f. pl. Le interiora degli animali quadrupedi: entragni.

Striga. s. f. Maliarda: strega.

Strigaredda d’acqua. s. f. T. bot. Pianta che fa in luoghi umidi: marrobbio acquatico. Sycopus europeus L. || – cu ciuri russu: falso marrobbio. Syderitis montana L.

Strigari. v. a. Ammaliare, affatturare: stregare. P. pass. strigatu: stregato.

Strigazza. pegg. di striga: stregaccia.

Strìgghia. s. f. Strumento composto di tante lamine di ferro dentate, col quale si frega e ripulisce il cavallo: stregghia, streglia, striglia.

Strigghiari. v. a. Pulire il cavallo colla stregghia: stregghiare, stregliare, strigliare. || Per sim. grattare, raschiare: stregghiare. || Trattare con rigore, dicesi specialmente negli esami. || rifl. a. Dicesi in ischerzo per adornarsi, raffazzonarsi: strebbiarsi. || Prov. cu’ strigghia lu so cavaddu nun è muzzuni: a far i fatti suoi uno non s’imbratta le mani. P. pass. strigghiatu: stregghiato, strigliato. || Strebbiato.

Strigghiata. s. f. Lo stregghiare: stregghiatura. || Acconciatura, abbellimento studiato: strebbiatezza. || dari ’na strigghiata, dar un rabbuffo: dar una buona stregghiatura. || E vale anche esaminar alcuno con grande rigore.

Strigghiatedda, dim. di strigghiata.

Strigghiatuna. accr. di strigghiata.

Strigghiatuni. accr. di strigghiatu, nel senso di strebbiato, adornato.

Striglia. V. strigghia, e così i seguenti.

Strigunaria. s. f. Ammaliamento, affatturamento: stregonerìa || La divinazione coll’intervento de’ così detti mali spiriti.

Strigunazzu. pegg. di striguni: stregonaccio.

Striguni. s. m. Maliardo: stregone.

Strija. V. striga.

Strillari. v. intr. Stridere: strillare. || fig. Mormorare con istrepito: urlare, strepitare.

Strilliniu. (Di Marco) s. m. Operazione sperimentale colla quale si riconosce l’oro e l’argento, e anche se ne determina il titolo: saggio (Car. Voc. Met.).

Strillu. s. m. Grido di dolore, di sdegno: strillo.

Strimazzuni. V. stramazzuni.

Strimiarisi. v. a. Fare stretta economia: lesinare. || Scortire, ristrignere: ristremare (Rigutini). || v. intr. pron. Usar parcità, restringersi per menar innanzi la vita: strignersi, ristremarsi. || Ingegnarsi, industriarsi.

Strimiatamenti. avv. In modo parco: parcamente. [p. 984 modifica]

Strimiddiari. V. strimiari.

Striminziu. s. m. Dono gretto, avaro, poca quantità donata. || Malattia affettata.

Strimitati. V. estremità.

Strìmiti. V. stimmati.

Strimulari. v. a. intr. Torre dal pantano, uscire dal pantano: dispantanare.

Strimunziunari. v. a. Dare la estrema unzione a’ moribondi.

Strina. s. f. Donativo che si fa a capo d’anno: strenna, strina. || Regalo, mancia qualunque: strenna. || Per strinciuta V. (S. Salomone-Marino).

Strincenti. add. Detto di cibo o medicamento che produce stitichezza al ventre: astrignente.

Strinci. s. m. T. mar. Camera della gomena: fossa della gomena (Zan. Voc. Met.).

Strincimentu. s. m. Lo strignere: strignimento. || – d’arma, di cori: travaglio d’animo, passione.

Strìnciri. v. a. Accostare con forza le parti di una cosa insieme, comprimere una cosa con l’altra: strìgnere, strìngere. || Raccogliere, insieme, unire: strìgnere. || fig. Violentare, costrignere: strignere. || Indurre stitichezza nel ventre: astrignere. || Sforzar alcuno a risolversi, senza dargli respiro: strignere fra l’uscio e il muro. || Serrare, assediare: strignere. || – la spata, impugnarla: strignere la spada. || – amicizia, contrarre amicizia: strignere amicizia. || – l’argomentu, venir alla conclusione: strignere l’argomento. || – un nigozziu, conchiudere un affare: strignere un negozio. || – lu puntu: allacciar il punto (An. Cat.). || – un abitu, diminuire l’ampiezza del vestito: strettire un vestito. || – lu cori, metter in angustie: strignere il cuore. || rifl. a. Ristrignersi: strignersi. || Usar parcità: strignersi. Serrarsi più stretto il cinto: stringersi. || Detto dei liquidi, quando per la svaporazione si fanno di minor mele, e più densi: strignersi. || – li cianchi, fig., mangiar poco per risparmio: stremarsi il vitto. || Ovvero trovarsi in una opprimente calca: esser pigiato. || a strinciri, modo avv., dicesi delle cose che vanno assottigliandosi da una parte a guisa di cono. || E fig. di ciò che si avvicina al suo scioglimento, al termine. || a lu strinciri di la chiavi, posto avv., in conclusione, in fine: alla fin fine. P. pass. strinciutu: stretto e strinto.

Strincitura. s. f. T. macell. La parte della pancia degli animali fra gli estremi delle coste. || pigghiarisi tri unzi di strincitura, modo prov., andarsene quatto quatto, dimesso.

Strincitureddu. dim. di strincituri: strettoino.

Strincituri. s. m. Strumento che stringe per forza di vite, per uso di spremere ecc.: strettojo. || Strumento in forma di tanaglia per ispremere i limoni: strizzalimoni. || Arnese semplice di corda col quale si legano e si conducono per la testa i cavalli: capestro (M. Siciliano).

