Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
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Lorenzo de' Medici - Opere (1913)
III. Rime
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III
RIME
Indice
I. [Amore ispiri alla sua donna compassione di lui.]
II. [S’invaghí della sua donna in primavera.]
III. [«Ben guardi ogn’uom pria che sia mosso».]
IV. Sonetto fatto per una donna che era ita in villa.
V. [Privo della vista della sua donna, ha perduto ogni bene.]
VI. [Felice la terra ove dimora la sua donna.]
VII. [La sua donna agli altri dá pace, a lui guerra.]
VIII. [«Colui alfin vince, che la dura».]
IX. [Per una statua della sua donna.]
X. [Per un ritratto della sua donna.]
XI. Sonetto fatto a Reggio, tornando io da Milano, dove trovai novelle che una donna aveva male.
XII. [«Spesso si perde ove s’acquista».]
XIII. [Privo della sua donna, non può vivere.]
XIV. [«Lieve cosa è mutar il lieto in orrido».]
XV. [Vive in perpetua contradizione con se medesimo.]
XVI. [Morrebbe per lei con gioia.]
Sestina I. [Privo di speranze in Amore, aspetta la morte.]
Canzone I. [Ben conosce che Amore lo ha fatto schiavo; ma non sa né vuole liberarsi dalle sue catene.]
XVII. [La sua vita, avanti lieta, Amore ha fatta simile alla morte.]
XVIII. [Combattono in lui Amore e Fortuna: né sa chi dalla lotta uscirá vincitore.]
XIX. [Anche il sole resta stupefatto nell’ammirare la bellezza della sua donna.]
XX. [Il sole splende piú fulgido, temendo non sia superato dal chiarore degli occhi della sua donna.]
XXI. [Sua sola censolazione è che Amore, quanto gli ha fatto, ha fatto a torto.]
XXII. Sonetto fatto per un certo caso che ogni dí si mostrava in mille modi.
XXIII. [Mancando la speranza, cresce il dolore ed è desiderabile la morte.]
XXIV. [Seguirá il suo triste fato, tranne che la sua donna o morte non gli facciano volgere cammino.]
XXV. [Non sa, di Amore, Fortuna e Speranza, qual egli sia maggior nemico.]
XXVI. [È attratto dai vezzi della sua donna, come l’uccelletto dal visco.]
XXVII. [«Ah quanto poco al mondo ogni ben dura»!]
Canzone II. [Meglio morte che star lontano da lei: pure è lieto sentendo che il suo esilio le dispiaccia.]
XXVIII. [Il ricordo del passato contento raddoppia il dolore.]
Sestina II. [«Al tutto ho in odio e fuggo libertate».]
XXIX. [Il solo aspetto del volto sereno della sua donna volge in dolcezza le antiche pene.]
XXX. [Perché l’anima trema e paventa quando si appressa il tempo di conseguir mercede?]
XXXI. [«Folle è tua speme».]
XXXII. Sonetto fatto per un amico.
XXXIII. [Meglio è non conoscere le dolcezze d’Amore, che esserne poi del tutto privato.]
XXXIV. [Lo abbandonano anche i dolci pensieri d’Amore.]
XXXV. Sonetto fatto a piè d’una tavoletta dove era ritratta una donna.
Canzone III. Canzona fatta sendo malata una donna.
XXXVI. Sonetto fatto andando in Maremma lungo la marina.
XXXVII. Sonetto fatto per un sogno.
XXXVIII. [Vana visione della pietá della sua donna.]
XXXIX. [«Vivo sol per brama di morire».]
XL. [Si diparte suo malgrado dai dolci pensieri d’Amore.]
XLI. [«Vòlto è il dolce in amaro».]
Sestina III. [Triste coscienza del suo stato amoroso.]
XLII. [Solo la Morte sta ferma nella caducitá delle cose umane.]
Canzone IV. [Le incertezze dell’amore e della vita.]
XLIII. [Il tempo fugge e vola.]
XLIV. [Vana speranza di sfuggire ai tormenti d’Amore.]
XLV. [Si rinnovano nel petto a quando a quando le fiamme d’amore.]
XLVI. [«Al suo degno amore il Ciel mi tira».]
XLVII. Sonetto fatto in sul Rimaggio.
XLVIII. Sonetto fatto di Rimaggio a certi che vi s’erono trovati a far festa.
Canzone V. [Il poeta lascia la via trista dell’amore e dá a miglior vento le sue vele.]
