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Commedia (Neumeister)/Purgatorio

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Purgatorio

../Inferno ../Paradiso IncludiIntestazione 25 marzo 2021 25% Da definire

Inferno Paradiso
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COMINCIA LA SECONDA Parte dela conmedia di dante alleghieri difirenze nellaqual parte ſipurgano licomeflı peccati et uitii dequali luomo e comfeffo et pētuto im conanimo diſatiſfatione. Et contine xxxiii canti. Qui nel primo canto ſono quelli che ſperão diuenire quãdo cheſia alebeati gēti:·


PP
ERCORRER meglior acque alzai le uele

OMAI la nauicella del mio in gnegno
CHE Laſcia dietro affemar ſi crudele
Et câtero diquel fecõdo regno
doue luhumano ſpirto ſipurga5
et diſalire alciel diuenta degno
Ma qui la morta poeſi riſurga
     oſäte muſe poi che uoſtro ſono
     et qui caliope alquanto ſurga
Sequitandol mio canto conquel ſono10
     dicui lepiche miſere ſentiro
     locolpo tal che diſperar perdono
Dolce color doriental zaffiro
     che facchogleua nel ſereno aſpetto
     dalmezo puro infino alprimo giro do15
Algliocchi miei ricomincio diletto
     toſto chio uſci fuor delaura morta
     che mauea contriſtato liocchi elpetto

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Lobel pianeta che adamar comforta
     faceua tutto rider loriente20
     uelando i peſci cherano in ſua ſcorta
Imiuolſi aman dextra et puoſi mente
     alaltro polo et uidi quattro ſtelle
     nonuiſte mai fuor calaprima gente
Goder parena ilciel'àlor fiammelle 25
     oſeptemtrionale uedouo ſito
     poi che priuato ſe dimirar quelle
Comio diloro ſguardo fui partito
     un pocho me uolgendo alaltro polo
     laonde il carro gia era ſparito30
Vidi preſſo dime un ueglio ſolo
     degno ditanta reuerenza inaiſta
     che piu non dee apadre alcun filgliolo
Lunga labarba et dipel biancho miſta
     portaua iſuo capelli ſimigliante35
     dequai cadeua al petto doppia liſta
Liraggi delle quattro luci ſante
     fregiauan ſi laſua faccia dilume
     chiol wedea comel ſol foſſe dauante
Chie ſiete uoi chencontro alciecho fiume ?40
     fuggita auete lapregione eterna
     diſſel mouendo quelle honeſte piume
Chiua guidati ocheuifa lucerna ?
     uſcendo fuor delaprofonda notte
     che ſempre nera fa laualle inferna45
Son leleggi dabiſſo coſi rotte ?
     o e mutato inciel nuovo conſiglio ?
     che dannati uenite allemie grotte ?

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Loduca mio allor midie dipiglio
     et conparole et conmani et concenni50
     reuerenti mife legambe elciglio
Poſcia riſpuoſe allui dame non uenni
     donna ſceſe dalciel perlicui pregi
     dálamia compagnia coſtui ſouenni
Ma dache tuo uoler che piu ſi ſpieghi55
     dinoſtra condition comella e uera
     eſſer non puote ilmio cate ſi nighi
Queſti non uide mai lultima ſera
     ma perlaſua follia lefu li preſſo
     che molto pocho tempo auolgere era60
Si comio duli fu mandato adeſſo
     perlui campare et non uera altra uia
     che queſta perlaquale io miſon meſſo
Moſtrato lui tutta lagente ria
     et hora intendo moſtrar quelli ſpirti65
     che purgan ſe ſotto latua balia
Comio lotrato ſaria lungo adirti
     delalto ſcende uirtu chemaiuta
     condurlo auederti et audirti
Or tipiaccia gradir laſua uenuta70
     liberta uacercando cheſi cara
     come ſa chiperlei uita rifiuta
Tul ſai che non tifo perlei amara
     inuticha lamorte oue laſcialti
     laueſta calgrandi ſara ſichiara75
Non ſon liedetti eterni pernoi guaſti
     che queſti uiue et minos me nonlega
     ma ſon delcerchio oue ſon liochi caſti

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Dimartia tua chenutiſta ancor tiprega
     oſanto patre che pertua lategni80
     perloſuo amore adunque anoi tipiega
Laſcianandar perlituo ſette regni
     gratie riportero dite allei
     ſe diſſermentouato lagiu degni
Martia piacque tanto aliocchi mei85
     mentre chi fui diſſelli allora
     che quante gratie uolſe dame fei
Or chedila dalmat fo dimora
     piu muouer nonmipuo perquella legge
     che fatta fu quando menunſci fora90
Maſe donna delciel timoue et regge
     come tu di nonce miſtier luſinghe
     baſti ſi ben che perlei mirichegge
Vadunque et fa che tu coſtui ricinghe
     dungiuncho ſchietto et cheglilauil uiſo95
     ſi cogni ſucidume quindi ſtinghe
Che non ſi conuerria locchio ſơ priſo
     dalcuna nebbia andar dinanzi alprimo
     miniſtro chee diquei diparadiſo
Queſta iſoletta dintorno adimo adimo100
     lagiu cola doue labatte londa
     porta digianchi ſoural molle limo
Nullaltra pianta che faceſſe fronda
     oinduraſſe uipuote auer uita
     pero che alepercoſſe non ſeconda105
Poſcia non ſia diqua uoſtra reddita
     loſol uimoſterra che ſurge omai
     prendetel monte apiu lieue ſalita

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Coſi ſpari et io ſu mileuai
     lanza parlar et tutto miritraſſı110
     aldUca mio et liocchi allui drizzai
El comincio ſeguiſci limie paſſi
     uolgianci indietro che diqua dichina
     queſta pianura a ſuoi termini baſſi
Lalba uinceua lora matutina115
     che fuggia inanzi ſi che dilontanO
     conobbi iltremolar delamarina
Noi andauam perloſolingo piano
     come buom che torna alaperduta ſtrada
     chen fino adeſſa lipare ire inuano120
Quando noi fumo laoue larugiada
     pugna colſole pereſſer imparte
     doue adoreza pocho ſidirada
Ambo lemani inſu lerbetta ſparte
     ſoauemente mio maeſtro poſe125
     ondio chefui accorto diſuarte
Porſi terlui leguance lacrimoſe
     iui mifece tutto diſcouerto
     quel color chelinferno minaſcoſe
Venimo poi inſulito diſerto130
     che mai nonuide nauicar ſuacque
     homo cheditornar ſia poſcia ſperto
Quiui micinſe ſiccomaltrui piacque
     or marauigla chequalegli ſcelle
     lumile pianta cotal ſirinacque135
Subitamente laonde lauelſe

CANTO II delap̃ma qualita cioe della dilectatione diuanitade nelqual peccato in

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uiluppati coloro puniti propio fuori delpur gatorio iuno piano et nella pſona dicoſtoro nomina ilcaſella huom dicorte:
GIa era il ſole alorizonte giunto
locui meridian cerchio couerchia
ygeruſalem colſuo piu alto punto
Et lanocte che oppoſita allui cerchia
uſcia digange fuor dellebilance
chele caggion diman quando fouerchia
Si chelle bianche et leuermigle guance
ladouera della bella aurora
pertroppa etate diuenjuan rance
Noi andauam lungheſſo ilmar ancora
come gente chepenſa aſua cammino
cheua colquore et colcorpo dimora
Ecco qual fol preſſo delmatino
perligroffı vapor marte roffeggia
giu nelponente foural ſuol marino
Cotal maparue ſio ancor loueggia
unlume perlomar uenir ftratto
chel muouer ſuo neſſun uolar pareggia
Delqual comio unpoco ebbi ritratto
locchio perdomandar loduca mio
riuidil piu lucente et maggior fatto
Poi dogni lato adeſſo mapario
unnonfapea chebianche diſotto
apoco apoco unaltro allui uſcio
Lomio maeſtro ancor nonfece motto
mentre che primi bianchi aperſer lali
allor cheben conobbe ilgaleotto

[p. 4r modifica]Grido fa fa che leginocchia calismanul olingo

ecco langel didio piega lemani niso omai uedrai diſifatti officialiosiom Vedi cheſdignan liargomente humanis fi che remo non uuol nealtro uelo sdo so che lali ſue traliti lontami malionem Vedi come glia drittruerfolcielo inimo trattando lale coleterne penne che non ſimutan come mortal pelo 115 Poi come piu et piu verſo noi uenne lado amir luccel diuino piu chiaro appariuag perche locchio dapreſſo nol ſoſtenne Machinal giuſo et quei ſenuenne arriva conunuaffello ſnelletto et leggero tanto chelacqua nulla nenghiottiva Dapoppa ſtaua ilceleſtial nocchiero tal che parea beato periſcripto cool Talosforia beato pur deferipto et piu dicento ſpirti dentro fediero Inexitu iſdrael degipto HT cantauan tutti inſieme aduna voce conquanto diquel ſalmo e poi ſcripto Poi fece ilſegno lor diſanta croce ondei ſigittar tutti inſu lapiaggia et elfengi come uenne ueloce Laturba cherimaſe liſelvaggia paria delloco rimirando intorno come collui chenuoue coſe afaggia Da tutte parti faeptaua ilgiorno lofol cauea conleſaette conte dimezol ciel cacciato capricorno hingga [p. 4v modifica]Quando lanuoua gente alzo lafronte non uernoi dicendo annoi ſeuoi ſapete sganica moſtratene lauia digire almonte batimo Et Virgilio riſpuoſe uoi credete absorbov forſe chefiamo experti deſto loco orol ma noi ſiam peregrini come uoi ſietellada Dianzi uenimo inanzi auoi unpoco co by peraltra uia chefu fiafpra et forteland chel ſalire omai neparra gioco merely Lanime cheſifuor dime acorte perlofpirare chiera ancoruito marauiglando diuentaro ſmorte Et come ameſſaggier che porta oliuolaidos tragge lagente perudir nouelle et dicalcar neſlun ſimoftra fchiuo bona Coſi aluiſo mio ſafiſar quelle Bongoro anime fortunate tutte quante quafi obliando dire afarſi belle alla Io uidi una dilor trarreſt auante l'in I perabbracciarmi confi grande effetto che moſſe me afar loſimiglanten o Ombre uane fuoro che nelaſpetto tre uolte dietro allei lemani auinſiglio ettante mitornai coneffe alpetto Dimarauigla credo midipinſi che perche ilhombra ſorriſe et firitraffel etio ſeguendo lei oltre mipinſi inlicam Soauemente diffe chio pofaffeln allor conobbi chierà elpregai che perparlarmi unpoco faraſtaffel [p. 5r modifica]Riſpuoſemi coſi comio tamai nel mortal corpo coſi tamo ſciolta pero maeſtro.ma tu percheuai. Caffella mio pertornar altra uolta ladoue ſon foio queſto uiaggio ma te comera tanta terra tolta Et egli ame neſſun me fatto oltraggio ſe quei cheleua quando et cui lipiace piu uolte manegato eſto paſſaggio Che digiuſto uoler loſuo fiface ueramente datre meſi egli a tolto chia uoluto terra contutta pace Ondio chera swe allamarina volto doue lacqua diteuero ſinſala Oli benignamente fui dallui raccolto Aquella foce ouegli adritta lala pero che ſempre quiui ſiricogle qural uerſo accheronte non ſıcala Etio fe nuoua legge nonti togle TOTVAD memoria auſo allamaroſo canto local chemiſolea chetar tutte mie uogle Dicio tipiaccia conſolarmi alquanto lanima mia che colamia perſona Sup uenendo qui e affannata tanto Amor chennelamente miragiona ong comincio egli allor fidolcemente flooria chela dolcezza ancor dentro miſona Lomio maeſtro et io et quella gente cheran collui pareuan ſi contenti comaneſſun toccaffe altro lamente [p. 5v modifica]Noi andavan tutti fiff, et actenti alleſue note et ecco ilueglio honeſto gridando:chee cio ſpiriti lenti. Qual negligenza quale ſtare equeſto.. correte almonte aſpoglarui loſcoglio cheſler non laſcia uoi dio manifeſto Et come ricoglendo biada ologlio licolombi adunati alapaſtura queti ſanza moſtrar luſato orgoglio Se coſa appare ondegli abbian paura fubitamente laſciano ſtarleſca percaſaliti ſon demaggior cura Coſi uidio quella maſnada freſca laſciar locanto et gire inuer lacoſta come buom cheua neſa doue ſarreſca di Nela noſtra partita fu men toſta:·

CANTO.III. tracta dela fecõda qualita dicoloro che pcagione dalcuna uioléza che riceuettono tardaro diqui allaloro fine åpeb terſi et cõfeffarſi deloro falli ſiccome ſono quelli chemuoiono incontumacia defancta chieſa ſcomunicati-liquali ſono puniti iquel piano inexemplo dicotali peccatori nomina tra coſtoro il re manfredi:

AVegna chelaſubitana fugha diſpergeffe color perla campagna ricolti almonte oue ragion nefruga [p. 6r modifica]Imiriſtrinſi alafida compagna et come farcio ſanza lui corſo. chimauria tratto ſu perlamontagna. Elmi parea de ſe ſteſſo rimorſo odignitoſa conſcienza et netta come e picciol fallo amaro morſo Quando lipiedi ſuoi laſciar la fretta chel honeſtade adogni acto diſmaga lamente mia cheprimera riſtretta Lontento ralargo ſiccome uaga et diediluiſo mio incontral poggio chenterſol ciel piu alto ſidiſlaga Lofol chedietro fiameggiaua roggio rotto mera dinanzi allafigura cauea inme deſuo raggi lapoggio Imiuolſi dallato compaura deſſer abandonato quandio uidi folo dinanzi adme laterra obſcura Elmio conforto perche pur diffidi. adir micomincio tutto riuolto non credi tu me teco et chio tiguidi. Veſpero gia cola doue ſepolto locorpo dentro alqualio facea ombra napoli la dabrand itio e tolto Ora ſenanzi me nulla ſea ombra nonti marauiglar piu che dicieli cheluno alalero ragion non ingombra Afoferir tormenti et caldi et gieli ſimili corpi lauirtu diſpone che come fa nonuuol canoi ffueli [p. 6v modifica]Masto e chi ſpera che noſtra ragione poffa traſcorrer lanfinita uia chetiene una ſubſtanza intre perſone State contenti humana gente alquia chefe poffuto aueſte ueder tutto miſtier nonera parturir maria Et diſiar uedeſte ſanza frutto tai che ſarebbe lor difio quetato chetternalmente e dato lor perlutto Io dico diariſtotile et diplato et dimolti altri et qui chino lafronte et piu nondiffe et rimaſe turbato Noi divenimo intanto apie delmonte qului trouamo laroccia fierta chendarno uiſarien legambe pronte Tra lerice turbia lapiu diſerta lapiu rimota uia e una ſcala uerfo diquella ageuole et aperta Or chi ſa daqual man lacoſta cala. diffel maeſtro mio fermandol paſfoie fi che poſſa ſalir chiua ſanzala Et mentre che tenea ilaiſo baſſo et examinaua delcammin lamente et io miraua fuſo intorno allaflo Daman ſınıftra mapari una gente danime chemouieno ipie uernoi et non pareuan ſiueniuan lente o mels Leua diffio almaeſtro liocchi tuoi ecco diqua chinedara conſiglo ſetu date medeſmo auer nolpuoi [p. 7r modifica]Guarda allor et conlibero piglio non riſpuoſe andiamo inla che uegnon piano et tu ferma laſpene dolce figlio wiado Ancor era quel popol dilontano guar dico dopo inoſtri mille paffim non ada quantun buon gittător trarria commano Quando ſiftrinſer tutti aiduri maffi delaltra ripa et ſtetter fermi et ſtretti coma guardar chiua dubbiando ſtaffi-bion Oben finiti gia ſpiriti eletti o colt Virgilio incomincio perquella pace chio credo che peruoi tutti ſaſpetti Ditene doue lamontagna giace ſi che poſſibil ſia landar infuſo Ho che perder tempo achipiu fapiu ſpiacere Come lepecorelle eſcon del chiuſo aduna adue atre et laltre ſtanno lub timidette aterrando locchio elmuſos Et cio chefa laprima et laltre fanno adoſſandoſi allei ſella ſareſta ſemplici et quete et lomperche no fanno no Si uidio muouer auenir lateſta diquella mandra fortunata allotta pudica in faccia et nel andar boneſta Come color dinazi uider rotta laluce interra dalmio dextro canto fi che lombra era dame allagrotta Reſtaro et traffer ſe indietro alquanto et tutti lialtri che ueniano appreffo non ſappiendo il perche fenno altrectato [p. 7v modifica]Sanza uoſtra domanda io uiconfeſſo che queſte corpo human cheuoi uedete perche illume delſole interra e feffo Nonuimarauiglate macredete che non ſanza cagion che daciel uegnals cerchi diſouerchiar queſta parete Cofil maeſtro et quella gente digna chuo tornate diffe intrate innançi dunque la coidoffi delemani faccendo inſegnare Et un dệloro incomincio chiunque tu ſe cofi andando uolgil uiſo pon mente fe dila miuedeſti unque Imiuolſi uer lui et guarda ilfiſo biondo era et bello et digentil aſpetto di malum dicigli uncolpo auea diuiſo Quandio mifui humilmente diſdetto dauerlo uiſto mai:el diſſe oruedi et moſtrommi una piaga aſommol pettoni Poi ſorridendo diffeiſon manfredi nepote di Goſtanza imperadricentelor ondio tipriego che quando tu riedimo Vadi amia bella figlia genitrice delbonor dicicilia et diragona et dichi allci iluer faltro fidice Poſcia che ebbi rotta laperſona didue punte mortali io mirendei piangendo aquei che uolantier perdona Orribil furon lipeccati mei malabonta infinita aſigranbraccia che prende cio cheflı riuolge allei tron [p. 8r modifica]Sel paſtor dico ſenza che allacaccia allen dime fu meffo perclemente allora aueſſe indio ben letta queſta faccia Lofla delcorpo mio farieno ancora inco delponte preſſo abeneuento ſotto laguardia delagreue mora Orlebagna lapioggia et muouel uento o la difuor del regno quaſi lungol werde doue letraſmuto allume ſpento para Perlor maladiction fi nonſt perde iddia che non poſſa tornar lecterno amore nobe mentre chelaſperanza afior deluerde Vere chequale incontumace more dos diſanta chieſa ancor calfin fipenta ſtar liconuien daqueſta ripa informasiya Perogne tempo cheloe ſtato trenta inſua preſuntion fetal decreto piu corto perbuon prieghi nondivental Vedi ora mai ſetu mipuoi far lieto 1001 reuelando allamia buona goſtanza Lo come mai uiſto et anco eſto diuieto mo Che qui perquei dila molto fauanza:

CANTO.IIII tracta della ſopra ſcripta ſeconda qualitade. Doue fipurga chi perne gligēza diqui allamorte ſitardoe acõfeffare il traquali nomina ilbelacqua huom dicorte:

