Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891)/Notizie

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Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891) Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891)
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NOTIZIE




Deputazioni e Società di storia patria, e altri Istituti

scientifici e letterari.


Regia Deputazione di storia patria di Torino. - A cura della R. Deputazione, si vanno pubblicando, sotto la direzione dei sigg. conte Carlo Cipolla, e barone Antonio Manno, gli Indices chronologici ad Antiquitates italicas Medii Aevi et ad opera minora Ludovici Antonii Muratorii, compilati da G. M. Battaglino e da Giuseppe Calligaris. Ne sono usciti finora tre fascicoli (Torino, Bocca, 1889-91, in fo.), i quali contengono: I.° l’indice degli Scriptores (numeri 1-277). II.* l’indice delle Leges (numeri 278384). III.* l’indice dei Diplomata (in corso di pubblicazione, dal n. 385 al numero 3883).

Società storica lombarda. - Ha pubblicato i voll. V e VI delle Iscrizioni delle chiese ec. di Milano, a cura di V. Forcella. - Il vol. V contiene la continuazione delle iscrizioni delle chiese comprese nel quartiere di Porta Nuova; nel VI cominciano le iscrizioni dei Cimiteri.

— R. Deputazione di storia patria per le Romagne. - Il voi. VIII (fas. 3-6, maggio dicembre 1890) degli Atti e Memorie contiene gli Atti della Deputazione dal 27 aprile al dì 8 giugno 1890; non che memorie storiche, artistiche, e bibliografiche dei sigg. Rubbiani, Bagli, Giorgi, Malagola.

Ateneo di Brescia. - I Commentari per l’anno 1890 contengono i seguenti articoli di materia storica. Monsig. Luigi Fè d'Ostiani dà due nuovi capitoli della sua Storia di Brescia nel 1796, co’ quali il lavoro ha compimento: il X, in cui narra le vicende de’ mesi d’agosto e settembre, e l’XI, che si occupa de’ fatti dell’ultimo trimestre di quell’anno, memorabile per la tanta audacia di guerreschi imprendimenti, con che turbinò sul territorio di Brescia la furia dogli eserciti francesi capitanati dal Buonaparte. - Pur due capitoli offre il conte Francesco Bettoni-Cazzago della sua Storia popolare di Brescia, quello in cui descrive il sorgere del Comune, e l’altro in cui dipinge la maschia figura [p. 217 modifica]d’Arnaldo. - Col titolo; La Costituzione politica di un Comune medioevale, il prof. F. P. Cestaro ritrae al vivo l’organamento della Repubblica di San Marino dall’origine a’ tempi nostri. - L’avv. Fabio Glissenti prende a studiare Gli Ebrei nel bresciano durante la dominazione veneta; triste storia di persecuzioni e sospetti, di gelosie e fanatismi. - Gli antichi Liutai bresciani trovarono un illustratore valente nel prof. Angelo Berenzi, che a Gaspero da Salò rivendica la gloria di avere inaugurata a Brescia la scuola liutistica italiana, la quale, sebbene in Brescia non toccasse quella perfezione che poi raggiunse a Cremona con lo Stradivari e il Guarneri, pure si rese grandemente benemerita dell’arte; e a Gaspero ninno può contrastare la palma d’essere stato forse l’inventore primo in Italia, certo il perfezionatore del violino soprano. - Il cav. Gabriele Rosa volle pagare un tributo d’affetto alla memoria di Federico Gonfalonieri; ma certo da chi, come lui, gli fu compagno allo Spielberg, era da aspettarsi che al molto già noto aggiungesse qualche particolarità nuova; cosa che pur troppo non ha fatto.

G. S.


Archivi e Biblioteche.


Firenze. - Biblioteca Laurenziana. - Nella Collezione Indici e Cataloghi, che si pubblica dal Ministero della P. I., è uscito recentemente il fascicolo 3.°, vol. I (pp. 161-240) dei Codici Ashburnhamiani, illustrati dal prof. Cesare Paoli, - Contiene la descrizione dei codd. 81-146, i più dei quali si riferiscono a cose di medicina, matematica, filosofia e astrologia, e provengono tutti dalla Collezione Gianfilippi, già Saibante, di Verona. Tra i mss. di materia storica notiamo i seguenti:

88. Privilegi del Monastero di S. Zeno Maggiore di Verona, dall’870 al 1556: cod. del sec XVI.

89, Sinodi Veronesi, 1584-1604: cod. del sec. XVII.

91. Costituzione e Bollario dei frati eremitani del b. Pietro da Pisa, 1421 1488: cod. scritto in Padova nel 1507.

92. Costituzioni e Atti del Capitolo di Verona, 1303-1703: raccolta miscellanea di più mani del sec. XVIII.

Il cod. 103, nella parte seconda, contiene Epistole e Carmi di Antonio Panormita, in parte inediti e sconosciuti, e dell’importanza di questa raccolta discorse il prof. F. Ramorino in Arch. Stor. ital., 1889, III, 447.

Il cod. 132 è una Miscellanea di Prosdocimo dei Beldomandi, matematico padovano del sec. XV, scritta di sua mano, e contenente, oltre scritti di vari autori, anche opuscoli di Prosdocimo medesimo. Cfr. la notizia datane dal prof. A. Favaro in Bullettino delle scienze matematiche e fisiche di Roma, luglio 1885, che bensì è piena di inesattezze. [p. 218 modifica] M. Léop. Delisle ha avuto la cortesia di avvertirci che il ms. 98, designato nel Catalogo, p. 174, col titolo «Anonimo, Philosophia», e che contiene un Trattato enciclopedico, in forma di dialogo, tra il Dux Normannorum et Andegaveusium, Comes e un Philosophus (sec. XIII) è opera di Guillaume de Conches (cfr. Histoire litter. de la France, XII, 464). Mentre ringraziamo l’illustre bibliotecario della notizia, ci facciamo un dovere di comunicarla subito agli studiosi.

Biblioteca nazionale centrale. - Nella medesima Collezione si è pubblicato il fasc. 3.°, vol. II, del Catalogo dei Codici palatini (compilato dal prof. L. Gentile). Contiene la descrizione dei codd. dal 590 al 682. Notiamo:

591. Fiore di storie diverse, sec. XV: da Gio. Villani e da altri.
595. Zibaldone di documenti storici, risguardanti la storia dei secoli XVI e XVII.
596. Bernardo Segni, Istoria di Firenze: copia del sec. XVII.
601. Zibaldone di notizie utili ai mercatanti (pesi, misure, diritti): sec. XV.
604. Miscellanea storica, compresovi il Principe del Machiavelli: sec. XVIII.
606. Baccio Cancellieri, Azioni di Ferdinando I de’Medici: sec. XVIII.
607. Vita di Fra Girolamo Savonarola, in volgare: sec. XVII.
608. Andrea Alamanni. Lezioni varianti delle storie di Matteo e Filippo Villani secondo la stampa Giuntina, collazionata con un codice Covoni e un codice Ricci: sec. XVIII.
609. Niccolò del Benino. Lettera dal Perù, originale: 1554.
611. Genealogia della Casa Medici: sec. XVII.
612. Vita di Piero di Gino Capponi: sec. XVII.
615. Sebastiano Erizzo. Novella del nascimento d’Attila: sec. XVIII.
623. Lettere e documenti storici del sec. XVI, raccolti da Antonio da Sangallo.
624. Dino Compagni, Cronaca: sec. XVII (cfr. Del Lungo, Bino Compagni, ec. II, IX e X.)
625. Razzi, Vita del Savonarola: sec. XVII.
629. Vite di Ferdinando I, gran principe Ferdinando, e Giangastone de’ Medici: sec. XVIII.
630. Scritture attenenti alla Guerra del Duca di Firenze contro Siena: sec. XVII.
631. Copialettere originale della Balia di Siena per l’anno 1544. (Ne discorreremo nel prossimo fascicolo.)
651. Croniche della città di Firenze (compendio del Villani). - La cacciata degli spagnuoli da Siena: sec. XVIII.
657. Don Biagio Del Milanese, Storia dell’ordine e Monastero di Vallombrosa: sec. XVI.
668. Martino Polono, Cronica de’ Pontefici e degli Imperatori compendiata in volgare e condotta sino al 1300: sec. XIV.
669. Cronache pisane sino al 1371, volgari: sec. XIV.

