Memoriale di Paolo dello Mastro (De Antonis)/Testo

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Avvertenza

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Al Nome sia dell’Altissimo Dio, e gloriosa Vergine, e di tutti li Santi della Corte del Cielo, che ce prestino grazia, che potamo bene, et honestamente viuere in questo mondo. Questo sarao un libro de memoria delle Cose, che occoreranno fatto per mi Pavolo de' Benedetto di Cola dello Mastro dello Rione di Ponte nell’anno 1422 adij ultimo di novembre1.


Crescenza di fiume.Raccordo lo Pauolo predetto, che in nell’anno 1422. a dii ultimo di novembre lo die di Santo Andrea Apostolo lo fiume di Roma cresceuo si forte, che allacao in molti lochi, cioè allo Altare granne de’ Santo Cielzo, et ionze à quello lione che stao rempuosto in nello Palazzo dello Conte de’ Tagliacuozo lo menore, e coperse l’archi di Ponte Santi Petri, et in Santa Maria Retonna rimase priva (?) pei più de’uno mese, perchè se aparao la Chiavica, che è dentro, e fece molto danno per Roma, perchè la Crescenza fu si subita che lomo non repoteo reparare. Lo crescere ello screscere durao tre die2.

Sole scurito.Fo recordo Io Pauolo, che nell'anno 1431. adij XI di febraro in nelle vinti hore scurìo lo sole, e questo notificao la morte di Papa Martino V°.3.

Morte di Martino V.Recordo Io Pauolo in nell’anno 1431. a dij 14. di febraro à doi hore innanzi die morìo Papa Martino V°., e fù de’ Casa della Colonna, lo quale visse in nello Papato quattordici anni e tenne uno quieto, e tranquillo stato, che se annaua con l’auro in mano attorno a Roma a doi ciento millia de’ notte e di die sicuro, e fece uno granai bene alla città di Roma.

Cardinali in ConchiaveRecordo Io Pauolo, che a dì primo di marzo 1431. li Cardinali si miseno in Conchiave in nella Minerua e fu di Jouedie [p. 2 modifica]ad 24. hore, e fù sbarrata la Piazza4 della Minerva, e fu guardata da Romani.

Eugenio quarto. Recordo Io Pavolo, che in nell’anno preditto a dì tre di Marzo alle 21 hore fu creato Papa Eugenio IV°. e fu de Sabato, lo quale si chiamava Monsigniore de’ Siena, e abitava in Tristevere, e fu Venetiano5.

Coronazione di Eugenio IV. Recordo Io Pavolo che in nell’anno preditto a dì XI di Marzo fu coronato Papa Eugenio in nelle Scale di Sancto Pietro, e miseli la Renno in Capo lo Cardinale di Sancti quattro, e poi annò a Sancto Joanni Laterano, e fu adestrato dalli Offitiali di Roma, e poi se ne tornò à Sancto Pietro.

Nipote di Martino V a Roma come nemico. Recordo Io Pavolo preditto, che in nell’anno 1431 a dì 22 di Aprile, e fu lo die di Sancto Ivorio venne lo Prencipe, cioè lo Nepote di Papa Martino V°. e pigliao Porta da Via6 come Nemico, e venne per infino a Sancto Iuorio, e la si fisse. Partissi Stefano Colonna adì 24. di Aprile, e venne per infino alla Casa, e poi venne a Sancto Marco con molta Jente darme, e fanti, e là trovao la sbarra de’ Romani, e fecero un' granne Battaglia, dove che Stefano Colonna fu rotto, e sconfitto da Romani, fulli sbudellato lo Cavallo sotto, e furno presi de’ molti della soa Gente, e fulli messa à sacco la Casa, e quella dello Prencipe, e molte altre Case de’ loro sequenti7.

Morte di Monsigr: d’Aquileia. Recordo Iio Pavolo, che in nell’anno 1431. a dì tre di Luglio morìo Monsigniore d’Aquileia, lo quale stava a Sancto Biagio della Pagnotta8.

[p. 3 modifica] Recordo Io Pauolo preditto, che in nelli 1432 a di 17 di febraro la Domenica ultima dello ditto mese se menno la Moglie Giuorio mio frate, cioè la figlia di Janni Damiano.

Gelata caduta in Roma Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1432. adi 7 di Aprile cadè una Jelata sì terribile che guastao tutte le vigne di Roma, e fece uno granne danno.

Recordo Io Pauolo preditto, che in nell’anno 1432. a dij tre di novembre nacque a Giuorio mio frate, a prima soa Rede femina, alla quale ponè nome Lucretia, Dio le presti bona ventura.

Pace fra Eugenio e Gismondo Imperadore. Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1433 a dij sette di aprile fu dichiarato in Concistorio la Pace frà Papa Eugenio quarto, e lo Imperatore Gismondo, e fu bannita per Roma.

Venuta di Gismondo Imper: a Roma. Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1433. a dij 21. di marzo venne lo Imperadore Gismondo à Roma, et entrao per Porta Castiello, e folli facto molto honore, cioè, che fu messo sotto Palio d’oro coll'arme della Ecclesia, e dello Puopolo, e l'arma soa, e iocauoli innanti li Jocatori di Testaccio, e molti altri colle facole, e colle parme d’oliuo, e venne l’incontro lo Confalone dello Puopolo di Roma, e fu adestrato dalli Conservatori e Caporioni, e molti altri Principi di Roma per infino alle Scale de Sancto Pietro, e la trovao lo Papa Eugenio quarto colla sede parato, e pigliarosi per la mano, e gero allo Altare granne de Sancto Pietro, e la odiero una messa, e poi se ne vennero insiemi dalla Nave dello Sodario, e là li forno posti doi scandetti con doi Capitali, doue se inginocchiorno, e folli mostrato lo Sodario benedetto.

Coronattione di Gismondo Imper. Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1433. adij ultimo di Maio fu incoronato lo Imperadore in Sancto Pietro con tutte quelle Cerimonie che si fanno, e poi che fu detta la messa se partiò esso, ello Papa, elli Cardinali, e gessiero de Sancto Pietro, lo Imperadore venne colla Corona in testa d’oro, e fu portato pesoli per infino a’ pede alle Scale di Sancto Pietro, e là aspettao lo Papa, poi chello Papa fu venuto stettero un pezzo insiemi à favellare, e poi cavalcao lo Papa, ello Imperadore, e giero insiemi9. Lo Papa annava ’a mano dritta, et accompagniaolo per infimo alla Concave di Piazza Castiello, e fuorno adestrati dalli Offitiali di Roma, e poichè furono alla Conca10 lo Papa se tornò allo Palazzo, e lo Imperadore [p. 4 modifica]pigliao la Via à Sancto Janni Laterano, e quando fu in nello Ponte Sancto Pietro, là fece Cavalieri lo figlio di Carlo Orsino, lo quale hà nome Misser Roberto, e fece più altri Cavalieri, e poi se nè gio a Sancto Janni per questa via, cioè per via de Papa per infino a Sancto Marco, e gessìo à Spoglia Christo, et annao a Torre delli Conti, e pigliao per Portogallo e gio a Sancto Janni, e basao l’Altare granni che era bora di Vespero, e pigliao la soa Devotioae11, e tornao a pranzo a Sancii quattro e poi tornò allo Palazzo, lo quale era quello, come sali lè Scale eli Sancto Pietro a Mano manca, e pei la molta Jente12 che era in Roma in questo tiempo li impedimentiero (sic) lo camino, che quando fu a Casa erano 24 hore, e tutte queste Cose furono in questo die ultimo di maio 1433. Lo die di Pasqua Rosata.

Partita da Roma dì Gismondo imper:e. Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1433. a dij 13. di agosto lo imperadore si partio de Roma con tutta la soa Gente, e gessio per Porta Salara, e gio verso lo suo Paiese.

Niccolò Forte-Braccio e Conte Antonio Pontedera presero Ponte Molle. Recordo Io Pauolo che 111 nell anno 1433. a dij 25. di Agosto lo die di Sancto Mar torneo venne Nicolò Fortibraccio, e lo Conte Antonio de’ Pontedera13 con molta Jente, e pigliaro Ponti muolli, e Ponte mamolo, e Ponte Lementano, e passaro innello latio, e predaro de molto Bestiame14, e fece io molto danno a’ Romani, e pusò15 li Stendardi soi a Sancta Anese, e quello die si partio Papa Eugenio e gio in Castiello, e poi venne in Sancto Lorienzo in Namaso, et a certi dij da poi se ne andauo in Fristevere.

Romani impadroniti di Roma.

Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1434. a dij 29. di Junnio16 li Romani pigliaro la Signoria di Roma, e gridavo viva lo Puopolo, e la Libertà, e fu di Sabato a 22. hore, e la notte vennero pigliaro lo Campituoglio, e dierno parecchie ferite allo Senatore17 e cacciarolo via, e poi se ne andaro in Trastevere dove stava Papa Eugenio, e pigliaro lo [p. 5 modifica]Camerlengo18, cioè lo Nepote dello Papa, e miserolo in prigione in Campituoglio. In questo die se partio lo Cardinale dell’Ursini e quello delli Conti, e miserosi in casa de’ Pavolo di Govio, e li stettero per infine a dij 2 di loglio19, e poi li Signori mannaro un banno, che a pena della Testa niuno Signiore, nè Barone se dovesse accostare in nelli Tenimenti di Roma, donne che lo Cardinale delli Conti se partio la notte à quattro hore di Casa de’ Pauolo de Govio, e per una Sannola se nè anno in Castiello Sancto Angelo20.

Ricordo lo Pauolo che in nelli 1434 a dij 4 di Luglio Papa Eugenio quarto se fugio dello Palazzo suo de Trastevere, come fraticello dell’ordine de Sancto Pauolo, e gio à riparomea esso con un’altro fraticello21, et in una Barchetta per fiume se ne anno per infino ad Huostia, donne che fu saputo in Roma la soa partenza, si trasero dereto certi Jovini de Roma per terra con valestra e sassi, e siilo incalzare per inlino ad Huostia remettendolo sempre a latrone, et a’ busciarone, et a Huostia trovò una Galeazza22, e misesi in Mare, e annò a Firenze23.

Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1434. a dij 29 de’ ottobre24 la sera de’ Sancto Simeone e Taddeo venne la gente della Ecclesia, cioè lo Patriarcha de Corneto messer Jo: Vitelleschi25, et Ursino, et annaro a porta de’ Sottiguiano, e gridarono viva la Chiesia, lo trattato, che era dentro se uno rumone (sic) 26, et andaro alla porta, et tuolsero la porta, ella Jente della Chiesia entrao dentro; quanno fu sentito questo in ponte, se leuò rumore alla Sbarra, e pigliao la Sbarra, e quelli di Castiello, cioè Baldassarre de Offida27, ella soa [p. 6 modifica]brigata entrò dentro, et annaro allo Campituoglio, e pigliaro lo Campituoglio, e spresonaro lo Camerlengo e menarolo a Castiello. Allora per scò, e colla sio de’ Bocchalua28 se nascosero in Casa nostra, perche lo detto per (sic) era stato delli Signori. Item (sic). La dimanè seguenti venne lo Camerlengo e cacciao de Castiello tutti quelli prisoni, che furo presi in quello trattato doppio che fu fatto in Castiello, ciò fuoro29 Valeriane Muto.Valeriane Muto e Jacomo de’ Roma, huomo de’ arme, Licito Mataleno30 et altri Cittadini che furono presi in quello trattato.