QVandopdilectanze ouer pdoglielo calcuna uirtu noſtra comprenda lanima bene adeſſa fıraccoglie bolsa [p. 8v modifica]Par cannila potenza più intenda et quefte contra quel error che erede cunanima fouraltra innoi faccenda Et pero quando fode co fa ouede che tegna forte afte lanima uolta uafleneltempo et ilhuom non fenauede Caltra potenza e quella cbelafcolta et altra quella calanima intera quefte quafi legata et quel e fciclta Dicio ebbio experienza uera udendo quello fpirto et ammirando ebeben cinquanta gradi fai itera Lo fole et io nonmera accorto quando uenimo oue quel anime aduna gridaro annoi qui e uoftro dimando Maggior aperta molte uolte impruna conuna forcatella difue fpine ilhuom delauilla quando luua inbruna Che nonera lacalla onde faline loduca mio et io appretto foli come dannoi lafcbiera fipartine Vaili infaleo et difcendefi innoli monta fi ibiafmatoria et incaccums coneÌTo ipie ma qui conuien ebom uoli Dico Coniali fnelle et conlepiume digrandifio diretro aquelcondotto che fperanza midaua et facea lume Noi falauam fu perlofafto rotto et dogni lato neftringea loftremo et piedi et man uolea ilfuol difotto [p. 9r modifica]Poi che noi fumo infu lorlo fuppremo deialta ripa allafcoperta piaggia maeftro mio diifio che uia faremo Et egli ame neifun tuo paffo caggia pur fu almonte dietro ame acquifta fin ebennappaia alcuna feorta faggia JLufommo eralto che uincea lauifta et lacofta fuperba più artai ebe damezzo quadrante acentro lifta Io era lado quando cominciai odolce padre uolgiti et rimira/J comio rimagno fol fe noi* reflai ? Figlici mio dite infm quiui titira addandomi un balzo pocoinfue ebe daquel lato ilpoggio tutto gira Simmifpronaron leparole fue cbimiiforzai carpando appreffo lui tanto cbel cinghio fotto pie mifue Aifeder ciponemo iui amendui uolti allenante ond^rauam ialiti perche fuol ariguardar giouar altrui Liochi prima drizzai abafiu liti pofcia lialzai alfole et amiraua che dafiniilra nerauam feriti Ben fauide ilpoeta chio ftaua ftupido tutto al carro delalucc oue trannoi et aquilone intraua Ondelli ame fe caftor et polluce fuifero incompagnia diquello fpeccbio che fu et giù delfuo lume conduce [p. 9v modifica]Tu uedresti il zodiaco robeccbio ancor allorse più stretto rotare se non uscisse fuor del camin ueccbio Come ciò Fia Teluuo poter penFare dentro raccolto imagina Fioa conquefto monte inlulaterra ftare Si camendue anno unfol orizon et diuerFi bemifperii onde Iaftrada cbcmal non Teppe carreggiar pbeton Vedrai coma coftui conuien che uada dalun quandaccolui dalaltro Fianco Telontelletto tuo ben chiaro bada Certo maeftro mio diffì unquanco nonuid^io chiaro Ticcomio diTcerno ladoue mio ingegno parea manco Cbelmezzo cerchio delmoto Tuperno cbeFi chiama equatore inalcunarte et che Tempre riman tralToIe eluerno Perlaraggion cbediquinci Gparte uerTo Teptentrion quando Iihebrei ucdeuanlui uerTo lacalda parte Masatte piace uolontier saprei quanto auemo adandar cbelpoggio sale più cbeFalir nonpoflon liocebi mei Et egli ame quella montagna e tale che Fempre alcominciar diFotto e graue et quanto buom più Fa Tu et men Famale Pero quandclla tiparra Toaue tanto che Tu andar tiFialeggiero coma Tcconda giù andar pernaue [p. 10r modifica]Allor Tarai alfm dedo Tenterò quiui diripoTar laffanno aTpetta più nonriTpondo et quedo To periterò Efc comelli ebbe Tua parola detta una uoce dipreiTo Tono TorTe cbe diTeder imprima aurai difetta AlTuon dilei ciaTcun dinoi TitorTc et uedcmo amancina ungran pcdrone delqual ne ei ne io prima Taccorfe Laci traemo et iui eran perTone cbe Tidauano alombra dietro alTaiTo comslbuom perneglienza adar Tipotie Et undiloro cbemmtTembiaua laiTo Tedea et abracciaua leginoccbia tenendol uiTo giù traelTe bailo Odolce Tegnor mio diTTio adocchia colui cbemodra Te più negligente cbe Tc pigrezza TofÌe Tua Teroccbia Allor TiuolTc anoi et puoTe mente mouendol uiTo pur Tu perlacoTcia et diffc orua Tu tu cbeTe ualente Conobbi allor cbiera et quel angoTcia cbemauacciatìnpoco ancor lalena nonmimpedi landar allcii et poTcia Callui Fu giunto alzo lateda apena dicendo ai benueduto cornei Tole.^ dalbomero Tmidro ilcarro mena Liatti Tuoi pigri et lecorte parole moffon lelabbra mie unpoco ariTo poi corniciai belacqua ame non dole [p. 10v modifica]Dite omai ma dimmi perche assiso qui ritta se:attendi tu il corta opur lomodo usato tai ripriso Et egli ofrate landar insu cheporta che nonmilascierebbe ire amartiri luccel didio che siede insulaporta Pria couien che tanto ilciel magiri difuor adeffa quantio fecin uita perchio indugiai alfine ibuon fofpiri Se oratione imprima non maita che furga fu diquor chen gratia uiua laltra cbcualcbenciel none udita Et già ilpoeta inanzi mifaliua et dicea uienne ornai uedi che tocco mcridian delfol che allariua Cuopre lanode già colpie monrocc o CANTO -V delaterza qualita cioè dico loro che percagione dalcuna iniuria uendi carfiinfmo allamorte mettono inon calere diriconofcere fé effere peccatori e fadiifare adio diquali nomina inpfona meffer iacopo dafano et bonconte dimonte feltro:* IO era già daquel ombre partito et feguitaua lorme delmio duca quando diretro àme drizzandol dito Vna grido ue ebenon par che luca f Ioraggio dafiniftra^quel difotto et come uiuo par che ficonduca [p. 11r modifica]f Lioccbi riuolfi al fuori diquefto motto et uidilc guardar permarauigha pur me pur me et lume ebera rotto Perche lanimo tuo tanto fimpigUa.-^ diffel maeftro cbelandar allenti /* cbe ti fa ciò ebe quiui fi bifpiglia .<*» Vien diecro ame et lafcia dir Legenti fta come torre ferma ebe non crolla già mai lacima perfoffiar deuenti Cbe fempre Ibuomo incui penfier rampolla foura penfier dafe dilungai fegno perche lafo^ga lun dalaltro infoila Cbe potea io ridir feno io uegno diifilo alquanto delcolor cofperfo cbe falbuom diperdon tal uolta degno Entanto perlacofta dttrauerfo ueniuan gienti manzi anoi un pocho cantando;miferere aduerfo aduerfo Quando faccorfer cbio non daua loco perlomio corpo altrapaffar deraggi mutar lor canto inun o lungo et roebo Et due diloro im forma dimeffaggi corfero incontra noi et dimandarne diuoftra condition fatene faggi Elmio maeftro uoi potete andarne et ritrarre accolor che ui mandaro chel corpo dicoftui e uera carne Se perueder lafua ombra reR-aro comio atrifo affai e lor rifpofto faccianli onore et effer può lor caro [p. 11v modifica]Vapori a'ccefi tlon uidio fi tofto diprima nodte mai fender fercnò ne fol calando nuuole dagofto Cbe color non tornalTer fufo inmenO et giunti Iaconlialtri anoi dier uolta come febiera cbe feborre fanza freno Quefta gente cbe prieme anoi e molta et uegnoti apregar diifel poeta pero purua et inandando afcolta O anima ebe uai pereffer lieta concjuelle membra conlecjuai nafeefìi uenian girando un poebo ilpaifo qùeta Guarda1 alcun dinoi inique uedefti fi cbe dilui dila nouelle porti de perche uai.c!epercbe non arredi f* Noi fumo tutti già perforza morti et peccatori infino alultimora quiui lume del del nefece accorti Si cbe pentendo et perdonando fora diuita ufetmo addio pacificati cbe del dilTio di(Te ueder naccora Et io perche ne uoftri uifi guati non riconofco alcun ma fauoi piace Cofa chi poffa fpiriti ben nati Voi d'te et io faro perquella pace cbe dietro apie difi fatta guida dimondo inmondo cercai mifi fece Et uno incomincio ciafchun fi fida delbenefitio tuo fanza giurarlo pur cbel uoler non poiTa non ridda [p. 12r modifica]Ondio ebe folo inanzi alialtri parlo ti priego fe mai aedi quel paefe che fiede traromagna et quel di Carlo Che tu milite detuoi priegbi corte fe inFano Fi che ben perme Fadori pur cbio pofFa purgar Iegraui offefe Quindi Fu io malipro fondi fori ondufcil fangue infui qualio fedea fatti mi fuoro ingrembo aliantenori Ladouio più fteuro effer credea quel daeftì il fe far che mauea inira affai più la ebe dritto non uolea /Va Fio FofFi Fuggito inuer lamira quando Fui fopra giunto adoriaco anebor farei dila doue fifpira Corft alpalude et lecannucce elbraco minpigliar fi cbio caddi et liuidio delemie uene ferfi interra laco Poi dilfe unaltro defequel difio fi compia ebettragge aialto monte combuona pietade auitalmio Io fui dimonte feltro èfon bonconte giouanna o altri nona dime cura perebio uo traccoftor combaffa fronte Et io allui qual forza oqual uentura titrauio fi fuordtcampaldino-^ ebe non fi feppe mai tua fepultura s* O rifpuofelli apic delcafentino trauerfa unaccua canome larcbiano ebe foura lermo nafee inapennino [p. 12v modifica]Laouel uòcabol Tao diuenta uano arriuaio forato nelagola fuggendo apie et fanguinandol piano Quiui perdei lauifta et laparola nelnome dima ria fini et quiui caddi et nmafe lamia carne fola Io diro uero et tu ilridi trauiui langel didio miprefe et quel dinferno gridaua otu dalciel perche mi priui-^ T u teneporti dicortui letterno peruna lagrimetta cbel mi tolglie ma io faro dellaltro gouerno / «Itro Ben fai come nel aere fi raccolglie quel humido uapor che in acqua ricde torto che fale douel freddo ilcolglie Giunfe quel mal uoler che pur mal chiede conlontelletto et moifel fummo clucnto perlauertu che fua natura diede Indi laualle cornei di fu fpento daprato magno algrangiogo coperfe dinebbia elciel difopra fece intento Si cbel pregno aere inacqua fi conuerfe lapioggia cadde et ai foffati uenne dilei ciò che Iaterra non foPFerfe Et come airiui grandi fi conuenne uer lofiume rcal tanto uelocc fi rouino che nulla laritenne Locorpo mio gelato in fu la foce trouo Iarchian rubcrto et quel fofpinfe nellarno et fciolfe almio petto lacrocc [p. 13r modifica]Cbio fei dime quandol dolor mi uinfe uoltommi perlcnpe et perlofondo poi difua preda mi coperfc et cinfe Dequando tu larai tornato almondo et ripaTato della lunga uia Te guitol terzo fpinto alfecondo Ricorditi dime che fon lapia fiena mife et diÌFecemi maremma falfi colui dbmanellata pria Dìfpofandó mauea conlafua giemma CANTÒ-VLTRACTA DIQucIIa medefma qualitadeoue fipurga lapredeita mala uoluntade diuendicare langiuria- Et perquefto ilritardare fua cofeifioneet doue truoua Cordello damantoua •: QVando fi parte ilgiuocbo delazara colui che perde fìriman dolente ^repetendo Ieuolte et trifto impara Conlaltro feneua tutta 1 agente qual ua dinanzi et qual diretro ilprcnde et qual dalato 11 Ci reca amente El non farcita et quefto et quello intende acui porge Iaman più riòlli fa preffa et cofi dala calca fi difende Talera io inquella turba fpeffa uolgendo alloro et qua et la faccia et promettendo mifcioglea daeffa Quiuera Iaretin cbe dale braccia fiere digbino ditacco cbe lamorte et Jaltro canego córrendo incaccia [p. 13v modifica]Quiui pregaua conlemani fporté fede rigo nouello et quel dapifa che fe parer lobuon marzucco forte Vidi conte orfo et Ianima diuifa dalcorpo fuo perartio et permueggia come dicea non percolpa conmiifa Pier delabroccia dico et qui proueggia mentre diqua ladonna dibramante fi che pero non fia dipeggior greggia Come libero fui datuttequante quelombre che pregar pur caltri prieghi fi che fauacci lor diuenir fanale Io cominciai epar che tu miniegbi o luce mia fpreffo inalcun tetto che dfcreto delciel oration pieghi F t quetta gente priega pur diquefto farebbe dunque loro fpene uana o non me ìldetto tuo ben manifedo ^ Et elli ame lamia fcriptura e piana et lafperanza dicottor non falla fe ben fi guarda contamente fana Cbecima digiudicio non faualla perche fuocho damor compia inunpunto ciò che dee fodiifar chi qui fattalla Et ^adouio fermai cotefto punto non femendaua per pregar difetto percbel priego dadio era difgiunto Veramente acofi alto fofpetto non ti fermar fe quella noltid'ice cbel lume Re traluero et lontelletto [p. 14r modifica]Non io fentendi io dico dibeatrice tu lauederai difopra infu lauctta diquefto monte rider et felice Et io fegnor andiamo amaggior fretta che già non ma fatico come dianzi et uedi ornai ebei poggio lombra getta Noi anderem conquetto giorno manzi rifpuofe quanto piti potremo ornai mal fatto e daltra forma che non ftanzi Prima che fie latiti tornar uederai colui ebe già fi cuopre della cotta fi che fuoi raggi tu romper non fai Ma uedi laanamma che pofta fola folcita uniuerfo noi riguarda quella nafennera Iauia più totta ^ Vennimo allei.oanima lombarda £> et nel mouer deglioccbi bonefta et tarda come tittaui altiera et difdegnofa Ella non cidicea alcuna cofa ma Iafciauane gir folo fguardando aguifa dileon quando fi pofa Pur uirgilio fi traffe allei pregando ebenne mottraife lamiglior falita et quella non rifpuofe alfuo dimando Ma dinottro paefe et della uita cincbiefe-.eldolce duca incominciaua mantoua.e lombra tutta infe romita Surfe uerlui delluogo'oue pria ttaua dicendo omantouano.io fon fordello della tua terraret lun laltro abracciaua [p. 14v modifica]Ay ferua ytalia didolore bottello naue fanza noccbier ingran tempefta non donnà diprouince mabordello Quel anima gentil fu cofi pretta fol perlodolce fuo delafua terra difare alciptadin fuo cjuiui fetta Et ora inte non ttanno fanza guerra liuiui tuoi et lun laltro fi rode diquei cum muro et una fofTa ferra Cerca miiera intorno dale prode Ietue marine et poi ti guarda infeno falcuna parte inte dipace gode Che ual per che tiraccociafTel freno r iuftiniano Tela fella e trota fanzeffo fora lauergogna meno Ay gente che douretti effer deuota et lafciar feder ce fa re inla fella feben intendi ciò che idio ti nota Guarda cornetta fiera e fatta fella per non effer corretta dalli rprnni poi che ponetti mano allapredclla O Alberto tedefeo cabandoni cortei che fatta indomita et feluaggia et douretti imforcar Iifuoi arcioni lutto iuditio dalle ftelle caggia foural tu fangue et fta nuouo et aperto f'cb^I tuo fucceÌfor temenza naggia Cauete tu eltuo padre fofferto percupidigia difeotta diftretti cbel giardin del imperio fia diferto [p. 15r modifica]Vieni aueder monteccbi et cappelletti monaldi et filippefcbi buom fanza cura color già trifti et quefti conforpctti Vien Crudel uieni et uedi lapreifura detuo gentili et cura lor magagne et uederai fa net a fior come Scura Vieni aueder latua roma che piangne uedoua et fola et di et notte chiama cefare mio perche non ma compagne .,J Vieni aueder lagente quanto fama et fe nulla dinoi pietà timoue auergognar ti uien delatua fama Et felicito me ofuommo loue che fofti interra per noi cruci fiffo fon li iuftì occhi tuoi riuolti altroue s* O preparation che nelabiÌfo deltuo configlio fai peralcun bene intutto delacorger noftro fciÌfo Che lecipta ditalia tutte piene fon ditiranni et un metel diuenta ogni uillan che parteggiando uiene Fiorenza mia ben puoi euer contenta diquefta digreffion che non ti tocca merze delpopol tuo che fi argomenta Molti an iuftitia inquor et tardi fchocca per non uenir fanza conf'glio alarco ma ilpopol tuo lainfommo delabocca Molti rifiutan locomune incarco ma ilpopol tuo follicito rifponde fanza chiamar et gridario mifobarco [p. 15v modifica]Or ti fa/iieta che tu ai benonde tu riccba tu compace et tu confermo fio dico ucr leffetto noi nafcondc Atbene et lacedemonia cbe fenno lanticbe leggi et furon li ciuili feccr aluiuer bene un picciol cenno Verfo dite cbe fai tanto Cottili prouedimenti camezzo nouembre non giugne quel cioè tu dottobre fili Quante uolte del tempo cbe rimembre legge moneta offitio et eboftume ai tu mutato et rinouate membre Et fe ben tiricordi et uedi lume uedrai te fimigliante aquella inferma cbe non può trottar pofa infule piume ?Va condar uolta fuo dolore feberma CANTO VII-ILqual purga la quarta qualita dicoloro cbe per propia negligenza didie in die- Diqui allultimo giorno diloro uita tardaro indebita mente loro con felli òc liquali fipurgano innuno uallone intra fieri et erbe-doue nomina ilre cario et molti altri Pofcia cbe laccogleze bonefte et liete furo iterate tre et'quattro uolte fordel fitraÌfe et diffe uoi cbi fiete r* Anzi caquefto monte folfer uolte lanime degne di fa li re adio fur loÌfa mie per Ottauian fepolte [p. 16r modifica]Ió fon uirgilio et pernullaltro rio lociel perdei che pernonauer fe cofi rifpuofe allora ilduca mio Quale colui che cofa inanzi fe fubita uede ondei fimarauiglia che crede et no dicendo ella e none Tal parue quegli et poi chino leciglia et humilmente ritorno uerlui et abbraccio laouel minor fapiglia O gloria dilatin ditte perebui moftro ciò che potea lalmgua noftra o pregio eterno delloco ondio lui Qual merito oqual gratia mitimoftra s* fi fon dudir letue parole degno dimmi feuien dinferno et diqual chioftra Pertutti cerchi deldolentc regno rifpuofe lui fonio diqua uenuto uirtu delciel mimoife et conici uegno Non perfar ma pernon faroperduto aueder lalto fol che tu diuri et che fu tardi dame conofciuto Loco e lagiu non trifto damartiri ma ditenebre folo oue ilamenti non fonan come guai ma fon fofpiri Quiui fio io coiparuoli innocenti daidenti morfi delamorte auante che foifer dalhumana colpa exenti Quiui fio io conquei che letre fìnte uirtu non fiueftiro et fanza uitio conobber laltre et fequir tuttequante [p. 16v modifica]0 Ma fe tu' fai poi alcuno inditio danoi perche uemr poiiiam più tofto ladoue purgatorio adritto initio Rifpuofe loco certo nonce pollo licito me andar Tufo et intorno perquantir poffo aguida mitacoflo Ma uedi già come dichinal giorno et andar fu dinotrte non fi puote pero e buon penfar dibel fogiorno Anime fono adextra qua remote femmi conferiti io timerro adeffe et non fanza diletto tifier note Come cioTu rifpuofto.'cbi uoleffe.^ fai ir dinotte fora elli impedito daltruiononfaria che nompotefTe.^ Elbuon fordello interra fregol dito dicendo uedi fola quefla riga non uarcbereili dopol fol partito Non pero caltra co fa de He briga cFe lanocfturna tenebra adirfufo quella col non poder lauoglia intriga Ben fi poria conlei tornar mgiufo et palleggiar lacofta intorno errando mentre cbelorizonte lidi tien chiufo Allora ilmio fignior quafi ammirando menane dille adunque laoue dici cauer fi può diletto dimorando Pocbo allungati cerauam dioici quandio maccorfi chel monte erafeemo aguifa che iuallon lifceman quid [p. 17r modifica]Cola dilfequelombra riandremo doue lacofta face di le grembo et la il nuouo giorno atenderemo Tra erto et piano era tm fentiérfebembo ebeme conduffe infiancbo dela lacca laoue pia camaztzo muore illembo Oro et argento fino-cocco et biacca indico legno lucido fereno •frefeo fmeraldo inlora cbeffi fiacca Dalerba et da fiori dentra quel feno pofti ciafcbun faria dicólor umto come dalfuo maggior e uintol meno Non atrea pur natura iuì dipinto ma difoauita dimille odori ui facea uno incognito et indiftinto Salue regina in fui uerde enfu fiori quindi feder cantando anime uidi cbe perlaualle non parean difori Prima cbel poebo fole ornai fannidi comincio ilmantouan cbe ciauea uolti tracolor non uogliate cbio uiguidi Diquefto balzo meglio liacfti et uolti conofcerete croi ditutti quanti cbe nelalama giù traeifi accolti Colui cbe più fiede alto et fa fembianti dauer negletto ciò cbe far douea et cbe non muoue bocca alialtrui canti Ridolfo imperador fu che potea fanar Iepiagbe canno italia morta fi cbe tardi peraltri firicrea • [p. 17v modifica]Laltro cbo nellairifta lui comforta rclTe laterra doue laequa nafce chz moltainalbia et albia inmar neporta O tacchero ebbe nome et nelle falce fu meglio affai che uinceFlao fuo figlio barbuto cui luxuria et otio pafee Et quel na Tetto che foretto aconfiglio par concolui cafi benigno afpetto mori fuggendo et d> fiorando ilgigTio Guardate lacome fi battei petto laltro uedete ca Facto alaguancia dela fua palma fofpirando letto Padre et fuccero fon delmal di Francia fanno lauita fua uitiata et lorda et quindi uiene ilduol che fi lilancia Quel che par fi membruto et che facorda cantando concolui dalmafcbio nafo dogni ualorporto cinta lacorda Et fe re dopo lui foffe rimafo logiouanetto che retro allui fiede benandaua ilualor diuafo inuafo Che non Fi può direr’delaltre rede già comò etfederigo anno ireami d del retaggio miglior neffun poffiede Rade uolte refurge perlirami lumana probitate et quefto uole quei cbellada perche dallui fichiami Anche alnafuto uanno mie parole nonmen caltro pierche conlui canta onde puglia et proenza già fi dole [p. 18r modifica]Tanto e delPeme feto minor Iapianta quanto pia che beatrice e margherita goftanza dimarito anebor fiuanta Vedete ¿Ire delafemplice uita Ceder la Polo arrigo dinghilterra cjuefti anereami Puoi miglior ufeita Quel che più batto tracoftor Paterra guardando inPuPo e Guilelmo marchePe percui e Alexandro et laPua guerra Fa pianger monferrato et canauePe CANTO - Vili. TRacfta dela Quinta qualitade-cioe dicoloro che pertimore dino perdere honon Pignone et officii et maxima mente per non intrarre lemam dal utilitade dellapechunia Pi tardaroadcòfeifare diqui allultia ora delauita et no Paccedo penitèza deloro peccati- Doue nomina iudice Nino et Curado marchePe malePpina : • ERa già lora che uolge il di Pio anauicanti et intenerìPce licore Iodi canditto aidolci amici adio &yCbe Pelonouo peregrin damore punge Pe ode Pquilla dalontano che paial giorno pianger che fi more Quandò incomincia' arender uano lodire et ammirar una delalme furta chelaPcoItarchiedea commano Ella giunPe et leuo ambo lepalme ficcando liocchi uerfo loriente come diceÌfc adio daltro non calme [p. 18v modifica]Te lucis ante fi deuotamente liufcrdiboccalronfi dolci note cbe fece me ame ufeir dimcntc Et laltre poi dolcemente et deuote feqaitar lei pertutto linno intero auendo lioccbi alefupcrnc rote Aguzza qui ledlor ben lioccbi altiero cbel uelo e ora ben tanto fotti le certo cbel trapaflar dentro e leggero lo uidi quello eiercito gentile tacito pofeia riguardar infue qua fi afpettando palido et burnite- Et uidi ufeir delalto et feender giue due angeli condue fpade affocate tronche et priuate dele punte fue V erdi come fogliette pur mo nate eramo inuefte che dauerdi penne percoffe traeuan dietro et uentilate Lun poebo foura noi aftar fiuenne et laltro fcefe inloppofita fponda fi che Iagente imezo ficontenne Bendicernea inlor latefta bionda ma nelle facce loccbio fi fmarria come uirtu catroppo fi comfonda Ambo uegnon delgrembo di maria diffe fordello aguarda delauallc perloferpente cbe uera uia uia Ondio che non fapea perqual calle mi uolfi intorno et ftretto ma coflai tutto gelato alefidate fpalle [p. 19r modifica]Et fordello ancbora aualliamó ornai tralc grandombre parleremo adeffe gratiofo fic lor uederui aliai Solo tre paffi credo cbio feendeffe et fui difotto et uidi un che miraua pur me come conofcer mi uoleife Tempo era già cbelare fanneraua ma non fi che trabocchi fuoi et miei non dichiariifercio che pria fi erraua Verme fi fccc et io uer lui mi fei iudice Nino gentil quanto mi piacque quando ti uidi non effer trarei Nu Ilo bel falutar tranoi fi tacque poi dimando quante che tu ueniftif* apie delmonte pe'rlontane acque £ O diifio lui perentro iluoghi tnRi uenni flamani ec Tono imprima uita anebor cbelaltra fi andando acuirti JSt comj fu lamia rifporta udita fordello et elli indietro fi raccolte come gente difubito fmarrita iuno auirgilio et laltro aun fiuolfe che fede a li. girando fu currado/^ uieni aueder che idio pergracia uolfe S* ?oi uolti ame pcrquel fingujar grado che tu dei accolui cbeifi na fronde lofuo primo perche che nonglie guado Quando farai dila dalc largonde dia^jpuanna mia che perme chiami ladoue allinnocenti finfponde [p. 19v modifica]Non credo che la Tua madre più mami pofeia che trafmuto Iebiancbe bende ìequai conuien che mifera anebor brami Perici affai dile uilì comprende quanto imfemina focbo damor dura fé lcccbio oltatto fpeffo non lacendc Non lefara fi bella frpultura lauipera che mefanefi acampa comauria fatto ilgallo digallura Cofi dicea fegnacò dellaftampa nel fuo afpetto die nel dritto zelo che mifuratamentc incuor auampa Lioccbi miei giottbi andaFpuralciclo pur ladoue Ieftelle fon più tarde ficome rota più preffo alloftelo Elduca mio.figliol ebe laffu ^uarde/ 1a diche ilpolo diquÌtutto quanto arde