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674. G. Buonsignori, Il libro imperiale: sec. XV.
682. P Federigo Burlamacchi, Geografia storica d'Italia: sec XVIII.

Bologna. - Biblioteca Universitaria. — Nella Rivista delle Biblioteche, III, pp. 1-19, il sig. Ludovico Frati fa la storia de La Biblioteca dell’Istituto delle Scienze di Bologna (ora, compresa nell‘Universitaria) dalle origini alla morte di Ludovico Montefani— Caprara, bibliotecario morto nel 1785.

Cori (in prov. di Roma). — Archivio Comunale. - L. Mariani, in Arch. della Soc. rom. di st. patria, XIII, 527-536, dà notizia di 45 pergamene di esso Archivio, che vanno dal 1283 al 1720, in parte di fondo comunale. in parte provenienti dal convento di S. Oliva, « unico avanzo dell‘Archivio storico della città ». Le dette pergamene contengono: Documenti pontifici riguardanti il comune di Cori, a cominciare da due bolle di Urbano V degli anni 1369 e '70, la prima delle quali è un‘imposta di servizio militare. l'altra, una remissione di debiti, fino a un breve di Clemente XI del 1720 sul mercato di Cori; Privilegi e altre carte spettanti al citato monastero degli Agostiniani di S. Oliva; e il resto, Documenti privati.

— Roma. — Biblioteca Corsiniana. - Il sig. L. G. Pellissier pubblicò nei Mélanges d'archéologie et d'histoire della Scuola Francese di Roma, l889, un Inventario dei Mss. di detta Biblioteca, compilato da La Porte du Theil tra il 1776 e l‘86, con giunte e illustrazioni: più recentemente ha dato in luce un nuovo opuscolo sulla Biblioteca medesima col titolo : Catalogne annoté de quelques Mm. de la Bibl. Corsini. (In 8.°, di pp. 146, s. d., estr. dagli Annales de la Faculté de lettres de Toulouse); nel quale dà un indice sommario del contenuto di 16 volumi miscellanei compresi nei numeri l a 22 della serie 33 A. Questa categoria di mss. miscellanei, che sono sopra a cento, dice il sig. P., « a presque entièrement echappé aux recherches des érudits » ; e contiene documenti storici, giuridici e letterari, di varia. importanza, ma in molta parte sconosciuti.

Repubblica di San Marino. — Archivio governativo. - Il Comm. Carlo Malagola pubblica negli Alti e Memorie della R. Deputazione di storia patria della Romagna (1890. VI, pp. 196-281) i capitoli V-VIII della sua descrizione storica di esso Archivio. I primi cinque capitoli si leggono negli Atti stessi, 1888, V1, pp. 200-349.

[p. 220 modifica]Francia. -Biblioteca Nazionale di Parigi. - H. Omont, nella Biblioth. de l’Ecole des Charles, 1890, pp. 270-297, pubblica l’inventario sommario dei 45 volumi della Collection Renaudot, venuta nella Biblioteca sino dal 1798, e ordinata e rilegata nel 1852. I primi 26 volumi di questa raccolta comprendono frammenti di opere e carte liturgiche d’Eusebio Renaudot (1018-1720), parigino, teologo e uomo di Stato; e gli altri, assai più importanti, contengono numerosi documenti relativi agli affari diplomatici e religiosi della seconda metà del regno di Luigi XIV, ai quali il Renaudot aveva preso parte. Il n. 41 riguarda gli affari di Roma; il 42 contiene un grande numero di lettere scritte da Roma (1683-86) al Renaudot; il 13, il giornale del suo viaggio a Roma col cardinale di Noailles, a tempo dell’elezione di Clemente XI (1700-1701). Anche in altri volumi sono documenti che riguardano l’Italia.


Libri e Opuscoli.


— Il prof. Pasquale Villari ha raccolto alcuni suoi Saggi storici e critici già pubblicati in diversi tempi, in un volume recentemente edito dallo Zanichelli in Bologna. - Ne diamo una breve enumerazione. - L’Italia. La civiltà latina e la civiltà germanica (edito la prima volta nel 1862). È una sintesi storica e filosofica dello svolgimento delle due civiltà, del loro contrasto e del loro reciproco completamento, nel medio evo e nell’età moderna; e, come quadro d’insieme, una guida luminosa a studiare la nostra storia e a rilevarne, tra tante varietà particolari, il carattere nazionale. - Il comune di Roma nel medio evo. (Si pubblicò la prima volta nell’Encyclopaedia Britannica di Edimburgo; e poi, in italiano, nella Nuova Antologia del 1887.) - Rimini e i Malatesta. (Dalla Encyclopaedia predetta.) - Una nuova Questione sul Savonarola. (Dalla Rivista storica italiana, 1884.) - Altre questioni intorno alla «Storia di G. Savonarola e dei suoi tempi». (Dall’Archivio storico italiano, 1887.) Nel primo articolo l’Aut., in opposizione a un giudizio del Ranke, sostiene l’autorevolezza della biografia del Frate scritta dal Burlamacchi, e ne enumera i codici e le fonti. Nel secondo articolo risponde ad alcune obiezioni mossegli dal prof. F. C. Pellegrini nel Giornale storico della letteratura italiana. - Un nuovo libro sull’assedio di Firenze. (Dalla Nuova Antologia, 1886.) Discorre dei due volumi del prof. P. C. Falletti, intitolati: Assedio di Firenze. Contributo (Palermo, 1885). - Donatello e le sue opere (già pubblicato nel 1887). Come già dicemmo nell’Arch. stor. ital. 1887, XX, 143, questo Discorso «a una fine critica artistica delle opere di Donatello «unisce notevoli considerazioni storiche sul Rinascimento in [p. 221 modifica]riguardo all’arte e alla civiltà nazionale». - Chiudono il volume due scritti, già editi nella Nuova Antologia del 1887, riguardanti l’Inghilterra e rAmerica.

Giulio Urbini. La patria di Properzio, Studi e polemiche. (Torino, Loescher, IS89). - Con buon corredo di erudizione si esamina e si tratta a fondo in questo volumetto la quistione, già tanto dibattuta, del luogo che diede i natali al cantore di Cintia. L’A. novera ben quattordici città, tra grandi e piccole, che si disputano questo onore: tre sole, però, possono avvalorare la loro pretensione con argomenti di qualche peso, e sono: Assisi, Bevagna e Spello. Secondo l’Urbini, patria di Properzio deve essere stata Spello; ciò egli procura dimostrare con lungo e minuzioso ragionamento, a cui premette, com’è naturale, la confutazione dei fautori di Bevagna e di Assisi. Sebbene la sua dimostrazione non sia, forse, pienamente decisiva, è lecito, per altro, asserire che chi vorrà da ora innanzi studiare cotale soggetto, non potrà esimersi dal prender cognizione di questa diligente monografia; la quale ci sarebbe piaciuta di più, se avesse una forma meno vivacemente polemica. L’A. rileva (pag. 51) che la gara antichissima pei natali di Properzio non è stata sempre cavalleresca: si direbbe ch’egli abbia tenuto a conservarle cotesto carattere che altri aveale dato prima di lui.

