Istorie dello Stato di Urbino

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Vincenzo Maria Cimarelli

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O QUAE VIRTUTIS MELLA DEDISTIS APES
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ISTORIE


DELLO STATO DʼURBINO


DAʼ SENONI DETTA UMBRIA SENONIA
E DEʼ LOR GRAN FATTI IN ITALIA

DELLE CITTÀ,
E LUOCHI


CHE IN ESSA AL PRESENTE
SI TROVANO, DI QUELLE
CHE DISTRUTTE GIÀ FURONO FAMOSE

ET DI CORINALTO


CHE DALLE CENERI DI SUASA
HEBBE L’ORIGINE.

DI FRA VINCENZO M.A CIMARELLI
M. ET INQUISITORE DOMENI
CANO
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IN BRESCIA PER GLI HEREDI DI F. BARTHOLAMEO FONTANA 1642

Indice

  • Introduzione
  • Libro Primo
    Dell’Origine de’ Toscani, & delle loro habitationi in Italia.
    Come i Galli Celti passarono in Italia, debellarono i Toscani, & edificarono Milano.
    Come Belloveso occupò tutta la pianura d’Italia dall’Alpi sino all’Esino, e la divise trà di suoi.
    De i termini del Paese, che in Italia habitarono i Senoni, e delle singolari prerogative di esso, in rispetto al Cielo.
    De i Fiumi più famosi, che la Contrada inondano de’ Senoni.
    De i Monti Apennini, che furono per confini assegnati alla Regione de’ Senoni, che nell’Italia habitarono.
    De i Piani, e de’ Colli, che nel Paese de’ Senoni situati si trovano, & della loro fecondità, & bellezza.
    Della qualità, vita, e costumi de’ Senoni.
    Come i Galli Senoni condotti dal Rè Arunte, passarono la prima volta gli Apennini, assediarono Chiusi, & intimarono la guerra a’ Romani.
    Come i Galli Senoni sopra il fiume Allia sconfissero i Romani, e saccheggiarono Roma.
    Come i Galli Senoni, che scorrevano la Campagna, furono in Ardea tagliati a pezzi da Furio Camillo, il quale perciò Dittatore creato, cacciò gli altri, che assediavano il Campidoglio, e del tutto gli distrusse.
    Come i Galli Senoni , dopò che furono sconfitti nella via Gabina, cacciarono i Veneti, che molestavano il loro Paese, soggiogarono le altre nationi Galle, si confederarono con Dionisio, per conquistare l’Italia, furono di nuovo rotti da Camillo in Roma; e saccheggiarono il Territorio d’Alba.
    Come i Galli Senoni mentre i Romani occupati nelle guerre stavano contro i Tiburtini, due volte contro di Roma andarono: mà da romani ributtati vennero.
    Come i Galli Senoni di nuovo uscirono à travagliare i Latini, amici de’ Romani, da cui ricevettero due sconfitte.
    Come i Galli Senoni pacificatosi co’ Romani, travagliarono i Toschi, co’ quali poscia confederandosi, ruppero contro i medesimi Romani la Pace: di cui l’Essercito con la morte di Scipione suo Duce, sconfissero in Chiusi.
    Come i Romani fecero giornata contro i loro nemici ne i Campi Sentini, e per la morte di Publio Decio, che volontariamente al parer de’ Gentili s’offerse a gli Tartarei Dei, n’ottennero la vittoria.
    Come i Galli Senoni uscirono à’ danni de’ Toscani, sconfissero in Arezzo i Romani, da’ quali poi furono anch’essi sconfitti, e dal loro Paese scacciati, per haver violata la ragion delle genti.
    Come i Galli Senoni, che furono dal loro Paese scacciati, confederati con i Boij, e co’ Toscani contro i Romani pugnarono, e furono rotti.
    Come i Galli Senoni, che soggiornavano trà i Boij, vedendo come i loro campi antichi distribuivansi trà i Romani Soldati, mossero tutte le Nationi Galle, quelle anco di là da’ Monti, à pigliar l’armi per loro, contro i Romani medesimi, da quali furono tutte sconfitte.
    Della cagione, perche i Galli Senoni furono i più potenti popoli della Gallia Cisalpina, e più temuti in Italia.
  •  Libro Secondo 
    Di quelle Città, che nella Regione Senonia furono al tempo, che in Italia regnarono i Celti, i quali al presente in essere si conservano, E di quelle, che rovinate, mà poi rifatte, hora con altri nomi s’appellano.
    • Trattato Primo
      Dell’origine di Rimino, e suoi progressi per sino à questi nostri tempi.
      Della Città di Pesaro, e suoi accidenti, sino al presente.
      Di Fano Città della Fortuna.
      Di Sinigaglia, sito, edificatione, e progressi.