Strinciuneddu. dim. di strinciuni: stretterella.

Strinciuni. s. m. Stretta forte: strettone (Guerrazzi). || Abbraccio un po’ troppo affettuoso, ovvero alquanto rustico.

Strinciuta. s. f. L’azione dello strignere: stretta, strignitura.

Strinciutedda. dim. Stretterella.

Strinciutuna. accr. Strettone.

Strincuni. V. stincuni.

Stringiri. V. strinciri.

Stripitari. V. strepitari e simili.

Strippa. V. stirpi. Onde mala strippa: mala razza.

Strippa. Dicesi delle femmine degli animali che non generano: soda. || arristari strippa, quando la vacca, la cavalla ecc., portata alla monta non resta pregna: rimaner soda. Per ischerzo si dice a donna sterile (quasi ex-stirpe, senza stirpe).

Strippami. s. f. Nome collettivo di tutte le femmine sode delle bestie.

Strippari. v. intr. Divenire sterile, detto delle femmine delle bestie: divenir sode. || Il segregar dalle altre le bestie sode (da strippa. Potrebbe anco esser corruzione dall’italiano scipare per abortire). || Prov. o strippa o fa latti, dicesi di cosa che non ammetta via di mezzo: o asso o sei.

Stripparu. s. m. ll guardiano delle vacche dette strippi.

Strippata. s. f. Quantità di bestiame, e anco di altro: branco, frotta.

Strippatura. s. f. Il partorito, il figlio delle bestie: reda.

Strippazzuneddu. dim. di strippazzuni.

Strippazzuni, Strippu, Strippuni. s. m. Sterpo grande: sterpone. || Branco, gregge. E fig. anco di persona.

Strippuniari. v. a. Tagliare al ceppo del frassino la scorza vecchia.

Striscia. s. f. Pezzo di panno o altro che sia più lungo che largo: striscia. || Riga: striscia. || L’orma che rimane in terra dallo strisciare: striscia. || Segno longitudinale di color diverso di quello del fondo: striscia. || T. tip. Quel primo foglio che si stampa per prova, e che serve al correttore e al proto per le correzioni da farsi: bozza. || T. mar. Striscia che lascia dietro di sè la nave solcando il mare: scia (Car. Voc. Met.). || causi cu la striscia: calzoni colla banda o colla striscia. Se è finta, striscia; se è soprammessa: banda.

Strisciamentu. s. m. Lo strisciare: strisciamento.

Striscianti. add. Che striscia: strisciante. || Che si striscia ad alcuno per trarne utilità e favore: striscione.

Strisciari. v. intr. Camminare stropicciando il terreno come fa la serpe: strisciare. || met. Passar rasente con impeto: strisciare. || Nel giuoco è un avvertire il compagno, facendo strisciare sul tavolo una carta. || Quel verso o fischio che fa il pincione nel cantare: spincionare. || Umiliarsi avanti ad uno, e adularlo, corteggiarlo: strisciarsi ad alcuno, strisciare ad alcuno. P. pass. strisciatu: strisciato.

Strisciata. s. f. L’azione dello strisciare: strisciata.

Strisciatedda. dim. Strisciatina.

Strisciatina. Lo stesso che strisciata.

Strisciazza. pegg. di striscia.

Striscitedda. dim. Striscetta, strisciuola, strisciolina.

Strìsciu. s. m. Lo strisciare: strìscio. || Il fischio [p. 985 modifica] del pincione quando spinciona. ||Nel giuoco del bigliardo è quel tiro dove ci ingegniamo, battendo la palla avversaria, strisciare sulla mattonella lunga, perchè poi ribattendo nella corta, venga qui a fare i birilli: striscio.

Strisciuna. accr. di striscia.

Strisciuni. avv. Strisciatamente: striscione, striscioni. || caminari a strisciuni: camminare striscioni.

Stritta. s. f. Lo strignere: stretta. || Il vino che si trae dalle vinacce, ponendole dopo la svinatura, sotto lo strettojo: vino stretto, premitura, stretto, torchiatico (Pal. Voc. Met.). || – di pettu, difficoltà di respirare per infreddatura: strettezza di petto. || ’na stritta di nivi, d’acqua ecc., abbondanza di neve caduta: una stretta di neve ecc. || ’na stritta di vastunati: un carpiccio di bastonate. || essiri o veniri a li stritti, essere ridotto agli estremi: essere o mettersi alle strette, avere la stretta. Vale anche, trattare strettamente insieme per conchiudere qualche negozio: esser alle strette. || ’na stritta, la quantità di roba che si stringe in una volta nello strettojo: strettojata. || sapiri di stritta, detto di vino, tener dello aspretto per essersi troppo spremuti i graspi: saper di raspo, pigliare del raspino. || mettiri a li stritti, costrignere. || fari ’na stritta di denti, far uno sforzo, un sacrifizio per ottenere checchessia.

Strittamenti. avv. Con istrettezza: strettamente. || Scarsamente, parcamente: strettamente. || Caldamente, con affetto: strettamente. || Rigorosamente: strettamente. || Brevemente, succintamente: strettamente.

Strittizza. s. f. Angustia di spazio o di luogo: strettezza. || Parsimonia, scarsità: strettezza. fig. Limitazione: strettezza. || Ansietà, passione: strettezza di cuore. || Intima dimestichezza, intrinsichezza: strettezza. || – di pettu, difficoltà di respirare: strettezza di petto.

Strittu. s. m. Luogo stretto: stretto. || Braccio di muro rinchiuso fra due coste, e che inette a due mari: stretto. || pigghiarisi, cugghirisi o accattarisi lu strittu, andarsene quatto quatto e dimesso.