A. C.


— Sono usciti il 4.° e il 5.° fascicolo della Deutsche Geschichte unter den Karolingern dell’amico nostro E. Mühlbacher, professore a Vienna. Per i precedenti fascicoli, ved. Arch. stor. 1888, I 413; II, 417. I fascicoli, che qui annunciamo, contengono la fine del libro I, capp. XI e XII (Personalità, Corte e Legislazione di Carlomagno); e i primi quattro capitoli del libro II, che trattano della decadenza e della divisione dell’impero carolingio tino alla ribellione dei figliuoli di Ludovico Pio, alla detronizzazione di questo e alla sua restituzione. È inutile che aggiungiamo che il sèguito di quest’opera insigne conserva gli stessi ottimi pregi di dottrina e di stile che abbiamo altra volta segnalati.

— Il prof. Pasquale Papa, per le nozze Frescobaldi-Frassineto, ha pubblicato una memoria su Tommaso Frescobaldi all’assalto di Genova (1427) (Firenze, Bencini, 1891. In 4.° di pp. 32). Tommaso di Leonardo Frescobaldi, commissario dei Fiorentini nella guerra che essi avevano contro Filippo Maria Visconti sulla riviera di Genova, fu preso nella sortita vittoriosa che i Genovesi fecero il 28 dicembre 1427; e da Obizzino d’Alzate, luogotenente visconteo, perchè non volle in alcun modo rivelargli i segreti della sua [p. 222 modifica]Repubblica, fu fatto morire tra tormenti atrocissimi; onde la Repubblica fiorentina premiò con pubblici stanziamenti i figliuoli dell’eroe. La narrazione del P., semplice ed elegante, è condotta di su la Storia fiorentina del Cavalcanti e la Cronaca genovese dello Stella, e col sussidio di nuovi documenti, tre dei quali si pubblicano in appendice.

— Il sig. Guglielmo Fraknói, vicepresidente dell’Accademia ungherese delle scienze, ha pubblicato una vita di Mattia Corvino (Hunyadi Màthiàs Kiràly, 1410-90. Budapest, 1890), compilata in gran parte su fonti e documenti italiani, e che ha molta importanza anche per la storia politica e letteraria del nostro paese.

— Nell’Almanacco del giornale L’Amico del Contadino (1891, Firenze, Bruscoli), il prof. I. Del Lungo continua a pubblicare le Lettere scritte di campagna da Buongianni Guicciardini; e questa volta sono due lettere del 29 ottobre 1530 e del 28 die. 154?, che trattano al solito di cose campagnuole, e sono, in questo genere, modelli di lingua e di stile: v’è pure qualche accenno a cose politiche, sebbene lo scrittore dichiari che sta in luogo da non intendere «nuove», se non «poi che sono molto vecchie», e di non cercarne né anche, «che mi basta se noi stiano in pace».

— È compiuta la edizione delle Opere latine di Giordano Bruno, fatta a spese dello Stato (Iordani Bruni Nolani, Opera latine conscripta, publicis sumptibus edita), i cui ultimi cinque tomi (vol. I, parte 3; I, 4; II, 2; II, 3; III) sono stati curati dai proff. F. Tocco e G. Vitelli di Firenze, e stampati dai Successori Le Monnier, 1889-1891. L’edizione di questi cinque volumi è fatta con grandissima accuratezza; e speciale considerazione merita l’ultimo (III), che contiene le opere fin qui inedite, raccolte da codici in patte autografi, in parte copiati a tempo del Bruno stesso. Vincendo difficoltà non comuni di lettura e d’interpretazione, i valenti editori ne hanno stabilito il testo in modo esemplare e l’hanno corredato di un coscenzioso apparato critico. Una semplice e schietta prefazione sta a capo al volume; e le fa séguito la descrizione dei mss. usufruiti, la quale non è soltanto una descrizione materiale, ma una storia critica, narrata con molta diligenza, studiata con molto acume, e che offre un buon contributo alla storia cronologica delle opere Bruniane. Il volume è corredato di alcuni facsimili paleografici.

Politische und militarische Correspondenz: König Friedrichs von Württemberg mit Kaiser Napoleon I, 1805-1813, ed. [p. 223 modifica]Dr. August von Schlossberger. (Stuttgart, Kohlhammer, 1889. In-8.°, di pp. viii-342.) - Tra’ Principi della Germania quello che sopra ogni altro ebbe intimità grande coll’imperatore Napoleone I fu il re Federico di Württemberg, la cui figlia Caterina prese per marito il più giovane appunto de’ fratelli di Napoleone, il re di Westphalia Girolamo Buonaparte. Della Caterina e del marito di lei il Dr Augusto von Schlossberger, Vicedirettore degli Archivi di Stato dei Regno di Württemberg, stampò già le lettere al padre e al suocero, e ve ne unì parecchie di Napoleone al re Federico e dei re Federico a Napoleone, di molto interesse per la storia (Cfr. Arch. stor. ital., 1889, IV, pp. 116-118; rassegna di G. Sforza). Stampa adesso la corrispondenza politica e militare di que’due regnanti, nuovo e buon contributo a meglio studiare e conoscere le vicende così fortunose del primo Impero.

Sono in tutto dugentosettantatrè lettere. Di queste, novantadue appartengono a Napoleone; e centosettantuna sono dettate dal re Federico. Vi sono inoltre lettere di Giuseppina, del vescovo Luigi di Württemberg, dell’imperatore Francesco I d’Austria, del conte Stadion, del Berthier, del vescovo Ferdinando di Württemberg, dell’imperatrice Maria Feodorowna. Il carteggio è disposto per ordine cronologico; comincia col 7 vendémiaire dell’anno XIV (29 settembre 1805) e termina col 14 ottobre 1813; né gli manca l’utile corredo dell’indice delle persone e de’ luoghi, e di una breve, ma succosa prefazione.

G. S.


— Il nostro consocio cav. Enrico Ridolfi, Vicedirettore delle RR. Gallerie e Musei in Firenze, ha pubblicato un’accurata e importante Relazione dei Provvedimenti e lavori fatti per le RR. Gallerie e Musei di Firenze negli anni 1885-89. (Firenze, Bencini, 1890. - In 4.°, di pp. 35).


Notizie Tarie.


— Al suo egregio Vicepresidente, sen. Pasquale Villari, nominato da S. M. il Re, con viva soddisfazione di tutti i cultori dei buoni studi. Ministro della Pubblica Istruzione, la Deputazione nostra inviava il seguente telegramma:

«Firenze, 10 febbraio 1891. - Senatore Villari, Ministro Pubblica Istruzione, Roma. - Deputazione storia patria Firenze invia suo illustre Viceprepresidente vive congratulazioni, confidando nella sapiente opera sua a benefizio della patria e degli studi. - Segretario: Paoli».

S. E. il Ministro cortesemente rispondeva:

«Roma, 11 febbraio 1891. - Vivamente ringrazio cotesta benemerita Deputazione per gentile ricordo. - Il Ministro: P. Villari».

[p. 224 modifica]— Diamo il programma del Corsi speciali della Scuola di paleografla di Firenze per Tanno scolastico 1890-91:

Paleografia latina. (C. Paoli.) Scritture maiuscole, corsive e minuscole, sec. VI-XV. - Abbreviature. - Ortografia. - Numerazione.

Diplomatica. (C. Paoli.) Elementi generali. - Dottrina archivistica.

Paleografia greca. (G. Vitelli.) Esercitazioni nella lettura di codici in scritture minuscole di varie età.

Diritto e Istituzioni medio-evali (A. Del Vecchio.) Storia del diritto italiano nel periodo dei Comuni.


Necrologio.