  • et io allui aquelle tre facellc

Ondelli arne lequattrochiare ftellc cheuedcui Raman fon dila baffe etquefte fon ialite oueran quelle Còrnei parlaua et fordello aftel traifc dicendo uedi la ilnoftro auerfaro et drizol dito perche inlaguardaife Daquella parte onde nona riparo lapicciola uallea era una bifcia forfè qual diede adeua ileibo amaro Tra lerba et fiori uenia lamala ilriTcia uolgendo adora adora latcfla aldoffo leccando come beftia cbeffiÌifcia [p. 20r modifica]Io non uidi et pero dicer non potto come motte liaftori celeftiali ma uidi bene limo et laltro motto Sentendo fender laere aleuerdiaii fugg io ilferpente et liangeli dier uolta fufo ale porte et riuolando iguali Lombra cbe fera aliudice raccolta quando chiamo pertutto quel affaldo punto non fu dame guardar fciolta Seìalucerna che timena inalto truoui neltuo arbitrio tanta cera quante mirtier infin alfommo fmalto Comincio ella fe nouella uera diual dimagra odi parte uicina fai dillo ame che già grande laera Fu io chiamato Currado malefpma non fon lanticbo ma diluì difeefi amiei porcai lamorcbe qui raffina O diffio lui perii uoftri paefi giamai non fui ma doue fi dimora.^ pertutta europa ebei non fien palefi ¿r* Lafama cbelauortra cafa honora grida ifegnori et grida la contrada fi cbe ne là chi non uifu anebora Et io uigiuro fio difopra uada cbe uoflra gente bonorata non fi ifregia delpregio delaborfa et della fpada Vfo et natura fi lapriuilegia cbe percbel capo reo lomondo toreba fola ua dritta elmal cammin difpregia [p. 20v modifica]Et dii órua cbel fol non fmcorcba fette uolte nel letto cbel montone contutti et quattro pie cuopre et inforca Che cotefta cortefe oppinione ti fia cbiauata imezo delatefta conmaggior chioui che daltrui fermonc Secorfo diiudìtio non farrefta CANTO- VII IT-nel qual pone un fuo fignificatiuo fogno- Et poi come peruenno no allètrata del purgatorio ppia diferiuedo come nellentrata di purgatorio trouoe uno angelo ebe colaputa delafpada che portaua Imanofcripfe nellafrotedcllautore fef tc-P* LA concubina dititone anticho già fimbiancaua albalzcTdoricnte fuor delebraccia deliVdoJCC amico Digemme lafua fronte era lucente pofìe imfigura delfreddo animale che conlacoda perquote lagente Et lanotte dcpaitì conche lale fìtti auea due nelluogo ouerauamo alterco già cbinaua ingiùfo Ia!c Quandio chemeco auea diquel dadamó uinto dalfonno infu lerba inchinai laoue già tutti et cinque fe dauamo Nellora che comincia rtrifti lai larondinella preflTo alamattina forfè amemoria de(uo primi guai [p. 21r modifica]Et chelamente nodra peregrina più dallacarne et men dapenfier ptefo alle fue uifion quaft e diurna Infogno miparea ueder fofpefa unaquila nelciel compenne doro coniali aperte et acalare intera Et eifcr miparea Iadoue foro abandonati et fuoi daganimede quando fu ratto alfommo confiderò Erame penfaua forfè queda fiede pur qui pcrufo et forfè daltro loco difdegnan diportarne fufo impiede Poi miparea che poi rotata unpoco terribil come folgor difcendeife et me rapifTe Tufo infmal foco lui parea che ella et io ardeffe et fi loncendio imaginato coffe che conuenne chel ibnno fi rom p effe Nonaltrimenti acchille firifcoffe Hocchi fue glati riuolgendo ingiro et nonfappiendo ladoue fifoffe Quando lamadrc dichirone afehiro trafuggo lui dormendo inle fue braccia laonde poi ligrecildepartiro Che mifcoffio ficcome dallafaccia mifuge;il fonnó et diuentai fmorto come falbuom clic fpauentato acaccia Dalato mera folo ilmio comforto elfole eralto già più che due ore eluifo mera aílamarina torto [p. 21v modifica]N on auer téma didei mio fignore fatti fecuro cbennoi Temo abuon punto non ftringer maralarga ogni uigore Tu fc ornai alpurgatorio giunto uedi la ìlbalzo cbelcbiude dintorno uedi lentrata laoue par difgiunto Dianzi nelalba cbe procede algiornó quando Ianima tua dentro dormia fopra lifiori onde lagiu e adorno Venne una donna et dide ifon Iucia lafciatcmi pigiar coftui che dorme filageuolero perlafua uia Sordel rimafe et laltre genti fórme ella titolfe et comeldi fu chiaro fenuenne fufo et io perlefue orme Qui tiporo et pria mi dimoftraro lioccbi fuoi bel li quel entrata aperta poi ella el fonno aduna fenandaro AguiFa buom cbsn dubio firaccerta et mutiti comforto Tua paura poi cbelauerita glie di Scoperta Ricambia io et come Fanza cura uidemil duca mio Fuperlobalzo fimofle et io diretro inuer laltura Ledlor tu uedi ben comio innalzo lamia matera et pero compiu arte nonti marauiglar Fio larincalzo Noi ciaprefFamo et erauamo imparte cola doue pareami prima rotto pur comunfeÌfo ebemuro diparte [p. 22r modifica]Vidi cina porta et tre gradi dirotto pergire adeffa dicolor diuerfi et un diportier cancor non iacea motto Et come locchio più et più uaperft uidil feder fopral grado Coprano talnellafaccia cbio nonloCoferCx Et una Cpada nuda auea inmano eberifledleua iraggi fi uernoi cbio drizzaua CpeiTo iluiCo inuano Ditd coftinci cbeuolete uoi r* comincio egli addireroue lafcorta r9 guardate cbeluenir fu nOnui noi Donna delciel diquefle coCe e accorta rifpuofelmio maeflro allut pur dianzi ne difCe andate la qui e laporta Et ella ipaffi uoflri inbene auanzi ricominciol cortefe portinaio uenite dunque auoftri gradi innanzi Laouc uenimo aloCcaglion primaio bianco marmo era et fipulito et terfo cbimiCpeccbiai inetto qualio paio Eral Cecondo tinto più ebe perCo duna petrina ruuida et arficcia crepata perlolungo et pertrauerCo Loterzo ebe di Copra CammaÌTiccia porfido miparea Ci fiammeggiante come fangue ebe fuor diuena Cpiccia Soura quefto tenea ambo lepiante langel didio fedendo infu lafoglia cbemmifembiaua pietra didiamante [p. 22v modifica]Perlitre gradi Tu dibuona uoglia mitcalfcl duca mio dicendo chiedi bumilemente chel ferrame feioglia Diuoto migittai a fanti piedi mifericordia chiefi cbemaprilfe ma pria nelpetto tre fiate midied* Sette P-nellafronte midifcriffe colpunton della fpada et fa cbclaui quando fe dentro quefte piaghe diife Cenere oterra chefecca ficaui dun color fora colfuo ueftimento et difotto daquel traffe due cbiaui Luna era doro et laltrera dargento pria conlabianca et pofeia conlagialla fece allaporta fichio fui contento Quandunque luna defte cbiaui falla che nonfi uolga dritta perlatoppa diÌTelli anoi nonfapre quefta calla Più cara e luna ma laltra uuol troppa darte et ¿ingegno auante cbediferi perchella e quella ebenodo digroppa Da pier lategno et diffemi chierri anzi adaprir catenerla ferrata pur chel agente apie mifatterri Poi pinfe lufeio allaporta facrata dicendo entrate ma faccioui accorti che difuor torna cbindietro figuata Et quando fuoro nflcardini diftorti li {pigoli diquella regge fagra che dimetallo fon fonanti et forti [p. 23r modifica]Non roggio fi ne fimoRro flagra tarpea come tolto lefu ilbuono metello perche poi rimafe inagra Io miriuolfi attento alprimo tuono ec te deum laudamus miparea udire inuoce rmRa aldolce fuono T ale imagine apunto mirendea ciò cbio udia qual prender fiTuolc quando acantar conorgani fiRea Cor fi or no fentendo leparole:* CANTO X-oue tradla delprimo girone del <ppio purgatorio Ilquale luogo diferiue fotto certi intagli dantiche imagini • Et qui fipurga lacolpa della fuperbia: • POi fumo detro alfoglio dellaporta chel mal amor delanime difufa perche fa parer dritta lauia torta Sonando lafenti effer rincbiufa et fio aueÌfi liocchi uolti adeifa qual fora Rato al fallo degna feufa Noi falauam pcruna pietra iella cbefimouea duna et daltra parte ficome londa che fugge et fappreffa Qui fi conuien ufare unpoco darte commciol duca mio inaccoRarfi orquinci or quindi allato cbeÌfiparte Et queRo fecer lmoRri paffi fcarfi tanto che pria lofeemo dcllaluna^ rigiunfe alletto Tuo pcrricorcarife [p. 23v modifica]Che noi foftìtrio fuor diquella cuna ma quando Fumo liberi et aperti fudouel monte indietro firauna Io fiancato et ambedue incerti dinoftra uia reftamo infunumpiano Folingo piu cbeftrade perdiFerti DallaFua fponda oue comfialuano apie dellalta ripa ebepur fale miFurrebbe intre uolte uncorpo bumano Et quanto loccbio mio potea trar dale or dalfiniflro et ordaldextro fianco qitefta cornice miparea cotale Laltu noneran molli ipie noftri anco quandio conobbi quella ripa intorno ebedritto diFalita auea manco EFFer dimarmo candido et adorno dintagle Fi ebe nonpur policreto malana.tura Uauerebbe Fcorno Langel ebeuenne interra col dicreto delimoltanni lacrimata pace i> aperFel cicl dalFuo lungo diuieto Dinanzi anoi pareua fiuerace quiui intaglafco inunadto Fuaue cbenonFembiaua imagine ebe tace Giurato FiFaria cbel diceife aue perebiuera imaginata quella cadaprir Ulto amoruolFe lacbiaae Et auea inatto1 p re Fa efta fauella ecce ancilla dei propiamente come figura incera FiFuggcIla [p. 24r modifica]I Non tener pur adun loco lamente diffel dolce maeftro cbemauea daquella parte ondel cuore alagentc Percbio mimofft colui Co et uedea dirctro damaria daquella cofta onde mera colui cbemi mouea V naltra ftoria nella roccia impofta percbio uarcai Virgilio et temi preiTo accio cbc fotte allioccbi miei diCpofta Era intagliatoli nelmarmo fteifo locarro et buoi traendo larca fanta percui Cíteme oficio noncomelfo Dinanzi parea gente et tutta quanta partita infette cori adue mie fenfi facea dir lun no laltro ficanta Similemente àlfumo delincenCi cbeuera ima gì nato lioccbi elnafo et al fi et alno diCcordi fenfi Li precedeua albenedi&o uafo -yt- ariCcando armato lumile falmifta et più et men ebe re eran quel cafo D incontro effigiata aduna uifta dungran plalazzo micol amiraua ficome donna difpettoCa et trilla Io molfi ipie delloco douio ftaua pcrauiCar dapreifo unaltra ftoria ebe dietro amieoi mibiacbeggiaua Quiuera ftoriata lalta gloria del roman principato il cui ualore moffe gregorio allaCua gran uittoria [p. 24v modifica]1 Et dico ditraiano imperadore et una uedouella glicral freno dilagrime atteggiata et didolore Intorno allui parea calcato et pieno dicaualieri et laguglte nel oro fourefin uifta aluento fimouieno Lamifcrclla imfra tutti coftoro parea dicer fignor fammi uendetta dimio figlio cbemorto ondio macoro Et egli allei rifponder-.oraFpetta tanto cbitorniret quella fignior mio come perfona incui dolor fafretta Se tu nontomiict quei cbefia douio latifara-.et ella laltrui bene ate cbefia feltuo metti inoblio s* Ondelli orticomforta cbe conuene cbi folua ilmio douer anzi cbiomoua iuftitia uuole et pietà miritene Colui cbemai nonuide co fa noua produffe erto uifibile parlare nouello auoi perche qui noniltroua Mentrio mi dilettaua diparlare limagine didante humilitadi et perlofabbro loro aueder care Ecco diqua ma Fanno ipaÌfi radi mormoraual poeta molte genti quefli nenuieranno alialti gradi Lioccbi mei camirar eran contenti perueder nouitadi onde fon uaghi uoIgendoFi uerlui non Furon lenti [p. 25r modifica]Nonno perolettor cbetu tiFmagbi dii buon proponimento perudire come dio uuol cbcldcbito fipagbi Nonatender laforma dclmartirc penFa laÌucccflion penFa capeggio oltre iagran fentenza nonpuo ire Io cominciai maeftro quel cbiueggio muouer anoi non mifembran perfonc et nonfo che G nclueder uaneggio Et elii ame lagraue conditione dilor tormento atcrra lirannicebia G ebe miei occhi pria nebber tendone M* guarda fi fola et difuiticchia coluiFo quel ebeuien Gotto aquei FafTì già feorger puoi come eiaTcun Gpiccbia Ofuperbi criftian miferi laÌTi ebe dellauifta deliamente im Fermi Fidanza aueti meritroG paÌTi Non uacorgete uoi ebenoi Gamuermi nati a formar langilica Farfalla cbeuola allaiuftitia Ganza febermi Diche lanimo uoflro inaltogalla r* uoi Gete quaG antomatan diFetto Gcome aermo incui Forma tip n Falla Come perfoftentar Tolaio otetto permcnfola taluolta una Figura Guede giunger leginocchia alpetto Liqual fa delnonuer uera rancura nafeere achi liuede co Fi Fatti uridio color quando puoFi ben cura [p. 25v modifica]Vero e ebepiu et men eran contratti fecondo cairien più et men adoffo et qual più patienza auea neliatti Piangendo parea dicer più non pofib;* CANTO XI*trada delfupradido pmo girone et defupbi medefimi. et qui fipurga uanagloria ebeuno derami dela fu,pbia doue noia ileonte Vberto dafanta fiore et miiTer prouizano faluani difiena et molti altri:* O Padre noftro cbenecieli ftai noncircumfcripto ma <ppiu amore ebeaprimì effetti dilaffu tu ai Laudato fia iltuo nome eltuo ualore daogni creatura còme degno dirender gratie altuo dolce uapore Vegna uernoi lapace deltuo regno ebenoi adefia nonpotem dannoì fella nonuien contutto noftro ingegno Come delfuo uoler liangeli tuoi fan facrifitio ate cantando ofanna cofi facciano libuomini defuoi Da oggi anoi laquottidiana manna fanza laqual perquefto afpro deferto aretro ua cbipiu digir fa fanna Et come noi lomal caucm fofferto perdoniamo afeiafeuno et tu perdona benigno et nonguardar anoftro merto [p. 26r modifica]NoR:ra uirtu che dileggier Tadona non fpermentar conlantico auerfaro malibera cUllui che fi lafprona Queflultima preghiera fignorcaro già nonfifa pernoi chenon bifogna ma percolor che dietro anoi reftaro Cofi afe etnoi buona ramogna quelombre orando andaua fottol pondo firnile aquel cbetaluolta fifogna Difparmcnte angofciate tutte attondo etlaÌTéfu perlaprima cornice purgando lecaligine deimondo Se dila Tempre ben pernoi fidice diqua cbcdire et far perlor fipuote diquei canno aluoler buona radice Benfi dee loro atar lauar lenuote che portar quinci fichemondi et Iieui poifmo ufcir delleftellate ruote De fé iuftitia et pietà uidifgrieui tofto fiche polfiate muouer lala che fecondo ildifio uoflro uilieui Mioft:rate daqual maninuer lafcala fiua piucorto et fe ce più dun uarco quel nenTegliate chemen erto cala Cbequefti cbeaien meco perloncarco dellacarne dadamo onde fifuefte almontar fu contra fua uoglia et parco Lelor parole cberendero aquefte che dette auea colui cuio feguiua nonfu r dacui ueni (Ter manifefte [p. 26v modifica]/Viafu detto amandextra perlariua connoi uenite et troueretelpaffo poiTibil affai ir per fona uiua Et fio nonfoffi impedito dalfaÌTo cbelaceruice mia fuperba doma onde portar cónuiemiluifo baffo Cotefti cancor uiue et nonfi noma guardereio perueder filconofco et perfarlo pietofo aquefta foma Io fui latino et nato dungran tofeo guiglelmo aldobrandefco fu mio padre nonfo felnome fuo giammai fu uofeo Lantico fangue et lopere leggiadre demie maggior mifer fiarrogante che nonpenfando allacomune madre Ogni buomo ebbi indifpetto tanto auante cbio nemori come fané fi fanno et fallo incampagnatico ogni fante I fono omberto et non pur ame danno fupecbia fa ebetutti miei conforti aella tratti feco nelmalanno Et qui conuien cbio quefto pefo porti perlei tanto cadio fifodiiiaccia poi cbio nolfci trauiui qui tramorti A fcoltandio chinai ingiù lafaccia et undiloro nonquefti ebe parlaua fitorfe fottolpefo cbel impaccia Et uidemi et conobbemi et cbiamaua tenendo lioccbi cofatica fifi ame ebetutto cbino conloro andana [p. 27r modifica]OdifTio lui nonfettu boderifi lonor dagobbio et Ibonor diquel arte calunninar chiamata e imparili Frate difficili più ridon Iccarte che pennclcggia franco bolognefe Ibonor e tutto orfuo et mio imparte Ben nonfareio ftato fi cortefe mentre chio uiffii perlogran difio della excellenza doue mio core intefe Dital fuperbia qui fi pagalfio et ancor nonfare io qui fenonfoffe che poffendo peccar miuolfi adio Ouanagloria dclhumane poffe compoco uerde infulacima dura Tenone giunto daletati grotte Credette cimabue nellapincitura tener locampo et or a gioito ilgrido fi cbclafama dicolui e obfcura Cofi a tolto luno alaltro guido 1 agloria dellalirtgua et forfè e nato cbiluno et laltro caccera delnido Mone ilmondan romor altro cunfiato diuento cor uienquinci et oruicn quindi et muta nome perche muta lato Che uoce aurai tu più feuecchia feindi datte lacune chefe foffi morto.'0 anzi chetu lafciafft tlpappo eldindi ^ Pria che paifi millanni che più corto fpatio aleterno cunmuouer diciglia alcerchio chepiu tardi incielo e porto [p. 27v modifica]Colui cbc deldmmin fipoco piglia dinanzi amc tofcana fono tutta et ora apena infrena Tempifpiglia Onderà Tire quando fudiftrutta larabbia fiorentina che fuperba fu aquel tempo ficome ora putta Lauoftra nominanza e uncolor derba cbeuiene et ua et quei ladifcolora percui ella efce dellaterra acerba Et io aliai tuo uerdi^mincora buona bumilta et gratia tumor mapiani ma cbi e quei dicui tu parlaui ora.-'’ Quelli e rilpuoTe prouinzan Taluani et e qui perche fu prefuntuoTo a recar fiena tutta allefue mani Ito e coTi et ua fanza ripoTo poi chemon cotal moneta rende aTodiiFar chie dila troppo ofo Et io Tequello Tpirito catende pria che fi penta lorlo delauita quagiu dimora et quafu nonaTcende Sebuona oration lui nonaita prima che paflì tempo quanto uiiTc come fu lauenuta Tua largita .*J Quando uiuea più glorioTo diTTe liberamente nelcampo diTiena ogni uergogna diporta faffiffe Egli pertarre lamico Tuo dipena che foftenea nellapregion dicarlo fi conduÌTe atremar perogni uena [p. 28r modifica]Pici nondiro et farro Po ebe parlo ma poco tempo andra che tuoi uicini faranno fi ebetu potrai cbiofarlo Quefta opera litolfe quei comfini: • CANTO XII- Oue tra&a delfecondo girone douc fono itaglate certe imagini anti ebe difuperbi • Et cjuiui fipumfcbono lifu/ perbi medefimi:. A Ipari come buoi ebeuanno agiogo IV I mandaaa io conquel anima carca ^ L fin cbel fofferfe ildolce pedagogo Ma quando diife IaTcia Uri et uarca ^ ebe qui e buon coniali et coiremi uAa. qualunque può ciafcun pinger fuabarca Drillo ficome andar uuolfnrifemi conlaperPona aduegna cbeipcnfieri mirimaneÌfer^cbi nati et ifcemi Io mera molfo et fegaia uolontieri del mio maeftro ipaffi et ambedue già moftrauam comerauam leggieri Et elmidiÌfe uolgi lioccbi inguie buontifara pertranquillar lauià ueder loletto dellepiante tue Come perche dtlor memoria fia foura fepulci letombe terragne poetati fegnato quel cbeli era pria Onde limolte uolte Pene piagne perlapuntura dellarimenbranza ebe Polo apii dandelle calcagnc [p. 28v modifica]Si uidio limadimiglior Tembianza Fecondo lartificio figurato quanto peruia difuor dalmonte auanza Vedea cbolui cbefu nobil creato più caltra creatura giù dalcielo folgoreggiando fcender daunlato Vedea briareo fitto daltelo celeftial giacer dalaltra parte graue allaterra perlomortal gielo Vedea timbreo uedea pallade et marte armati ancora intorno alpadre loro mirar lemembra degiganti fparte Vedea nembrotb apie deigran lauoro quafi fmarrito et riguardar legenti cben fennear col lui fuperbi fuoro Oniobe conche occhi dolenti uedea io te Tegnato infu laftrada trafette et fette tuoi figluoli fpenti Ofaul come infulaprojaia fpada quiui pareui morto ingelboe che poi non Tenti pioggia nerugiada Ofolle aragne Tiuedea io tee già mezzo aragno trilla inTuIiftracci delopera chemal perte Tifee Oroboan già nonpar cheminacci quiui eltuo fegno mapien difpauento nelporta uncarro prima caltrilcacci Moftraua ancor Ioduro pauimento come almeon a Tua madre fe caro parer lofuenturato adornamento [p. 29r modifica]Moftraua còme et figli Ggittaro foura fennacberib dentro daltempio et come mòrto lui quiuil làTciaro Moftraua larouina elcrudo fcempio cbefe tamiri quando ditte aciro fangue Titilli et io difangue tempio Moftraua come in rotta fifuggiro liafiri poi cbcfu morto oloferne et anche lereliquie delmartiro Vedea troia incenere et incauerne oylion come té baffo et uile moftraual fegno cheli fidifcerne Qual dipenriel fu maeftro odiftile cheritraeffe Iombre et tratti cbiui mirar farieno uno ingegno foptile Morti limorti et iuiùi parean uiui nonuide me dime cbiuidel uero quantio calcai fin chechinato giui Or fuperbite'et uia coluifo altero figluoli deua et noncbinatel uolto fi cbeueggiate iluoftro mal Tenterò Più era già uernoi delmonte uolto et delcammin delfole affai più TpeÌTo che nonftimauà lanimo non fciolto Quando colui cheTempre inanzi ateTo andaua comincio.drizza latefta none più tempo dairpiu TafpeTo Vedi cola unangel che Tarrefta peruenir uerfo noi uedi che toma dalTeruigio deidi lancella fexta [p. 29v modifica]Direuerenza iluifo et liatti adorna ficbeidiletti Ionuiarcin fafo penfa ebe quefto dimai noa ragiorna Io era ben delfuo amonirufo pur dinonperder tempo ficbm quella matera nonpotea parlarmi cbiufo A noi uenia lacreatura bella bianco ueftito et nellafaccia quale par tremolando matutina (Iella Lebraccia aperfe et indi aperfe labe ditte uenite qui fon pretto igradi et ageuolemente ornai fifale A quello annuntio uegnon molto radi ogente birmana pcruolar fu nata perche apoco uento co fi cadi .r* /Vlenocci oue broccia era tagliata quiui mibapteo lali perlafronte poi mipromife ficura (andata Come amandextra perfalire almonte doue fiedc Iacbiefa ebe fogioga hbenguidata Copra rubaconte Sirompc d-’lmontar lardita foga perlefcalee ebefifero adetade ebera ficuro ìlquadcrno et ladoga Co fi fa lenta la ripa ebe cade quiui Éentratta dalaltro girone ma quinci et quindi laltra pietra rade Noi uolgendo iui lenoflrc perfone beati pauperes fpiritu uoci cantaron fi cbennol diria fermonc [p. 30r modifica]Ay quanto fon diuerfe quelle uoci da linfemali che quiui pcrcanti Centra et lagiu pertormenti feroci Già montauan fuperl ifcbaglion fanti et eÌfer mi parca troppo più lieuc che perlopian nonmiparea dauanti Ondio maeftro:diqualcofa greue s* leuata fe dame cbenulla quafL perme fatica andando firiceue R-ifpuofe quando P -ebe fon ri ma fi ancor neluolto tuo preÌfo ebeftinti faranno comclun deltutto rafi Fien lituo pie dalbuon uoler fiuinti che non pur nonfatica fentiranno mafia diletto loro!effer fupinti Allor fecio come color ebeuanno concofa incapo non dallor faputa fenon ebe icenni altrui fofpicciar fanno Per ebe lamano adacertar faiiita et cerca et truoua et quel offitio adempie ebe non fipuo fornir perlaueduta Et conlcdita ds'ladextra feempie trouai pur fei lelettere cbencife quel delecbiaui ame foura letempie A ebe guardando ilmio duca forrife: • CANTO XIII • Oue tracila deldecco fecondo girone - Et quiui fipunifte Iacolpa dellanuidia- Doue nomina madonna Sapia moglie dimeffer Viuiano degbinibaldi cLlGl cna et molti altri:[p. 30v modifica]PO i erauamo alfommo dellaTcala doue fecondamente finlega lomonte cbefalcndo altrui difmala lui co fi una cornice lega dintorno alpoggio come laprimaia fenon cbelarco fuo pm tofto piega Ombra noglie ne fegno che fipaia parfi laripa et parfi Iauia fcbietta conliuido color delapetraia Se qui perdomandar gente fafpetta ragionaua ilpoeta itemo forfè cbe troppo aura dindugio noftra eletta Poi fifamente alfole lioccbio porfe fece daldeftro lato ammuouer centro et lafmiftraparte diTe torfe Odolce lume acui fidanza io entro perlonuouo cammin tu ne conduci dicca come condur fiuuol quincentro Tu fcaldi ilmondo tu foureffo luci faltra ragion incontraro nonponta eÌTer dien Tempre lituo raggi duci Quanto diqua perun migliaio ficonta tanto dila erauam noi già iti compoco tempo perlauoglia pronta Et uerib noi uolar Turon Tentiti nonpero iufti Tpiriti parlando allamenTa damor cortefi inuiti Laprima uocecbepaÌfo uolando uinum nonbabent altamente diife et dietro anoi landò reiterando [p. 31r modifica]Et primj chedeltutto nonfì udifle peralungarfi unaltraifono orerte palio gridando et anco nonPafiiTe Odiifio padre ebe itoci fonquefte r et comio dormndai'.ecco laterz* ' dicendo amate dacui male ausile Elbuon maertreo queftocingbiofferz* Iacolpa delancridia et pero fono tratte damor lecorde delaferza Lofren uuolefTer delcontrario Porto , credo cbeludirai permio autiPo prima cbegiungbi aipafìPo delperdonO ?Va Picca liocbi perlaere ben fi Po et uedrai gente innanzi auoi federPi et ciafcuno e lungo lagro&a aÌTiPo AUor più che pria liocbi aperfi guardami manzi et uidiombre cornanti alcolor delapietra ftoft diuerfi Et poi che fumo unpoco più auanti udia gridar maria ora pernoi gridar michele et pietro et tutti fanti Noncredo che perterra uada ancoi homo fiduro che nonPoffe punto per compaffion dicjnel chiuidi pòi Che quando fui fipreiTo dilor giunto che liatti loro ame ueniuan certi perliochi fui digrauedolor munto Diuil cilitio miparean coperti et lun Poffria laltro conia fpalla et tutti dalaripa eran fofFerti [p. 31v modifica]t Cofi liciecbi acuì larobba Palla danno aperdoni acbieder lor bifogna et luno ilcapo foura laltro aaalla Perche innaltrui pietà tofto fipogna non pur perlofonar delle parole ma pcrlauifta che non meno agogna Et come aliochi non aproda ilPolc COri alombrequiui cu io parlauOra luce delciel di fé largir non uole Che atutti unni di ferro ilei gl io fora et cu fan comarparuier felu aggio fifa-pero che queto non dimora A me parea andando far oltraggio uedendo altrui non cfTendo ueduto perebio miuolfi elmio coniglio faggio Ben fapeua ei che uolea dir lomuto et pero nonattefe mia dimanda ma ditte parla et rie bricue et arguto Virgilio mi uenia dacpelia banda deliacornice onde cider fipuote perche danulla fponda fingbirlanda Dalaltra parte meran ledeuote ombre che perlombile cottura premeuanìi che bagnauan legote V oirimi alloro e o gente fi cura incominciai diueder latto lume cbel di fio uottro folo a mrua cura Se totto gratia riiol-.ia lefcbiume diuottra confcientia fi che chiaro peretta feenda delamente il fiume [p. 32r modifica]Ditemi ebemmi Pia gratioTo et card Pa fi ima e qui trauoi che Pia latina et PorPe lei Para buon Pio lapparo O Piate mio eia Felina e ciptadina duna ucra cipta ma tu uuo dire che uiuefTe mutali a peregrina Quefto mi parue perriPpofta udire più la alquanto cbcladouio ftaua ondio mi Peci anebor più laPentire Tra laltre uidi ufi ombra caPpettaua inuiftaet Pe uolefTe alalcun dir.'come^ lomefìto aguiPa dorbo inPu leuaua Spirito d.iTio cbeperPalir tidome Pe tu Pe quelli ebemmi riPpondeRi Pammiti conto operluogo opernuomc io Fui PanePe ri PpuoPe et conquefa altri rimondo qui lauita ria lacrimando acolui che Feneprefli Sauia non Fui auegna ebe Fapia fofTì chiamata et Fui delialtrui danni più lieta affai ebe diuentura mia Et per ebe tu non credi cbio tinganft^ odi Pe Fui comio tidico Folle già diPcendendo larco demiei anni Eran liciptadini miei preiTo acolle incampo giunti conloro aduerPart et io pregaua idio diquel ebe ùollc Rotti Fuor quiui et uolti negliamari paffi diFugga et uegendo latracela lctitia prefi atutte altrrdiFpari [p. 32v modifica]Tantó chi uoinnfu lardita Faccia gridando adio ornai più non titemò come Fa ìlmcrlo perpocba bonaccia Pace uolli condio infu loftremò dellamia uita et anebor non farebbe lomio douer perpenètenza feemo Se ciò non foffe camemoria mebbe piero pettinagio in Tue fante o ratio ni acuì dime percaritate increbbe AAa tu cbife ebe noftre conditioni uai dimandando et porti hocchi fciolti ficomio credo et fpirando ragioni Lioccbi diÌfio mi fieno anebor qui tolti ma picciol tempo che poche loiTefa fatta pereffer coninuidia uolti Troppo e più lapaura onde fofpefa lanima mia daltormento difotto che già loncarcbo dilagiu mi pefa Ét ella ad me cbita dunque condotto ~ qua fu tranai fegiu ritornar credi.1 et io coftui che meco et non fa motto Et uiuo fono et pero m¿richiedi fpirito ele&o fe tu uoi cbimoua dila imparLe anebor limortai piedi O quello e fi audir cofa'nuoua Vi**- c^c gl’af,de fogno e che dio tami pero colpriego tuo talor migioua Et cbiggioti perquel che tu più brami fe mai calcoi laterra ditofeana camiei propinqui tu ben mirimfami [p. 33r modifica]Tuliuedraì traquetla gente uana che Ppera intalamone e perderalgtj più de Fperanza catrouar ladiana ISA a più uimetteranno liammiralgli, CANTOX1III • tra&a dePopradicito girone Et qui Piparga la fopradetta cólpa delanuidia doue nomina mefTer Rineri da caluoli et multi altri : • CHiecoftuicbelnoftromote cerchia.