Strittu. add. Da stringere: stretto. || Unito e serrato insieme: stretto. || Angusto, contrario di largo: stretto. || Intrinseco, confidente: stretto. || Segreto: stretto. || Riservato, ritenuto: stretto. || Angustiato, afflitto: stretto. || Preciso: stretto. || Timorato, scrupoloso: stretto. || Rigoroso: stretto. || Denso: stretto. || Avaro: stretto in cintola. || parenti strittu, propinquo, prossimo: parente stretto. || aviri la manu stritta, essere avaro: aver la mano stretta. || aviri la manica stritta, dicesi de’ confessori severi, che non facilmente assolvono. Sup. strittissimu: strettissimo.

Strittu. avv. Strettamente: stretto. || Avaramente: stretto.

Strittuliddu. add. dim. di strittu: strettino.

Strittunarìa. s. f. Ritenutezza nello spendere: tenacità.

Strittunazzu. pegg. di strittuni.

Strittuneddu. dim. di strittuni.

Strittuni. add. Soverchiamente economico, avaro quasi: tenace, tirato.

Strittunissimu. add. sup. Avaro, spilorcio.

Strittura. s. f. Strignimento, stretta: strettura. || Luogo stretto, strettezza di luogo: strettura. || – di pettu, V. strittizza.

Strizzari. v. a. Disfar la treccia: strecciare. || Detto di capelli: strecciare, scrinare, schiomare. P. pass. strizzatu: strecciato, scrinato.

Strizzata. s. f. L’azione dello strecciare, dello scrinare.

Strizzaturi. V. intrizzaturi al § 2.

Stroddu. s. m. V. fraschetta. || – di cucina, cencio o stoppa per istrofinare checchessia: strofinacciolo. || strodi V. strucciuli.

Strofa. s. f. Quella parte della canzone che si dice anco stanza, numero determinato di versi con determinata legge: strofa, strofe.

Strofinamentu. s. m. L’atto dello strofinare: strofinamento.

Strofinari. v. a. Stropicciare leggermente: strofinare, fregare. P. pass. strofinatu: strofinato.

Strofinata. s. f. L’azione dello strofinare: strofinata.

Strofinatedda. dim. di strofinata: strofinatina.

Strofinatina. V. strofinata.

Strofinazzioni. s. f. Lo strofinare: strofinazione.

Stròlagu V. astrolagu.

Stronziana. s. f. Terra semplice trovata a Strontiam (Scozia) nel 1793 da Xoppe: stronziana.

Stroppa s. f., Stroppu. s. m. Vermena con cui si lega checchessia: stroppa, stroppia. || T. mar. Anello di corda i cui due capi sono impiombati uno coll’altro: stroppo (Car. Voc. Met.). || Fondo di caldaja. || Per grasta V. || Per frotta V.

Strubbari. Idiotismo per disturbari V.

Strùcchiuli. V. strucciuli.

Strucchiuliara. s. f. Donna del volgo: ciammengola, donnaccola.

Strucciu. s. m. Ramicello che si pianta per essere trapiantato, barbicato che sia: barbatella.

Strùcciuli. s. f. pl. Cose di poco momento, trastulli: ninnoli, gingilli. || Bazzecole, bagattelle: ciammengole, frascherie. || Ciarle, ciance (forse da trùccioli; cioè quelle falde che leva la pialla ripulendo il legname).

Strucciuliari. v. intr. Perder il tempo in ninnoli: ninnoli || Fare, aggiustare, adoperarsi: cosare.

Strucciuliata. s. f. Il ninnolare, il baloccarsi.

Strucciuliddi. dim. di strucciuli: ninnolini.

Strudduli. V. strucciuli.

Strudimentu. s. m. Il rodersi: rodimento. || a strudimentu: a dispetto.

Strùdiri. v. a. Consumare: struggere. || intr. pron. Consumarsi di rabbia: rodersi, arrangolare, mangiarsi l’anima. || nun putirisi strudiri, vale non potersi consumare, e detto di persona che è sana, vegeta e forte. || struditi e fatti lu cerru, modo prov., per fare arrapinare altrui: crepa di rabbia!

Strudusamenti. avv. In modo dispettoso: dispettosamente.

Strudusarìa. s. f. Ingiuria schernevole, onta: dispetto.

Strudusazzu. pegg. di strudusu: dispettosaccio.

Struduseddu. dim. Dispettosuzzo.

Strudusu. add. Che si compiace far dispetto: dispettoso. || Che apporta rodimento, cruccio: crucciatore. Sup. strudusissimu: dispettosissimo. [p. 986 modifica]

Strudusuni. accr. di strudusu.

Struffari. v. a. Levare da un terreno le piante arbustive o arboree e le loro barbe: dicioccare, smacchiare. P. pass. struffatu: dicioccato, smacchiato.

Struficedda. dim. di strofa: strofetta.

Strufinazzu. s. m. Cencio molle o stoppa ad uso di strofinare e pulire checchessia: strofinacciolo.

Strufini. V. coffa al § 2 (in Augusta Pasq.).

Struiri. V. istruiri.

Strulicusu. add. Che fa giunterìe: giuntatore, armeggione.

Strullichïari, Strulluchïari. v. intr. Fantasticare: abbacare. || Avviluppare con parole senza conclusione: ciaramellare. || Pensare per far conjettura: strologare, almanaccare. || Affaccendarsi: acciapinarsi. || Dare spasso ai fanciulli per tenerli a segno e divertirli: farli baloccare.

Strumba. V. strumma.

Strumbari. V. struncari.

Strumbatu. s. m. Torretta da camino lunga e quadrata (Pasq.). || V. strummatu.