— Con vivo rincrescimento annunciamo la morte del prof. cav. Adamo Rossi, socio della nostra Deputazione tino dal 18G3, avvenuta in Perugia il 22 febbraio. Il Rossi fu valentissimo cultore e illustratore della storia della sua Umbria, e in particolar modo benemerito della storia dell’arte. A questa recò prezioso e abbondante contributo di documenti e di ricerche critiche col Giornale d’erudizione artistica da lui fondato nel 1872 e durato fino al 1875; nel quale pubblicò anche molti documenti che illustrano la storia dello Studio Perugino, non che altre memorie e documenti d’erudizione varia. Nel 1873 pubblicò una memoria su Pompeo Pellini e la sua Storia di Perugia, che fu ampiamente lodata da Alfredo Reumont; e nel ’79 diede in luce un quaderno disperso, e da lui ritrovato, della Cronaca detta del Graziani, che riempiva una lacuna (1491-93) dell’edizione di essa Cronaca fatta nel tomo XVI dell’Archivio storico. Alla famiglia del compianto socio presentiamo le nostre condoglianze.





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NOTIZIE



Società storiche, scientifiche e letterarie.


Istituto storico italiano. - Il num. 10.° del Bullettino contiene i rendiconti delle Adunanze plenarie tenute il 3 e il 14 giugno 1890. Oltre una bella commemorazione di Michele Amari, letta dal Presidente Tabarrini, vi si comprendono varie deliberazioni su pubblicazioni nuove o in corso di stampa. Contiene inoltre le seguenti memorie storiche: G. Monticolo. Il più antico registro ufficiale degli Statuti dell’arte veneziana. - U. Balzani. «De pace veneta relatio.» - B. Brandi. Nuovi manoscritti delle «Constitutiones Aegidianae». - G. Calligaris. Di un nuovo ms. della «Historia Langobardorum» di Paolo Diacono. - L. A. Ferrai. Le Cronache di Galvano Fiamma e le Fonti della «Galvagnana».

— Delle Pubblicazioni dell’Istituto (Bullettino, I-IX; Fonti, I-III, V-IX, XI) rende ampio conto il prof. Carlo Cipolla nella Rivista storica italiana, VII, 649-691.

R. Deputazione di storia patria per le antiche Provincie e la Lombardia. - Ha pubblicato recentemente tre volumi della Biblioteca storica italiana; cioè i volumi II e III della Bibliografia storica degli Stati della Monarchia di Savoia, compilata da Antonio Manno, che contengono, in ordine alfabetico, le notizie sulle Storie particolari dei Paesi, da Aba a Camussi; e il volume III delle Relazioni della Monarchia di Savoia dal 1519 al 1814, a cura di A. Manno ed E. Ferrero, che contiene i dispacci riguardanti gli affari di Francia negli anni 1717-1719. - Degli Indices Chronologici ad Antiq. ec. L. A. Muratorii, che si pubblicano a cura della Deputazione stessa, è ora uscito il fasc. IV, che comprende l’indice degli Instrumenta varia dall’an. 992 al 1525.

Società ligure di storia patria. - Ha pubblicato 1 seguenti fascicoli di Atti: Vol. XII, parte II, fase. 2 (1891). - Tavole di facsimili (xiii-liv), per appendice alle Inscrizioni medioevali della Liguria, raccolte e postillate da M. Remondini.

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Vol. XXII, fasc. 1 (1890). - Tavole descrittive delle monete della Zecca di Genova dal 1139 al 1814. A questa importante e accurata pubblicazione (meritevole d’ogni encomio) hanno principalmente cooperato i soci ten. colonnello Giuseppe Ruggero e cav. Don Luigi Beretta, e v’ha premesso una dotta prefazione il comm. Cornelio Desimoni. Le Tavole descrittive, che danno di ciascuna moneta le leggende e le impronte, il nome, il metallo, il diametro, il peso, il titolo legale, comprendono 2283 numeri. Seguono: una Tavola cronologica dei Dogi a vita, delle Signorie e degli altri Governi sino al 1527, in relazione colle descritte monete; le Sigle impresse nelle monete e i nomi dei soprastanti alla Zecca di Genova; illustrazioni paleografiche e bibliografiche; e otto tavole di facsimili.

Vol. XXXIII, fasc. 1 (1890). - C. Braggi: Giacomo Bracelli e l’umanesimo dei Liguri a suo tempo, con appendice e documenti.


R. Deputazione veneta di storia patria. - Ha pubblicato nel 1890 il volume XI delle Miscellanea (Monumenti, Serie IV). Contiene: F. Stefani, Il cippo miliare di Sambruson e le vie consolari Annia ed Emilia nella Venezia. - G. Sommi-Picenardi, Dell’Archivio del Gran Priorato dell’ordine gerosolimitano in Venezia. - V. Joppi. Contributo secondo alla storia dell’arte nel Friuli. (Notizie biografiche di pittori e intagliatori friulani dei secoli XV e XVI. Regesti e documenti.) - A. Moschetti. Venezia e l’elezione di Clemente XIII. - G. Calligaris. Saggio di studi su Paolo diacono. - G. Biadego. Di Giambettino Cignaroli pittore veronese. (1706-1771. Si aggiungono: Postille inedite G. C. all’opera di Bartolommeo del Pozzo: Vite dei pittori ec. veronesi, e Lettere del medesimo.)


Società di storia patria per le Provincie napoletane. Nell’adunanza del 21 febbraio 1891 il presidente B. Capasso lesse la relazione annuale, nella quale si annunzia prossima la pubblicazione del terzo volume dei Monumenti del Ducato Napoletano, a cura del Capasso stesso, non che di altri volumi.


Società siciliana di storia patria. - L’Arch. stor. sicil., an. XV, pp. 351-368, contiene il rendiconto delle Adunanze della Società dal 13 luglio al 10 dicembre 1890. Furono fatte le seguenti letture: G. Pitrè. Sopra la leggenda di Cola Pesce. - P. M. Rocca. Sopra un’antica chiesa di Alcamo. - G. M. Columba. Sulla configurazione e la situazione della Sicilia secondo gli antichi.

[p. 441 modifica]Accademia dì scienze di Cracovia. - Nell’adunanza del 20 marzo 1891 il sig. S. Smolka ha presentato alla Commissione di storia il Rapporto delle ricerche fatte negli Archivi Vaticani per conto dell’Accademia, negli anni 1889-90 dal sig. F. Koneczny. Questi, essendo stato incaricato di completare la numerosa collezione dei carteggi del Possevino, già incominciati a raccogliere negli anni 1886-88, ha studiato i materiali contenuti nei volumi 92-93 della Nunziatura di Germania (an. 1577-1881). Il Rapporto (che è pubblicato nel Bulletin international de l’Academie, aprile 1891, pp. 136-142) dà interessanti ragguagli dei resultati delle ricerche del sig. Koneczny.


Archivi e Biblioteche.


Bologna. — Archivio Gozzadini. - La contessa Gozzadina de’ Gozzadini ne’ Zucchini di Bologna affidò al sig. dott. Umberto Dallari la cura di riordinare il suo ricco Archivio e di pubblicarne l’inventario. L’ha esso spartito in otto sezioni: A. Notizie storiche e scritti dei Gozzadini; B. Carteggio; C. Diplomi, bolle, brevi, decreti e istrumenti; D. Carte relative a interessi speciali; E. Atti giudiziari; F. Carte d’amministrazione; G. Carte relative ad affari trattati in uffici pubblici; H. Carte di varie famiglie e persone [Argelati; Poeti; Ariosti; Pappafava; Diversi]. L’inventario è stato poi pubblicato con questo titolo: l’Archivio della famiglia Gozzadini, riordinato per cura della contessa Gozzadina Gozzadini Zucchini (Bologna, Ditta Nicola Zanichelli, 1890; in 8.° di pp. 90). Dalla prefazione del sig. Dallari s’impara che la Contessa ha generosamente donato alla sua natale Bologna questo Archivio, insieme con una ricca Libreria e un importante Museo, e che ha affidato la cura al sig. Nerio Malvezzi di pubblicare, sotto la direzione del prof. Giosuè Carducci, le lettere scritte al padre di lei, l’illustre conte Giovanni Gozzadini, tra il 1820 e il 1887, che torneranno di giovamento non piccolo agli studi storici e archeologici, essendo stato in carteggio con gli uomini più illustri del suo tempo. - G. S.