Ms: Gio. Vitelleaehi da Corneto Patriarca Alessandrino. Fresa di Palistrina e Zagarolo. Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1436 adij 17 di Agosto lo Patriarcha Alessandrino, cioè Misser Joanni Vitelleschi da’ Corneto, pigliao Palestrina, e Zagaruolo, e Gallicani, Rienzo Colonna sè ne fuggio esso, elli suoi seguaci31.

Poncilletto Venarazieno (sic).Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1436 a dij 10 di settembre fu attenagliato Poncilletto 32 da Campituoglio per infino in Campo de fiori, e li in mi paro di forche fu impiccato, Questo li fu fatto perchè leuao rumore in Roma quando li Romani gridarò viva lo Puopolo e la Libertà, come aio scritto qua reti, et esso stette in Campituoglio tutto quello tiempo, che Romani hebbero la Signoria, e non se faceua in Roma piu, che lui volesse, e poi doppo questo si condusse a pigliare una delle porte33 de’ Roma come Rubello di Sancta Chiesia, e per questa cascione fu muorto.

Recordo Io Pauolo, che nelli 1437 a die 2. di febraro lo die di Sancta Maria in Canneloro me menai Jacovella mia moglie a Casa.

Recordo Io Pauolo preditto che in nell’anno 1437 adì 9 di xmbre la notte della Concettione della nostra Donna, e fu lo lonedi à notte alle cinque hore mi nacque una mia prima rede femina, alla quale pognìo nome Nistasi. Dio li faccia gratia, che pozza esser bona serua d’esso Dio, e che pozza bene, et honestaniente vivere in questo monno e che Dio li presti bona ventura.

[p. 7 modifica] Furto fatto in S. Gio. Luterano alle Teste di SS. Pietro e Paolo. 34Fu revelato essenno revelato, fu cercato di pigliare li malfattori. Questi erano dello Regame, et erano Beneficiati di Santo Janni et haveano uno Zio Canonicho della ditta Ecclesia, et avea nome Misser Nicola, et era dello Regame allo quale35, sentenno lo maleficio pigliò questi suoi Ncpoli, e disselli quello che havea sentito di loro, e quelli li palesano tutto, e dieroli quelle prete, che non aveano vennute, e lo ditto Misser Nicola li mandò via verso Campagnia à dij dapoi non trovanno li malfattori, fu preso Misser Nicola lo Zio, e menato denanti allo Governatore di Roma, e domandollo de questo fatto, e lui sempre denegava, et in fine fè lo sacramento, che non ne sapea niente, e questo fece per non incolpare li suoi Nepoti, non che esso ci fosse incolpato a niente, ma per lo sacramento, che ne fece fu condannato a muorte, e fu cercato per li malfattori; e fuoro ionti de sopra à Velletri, e fuorono menati a Roma, e fuoro martoriati, e confessaro tutto et a cui l’aveuano vennute, e quelli che aveano comperato fu de bisognio che rendissino le ditte preti, e perle, e perdierono36 lo prezzo, che ci haueuano speso, e li malfattori fuorono connannati a muorte per questa forma, cioè, che lo (x) ditto messer Nicola Garuofolo, e Capo Guocciola37 fuoro desgradati in nello Aracelo, e poi furo posti in tic Caie38 di legnio in nella Piazza di Campo de Fiore, che stavano relevate in alto un’asta de’ Lancia, e lì stetteno tre dij, e tre notti, mai non finco de provare (sic)39 e poi furno menati à Campidoglio, e fu letta la Sententia, che lo ditto Messer Nicola fosse menato a Cavallo anti de reto40 per infine in nella Piazza de Santo Janni, et in quello ormo doga esser impiccalo, e lo detto messer G. e Capochuocciola degano essere trascinali alla Coda de’ doi Asini per infino in nella ditta piazza, c li li degano esser tagliate la mano ritta41 e chianellarle in quello muro dove stavo...... ella lopa42; [p. 8 modifica]e li corpi loro degano esser brusciati così fue fatto, et a dij da’ poi fuorono rechonficate le ditte prete, e perle in nelli detti Apostoli, e lo Senatore lesse una Bolla, che anno quelli de Santo Janni43, che la fece quello Papa, che adornao quelle teste che a pena di scommunicatione chi mai trovassi44 overo penzassi di toccare le ditte cose, e poi fu concesso allo Puopolo che potesse sallire suso alli detti Apostoli, e vedere, e toccare, come piacea a loro, che a voler raccontar la nobiltà delle dette cose serria inestimabile a dirlo, che mai non fu veduta la più eccellente cosa, e de tutto questo ne fu fatta memoria in quello muro come entri in nella prima porta de Santo Janni da’ mano dritta.

Janni Vitelleschi da Corneto Card. di Firenze fatto prigioniero.Recordo Io Pauolo preditto, che in nelli 1440 a dij 9 de marzo 45, e fu lo sabato de’ Palme, lo Castellano de Castiello Santo Angilo, che se chiamava messer Antonio de’ Redi da Padova46 pigliao lo cardinale di Firenze, che era messer Janni Vitelleschi da Corneto, e pigliavolo alla porta dello Castiello; stavono affavellare con esso, li pig1iao le retine47), e disse: Voi sete presone, et in quello stante li fu calata la Caditora denanti, et de reto li fu tirata una Catena, che stava sotterrata in terra, e non fu potuto aiutare da persona, perchè le Genti de’ arme soe, che menava era passato porta dello bronzo48, e li fu calata la Caditora, che non potiero tornare ad aiutarlo; e fu presone, e messo in Castiello, et esso fece una granne deffesa, e saltava la Catena, et uno lo grapao con una lancia a rampino, con fatiga lo diero in terra, e deroli doi ferite una in nella gota, e l’altra sopra lo genuochio, et a forza sei dij lo fero morire49; e fu sepellito in nella Minerva, e l’arma so a erano doi Vitielli,50 uno d’oro e l’altro celestio.

[p. 9 modifica]Recordo Io Pauolo che in nell’1441. a dij 15 di febraro, e fu di mercordi, in nellora delle messe me riaque da’ Jacovella mia moglie una mea erede maschio, alla quale Benedetto mio Padre, perchè naque de’ mercordìe, che è lo die de’ Santo Lorienzo, volse che li fosse posto nome Rienzo; lo Dio li presti buona ventura in questo Mundo, e che possa esser buono homo.

Recordo Io Pauolo, che in nell’anno 1441 a dij 25 de marzo, e fu di venerdì, à Giuorio mio frate nacque da Angelora soa moglie uno figlio maschio, allo quale pone nome Mariano; Dio li conceda grazia, che possa esser buono homo in questo Mundo.

Recordo Io Pauolo, che in nelli 1441 a dij 17 di luglio lo die de reto a Santo Alesso, e fu de’ martedie, se morio Nastasi mia figlia, alla quale Dio l’aia misericordia ad essa, et a tutti quelli, che sò passati da questa presente vita.

Recordo Io Pauolo, che in nelli 1441, e fu l’ultima domenica di Settembre, Benedetto mio Patre maritao Renza nostra sore a Rienzo dei Coluza de’ Cecolo, e deoli fiorini ottocento fralla dote e lo acconcio, e feceli lo mezo (?) dello velluto, e questo appare per contratto di Pietro Mellino pubblico Notaro.

Venuta a Roma dell'Abb:e di S. Antonio Sig:r Grande del Prete Janni, venuto da Egitto. Recordo Io Pauolo, che in nelli 1441, a dij 9 di ottobre vene a Roma uno Abate de’ Santo Antonio, lo quale era de Egitto, et era uno granne Signiore dello Prete Givanni51, e venne con forza 12 monaci, e quanno entrao la porta fu adestrato dallo Castellano de Castiello, lo quale avè nome misser Antonio da Padova, e dall’altro lato li Conservadori di Roma, li quali erano o Mancino, e Pauolo Sanguignio, e Antonio Baffo,52 e questi lo adestrao per infino a Santo Biasio, e poi lo adestraro li Caporioni per infimo a Santo Lorienzo in Namaso53, e li desmontaro, e lo seguenti die54 li fu mostrato lo Sodario55, e poi li fue mostrate le Teste de’ santo Pietro, e Pauolo, e quelli dij lì fu fatta una nobile processione, e questo li fu fatto, perchè erano X piani de foco e crescèro in nella fede dello Battismo56.

[p. 10 modifica]Recordo Io Pauolo che in nelli 1441. a dij 15. di ottobre, gìo Tomas mio fratello allo studio di Peroscia collo figlio de Stefano Matharano e collo figlio dello Mancino, et à pochi dij se ne annò a Siena.

Fra Berardino predicatore. Recordo Io Pauolo, che in nelli 1442 dello mese di maio, venne in Roma uno Predicatore chessi chiamava frate Berardino, lo quale predicao in nella piazza dello Aracielo alla guglia, et era piena la piazza, e li mieroli di Campituoglio de gente; che fu stimato, che a quelle prediche ce fossero x mila persone57; e mise de’ molti paci in Roma58, e fece battezzare parecchi Judij, e fece abrusciaro Finiccola59, che era una granne fattucchiera e strega; ellì, in quella piazza di Campituoglio furono portati tutti i giuochi de tavole, e carte che erano in Roma, e fu fatto uno Gastiello de legnamele, e lì fu abrasciato60 unni cosa.

Presa di Napoli. Recordo lo Pauolo, che in nelli 1442, dello mese de Jugnio a 26 dii lo Re di Raona61 pigliao Napoli, che lo aveva tenuto accampato parecchi anni, e funne messo a sacco una granne partita62.

Recordo Io Pauolo, che in nelli 1442, a dij 20 dello mese de Ottobre, moro Juliana mia Zia sore de mia Matre, che stava maritata con casa de’ Guiduero de’ Parioni, a cui Dio aia misericordia allanima soa.

Recordo Io Pauolo, che nelli 1442, a dij 13 del mese di Decembre, e fu de’ Jovedì, naque a xpofano de Rosa una soa prima rede, de’ Gironyma mea Cunata figlia de Jo. Cecho Jo. Bellem°, alla quale pone nome Lucretia; che Dio li presti bona yendra in questo Mundo, e che esso Dio la faccia bona femmina.

Recordo Io Pauolo, che in nelli 1443, a dij 12 de maio e fu de’ Domenica, in nelli Matutini, a’ Giuorio mio frate nacque da’ Agnilora soa moglie una rede femina, alla quale ponè nome [p. 11 modifica]Julia, Dio la faccia bona serva desso Dio, et esso li presti bona ventura in questo Mundo.