Strumentali. V. strumintali.

Strumentu. s. m. Quello col quale o per mezzo del quale si adopera: strumento. || Quello onde i montanari traggono il suono, come liuto, trombone, clavicembalo: strumento. || Macchina, ordigno per facilitare l’operazione di checchessia: strumento. || Contratto, scrittura pubblica: istrumento, strumento.

Strumìnchiulu. V. ucchiali.

Strumintali. add. Detto di musica fatta per i soli strumenti: strumentale.

Strumintari. v. a. T. mus. Comporre la musica da esser eseguita dagli strumenti: strumentare.

Strumintazzu. pegg. di strumentu: strumentaccio.

Struminteddu. dim. di strumentu: strumentino.

Strumintista. add. Che suona strumento.

Strumma. V. scupa.

Strummagghiunazzu. pegg. di strummagghiuni.

Strummagghiuneddu. dim. di strummagghiuni.

Strummagghiuni. s. m. Materia che si fa entrare in bocca, in mole superiore ad un boccone naturale. || Massa di cose rabbatuffolate: batùffolo.

Strummari. v. a. Fare gli sguanci nelle aperture di porte o finestre: strombare (Car. Voc. Met.).

Strummatu. s. m. Spazio vuoto che è sotto le volte di scale.

Strummatùra. s. f. Allargamento dei lati d’un’apertura, per cui essa rimane più grande nello interno della stanza: strombatura, strombo, sguancìo.

Strummintari. v. a. Corrotto da sperimentare, ordire: macchinare.

Strummu. V. scurmu (a Messina).

Strùmmula. s. m. Balocco che consiste in una palla di legno con una punta di ferro, attorno a cui s’avvolge un laccio e poscia lanciata si fa girare: trottola. || – di ventu, quella vuota di dentro: palèo (In Toscana chiamano strombola una specie di fionda di canna, e anche il turbine). || Si dice ad uomo tarchiato e di piccola statura: batocchio (Gr. στρομβός: trottola). || fari firrari ad unu comu ’na strummula, strapazzarlo, urtarlo con violenza sì che stia per cascare: aggirare uno come arcolajo. || firriarisi comu ’na strummula, dicesi di chi si affatica molto in un affare: aggirarsi come un palèo. Nel Pistoiese chiamano strombola ciò che noi ciunna.

Strummulazza. pegg. di strummula.

Strummuliari v. intr. Cadere ruzzolando a precipizio: tombolare. || Muoversi, dimenarsi come una trottola: trottolare. || att. Far giravoltare urtando violentemente: attrottolare, abbatuffolare.

Strummulicchia, Strummulidda. dim. di strummula: trottolino. || È anche un fondello con un fuscellino ficcato nel buco di mezzo, fa le veci di un trottolino.

Strummuliuni. s. m. Caduta precipitosa: tombolone.

Strummuluna. accr. di strummula: trottolone.

Strummuluni. V. strummuliuni, e V. strummuluna.

Strunari. v. intr. Cominciar a fendersi de’ vasi, far pelo: incrinarsi. || Rimaner assordato, sbalordito: intronarsi. P. pass. strunatu: incrinato. || Intronato.

Struncamentu. s. m. Lo stroncare: stroncamento.

Struncari. v. a. Troncare: stroncare. P. pass. struncatu: stroncato.

Struncata. s. f. L’azione dello stroncare: stroncata (V. participiu).

Struncatura. s. f. Il troncare ed il pezzo stroncato da un corpo: stroncatura, sciavero.

Struncu. add. Storpiato, V. piuncu (quasi abbia stroncato un membro, anzi dice Pasq. che secondo Plinio, truncus o trunci chiamavasi colui che avea un membro rotto o debole).

Struncunazzu. pegg. e accr. di struncuni. || Per sim. persona fuor di modo lunga: spilungone, perticone.

Struncuneddu. dim. di struncuni: stronconello.

Struncuni. s. m. Pezzo, o scheggia di tronco o altra cosa spezzata: troncare. || Si dice ad uomo lungo fuor di modo: spilungone, perticone.

Struneddu. V. sturneddu.

Strunfari. v. intr. Al giuoco del tarocchi, è il gettar le carte di trionfo. || Sbuffare per ira: stronfiare. || strunfari ’na cosa, dirla chiaramente: schiccherarla. || Sconchiudere, specialmente parlando di trattative di matrimonio. Così all’Alia.

Strumfata. s. f. Lo sbuffare, lo stronfiare.

Strunzazzu. pegg. di strunzu.

Strunziddu. dim. Stronzolino, stronzoletto. || V. strunzinu.

Strunzinu. s. m. Per isvilimento si dice a ragazzo un po’ prosuntuoso: cazzabùbbolo, scazzatello.

Strunziteddu. V. strunziddu.

Strunzu. s. m. Pezzo di sterco sodo e rotondo: strònzo, strònzolo. || Per avvilimento si dice ad uomo dappoco, soro: baggeo, marzocco. || strunzu ’n gloria, per baja si dice di persona indegnamente elevata a qualche grado. || a tempu di dilluviu (o di china) tutti li strunza natanu, in tempo di corruzione o di pervertimento gli uomini da nulla sono [p. 987 modifica] elevati a dignità. || cunfittari strunza, far cortesia a chi non la merita: confettare uno stronzolo.

Strupari. V. svirginari.

Struppari. v. a. Staccare alcuna parte della greggia, cacciandola. || T. mar. Strignere, cignere checchessia con uno stroppo: stroppare (Car. Voc. Met.).

Struppazzu. s. m. T mar. Pezzo di cavo con radancia impiombatavi, che si ferma alle crocette di pappafico, ove s’incoccia il gancio della mantiglia di gabbia: incavigliatura.