^ pma che morte liabbia dato iluolo.^ e apre lioccbi afua uolglia ecopcbia s* Non To chi fia ma Po ebe none folo domandai tu che più litauicini ¿^’dolcemente Pi che parli acolo Cori due Ppiriti luno et laltro chini, ragiona^an dime lui aman dritta puofTier liuiPi peedirmi Fuppini Et diÌTc luno.oamma che Fitta nelcorpo anebora inuer loceltenuai percarita ne conFola ene ditta Oftde uicni.e chi Pexhe tu ne Fai tanto marauigliar della tua gratia quanto uol co Fa che non Fo più mai Et io permezo toPcbana PiPpatia unriumicel che naPce inPalterona et cento milglia dicarPo nolPatia DiPourefTo recbio quefta pcrPom dirui chi Pia Feria parlare indarno chel nome mio anebor molto non Fon» [p. 33v modifica]$e ben lontendimento tuo accbarfio conlontclletto allora miriTpoFe quei ebe dicea pria tu parli darnó Et IattroSifTe luùpercbe naFcoFe queftì ìluocabol diquella riuera S pur come buom fa delorribili co Te Et lombra che dicio domandatera FiFdebito cofi'.non Torma degno bene cbel nome dital ualle pera Cbe dal principio Tuo oue Ti pregilo lalpeRro monte oue tronco peloro ebem pocbiluogbi paÌTbltre quel fegno In Fin laoue G rende perriftoro diquel cbel ciel delamarina aTciuga ondanno iFmmi ciò ebeua conloro V irtu co Ti perni mica Ti fuga datutti come biTcia periFuentura delluogo.-opermaluFo cheli Fruga Ondanno Fi mutata lor natura libabitatori della misera ualle che par che circe liauefTe impaflura Tra brutti porci più degni digalle che daltro cibo Fatto i,nbumaft uFo drizza prima ilTuo poucro calle Botoli truoua poi uenendo giuFo /, ¿tAr ringhioFi più cbe non truoua lor pofla et allor d^TdegnoTa torce ìlmuTo VafFi caggendo et quantella più mgrofTa tanto più truoua dicaft TarTi lupi lamaladetta et Tuenturata foÌTa [p. 34r modifica]Dì Tee fa goi perpiu pefagbi cupi truoua Icuolpi fi piene di froda che non temono ingegno cbclle occupi Nc lafcero didir percaltri moda et buon farà coftui fancor famenta dicio ebeuero fpirito mi difnoda Io ueggio tuo nipuote ebe diuenta cacciator dtcjuei lupi in fu lariua delfiero fiume et tutti lifgomentà Vende bearne loro effendo uiua pofeia Hancide comantica belua molti ditata et fe dipregio priua Sanguinofo efee delatrifta Telua lafciala tal ebe diqui amillanni nelloftato primaio non firinfelua Come aliannuntio dedogliofi danni fi turbai tufo dicolui cafcolta dacjual che parte ìlperiglio laifanni Cofi uidio Ialtranima ebe uolta ftaua audir turbarfi et farfi trilla poi ebebbe laparola afe raccolta Lodir deluna et delaltra lauifta mi fe uogliofo difauer lor nomi et dimanda ne fei compriegbi miÌli Perche lo fpirito ebe dipna p^orlomi ricomincio tu uuo cbimi diduca nel far ate ciò ebe tu far non uuomi £Va dacbe idio in te uuol ebe tra luca tanto fua gratia non ti faro fcarfo pero fapptc cbi fon Guido del duca [p. 34v modifica]Fu ìliangue mio dirtuidìa fi riapro che fc ueduto aucTc buom Far fi lieto uifto maureftt diliuidor FparFo Dimia Fementa cotal pigiai mieto o gente bumana perche ponil core / laouc mifber.dicon Torto diuieto s* Quefli e R.incr'qucfti elprcgio etlboflore dela caFa dacalboli oue nullo Fatto Te reia poi delFuo ualore Et non pur lo Tuo Fangue e Fatto brullo trai pò el monte et lamarina elreno delben ricbeflo altiero et altraftullo Che dentro aqucRi termini e ripieno diueiìenoTi fterpi Fi che tardi percoltiuar ornai uerrebber mefio Otre ìlbuon lido et arrigo manardi.*0 Pier trauerFarO et Guido dicarpigna oromagnuoli tornati imbaRardi Quando imbologma un Fabbro Fi raligna quando imFaenza unbernardindiFoTco uerga gentil dipicciola gramigna Non ti marauiglia*"Tio piango toTco quandio rimembrò con Guido daprata Vgolin dazzo che uiuette uoTco Federigo tignoTo et Tua brigata laebafa trauerFara et lianaftagt et luna gente et laltra e deretata Ledonne et caualieri et liaiFanfti et liagi cioè nenuoglaua amor et corteTia et ladoue icuor Fon Fatti Ti maluagi [p. 35r modifica]0 brcttinoró che nón Fuggi uia s poi cbegitaFene latua famiglia et moka gente per non eÌTer ria Ben Fa bagnacaual che non ri Figlia et mal Fa caftrocaro et peggio conio ebe diFigliar tai confr Fempiglia p'** Ben Faranno ipagani dacbel dimonio lor fengira ma fioft pero ebe puro giamai rimagna dciFi tertunonio O Vgolin diFantolin.Ficuro elnome tuo dacbe più non FaFpetta chi Far lopofa tralignando oFcuro Ma ua uia tofeo ornai cor midiletta troppo dipiafìger più ebe diparlare fima noftra ragion lamente ft retta Noi Tappaci am ebe quel anime care ciafentiuan andar pero tacendo Faceuan noidelcammin comFidare Poi Fumo Fatti Folò procedendo Folgore pare quando laere Fende uocc ebe giunFe dicontra dicendo Anciderammi qualunque ma prende et Fuggio come tuon ebe Fi dilegua Fé Cubito lanuuola lcorcende Come dallei ludir mio ebbe triegua et ecco laltra con Fi grafi FracaiTo che Fumiglio tonar ebe torto Ceguat Io Fono aglauro ebe diuenni FafTo et allor perrirtrignermi alpoeta indcrtro Peci et non ifìanzil patto [p. 35v modifica]f Già era laura dogni parte cheta et el mi elide quel fui Iduro camò che clouria lhuon tener dentra fuo meta AAa noi prendete le Tea fi chelamo delanticbo aucrfaro afe nitira et pero pocho ual freno ©richiamo Cbiamauil cielo entorno uifigira moftrandoui le Tue bellezze eterne et loccbio uoftro pur atterra mira Cnde uibbattc chi tutto difccrne CANTO • XV • nratta dclefenza del terzo girone luogo deputato apurgare la eolpa delira Et dichiara V irgilio alautore undubio natodiparoie dette nelprecedète canto da Guido delduca et peruna uifione caparne infongno alautore : * V anto tralultimar dclbora terza I I elprincipio del di par dclafpcra ^ che fèpre aguifa di faciullo feberza Tanto parcua già inuer lafera cifer alfol delfuo corfo rimafo uefpero la et qui mezza notte era Et iraggi ne fedian permezzol nafo pcrel^e per noi girato era fil monte che già dritti andauamo inuer loccafo Quandio Tenti ame grauar lafronte allo fplcndorc aflai più che diprima et ftupor mera lecofe non conte [p. 36r modifica]Oncfio Ieuai ternani inuer luci ma dclemic cilglia et Fecimi ilfoleccbio che del fouerebio uifibile lima Come quando dalacqua odalo fpeccbió falta loraggio aloppofita parte falendo fu perlomondo parecchio A quel ebe feende.-et tanto fi diparte dal cader dela pietra ifiigual tratta fi come moflra fperienza et arte Cofi ma parue daluce rifratta ini dinanzi ame cÌler percofTo perca fuggir lamia uifta fu ratta Cbe e quel dolce padre aebe non poffo ■'J febermar louifo tanto cbe mi uaglia di d'io et pare inuer noi efTer molto Non ti marauigliar fancor tabaglia lafamiglia delcielo ame rifpofe meiTo e cbe uiene adènuitar ebom faglia Todo farà caueder quelle co fé non ti fic graue ma fieti diletto quanto natura afentir ti difpuofe Puoi giunti fumo alafigel benedetto conjieta uoce difTe.-intrate quinci a adun fcaleo uie men cbe gliatri ertto Noi montauam già partiti dihnci et beati mifericordes fue cantato retro et godi tu cbe uinci Lomio maeflro et io foli amendue fu Po andauamo et io penfaua andando prode acquiilar nelle parole fue [p. 36v modifica]•x (V< trvru* f Et drizzami allui H dimandando che uolÌc dir lofpirito diromagna * et diuieto et conforte menzoftafido-'" 4 Pcrcbclli ame:difua maggior magagna conosce ildanno:et pero non fammiri Te ne riprende perche men fempiagna Per che faputò anno iuoftri di fin doue per compagnia parte fi feema inuidia muoue ilmantaco afofpiri [Va fel amordelafpera fupprema torccfTe itìfiifo ìldifiderio uoftro non ui farebbe alpetto quella tema Che per quanto fi dice più linoftro tanto poflìedepiu diben ciafchuno et più dicaritate arde inquel chioftro Io fon defTer contento più digiufto difle che Te mi PoÌTe pria taciuto et più didubio nettamente aduno Come/Ter puote cun ben diftributo.~ et più pofìTeditor faccia più ricchi.^ di fé che fe dapochi e poifeduto Et elli a me pero che tu ri ficchi lamente pure ale cofe terrene diuerfi luce tenebre difpiccbi Quello infinito et ineffabil bene che lafìfu e coli corre adamorc come alucido corpo raggio uene Tanto fi da quanto truoua dardore fi che quandunque carita fiftende crefce loureifa letterno ualore [p. 37r modifica]£t quanta gente più la fu Fintende più ne dabene amare etpiu ùifama et come rpeccbio luno aialtro rende Et Te lamia ragion non ti diffama uederai beatrice et ella pienamente titorra quefta et ciafcbunaltra brama Procaccia pur che tofto fieno fpente come fon già ledue lecinque piaghe che fe nchiudon pereÌTer dolente Comio uolea dioer;tu ma paghe uidimi giunto infu laltro girone fi che tacer nnfer leluci uagbe lui mì'parue inuna uifione ^ exadtica di Cubito eilèr tratto ideimi itti et ueder inun tempio più perConC Et una donna inTulentrar conatto dolce dimadre dicer.-figliol mio perche ai tu coCi uerfo noi fatto Ecco dolenti lotuo padre et io te cercauamo et come qui l itacque ciò che pareua prima difpario indi mi parue uanltra conquel acque giù per legote chel dolor difilla quando digran difpetto Ìaltrui nacque Et dire fetu fe fire della uilla delcui nome ne dei fu tanta lite etondognè Ccienza diffamila Vendica te diquelle braccia ardite cabracciar noftra figlia o pbififtratO elfignor mi parea benigno et mite [p. 37v modifica]Risponder lei Cònuiio temperato cbe farem fioi acbimal ne difira r* Te quei cbe ciama e pernoi cofidemfiato Puoi uidi gente accereimfocbo dira compietre un giouanetto ancider forte gridando afe pur martira martiri Et lui uedea cbmarfi perlamorte cbe lagrauaua già inuer laterra ma dellioccbi faccea fempralciel porte Orando alalto Tire intanta guerra cbe perdofiafTe a^uoi peiTecutori conquel afpetto ebe pietà dtferra Quando lamma mia tomo difori alecofe cbe fon fuor di lei uere iriconobbi imiei fion falfi errori Loduca mio cbe potea uedere farH come btiom cbe dal Tonno fi flega diRe cbe ai-ibe non ti puoi tenere ZVa Te uenuto più cbe mezza lega uelando lioccbi et cofilegambe auolte aguifa dicui uino o Tonno piega O dolce padre mio Te tu maCcolte io ti diro diffìo ciò cbe mapparue quando legambe mi furon fi tolte Et ei Te tu aueifi cento larue Copra la faccia non mi farian cbiufe letue cogitation quantunque panie Ciò cbe uedeftì fu perche non feufe daprir loco re al acque dela pace che daletterno fonte fon diffufe [p. 38r modifica]Non dimandai che ai per quel chel Face chi guarda pur conlocchio che no uede quando di (animato ileorpo giace Ma dimanda perdarti forza al piede cofi frugar conuien fi^pigri lenti adufar lor uigilia quando riede N ' ~ Et ecco apoebo apoebo un Fummo farli uerFo dmoi come lanotte obFcuro ne daquel era loco dacar-farTi Queflo ne tolre lioccbi et laere puro CANTO-X V l Oue Trada del fopra detto terzo girone et dela detta colpa del ira • Et qui /VUrcbo lombardo Folue uno dubbio alautore *.* FVio d in Ferno et dinotte priuata dogni pianeto Totto pouer cielo quantelfer può dinuuol tenebrata Non Fe aluifo mio fi grotto uelo come quel Fummo cbiui cicoperre ne aFcntir dico Fi afpro pelo Che loccbio (lare aperto noi fofferfe onde laFcorta mia faputaet Fida mifaccofto et lomero mofferfe Sicome cieco ua dietro aI ua guida pernon fmarrirFi opernondar dicozzo incofa chel moleftì ouero ancida oi andauam per lo ue! pero attenti oltre quanto potean lioccbi allungarli contra iraeci Te rotini et lucenti [p. 38v modifica]Mandaua io perlaere amaro et Tozzo aFcoltando mio dueba ebe diceua pur guarda che dame tu non He mozzò Io Tentia uoci ctciafcbuna pareua pregar per pace et per miTericordia lagnel didio ebe lepeccata leua Pur agnus dei cran leloro exordia una parola intatti era et un modo Ti che parca tracce ogni concordia Quei Tono Tpiriti maeftro cbi odo diTTio:et elli ame tu uero apprendi et diracundia uan Toluendo tlnodo Or tu chi Te ebeì noflro Fummo Fendi et dinoi parli pur come Tc tue partifTì anebor lotempo percalendi Co Ti per una uoce detto Tue ondel maeftro mio diflTc nFpondi et dimanda Te quinci Fiua Fue Et io.'o creatura ebetti mondi peitornar bella acolui che ti Fece marauiglia udirai Femmi Fecondi lo ti Seguiterò guanto mi lece riTpuoFc et Teueder Fummo non la Ter« ludir citerra giunti inqueR:a ucce Allora incominciaùconquella Falci* che Iamorte diiTolue men uo TuTo et uenni qui per inFerftale ambafeia Et Tedio ma in Tua gratia rincbiuTo tanto che uuol cbi ueggia lafua corte permodo tutto Fuor delmoderno uTa [p. 39r modifica]Non mi celar chi Fofti ansi lamorte ma dilmi et dimmi fiuobene aluarco et tue parole fìefì lcnoftre Fcorte Lombardo fui et Fui chiamato marco del mondo Feppi et quel ualor amai alquale aor ciaFcbùn difteFo larco Per montar Fu dirittamente uai co Fi riFpuoFe et FogtunFe io ti priego che per me priegbi quando Fu Farai Et io allui per Fede mi ti lego di Far ciò ebemi chiedi quando Tcoppio detro adun dubbio pio nò mene Fpiego Prima era Fcempio et ora e Fatto doppio nella Tentenna tua chemmi Fa cer-o qui et altroue quel ouio lacoppio Lomondo e ben coFi tutto diFerto dogni uirtute come tu mi Fone et dimalitia grauido et couerto iVa priegho clic maditi lacagioric Fi chio laueggia et chio lamoftri altrui che nel ciel uno et un qua giù lapone Alto FoFpiro che duolo fànnie inhui miFe Fuor prima et poi comincio.Frate lomondo c cicco et tu uien ben dallui Voi che uiuete ogni cagion recatc pur FuFo alciclo pur come Fe tutto moueRe Feco dmeccfTitate Se co Fi FofìFc inuoi Fora diRrutto libero arbitrio et non Fora giuRitia per ben letitia et per mal auer lutto [p. 39v modifica]JLocielo iuoftri mouimenti initia non dico tutti ma porto cbil dica fiume ue dato abene et amalatia Et libero uoler ebe Fc Fatica nelle prime baptaglie colciel dura puoi uince tutto Fc ben Fi nutrica A maggior Forza et amiglior natura liberi fubgiaccte et quella cria lamente inuoi cbel ciel nona inTua cura Pero Pel mondo preFente diruia inuoi e lacagione inuoi Ficbeggia et io teneFaro or uera Fpia EFce dimano allui cbella uagbeggia prima ebe Fia aguiFa di Fanciulla ebe piangendo et ridendo pargoleggia Lamina icmplicetta ebe Fa nulla ialuo ebe morta dalieto Fattore uolentier torna accio ebe latrartulla Dipicciol bene impria Fente Tapore quiui Tmganna et dietro aderto corre feguida oFreno non torce Tuo amore Onde conuenne legge per Fren porre conuenne rege auer ebe dircernerte della uera citptade almen latorre Leleggt Fon macbi pon mano aderte f nullo pero cbel partor ebe procede ruminar può ma nona lungbia FeiTa^ Perebe lagente ebe Tua guida uede pur aquel ben Fe dire ondel e giottba diqucl Fi paFce et più oltre non chiede [p. 40r modifica]Ben può seder ebe lámala condotta e lacagion cbel mondo a fatto reo et non natura ebenuoi Fia corrapta Soleua roma cbel buon mondo Feo due foli auer cbeluna et laltra ftrada facean «edere et del mondo et didco Lun laltro arpento et e giunta lafpada colpaftcìrale et lun con laltro in Teme perùiuà Forza mal conuien che uada Pero cba^giuntilun laltro non teme fenonmi credi pon mente alaFpigi cogni erba fi conofcc perlofeme Intuì paefe che adige et po riga folea ualore et corteFia trouarFi prima ebe Federigo aùeÌTe briga Or può Ficuramente indi pafFarFi perqualuncjue larciafTe peruergogna diragionar coibuoni odaprcfFarFi Benuen tre ueccbi ancora incui rampogna lanticba età lartuoua et par lor tardo ebe idio amiglior uita liripogna Currado dapalazzo elbuon (jberardo ' et Guido dacaftel ebe mei fi noma FranceFcbameftte Afimplice lombardo Dioggimai delacbieFa diroma per comFondere ìnfc due reggimenti cade nelfango et Te brutta et laForna O /Varco miodiiFio benargomeonti et or deicerno per ebe dalretaggio tifigli dileui Furon effenti [p. 40v modifica]Ma qual G he/ardo c quel che tu £ faggio- diche rimafo delagente fpenta. inrimprouero del fecol feluaggio/ O tuo parlar minganna od mi tenta rifpuofe ame che parlando mi tofeo par ebe deibuon Gherardo nulla fenta Peraltro fopra nome inolconofco fi noltoglcfTì dafua figlia gaia dio fia conuoi ebe più non uegnouofcO Vedi lalbor che pcrlofiume raia già biancheggiar et me conuien gtirmi langclo e un prima cheli pagia Cofi torno et più non uolle udirmi CANTO -XVII - Trada dela qualità delquarto girone Ouc fipurga lacolpa del accidia doue firiilora la more deloipfedo bene Et dichiara una qftioe che nidi nafes» Ricorditi ledor fé mai nelalpe ticolfe nebbia perlaqual uedelTi non altrimente che perpelle talpe Come quando ìuapori bumidi et fpeiTi adiradar comincian'ì lafpera delfol debilemente entra perefTì Et fi a latua ymagine leggera ingiugnere aueder comio riuidi lofol imprima che già nei corcar era Si pareggiando imiei compaflì fidi delmio maedro ufeio fuor dital nube ai raggi morti già nebaffi lidi [p. 41r modifica]Oimaginatiua cbene rube tal uolta fi di fuor cbom non faccorge per che dintorno fuoninmille tube Cbimoue te felfenfo nonti porge f moueati lumecbenelciel fimforma perfe operuoler cbegiu Iofcorge Delempiezza dtTOlei cbemuto forma neluccel cacantar più fidiletta ^ nelymagine mia apparue Iorma Et quiui fa lamia mente firiftretta dentro dafe che difuor nonueni» cofa ebe foiTe ancor da lei ricetta Poi pioue dentro alalta Fantafia un crucifixo difpettofo et fero nella fua uifta et cotal fi moria Intorno adeffo eralgrande aifuero beiler fua fpofa elgiuflo mardoceo cbefualfare et aldir colintero Et come quefta ymagine rompeo fc perfe fteifa aguifa dunabulla cui manca laequafotto qual fifeo Sur fé inuna uiTione una fanciulla piangendo forte et dicea oregina perche perirà ai uoluta eÌfernulla r* Ancifa tai pcrnonperder lauina ormai perduta ifon elfa cbelutto madre alatua pria calaltruiruina Come fi piange il fono oue dibuttc mrocra luce perquote ìluifo cbiufo che Fratto guizza pria ebemoia tutto [p. 41v modifica]Coli limagine mia cade giufo tofto cbcllumc iluolto mipcrcofTc maggior affai cheque 1 cbeinoftiufo Imiirolgca perueder ouio fotte quanduna uocc diffe-'qui fimonta cbedaognaltro intento mirimoffc Et fece lamia uoglia tanto pronta diriguardar cbiera cbc parlaua cbemai non pofa fc non Qrafronta Macbomal fol cbe noftra uifta graua et perfouerebio fua figura ucla cofi lamia uirtu quiui mancaua Quefto e dritto fpirto cbc uela uia dairfu nedrizza fanza prego et col Tuo lune fé medefmo cela Si fi connoi comelbom fi fa fego cl* qual afpetto priego et luopo uede malignamente già fimette al nego Oraccordtamo a tanto inuitolpiede procacciarci difalir pria cbe fabui cbe poi nonfiporria feldi non riede Cofi diffel mio duca et io conlui uolgemo inoftri paffi aduna fcala et tofto cbio alprimo grado fui Sentimi quafi preffo unmuouerdala et uentarmi neluifo et dir beati pacifici ebefon fanzira mala Già eran foura noi tanto leuati liultimi raggi cbelano&c fegue cbcleftclle apparifeon da più lati [p. 42r modifica]O uirtu mia per che fittidilegue * frame fteftb dicea chemifentiira la polTa delegambe pofta intriegue Noi erauam doue più non faliua Iafcala fu eterauamo affiffi ^ pur come naue calapiaggia arriua Ec ioa&efiunpoco Ho udiiTi alcuna cofa nel nouogirone poi miriuolfi alamaeftro mioediflì Dolce mio padre diqual offenfione fipurga tipi nelgiro doue femo fe pie fiftanno non dea tuo fermone Etelli ame lamordelbene fcemo difuo douer qui ritta firiftora qui fi ribàtte il mal tardato remo Ma perche più aperto intendi ancbora uotgi lamenti; ame et prenderai alcun buon frutto dinolìra dimora Nc Creatore ne creatura mai comincio e figliol fu fanza amore onaturale odanimo et tu Iofai Lonaturale e fempre fanza errore ma laltro puote errar permale obie&o oper troppe? oper pocho diuigore Mentre chelle ne primi ben diretto et nc fecondi fe fteiTo mtfura eÌTernon può cagion dimal diletto Ma quando almal fi torcc^compiu cura ocòmen che non dee corre nelbcnc contrai fattore adoura fua fattura [p. 42v modifica]Quinci compre'nderpuoi cbefTerconuene amo fermcnte inuoi dogni uirtute et dogni operation cbemerta pene Or perche mai nonpuo dilafalute amor del Tuo fubietto uolger uifo dalbodio propio fon Iecofe tutte Et perche intender nonfupuo diuifo et perfe dante alcun efier dalprimo dacjuel hodiare ogni effetto e decifo Reda fé dividendo bene (limo chemal che fama edel proximo etdeÌTo amor nafee intre modi inuodro limo Et chi pereiTer Tuo uicin foppreffo fpera excellenza et fol perquefto brama cbel fìa di Tiro grandezza imbaiTo melTo Et chi podere gratia bonore et fama teme diperder percaltri formonti onde fatrida fi ebecontrario ama Et e chi pcriniuria par caonti fi che fifa delauendetta gbiodlo et tal conuien cbel mal altrui inprontf Qucd© triforme amor qua giù difotto ftpiange oruo ebetu delaltro intende che corre alben conordine corrotto Ciafcun ccmfufamente unbene aprende nelqual ficheti lanimo etdifira perche digiugner lui ciafcun contende Sdento amor rnlui ueder mitira oallui acquidar quella cornice dopo giudo pentir umemartira [p. 43r modifica]Altroben e cbenonfa Ibuom felice none felicita none labtrona effenza dogni ben frutto et radice CANTO XVIII Tradia delfcpra die to quarto girone Oue fi purga lafopred'cita colpa delaccidia Bt qui moRra Virgilio che perfetto amore doue nomina Ubate de fan/ zenodiuerona POflauea fine alfuo ragionamento lalto dolore et attento guardaua nel lamia uifta fio parca contento Et io cui noua fete ancor irugaua difuor tacea et dentro dicca forle lotroppo dimandar cbitoligraua ISA a quel padre uerace che faccorfe dcltimido uoler ebe nonfapriua OliciIW ^ fi neltuo lume cbio di-cerno chiaro quanto latua ragion porta odefenua Pero tipriego dolce padre caro . ebemmi dimoftri ancor acuì reduci « ogni buon operarci fuo contraro Drizza diffe uermc larditc luci delontelletto et fteti mamfcfto lerror deciecbi che fi fanno duci elienza dogni ben Irutto et radice Lamor ebadeffo troppo Cibandona difora noi fipiange pertre cerchi macome tripartito fi ragiona Tacciolo accio che tu perte necccrcbi [p. 43v modifica]Lanimo ebe cacato adamar pretto adogni cofa c mobile che piace torto che dalpiacer inatto e de ilo Voftra aprenfiua daeiTer uerace tragge intention et dentro anoilafpiega ficbelanimo adefifa uogler face Et fe riuolto inuerdilei fi piega quel piegar e amor quel e natura che per piacer dinouo inuoi filega Poi cornei foco mouffe inaltura perla fua forma ebenata afaliere ladoue più in fua matera dura Cofi lanimo prefo entra indifire ^ 1 ebemoto fpiritale et mai non pofa fin cbelacofa amata ilfagiore I Ortipuote apparer quante nafeofa lauerita allagente ebeauera ciafcun amor infe laudabil cofa Pero ebe forfè appar la fua matera fempre effer buona manon ciafcunfegno e buono ancor ebe buona fia lacera Letue parole elmio feguacem igegno refpuofio lui manno amor difeouerto ^ ' et ciò ma fatto de dubiar più pregno Cbefamor e di fuor danoi offerto et Ianima nonua conaltro piede fe dritta et torta ua none fuo merto Et egli adme quanto ragiho qui uede dir tipofo'daindi inla tafpetta pur abeatrice ebe opera e difede [p. 44r modifica]Ogne forme fubfhndal che fett* e dametera et e conlei unita fpecifica uirtu a infe colletta La qual iànza operar none fentita ne fe dimoftra ma che pereffetto come peruerdi fronde Ìpianta uita Pero laonde uegna Iontelletto delepnme notitie homo non fape et e prima appetibile leffetto n TVnvt il,' le Cbe fono inuoi fi come ftudio inape difar lomcle et quefta prima uoglia merto dilode odibiafmo non cape Or perche a quefta ognaltra firaccoglia innata nelauirtu cbe configlia et delafcnfo diàtener IaToglia Queftel principio laonde fi piglia ragion dementare inuoi fecondo cbe ibuoni et rei amor'accogle et uiglia Color eberagionando andaro alfondo faccorfer defta innata Iibertate pero moralità lafciaro almondo Onde ponean cbedinecefìTitate furga ognamor ebedentro annoi facende d ritenerlo e inuoi la potevate Lanobile uirtu beatrice intende perlolibero arbitrio:et rio guarda cbe Iabbi amente faparlar tip rende Laluna quafi amezza notile tarda fada leilelle annoi parer piurade fatta comun feccbion ebetutto ard* A [p. 44v modifica]Et correa in contrarici per quelle (tracie cbelfol infianma allorché queldaroma traTardi etcorfi iluede quando cade Et quel bombra gentil percni finoma pictola più cbcuilla mantouana dclmio parlar diporto auca lafoma Pcrcbio quella ragion aperta et piana (oura Icmi queftion auca ricolta ftaua come bom che fonnoleuto uana Ma quefta fonnolenza mi-fu tolta fubitamentc dagente che dopo alenoftre fpalle anoi eragia uolta Et quale afmcnon già uide et afopo lungo difc dino&e furia et calca pur che itbebani dibacco aueifer uopo Tal per quel giron Tuo paiTo falca per quel cbiuidi dicolor ucncndo cui buon uolerguifta amor caualca Torto fur foura noi perche correndo li mouea tutta quella turba magna et due dinanzi gridauan piangendo Maria cor fé com fretta alamontagna et cefarc perfogigare ylcrda punfc marfilia et poi corfe inifpagna Ratto ratto che! tempo non fi perda per pocco amor gridauan iialtri apre (Te che ftudio diben far gratia rinuerda O gente incui fauore acuto adeffo ricompie forfè negligenza endugio daooi pertepidezza“ibenfarcreilo [p. 45r modifica]Querti che ni tre et certo moniti bugio uuol andar fu piu-cbelfol neriluca pero nedite onde preiTo ìlpertugio Parole furon querte delmio duca et un diquelli fpirti diiTe uieni ¿dietro a noi et trotterai labuca Noifiam diuolglia amuouera ripieni ebereftar non potem mo perdona Te Ltiilania noftra iuftitia tieni Io fui abate infanzeno auerona fotto lomperio delbuonbarba rolla dicui dolente ancor melan ragiona Et tale agialun piede entro lafoifa ebe torto piàngerà quel moniftero et tnrto fia dauer auuta polfa Perche fuo figlo mal del corpo intero et dela mente peggio et cbemalnacque aporto in loco di fuo paftor uero I non fuo fe più diffe opiu'tacque tantera già dila danoi trafeorfo ma querto intefi et ritener mipiacque Et quei ebemera adogni uopo foccorfo dille uolginti qua uedine due uenir dando alaccidia dimorfo "Diretro a tutti dicean prima fue morta lagente acuii mar faperfe ebeuedeife giordan lerede fue Et quella che laffanno non fofferfe fmalafme cbolfiglio dancbife fe rteffo auita fanza gloria offerfe [p. 45v modifica]Poi quando fur danoi tanto diuife quel ombre ebeueder più non poterli nuouo penfier dentri?a me fimife Delqual più altri nacquero et diuerfi et tanto duno innaltro uaneggiai cbelioccbi peruagbezza ricorperfi Elpen fomento infogno trafmutai CANTq XVIili • Trada delefeza del quito girone- Et qui fi purga lacolpa de lauantia Doue nomina Papa Adnano nato digenoua deconti dilauagna NEIhora che non può ilcalor diurno intepidir più ilfreddo delaluna umtro da terra otalordafaturno Quaado igeomanti lor magico? fortuna ueggion nelboriente innanzi aialba furger perula che pocco lefta bruna Mi uenne infogno una fernina balba ne Iioccbi guertra et foiira pie diftorta conleman monche et dicolore fcialba Io lamiraua et cornei fol comforta Iefredde membra cbelanodfce agraua cbofi lofguardo mia lefacea feorta Lalingna pofeia et tutta ladrizzaua impocca dora et lofmarrito uolto comamor uuol cofi lecoloraua Poi cbellauea il parlar coli difciolto comiciaua ac cantar fi ebe compena dalei aurei mio intento riuolto [p. 46r modifica]I fon cantaua iTon dolce fercna chemarinari inmezzo mar difmago tanto fon dipiacer a fentir piena I uol fi ulixe delTuo cammin uago al canto mio et qualmeco faufa rado femparte h tutto lappago Ancor nonera fua bacca ricbuifa epa n duna donna parue Tanta et preda lunghetti? me perfar conlei comfufa 0 Virgilio uirgilio cbie quefta.