Pavolo della Molara fatto prigione. Recordo Io Pauolo, die in nelli 1443. a dij 24 de’ maio, e fu de’ venerdì, fu preso lo sig.r Pauolo della Molara63, lo quale fu manato cercando in Campituoglio, e come fu suso, fu fatto presone, e fecelo pigliare lo Patriacha. cioè Maestro Luisci64 et era Cardinale de Santo Lorienzo in Damasco, e Pavolo della Molara fatto morire. questo fu uno venerdie, e tenello infine allo lunedie seguente, e lo lundei, su li matulini, li fece tagliare la testa in nella sala della rascione65 de’ Campituogiio, e poi la fece portare in nello Aracielo, e lì fu trovato la manina per tempo, a cui Dio perdoni.

Recordo Io Pauolo, che nelli 1443. a dij 23 dello mese di Jugno fu la vigilia de Santo Janni ne’ mañamo a marito Renza nostra sore, e Rienzolo de Coluza de Ceccholo dello Rione de Regola, a cui Dio li guardi insieme, e qui dì sotto scriveremo li pegni della detta Renza.

Renedetto nostro Patre duc. ij.
Angelo Deiabò duc. ij.
Francesco dello Scrofolaro duc. ij.
Giuorio de Benedetto duc. ij.
Xpofaro de Rosa duc. i.
Guidoro duc. 1/2
Mariano de Mascio de Tino duc. i.
Janni Scõ de Becchaluva ine. i.
Antonio Damiano duc. i.
La Moglie de p Teliõe spetiale duc. i.
Francisco de Baroarino duc. i.66

[p. 12 modifica] Eugenio 4. Papa, venuta a Roma.

Recordo Io Pauolo, che nelli 1443, a dij ultimo di settembre,67 Papa Eugenio quarto revenne a Roma, e fu uno Sabato alle 22 bora, et entrao per porta dello Puopolo, et in santa Maria dello Puopolo dormìo quella notte, e la Domenica dopo pranzo chavalcao e venne sotto palio, e fu adescato dalli offiziaii, e fulli fatto molto honore, cioè elicili fumo coperte le vie dove cavalcao per infino a Santo Pietro, e molte altre feste de’ dèvisali (sic)68, e ionto a Santo Pietro, andao a basare l’altare granne, et alla tornata li fu mostrato lo Volto Santo benedetto.

Ancora recordo Io Pauolo, che in quello die che venne, era da longi a Roma circa a cinque miglia, fece manare uno banno per Roma, e fece più che adoppiare le Gabelle de’ Roma, donne che Romani ne fuoro molto malcontenti, et avarianolli fatto assai più honore, che nolli fecero69.

Aquilotto Cardinal di S. Marco, ammazzato da un suo Cameriere. Recordo Io Pauolo che nelli 1444, a dij 12 dello mese di settembre, fu de sabato nelli 22 bora, ’u trovato muorto nello letto lo Cardinale de Santo Marco70, lo quale se chiamava messer Agnilotto e fu de’ Casa delli Palozi, che svitava all’arco de fosco de Berta71, e furali trovate 32 ferite adesso, tutte mortali, e stette circha a di otto, che mai non fu saputo chi lavessi fatto, e lo Papa fece annare uno banno per Roma, chi avea, overo chi sapea chi havesse fatto lo detto maleficio lo dovesse rivelare allo Vicecamerlengo in penitenza, e sarria tenuto secreto, e sarriali perdonato lo ditto maleficio, e più che guadagnava cinqueciento Ducati d’oro, e questo Banno mannò lo Papa, overo qualche granne Maestro de’ conto per havere la valuta pe ben (sic) cento migliara de ducati che li furro trovati tra denari, e robba.72 Lo ditto Cardinale fu amazzato un die che la famiglia soa era annata a Ripa, che haveva [p. 13 modifica]fatto venire una Nave de’grano per la provisione soa, et era remaso in Casa un suo Cameriere, che lo aveva allevato picolino, lo quale se chiamaua Antoniello de’ Rocca priora, et era figliolo d’una soa matre da’ latte, e lo maledetto Aritoniello quanno vide adormito in su lo letto, e quello annò co’ un’arco, et appuntollilo nella Zina73, e passollo dalli Reni, e poi pigliao uno cortiello, e deoli molte ferite, e poi pigliò uno Zappiliello74, e dicoli in sù la testa, e poi se ne annò dove stava una cassa, e ruppe la ditta cassa, e pigliao quelli denari che volse et arienti, e portolli accasa della matre, e poi tornò credenno che lo Cardinale fosse morto, et annò a Carlo nepote75 dello Cardinale, e piagnienno disce, oimè che Mionsig.r è ammazzato, e quanno annaro alla Camera lo Cardinale era anco vivo76, ma non potea parlare, e gridanno lui insieme con Carlo, Signior mio, chitta muorto (?) lo Cardinale à zennò colle mani al lui77, e lui che era apoiato ad una fencstra disse a Carlo, vedi che dice, che sono entrati, et esiti per questa fenestra, e Carlo se la crese; e fatto che ebbe lo zenno lo Cardinale morì. Lo ditto Antoniello era un’omo, che niuna perzona non averia mai penzato che lui avesse fatto si fatto maleficio, ma perchè lui era stato in Casa a quello tiempo, se stimava che dovessi sapere chillo avesse fatto78, e per questa cascione fu preso, e Carlo coll’altri Parienti dello Cardinale scusandolo79, che non era possibile, che lui fosse stato, e lui dicendo sempre amazzatemi perchè io deti80 fare miglior guardia, e lo ditto Antoniello fu forte martoriato, e mai per martorio non confessò niente. Un die annò lo Soldano ello Vicecamerlengo alla presone, e con loseguie, con dirli che lo Papa perdonava81 à chi l’havesse fatto, li cacciaro de’ bocha, come era stato lui, e chiuto e come, et ogni còsa. Lo ditto Antoniello fu giustiziato in questa forma, che fu trascinato per infino a Casa dello ditto Cardinale, e lì trovò lo Carro82, e fu attenagliato per Roma, et in Campo di fiore [p. 14 modifica]li furono tagliate le mani, e poi fu impiccato, e squartato, e messi li quarti per le porte di Roma, e lo quarto collo Capo remase impiccato in Campo di fiore, e le mani fuoro chiavellate in su lo Ponte de Santo Pietro in quelli archi de Preta, che stao su lo Ponte, una da un lato, e l’altra dall’altro lato;83 et a questo maleficio non ci fu incolpevole (sic) nullo se non lui, che lo confessò de bocca soa, e disse che non l’aveva fatto a petizione di perzona; che in uno die fu penzato et in uno die fu fatto84.

Mons. S. Angelo di Casa Cesarini Recordo io Paolo, che nel li 1444 del mese di . . . Monsignior de St° Angilo85, et era romano, lo quale era de’ casa delli Cesarini, et avitava in Pellicciaria, e fu uno delli più valenti huomini di Italia, lo quale fu mannato da Papa Eugenio in Turchia per commattere la fede, e conquistare de molto Paese86, e in nello soprascritto tiempo mannò allo Papa uno animale chiamato Dormendario, et era secunno vederete figurato in questa faccia87, et era femmina, et era prena, et infautatose in Roma, fece una Dormentaria femmina, et allevasse, et era de’ grannezza più che niuno Cavallo, e quanno se faceva annate forte de’ passo, avevano fatica li Cavalli agiongnierlo correnno; contavase che per uno, bisognio avria camenato in un die cento miglia, e quanno era straccho strengeva li ditti88 cummi, e quanno si volea caricare se colcava in terra, e quanno avea tanta soma che li bastasse, e quello se rizava, e tirava via, e questo animale stette in [p. 15 modifica]Roma più mesi, et Io Pauolo ce cavalcai Rienzolo mio figlio che era molto piccolino89.

Morte del Cardinal Cesarini. Recordo Io Pauolo, che nelli 1445. a dij ... dello mese ... venne la novella che era morto lo Cardinale delli Cesarini in Turchia, lo quale mannò Papa Eugenio quarto per commattere la fede, e fu uno delli più valenti huomini de Italia, e fu romano, e morìo in nella battaglia de Turchi, a cui Dio l’habbia misericordia90.

Porte dì Bronzo messe in S. Pietro. Recordo io Pauolo, che nelli 1445 dello mese de luglio a 25 die furono messe le porte de bronzo in S. Pietro, le quali fè fare Papa Eugenio quarto91.

Janni Beccalova. Recordo Io Pauolo, che nelli 1445, a dij sette dello mese di Settembre, la vigilia della nostra Donna, e fu de’ mercordì, morìo Jani de Gio. Bechalua, et era Conservadore de’ Roma allo quale Dio abia pace.

Recordo Io Pauolo, che nelli 1445, a dij 14 dello mese di settembre, e fu di martedì, in nellora della terza, e fu lo die de Santa Croce, morìo Madonna nostra Matre, alla quale Dio l’aia misericordia all’anima soa.

Recordo Io Pauolo, che nelli 1445, a dij 26 di novembre, a Giuorìo mio frate nacque una soa rede, alla quale pone nome Vonella, sia pregato Dio chelli dea buona fortuna.

Recordo Io Pauolo, che nelli 1446, cioè l’ultima Domenica de’ ottobre, Giuorio mio frate maritao Lucretia soa figlia a Menico d’Antonio de’ Filippo. Devoli tra dote et acconcio fiorini ot ocento, et appare per Istromento de’ r). Patrone.

Recordo Io Pauolo, che nelli 1446, a dij XI dello mese di novembre, la sera dell’Officio delli muorti, che fu di mercoredì, alle cinque hore di notte, me nacque una mia rede maschio, allo quale pongo nome Gentile, sia pregato Dio, che lo faccia buonomo92.

Re d’Aragona venuta a Tivoli. Recordo Io Pauolo che nelli 1447, dello mese di decembre venne Re di Ragona in Tiuli ad istantia dello Papa, e furoli date le Chiave della terra e li fortelezzi, e questo fece lo [p. 16 modifica]Papa per mannarlo incontro allo Conte Francesco, che veniva come nemico, per entrare nella Marca93.

Morte di Papa Eugenio 4. Recordo Io Pauolo che in nel li 1447, a dij 23 di febraro, e fu uno iovedi a dimane, doi hore nanzi die, morìo lo nostro Pastore, cioè Papa Eugenio quarto, e fu sotterrato in S. Pietro denanzi all’uscio della Sacrestia in terra, a’ cui Dio l’abia misericordia.

Cardinali in Conclave nella Minerva. Recordo lo Pauolo, che nel li 1447, a dij 4 dello mese di marzo, e fu de sabato alle 22 bore, li Cardinali si misero in Conclave in nella Minerva, e furono in tutto XVIII Cardinali, e stettero per in fino nello lunedì ad ora de terza, e ferono Papa Monsig:re de Bologna, et era de’ Serazano, et era di sì vile natione che non avea arma, e tece per arma la Chiave, altrimente era uno valente homo di scientia, e fè de’ molte defìtia94 e chiamasi papa Nicola quinto95.