Struppiamentu. s. m. Lo storpiare: storpiamento.

Struppiari. v. m. Far male. || Guastar le membra: storpiare, stroppiare. || Sconciare, guastare: storpiare. P. pass. struppiatu: storpiato, stroppiato.

Struppiateddu. dim. di struppiatu.

Struppiatuni. accr. di struppiatu.

Struppiatura. s. f. Lo storpiare e la cosa storpiata: storpiatura.

Struppiddari. v. a. Stroncare, spezzare in tronco: scavezzare. || Andar di bieco. || V. stappariddari. || rifl. a. Scavezzarsi. P. pass. struppiddatu: scavezzato (Da truppeddu V).

Struppu. (Scob.) V. strippata.

Strusciari. v. a. Sciorre un fagotto, torre dal fagotto. || Detto delle budella da salsiccia, votarli, nettarli, ed attenuarli spogliandoli dalla crassizia.

Strusciatizzu. add. modif. di strusciatu.

Strusciatu. add. da strusciari. || Spossato da troppa fatica o grave carico. || Malconcio.

Strutta. s. f. Distruzione.

Struttu. V. astruttu.

Struttura. s. f. Costruzione: struttura. Ordine e modo con cui una cosa è costrutta o disposta: struttura.

Struzza. s. f. T. mar. Specie di antenna che attraversa diagonalmente una particolar sorta di vela, e la cui inferiore estremità è fermata contro il piede dell’albero: struzza (Car. Voc. Met.).

Struzzamentu. s. m. Strozzatura: strozzamento.

Struzzari. v. a. Stringer la strozza, strangolare: strozzare. || V. truzzari. P. pass. struzzatu: strozzato.

Struzzeri. s. m. Colui che profitta del bisogno altrui, prestando a ingordo frutto: strozzino.

Struzzu. s. m. T. zool. Il più grande degli uccelli, abita nell’Arabia, è superiore a tutti gli animali nella velocità del corso: struzzo. Struthio camelus L. || stomacu di struzzu, si dice a chi mangia molto e digerisce meglio: ventre di struzzo.

Stu. Accorciato da chistu: sto.

Stuancu. V. stancu (a S. Cataldo).

Stubbitu. s. m. Fetore della carne che comincia a putrefarsi: puzzo di stantìo.

Stuccanti. add. Nojoso: stuccante.

Stuccari. v. a. Troncare, spezzare: stroncare. || fig. Vincere l’altrui ostinazione, indurre: scaponire. || Per piegare. || Piegar il cammino verso una parte: voltare, volgere, svoltare. || Nojare, infastidire: stuccare. || rifl. a. Stoncarsi. || Cedere, piegarsi all’altrui volere: consentire, piegarsi. || Per allitticarisi, detto delle biade, § 2. || Piegarsi. || stuccarisi ’m menzu, fig., rovinarsi, riuscir male in checchessia: tagliarsi i piedi. || – lu coddu, andar via in luoghi lontani; o abbandonarsi a vita licenziosa: scapigliarsi. || stoccati li vizii (o li capiddi), si dice per cacciar via uno: va al diavolo. Vale anche, muoviti, or su, suvvia. || stoccati e fatti modda, per esprimere il puttaneggiarsi di una donna. || zoccu tocca stocca, modo prov., detto di chi ove pone le mani guasta tutto: guastalarte, guastamestieri, marrapeto. P. pass. stuccatu: stroncato, piegato ecc. || Stuccato.

Stuccata, Stuccatina. s. f. Colpo di stocco: stoccata. || Lo stuccari V.

Stucchettu. dim. di stoccu: stocchetto.

Stucchèvuli. add. Rincrescevole, nojoso: stucchèvole.

Stucchïari. v. a. Riturare o appiccare con istucco: stuccare. || Raccogliere i sarmenti (stuccu V.) potati. || Per imbiancare semplicemente (a Gangi). || rifl. pass. fig. Muoversi con leziosaggine, far moine nel camminare: dimenarsi, culeggiarsi. P. pass. stucchiatu: stuccato. || Imbiancato ecc.

Stucchiaturi. s. m. Artefice che lavora di stucco: stuccatore. || Imbianchino.

Stucchïusu. add. Che si dimena in camminando. || V. stuffusu.

Stucci. V. strùcciuli.

Stucciu. Aferesi di astucciu: stuccio.

Stuccu. s. m. Composizione di diverse materie tegnenti ad uso di appiccare, riturare o di altri usi: stucco. || Calce stemperata per imbiancare: bianco (sost.).

Stuccusu. add. Che ha qualità di stucco: stuccoso. || Smanceroso.

Studenti. add. e sost. Che studia, che frequenta le scuole, l’università: studente.

Studiari. v. a. Dare opera alle scienze: studiare. || Attendere a checchessia: studiare. || – lu sturdutu, essere ignorantaccio: studiar il pecorone. || intr. pron. Affaticarsi, industriarsi: studiarsi.

Studiata. s. f. Lo studiare: studio.

Studiatedda. dim. di studiata.

Studiatu. add. Da studiare: studiato. || Ricercato: studiato. || Imparato, appreso: studiato. Sup. studiatissimu: studiatissimo.

Studieddu, dim. di studiu, per iscrittojo: studietto.

Studienti. V. studenti.

Studiettu. V. studieddu.

Stùdiu. s. m. Lo studiare, applicazione: stùdio. || L’arte, o la scienza medesima che si studia: studio. || Scuola, università, luogo dove si studia: studio. || Piccola stanza appartata per uso di leggere, scrivere: scrittojo. || Il banco de’ notai, degli avvocati ecc.: studio. || T. pitt. e scol. I modelli ricavati dal vero, coi quali studiano nel creare le loro opere: studio. || Prov. lu studiu fa l’omu dottu e la cuntinenza castu, è chiaro.