      Della Città di Fossambrone.
      Della Città d’Urbino Metropoli del suo Stato.
      Della Città di Cagli.
    •  Trattato Secondo 
      Di quelle Città nell’Umbria Senonia, che già ruinate, rifatte poi con altri nomi s’appellano.
      Della Città di Petino rovinata, e di Macerata del Monte Feltro di quelle rovine figliuola, e di alcuni altri luoghi dentro a quella Provincia situati.
      Della Città d’Aleria, già nella Massa Trabaria situata: d’alcuni altri luoghi principali, che in questa medesima Provincia contengonsi.
      Della Città di Iufico destrutta; e delle Terre, e Luoghi, che furono dalle rovine sue fondati.
      Della Città di Ostra, suoi progressi, e distruttione.
      Della Città di Suasa, origine, sito, grandezza, progressi, e destruttione.
      De’ Luoghi murati, che nell’Umbria Senonia al presente si trovano.
  •  Libro Terzo 
    Dell’origine, e successi di Corinalto, Terra Nobile nei Senoni & suoi Huomini Illustri.
    • Trattato Primo
      Dell’edificatione di Corinalto, suo sito, e grandezza.
      Del Territorio di Suasa, che possedè dal principio della sua edificatione la Terra di Corinalto, suo sito, qualità, e grandezza.
      Come Corinalto alla Sede Apostolica immediatamente soggetto habbia molti Privilegi di Libertà.
      Come Corinalto sia stato da diversi Tiranni signoreggiato.
      Come Corinalto fù preso à forza da Nicolò Boscareti, suo Cittadino, e da lui molti Anni tiranneggiato.
      Come cacciato Nicolò dalla Tirannide, Corinalto ritornò all’obedienza della Chiesa; dalla quale poi ribellandosi con Montenuovo, e Boscareto, furono arsi, e distrutti.
      Come Corinalto fù dalli suoi Cittadini riedificato, da i Malatesti per tirannide posseduto, munito, ed habitato: e come allargò i confini al suo Territorio.
      Come Corinalto liberandosi dalla Tirannide dei Malatesti, si pose sotto la protettione della Santa Sede, dalla quale fù diffeso, e favorito.
      Come in Corinalto fù posto un presidio di tre cento fanti, e da Francesco Sforza fù per tirannide preso, e posseduto.
      Come Corinalto da Francesco Sforza fù dato in dono ad Antonello Cattabriga, da cui fù aspramente tiranneggiato.
      Come in Corinalto habitò Bianca Maria, che fù Duchessa di Milano, e li Corinaltesi cacciando Cattabriga si liberarono dalla Tirannide.
      Come Corinalto ritrovandosi à guisa di Republica assoluta, si sottomise spontaneamente all’obedienza dell’Apostolica Sede con alcuni patti, e conventioni à lui favorevoli.
      Come li Corinaltesi temendo, che contro di loro suscitassero nuovi Tiranni, di propria autorità rovinarono la Rocca: onde condennati ne furono à pagare alla Camera Apostolica una gran quantità di denari; la qual più che in parte dal Pontefice fù lor condonata.
      Come Corinalto fù ampliato nell’habitattioni, e recinto delle muraglie.
      Come Corinalto non volendo sottomettersi all’obedienza di Francesco Maria della Rovere Duca d’Urbino, fù da lui assediato.
      Come Francesco Maria Duca d’Urbino assaltò Corinalto: mà dal valor de’ suoi Defensori più volte rigettato, levò l’assedio.
      Come li Corinaltesi mandarono gli Oratori al Sommo Pontefice per impetrare il Vescovo, & alcune altre gratie alla publica utilità spettanti.
      Del Territorio di Corinalto, e sue qualità in questi nostri tempi, con le cose notabili dalla Natura prodottevi, & alcune dall’Arte a miglior perfettione ridotte.
      Delle cose notabili, che nel Territorio di Corinalto furono da gli huomini erette, con disegno, e con arte.
      Della positura di Corinalto, sua grandezza, e qualità de gli habitanti.
      Del Magistrato di Corinalto, del suo governo, dell’entrate, e spese del medesimo.
      De gli accidenti gravi occorsi in varij tempi in Corinalto, e del suo Territorio.
      Del tempo, che Suasa, & il Contado, [che hora è di Corinalto] ricevè la Fè di Giesu Christo, e delle Reliquie Sante, che in esso ritrovansi.
      Delle Chiese, Conventi, e Luoghi Pij di Corinalto.
    •  Trattato II 
    De gli Huomini Illustri, che hà prodotto Corinalto, de’ quali si hà cognitione.