^ fieramente dicea et eluenia conlioccbi fitti pur inquel bonefta La:tra prendeua et dinanzi lapriua fcnc’cndo idrappi et monftrafamiluentre cpel mi fucilo colpuzzo cbemifcia 1 uol fi Iiocbi albuon maeftro et mentre uocitromcCc diceffi furgi et uieni trouiam la porte pcrlaqual tu entre Su mileuai et tuttieran già pieni delalto di igiron del Tacro monte et andauam col Tol nouo alereni Seguendo lui portaualamia fronte come colui che la dipenfier carea cbeFadiTe unmezzo arco diponte Quando udì ucmte ejui fiuarca parlar inmodo Toaue et benigno qual nonfifente inquefta morta Ima rea Coniali aperte ebe parean dicigno uoITean Tu colui ebe Ti parlonnc tra due pareti del duro macigno [p. 46v modifica]/VofTc le penne poi et uentiionne qui lu<gt affermando effer beati cauran diconfolar lanime donne Cbeai ebe pur inuer laterra guati s* laguida mia incomincio adirmi poco amendui dalangel formontati tfyenfù; Et io contanta fofpeccion fairmi nouella uifion cafe mipiega fi cbio non polTò dii penfar partirmi Vederti diife quel antica rtrega ebe fola foura noi o mai fi piagne uederti come Ibuom dalei fi f lega Balliti et batti a terra lecalcagne lioccbi riuolgi allogoro che gira lorege etterno conlerote magne Quale ilfalcon ebe prima a pie fimira indi fiuolge algrido et li protende perlodifio delpafto ebe la iltira Tal mifecio et tal quando fi fende la roccia perdar uia acbiua fufo nandai infin ouelcerbiar fi prende Comio nelquinto giro fui difebuifo uidi gentejD reiTo che piangea giaccendo a terra tutta uolta ingiufo Adbefit pauimento anima mea fenti dir lor confi alti fofpiri ebe laporola apena fmtendea O elecili didio licui foffiri et iuilitia et fperanza famen duri drizzate noi uerfo lialfci faliri [p. 47r modifica]Seuoi uenite dalgiaeer ficuri et uolete trouar lama più torto le uoftre decctre fien Tempre difuori CoG prego il poeta et Ti rifpofto paro dinanzi a noi nefu perchio nelparlarauifcu laltro nafeofto Et uolTi Itocebi alioecbi alfignOr mio onde gli mafenti conlieto cenno ciò cbecbiedea lauifta deldifio Poi cbio potei dime far amiofenno traiTemi foura quella creatura lecui parole pria notar mifenno Dicendo Tpirto incui pianger matura quel Tanca Iqual ad io tornar non puolfi To ila nnpocco perme tua maggior cura Chi forti et pcrcbeuolti auete idoifi al fu midi et feuoo cbi timpetri cofa dila ond'O uiuendomoBi Et egli ame perche mortri di retri riuolgai eiel affé faprai:ma prima feias quodego Cum fui fucceffor petri Intra fiertri et cbiaueri Caciima una fiumani bella et delfuo nome Iotito’l del mio Cangile fu Tua ama Vnmefe ©poco più prouaio come pefal granmanto aebidal fangol guarda che piu/maCembra tutte laltre Tome Lamia conuerfione ome futarda macomiofatto fui roman paftore cofi TeoperQ lauita btrgarda [p. 47v modifica]Nidi che li noft faquetaual core ne più falir potcafi in quella uifca perche diquefta àme facceÌTa amore Fina quel punto mifera'partita dadio anima fui del tutto auara ^ et come uedi qui nefon-punita Quel cauaritia fa qui fidichiaria impurgation delanime conuerfe et nulla pena almontee piuamara Si come ! occhio noftro non fi aderfe inalto filTo alle cofe terrene co fi ìurtitia qui aterra ìlmerfe fr f Come aureitia fpenfc ciafcun bene lonortro amore onde operar perdtfi co fi ìuflitia qui ftretti netene Ne piedi et nelemani legati et prefi et quanto fia piacer dellalto fire tanto ftaremo inmobili et fofpefi Io mera inginocbiato et uolea dire ma comio cominciai et elfaccorfe folo afcoltando delmio riuerire Qual cagion dilTe ingui cofi totorfe.-' et io al lui peruoftra dignitate mia con fetenza dentro mirimorfe Dfizzalegambe Ieuati fu frate ripuofe nonerrarebeferuo fono teco et conlialtri aduna potevate Se mai quel lanto euangelico fono che dicitneque nubent intenderti ben può ueder perebio cofi ragiono [p. 48r modifica]Vattene o mai nonuo che più tarrefti cbelatua flantia mio pregar difagia colqual maturo cbio ebe tu dicefli Nepote oio dilacanomc alagia buona dafe purcbelanóftra cafa non faccia lei pcrexemplo maluagia Et quefla fola dila merimafa CANTO XX • Tradia delfopra detto girone etdellafopra detta colpa delauaritia COntra miglor uoler uoler malpugna onde contrai piacer mio perpiaccrli traifi dellaccjua non fatia lafpirgna Moffimi elduca mio fimoife perii luoghi fpediti pur longo broccia come fiua per muro ilretto amerli Cbelagente ebe fonde agoccia agoccia perlioccbi ilmalcbc tuttolmondo occupa dalaltra parte infuor tutto faproccia AAaladetta fietu antica lupa ebe più ebe tutte laltre beflié ai preda perlatua fame fanza fine cupa Ociel nel cui giurar par cbeifi creda lecondition dicjuagui trafmutarri quando uerra percui quefla difceda Noi andauam coipalfi lenti et fcarfi et io stento alomobra cbio lentia pietofamente pianger lagnarfi Et peruentura udì dolce maria dinanzi anoi cbimar cofi nelpianto come fa donna ebem parturir fia [p. 48v modifica]Et fcguitar pouera Folli tanto quanto ufder fi può per quel bofpitio doue Pponefb lituo portato Canto Seguentemente int^fj obuon fabritio compouerta uoleftìanzi turtute che granriccbezza poiTeder cornuti© 'Quelle parole meran lì piacuite cbimitraH i oltre perauer contezza diquello Ipirto onde paran uenute EiCo parlaua ancor delalargbezza ebe fece niccolo alepulcielle percondur adonor lor giouanezza O anima ebe tanto ben fauelle dimi cbi Forti diffio et per ebe fola tu querte degne lode rinouelle Non ria fmza merze la tua parola Gtorni a compier locamin corto diquella uita caltermine uola Et egli io tidiro non perconForto cbio attenda dila mia perche tanta grada inte luce pria cbefie morto Io Fui radice delamala pianta cbelaterra crirtiana tutta aduggia ficbebuon Frutto rado CeneCcbianta MaCe doagio lilla guanto obruggia ooteiTer torto neFana uendetta et io lacbeggio allui ebetutto guiggia Chiamato Fui dila ugociappetta dime fon nati ipbilippi et ilojTgi perebui nouellamente e Francia retta [p. 49r modifica]f'igltuol fu io dun beccaio dipariigi quando liregi antichi uenner meno tutti fuor cuno renduto ipianni bifgi Trouami ftretto nellemani ilfreno delgouerno delregno et tanta poiTa dinouo acquifto et fi damici ipieno Cbelacorona uedoua promoÌTa lateftadelmio figlio fu dalquale cominciar dicoftor le facrate offa Mentre chelagran dote proumzale alfangue mio nontolle lauergogna poco ualea mia pur non facea male Licomincio conforza et comenzogna la fua rapina et pofeia peramenda ponti et normandia prele et guafeogna Carlo uenne inytalia et peruicenda uittima fe dicurradino et poi ripinfe alciel thomafo peramenda Tempo «eggio nonmolto dopo ancoi chetragge unaltro charlo fuor difrancia perfar conofcer meglio et fe et fuoi Senzarme nefee et folo con la lancia conlaqual gioftro giuda et quella penta fi cafiorenza fa feoppiar lapancia Quindi non terra ma peccato et onta guadagnera perfe tanto più graue quanto più lieue fimildanno conta Laltro chegia ufci prefo dinaue ueggio uender fua figlia et pattegiarne come fanno icorfari delaltre fchiaue [p. 49v modifica]O auaritia che può tu più farne poi cailfangue mio ate fi tratto che non ficura delapropria carne Perche mcn paiaalmal futuro elfatto ueggio t naiagna intrar la fior dalifo et neluicario uro cafto effer capto Veggiolo unaltra uolta effer deriFo ueggio rinouellar laceto cifele et tràuiui ladroni efFer ancifo Veggio ilnouo pilato fi crudele che ciò nolfatia ma Tanza dicreto portar nel tempio Iecupide uele O Fegnor mio quando Faro iolieto aueder lauendetta che naFcoFa Fa dolce lira tua nel tuo Fecreto Ciò chio dicea diquel unica fpofa dello Fpirito Tanto et chetti Fece uerFo me uolger peralcuna chioTa Tauto e ripofto a tutte noftre prece quantol di dura ma cornei Tannotta contrario Tuon prendemo inquella ucce Noi repitian pigmalion allotta cui traditore ladro et patricida fece lauogla Tua del loro ghiotta Et IamiTeria dellauaro mida che Tegui ala Tua dimandagorda perlaqual Tempre conuien cheifi rida DelFolle acam ciaTcun poi Tiricorda come furo leTpogle Ti che lira di XoTue qui par cancor Iamorda [p. 50r modifica]1 ndi accufiam colmarito zaffira ' lodiamo icalci cbcbbc eliodoro et in infamia tuttol mondo gira Polineftor candfe poIidoro ultima mente cifigrida craifo _ dilei cbelfai diche faporc e loro Talor parla Iunalto et laltro baffo fecondo lafedion cadir afprona or a maggior et or a minor paifo P ero calbencbel di cifiragiona dianzi nonera io folo maqui dipreiTo nonalzaua lauoce altra perfona Noi erauam partiti già daeifo et brigauam difouerchiar laftrada tanto guantai poder nera pcrrpeifo Qnandio fenti come cofa che cada tremar looionte onde miprefe ungielo c:ual prender Tuoi colui camorte uada Certo nonfi feotea fi forte deio , pria cbelatona inlei faceffe ilnido apartorir Iidue occhi delcieio Poi comi ncio datutte pa rtii (grido *»»* .1 tal che maeflro inuer dime fi feo dicendo non dubbiar mentrio tiguido Gloria inexcelfis tutti deo y,«*« dicean perquel chio dauicin comprefi onde intender Iogrido fi poteo Noi ftauamo inmobili et ibipefi come ipaftor che pria udir quel canto fin cbel tremar ceffo et io ilcomprefi [p. 50v modifica]Pei repiglamo noftro camin Tanto guardando lombre cbcg»accan per terra tornate già infulufato pianto Nulla ignoranza mai contanta guerra mife defideràndo difapere fclamemoria mia incio nonerra Quanta pariemi allor penfando auere rw- ma perlafretta domandar eraofo ne perme fi potea cofa uedere Cofi mandaua timido et pcnfoTo CANTO-XXI-Tra&a delfopradidfco quinto girone doue fi punifee et purga lap dida colpa delauaritia et lacolpa dela^iga litade doue truoua ftatio pceta tbolo fano LAfete naturai che mai non fatia fe non conlacqua onde lafeminetti fanmaritana domando lagratia /Vlftrauaglaua et pungiemi la fretta perlàpacciata uia dietro almio duca et conduciemi alagiufta uendetta Et ecco fi come neferiue luca che crifto apparue adue eberano inuia già furtó fuor delafe pulcral buca Ciaparue un ombra et dietro anoi uenia dalpie guardando la turba chegiace neciadèmo dilei fi parlo pria Dicendo frati mei dio uidea pace noi ciuolgemo fubiti et uirgilio rende lui ilccnno cbeaccio fi comface [p. 51r modifica]Poi comincio nelbcato concilio ti ponga impacc laucrace corte cbcmmirilega neletterno exilio Cerne dilfegliiet parte andauam Forte Fe uoi Fiete ombre ebedio Fu non degni cbiua perleFua Fcala tanto Fcorte s* Eldo&or mio Fetu riguardi a Fegni ebe quefti porta et ebe langel profila ben uedrai cbecoibuoni couien ebe regni /Via percolei ebedi et notte fila non liauea tratta ancor laconoccbia ebe clcto impone aciafcun et compila Lanima Fua ebe tua et mia ferocbia uenendo Fu non potea uenir Fola pero calnoftro modo nona docbia Ondio fui tratto fuor deiampia gola dinferno per monftrali et mofterroli oltre quanto 1 potrà menar miapcola Ma dimmi fetu Fai perche tai crolli die dianzil monte et perche tutto aduna parue gradir infino a Tuo pie molli Simidie dimandando perlacuna delmio di Fio che pur conlaFperanza Fece lamie Fete men digiuna Quei comincio co Fa none che fanza ordine Tenta lareligione delamontagna ocheTia fuor dufanza Libero e qui daogni alteratione diquel cbectcl dafe in Te riceue efTer cipuote et non daltra cagione [p. 51v modifica]Perche non pioggia non grandine nonneuc non rugiada non brina più fucade -ir non lafcaletta dftre gradi breue Nuuole fpeiTejion paion nerade ne corrugarla figlia ditbamante cbedila cangia fouenti contrade Secco uapòrnon furgepiuauante col fommo ditre gradi cbio parlai dona iluicario dipietro lepiante Trema forfè più giù poco oalfai maperuento ebenterra finafconcfe nonfo come quaffu non tremo mai Tremaci quando alcuna anima monda fentifi li che furga oche fi moua per falir fu et tal grido feconda Della monditia foluer fi faproua che tutto libero amutar conuento lalma for prende et diuoler legioua Prima uuol ben manonlafcial talento che diuina iuftitia contra uoglia come fualpeccar ponaltormento Et io che fon giaciuto aquefta doglia cinquecentanni et più pur mo fendi libera uolunta dimiglior foglia Pero (entifti il tremoto et lipii [piriti perlomonte render lode acquei fignor che torto fu linuii Co fi nediffe et ,po chelfgode tanto del ber quante grande lalete non Caperei dir quanteni fece prode [p. 52r modifica]Elfauio duca ornai ueggio laretc che qui uim pigia et come Gfcalppia et perche citrema et diche congaudete Ora chi fofti piacciati chio fappia et perche tanti fecoli giaciuto qui fe nelle parole tue micappia Nel tempo chelbuon tito conlaiuto del fammo rege uendico lefora Ondufcil fangue pergiuda uenduto Colnome che più dura et più honora era io dila rifpuofe quello fpirito famofo affai manonconfede ancora Tanto fu dolce mio uocale fpirto che tolofano afe mitraife roma doue mertai letempie ornar dimirto Statio lagente ancor dila minoma cantai dithebe et poi deigrande accbille ma caddi inuia conlafcconda foma Almio ardor fuor feme lefauille chemifcaldardeladiuina fiamma onde fono allumati piudimille Deleneyda dico laqual mamma fummi et fummi notrice poetando fanzeffa nonfer mai pefo didramma Et pereÌfer uiuuto dili quando uiffe uirgilio affentirei un fole più che nondeggio almio ufeir dibando Volfe uirgilio a me quefte parole conuifo cbetacendo diffe taci p** manonuuol tutto Iauirtu cheuole [p. 52v modifica]Oberilo et pianto fon tanto fogliaci alapaffion dacheciaTcun TiTpicca ebemen feguon uoler ncipiu ueraci Fo pur Torri(i et comclbuom camicca perche lombra Htacqueet riguardommi neliocbi ouel Tembiante più Tificca Et Te tanto labore imbene aTommi dnTe perche latua faccia terteTo.'0 unlampeggiar diriTo dimoftrommi OrTomo duna et daltra parte preTo Iuno miTa tacer laltro Tcongiirra cbio dica ondio ToTpiro et Tono intefo Dalmio maeftro.et nonauer paura midice diparlar maparla et digli enei che dimandi concotanta cura Ondio forTe ebetu timarauigli antico fpirto delrider cbio fei mapiu damiration uo cbettipigli Quefti cheguida inalto glocchi mei e quel uirgilio dalqual tu toglerti Forte acantar deglibuomini et didei Se cagion altra almio rider crederti IaTciala pernonuera eifer et credi quelle parole che dilui dicerti Già Tmcbinaua adabracciar lipiedi almio dottore ma elli diÌfe frate non Tar che tu Te ombra et ombra uedi Et ci Furgendoforpoi laquantitate comprender delamor cate mifcalda quanto diTmento noftra uanitate [p. 53r modifica]Trattando lombra come cofa falda:- CANTO XXII • Tra&a dellaqualita delfexto girone doue fipunifce et purga la/ colpa delagola et qui narra {latto fua purga tione et fua conuerfione dclacriftiana fede- 01a era langiel dietro anoi rimafo langel cbenauea uolti alfcxto giro auendomi daluifo uncolpo rato Et quei canno aiullitia lor difiro detti ausa n beati et lcfue uoci confitio fanzaltro ciò forniro Et io più lieue che perlai tre foci mandaua fi cbe fanzalcun labore feguiua infu iifpiriti ueloci Quando Virgilio comincioramore accerb daùirtu fempraltro accefe pur cbelafiamma fua parefie fore Onde dallora cbe tranoi difcefe nellimbo delinferno iuuenale cbelatua aifedlion mife pale fé Mia benuoglenza inuerfo te fuquale più flrinfe mai dànonuifla perfona fi cor miparran corte quelle fcale Ma dimmi et come amico miperdon* fé troppa ficurta malargar freno et come amico ornai meco ragiona Come poteo trouar dentral tu feno.'° luogo auaritia tracotanto fenno/J diquanto pertua cura folli pieno [p. 53v modifica]Qucfte parola flatio muouerfenno unpoco ari Co pria pofcia rifpofe ogne tuo dir damorne caro cenno Veramente più uolte appaion cofe che danno adubitar falfa matera pcrlcuere ragion ebefon nafeofe Latua domanda tuo creder mauera effer chi foife auaro inlaltra uita forfè perquel cerchio douio era Or fappie cauaritia fu partita tutta dame et quefta difmifura miglaia dilunari anno punita Et Te nonfoÌfe chio drizzai mia cura quandio intefi ladoue tu chiame crucciato quafi alhumana natura Perche nonreggi tu ofacra fame s* delhoro lappctito demortali uoltando fentirei ’.egioftre grame Allor maccorfi ebetroppo aprir Iati potean Icmani afpcndere et pentemi co fi diquel come deglaltri mali Quanti rifurgeran coicrini feemi per ignoranza che diquefta pecca toglel penter uiuendo et neliftremi Et fappi cbelacolpa cherimbecca perdritta oppofition alcun peccato conmcÌTo in Geme qui fuó uerde fecca Pero fi fon traquella gente Rato che piange lauaritia perpurgarmi perlocontrario fuo me incontrato [p. 54r modifica]Or quando tu contarti lecrude armi deladoppia iurtitia diioccarta ^ diÌTel cantor debuccolici carmi Pcrqucl cbelicreo tcco litarta nonpar cbetifaceÌTi ancor fedele Iafcde fanza qual ben far nonbafta Se cori e qual fole oquai candele s* tLrtenebraron fi ebetu drizzarti pofeia diretro alpefeator leuele Et egli allui tu prima minuiarti uerfo parnafo aber nellefue grotte et poi appreffo idio maluminarti Faccrti come quei ebeua dinotte ebe porta il lume dietro et fe non gioua ma dopo fe faleperionc dotte Quando decerti fecol firinóna torna iurtitia elprimo tempo bumano et progenie feende daciel noua Peite poeta fui perte crirtiano ma perebe ueggi me ciò cbio defegno accolorare rtendero Iamano Gì i crai mondo tutto quanto pregno delauera credenza feminata perlimclTaggi delctemo regno Et laparola tua fopra toccata fi confonaua ainuoui predicanti cndio auifitarli feci ufata Vennermi poi parendo tanto fanti che quando domitiano liperfeguette fanza mio lagrimar noufur lor pianti [p. 54v modifica]Et mentre chetila perme fiftette io Iifonuenni et ilor dritti coftumi fer difp regia r ame tuttaltre fette Ho Et pria cbio conducete igreciafiumi ditbebe poetando ebbio baptefmo ma perpau'ra cbiufo criftian fumi Lungamente moftrando paganefmo et quella tepidezza alquarto cerchio cerchiar mife più calquarto centefmo Tu dunque cheleuato ail coperchio chemafcondca quanto bene io dico mentre cbedcifalire auen fouerebio Dimmi oue terrenzo uoflro antico arnvi® cecilio p!auto et uarro felofai dimmi fefon dampnati etinqual uico Coftoro et perfio et io et altri aliai rifpuofe ìlduca mia fian conquelgreco cbelemufe lattar più caltro mai Neiprimo cinghio delcarcere cieco fpeiTe fiate ragioniam delmonte J)Al&ivf^ru'trici'fp calemitrie noflre fempre feco Euripide ue nofeo et antifonte fimonide agantone et altri piue greci ebegia dilauro ornar ilfronte Qui ut fiueggion dellegenti tue antigbone dcypbile et argia et yfmene fi trilla come fue V edefi quella ebemoftro langia eui lafigtia ditirefia et teti et conle fetóre fuc deidamia [p. 55r modifica]Taceuanfi ambenduc già ipoetè dinouo attenti et riguardando intorno libero dalfaiire et dapareti Et già lequattrO ancelle eran delgiorno rimafe adietro et laquinta eraltemo drizzando pure infulardente corno Quandol mio duca icredo caloftremo ledextre (palle uolger ancouegna girandolmonte come far folemo Cafi lufanza fu linoflrft infegna et prèndcmo laaian comen fofpetto perlaiTentir diquel anima degna Elli giuan dinanzi et io foletto diretro et afcoltaua ilor fcrmoni che apoctar midauano intelletto Ma tofìo ruppe ledolci ragioni unalber che trouammo inmezza ftrada compcmi adodorar foaui et buoni Et come abete inalto fidigrada diramo inramo cofiquello ingiuTo credio perche per fona fu nonuada Dilato ondel cammin noftro era chiufo cadea da’altra roccia unliquor chiaro et fifpandea perlefoglie fufo Lidue poeti alalber fappreffaro et una uoce perentro lefronde grido diquefto cibo aurete caro Poi diffe più penfaua maria onde foiTer lenozze orreuoli et intere che allafiia bocca cor pcruoi rifponde [p. 55v modifica]Et leromane antiche perlor bere contente furon dacqua et daniello difpregio cibo et acquifto fauere LoTccol primo quanto oro fu bello fe Tauorofe confarne legbiande et nettare conlcte ogne rufcello Meleìocufte furon leuiuande ebenodriro ìlbaptifta neldiferto percbelli e gloriofo et tanto grande Quanto perlouangelio neaperto:- CANTO XXIII*tratta delfupraditto girone e dequella medefima colpa delagola Et ifgrida contra ledonne fioretine et doue troua Forefe dedonati djfirenze colquale molto parla:- L A Entre cbelioccbi .plafronda uerde |/1 ficca uà io ficome far fuole A I- cbidietro aluccellin fua uita perde Lopiu ebe padre midicea figluole uicnne ornai cbeltempo ebene pofto più utilmente compartir fiuuole I uolfiluifo elpaffo nonmen totto appreffo ifaui che parlauan fie ebe laudar miracean dinullo cotto Et ecco pianger et cantar fudie labia mea domine permodo tal cbediletto et doglia parturie Odolce padre ebee quel cbi odo ? comminciaio et egli ombre ebeuanno forfè ddor douer foluendo ilnodo [p. 56r modifica]Siccome peregrin penfofi Fanno giugnendo percammin gente nonnota cheiriuolgono adeffa et non reftanno Co Fi dirctro a noi più toflo mota uencndo et trapalando ciammiraua danime turba tacita et deuota Neglioccbi era ciaFcuna obFcura ctcaua palida nellaFaccia et tanto Fcema cbedalloifa lapelle FinFormaua Non credo cbecoii abuccia Fcema creFito FofFc FiFatto Fecco •/ erìfv*^ perdiguinar quando più nebbe tema Io dicea Frame fleffo penfando ecco lagente che perdeo ierufalemme quando maria nelFiglio die dibecco Parea loccbiaia anella Fanza gemme cbi neluiFo, degli buomini legge homo benauria quiui conoFciuto lemme Cbicrederebbe cbelodor dunpomo. ** FigouernaiTe generando brama et quel dunque'nonfapendo ebomo Già cran inamirar cbeFi liaffama perlacagion ancor nonmaniFefta dilor magrezza et dilor trilla Fquama Et ecco dal profondo delatcfla » uolFe ame hocchi unobra et guardo uifo poi grido Forte qual gratia me quella -7VLti nonlaurei riconoFciuto aluiFo ma nellaFaccia fua mifu palefe ciò cbelafpetto infe auea conquifo [p. 56v modifica]Qi! erta fa trilla tutto miraccefe mia confcienza allacangiata labbia et rauifai la faccia diforefe Denon contender ailafciutta fcabbia ebemmi fcolora pregaua lapelle ne adifetto dicarne cbio abbia Ma dimmil ucr dite diebi fonquelle due anime ebe la tifanno feorta non rimaner cbefcu non mifauelle La faccia tua cbio lagrimai già morta mida dipianger mo nonminor doglia rifpuofio lui ueggendola fi torta Pero midi perdio ebeti uifpoglia s* nonmi far dir mentrio mimarauiglio cbemalpuo dir cbie pien daltra uoglia Et egli ame deieterno configlio cade uirtu nelacqua et nellapianta rimafa indietro ondio fimafottiglio Tutta efta gente che piangendo tanta perfeguitar lagola oltre mifura infame enfete qui fi tifa fanta Diberc et dimangiai; naccende cura lodor ebefee delpomo et delofpàzzò ebefi diftende fu perfua uerdura Et non pur una uolta quefto fpazzo girando firimfrefca noftra pena idico pena et douria dir follazzo Che quella uoglia alialberi amena ebemeno crifto lieto adire beli quando nellibero conia fua ucna [p. 57r modifica]Et io allui forefedaquel nelqual mutarti mondolimiglior uita cinque anni non fon uolti infin aqui Se prima fu lapoffainte finita dipeccar più cbefoueniffe lora del buon dolor ebeadto uirimarita Come fetu quaTu uénuto ancorai io ticredea trOuar quagiu difetto laoue tenia pertema firiftora Ondegli ame fitorto macondotto aber lodolcc affenso demartiri lanella mia confuo pianger dirotto Confuoi priegbi diuoti et confofpiri tratto ma %llacorta oue fafpetta et liberato ma deglialtri giri Tanto e adio più cara et più diletta lauedouella mia che tanto amai quanto imbene operar e più Toletta Cbelabarbafgia difardigna affai neliefemine fucepiu pudica cbelabarbafgia douio lalafciai Odolce padre ebe uttò tu cbidica tempo futuro me già nclcofpetto cui nonfara quéftòra molto antica Nelqual Tara impergamo interdetto