Recordo Io Pauolo, die nelli 1449, a dij 12 di settembre, e fu de venerdìe, cinque hore nanti die, mi nacque un mio figlio al quale pognìo nome Agapito, sia pregato Dio che lo taccia buonomo, e che i priesti buona ventura in questo Mundo. Allo nome sia dell’Altissimo Dio, e della Vergine Maria e di tutti li Santi del Cielo96.

Anno del Giubileo 1450. Qui di sotto faremo mentione delli occurrentij de Tanno dello Giubileo delli 1450. Prima:

Popolo venuto a Roma p il Giubileo del 1450. Recordo Io Pauolo che nello anno preditto, come entrao lo mese de Natale, in Roma venne molta gente97 per lo perdono, elle perdonanze erano queste, che avevano a visitare queste quattro Ecclesie cioè S.to Pietro, S.to Pauolo, Sto Janni e S.ta Maria Maggiore, elli Romani haveano a’ visitare uno mese98, li Paesani quinici dij, e li Oltramontani otto; et essenno capitata in Roma in un tratto tanta moltitudine, le mole, e li forni non poteano supplire a tanta Gente, et onne die ce ne multiplicava più, donne che lo Papa deo ordine che fussi mostrato lo Volto Santo ogni domenica, e le Teste [p. 17 modifica]ogni sabato, e tutte le Reliquie delle Chiese de Roma stavano de fore, ello Papa faceva la Benedittione ogni Domenica in nellora della benedittione in S.to Pietro, e per la granne moltitudine che cera non sepotea sobenire per le mole, e per li forni; concedea ad ogni Persona, che era venuto per l’Indulgenza, chesse trovava confesso, e contrito, et ave fatti tre dij dello perdono, havesse la integra persuolutoria, quanto che se havesse fatto tutto lo perdono, e questa granne gente duravo dallo die de Natale per tutto lo mese de’ gennaro99, e poi restette, che non ce ne veniva quasi persona, tale che li nustrianti tutti stavano malcontenti, e parea a ciascuno esser desfatto, e stettero così per infino a mezza quaresima; poi cominciò a revenire, e venne tanta gente, che per tutte le vigne stavano a dormire, perchè era lo tempo buono, et essenno nella Settimana Santa intravenne molte volte iella salita dello Ponte che tra quelli che reveniano da S.to Pietro, e quelli che givano, era tamanta la folla100, che durava a doi et a tre ora di notte, tale che bisognava che li fanti dello Castiello uscissero fuori con molti giovini de Ponte, et io Pauolo ce fui più volte insieme coll’altri, colli bastoni in mano a sfollare la gente, altrimente serriano perite molte persone, e perchè la folla era granne, e durava assai, e la notte remanevano a dormine per li porticati, e per le banche, li poveri Romieri, e chi aveva perduto patre ed i figli, e chi compagni, e così givano sperduti, e chiamanno l’uno l’altro, che era uno pecchato a vederli, e questo duravo per infino assientioni di Maio101. Morti p infettioni d’aria successi nell'anno 1450. Poi la gente restette, perchè in Roma venne una granne morìa, e morì molta gente, et molti di questi Romieri, et moriero tali, che tutti i Spidali e Chiesie onne cosa era pieno tra malati e muorti, e cascavano morti per le strade come Cani102, fra l’aria che era infetto, et essi che veniano a granne desdacio (sic), abrusciati dalla calla e dalla polve, cè ne moriero tanti, cha fu ano abisso, e per tutte queste strade, e per Toscana e per Lumardia, e da ogni [p. 18 modifica]canto non si vedeano se non fossi de muorti, et erano de’ quelli chesseli trovava de’ molti denari adosso, e nolli valeano, perchè non poteano esser veduti, e moriano come Cani103. Poi fatta asceutioni, si parti lo Papa colla Corte de’ Roma, per la morìa, et annavo a Fabrino, e puse una Bulla, che qualunque Romiero verrà per lo perdono, e faceanne cinque dij, voleva che havesse tutta la perdonanza, e questo volea, che durasse per tutto lo mese di settembre, da inne in là, volea che rimaniesse nello pietto suo. Passato questo tiempo, tornando lo Papa in Roma, ella gente cominciò arrevenire, e venne tanta la gente, che in Roma non se potea stare, et ogni Casa era Albergo e non bastava; armavano domannanno, che per l’amor di Dio, colli denari loro fossero albergati, e non trovanno, remaneano a dormire per le banche, morti de freddo, che era uno pecchato; non se potea supplire allo pane per li molini, che non bastavano alli forni, ello Papa pigliao per partito, che ogni sabato facea mostrare le Tieste de’ SS. Petro e Pauolo, ella Domenica lo Uolto Santo, e come gessia la gente de’ S.to Pietro esso dava la benedizione ella Indugentia104, e questo faceva, perchè la gente abunnava tanto, che affamava Roma, e con tutte queste Cose non bastava, che ogni Domenica se voitava Roma105 (*) della gente che se ne annava, ello sabato seguente era pieno ogni Cosa, che non ze ce capea; se tu annavi a S. Pietro, tu non potevi gire per le strade, per la molta gente, e così a S. Pauolo, tutto pieno, a S.to Janni pieno, a Madonna pieno, per Roma pieno che non ce potea annare (*); e quanno lo Papa facea la benedittione, era piena la piazza, e Sto Pietro, ello Monte de Nerone, cioè Palazola, elle vignie, e per tutto da qualonque luoco se uefea la ditta loia106, et ultra hoc erano più quelli, che nollo vedeano, che quelli che lo vedeano lo Papa, e questo durao per infino a Natale; Morte di 172 persone nell'entrar di Ponte S. Angelo. et essendo a dij 18 de decembre uno Sabato alle 23,107 acade la maiure fortuna, che mai fosse udita nominare, che tornanno la gente da S. Pietro, che lo Papa aveva fatto mostrare lo Volto Santo, per la molta gente che [p. 19 modifica]c’era, acciochè la Domenica seguente, fatta a Benedittione, se potessero annare con Dio, alla tornata de S.to Pietro fu tamanta la infrontaglia108 a’ mezo la salita dello Ponte per infino a sei passi sopra lo Ponte, che ce moriero cento settantadue Anime, che tutti furno affocati della folla, e morieroce quattro cavalli, et una mula109 e tutti stavano in terra muorti, e ce moria tuttavia ce ne cascava più; sentenno noi, che ce morìa tanta gente, chiamammo lo Caporione de Ponte che era Pauolo dello Scutto110, et era nostro vicino, e con molti altri Cittadini, et annammone in nello luoco, e fu dato ordine collo Castellano dello Castiello, che serrasse la Porta dello bronzo, acciochè non ce entrasse più persona nello Ponte; ello Caporione con doi Manescalchi, e con molti altri Gioveni de ponte, li parammo allo salire dello ponte acciochè persona non passasse de là, e poi scostando li corpi morti dalla strada, et ammontonamolli111 de là, e de qua della via, e così facemmo sfollare la gente, che era dentro nello Ponte, che erano pieni tutti li roni (sic)112 dello ponte, e quelli archi per tal modo che cascavano in fiume alloro despetto, et essenno sfollati lo ponte, pigliammo li Corpi muorti e portammolì tutti in S.° Cielso, et Io Pauolo ne aiutai a portare circa a’ dodeci. Là se vedea la granne crudeltà, a vedere in uno, cento settantadoi Corpi muorti, e chi piangèa patre, chi figlio, chi frate, che veram.te parea uno inferno, et annavano con le cannele in mano cercando sopra quelli morti, e chi trovava fratello, chi figlio, chi sorella, e raddoppiavano li pianti elle strille, che era la maiure crudeltà, che mai fusse veduta, e durao questo per infino a’ mezza notte. A mezza notte lo Papa mannao sei carri tre volte, che furono decidotto carri, e felli portare a Campo Santo, e 1ì stettero tutta la Domenica seguente, che non volea che fossero sepelliti, acciocchè li loro se li riconoscessero, e furono quelli decidotto carri, cento ventotto, cioè C° xxviii. corpi, e sei ne furno portati alla Minerva, lo resto, per infino a cento settantadoi, furono seppelliti in Sto Cielso, e la più parte delli detti muorti fumo gioveni gagliardi e femine, pochi vecchi e poche [p. 20 modifica]creature; elli vestimenti delli detti morti fuorono messi in una camera in S.to Cielso, e furono dati in guardia a Benedetto mio Patre, e molti armavano cercanno li loro, che non sapevano se era morto, ò vivo, perchè erano sperduti l’uno dall’altro, e veniano a cercare li panni, e lì trovavano la certezza; perchè se era muorto, e trovanno le veste overo giupparelio overo qualche cose delle soi, sichè sapea s’era morto o nò, e così finiero li detti morti a cui Dio l’aia misericordia113. Denari guadagnati da diversi artisti nell’anno S.to. La Condicione dello Giubileo fu questa, che nello principio e nella fine fu fatto assai bene; l’Parti che fero assai denari fuoro queste, cioè la prima di Banchieri, elli Spetiali e pintori di Volti Sti, questi ferno gran tesoro; appresso Ostarie, e Taverne, massime chille fece per le strade de fuori, overo in piazza de Sto Petro e de Sto Janni, e tutte l’arti fero assai bene114.

Federico 3.° imperat. Venuta a Roma con la moglie. Recordo Io Pauolo, che nelli 1452. nello ditto pontificato, venne in Italia lo Imperadore Federico tertio115 et era della Magnia alta, (sic) e menào con seco la donna soa, che era figlia dello Re de’ Portogallo116 et era giovanetta de 14 anni; ella ditta donna venne da Portogallo, descese a porto de Pisa, elio Imperadore venne dalla Magnia per infine a Siena, ellì aspettao la donna soa, e lo Papa li mannao incontro doi Cardinali per infino a Fiorenza, e fu Monsig.r di Sto Angilo ello fratello dello Papa, cioè Monsig.r de Bolognia117, e poi se ne vennero tutti insieme per infino a Roma e desmontaro nella casa de Tomasso Spinelli da Firenze, che stao allo Ponticello delFarmaccia118 elli stette una notte; ella Imperatrice desmontao in nella casa de Fran.co della Rocca119, che è [p. 21 modifica]descontro a quella de Tomasso, e questo fu de mercordi a 24 hore, a dij otto de marzo; ello Jovedì entrao in Roma con grandissimo Triunfo, e venne sotto Palio, ella Imperatrice venìa de reto ad esso ad una palestrata, e montarono alle scale de Sto Pietro, et in capo delle scale stava lo Papa con tutti li Cardinali, e lo Imperadore li annò a basare lo pede, e poi la mano, c lo Papa basò lui in bocha, et assiselo appiè, e poi venne la Imperatrice120 e ginocchiossi appiè del Papa, e basolli lo piè e la mano., et assisesi accanto allo Imperadore, e lo Jovedì seguente, cioè a dij 12 de Marzo121 lo Imperadore pigliò a Corona de Ferro all’altare de Sto Petro, e Coronat. di Federico 3.° Imp.e miselilla lo Papa con tutte quelle solennità chesse recercha, et in quello stante lo ditto Imperadore mise l’anello alla Moglie per le mano del Papa, e poi la Domenica fu coronato lo Imperadore ella Imperatrice122, ello Imperadore annò a Sto Janni pontificalmente e gìo con la Rosa in mano123 che lilla deo lo Papa, perchè quella Domenica che fu coronato, fu Domenica de Rosa, ella Imperatrice remase in nella casa, e Cavalieri fatti da Federico 3.° Imper.e quanno o Imperadore fu nello ponte de Sto Pietro, fece ducento sessantacinque Cavalieri Oltramontani, e tre Italiani, e poi annao a Sto Janni, e le sera tornao a Palazzo.