Rieti. — Biblioteca comunale. - Nell’ex-convento di S. Antonio del Monte in Rieti si sono scoperti, nel disfare la fiancata d’una volta, circa 500 volumi, dei quali 71 manoscritti, che sono ora stati depositati in quella Biblioteca comunale. Il prof. Ernesto Monaci, inviato sul luogo da S. E. il ministro Villari, ha fatto dei codici un catalogo sommario, ch’è pubblicato nel Bullettino ufficiale dell’istruzione, Parte II, num. 1, 3 giugno 1891. I codici che meritano veramente tal nome (il resto sono zibaldoni dei secoli [p. 442 modifica]XVII-XVIII) sono 58 dal secolo X al XVII; alcuni dei quali hanno una qualche importanza paleografica, o per antichità, o per bella lettera, o per miniature, o per data certa: ma poco o nulla che importi alla storia, contenendo in massima parte roba ascetica e teologica.

Roma. — Biblioteca della Camera dei Deputati. - È stato pubblicato il Supplemento secondo della Parte I (Scritti biografici e critici) del Catalogo melodico degli scritti contenuti nelle pubblicazioni periodiche italiane possedute dalla Camera dei Deputati. Con questo supplemento la Parte I si compie: il Catalogo, condotto fino a tutto il 1887, contiene 30,174 articoli, ed è corredato d’un indice degli autori e dell’elenco completo dei periodici spogliati, che ascendono a 251.

Venezia. — Archivio del Gran Priorato dell’ordino Gerosolimitano. - Dalla breve notizia, che ne ha pubblicata il cav. G. Sommi-Picenardi nella Miscellanea della R. Deputazione Veneta di storia patria, ricaviamo quanto appresso. Il più antico elenco che se ne conosca è del 1549: l’Archivio è stato poi riordinato e catalogato più volte. L’ultimo ordinamento fatto tra il 1884 e l’86 l’ha diviso in trentacinque classi. Nella classe XVII (Relazioni estere e Privilegi) conservasi il più antico documento di esso Archivio, che è del 1220.


Libri e Opuscoli.


Ch. Bemont et G. Monod. Histoire de l’Europe, et en particulier de la France, de 395 à 1270. - Paris, F. Alcan ed., 1891. 16.° di pp. 588. - È un volume del Corso di storia per le scuole classiche secondarie della Francia, pubblicato sotto la direzione di l02px; e, come testo di scuola non solo, ma anche come manuale per gli studiosi, e come libro di sana educazione scientifica per i giovani, ci sembra meritevole di molta lode. I fatti sono narrati con sobrietà e precisione, in istile semplice ed elegante, e giudicati con serenità; e al racconto dei fatti politici è mescolata opportunamente e in buon ordine la storia delle istituzioni, dei costumi, delle arti, della cultura. A pie di ciascun capitolo è dato un elenco delle fonti e dei libri, che si raccomandano per consultazione o per lettura. Come si deduce dallo stesso titolo, la base di questo libro è la storia di Francia, ma può consultarsi utilmente anche per la storia delle altre regioni d’Europa in quanto si riferisce alla civiltà generale del medio evo. Solamente, ci è parsa assai manchevole la parte che riguarda l’Italia nel periodo dei comuni. Le notizie sulle controversie tra il papato e l’impero in Italia [p. 443 modifica]non mancano; ma più, rispetto a quelle due universali potestà combattenti, che rispetto all’Italia; e dei comuni poi non è quasi detto nulla; mentre a noi pare che questa giovine forza, nata appunto tra quelle lotte, non fosse da trascurarsi in una storia generale del medio evo d’Europa, avendo essi comuni (mentre hanno generato lentamente l’Italia moderna) contribuito a quei tempi con efficacia allo sviluppo della civiltà anche fuori dei confini italiani. Il libro, elegante anche sotto il rispetto tipografico, è corredato d’incisioni intercalate nel testo, desunte da monumenti originali, e di carte geografiche.

— Come contributo agli studi intorno alla cancelleria pontificia il prof. H. Simonsfeld, ha comunicato all’Accademia di Baviera alcune sue ricerche fatte in Italia nel 1889. Beiträge zum päpstl. Kanzleiwesen in Mitlelalter ec. Estr. dai Sitzungsberichte der phil. Classe der K. bayer. Akad., der Wissensch, 1890. Vol. II, fasc. 2.°) Egli descrive il Liber cancellarie, che si contiene in un cod. del Collegio Spagnuolo di Bologna, del secolo XIII cadente (già usufruito dal Merkel, per i documenti cancellereschi pontifici pubblicati nell’Arch. Stor. Ital., Serie I, App. to. V), e ne fa il confronto col Liber cancellarie apostolicae edito da G. Erler (Leipzig, 1888), di su un codice parigino del secolo XIV. Discorre poi d’un cod. della Biblioteca di S. Marco di Venezia (CI. IV, cod. 30) contenente un Formularius et stilus scriptornm romanae curiae, e ne pubblica in appendice un largo estratto.

— Il sig. Patrizio Antolini ha compilato un Indice dei Manoscritti relativi alla storia di Ferrara, dividendolo in tre parti: la prima delle storie, cronache e annali di autori noti; la seconda, degli anonimi; la terza degli scritti «intorno a qualche argomento «storico, sia o no anonimo l’autore». Di questo lavoro ha pubblicato ora come saggio, la prima parte (Argenta, tip. Argentana, 1891. 8.° di pp. 52; prezzo, lire 1,50). È un lavoro compilato con affetto e con cura, con brevi notizie, ma sufficienti e precise, dei singoli mss.; e lo raccomandiamo agli studiosi, col desiderio che questo primo opuscolo sia presto seguito dalle altre due parti che debbono completare l’opera.

— Il D.r Umberto Marchesini ha pubblicato un breve opuscolo su Brunetto Latini notaio (Verona, Franchini, 1890), inserendovi un documento fiorentino, fin qui inedito e sconosciuto, dal quale si deduce che nel 1274-75 Brunetto era Console dell’Arte de’ Giudici e Notai pel Sesto di Porta del Duomo.

[p. 444 modifica]— Il prof. B. Morsolin ha pubblicato da un codice Vicentino, già appartenuto a una Compagnia di Battuti, il frammento d’un Lamentum Virginis, poema volgare in terza rima, del secolo XIV, che già era stato edito di su altri codici da mons. Telesforo Bini nel 1852, e l’ha illustrato in due opuscoli, estratti dagli Atti del R. Istituto veneto. Serie VII, to. I e II (Venezia, Antonelli, 1890 e 91.) Nel primo, preponendo al testo una dissertazione storica e letteraria assai importante, specie per la storia della poesia volgare in Vicenza, attribuisce il Lamento a un Biagio di Giacomo Saraceni, notaro vicentino, fiorito nella prima metà del secolo XIV. Nel secondo discorre di alcuni codici e di alcune edizioni, che danno altri nomi di «presunti autori» di esso Lamento; e, senza confermare troppo recisamente l’anteriore sua affermazione, mostra il poco fondamento delle nuove attribuzioni.