XLIX. Sonetto fatto per un amico innamorato di nuovo, che lo mandò alla dama.
L. Sonetto fatto al duca di Calavria in nome di una donna.
LI. Sonetto fatto per alcuni poeticuli che dicevano Bartolomeo Coglioni dovea far gran cose che infine si risolverono in fumo.
LII. Sonetto fatto per il duca di Calavria, quando la S. andò al Bagno.
LIII. [Le lusinghe dell’amore antico.]
LIV. A Feo Belcari.
Sestina IV. [Invano cerca d’obliare tra le bellezze della Natura la fiamma antica.]
Sestina V. [Amore e Fortuna saettano il poeta.]
Canzone VI. Canzona fatta per Lauretta, donna di P. F.
LV. [Amore brilla negli occhi della sua donna.]
LVI. [«Deh! torna a riveder quel bel sembiante».]
LVII. Sonetto fatto a Volterra.
LVIII. [Amore ritorna sovrano nell’afflitto cuore.]
LIX. [«Amor, in quanti modi il cor ripigli!».]
LX. [Potenza infinita d’Amore.]
LXI. [Il pallore del volto che ama.]
LXII. [Vicino tormento, lontano desio.]
LXIII. Sonetto fatto a Napoli.
LXIV. [«Amor sol quei c’han gentilezza e fede fa forti a rimirar l’alta bellezza».]
LXV. [Convegno notturno.]
LXVI. Sonetto fatto ex tempore, ad saxum in lucu repertum.
LXVII. [Gl’inganni d’Amore.]
LXVIII. [Amore fuga il pensiero della morte.]
LXIX. [Dolce è il pianto, «poi che i belli occhi pianger vid’io sí largo e forte».]
LXX. [Amore converte ogni pensiero nel pensiero di lei.]
LXXI. [«Rimembrando il primo tempo».]
LXXII. [A un fiore destinato alla sua donna.]
LXXIII. [La leggenda delle rose rosse.]
LXXIV. [Sogno lusingatore.]
LXXV. [«Levommi il mio pensiero...».]
LXXVI. [Il miracolo delle viole.]
LXXVII. [«L’impresa omai è tarda e l’opra vana».]
LXXVIII. [Il triste fato d’Amore.]
LXXIX. [Il suo cuore sospira nel bel petto della sua donna.]
LXXX. [Anche gli occhi vorrebbero seguire la via del cuore e girsene a lei.]
LXXXI. [«Sempre vive Amore».]
LXXXII. [Invano chiede al bel fiume notizie della sua donna lontana.]
LXXXIII. [Alla violetta donatagli dalla sua donna.]
LXXXIV. [Effetti dello sguardo amoroso.]
LXXXV. [I sospiri d’Amore.]
LXXXVI. [La sua donna trionfa su Amore, sulle Grazie e sulle virtú.]
LXXXVII. [Nuovi ingegni d’Amore.]
LXXXVIII. [Dolci miracoli.]
LXXXIX. [«Sí bella è la mia donna».]
XC. [Il pianto della sua donna ha reso pietoso anche Amore.]
XCI. [Le lacrime.]
XCII. [Dolci inganni d’Amore.]
XCIII. [«Amor novi sospir dal mio cor move».]
XCIV. [I lunghi giorni degli affanni amorosi.]
XCV. [Fallaci speranze ed eterni tormenti.]
XCVI. [Amore difenda i suoi occhi contro l’altèro sguardo della sua donna.]
XCVII. [Gli occhi.]
XCVIII. [Un dubbio d’Amore.]
XCIX. [Dura memoria degli affanni d’Amore.]
C. [A Paolo Cortese.]
CI. [Invoca la sua donna ne’ luoghi giá da lei allietati con la sua presenza.]
CII. [Non sa vivere lontano dal suo bene.]
CIII. [Lontano dagli occhi di lei, ricorda tristamente il suo cammino amoroso.]
CIV. [Al poeta, contento de’ suoi tormenti, piace la servitú d’Amore.]
CV. [Poca gloria ha Amore, se ha acceso l’ésca di tanto foco.]
Canzone VII. [Il core, vinto dagli occhi della sua donna, attende morte o guiderdone alle sue pene.]
Canzone VIII. Canzona fatta trovandomi un dí dove erono certe donne, non senza mio pericolo.
Ballata [I pensieri d’Amore.]
CVI. [Nuova ferita d’Amore.]
CVII. [«Gran fiamma in un tratto non si spegne».]
CVIII. [Potenza dello sguardo della sua donna.]