Re d’Unglieria venuto a Roma, et altri Sig.ri. Lo ditto Imperadore menò con seco lo Re d’Ungaria, che era uno garzonetto de XIIII anni,124 e menò lo Duca de Sterliche, che era lo fratiello dello Imperadore, e menò con seco sei altri dochi e molti altri signori. Gioie portate dall’Imperatrice et altri Sig.ri.Tutti questi signori stavano molto bene, e tutti erano coperti di perle, ella Imperatrice recao tre cose molto belle, una Corona, una Spada, et una Mazza125; tutte queste cose erano messe a perle et a prete pretiose, che fuoro stimate più che cento milia Ducati, e menò seco quattro milia cavalli d’una bella brigata, e stette in Roma XV dij, e poi se ne partìo, e gìo a Napoli esso ella Donna soa, ellà li fu fatto granne honore da Re [p. 22 modifica] Federico 3.° Andata a Napoli. de Ragona,126 e stette là XVII dij, e poi tornò a Roma per mare, per infino a Sto Pavolo; ellà li annao incontro li Cardinali elli Officiali de Roma, et Io Pauolo ce annai coll’altri Officiali, perchè me trovai Caporione de Ponte; e poi stette in Roma otto dij, et annosene via ella Donna soa remannao per mare da Napoli a Venezia, ellì aspettaro l’uno l’altro. Stette in Roma lo Imperadore, trallo gire a Napoli, da otto dij de Marzo per infino a 28 dij d’Aprile, e lo Papa li fece fare compagnia a doi Cardinali per infino che gessìo dalle terre della Chiesia, e tutto lo tempo che stette in Roma li fece le spese, e feceli un granne honore, e per la venuta soa revestìo tutti li Offitiali de Roma; onne picholo Offitio che tre Canne e mezza de Rosato de grana; per infino alli Mastri Justitieri, et alli Scrittori della Camera, e Notari della Camera tutti fuoro vestiti, elli fedeli delli Conservadori.

Recordo Io Pauolo che in nelli 1452. Io me partìo da Benedetto mio patre con tre figli maschi, che lo maiure non haveva otto anni, e mogliema pregnia de otto mesi e mezzo, et annai acchanto a Francesco mio Zio, in Torre dello Campo, e locaime una casa de Sto Agostino per le mano de Juliano de Juozzo, e questo fu dello mese di Julio, e gionti in quella casa partorì mogliema in uno figlio maschio, lo quale se...127.

Stefano Porcaro et altri tramano uccidere il Papa e i Card.li. Recordo Io Pauolo che nelli 1452. La sera de Pasqua Befanìa fu scoperto uno trattato, che Misser Stefano Porcaro128 era confinato a Bolognia, e venne a Roma in quattro dì, ad intencione che lo Papa dovea cantare la messa lo dì de Pasqua in Sto Pietro; com’era dentro nella cappella all’Altare granne, [p. 23 modifica]si gettiano a dosso, esso et molti mal garzoni di Roma che haveva con seco, e pigliavano lo Papa con tutti li Cardinali; et era venuto fornito de Bandiere, e ciò che li bisognava, e come se facea questo, così se levava remore in Roma de parecchi Cittadini, li quali se intenneano con esso. Venne alle recchie di Papa Nicola, e mannò cercanno li Conservadori129, e mannò a casa de Misser Stefano, e mannocci de molti fanti, e giero a Casa de Misser Stefano. Quanno furo là, erano dentro circa cento persone, tutti se gittaro dal canto de reto, salvo cinque che ne gessiero denanti, et acchuserose (sic)130 inanti tutti quelli fanti elli Conservadori e Senatore, ello Vececamerlengo, et ammazzorno uno Maneschalco e salvarosi131. Nomi, diversi che cospirarono alla morte del Papa. Li sopradetti fuorono Battista Sciarra, Pietro Sorcio, lo figlio de Rienzo de Pauolo Collaro, con doi altri; ellaltra sera seguente fu pigliato Misser Stefano in Casa de Madonna Sassa132, e fu menato in Palazzo de Papa, e pigliaolo Gasparre de Petrone, e Menico de Filippo Manescachi, ello Caporione della Regola che era Jacovo de Pauolo de Palone, e ciascuno di questi lo Papa li donao Ducati Centocinquanta, et in quella sera fu pigliato Messer Angilo de Mascio ello figlio chesse intenneano in quello trattato, e furono appiccati in Campituoglio133 A certi dij dopoi, lo Papa li fece [p. 24 modifica] Stefano Porcaro Impiccato. persequitare tutti quelli chessene trovavo, e a più parte ne furono gionti e morti134, e Messer Stefano fu appiccato in quello Torriciello dello Castiello de Sto Agnilo sopra lo ponte, una mattina, tre hore nanti dì, lo quale era uno delli più valenti huomini che avesse Roma, allo quale Dio l’aia misericordia.

Recordo Io Pauoio che nelli 1454, dello mese de ... . e fu la notte de Sto Valentino me nacque uno figlio, allo quale pegno nome Valerio Valentino, Dio li presti bona ventura.

Recordo Io Pauolo che nelli 1454 dello mese di Agosto a dij X di d°. mese, e fu lo dì di Sto Lorienzo, morì Giorio mio fratello.

Morte di Papa Nicola V. Recordo Io Pauolo, che nelli 1455, a dij 25 de marzo, la notte della Nunziata, a sei hore, morì Papa Nicola quinto, lo quale visse otto anni e xviiij giorni nello papato, e fece in questo tempo molte defitia, dove se vede l’arma soa che sò le chiave con certe lettere che dicono: N. Papa V.

Calisto 3° Papa, sua coronatione. Recordo Io Pauolo, che nelli 1455. a dij 5135 dello mese d’aprile, e fu lo martedì de Pasqua Rosata, fu creato Papa Calisto tertio, e fu catalano136, lo quale remise li Colonaci Romani in Sto Janni Laterano, i quali nelli cacciò Papa Eugenio, et allora ce fu eletto M.r Tomaso mio fratello per Canonico, e furono decidotto Canonici tutti romani, dove fuoro cinque Baroni e quattro Dottori.


Dell’anno 1456137.


«A dì 29 d’Aprile, e fu di Giovedì che fu posto io calice de marmo dinanti a Santi Apostoli, e prima stava dinanti alla casa de Jo. Paolo Muto delli Papazurri, e casa de Tomasso Jannetta delli Papaciurri (sic) in nella strada dinanti all’arco.

» In d°. Anno a dì 6 decemhre Domca notte alle XI hore fu lo Terremoto sì grande, che fece sonar tre tocci alla campana di san Marcello.

» A dì 2 di Jugno fu strascinato Janni Finagrana da Capituoglio fino a Campo de Fiore, e gli fu tagliata la testa, poi fu squartato, e li quarti uno ne fu posto in [p. 25 modifica] Monte Mare e l’altro a Porta dello Popolo, e l’altro a Porta Santo Janni de Laterano, e l’altro a Porta San Paolo


Dell’Anno 1457.


«A dì 9 di ottobre, e fu di Lunedì, venne Madonna Lucretia de Re d’Aragona in Roma e con molti signori, e molte donne de Napoli.

» In questo anno alli 23 di ottobre morì frate Nocciolo, e un altro frate di santo Marcello, e foro arsi questi due Garzoni, che dormivano insieme, e misesi foco nella camm.a dove dormivano (?! ).

» E pure dello soprad.o mese di ottobre a dì 19, e fu de venerdì, se partì da hora(?) di Roma la suprad.a Madama Lucretia de Re d’Aragona. Questa Lucretia fu di casa Alagni nobile napoli tana, e fu bellissima, e se la teneva Alfonso primo di Napoli.»

Recordo Io Pauolo che nelli 1458, a dij XI de Aprile, e fu l’ottava de Pasqua rosata, in nello mezzo die me nacque uno mio figlio, o quale li pongìo nome Brancatio, perchè nacque lo die che fu la Statione a Sto Braucatio, allo quale Dio li presti buona ventura.

Morte del Re d’Aragona in Napoli. Recordo Io Pauolo che nelli 1458, a dij 27 de Jumo morì Re d’Aragona in Napoli, che era uno delli più possienti signori che fosse mai in queste parli, et era Re de sette reami, et era Catalano, e lassao uno figlio bastardo, et esso remase Re dello Reame de Napoli, et avea nome D. Fernanno.

Morte di Calisto Papa 3°. Recordo Io Pauolo che nelli 1458 a dij 6 di Agosto, e fu Domenica, a 23 hore morì Papa Calisto, lo quale era Catalano, e lassavase governare ad un suo Nepote chesse chiamava messer Borgio138, lo quale fu cattiv’omo, senza nulla nulla Justitia, nè rascione, e liuto questo tempo, che regnao, mas non fu veduto lo più tristo governo de robarìa dentro della terra e fore, et ogni die faceano mecidia e questioni, e per Roma non se vedeano se non Catalani. Poi quanno morì, tutti quanti ne furono giunti; erano presi e robati, e chi [p. 26 modifica]morti e feriti, e io ditto Messer Borgio se fuggi, et alinosene ad’Ostia, e da Ostia se ne gìo a Civitavecchia. Duca di Spoleto. Lo ditto Borgio era d’eta de 25 anni, e lo Papa lo avea fatto Capitanio generale della Chiesia, Prefetto de Roma, e Duca de’ Spoleti.

Recordo Io Pauolo che nelli 1458, a dij 16139 d’Agosto se misero li Cardinali in Conclave, e furono XVII Cadinali, e stettero in Conclave per infino a dì 19140 de Agosto, e fu, un sabato nella terza, publicato Papa Monsignior de Siena, e fu Senese, e chiamasi Papa Pio, Dio li presti Bona Gratia141.

Recordo Io Pauolo, che nelli 1459, a dij 22. de Gennaro se partìo Papa Pio de Roma e gìo a Mantoa, e lì stette uno anno, e poi revenne a Siena142.

Recordo Io Pauolo che nelli 1459, a dij 12 de Febraro morì messer Tomao mio frate.

Recordo Io Pauolo che nelli 1459, dello mese de novembre, e fu la viglia de Sto Martino, morì Antonia mia sorella.