— La scarsezza delle notizie che si hanno della storia dei domenicani tedeschi nel primo secolo della fondazione dell’ordine rende importante la raccolta di lettere (1250?-1294) che il Finke ha testè pubblicata Ungedruckte Dominikanerbriefe des 13. Jahrhunderts von Dr. Heinrich Finke. Paderborn, Schöning, 1891. In 8.° di pp. iv-174). Sono 161 lettere di cardinali, generali dell’Ordine e provinciali, e vari; bolle di papi e diplomi imperiali relativi ai conventi domenicani della Germania; che trattano di argomenti svariatissimi, come sono la fondazione, il lavoro, l’amministrazione delle case, la scienza, il culto, la protezione dell’Ordine ec. Dall’insieme del lavoro si acquista una esatta conoscenza dell’estensione di quella Religione in tutte le Provincie della Germania, dal Mecklenburg all’Alsazia, dalla Frisia alla Svizzera. Queste lettere, importantissime per la storia della coltura in generale, sono pure un pregevole contributo alla storia della Chiesa e dell’Impero, come ben dimostra il Finke nella sua introduzione; dove si ferma specialmente a discorrere delle relazioni che correvano fra l’Ordine ed i signori tedeschi, dei provinciali Ulrico di Engelberto (1272-77) ed Ermanno di Minden (1280-1290), e finalmente dello stato dell’Ordine in Germania alla fine del secolo XIII.

E. C.


— Il nostro amico e collaboratore Giovanni Sforza, la cui fruttuosa operosità è ben nota ai nostri lettori, ha pubblicato di recente un libro su Castruccio Castracani degli Antelminelli in Lunigiana (Modena, Vincenzi, 1891. 8.° di pp. 271.) Riserbandoci di discorrere più largamente di quest’opera in un prossimo fascicolo, diciamo intanto che essa si compone di otto capitoli, che abbracciano la storia di quasi un secolo, dal 1307 al 1400: ha tre [p. 445 modifica]appendici, che concernono «Il Forte di Sarzanello», «Il borgo e Forte dell’Avenza», «Il Mercato e il pedaggio di Santo Stefano di Magra»; e un corredo di 56 documenti dal 963 al 1368.

— La Deputazione, che amministra il Monte dei Paschi di Siena e le Aziende ad esso riunite, presieduta dal conte Niccolò Piccolomini, ha, con lodevole intendimento, cominciata a pubblicare, sotto il modesto titolo di Note storiche, la storia e i documenti di quell’antico e benemerito istituto; e già ne ha dato in luce il primo volume: un bel libro, in quarto, di pp. 310, egregiamente stampato dalla tipografia dei Sordomuti, che ha per titolo: I Monti dei Paschi e della Pietà al tempo della Repubblica. La materia è divisa in otto capitoli: nei primi quattro si fa la storia del presto ad usura in Siena, nonché dell’istituzione del Monte Comune, e dei Monti del Sale e dei Pascili e delle loro vicende, dal 1200 al 1470; negli altri quattro capitoli si narra l’istituzione del Monte di Pietà, e si proseguono le vicende di questo e degli altri Monti dal 1471 sino alla caduta della Repubblica (1555). Rimandando a un altro fascicolo una più larga recensione di questo libro, importante non meno per gli economisti che per gli storici, vogliamo fin d’ora segnalare, con la debita lode, il nome del diligente compilatore del medesimo, che è il sig. Narciso Mengozzi, attuale segretario della direzione del Monte dei Paschi.

— La casa editrice di Ermanno Loescher ha pubblicato a Torino, co’ torchi di Vincenzo Bona, le Parti I e 11 del voi. II della Storia della Letteratura italiana di Adolfo Gaspary, tradotta dal tedesco da Vittorio Rossi, con aggiunte dell’autore. Contengono i capitoli XV-XX, un’appendice di note bibliografiche e critiche, e l’indice alfabetico. Nella parte prima si discorre del Boccaccio; degli umanisti del secolo XV; della lingua volgare nel secolo XV e della sua letteratura; del Poliziano e di Lorenzo de’ Medici; della poesia cavalleresca, del Pulci e del Boiardo; e di Napoli, del Pontano e del Sannazzaro. - Nella parte seconda, si discorre del Machiavelli e del Guicciardini, del Bembo e dell’Ariosto, del Castiglione e di Pietro Aretino, della lirica e del poema eroico nel secolo XVI, della tragedia e della commedia.

G. S.


— Il secondo volume delle Letture storiche, ordinate da G. Ronconi ad uso de’ Licei (per il primo ved. Arch. star, ital., 1891, VII, 171) si riferisce all’età moderna. Il libro è diviso in quattro periodi: 1.° dal principio dell’età moderna alla pace di Cateau–Cambresis (1492-1559); 2.° dalla detta pace a quella di Vestfalia (1559-1648); 3.° dalla pace di Vestfalia alla Rivoluzione Francese [p. 446 modifica](1648-1789); 4.° Rivoluzione francese e Restaurazione (1789-1815); 5,° Dalla restaurazione ai tempi nostri (1815-1860). Contiene narrazioni e considerazioni, e qualche documento. Il raccoglitore ha fatto i sommarii ai singoli periodi, e ha corredato di note i testi. La stampa è assai accurata.

— L’editore Scipione Lapi di Città di Castello, col titolo di Rara, prese a pubblicare alcuni anni fa la Biblioteca dei Bibliofili, e la incominciò ristampando il curioso libro di Francesco Priscianese, fiorentino, che tratta Del Governo della Corte di un Signore in Roma, dove si ragiona di tutto quello che al Signore e a’ suoi Cortigiani si appartiene di fare. Adesso è intorno a dar fuori due nuove opere, che saranno accolte con piacere dagli studiosi, cioè un volume di Lettere inedite storico-geografiche, scritte da alcuni Frati nel Cinquecento, e la Cronaca rimata di Giovanni Santi, padre di Raffaello, tratta per la prima volta da un codice della Biblioteca Vaticana.

G. S.


— Il sig. Francesco Giorgi ha pubblicato negli Atti e Memorie della R. Deputazione di storia patria per la Romagna (Terza serie, vol. VIII, pp. 159-195) una memoria su «Rodrigo Borgia (poi Alessandro VI) allo Studio di Bologna», che brevemente riassumiamo. - Callisto III, appena salito sulla sedia di s. Pietro, si diede ogni cura per innalzare ad alto stato la sua famiglia e specialmente i suoi due nipoti Gian Lodovico Mila e Rodrigo Lanzol, al quale diede il suo proprio nome. Il primo fece vescovo di Valenza e legato di Bologna; l’altro, sacrista e protonotario apostolico; ed ambedue mandò a studiare leggi canoniche nell’antico Studio bolognese, colla speranza che per la conoscenza di questo diritto essi avrebbero raggiunto un giorno quei sommi onori, ai quali avevano innalzato lui medesimo la vasta dottrina e la scienza profonda dei canoni della Chiesa. Vennero dunque a Bologna i due giovani il 29 giugno 1455; ed il Mila, qual legato, prese stanza nel Palazzo Pubblico; Rodrigo, nel Collegio Gregoriano. Questi, di cui si hanno allora per la prima volta notizie certe, si pose subito allo studio del diritto canonico sotto il celebre giureconsulto siciliano Andrea Barbuzza e vi si applicò assiduamente per sedici mesi. Dopo i quali, ottenuta la dispensa dal Collegio dei lettori, diede gli esami, e fu, come il Mila, approvato, o come direbbesi oggidì, laureato. Qual vita conducesse in Bologna il futuro pontefice difficile sarebbe dire; ma certo vi dovette trascorrere quei mesi in mezzo alla magnificenza, della quale amò sempre circondarsi. Egli ed il suo séguito, non meno che il cugino, furono più volte esentati dai dazi ed in altri modi beneficiati dal Senato bolognese; che, a maggiore onore, volle [p. 447 modifica]accompagnarli con due oratori, quando, creati cardinali dallo zio Pontefice, si recarono a Roma per prendere la porpora. Da Roma non tornò più a Bologna che il Mila; Rodrigo invece andò legato nelle Marche e fu poi creato Vicecancelliere della Chiesa.