alleifacciate donne fiorentine landar mortrando conlepoppe ilpetto Quai barbare far mai quai faracine cui bifognaffe perfarlir coperte ofpirità’i oaltrc difcipline [p. 57v modifica]/Via ile Ile fuergo'^nate foÌfer certe dicio cbelciel ueloce loro amanna già perurlar aurien leboccbe aperte Che felantiueder qui nominganna prima fier trifte cbeleguance impeli colui ebemo ficonfola connanna Defrate orfa ebe più nonmiticieli uedi ebe nonpurio maquefta gente tutta rimira ladouel fol ueli Percbio aliui fetu reduci amente qual fotti meco et qualio teco fui ancor fia graue ilmemorar prefente Diquella uita mitolfe coftui ebemiua innanzi Ialtrier quando tòda uifimoRiro lafuora dicolui Et fol moftrai et coftui perlaprofonda no&e menato ma diueri. morti conquefta uera carne cbelfecunda Indi man tratto fu lifuoi comforti falendo et riguardando lamontagna ebedrizza noi cbelmondo fece torti Tanto dice di-farmi fua compagna cbio faro ladoue fia beatrice quiui conuien ebe fanza lui rimagna Virgilio e quefli cbecofi midice et aditalo et queflaltro et quel ombra percui fcoiTc dianzi ogni pendice Louoflro regno ebedaffe lafgombra:- CANTO XXIIII • Tratta delfupra [p. 58r modifica]ditto Tcito girone et diquelli cbefipurgano delapreditta colpa delagola- Et pdicefi qui alcunecofe aduenirè della citta lucbana:. NE ldir landar nelandar luipiu lento facea meragionando andauan forte ficome naue pinta dabuon uento Et lombre che parean cofe rimorte perlefolTe delioccbi ammiratione traeuam dime dimio uiuer acorte Et io continuando almio fermone diffi ella fenua fu forle et più tarda cbenonfarebbe peraltrui cagione Ma dimmi fé tu fai doue piccarda dimmi fiueggio danotar perfona tra quella gente ebe fi minguarda Lamia forella ebe trabella et buona non fo qual foffe più triunpbar lieta nelalto olimpo già difua corona Si dilfe pria et poi qui nonftuieta dinominar ciafcun da ebe fimunta noflra fembianza uia perladieta Quefti-.et moflro coldito e bonagiunta bonagiunta dalucca et quella faccia dila dalui più cbelaltra e trapunta Ebbe Iafanta cbiefa inlefue braccia daltorfo fue et purga perdigiuno languille dibolfena et laeurnaccia Molti altri minomo aduno aduno et delnomar parean tutti contenti fi cbio pero nonuidi unatto bruno [p. 58v modifica]/ ^ Vidi perfame auóto ufcir lidcnti ubaldin dallapila et Bonifatio che pafturo colrocco molte genti Vidi metter marcbeTe ebebbe fpatio già dibcre aForli commen Teccbezza et fifu tal cbenonfi Tenti fatio AAa come fa cbiguarda et poi faprezza più duncbelaltro fc io aquel dalucca «br' ebe più parca dime ueder contezza El mormoraua et nonTo ebe gentucca Tenti uà io laouel fcntia lapiaga delaiuftitia cbeTi lipilucca O anima diÌTio ebe par ftuaga diparlar meco fa ficbio tintenda et te et me coltuo parlar appaga Femina e nata et nonporta ancor benda comincio elli ebetifara piacere lamia citta come ebubom lanprenda Ta tenandrai conquefto antiuedere fendmio mormorar prenderti errore diebiareranti ancor lecoTc uere iVU di Tiueggio cjui colui cbeTore/-' traffe lenoue rime incominciando donne cauete intelletto damore Et ió allui io inTonun ebe quando • r ■ ** ! i amor milpira noto et quelmoH/? ebeditta dentro uo figniFicaado O frate iffa ueggio diftegli ilnodo cbelnotaro et guitto ne et me ritenne d'qua dildolce rtilo ¡ltiouo chiodo [p. 59r modifica]1 ueggto ben come leuoflre penne d iretro aldittator fenuanno flrette ebe delle noftre certo nonauenne Et quale anguardar piuoltre fimette nonuede più daluno alaltro ftilo et quafi contentato fitacette Come liaugelli cbeucrnan lungol nilo alcuna uolta nelaere fanno fcbiera poi uólan più infretta et uanno infilo CoQ tutta lagente che li era uolgendoluifo rafretto fuo paffo et permagrezza et peruolar leggera Et comelbuom ebe ditrottar e laifo lafciandar licompagni et fipaifeggia fin cbeifiiFoga lalÌolardelcalTo Si Ufcio trapaffar lafanta greggia forefe et dietro meco fenueniua dicendo quando fie cbitiriueggia Nonfo rifpuofio lui quando miuiua nn già nOnfia iltornar mio tanto tòftó chi nonfia coluoler prima allariua Pero cbelloCo u fui auiuer poflo digiorno ingiorno più diben fifpolpa et atrifla ruina par aifpollo Orua diffegli ebe quei ebe più nacolpa ueggfolo acoda duna beilia tratto inuer laualle oue mai nonfi fcolpa Labe ili a aogni patto ua più ratto crefcendò fempre fin cbella ilperquote et lafcial corpo uilmente diifatto [p. 59v modifica]Nonanno molto àuolger quelle ruote et drizzo lioccbi alciel che te fia chiaro ciò chclmio dir più dichiarar nonpuote Tu tirimani ornai cbel tempo e caro inquefto regno fi chio perdo troppo uenendo teco fiapparo apparo Qual elee alcuna uolta digaloppo locbaualier difebiera che cbaualcbi et ua perFarfi bonor delprimo intoppo Tal fiparti danoi comaggior ualcbi et io rimati inuia coneRo idue _ che fuor deimondo figran marifcalcbi Et quando inanzi anoi intrato fue che Iiócchi fuoi miei fi fero allui feguaci come lamente aleparole Tue Paruermi rami grauidi et uiuaci dunaltro pomo nonmolto lontani pcreifcr pur allóra uolto inlaci Vidi gente fotteffo alzar Iemani et gridar nonio ebeuerfo Iefronde quafi bramofi fantolini et uani Cbepregano elpregato nonrifponde rmperfar elfcr lauoglia bene acuta tiene altolor difio et noi nafeonde Poi fiparti ficome ricreduta et noi uenimo aigrande arbore adeifo ^ chetanti priegbi et lagrime rifiuta TrapafTate oltre fanza farui preffo legno e più fu chefu morfo daeua et quella pianta tileuo daeifo [p. 60r modifica]Si tra le fra Tebe nonfo cbediceua perche Virgilio et ftatio et io riftretti oltre andauam dallato cbelTileua R-icordiui dicea demaladetti ne nuuoli formati cbefatolli tbefeo conbapter coidoppi petti Et delli bebrei calber fimoftrar molli perche nonliebbe gedeon compagni quando inuer madian diftefe ¿colli Si acofUti alun dedue compagni paffamo udendo colpe delagola feguite già dami feri guadagni Poi ralargati perlaflradafola ben ntille paffi et più aportàr oltre contemplando ciafeun fanza parola Che andate penfando fi uoi foltre j* fubita uoce udiifrondio mifcoÌfi come fan beftie fpauentate et poltre Drizzai latefta perueder cbifoffi et giama nonfiuidero infornace uetri ometalli filucenti orofTì Comio uidi un chedicea fa uoi piace montar infuqui ficonuien daruolta quinci fiua cbiuuol andar perpace Lafpetto fuo mauca Iauifta tolta perchio mtuoi fi dietro amie dottori comhuom ebeua fecodo cbelli afcolta Et quale anuntiatrice delialbori laura disaggio muouefi et olezza tutta impregnata dalerba et dafiori [p. 60v modifica]Talmifenti unUento dar permezza Ufronte et benfenti muouer lapiuma ebefe fendr dambrofialorezza Et Tenti dir beati cui alluma tanto digratia cbelamor deUuRo nelpetto lor troppo difir nonfuma Exuricndo Tempre quanto giuRo:- CANTO XXV- Tratta delefenza del feptimo girone doue fipuniTce lacolpa del peccato cotra natura uelbermaFrodito Totto iluitio dellaluxuria-Et prima tratta alquato delpredicente purgamento degbiotti doue Ratio fae una diRintione fopra la natura bu mana:- OR. a era ondel falirnòuolea Rorpio cbel Tol auea ilcercbio dimerigge lafciato altauro e lanotte alofcorpio Perche comelbuom ebenon Tafigge mauaffi allauia Tua cbecbelli appaia Te dibifogno Rimolo iltrafigge Cofi entramo noi periacallia uno inanzi altro prendendo lafcala che percrertezza ilfa'itor difpaia Et quale ilcicognin cbeleua lala peruoglia diuolar et non fatenta dabandonar lonido et giù lacala Talcra io conuoglia accef* et fpenta didomandar uenendo infin alatto ebefa colui ebeadicer fargomenta [p. 61r modifica]Non laicio perlandar cbcfofTe ratto lodolcc padre mio madiffe fcocca la reo dddir cbeinfino alferro aitratto A llor ficu ramente apri la bocca et cominciai come fipuo far magro r'- ladoue luopo dinudrir non tocca Se tamentaifi come me leagro ficonfumo alconfumar dun ftizzo nonfora ditte ate quello fiagro Et fé penfaÌTi come aluoftro guizzo guizza dètro allofpeccbio uoflra image ciò ebe par duro aparrebbe uh: zo Ma perche dentro atuo uoler tadage ecco qui flacio et io lui chiamo et prego cbelfta orfanator delletue piage Se laueiuca eterna lidi (lego rifpuofe flatio laoue tu fie discolpi mr nònpotertio far negò Poi comincio Tele parole mie figlio lamente tua guarda et riceue lume ti fiero alcome ebetu die Sangue perfecilo ebe poi non fi beue dalafetatc ueneet firimane quafi alimento ebe dimenfa leue Prcndo^ietcore atutei membra bumane uirtute informatiua come quello ebe afa-fi quello perleuene uane A ncor digeilo flende oue più bello tacer che dire et quindi pofcia geme fouralcrui fanguc inaturaluafello [p. 61v modifica]I ui [accoglie limo et laltro infemme lun difpofto apatire et laltro afare perlopcrfetto loco onde fipreme Et giuntò lui comincia adoperare coagulando prima et poi auiua ciò che perfua matera fe coftare Lanima fatta allauirtute adiua qual duna pianta intanto differente cbequefte inuia et quel e già arriua Tanto oura poi chegia Timone et fente come fungo marino et indi imprende adorganar lepore ónde Temente Orfifpiega Tigluol orTidiftende lauirtu chedal quor delgenerante doue natura atutte membra intende /Via come danimal disegna infante nonuedi tu ancor qucrte talpunto chepiu fauio dite fe già errante Si che perfua dodi ina fe difgiunto dalanima ilpoffibil intelletto per che dallui nonuide organo aifumto Apri lauerita cheuenc alpetto et Tappi chef torto come alphe irò larticular delcerebro e perTetto Lomotor primo allui Tiuolge lieto Toura tantarte dinatura et Tptra Tpirito nouo diuirtu repleto Che ciò che troua adiuo quiui tira in Tua Tubrtantia et fafft unalma fola cbeuiue et Tente et fe mie rigira [p. 62r modifica]Et perche meno amiri laparola guardai calor delfol cheTifa uino giunto alomor cbedellauite cola ¿^Quando laebefi nonan più delino foluefi dallacarne et inuirtute neporta feco et lumino eldiumo Laltre potenze tutte qua fi mute memoria intelligenza et uolontade inatto molto più che prima agute Sanza redatTi perle fteffa cade mirabilmente aluna deleriue quiui conofce prima lefue rtrade Torto che loco li lacèrto Tenue lauirtu formatiua raggia intorno coTi et quanto nellemembra uiuc Et come laere quando e ben piorno perlaltrui raggio ebenfe Tiriilette didiuerTi colori diuenta adorno CoTi laere uicm quiui Timette inquella forma ebe inlui fuggella tnrtualmente alalma ebe riflette Et Timiglante poi allafiammella ebe Tegue il foco laouunque Gmuta fegue allofpirito Tuo Torma noueila Pero cbsquindi a poTaa Tua paruta e chiamata ombra et quindi organa poi ciaTcun fentire ìmfino allaueduta Quindi parliamo et quindi ridiam noi quindi Faccian lelagrime et ToTpiri clie perlomonte auer Tentiti puoi [p. 62v modifica]Secondo che ¿affiggono idi Cri et lialtri effetti lombra fiifigura et quefta e lacagion diebs tu miri Et già uenuto alultima tortura fera pernoi et uolti alaman dextra etereuamo atenti adaltra cura Quiui laripa fiamma imfuor baleftra eclacornice fpira fiato infufo ebe larifleda et uia dallei fequeftra Onde ire neconuenia dallato febiufo airno auno et io tenea ilfoco quinci quindi temea cader giufo Loduca mio dicea perquefto loco fiuuol tener alioccbi ftrettol freno pero eberrar potrebbefi perpoco Summc deus clementie nel Ceno aigrande ardor allora udì cantando ebe d iuolger mife caler nonmeno Et uidi Tpiriti perlafiamma andando perebi guardaua loro et amie paffi compartendo lauifta aquando aquando A ppreflo ilfine ebe aquel ynno fafli gridauan alto uirum noncognofco indi nncominciaua Imno balli Finitolo anebe gridauano albofco fitenne diana et elice caccionne ebediuenere auea Tentito iltofco Indi alcantar tornauan indi donne gridauano imariti ebefuron cadi come uirtute et matrimonio imponne [p. 63r modifica]Et quello modo credo cbelorbafti pertuttol tempo cbel fuoco liabrufcia cotal cura coauicn concota parti Coelapiaga dafezzo firicufcia CANTO XXiVI • Oue Tratta diqcfel medefimo giróe-Et delpurgamèto depdetti peccatori luxuriofi- doue noia meifer guido guinizelli daboibgnia et molti altri M Elitre cbefi perlorlo uno innazaltro C^ndauamo et fpeifo ìlbuon maeftro dicendo guarda giouà cbio tifcaltro Eeriamil fole infu Iomero deflro cbe già raggiàdo tutto 1occidente mutaua ilbianco afpetto dicilertro Et io facea conlombra più dolente parer Iafamma et pur atanto inditio uidio moltombre andando ponermente Quella fu Iacagion cbe diede initio loro aparlar dime et cominciarli adir colui non par corpo fidlitio Poi uerfo me quanto potean farli certo fi fero fempre con riguardo dinonufar doue nonfolfer arfi O tu cbe uai non pereifer più tardo ma forfè reuerente alialtri dopo ri [pondi ame cbenfete et infoco ardo Non folo ame Iatua rifpofta e uopo cbe tutti querti nanno maggior fete cbe dacqua fredda indo oetbiopo [p. 63v modifica]f Dinne come che fai dice parete.^ al fole come fetu nonfoifi ancora dimorte intrato dentro dalarete Simmi parlaua undeffe et io mifora già manifefto fio non foifi attefo adaltra nouita caparfe allora Che perlomezzo dclcammin accefo uenne gente coluifo incontra quefta laqual mifece arimiiar fofpefo Liueg^io dogai parte farfi pretta ciafcun ombra et bafeiarfi ana conana fanza reftar contente abreue feda Cofi perentro lorofebiera bruna famufa luna conlaltra formica forfè adefpiar loruia et lorfortuna Tofto ebe parton laccoglenza amica prima cbel primo palio litrafeorra fopra gridar ciafcun a fa fatica La nuoua gente feddoma et gomorra et laltra nelauacca entra pafife per cbeltorello dafua luxuria corra Poi come gru calemontagne rife uolaffer parte et parte inuerlarene quefto delgielo quelle del fole febife Luna gente fenua laltra fenuene et tornam lagrimando aprimi canti et algridar che più lor ficonuene Et raccoflarfi ame come dauanti effi medefmi ebemaueua pregato attenti adafcoltar neilor fembianti [p. 64r modifica]Io che due uofte auea uifto forgiato inéominciai o anime ficure dauer quando cbeifia dipace flato Non fon rimafe acerbe ne mature lemembra mie dila mafon qui meco colfague fuo et conle fue giunture Quinci fu uo per non effer più cieco donna e dii opra ebenaquifta gratia per cbel mortai per uofiro mondo reco /Via Tela uoflra maggior uoglia fatia toflo diuegna fi cbel ciel ualberghi che pien damore et più ampio fi patio Dite mi accio che anebor carte neuergbi chi fiete uoi et cbie quella turbai che fene ua diretro auoflri terghi r* Non altrimenti flupido fi turba lomontanaro et rimirando ammuta quando rozzo et faluatico in Te inurba Che ciafcun ombra fece infua paruta ma poi che furon diflupore fcarcbs loqual nelialti cuor torto fimuta Beato te che delenoflre marche ricomincio colei che pria minchiefe permorir meglio fperienza imbarche Lagente che non uien connoi oifefe dicio perche già cefare triumfando regina contra fe chiamar fintefe Pero fe parton foddoma gridando rimprouerando afe cornai udito . L et aiutàn alarfura uergognando [p. 64v modifica]Moftro peccato fu bermafrodito ma perche non feruamo bumana legge fequendo come beftie lappetito Inobrobrio dinoi pernoi fi legge quando partinci ilnome dicolei cbe fimbeifcio nelembeftiate fcbegge Or fai noftri atti et diche fummo rei fe forfè anome uuoi faper chi femo _ tempo nome didire et non faprei Farotti ben dime uolere feemo fon Guido guinizzelli et già mi purgo per ben dolermi prima caloftremo Quali nelatriftitia diligurgo fi fer due figli ariueder lamadre tal mi faccio ma non airanto infurgo Quandicdo nomar fe fteffe ilpadre mio et deglialtri miei miglior ebemai rime damor ufar dolci et leggiadre Et fanza udir et dir penfofo andai lunga fiata rimirando lui ne perlo focbo inla più ma preffai Puoi cbe diriguardar pafeiuto fui tutto mofferfi pronto alfuo feruigio conlaffermar cbe fa creder altrui Et elli ame tu lafci tal ueftigio perquel cbi odo inme et tanto chiaro cbe letbe noi può torre ne far bigio /Via fe letue parole or uergiuraro dimmi che e cagion per cbe dimoftri neldir et nelguardar auermi caro [p. 65r modifica]Et io allui lidolci detti trofei che quanto durerà luto moderno faranno caro ancora iloro incoftri 0 frate diÌfe quefto cbio ticerno coldito et adito unfpirto inanzi fu miglior fabro dclparlar materno Verfi damore et grò le dirammazi fouerebio tuttìlafcia dirliftolti che quel dilemofi c redon cauauzi Auocepiu caluer drizzanliuolti et con ferman Tuo oppinione pria ebearte oragion perlorfafcolti Cofi fer molti antichi digiuttone digrido ingrido pur lui dando pregio fin cbella iunto iluer compiu perfonc Orfetu ai fi ampio priuilegio ebe licito tifia andare alcbioftro nel qual e crifto abbate delcollegio Falli perme undir dun pater noftro quanto bi fogna anoi diquefto mondo douer poter peccar none più nofeo Poi forfè perdar luogo àllui fecondo •/. ebe preffo auea difparue perlofocbo come perlacqua ilpefce andando alfondo 1 mifeci almoftrato inanzi unpoco et diffi cbèl fuo nome almio difire appareccbiaua gratiofo loco Elcomincio liberamente addire tam mabellis ueftrecortes deman cbieuus nonpuos ueuoil auofcobrire [p. 65v modifica]lem funt arri alt cbeplor et uai cantari. confitos uei lafpattada folor euaue gianfen loior cbefper denan Arauus preti peracbella ualor cbeuufgaida al fon dolefcalina fouegna uos adtempfdema dolor Poi fa (cote nelfocbo cbegliaffma CANTO • XXVII - otre Tratta duna uifione che apparue infogno alautore • Et come peruennouo alafommitade delmonte- Et entrano nelparadifo terreftro Chiamato paradifo delitiarum :• SI come quando et primi raggi uibra ladouelfuo fattor lofangue fparfe cadendojbero fotto laltra libra Et londe ingange da nona riarfe fiftaual fole ondel giron fengiua ^ come langel didio lieto ciapparle Fuor dflafiamma fhua infu: lariua eteantauan beati mundo corde inuoce affai più che lanoftra uiua Pofcia più nonfiua fepria non morde anime fante ilfoco intrate inetto etalcantardila nonfiate forde Cidiff’e come noi lifumo pretto perchio diuenni tal quando Iontefi quale colui cbenelafoHTa e metto In tir lemani conmette miprefi guardando Ifoco et imaginando forte bumani corpi già ueduti accefi [p. 66r modifica]V oi ferii uerfo me lebirone feorte et uirgilio midiiTe figliol mio qui puoteifer tormento manon morte Ricorditi, ricorditi et feio foureifo gerion tiguidai faluo cbe faro ora pretto più adio S3 Credi percerto cbe fe dentro alaluo diquefta fiamma fteffi ben milIanni nonti potrebbefar dun capei caluo Et fetu forfè Credi cbio teganni fatti uerlei et fatti far credenza conletue mani allembo detuo aipanni Pongiu ornai pongiu ogni temenza uolgitinqua et uieni entra ficuro et io pur fermo et contra confcienza Quando minide ftar purfermo et duro turbato unpoco diffe oruedi figlio tra beatrice et te e quefto muro Come alnome ditifbe aperfel ciglio pirramo in fu Iamorte et riguardolla allor cbelgelfo diuento uermiglio Cofi lamia durezza fatta folla miuolfe alfauio duca udendo clnome cbenlamente fèmpre mirampolla Ondei crollo lafronte et diifercome f* uolenci ftar diqua.indi forti fe cornai fanciul fi fa ebeiunto al pomo Poi dentro al foco inanzi mifimife pregando ftatio ebeueniffe retro cbe pria perlunga ftrada cidiuife [p. 66v modifica]Comio fui dentro innunbogliente uetro gittato mi Farei perrinfriFcarmi tantera iuiloncendio Fanza metro Lodolce padre mio perQomPortarmi purdibeatrice ragionando andaua dicendo liocbi Puoi già ueder partni Guidauaci una uoce che cantaua dila et noi atenti pur allei uenimo Fuor laoue Fimontaua V enite benedetti patris mei Fono dentro aunlume cbe li era tal cbe miuinFe et guardar non potei Lo Poi Fenua Fogiunie et uien la Fera nonuareftate maftudiate ilpaiTo mentre cbe [occidente nonci anera Dritta Paliua lauia perentrol FaÌTo uerFo tal parte cbitogleua iraggi dinanzi ame del Poi cbera già baifo Et dipocbi Fcaglion leuamo iiàggi cbe Poi cercar perlombra cbefu FpenFe Fentimo dietro et io limiei Faggi Et prima cbentutte leFue partiimenFe Folfe orizonte nato dun appetto et no&a auefPe tutte Fue difpenFe CiaFcun di noi dungrado Fece letto cbe flanatura delmonte ciaFranfc lapoiFa delFalir più eldiletto Qjjali Fiftanno ruminando manFe lecapre Rate rapide et proterue Paura lecime aitante cbeFien pranFe [p. 67r modifica]tacite alombra mentre cbelfol fcrue guardate dalpaftor cbenfulauerga poggiato Te et lor poggiato ferire Et quale ilmandrian che fuor alberga lungol pecuglio Tuo queto pernotta guardando perche fiera non lofperga Tali erauamo tutti et tre allotta io come capra et ei come paftori fafciati tutti quindi dalagrctta Poco parea li del di difuori <*A ma perquel poco uedea io leftelle dilor folere et più chiare et maggiori Si ruminando et fimirandoinquelle miprefe ilfonno ìlfonno che fouente anzi cbelfatto fra fa Ienouelle Nelora credo che nelloriente prima raggio nelmonte citberea che difoco damor par fempre ardente Giouane et bella infogno miparea donna ueder andar peruna landa coglendo fiori et cantando dicea Sappi qualunque ilmio nome dimanda chimifon lia et uo mouendo intorno lebelle mani afarmi unagbirlanda Per piacermi alofpecbio più madorno V-kf ma mia fuora racchel mai non fi fmaga dal fuo miraglio et fiede tutto giorno ' Ella e defuo beìliochi uederuago comio delladornarmi colemani lei Iouedere et me lornare apaga [p. 67v modifica]Et già perlifplendori ante lucani che tanto aperegrin furgon più grati quanto tornando albergan men lontaui Le tenebre fuggiam datutti lati elfonno mio coneiTe ondio lettami ueggendo et gratta maeftri già leuati Quel dolce perno cbe per tanti rami cercando ua lacura demortali oggi porrà in parte letue fami Virgilio inuerfo me quefle cotali parole ufo et mai non furo ftrenne cbe foifer dipiacer aquelle iguali Tanto uoler fepra uoler miuenne dilefler fu che adogni paÌfo poi aiuolo mifentia crefcer Iepenne Come lafcala tutta fotto noi fu corfa et funmo fulgrado fuperno in mrficco airgilio liocchi fuoi Et diffe iltemporal foco et letterno ueduto ai Figlio et fe uenuto in parte douio più oltre per me non difeern© Tratto to qui coningegno et conarte lotuo piacer ornai prendi perduce fuor fe deierte uie fuor fe delarte Vedi cbefole infronte tinluce uedi lerbetta ifiori et liarbufcelli cbe quella terra fol dafe produce /Vlentre cbe uegna lieti liocchi belli che lagrimando a te uenir mifenno feder tipuoi et puoi andar traelli [p. 68r modifica]Non appettar mio dir piti nemio cenno libero dritto et Pano e tuo arbitrio et Fallo Fora non Fare aFuo (enno Per cbio te Fopra te corono et mitrio CANTOX XV III • Cerne Iauita a&iua diftmgue alautorc Ianatura delFiume dilctbe Ilqual trouoe nelditto paradiFo oue multo dimoftra delaFelicitade et del peccato daaamo et del modo et ordie de decto giróe VAgo già dicercar dentro et dintorno ladiuina Forefta PpeiTa et uiua calioccbi tempcraua ilnouo giorno Sanza più aFpettar laFciailariua prendendo lacampagna lento lento Fu per loFuol ebe dogni parte auliua Vnaura dolce Fanza mutamento auere inFe mi Feria perlaFronte non di più colpo che Foaue uentó Per cuilefronde tremo landò pronte tutte quante piegauano alaparte oue laprima ombra gitta ilFanto monte Non pero dalloro eÌFer dritto Fparte tanto ebe Iiangelleti per licime laPciaiTcr doperar ognilor arte /Via compiena letitia lore prime cantando riceuieno intra lefogle ebe tenean bordone aleFue rime T al qual diramo inramo Firaccogle perla pinetta inFullito decbiaFi quando eolo fcilocco fuordiFciogle [p. 68v modifica]Già mauien traFportato ilenti pafTì dentro alaFelua antica tanto cbio non potea riueder ondio mintrafFi Et ecco più andar mitolfe un rio ebenuer Fimftra con Tuo picciolonde piegatta lerba eben Tua riuaufeio Tutte laeque ebe fon diqua più monde paneno auere infe miftura alcuna uerfo diquella che nulla nafeonde A uegna ebe iìmoua bruna bruna fotto lombra perpetua che mai raggiar non lafcia iui fole neluna Coipie riftretti et conliocbi paÌTai dila dalFràmicel°peramirare la gran u.iriation diFreFcbi mai Ella maparue ficcomclli appare Fubitamente coFa ebe dina per marauiglia tuttaltro penFare V na donna Tolctti cbeFFi già cantando et Fceglendo FiordaFiore onderà pinta tutta la Fua uia De bella donna caraggi damore tiTcaldi Fino creder aFembianti che FoglionoeÌFer teftimon delcore Vegnati inuogla ditrarreti auanti diiTio allei uerFo quefta riuera tanto chi pofFa intender quel cbecanti Tu miFai rimenbrar doue et qualera proFerpina neltempo ebe perdette lamadre lei et ella pnmauera [p. 69r modifica]Come fiuolge conlepiante ftrette a terra et intra fe donna chcballi «piede inanzi piede apena mette Voi Fe'in fu uermigli et mfu gialli fioretti uerFo me non altrimenti cbe uergine cbe lioccbi bouefli aualli Et fece ipriegbi miei eiTer contenti fi aprelfando fe cbeldolce fono uenia ame cofuoi intendimenti Torto cbefui ladoue lerbe fono bagnate già dalonde deibei fiume dileuar lioccbi fuoi mifece dono Ne credo cbe fplendefTe tinto lume Fotto Iicigla auenere trifitta dalfiglio tutto fuordiFuo coftume Ella ridea dalaltra riua dritta -hwtmtraendo più colori conlefue mani • cbe laltra terra fanza feme gitta Tre paffi cifacea ilfiume lontani rmelefponto Iaoue lipaÌTo Ferie ancora frene atutti orgogli bumani Più odio daleandro nonFoferfe per mareggiare intra fefto et babido cbe quel dame percalior non fa perfe Voi Cete nuoui et forfè per cbio rido comincio ella inqueflo luogo eletto albumana natura per fuo nido Marauigiglando tienui alcun foipetto maluce rende ilfalmo deledafti cbe puote difnebbiar uoftrontellet&o [p. 59v modifica]Et tu cbefe dinanzi et mi pregarti difaltro uuoli udir chi uenni prefta adognt tua queihon tanto cbebaftì Lacqua diiTio elfuon delaforefta mipugna dentro ame nouella fede dico fa cbio udì contraria qusfta Ondella io dicero come procede per fua cagion ciò camirar ttface et purgherò lanebbia cbetti fiede Lo fommo ben che foto eifo afe piace fe lbuom bono et bene kjaefto loco diede perarra lui etterna pace Perfua difalta qui dimoro poco per fua difalta inpianto et inaffanno cambio bonefto rifo et dolce gioco Per chei turbar che fotto dafe fanno la exaltation delacqua et delaterra che quanto pofton dietro alcalor uanno Albomo non faceffe alcuna guerra quefto monte Palio uerfo ciel tanto et liberonne daindi oue fiferra Or per che incircuito tutto quanto laere fiuolge conlaprima uolta