Dell’Anno 1460


«Certi Joveni romani se levarono su, e non volevano stare a commanamento dello Regimento, e di continuo portavano l’armi, e facendosi beffe delli Officiali, lo Regimento li haveva paura de questi. Accadde che uno de questi gioveni se menao una zitella, lo quale Jovene fu preso. Questi compagni pigliare un famiglio dello Senatore e lo menorono prisone in quello Torione che sta davante a porta dello Popolo, e questo fu à dì 7 di Maggio dello presente anno; non gli parendo buona la stanza quella, se partiero, et andavo su in Santa Maria Rotonda, e là tennero quello in prisone insieme con essi, e lo Governatore143 fe’ convenire molte genti d’armi per pigliarli, e poi temiero, perchè temevano non fosse grande scandalo, e che si diceva che era grande compagnia questa, e remediaro d’acconciarla questa materia li Conservatori, e fece insomma che lo presone che haveva lo Senatore, lo arrennè alli compagni, e li compagni arremdierò lo famiglio dello Senatore. Capo delli compagni, [p. 27 modifica] era Tiburtio di M. Angelo de Mascio144, e Filippo Soattaro, e dicevasi ch’era grande compagnia de Jovini, e fu fatta una commessione generale fino a questo di 25 di maggio die assignaro Santa Maria Rotonda, e ne andò lo Banno per Roma, e io l’odii.»


Dell’Anno 1461.


«A dì 16 di Ottobre, fu de Jovedi, la Regina de Cipri145 entrà in Roma, e molti Card.li, e li Conservatori andaro incontra fino a Santo Paolo, e venne per mare e poi per fiume sino alla voltata di Santo Paolo.

» E pure nel d°. anno e mese, a dì 29 detto, fu de Giovedì, se partì da Roma la sopra d.a Regina di Cipri, et andò verso Francia allo suocero suo duca di Savoia.

» Nelli 1461, a dì 27 di novembre, e fu di venerdì, alle tre hore di notte venne lo sabbato, fu lo terremoto, e fu sì granne, che fe’ sonare la campana di san Marcello tre tocchi, e poi in po di spatio la fe sonare quattro tocchi.

» Nel d.° anno a dì 17 di Decembre, e fu lo Giovedì, la sera che la luna era in quinta decima, fu in Ecclissis tutta la luna nerissima, come un panno nero, salvo de quattro deta, che se vedeva chiara, e durao da mezza huora a schiarir tutta, e era pulito e sereno.

» Nel d.° anno a dì 19 di Decembre, e fu di sabbato, alle 22 hore morì M. Francesco dello Schiavo di Roma, de Nobile casa; e de pueritia fu tenuto sempre bono homo, ede santa vita, e poi che fu anticho della casa sua, e dell’avo paternale(?), ne fece la Chiesa di Santo Bernardo, e di continuo diceva Messa e predicava con grande devotione, e dava sempre buonissimo esempio al Popolo, e durò più anni et anni in sua vita questa compagnia, e lassola benissimo ordinata, e la Chiesa con molti ornamenti, e l’ottava del Corpo di Christo faceva onni anno la processione per lo Paese de intorno alla d.a Chiesia de Santo Bernardo con molta chierchia de preti e frati.»


Dell’Anno 1462.


«A dì XI Aprile fo di Domenica venne de Grecia, da una [p. 28 modifica]Provincia che se chiama la Morea, chi ne era Sig.re Vispoto146, e questo Vispoto, per muta guerra che gli faceva lo Turco, molte terre che li haveva tolte, stava in grande tributatione, si votò di mandare la testa di San Andrea apostolo a Roma, e levarla dalla sua terra e mandaolo, e venne in questo tempo sopras:to, cioè 1462, a di XI d’Aprile, e la S di Papa Pio II gli andò incontro fino a Ponte Molle, et in quello capo di qua del d°. Ponte verso Roma, fece fare sopra quella murata antica, un castello di legname, e lo Lunedi l’andao sua S a trovare, ch’erano 12 di dello d.° mese d’Aprile, e la Domenica la notte, stette a Ponte Molle, accompagnato da molti Card.li e lo d.° Lunedi, che la Santità del Papa l’andò incontro, e pigliolo con le sue mano in quello castello, dove si affronta con la d.a testa, perchè quello castello haveva due entrate, da una entrao la testa di S. Andrea e dall’altra la Santità del Papa, e pigliata, che l’hebbe con le mani con molta divotione, la mostrò a tutto lo popolo, che era infinito, e poi con le sue mani l’arrecao a Santa Maria del Popolo, e li stette tutto lo Lunedi e la notte, e lo martedì a domane la Santità dei Papa con le sue mano la portò a San Pietro con la magna Processione e grandissimi trionfi, e tutte le strade coperte, e moltissimi lumi di cera, e moltissima moltitudine di gente; e pure nello d.° anno la sua Sta dove pigliò la da testa, fece fare ad honore de Santo Andrea una de marmo relevata.»


Dell’Anno 1463.


«Fu grande memorìa de gianduglie (?), e durò da giugno per tutto decembre, e morì gran gente147.

» Nel d.° anno la Santità di Papa Pio ha fatto una cappella de marmo relevata e magnifica148 nello loco dove stava un Turrone (?), nello quale Turrone fu posato lo capo di San Andrea Apostolo quando venne a Roma, cioè nel 1462 a dì XI d’aprile.»

[p. 29 modifica]

Dell’Anno 1463.


«A dì 3 di Juglio, e fu di Dom.ca che lo card.le Niceno ch’era Greco licentiò li Canonici di Santi Apostoli tutti, e diè la possessione della d.a Chiesa alli Frati di Santo Francesco Conventuali e foro investiti in soprad.° dì.

» Nel d.° Anno, a dì 13 di Settembre, tornò Papa Pio a Roma di Martedì.

» Nel d.° Anno a dì 14 Settembre Oddo Marcellino Canonico di San Pietro fu sotterrato in Santo Marcello.

» A dì 3 Ottobre di d.° Anno morse M. Tranquillo Boccapadule di Pestilentia149.

» Nel 4463, a di 10 di Novembre, fu di giovedì, morse Pietro Paolo Cortese famosissimo nel mestiere de marmi, e morì che li cascò sopra una ruina da terra quando stava nella sua vigna de fronte a Terme, che faceva cavare sotto terra i Travertini, e esso era andato a vederci.»


Dell’Anno 1464.


«A di 6 di Febbraio si partì Papa Pio da Roma per andare alli Bagni di Siena.»

Recordo Io Pauolo che nelli 1464, a dij XII dello detto mese, e fu la viglia de Sto Celso e Juliano, morìo Benedetto mio Patre, a cui Dio l’aia misericordia all’anima soa.

Pio 2° fa publicare la Crociata. Recordo Io Pauolo che nelli 1464, dello mese de Jugnio Papa Pio fece predicare la Crociata per tutto lo Munnno de christianità, e promise a chi veniva a pigliare la Croce darli le spese per sei mesi, e vennero in Roma de molta genie, Todeschi e Spagnoli e Scoti, ed altre Genti, et a Tutti nolli fu dato da vivere da qua per io Papa, e giero accattanno per Roma che fu uno pecchato, et ebero a commettere de molti scannali.

Partenza del Papa da Roma per Ancona. Recordo io Pauolo che nelli 1464, lo Papa se partìo de Roma, e dello mese Jugnio a dij 19 gìo in Ancona per gìre contro lo Turcho, e giero con esso molti Cardinali.

Morte di Papa Pio in Ancona. Recordo Io Pauolo che a dij XIIII d’Agosto in nello detto millesimo, morì Papa Pio in Ancona a tre hore di notte, la viglia della nostra Donna, e fu seppellito in S. Pietro in nella Cappella de S° Andrea150.

[p. 30 modifica] Conclave. Recordo Io Pauolo che nello ditto millesimo, a dij 22 di agosto, li Cardinali si misero in Conchiave in palazzo, e furo venti Cardinali.

Creatione di Papa Paolo 2° Venetiano. Recordo Io Pauolo che nello ditto millesimo, a dij 30 di Agosto e fu de Jovedì, fu fatto lo Papa, e fu fatto Monsignior de San Marco, et è venetiano, e chiamasi Papa Paolo seconno151.

Dell’Anno 1465.


«A dì XI di marzo, fo de martedì, morì Gio. Paolo Acciavalata, alias de Paolo Pane.»

«A dì 5. di aprile del d° anno, e fo di venerdì alle hore 22. Cecco Tascha fu testimonio ad un contratto di Deposito scritto e stipoiato per Grisonetto publico Notaio incontro Madama Agnelozza moglie che fu di Simone de Pavia, et Agnelotto de Saccoccia; e la da Madama Agnelozza li deo in deposito ducati cento, li quali, quaranta ne fu contati in presentia di d° Cecco Tasca, e foro de Carlini Papali, e lo resto fino a cento lo sopradetto Agnelotto Saccoccia se confessò haverli ricevuti da essa Madonna Agnelozza.»

«Nel mese di Luglio del d° Anno fra X o 12 dì fu disfatto Diefebo, e Francesco, e suoi fratelli figli del Conte d’Aversa152, de tutte sue terre furono privati da Pontefice Paolo 2.°»


Dell’Anno 1466.


«A dì 27 di Jennaio, e fu di lunedi, che finì d’esser tirata una Conca de serpentino grande nella Piazza di San Marco, la quale conca stava dinanzi a san Jacovo del Culiseo e fecela tirare Papa Paolo II.»

[p. 31 modifica]«In d° anno, a dì 9 di febbrara fu corso Lo palio de Judei. Canne tre de roscio, dall’arco di san Lorenzo in Lucina fino alla Piazza di san Marco, e fu di Lunedì153

«Nel med° anno a dì X febraro Paolo 2° fece correre un pallio, e fu una canna di velluto verde, una Barretta e un paro di calze alli Garzoni di 10 anni in giù; e lo d° palio fu corso da S. Marcello fino a Piazza di san Marco, e questi palij, lo primo haveva lo velluto, lo 2° la Berretta, lo 3° le calze.»

«Alli 15 dello d° mese, la Soa Santità fece fare un convito de magniare nobilissimo, che saria cosa incredibile a chi l’udisse raccontare, a cittadini tutti romani, al Senatore e a tutti li Forestieri ch’erano in Roma, e poi gittao grandissima quantità di danari, mangiato che fo.»

«A. dì 15 del d° mese di febbraio, di sabbato de carnevale, fo fatta la festa in Campituolio, come è usanza, e la domenica alli 16 di febbraio fo fatta la festa a Testaccio al solito.»

«A dì soprad.° fu corso un Palio di 4 canne di verde, da S. Jacomo d’Auste154 fino a san Marco, dall’asini.»

«A dì 18 del mese di Febraro, del martedì che fu lo Carnebale, fu corso l’altro Palio da San Jacomo dell’Austo fino a santo Marco, de 4 canne di Panno celeste, dalli Bufali.» [p. 32 modifica]» Nel soprad° tempo, a di 22 di Febbraro apparsero tre soli in cielo nell’hora di meza terza, e foro lucidissimi, e lo tempo serenissimo, e bello, e fuori così fatti li due novi appresso l’un l’altro155

   

«A dì 19 di Settembre del d° Anno 1466 che fu di venerdì, morì Juliano Valentini

» A dì 9 d’ottobre di d° Anno, venne a Roma lo Gran Maestro de Rhodi156 e del mese di Febraro morì; fu sotterrato in San Pietro.