E. C.


— Il senatore Ariodante Fabretti ha pubblicato coi suoi tipi privati il vol. III delle Cronache della Città di Perugia. Contiene una breve Prefazione dell’editore, e i seguenti testi tutti finora inediti: Frammenti di Cronache perugine di vari autori 1502-1593; Memorie di Perugia, di Francesco Baldeschi, 1540-1545 -, di Sciro Sciri, 1502-1544-, di Vincenzo Fedeli, 1549-1573-, di Ranieri Franchi, 1563-1579; Frammenti inediti delle Memorie di Teseo Alfani e di Cesare Bontempi, soppressi nella pubblicazione generale fattane nel to. XVI, parte li, dell’Archivio storico italiano (Serie I).

Per i precedenti due voll. ved. la recensione di G. R. Sanesi in Arch. stor. ital., 1888, II, 238-242.

— La signorina E. Errera, dalla quale abbiamo altra volta lodato lo studio sulle Filippiche del Tassoni (cfr. Arch. 1890, VI, 519-20) ne ha pubblicato un altro su la Pietra del paragone politico, di Traiano Boccalini (Milano, Cooperativa italiana, 1891. 8.° pp. 30.) Anche quest’opera è, in forma allegorica e satirica, una vivace protesta contro la preponderanza spagnuola: e la signorina E. va cercando anche in questa se vi sono germi della futura aspirazione all’indipendenza e unità nazionale. L’Aut. espone il concetto generale dell’opera del Boccalini; poi i giudizi di lui sulla monarchia spagnuola, sul mal governo spagnuolo in Italia, sui maggiori pericoli che esso apparecchiava all’Italia nell’avvenire: onde si dimostra come il B, avesse «non solo piena e dolorosa coscienza dei mali dell’Italia al suo tempo, ma anche netta e dolorosa visione dei pericoli avvenire». Infine l’Aut. discorre delle speranze del B. quanto alla redenzione d’Italia; e quantunque creda d’intravedere nel B. una qualche «lontanissima» aspirazione d’indipendenza nazionale, e si compiaccia ch’egli proclami Carlo Emanuele I duca di Savoia «primo guerriero italiano», è costretta a concludere «che la fede nell’avvenire della patria è «veramente scossa nell’anima sua». Infatti, salvo l’odio intenso contro la Spagna, il B. non ebbe mai un concetto chiaro della possibilità e del modo del risorgimento politico dell’Italia.

— Del Bacco in Toscana di Francesco Redi non avevamo ancora uno studio né una edizione critica: il sig. Gaetano Imbert [p. 448 modifica]vi ha provveduto col suo lavoro: Il Bacco in Toscana di Francesco Redi e la poesia ditirambica, con un’appendice di rime inedite del medesimo. (Città di Castello, S. Lapi, 1890. In 16.° di pp. XX, 213). Egli, ripubblicando dai manoscritti il celebre ditirambo, ne ricerca le probabili origini in quelli scritti prima del Redi, e studia l’influenza ch’ebbero su questo scrittore i poeti che lo precedettero; enumera le prime prove del Redi nello stile bacchico, e le l’orme che la poesia di lui successivamente assunse ec.; e da questo lavoro nnnuto egli ò condotto a estendeie le sue indagini sui precursori e sui seguaci del Medico toscano, e a dare uno studio completo della poesia ditirambica in Italia. Onde, distinte tre forme nei ditirambi scritti prima del 1685, anno in cui il B. in T. venne alla luce; la forma anacreontica, la mostruosa e la giocosa; egli discorre partitamente di ognuna di queste, e si ferma a ricordare i poeti che in esse scrissero, come il Chiabrera, il Capezzali, il Cicognini, il Fioretti, il Gualterotti, il Villani, il Panciatichi ec. E, dopo avere studiato il Redi e la poesia di lui, si occupa degli imitatori del Bacco; dei novatori mediocri; del Carli, di Gaspare Gozzi, del Gargallo, che scrissero felicemente in forma nuova; e finalmente degli autori dialettali.

A questo studio accurato segue un’appendice di venti rime inedite del Redi, che l’Imbert ha trovato nei codici Rediani della Laurenziana, e che ora pubblica corredandoli di opportune note.

E. C.


— Il sig. P. Guaitoli ha pubblicato, per nozze Guaitoli-Lancellotti (Carpi, 1891j, Una lettera inedita di L. A. Muratori, del 24 giugno 1730, in cui si parla di «scritture del celebre sig. Salvini intorno all’origine ed antichità di Pontremoli». L’originale si conserva nell’archivio della Commissione di storia patria di Carpi.

— Il prof. Alessandro D’Ancona ha pubblicato, per nozze Aghib-D’Ancona, Parigi, la Corte, la Città. Ragguagli tratti dalle relazioni di Cassiano Dal Pozzo (1615) e di Gio. Batt. Malaspina (1786) (Pisa, Nistri, 1891. 8.° di pp. 42). La relazione di Cassiano dal Pozzo, che accompagnò nel 1625 il card. Francesco Barberini legato in Francia, (tratta da un ms. della Biblioteca nazionale di Napoli, X, E, 54) descrive la corte di Luigi XIU; quella del Malaspina, che fa parte della Relazione del suo viaggio in Portogallo in compagnia del marchese Del Vasto plenipotenziario napoletano (ms. nell’Archivio di Stato di Firenze) descrive la città. Di quest’ultima diede già un saggio I. Del Badia, nella sua Miscellanea fiorentina, n. 6, pubblicandovi il Ragguaglio di Firenze; e tanto questo, quanto il nuovo Ragguaglio concernente Parigi, sono così pieni [p. 449 modifica]di curiosi particolari, e scritti con tanto buon senso e spirito pratico d’osservazione, da far desiderare un’edizione compiuta del Viaggio Malaspiniano.

— La Libreria Hachette di Parigi ha pubblicato il tomo I della Parte III dell’importante opera del Taine, Les origines de la France contemporaine. Mentre la Parte I ha per soggetto L’ancien regime, e la Parte II La Revolution (che si compone di tre tomi: L’Anarchie, La Conquète Jacobine, e Le Gouvernement révolutionnaire), la Parte III ha per soggetto Le regime moderne. Questo primo tomo è un vol. in-8.°, di pp. iv-448, e si spartisce in quattro libri. I. Napoléon Bonaparte; II. Formation et caractères da nouvel état; III. Objet et mérites du système; IV. Le dèfaut et les effets du système. Nel tomo secondo, col quale l’opera avrà il suo compimento, l’A. piglierà «à considérer l’église, l’école, la famille, à décrire le milieu moderne, à noter les facilités et les difficultés, qu’ une société constituée comme la nòtre trouve à vivre dans ce nouveau milieu».

G. S.


— Il nome di Francesco Domenico Guerrazzi è strettamente legato co’ rivolgimenti della Toscana degli anni 1848 e ’49, ed il suo epistolario, per conseguenza, ha interesse grande per la storia. Ne cominciò a raccogliere le lettere il prof. Giosuè Carducci, e ne stampò due volumi a Livorno, co’ torchi del Vigo, da un pezzo esauriti, e che invogliarono del terzo, promesso e non mai pubblicato. Ora la casa editrice di L. Roux e C. di Torino ha messo fuori il vol. I delle Lettere di F. D. Guerrazzi per cura di Ferdinando Martini (in 8.°, di pp. viii-764). Vanno dal 1827 al 1853. Il Martini alle lettere già edite ha aggiunto «le inedite tuttavia, che sono le più, e le più importanti, sì rispetto alla biografia dello scrittore, sì alla storia letteraria e civile del tempo suo». Poche ne tralasciò delle già edite, delle inedite pochissime. A ricordare alcuni fatti ed alcuni uomini corredò il testo di note. In fronte al secondo volume discorrerà del Guerrazzi e del suo epistolario.