Pe nongle rotto ilcercbio dalcun canto In queftaltezza che tutte difciolta ne laere uiuo tal mot© perquote et fa fonar lafelua per che folta Et lapercoffa pianta tanto puote che dellafua uirtute laura inpregna et quella poi girando intorno fcuote [p. 70r modifica]Et aialtra terra fecondo cbedogna per fe et per fuo del concepe et figla didiwerfe uirtu diuerfe legna Non parebbe dila poi marauigla udito quefto quandalcuna pianta fanza teme palefe uifa pigia Et faper dei cbelacampagna fanta oue tu fe dogni fementa e piena et frullo a infe cbedila non ficbianta Lacqua che credi non furge diuena cberiftoril uapor cbelgiel conuerta come fiume cafpetta et perde Iena /Viaefce difontana falda et certa che tanto dauoler didio riprende quantella uerfa dadue parte aperta Da quefta parte conuirtu difcende ebe togle altrui memoria delpeccato dalaltra dogni ben fatto Iarende Quinci letbe cofi dalaltro Iato et unoe ficbiama et non adopra fequinci et quindi pria none guflato A tutti altri Capori efto e difopra et auegna ebeaffai polla effer fatia lafete tua perebio più nontifeopra Darotti uncorellano ancor pergratia ne credo cbelmio dirtifia mencaro fe oltre promeffion teco fifpatia Quegli ebe anticamentepoetaro leta deloro et Tuo ftato felice forfè inparnafo efto loco fegnaro [p. 70v modifica]Qui fu inoéente lbumana radice qui primauera Tempre et ogni frutto nedare e queffco diche ciafcun dice ImiriuolG aretro allora tutto a miei poeti et uidi cbe conrifo udito auean lultimo conftrutto Poi alabella donna torna iluifo CANTO - XXVIIII . Tratta Come lautore Contattato ficonduole deua et come wide lifepte doni dello fpinto fando et xpo et laceleftiale corte informa dicerte figure CAntando come donna inamorata , • continuo colfin difue parole beati quorum teda fu nt peccata Ec come nimpbe cbefi giuan fole per lefaluaticbe ombre defiando qual diueder qual difuggir lofole Allor fimoffe contrai fiume andando fuperlanua et io pari dilei picciol palfo cómpicciol feguitando Noneran cento tra fuo paffi et mici quando leripe igualmente dieruolta permodo calcuante mirendei Ne ancor fu co fi noftra uia molta quando Iadonna tutta ame fitorfe dicendo frate mio guarda et afcolta Et ecco unluftro fubito trafcorfe da tutte parti perlagran forefta tal che dibalenar mimife imforfe [p. 71r modifica]Ma percbelbalenar come uicn retta et quel durando più et più fplendeua nel mio penfar difTio cbe cofa e quefta ? Et liao melodia dolce correua per laura Iuminofa onde buon zelo mife reprender lardimento deua Cbe laoue ubidio laterra elcielo femina fola pur tette formata non foiferfe dittar fottalcun uelo SottoIqual fe deuota foife ttata aurei quell fine ffabili delitie fentite prima et più lunga fiata IVÌcntrio mandaua tratante primitie deletterno piacer tutto fofpKo et difiofo ancor apiu letitie Dinanzi anoi tal quale infoco accefo cofi felaere fotto uerdi rami eldolce fuonpercanti era già inteib O facre fante uergini fe fami freddi ouiglie mai peruoi foferfi cagion mi fprona cbio merze niebiami Or conuien cbe elicona perme uerfi et urama ma aiuti colfuo coro forti cofe apenfar metter inuerfi Poco più oltre fette alberi doro falfaua nelparer inlungo tratto deimezzo laterra ancor tranoi et loro v ■ Et quando fui fi preffo dilor fatto cbe lobbieo comun cbelfenfo inganna non perdea perdiftantia alcun fuatto [p. 71v modifica]Lauirtu caragion difcorfo amanna fr come! li cran candelabri acceie et nelleuoci delcantare ofanna D i Copra dameggia era ribello arnefe più chiaro affai cheluna perfereno dimezza notte nclfuo mezzo mefe i miriuolfi damiration pieno albuon uirgilio et elio mirifpofe conuifta carca dittupor non meno indi rendei Iafpetto Ialtre cofe cheiTimouean contra noi fitardi che foran uiate drìnouelle fpofe Madonna mjfgrido per che pur ardi s* fi nel afpetto deleuiue luci et ciò cheuien diretro allor non guardi Genti uidio allor comalor duci uenir apreflo ueftite dibianco et tal candor diqua giamai non Fuci Lacqua inprendea dalfiniftro franto et re(ideami lamia fimttra corta fi riguarclaua inlei come fpecchio anco Quando dalamia riua ebbi tal porta che folo el fiume mifacea dittante peruedermegloaipaiTi diedi fotta Et iridi lefiammelleandar dauante Ìafcrando dietro afe laeie dipunto £ estratti pennelli auean fembiante Si che difopra rimanea diftinto di fette Iitte tutte inquei colori onde filarco il fole et delia ilcinto [p. 72r modifica]Quefti oftendali indietro eran maggiori che lamia uifla et quanto amio auifo dieee pafTì diftauan quei diFori Sotto coFi bel del comio diuifo uentiquattro fignori adue adue coronati uenian difìor dalifo Tutti cantauan benedica tue nelle Figle dadamo et benedetto' Fieno inetterno Iebellezze tue PoFcia cbe Fiori ec laltre FreFcbe erbette arimpetto dime dalaltra Fponda libere Fuor daquelli genti elette Si come luce luce inciel Feconda uenner appretto Ior quattro animali coronati ciaFcun diuerde Fronda O gnuno era pennuto diFei ali lepenne piene doccbi et lioccbi dargò Fe FoiFer uiui Farebber cotali AdeFcriuer lorForma più non Fpargo rime lettor caltra FpeFa miftrigne tanto caqueftanon potto etter largo /Via leggi ezeccbiel cbele dipigne come leuide dalaFredda parte uenir conuento et con nube et conigne Et quali itrouerai n elle Tue carte tali eran quiui Faluo calepenne giouanni e meco et dallui Fi diparte LoFpazzo dentro allor quanto contenne uncarro in fu due rote triumpbale cbe alcollo dungriFon tirato uenne [p. 72v modifica]EfTo tendeaTu luna etlaltra ale tra Iamezzana et Ictre et tre lifte H cbenullo offendendo facea male Tanto faliuan cbe non eran uifte lemenbra doro auea quantera uccello et bianche laltre diuermiglio nufte Non cbe roma dicarco cofi bello rallegrale affrica no ouero augufto ma quel delfol faria pouer conello Quel delfol ebe fuiuando fu combufto perloration delaterra deuota quando fu gioue arcanamente guifto Tre donne ingiro daladextra rota uenier danzando luna tanto roffa cbe pena fora dentro alfoco nota Laltra come felecarni et offa foffero (late difmiraldo fatte laterza parea neue tefte moffa Et orparean dalabianca tratte or da la roffa et dalcanto diquefta laltre toglien landa* et tarde et ratte Dalafiniftra quattro facean fefta imporpora ueftite dietral modo duna dilor cauea tre ocebi intera Appreffo tuttol pertrattato nodo uidi due ueccbi inbabitu difpari ma pari inatto et coniftato fodo Lun fi moftraua alcun defamiliari diquel fommo Ipocrate cbe natura alianimali fe cbella più cari [p. 73r modifica]/Vloftraua laltro lacontraria cura conuna fpada lucida et acuta tal che diqua dalrio mife paura Poi mdi quattro inumille paruta et diretro da tutti unueccbio folo uenir dormendo conia faccia arguta Et quefti fette colprimaio ftuolo erano babituati madigigli dintorno alcapo non facean brolo Anzi dirofe et ¿altri fior uermigli giurato auria poco lontano afpetto cbe tutti arde (Ter difòpra dacigli Et quando ilcarro ame fu anmpetto un tuon fudio et qualle genti degne paruer auer landar più interdetto Fermandoti iui coloprime infegne CANTO • XXX • come beatrice a par ue adante • Et uirgilio illafcioe et lorecitare per Ialtra donna della inconftantia et difetto didante • Et qui lautore piange ifuoi difetti conuergogna compuntiua aVando ilfeptentrion delprimo cielo cbe neoccafo feppe mai ne orto ne daltra nebbia cbe dicolpa uelo 4^'Cbe facea li ciafcuno accorto difuo douer cornei più baffo face qual timon gira peruenire aporto [p. 73v modifica]Ferma Taffifle lagente uerace wenuta prima trai griffone et eflb al carro uolfe fecoma Tua pace Et undiloro qua fi daciel meffo ueni fponfa delibano cantando grido tre noi te et tutti lialtri appretto Quali beati alnouiÌTimo bando , furgeran pretti ogniun difua cauerna lariueftita uoce alleviando Cotali infu ladiuina batterna fi Icuan cento aduoce tanto fenis miniftri et mefTaggier diuita eterna Tutti dicean bene di&us qui uenis et fior gittando difopra et'dintorno mambus odate lilia pieni s I uidi già nelcominciar delgiorno laparte orientai tutta rofata et Ialtro eie 1 dibel ferenó adorno Et lafaccia delfol nafeer ombrata fi che per temperanza diuapori loccbio lofottenea lunga fiata Cofi dentro auna nuuola difori ebe dalamani angeliche fahua et ricadea ingiù dentro et difon Soura candido uelo cinta duliua donna maparue fotto uerde manto uettita dicolor difiamma uiua Et Iofpirito mio che già cotanto tempo era ttato che alafua prefenza non era dittupor tremando afranto [p. 74r modifica]Sanza^diliochi aucr più canofcenza peracculta uirtu che dallei moflTe dantico amor fcntio lagran potenza Torto che nellauifta mipercoiie laica uirtu che già mauea trafitto prima che fuor dipueritia folle Voi fimi alafiniftra conrifpitto colquale ilfantolin corre alamamma quando apaura oquandegle trafitto rxrdicer a uirgilio men che dramma difangue merimafa che non triemi conofcoifegni deiantica fiamma Ma uirgilio mauea lafciati feemi dife uirgilio doIciÌTimo padre uirgilio acui per miafaluce diemi Jve quantunque perdeo lantica madre ualfe aleguance ne&e dirugiada che lagrimando non tornaffer adre Dante per che uirgilio feneuada non pianger anco non pianger ancora che pianger ticonuien peraltra fpada Quali amira gl io che impoppa et improra uiene aueder lagente che miniftra perlialti legni et aben far Iincora Infu lafponda delcarro finirtra quando miuolfi alfuon delncme mio che neceffita qui firegirtra Vidi ladonna che pria mapario celata Cotto langelica nette foU ■/• drizzar liocchi uerme dila dalrid [p. 74v modifica]Tutto cbel uelo chele Tee ndea ditetta cerchiato dalafrorìte dimincrua non latciaÌTe parer lei mani fetta Regalmente nelatto ancor proterua continuo come colui che dice ilpiu caldo parlar dietro riferua Guardaci ben benfem benfem beatrice come deguatti dacceder almonte non fapei tu che qui elbuom felice /° Liocchi mi cadder giù nelcbiaro fonte maueggendomi meffo ìtraffi alerba tanta uergogna migrauo lafronte Cofi lamadre alfiglio par fuperba comella parue ame perche damaro fentil fapor delapietate acerba Ella fitacque et liangeli cantaro difubito inte domine fperaui ma oltre pedes meos non paifarò Si come neue traleuiue traui perlodolfoditalia ficongiela foffiata et firetta daliuenti febiaui Poi liquefatta infe fteffo trapela pur che hterra ebeperde ombra fpiri fi che par ^ocofonder lacandcla Cofi fuio fanza lagrime et fofpiri anzil cantar diquei che notan Tempre dietro alenotedellieterni giri. Ma poi cbentefi neledolce tempre ^ lor compartir ame pari che Te detto aueÌfer donna per che Tilottempre .^ [p. 75r modifica]Logici chimera intorno alquor nflretto fpirito et acqua feifi et conangoftia delabocca et deUoccbi ufei delpetto Ella pur ferma inCu ladextra cofcia dclcarro ftando allefuftanze pie uolfe lefue parole cofi pofcia V 01 uigiiate neleterno die fiche notte nefonno auoi non fura paffo che faccial fecol perfue uie Onde lamia rifpofta e compiu cura chemintendea colui cbedila piange perche fa colpa et duol duna mifura Non pur peroura dellerote magne che drizza ciafcun Teme adalcun fine fecondo cheleftelle fon compagne /Via perlarghezza digratie diuine chefi alti uapori anno allor pioua che noflre uifte lanonuan uicine Quedi fu tal nella fua uita noua uirtualmente cheogni habito dextro fatto aurebbe inlui mirabil proua /Vii tanto più maligno et più filueftro fifal terren colmai feme noncolto quantelli a più deibuon uigor tcrreftro Alcun tempo ilfoftenni colmio uolto moftrando Hocchi giouanetti allui mccol menaua indritta parte uolto Si tòfto come infu la foglia fui dimia feconda etade et mutai uita quefti fitolfe ame et dieÌfi altrui [p. 75v modifica]Qi;anclo dica me afpirito era falita et bellezza et uirtu crefciuta mera fu io aliai men cara et men gradita Et uolfe ipalTi fuoi peruia nonaera imagini diben feguendo falfe che nulla promi il ion rendono intera Nelimpetrare fpiration miualfe conlequali et infogno et altrimenti J>o Ioriuocai fipéro allui necalfe Tanto giù cadde cbetutti argomenti a Ila fatate fua eran già corti fuor chemoflrarli leperdute genti Perquefto uifitai lufcio demorti ec acolui chela quaflu condotto liprieghi miei piangendo furon porti Alto fatto didio farebbe rotto fe letbe fi paflaffe et tal uiuanda foife guftata fanzalcuno feotto Dipentimento chelagrime fpanda:- CANTO XXXI come beatrice ripndi Iautore delle comeife colpe et come Iadòna cheauanti apparue ilbagna: • OTu che fe dila dal fiume facro uolgendol fuo parlar ame perputa che pur pertaglio mera parato acro Ricomincio feguendo fanza cunta di di fequeflo e uero!atanta accufa tua comfeiTion conuieneder congiunta [p. 76r modifica]Era lamia uirtu tanta comFufa che lauoce fimoffe et pria fifpenfe che degliorgani Cuoi foÌTe difcbiulà Poco foferie poi diffe:cbepenfe f* rifpondi ame cbelememorie trifte inte nonfono ancor dalacqua offenfe Confufione et paura inficme mifte mipmfero untai fi fuor dellabocca alqual intender fur miftier leuiffce Come baleftro frange quando fcocca datroppa te fa la Tua corda et larco et comen fogbalafta ìlfegno tocca Sifcoppiaio foSeifo graue carco fuori fgorgando lagrime et fofpiri et lauoce allento perlofuo uarco Ondeila ame perentro imie difiri ebettimenauano adamar lobene dila dalqual none acbe fafpiri Quii foÌTe atrauerfate oquai catene trouafti perche delpaÌTar inanzi doueiTeti cofi fpogliar lafpene Et quali ageuolezze et quali auanzi nellafronte dellialtri fimoftraro perche doueffi lor paffeggiar anzi Dopolatracta dun fofpiro amaro appena ebbi lauoce che rifpofe et lelabbra affatica lafermaro Piangendo diffi leprefenti cofe coÌfalfo lor piacer uolfer mie palli toflo cbeluoftro uifo fmafcofe [p. 76v modifica]Et ella fe tacétTi ole negafTì ciò che comfelTt non fora men nota lacolpa tua datai giudice faffi /Via quando feoppia dela propia gota laccufa delpeccato innoftra corte riuolge fe contrai taglio larota Tutta uia perche mo uergogna porte del tuo errore et perche altra uolta udendo lefirene iie più forte Pongiu ilfeme del pianger et afcolta fi udirai conmen contraria parte tnouer douea te mia carne fepulta Mai nontaprefento natura oarte piacer quanto lebelle membra inchio rinchiufa fui et che fon terra fparte Et felfommo piacer fitifallio psrlamia morte qual cofa mortale douea poi trarre te nelfuo difio Benti doueui pedo primo flrale delle cofe fallaci leuar fufo di retro a me che non era più tale Monti douean grauar Iepenne ingiufo adafpettar più colpi opargoletta odaltra nouita co fi breue ufo Nuouo augelletto due otre afpetta ma dinanzi dagliocchi depennuti rete fifpiega indarno ofifactta Quali fanciulli uergognando muti conliocchi aterra ftannofi afcoltando et fé ricono feendo et ripentuti [p. 77r modifica]I al miftaua io et ella difTe quando perudir fe dolente alza labarba et prenderai più doglia riguardando Conmen direfiftenza fi dibarba robufto cerro ouero alnoftral uento ouero aquel dellaterra di iarba Cbi nonleuai alfuo comando ilmento et quando perlabarba iluifo cbiefe ben conobbi iluelen delargomento Et come lamia faccia fidiflefe pofarfi quelle prime creature _ dalloro aperfion loccbio comprefe Et lemie luci ancor poco fecure uider beatrice uolta infu lafera ebe fola una perfona indue nature Sottol fuo uelo et oltre lariuera uincer pariemi più fe fteffo antieba uincer cbelaltre quiquande^acera Dipcnter fimmi punfeiui lortieba che ditutte altre cofe qual mitorfe più nel fuo amor pici mifife nimieba Tanta riconofcenza ilcor mimorfe cbio caddi uinto et qualio allor femmi fai fi colei cbelacagion miporfe Poi quandol cor difuor uirtu rendemmi ladonna cbio auea trouata fola fopra me uidi et dicea tiemmi tiemmi Tratto mauea nel fiume infin agola et tirandofi me dietro fengiua fourelfo laequa lieue come ftola [p. 77v modifica]Quando fui pretto al labeata riua’ adfpergcs me fidolcementc udilfi cbenolio rimembrar non cbio loftriu» Labella donna nelle braccia apriffi. abracciommi latefta et me fonmerfe oue contenne cbio laequa ingbiottiifi Indi miuolfe et bagnato mofferfe dentro alladanza dellequattro belle et ciafcuna delbraccio micopreÌfc Noi fem qui nimpbe et nelciel femo flellcr pria cbe beatrice difcendeffe almondo fummo ordinate allei perfue ancelle /VLerrenti alioccbi Tuoi ma neliocondo lume ebe dentro agttzzerando ituoi lctre dila ebemiran più profondo CoK cantando cominciaro et poi alpetto dclgriffon feco menarmi oue beatrice ftaua uolta anoi Diifer fa cbeleuifte non rifparmi poflo tauem dinanzi allumerà Idi « onde amor ritraile lefue armi Mille difiri più cbefiamma caldi ftrinfermi lioccbi alioccbi rilucenti ebepur fopral griffon fiftauan Caldi Come lofpiccbio alfol nonaltrimenti ladoppia fiera dentro uiraggiaua orconaltri orconaltri reggimenti Penla lettor Ilo mimarauigliaua quando uedea Iacofa infe ftar cheta et nelydolo fuo fitrafmutaua [p. 78r modifica]Mentre che piena dirtupore et lieta lanima mia guftaua diquel cibo ebefatiando di fé di Te afeta Se dimoftrando delpiu alto tribo negliatti laltrc tre fifero auanti cantando allòro angelico cambo Volgi beatrice uolgi Hocchi Tanti era lafua canzone altuo fedele che peruederti amoffi paffi tanti Pergratia fa noi gratia cbediiuele allui labocca tua fi che difeerna lafeconda bellezza ebetu cele Oifplendor diurna luce etterna cbipalido fifece fotto lombra fidiparnafo obeue infua citerna Chenonpareife auer lamente ingombra trattando arender te qual tu parerti ladoue armonizzando ilciel ta ombra Quando nelaere aperto tifoluefti:- CANTO XXXUCoe beatrice coma doe allautore che ferina limiraculi che uide inquello luogo * Et come egli conle donne feguio ilearro etlaguglia percoli e ilcarroet una uolpe fuggio et della pudana et g‘gate TAnteran Hocchi miei fiTTi et acileti adiÌbramarfi ladecenne fetc che lialtri fenfi meran tutti fpenti Et effi quinci et quindi auean parete dinon caler cofi lofanto rifo affé trabeli conlanticba rete [p. 78v modifica]Quando perForèa mifu uoltol uiFo uer laFiniftra mia daquelle dee percbio udi dalloro untroppo FiFo Et ladiFpoFition cauedcr ce nelioccbi pur tefte dalFol percofFi Fanza lauifta alquanto efFer miFee ISA a poi calpoco iluiFo riFormofFi et dico alpoco perriFpetto almolto FenFibile onde aForza mirimoFli Vidi Folbraccio dextro eiTer riuolto loglorioFo exercito et tornarli col Fole et conle Fette Fiamme aluolto Come fotto lifcudi perialuarfi uolgeFi Fcbiera et Fe gira colFegno prima cbepofFa infe tutta mutarfi Quella militia delcelefte regno ebe precedea tutta trapaflonne pria cbcpiegafFe ilearro ilprimo legno I ndi allerote Fitornar ledonne elgriffon moÌTe ilbenedidlo carco Fi ebe poi nulla penna crollonne Labella donna cbemitralle aluarco et ftatio et io Feguitauam larota cbeFe lopbita Fua conminor arco Si palleggiando laltri Felua uota colpa diquella calferpentc crcFc tempraua ipaÌTi iinangeltca nota ForFe intre uoli tanto Fpatio preFe diserrata Faetta quanto erauamo limofFi quando beatrice FceFe [p. 79r modifica]Io Tenti mormorare atutti adamo poi cerchiata una pianta diTpoglata diToglie et daltra Fronda conTuo ramo Lachioma Tua chetando Fidi lata più quanto più e Tu Fora delindi neiboFchi lor peraltezza ammirata Beato Fe griFon che non diTcindi colbecco defto legno dolce alguito poTcia cbemalTitorTe iluentre quindi CoG dintorno ala!bore robufto gridando lialtri e lanimal binato Fi Fi conFerua il Teme dogni giufto Et uolto alterno che li auea tirato trattelo alpie delauedoua FraTca et quel dilei allei laTcio legato Come lenoftre piante quando caTca giulagran luce miTcbiata conquella eberaggia dietro alacelefte lafca Turgide FanTi et poi Fmnouella diTuo color ciaFcuna pria cbel Fole giunla IiFuol corFier Fottaltra ftella /Ven cbe diroFe et più cbe diuibuolc colore aprendo finoua lapianta cbe primauea le ramo ra G Tote Inonlontefi nequi nonTi canta lynno chequella gente allor cantaro nellanota fofferfi tutta quanta Si potetti ritrar coma Fonnaro liocchi Fpietati udendo diFiringa Hocchi acui pur uegghiar collo Fi caro [p. 79v modifica]Come pin&or che conexemplo pinga difegnerei comio ma dormentai ma qual uuol fia cbelafonnar ben finga Pero trafcorro aquando mifuegliai et dico cònfplendormifquarciol uelo delfonno et un cbiamar.furgi cbefai .«* Quale aueder defioretti delmeio ebe delfuo pome liangeli fa ghiotti et perpetue nozze fa nelcielo Pietro et giouanni et Iacopo condotti et giunti retorna ro a ila parola dalaqual furon maggior fonni rotti Et uidero feemata loro fcola co fi dimojfe come delya et elmaeftro fuo cangiata dola Tal tomaio et uidi quella pia foura me ftarfi che conducitrice fu drmie paffi longol fiume pria Et tutto indubbio di(Ti:oue beatrice ~ ondella uedi lei lotto la fronda noua afederfi infu lafua radice Vedi lacompagnia che lafeconda lialtri dopol griffon fenuanno fufo compiu dolce canzone et più profonda Et fepiu fu lofuo parlar di>fufo nonfo pero che già nelioccbi mera quella cadaltro intender mauea cbiufo Sola fedeafi in fu laterra uera come guardia lafciata li delplauflro cbelegar uidi allabiforma fera [p. 80r modifica]Incerchio lefacean dife clauftro le fette nimphe conquei lumi inmano chefon iìcurè daquilone etdauftro Qui ftarai tu poco tempo filuano et farai meco fan za fine due diquella torma onde crifto e romano Pero impro deimondo chcmal uiue alcarro tieni or liocchi et quel cheuedi ritornato dila fa chetlo ftriue Coft beatrice et io cbetutto apiedi defuoi comandamenti eracliuoto lamente et hocchi douella uolle diedi Non fcefe mai confi ueloce moto foco difpeiTa nube quando pioue daquel comfme che più a rimoto Comio uidi calar luccel digioue perlalder giù rompendo della fcorza nonché difiori et delle foglie noue Et ferio ilcarro contutta fua forza ondel piego come naue infortuna uinta daonda ordapioggia or daorza Pofcia uidi auentai'fi nelacuna deltriumpbal ueiculo una uolpe che dogm paflo buon parea digiuna /Vlariprendendo lei dilaide colpe ladonna mia lauolfe intanta futa quanta fofferfe loITa fanza polpe Pofcia perinde onderà pria uenuta laguglie uidi feendergiu nelarca delcarro et lafdar lei dife pennuta [p. 80v modifica]Et qual efce diquor cbeífi ramarcba tal uocc ufci delcielo et cotal difíe onauicella mia commal fe carca Poi parue ame cbellaterra fapriífe trambo lerote ct uidi ufeirne undarago ebe pcrlocarro ful acoda fiífe Et come uefpa cberitragge lago afe traendo lacoda maligna traífen delfondo etgiífen uago üago Quel eberinufe come digramigna uiuace terra dalapiuma oferta forfè conintention fana et benigna Siricoperfe et fune ricoperta luna et laltra rota eltemo intanto ebe più tiene unfofpir labocca aperta Tranirormatocofil dificio fanto mire fuor tette perleparti fue tre foural temo et una inciafcun canto Leprime eran cornute come bue malequattrò unfol corno auena «pfronte fimile innoftra iufta ancor nonfue Si cura qua fi rocca inalto monte feder foureffa una puttana fciolta ma parue conlecigla intorno pronte Et come perche nogli foffe tolta uidi dicotta dietro allei ungigante et badiauanfi infierne alcuna uolta Ma perche loccbio cupido et uagante xme riuolfe quel feroce drudo laflagello dalcapo in fin lepiante [p. 81r modifica]Poi difofpetto pieno et dira crudo difciolfei moftro et traile! perlafclua tanto cbel fol dilei mi fece feudo Allaputtana et allanuoua belua:- CANTO XXXIII.Et ultimo delia fecunda catica come beatrice dicbiaroe aiau: tore quelle co Ce ebe uide trattando et dimo Arando le future uendette et delainiuria nel predico carro delgriffone et infine ueduti li iiii.fiumi delparadifo efeono uerfol cielo- DEus uenerunt gentes alternando or tre or quattro dolce falmodia ledonne incominciaro et lagrimado Et beatrice fofpirofa et pia quelle afcoltaua fi fatta che poco più al’acroce ficambio maria JS/i poi cbelalcre uergini dier loco allei didir leuata dritta impe rifpuofe colorata come foco /Vlodicum et non uidebitis me et iterum forelle mie dilette modicum et uos uidebitis me Poi lefirmfe innanzi tutte et fette et dopo fé folo accennando motte me et ladonna elfauio che riflette Cofi fengiua et noncredo ebefotte lodecimo fuo pafTo interra potto quando conlioccbi lioccbi mipercofle [p. 81v modifica]■texo Et contranquillo afpetto uien più tofto midiiTc tanto che fio parlo teco adafcoltarmi tu fie ben difpofto Si comio fui comio douea feco diffemi frate perche nonti adenti.^ adomandarmi ornai uenendo teco «i Come color ebe troppo reuerenti dinanzi afuo maggior parlando fono ebenontraggon leuoci uiue aidenti Auennc ame ebefanza intero fono incominciai madonna mia bifogna uoi conofcete et ciò cadeifa e bono Et ella ame datema et dauergogna uoglio ebetu ornai tidifuiluppe fi ebe nonparli più come buom ebefogna Sappi cbel uafo cbelferpente ruppe fu et none macbi na colpa creda ebeuendetta didio nonteme fuppe Non fara tutto tempo fanza reda laquila ebe lafcio lepenne alcarro perche diuenne monftro et pofeia preda Cbio ueggio certamente et perol narro adarne tempo già delle propinque ficuro-dogni intoppo et dogni ibarro Nelqual uncinquecento diece et cinque meÌfo didio ancidera lafuia conquel gigante che conlei delinque Et forfè cbelamia narration buia qual temi et fpinge me ti perfuade perche allor modo lontelletto aciliiia [p. 82r modifica]ISA a tofto Pier li Fatti lenaiade cbeFalueranno queflo enigma Forte Fanza danno dipecore odibiade Tu nota et Ficome dame Fon porte coFi quelle parole inFegna auiui deluiuer che uncorrer allamorte Et aggi amente quando tu leFcriui dinoncelarqualai uifta lapianta ebe or due uolte dirubata quiui Qualunque ruba quella oquella Fcbianta combeFtemia diFado offende adio cbeFolo aluFo Tuo lacreo Tanta Permorder quella impena et indiTio cinquemila anni et più lanima prima bramo colui cbelmorFo in Te punio Dorme longegno tuo Tenon (lima perHngular cagion eÌFer eicelFa lei tanto et Fi trauolta nellacima Et Fe (lati nonFofFero acqua del Fa lipenFier uani intorno allatua mente elpiacer loro unpirramo allagelFa Per tante circumdantie Folamente laiuflitia didio nel interdetto conoTcerefle et lalbor moralmente /Via perebio «eggio te nel intelletto fatto depietra et impetrato cinto Fi ebe tabaglia illume dclmio detto Voglio anco et fenon Fcfipto abèn depito