Nell’Anno 1467.


«A dì sei di marzo, lo figlio di Francesco Orsini fu fatto gran M° di Rhodi, ch’era Priore di Roma della sua Religione.»

«In d° anno partì da Roma Scanderbech Albanese, ch’era venuto di Dec.re del 1466157»

«A dì primo di Gennaro del d° anno 1467, morì Pandolfo Savelli in Roma, fu de Giovedì.

«A dì 2 di Febraro di d° anno fu corso lo Pallio delli Judei, canne tre di Panno roscio, dall’arco di Santo Laurentio in Lucina fino a San Marco.»

» A dì 3 d°, fu corso lo Pallio delli Garzori, canna una e due palmi ili velluto verde, dalla Piazza di San Marcello fino alla piazza di San Marco, lo primo haveva lo palio, lo 2° la berretta c lo 3° le calze.»

[p. 33 modifica] «A eli 5. eli Febraro 1467. Fu fatta la festa in Navone, e fo di Giovedì.»

«A dì sei di Febraro fu corso o Palio delli Vecchi, canne tre bruschino.»

«A dì 7 di Febraro fu di Sabbato di Carnebale, fo fatta la festa in Campituoglio delli Tori e delli Gallesi.»

«A dì 8 di Febraro che fu la Dom:ca di Carnebale, la dimane Nro Sigre Papa Paolo 2°, fece un convito de magnare alli Conservatori, et allo Senatore, et a tutti gli altri officiali c Caporioni, con tutto lo popolo di Roma, e fu un convitto nobilissimo Papale.»

«Nella da Dom:ca, fu fatta la festa de Testaccio, molto magnifica.»

«A dì 9 di Febraro, fu corso lo Palio delli Bufali, canne tre de panno di color celeste.

«E più in questo dì, che fu lo dì di Carnovale lo recorso lo Palio delli asini, canne tre di verde.»

«A dì 10 di Febraro, fu corso lo Palio dalli Bufali, canne tre de Panno color celeste.»

«E più in questo dì, che fu lo dì di Carnovale, fo recorso lo Palio secondo el solito a Testaccio, perchè ne fu data buona mossa, fu corso da santa Maria dello Popolo fino a San Marco, et hebbelo Pauolo Angelo de Jo: Paolo de Justino.»

«Nelli 1467. a dì 15 di Febraro fu di Dominica, fu fatto l’essequio di M. Antonio Batta d’Albertani Cav.re e fu fatto bello c honorato ossequio.»

«A dì 4 di Marzo di d° Anno fu di Mercordì, fu occiso Francesco di Gio. Capoccia, e fu occiso da Marcello figlio di M. Angelo del Bufalo, e fu nella Piazza a pede la Coloana di Antonio, e morì in questo stante nella d° Piazza, e lo d° Marcello era Marescalco.»

«A dì 14 d’Agosto di d° Anno venne nella Piazza di San Marco quell’Arca di Porfido roscio, ch’era sepoltura di Santa Constanza, e stava in Sta Agnese nel loco che si chiama Santa Constanza, e fecela venire Papa Paolo 2.°»

«A dì 20 d’Agosto morì M. Jacovo Boccapadule scrittole della Grascia, figlio di Nardo Boccapadule158

[p. 34 modifica] Imperator Federico viene a Roma. Recordo io Pauolo che nelli 1468 venne a Roma lo Imperadore Federico, e venne la vigilia de Natale a tre hore de notte, e venne come Pellegrino, ello Capodanno annarono a S.to Janni esso e lo Papa, e tornarono in pontificale l’uno a lato all’altro159.


Nell’Anno 1469.


«Alli 19 dello mese di Gennaro se partì da Roma il do Imperatore Federico 3.°»

«A dì 17 di Feb.ro del do anno morì Paolo Panicappa.»

«Nel medo Anno, a dì po d’Aprile morì Giovanni Capoccia.»


Nell’Anno 1470.


«Nello Carnovale, la Sta’ di Papa Paolo fece correre li Palij, cioè quelli delli Giudei, delli huomini, delli joveni, delli vecchi, a Testaccio li tre altri Patii, come ausanza, e delli Asini, e delli Bufali, per la strada di Sta Maria del Popolo fino a San Marco, e fece lo pranzo alli Cittadini nello suo giardino, lo lunedì di Carnevale.»

Morte di Papa Paolo. Recordo io Pauolo che nelli 1471. a dij 26 de Luglio, morì Papa Paolo, e morì de una trista morte160, la quale morte si fu che a tre hore de notte fu trovato morto, e molti dissero che fu strangolato da certi diavoli che teneva rinchiusi.

Recordo io Pauolo che nello dello anno, a dij VIII d’Agosto fu fatto Papa Sisto che era de quello de Genova et era Cardinale de Sto Pietro in Vincula161.


Nell’Anno 1475.


«A dì 28 di Decembre morì M. Francesco Jannuta Papacciurri, Vescovo di Cincia (sic), e morì in Cesena e fo sotterrato nella chiesa di Santo Dominico della da Terra.»

[p. 35 modifica] Nell’Anno 1476.


«A dì 28 di Jenuaro venne a Roma lo Re Ferdinando de Napoli figlio dei Re Alfonso, alla Santità di Papa Sisto162, e folli fatto gran li onore; tutti li Cardinali gl’andaro incontro con tutti gl’ufficiali di Roma, parecchie miglia fuori di Roma, e donò a Santa Maria Maggiore, a San Giovanni, a San Pietro, et a San Paolo, un Brocato di Palio163 per ciascuna, e cento ducati per una, et a li officiali di Roma donò quattro canne de Pavonazzo, cioè Conservatovi, Manescalchi, Caporioni, e Cane:ri et al Governatore. A dì p:° di Febraro se partì per andare a queste castella, a di 13 tornò, et a dì 14 se partì per Napoli.»

Recordo lo Pauolo che nel li 1476, se dottorà Gentile mio figlio in Pisa, a dì 27 de novembre.

Recordo io Pauolo che nelli 1476, papa Sisto fece cinque Cardinali a dij 18 di decembre, traili quali ne fuoro doi Francesi, uno Portogallese, uno Catalano, chesse chiamava Monsignore de Tirasone, e messer Juani Mellino romano164.

Morte del Gran Turco del 1481. Recordo io Pauolo che nelli 1481165, a dij tre de majo, morio lo gran Turco, che fece gran danno in christianità, piglià Costantinopoli, e Negroponte ella Bossina, e pigliao Otranto e molte altre parti de Christian!, tale che lo Papa e tutta la Corte stavano sollevati (?) de annuirsene con Dio, se Dio non provedea166.

[p. 36 modifica]Recordo io Pauolo che nelli 1482, dello mese de Jugnio, venne lo figlio dello Re de Napoli167, et intesese collo Pretenoiaro, Saviello, e con cierti altri Signori de Casa Colonna, Rotta data allo figlio del Re di Napoli del 1432. e lo papa fece venire lo magnifico Roberto delli Malatesta e fu rotto lo figlio del Re, a dij 21 d’agosto, dalle Genti della Chiesia.

Morte di Roberto Malatesta. Et a dij 12 di Settembre morì lo ditto Signor Roberto de soa morte, il Papa li fece granne honore, e fecelo sotterrare in Sto Pietro, allato all’altare granne, dove stavo de rellievo de Marmo a Cavallo168.

Recordo io Pauolo che nelli i484, Agapito mio figlio, pigliò moglie la figlia di Pietro Antonio della Vecchia, e deoli mille fiorini de dote e M. d’aconcio con certe altre condicioni, secunno appare per la mano de Massimo de Mastro Antonio agliaro, e fu la prima domenica de Jugnio.

Congiura contro il Papa. Recordo io Pauolo che nelli 1484, dello mese de . . . . lo Pretenotaro della Colonna169 ello fratello ordinò certo [p. 37 modifica]trattato contra del Papa, e fu scoverto, e lui se mise in Casa dello Cardinale della Colonna, e lì si fè forte con molti Cittadini, e con certi brigosi de Roma, cioè Casa della Valle e Casa delli Margani, che aveano briga con Casa delli Santa Croce, e lo Papa ce mannò acchampo lo Signior Geronimo elio Signior Vergilio, ello Signior Pavolo Orsino, e pigliaro la Casa ello Pretenotaro cella Colonna et abbrusciaro la ditta Casa e Casa della ...... desfecero, e menaro lo ditto Pretenotaro in Castiello, et appochi dij dapoi li tagliaro la testa, e poi mise Campo alle terre soe, e pigliò Marini e Cave e certe altre fortezze, e mise campo a Paliano e desfeccoli dello Muño, se non che, quanno stavano accampo allo ditto Paliano, morì Papa Sisto, ebisogniò chel Campo se tornasse a Roma, e quelli Signiori de Casa Colonna vennero a Roma, e ferosi forti con tutti li soi Vassalli; questi Signiori de Casa Uisina ferono lo simile, et era molta guerra fra Casa Colonna e Casa Ursina, e fu sbarrata Roma, e lassao gran tri Imlatione in Roma, perchè lo Papa era morto, e non c’era Papa170.

Morte di Papa Sisto. Recordo io Pauolo che nelli 1484 a dij 13 d’Agosto, la notte a cinque hore morì Papa Sisto, lo quale fu uno cattio Pontefice in tutto lo suo tempo, che visse XIII anni, sempre ce mantenne in guerra, e carestia, e senza nulla Justitia.

Creatione di Papa Innocentio 8:° del 1484, e sua Coronatìone. Recordo fo Pauolo che in nello ditto mese, a dij 26 si misero XXV. Cardinali in Conchiave in Palazzo e a dij 29 d’Agosto fu Creato Papa Innocentio Ottavo, che era Cardinale de Malfetta, et era de quello de Genoa, et a dij 15 di Settembre fu coronato, et annò a Sto Janni con tutte171 quelle solennità chessi fanno.