G. S.


— In una elegante pubblicazione ornata di 51 fototipie Emanuele Rapisardi tesse la vita di suo fratello Michele, pittore di grido, che nacque in Catania nel 1822, e morì in Firenze nel 1866 (Vita e Opere di Michele Rapisardi e cenni biografici del padre. Prato, tip. Giachetti, 1889. In 8.°, di pp. 280). Egli lo segue affettuosamente in ogni momento della sua vita e nelle sue molte peregrinazioni; dipinge in modo vivo la sua instancabile operosità; e ricorda ad una ad una le innumerevoli pitture che nella lunga [p. 450 modifica]pratica dell’arte diletta uscirono dal pennello del Rapisardi, riferendo anche i giudizi datine dalla stampa e dai critici. Non v’ha dubbio che questa Vita sarà un buon contributo alla storia dell’arte moderna italiana; ma sarebbe stato migliore, se l’Aut. avesse meglio collegate fra loro le numerose ed importanti notizie ch’egli reca, e se si fosse fermato più spesso a discorrere dello stato della pittura italiana in questo secolo e dell’opera degli artisti contemporanei. La pietà filiale confortò lo stesso Aut. a darci alcuni cenni di Giuseppe Rapisardi, suo padre, anche lui pittore stimato; e queste brevi notizie completano la biografia di Michele.

E. C.


Necrologio.


— Il 17 gennaio muore in Dresda in età di 79 anni il bibliografo Julius Petzholdt. Nella Rivista delle Biblioteche, diretta dal D.r Guido Biagi, III, pp. 93-95, oltre un breve cenno necrologico, è una bibliografia delle opere del P., che verrà continuata nei fascicoli futuri.

— Il 1.° maggio muore in Monaco di Baviera Ferdinando Gregorovius in età di 70 anni. La sua Storia della città di Roma nel medioevo, e le altre sue pubblicazioni, largamente note, di storia italiana, scritte con caldo affetto e con genialità di forma, faranno sempre caro il suo nome agl’Italiani. La nostra Deputazione si onorò di averlo tra i suoi soci corrispondenti.

— Il 5 maggio muore in Spoleto sua patria il barone Achille Sansi, socio ordinario della nostra Deputazione. Ne sarà fatta commemorazione in un prossimo fascicolo.




VINCENZO GINANNESCHI.


Il 22 di febbraio di quest’anno moriva in Firenze l’avvocato Vincenzo Ginanneschi, ch’era nato a Castel del Piano nel Montamiata il dì 14 dicembre 1816. Indirizzato dal padre, dotto giureconsulto, allo studio delle leggi, e ottenuta in quelle la laurea, nell’Università di Siena, s’avviò per la carriera giudiziaria. Ma presto la lasciò, per essersi incontrato in Giovambatista Niccolini. Ammirava il giovane nel grande poeta l’autore del Giovanni da Procida, del Filippo Strozzi, dell’Arnaldo, immortali creazioni che fecero e fanno [p. 451 modifica]anc’oggi palpitar tanti cuori; e voleva accostarglisi: all’uomo illustre, solitario, pieno di speranze e scoramenti, bersaglio di grandi invidie, piacque l’entusiasmo del giovane, la sua natura franca ed aperta; parvegli aver trovato una difesa e un conforto, e lo volle con sé. Cosi per quasi tre lustri, in casa e fuori di casa, al passeggio ed anche viaggiando, si trovò il nostro a sentirgli dettare o a scrivere per lui gran parte delle composizioni che sono a stampa, e altre ancora che il poeta, non appena dettate, lacerava o bruciava, ma che il Ginanneschi riteneva nella memoria, pronta e tenacissima. Dopo anni ed anni, ricordava benissimo e recitava molte di quelle composizioni. Alcuni frammenti d’un poema in ottava rima sul Bonaparte, che il Niccolini avea cominciato a comporre, ma che non fu scritto, vennero in luce nei Ricordi della sua vita e delle opere, editi nel 1866 dal Vannucci, che proprio dice averli avuti, con altre notizie sul grand’uomo, dal nostro Ginanneschi, "che lungamente (parole d’esso Vannucci) gli rimase assiduo compagno, ed ebbe cura gelosa de’ suoi scritti e della sua vita„. Alcuni, ma pochi, di quei versi e ricordi, in copia e anche autografi, anche proprio di quelli messi in brani dall’autore, si conservano presso la famiglia del Ginanneschi. La quale, del resto, dovrebbe conservare, se non tutti, certo la maggior parte dei manoscritti Niccoliniani, donati dall’autore, con una sua lettera, all’intimo e fido amico, se per un atto di estrema delicatezza questi non avesse creduto doverli cedere ad altri che vi accampava non so quale diritto.

Dopo la morte del Niccolini, non ritornò il Ginanneschi alla professione delle leggi. Proprietario di alcuni fondi rustici presso Firenze, si voltò alla scienza e alla pratica dell’Agricoltura; e nel 1875 pubblicò un libro Intorno allo stato dell’agricoltura nel Comune di Sesto, che fu premiato dal Comizio Agrario fiorentino, di cui egli era socio e fu segretario più anni. Altre cose ancora diede in luce nell’Agricoltura Italiana, giornale dell’Istituto Agrario di Pisa, e indi in quello dell’Agricoltura pratica, fondato nel 1882 dal Comizio fiorentino, e da lui diretto. In tutti i quali scritti mostrò non solo perfetta conoscenza dei soggetti presi a trattare, ma eziandio una cultura letteraria non comune oggi a chi fa professione di tali studi. Quindi per opportune allegazioni d’autori antichi e moderni, per lucidità e ordine d’idee, per semplicità e proprietà di dettato, sono quei suoi scritti di grata e utile lettura anche ai profani in quelle materie.

Ma le non comuni qualità dell’ingegno erano in lui vinte da quelle dell’animo. Fu per bontà dell’animo, per non aver saputo vincere gl’impeti del suo cuor generoso, se di agiato molto ch’egli era si trovò tutto in un tratto povero. E fu allora che, per non mancare in qualsifosse onorato modo alla famiglia, cercò ed ebbe rifugio tra i libri e [p. 452 modifica]documenti di cui fa professione questo periodico; e nella sala di studio del R. Archivio di Stato passò dodici anni, gli ultimi della sua vita, a sfogliar cataloghi, a studiare e trascrivere documenti per molti dotti italiani e stranieri. Oreste Tommasini e Pierdesiderio Pasolini, Bertoldo Zeller, Ottone Hartwig, Paolo Durrieu, Luigi Thuasne, Eugenio Müntz, per ricordarne solo alcuni, ebbero da lui valido aiuto di ricerche, e messe abbondante di estratti e copie di documenti preziosi pei loro studi e per le loro pubblicazioni. Leggendo e trascrivendo, si appassionò anch’egli di quei libri e documenti, e appuntò e trascrisse anche per conto suo. E in questo stesso periodico, pubblicò dapprima, col titolo di Un incidente della Diplomazia fiorentina in Roma nel secolo XVI, una raccoltina di lettere passate tra il duca Cosimo e Averardo Serristori suo ambasciatore a quella corte nel 1554, poi una bella recensione del Diarium Joannis Burchardi, integralmente edito per la prima volta dal Thuasne in tre volumi, tra il 1883 e l’85. E altro certamente avrebbe potuto scrivere e stampare, se non lo coglieva una lunga infermità e poi la morte.

Fu il Ginanneschi di mezzana statura, di sana e robusta complessione, incurante d’ogni disagio. Sopportò con fortezza d’animo insuperabile le avversità della fortuna: sempre ilare e sereno nell’aspetto, arguto e festevole nel conversare, bastò a compensarlo della perdita delle sostanze, del lavorare assiduo, spesso ingrato e inferiore alla sua cultura e al suo ingegno, l’affetto non mai venutogli meno della famiglia, la stima e l’ammirazione di tutti i buoni.

Firenze, nel giugno del 1891.