Studiusamenti. avv. Con istudio, diligentemente: studiosamente.

Studiuseddu. dim. di studiusu.

Studiusu. add. Che studia, che si compiace studiare: studioso. || Diligente: studioso. || [p. 988 modifica] Ricercato, preparato con istudio: studioso. Sup. studiusissimu: studiosissimo.

Stufa. s. f. Stanza riscaldata da fuoco: stufa. || Cassetta di ferro o di creta cotta, con focolare da chiudersi, serve a riscaldare le stanze o ad altro: stufa. || Fornello da stillare: stufa. || Fomento o suffumigio: stufa. || Bagno caldo: stufa. || Il risciacquamento di materie bollenti che si fa alle botti per purgarle da ogni puzzo: stufa, pampanata. || fari la stufa, risciacquare come sopra le botti: fare la stufa, stufare (Pal. Voc. Met.).

Stufari. v. a. Cuocere in umido la carne. || Fare la stufa alle botti: stufare.

Stufaru. s. m. Maestro della stufa: stufajuolo, stufajolo.

Stufateddu. s. m. Conditura speciale di vivanda, quasi a stufato, in umido.

Stufatu. s. m. Carne o altra vivanda cotta in umido in vaso chiuso: stufato.

Stufatu. add. Di carne cotta in umido: stufato, stracotto. || Per ischerzo, detto di persona che ha sofferto soverchio calore.

Stuffari. v. a. e intr. Venir a fastidio, seccare grandemente: stufare. || Detto de’ cibi che inducono sazietà, noja: stuccare, e se più: ristuccare. || intr. pass. Infastidirsi, restare di favorire o amare alcuno: sfervorarsi. P. pass. stuffatu: stufato, stuccato.

Stuffata. V. tuppata.

Stufficarìa. V. stuffusarìa.

Stuffu. s. m. Affettata retrosìa, leziosa ripugnanza, o apparente, inappetenza: svogliatezza.

Stuffu. add. Stufato, infastidito: stufo. || Stuccato: stucco.

Stuffusarìa. s. f. Qualità dell’essere rincrescevole: rincrescevolezza. || L’essere svenevole: svenevolezza. || Alterigia, dispregio: muffosità.

Stuffuseddu. dim. di stuffusu: svogliatello, svenevoluccio. || Di persona a cui tutto facilmente stucca: boccuccia, schifiltoso.

Stuffusu. add. Rincrescevole: stucchevole. || Ripugnante, svogliato: svenevole. || Sprezzante: muffoso. || Nauseante, nauseoso. Sup. stuffusissimu: stucchevolissimo, svenevolissimo.

Stuffusuni. accr. di stuffusu: svenevolone.

Stuficedda. dim. di stufa: stufetta.

Stufigghia. s. f. Terrazzino coperto, stanza pensile chiusa tutta da cristalli, fabbricata sui balconi. || Carrozza chiusa per l’inverno: stufiglia.

Stuiddu. s. m. Più fila di vecchio pannolino avvolte insieme in forma lunga, che si mettono nelle ferite: stuello.

Stujari. v. a. Nettare: pulire. || Far succiare da un corpo l’umore che è in altro corpo, asciugare: suzzare. || Levar via la polvere, ripulire: spolverare. || stujarisi lu mussu, fig., deporre il pensiero di avere checchessia, perdervi le speranze: leccarsi i baffi. || E stujati lu mussu, suol dirsi a chi profferisca parole schifose. || stujarisinni lu culu d’una cosa, non importargliene: impiparsene. || stujarisi lu culu di ’na parola, non mantenere una promessa: far delle parole fango (Fr. essuyer: asciugare ). P. pass. stujatu: pulito, asciugato.

Stujata. s. f. L’azione del pulire: pulita. || L’asciugare: rasciugatura. || Lo spolverare: spolveratura.

Stujatedda. dim. di stujata.

Stujavucca. V. salvietta.

Stulitiri. v. intr. Diventare stolido, stupido: stupidire, imbarbogire. P. pass. stulitutu: stupidito, imbarbogito.

Stulitizza. s. f. L’essere stupido, atti o detti da stolido: stolidezza.

Stullicchiari. v. intr. Contendere, contrastare: letigare.

Stultu. add. Stolido, sciocco: stolto (Muse Sic.).

Stuluni. V. gassina (quasi dire stoione). || accr. di stola.

Stumacàggini. s. f. Rivolgimento di stomaco: stomacàggine.

Stumacaleddu. dim. di stumacali.

Stumacali. s. m. Medicamento composto di certe erbe, che si applica sullo stomaco.

Stumacari. v. intr. Commuoversi, perturbarsi dello stomaco: stomacare. || met. e att. Infastidire, stuccare: stomacare. || rifl. a. Stomacarsi. P. pass. stumacatu: stomacato.

Stumacata. s. f. Malore di indigestione per eccedente riempimento di cibi: ripienezza di ventre.

Stumacatedda. dim. di stumacata.

Stumacatuna. accr. di stumacata.

Stumacheddu. dim. di stomacu: stomacuzzo. || V. panzudda.

Stumachïari. V. stumacari.

Stumacuni. accr. di stomacu: stomacone.

Stumacusu. add. Che stomaca: stomacoso.

Stummacari. V. stumacari (nel Trapanese).

Stùmmulu. V. scurmu (a Catania).

Stunamentu. s. m. Lo stonare. || Romore da stordire: stordimento.