  • cbel ti ne porti dentro ateperquello

ebe fi reca ilbordon dipalma cinto [p. 82v modifica]Et io ficome cera da [ugge Ilo che Iafigura impréfa non trafmuta fegnato e or dauoi ilmio cerne Ilo /Via perche tanto foura mia ueduta uoftra parola di Hata uola che più laperde quanto più fruita Perche conofcbi diife quella fchola Cai Teguitata et ueggi Tua do&rina come può feguitar lamia parola Et ueggi uoftra uia dala diurna diftar cotanto quanto fi difcorda daterral del che più alto fedina Ondio rifpuori lei non miricorda cbio fttamaÌfe me giammai dauoi ne onne confcienza che rimorda Et fe tu ricordar non tene puoi forridendo rifpuofe or ti ramenta come beuefti dilethe ancoi Et fe dal fummo focho fargomenta cotefta obliuion chiaro concbiude colpa nella tua uoglia altroue attenta Veramente oramai faranno nude lemie parole quanto conuerraÌTi quelle fcourire alatua iufta rude Et più conrufco et compiu lenti paffi teneual fole ilcercibo dimerige;ie che qua et la come liafpetti fafTi Quando faffifer ficome faffige chi ua dinanzi agente perifeortt fe truoua nouitade infue ueftigge [p. 83r modifica]Lefette donne alfìn dunombra [morta qual fotto foglie uerdi et rami negri foura fuoi freddi riui lalpe porta Dinanzi adeffe eufrates et tigri ueder mi parue ufcir duna fontana et quafi amici dipartirfi pigri O luce o gloria dclagente Humana cbe acqua e quella che qui fi dipiega r* daun principio et fe da fé lontana ,.r' Percotal priego detto mi fu priega matbelda chel ti dica et qui rifpuofe come fa chi dacolpa fi dillega La bella donna quello et altre cofe dette li fon permc et fon fteure cbelacqua dtletbe non lilnafcofe Et beatrice forfè maggior cura ebe fpeffe uolte lamemoria priua fatta lamente fua nellioccbi feura Ma uedi e uno e ebe ladenua menalo adeffa et come tu fe ufa latramortita fua uirtu rauiua Comanima gentil ebe non fa feufa ma fa fua uoglia delauoglia altrui tollo ebe e perfogno fuor d'fcbiuta Cofi puoi ebe daeffa jDrefo fui labella donna moffefi et aflatio donneftamente diife uien conlui Sio auiiTi lettor più longo fpatio daferiuere io pur canterei imparte lodolce ber cne mai non mauria fatio [p. 83v modifica]/Via perche piene Ton tutte lecarte ordite acjuefta cantica feconda non mi lafcia più gir lofren delarte Io retornai dalann&iiftma onda rifatto ficcome piante nouelle rinouellatc dmouella fronda Puro et difpofto afalire alleftelle SOLI DEO GLORIA :•