Stunari. v. intr. Uscir di tuono: stonare. || Sorprendersi, stordire. || Divenir grullo: ingrullire. || Dire spropositi: sconnettere. || att. Assordare, stordire, far il capo grosso, incapocchire (Nerucci). || Far ingrullire. P. pres. stunanti: stonante.

Stunata. s. f. Lo stonare: stonata. || L’assordare: assordamento, stordimento.

Stunatazzu. pegg. di stunatu.

Stunateddu. dim. di stunatu.

Stunatizzu. add. modif. Mezzo stordito.

Stunatu. add. Da stonare: stonato. || Stordito. || Di chi per dispiacere o per altra cagione è turbato di mente, distratto: stonato.

Stunatuni. accr. di stunatu.

Stuncuni. V. struncuni.

Stunzuniari. V. stuzzuniari.

Stupari. V. ammucciari.

Stupefari. v. a. Empire di stupore: stupefare. || Privar di sentimento, intormentire: stupefare. || rifl. pass. Divenire stupido, empirsi di stupore: stupefarsi. P. pass. stupefattu: stupefatto.

Stupendu. V. stupennu, e così i simili.

Stupennamenti. avv. Con istupore: stupendamente.

Stupennu. add. Da indurre stupore, ottimo: stupendo. Sup. stupinnissimu: stupendissimo.

Stupennuni. accr. di stupennu.

Stupidamenti. avv. In modo stupido: stupidamente.

Stupidazzu. pegg. di stupidu: stupidaccio. [p. 989 modifica]

Stupidiri. v. intr. Divenire stupido: stupidire. P. pass. stupidutu: stupidito.

Stupidità. s. f. Stupidezza: stupidità.

Stupidizza. s. f. Insensatezza, stolidezza: stupidezza.

Stùpidu. add. Insensato, che non intende: stùpido. || Intormentito, privo di senso: stupido. Sup. stupidissimu: stupidissimo.

Stupiri. v. intr. Stupefarsi: stupire. P. pass. stupitu: stupito.

Stupitiari. v. intr. Fare lo stupido. || Far mostra di essere sciocco, o di non conoscere una cosa: far il nesci.

Stùpitu. V. stupidu e derivati.

Stuppa. s. f. Materia che si trae dopo il capecchio nel pettinare il lino: stoppa. || Astuzia (Rocca). || Cencio o altro per pulire: strofinaccio. || fari la varva di stuppa, modo prov. gabbare, giuntare: far la barba di stoppa. || accattari di sta stuppa, credere e restar canzonato: bere grosso. || stuppa mi dasti e stuppa ti filavi, tu mi tincisti ed io t’anniricavi, si dice di due ugualmente furbi o tristi, di cui l’uno per ingannar l’altro resta ingannato.

Stuppagghiari. V. sturacciari.

Stuppagghiazzu. pegg. di stuppagghiu.

Stuppagghieddu. dim. Turacciolino, turaccioletto.

Stuppagghiu. s. m. Quello con che si turano le bocche di vasi o simili: turaccio, turàcciolo (In ital. vi è stoppaglio che significa tappu V.). || Quello delle botti: tappo.

Stuppagghiuni. accr. di stuppagghiu.

Stuppagghiuseddu. dim. di stuppagghiusu.

Stuppagghiusu. add. Dicesi di frutti o altro, quando il loro sugo è alidito ed è a guisa di stoppa: stopposo. Onde limone, arancia ecc., stopposa. Sup. stuppagghiusissimu.

Stuppari. v. a. Contrario di turare: sturare. || Per attuppari (in Messina). || (Caruso) Riturare con istoppa: stoppare. P. pass. stuppatu: sturato. || Stoppato.

Stuppata. s. f. Lo sturare: sturata. || V. tuppata. || fari ’na stuppata d’ova (Catania), batter la chiara d’uova, intignerne stoppa ed applicarla alla ferita: far la chiarata.

Stuppatedda. dim. di stuppata.

Stuppateddu. Per attuppateddu V.

Stuppinu. V. spunzolu. || Lucignolo di candela: stoppino. || T. mil. Piccola miccia per dar fuoco: stoppino.

Stuppusu. V. stuppagghiusu.

Stuprari. v. a. Commettere stupro: stuprare. P. pass. stupratu: stuprato.

Stuprata. s. f. Sverginata: stuprata.

Stupru. s. m. Sverginamento violento, illecito: stupro.

Stupuri. s. m. Stato dell’animo di colui che udendo o vedendo cose maravigliose resta quasi muto: stupore. || Intormentimento di membra: stupore. || Cosa o persona che produca stupore.

Stuputu. add. Da stupire: stupito.

Sturacciamentu. s. m. Lo sturare.

Sturacciari. v. a. Cavar il turaccio dal vaso: stappare, sturare. P. pass. sturacciatu: sturato.

Sturaci. V. storaci. s

Sturbari. v. a. Turbare: sturbare. P. pass. sturbatu: sturbato.

Sturberia. V. disturbu (Pasq.).

Sturcimentu. s. m. Lo storcere: storcimento.

Sturciuniari. v. a. Contrario di inturciuniari V.

Sturciuta. s. f. Lo storcere: storta.

Sturciutu. P. pass. V. in storciri.

Sturdimentu. s. m. Lo stordire: stordimento.

Stùrdiri. v. a. Far rimaner attonito, sbalordito: stordire. || intr. e rifl. a. Rimaner attonito o per rumore, o per colpo che ci abbia rintronato il capo, o per vertigine ecc.: stordire, stordirsi. || Detto di dolori corporali, mitigarsi: attutarsi. || a sturdiri, posto avv., all’improvviso.

Sturdutàggini. s. f. La qualità di chi è stordito: storditezza, stordizione.

Sturdutamenti. avv. Con istordizione: storditamemte.

Sturdutazzu. pegg. di sturdutu: storditaccio.

Sturduteddu. dim. Storditello.

Sturdutizzu. add. modif. Mezzo stordito.

Sturdutu. add. Da stordire: stordito. || Dicesi di persona o di parte del corpo che per forte colpo sia rimasta impedita dalle sue funzioni: stordito.

Sturiari. V. storiari. || V. studiari.

Sturiedda, Sturietta. dim. di storia: storietta, storiella. || Dipintura, rappresentante alcuno avvenimento: storietta.

Sturiuneddu. dim. Di storione: storioncello.

Sturiuni. s. m. Pesce marino che ama l’acqua dolce, ottimo a mangiarsi; ha la testa allungata; il corpo pentagono, il dorso coperto di una fila di squame ossee o scudetti: storione. Acipenser sturio L.

Sturnari. v. intr. Tornar indietro, ritirarsi: stornare. || E nel giuoco del lotto, è il ritirarsi dal rischio facendo cassar i numeri giuocati. || Sloggiare. || att. Dissuadere, rimuovere: stornare. P. pass. sturnatu: stornato.

Sturneddu. s. m. T. zool. Uccello di passo nero con macchie bianche, e col becco giallo. Vive d’insetti, inverna in Egitto, e facilmente impara a parlare: storno, stornello. Sturnus vulgaris L. || V. sturnu.

Sturnettu. s. m. Certi i motti sentenze cantati in poesia, in tre versi: stornello. || In altri paesi intendono il canto popolare in ottava rima: strambotto.

Sturnu. add. Si dice del mantello de’ cavalli misto di color bianco e nero: stornello. || In pl. sta per danari (Caruso). V. nninni.

Sturpiari. V. struppiari.

Sturtelli. s. m. pl. Cose storte. || fari sturtelli, usar modi, ragioni strane, sofisticare, cavillare: camminar pe’ tragetti.

Sturticedda. dim. di storta.

Sturtigghiamentu. s. m. Lo storcere, lo slogare: slogamento, storcimento.

Sturtigghiari. v. a. Cavar dal suo luogo e dicesi delle ossa: slogare. || sturtigghiari l’incegnu: aguzzar l’ingegno. || rifl. a. e intr. pron. Storcersi, stracollarsi un piede ecc., slogarsi un osso ecc. P. pass. sturtigghiatu: storto, slogato, stracollato.

Sturtigghiata. V. sturtigghiamentu. [p. 990 modifica]

Sturtissimu. add. sup. di stortu: stortissimo.

Sturtuliddu. dim. di stortu.

Stutari. Aferesi di astutari V.

Stuvaledda, Stuvali. V. stivaledda, stivali. Così a Mineo (Capuana).

Stuzzicadenti. s. m. Fusello aguzzato per pulire i denti: stuzzicadenti, stecchetto.

Stuzzicamentu. s. m. Lo stuzzicare: stuzzicamento.

Stuzzicanti. add. Che stuzzica, che stimola: stuzzicante. || Che sveglia o aguzza l’appetito: appetitevole.

Stuzzicari. v. a. Frugacchiare leggermente con alcuna cosa: stuzzicare. || Irritare, commuovere: stuzzicare. || stuzzicari lu pitittu, svegliare l’appetito. || Prov. stuzzicari lu cani chi dormi, irritare chi può nuocere: stuzzicare il cane che dorme. P. pass. stuzzicatu: stuzzicato.

Stuzzicata. V. stuzzicamentu.

Stuzzicaturi –trici. verb. Chi o che stuzzica: stuzzicatore –trice.

Stuzzicusu. add. Atto a stuzzicare; detto di persona che volentieri stuzzica e irrita: provocante.

Stuzziusu. add. Che ha astuzia: astuto (Mal.).

Stuzzuliari. V. campaniari (Capuana). Cosi in Mineo.

Stuzzuniari. V. stizzuniari.

Supplemento

[p. 1155 modifica] [p. 1156 modifica] Staccia. s. f. Anello di pietra per attaccarvi le bestie.

Staccu (A. Modo di seminare, V. a manu vulanti.

Stagghiatu. add. V. in stagghiari. || Per smammatu (Caglià). [p. 1157 modifica]

Sticchiari. Per truzzari. || Per allippari.

Stiiddu. s. m. Più fila attorte che forman uno stoppino per metterlo nelle ferite: stuello.

Stimpali. V. vausu.

Stizzicari. V. stizziari.

Stola. Per gassina (In Messina).

Stracquari. Metter in riposo gli animali che trebbiano.

Strafa. V. troja. Forse corruzione di scrofa. Da strafa viene strafalariu ecc.

Strafacciari. v. intr. Far pancia il muro: sbonzolare.

Straficarisinni. v. intr. pron. Più che non calere, infischiarsene,

Strammuliari. v. intr. Barcollare.

Stranu. || iri stranu, uscire dal proprio paese, onde si diventa forestiero.

Stridiari. v. a. Far dispetti: dispettare a uno.

Strincenti V. sirgenti al § 2.

Striula. V. varvajanni (In Messina).

Stroppa. V. ciaramita. || stroppi, i rovinacci di una demolizione (In Siracusa).

Strumbu. V. scurmu (In Messina).

Strummulu. V. strummula (In Licata),

Struppicuni. V. truppicuni.

Strurusu. V. strudusu.

Stuffata. Per stufa V.: pampanata.

Stuffatu. V. stufatu (Caglià).

Stuppagliu. V. stuppagghiu.

Stuppusu. Detto della carne: tiglioso.

Sturiu. V. studiu. || V. minzalinu.