  1. Questo tratto è mancante nei codici Corsiniano (n° 228) Vaticano (5255) i quali incominciano: Inundatio Tyberis allo altare rande di S. Celso ecc.
  2. Questa inondazione di cui non tiene conto l’Idrometro di Ripetta, è ricordata da una lapide antica e guasta situata nella facciata della Chiesa di S. M. sopra Minerva. In essa si legge: Anno Dñi MCCCCXXII in die Sti Andreae crevit aqua Tiberis usque ad summitatem istius lapidis tempore Martini PP. V. Anno VI. Se questa lapide, com'è a credersi, non ha mutato posto, può stabilirsi che la ricordata inondazione fu di otto o nove centimetri inferiore al livello raggiunto da quella del decembre 1870.
  3. Scurìo lo sole, forse per Ecclissi solare, o per subito rannuvolamento. Il Codice Corsiniano ( 1344) dice: 1431. A dì 11 Febbraro alle hore 20 si oscurò il sole e fu il lunedì di carnevale. Del detto mese cadde la goccia a Papa Martino nella lingua ecc.
  4. Cod. Cors.: (228) e fu sbarrata la casa. Cod. Vaticano (5255): la Piazza. I cardinali che si adunavano in Conclave per la elezione del Papa venivano totalmente isolati, sia perchè non avessero estranee pressioni, sia perchè la elezione che ne seguiva, così circondata d’apparato misterioso si dovesse ritenere divinamente ispirata.
  5. Gabriele Condolmerio veneto, Card. Arciv. di Siena. Vedi Platina:... fu dai Card.li a tre di Marzo del 1431. nella Minerva creato Pontefice e fu, mutandosi il nome, chiamato Eugenio ecc.
  6. Cod. Cors.: la porta d’Avia (Appia).
  7. Cod. Cors.:... de’ loro seguaci. = Allude al fatto d’armi avvenuto in Roma per opera del principe di Salerno e le genti del Papa. Martino V aveva lasciato grandi tesori accumulati durante il suo pontificato, e in gran parte ereditati dai suoi nipoti Prospero Colonna Card. Diacono del titolo di S. Giorgio, Edoardo conte di Celano, e Antonio principe di Salerno. Ad Eugenio IV parve dover recuperare questi tesori che pretendeva si dovessero alla Santa Sede, tanto più ch’egli s’era dichiarato favorevole agli Orsini, che lo avevano aiutato a salire al pontificato, e nemico dei Colonna dei quali all’uopo avrebbe voluto confiscare i beni se non altro per arricchirne la sua famiglia (V. Murat. Ann. d'It., Sismondi, Platina ecc.). I Colonna posti sull'avviso si tennero a Palestrina, da dove poi mossero verso Roma con cavalieri e fanti armati, ed entrarono dall’antica porta Appia senza incontrare resistenza. Ma dagli assoldati del Papa si mosse a battaglia contro i Colonnesi che furono sconfitti e dipoi saccheggiate le case di Stefano, Antonio, Edoardo e dei loro aderenti (V. cit. Aut.)
  8. Chiesa antica in via Giulia, così detta per la distribuzione di piccoli pani che vi si faceva nel dì della festa di S. Biagio (V. Nibby).
  9. Cod. Cors.:... a favellare, e poi cavalcao lo Papa e lo Imp.e lo addestrao tre passi, poi cavalcao e lo Papa da man dritta, et accompagnorolo perfino alla conca ecc.
  10. Cod. Cors.: corua.
  11. Cod. Cors.: la sua benedizione.
  12. Cod. Cors.:... e per impedimento della gente era 24 hore ecc.
  13. Parlasi della invasione di Francesco Sforza e Niccolò Fortebraccio, il primo nella Marca, l’altro nello stato del Papa. Fortebraccio passò occupando Tivoli, da dove cacciò il conte di Tagliacozzo.
  14. Forse Niccolò Fortebraccio volle rifarsi delle paghe che il Papa gli aveva negate quando stava al suo servizio (V. Platina).
  15. Cod. Cors.: e posero li stendardi, ecc.
  16. Cod. Cors.: A di 29 di Junio alias Maggio li romani pigliavo la S. e gridaro, ecc.
  17. Biagio de Narni Senatore, che nella ricordata occasione fu ferito e deposto dalla carica sostituendogli sette cittadini, che si dissero: Gubernatores libertatis Romanorum, senatoris officium tenentes, ecc.
  18. Francesco Condolmieri veneto, nipote di Eugenio 4? Vice-Cancelliere e Camerlengo della S. R. C.
  19. Cod. Cors.: a di XI di Luglio.
  20. Cod. Vat.; Sant’Agnilo.
  21. Un tal frate Arsenio.
  22. Cod. Cors.: trovò una galera.
  23. Cod. Cors.: Ditta die ruppe Castiello con Roma, e faceua un aspra guerra, donne li fu fatta una sbarra de muro nello entrare di ponte e guardarose da giovani di Roma et ogni die gessivano in ponte con targoni e Valestre per combattere con quelli di Castiello. (Questo tratto è mancante nel Codice dell’Archivio Soderini.
  24. Cod. Cors.: Die 28 Octobris, ecc.
  25. Giovanni Vitello, o Gianvitello Vitelleschi, Cardinale da Corneto. Antichi Cronisti parlano diffusamente di questo importante personaggio più Capitano di Ventura che dignitario ecclesiastico, che venne a sottomettere i Romani ribellatisi ad Eugenio 1V°, ed assediò dipoi Palestrina e la distrusse nel 1437. (V. Ciacconio, Vite dei Pontefici; Muratori, Annali d’Italia; Moroni. Dizionario; Becchetti, Storia dei Cardinali).
  26. Cod. Cors.:... lo trattato dentro leuao rumore, ecc.
  27. Baldassarre Aufido, o da Offida, accortissimo uomo che aveva in guardia la parte inferiore del Castello, e che tradì l’accordo preso col popolo di rendere il Castello, ecc. Vedi Platina, (Vita di Eugenio IV°).
  28. Cod. Cors.: Allora P. X° e Cola de Belca l’una si nascosero in casa nostra perchè lo ditto padre era stato delli Signori ecc.; Cod. Vat.: P. sco et Cola Santo di Beccaluva.
  29. Cod. Cors.: cioè furo Valeriano Muti. ecc.; Cod. Vat.: Ballariano Muto, ecc.
  30. Cod. Cors.:... dello Mataleno, ecc.
  31. Cod. Vat. suoi soaci.
  32. Cod. Cors.: Die XI Septembris fu attenagliato Poncellotto.., ecc. Uno dei principali autori della rivoluzione di Roma avvenuta nel 1436.
  33. Cod. Cors.:... una delle parti di Roma... Conforme al Cod. Vat.:... una delle parti di Roma come ribello e per quale cagione fu muorto.
  34. Questo tratto della Cronica, fino al segno (x) è scritto da altra mano, ed a me sembra che manchi di qualche riga al principio. Il Codice Corsiniano, conforme al Vaticano, dice: A di. 7. di Decembre furo recercati e ritrovati li malfattori regnicoli e Beneficiati di Santo Janni. (Questi preti qui ricordati rubarono dalle teste delle immagini di S. Pietro e S. Paolo alcune gemme rii molto valore, e però dal Vitellesco furono fatti pubblicamente morire).
  35. Cod. Cors.:... qual pigliò li Nepoti e disse ecc.
  36. Cod. Cors.:... e rendiero lo priezzo, ecc.
  37. Cod. Cors.: Garofalo e Capocciola. (Soprannomi che si davano a questi Beneficiati).
  38. Cod. Cors.:... gabbie di legno.
  39. Cod. Cors.:... e tre notte che mai finao di piovere.
  40. Cod. Cors.:... a cavallo antidreto, ecc.
  41. Cod. Cors.:...le mano nette, ecc.
  42. Cod. Cors.:... in quello muro dove stao in mezo la capa (?).
  43. Cod. Cors.:... che hanno quelli di San Pietro, ecc.
  44. Cod. Cors.:... chi mai toccasse, ecc.
  45. Cod. Corsin.: A dì 4 di marzo, ecc.
  46. Antonio Rido (o Redi secondo altri) Castellano di Castel Sant’Angelo, al quale fu commessa la cattura del Card. Vitellesco da Papa Eugenio IV° per insinuazione del Card. Mezzarota (Ludovico Scarampo da Padova) emulo del Vitelleschi, e più anche perchè quel Pontefice temette, per la sua Tiara, della straordinaria possanza del Vitellesco. La data della sua morte qui stabilita a 9 di marzo 1440, è contrastata da altri storici (V. Platina, Vita di Eugenio Quarto. Cronaca Fermana. Becchetti, Mem. Stor. degli ultimi quattro secoli della Chiesa. Cardella, Mem. Storiche de' Cardinali, ecc.)
  47. Cod. Cors. Stando a favellare con esso, lo ritenne e disse, ecc.
  48. Cod. Corsin.:... perchè la gente d’arme che menava haveva passata la porta de bronzo, ecc.
  49. Probabilmente la sua morte fu accelerata dal Veleno (V. Storici citati, e Sismondi Storia, ecc.)
  50. Cod. Corsin.:... due tori, ecc.
  51. Andrea, Abate di Sant’Antonio in Egitto, e Pietro Diacono, inviati come ambasciatori da Giovanni patriarca de’ Giacobiti, e da Costantino Zarè-Giacobbe Imperatore d’Etiopia, per chiedere d’essere ricevuti nella Chiesa Romana. Prete Janni ritenuto in allora erroneamente che fosse sovrano d’Etiopia, fu capo di tribù di tartari fra il Mogol e la Cina (V. Star, cit.).
  52. Cod. Corsin.: Antonio Basso, ecc.
  53. Cod. Corsin.:... a San Lorenzo in Damaso.
  54. Cod. Cors.:... e lo di seguente.
  55. Vedi Diz. del Moroni Art. Volto Santo. Il Sudario fu mostrato ai due Ambasciatori a porte serrate nella Basilica Vaticana, ecc.
  56. Cod. Corsin.:... perchè erano christiani de fuoco e cresero nella fede del Battesimo.
  57. Cod. Corsin.:... erano m/40 persone, ecc.
  58. Cod. Corsin.:... e fece de molte pace.
  59. Cod. Corsin.:... e fece abbruggiare una fanciulla fattucchiera et strega, ecc.
  60. Cod. Corsin.:... e in Campiduoglio fuorono abbrugiatì giochi di carte, e tauole in gran castiello, ecc.
  61. Cod. Corsin.:... lo Re d’Aragona. Cod. Vatic.:... lo Re di Raona.
  62. Cod. Corsin.:... a sacco gran parte. Alfonso Re d’Aragona prese dopo lungo assedio la Città di Napoli introducendovi una parte dei suoi soldati per un antico acquedotto. Re Renato d’Angiò, dovette abbandonare Napoli e rifugiarsi a Firenze mentre gli assoldati di Re Alfonso saccheggiavano la vinta Città commettendovi ogni sorta di ribalderie.
  63. Paolo della Molara, o Lamolata, valoroso guerriero, cittadino integerrimo fatto morire dallo Scarampo, cui dava ombra il inerito e vaios e del Lamolata (V. Platina, Murat. Rer. Ital. Scriptores, ccc.). Mesticanza di Liello Petroni: essendo tornato il Camerlengo a Roma fece pigliare Paolo della Molara e il lunedì seguente a due ore di notte li fue tagliata la testa. Dio voglia che non ne segua scandalo perchè era molto imparentato con Casa Orsini e Casa di Valle montone, ch’era vomo di grande animo, valente nell’arme quanto vomo del mondo.
  64. Ludovico Scarampo d°. Mezzarota, o dell’Arena, medico, e secondo altri, cameriere di Eugenio V°; Patriarca d’Aquileia, Prete Card.e di S. Lorenzo in Damaso. Ebbe parte nell’assassinio del Card. Vitellesco (V. sopra).
  65. Cod. Cors.:... Del Bascione, ecc.
  66. Negli altri codici da me esaminati non trovo traccia alcuna di questi pegni della detta Renza. Non ho potuto comprendere perchè il nostro diarista torni a ridire del maritaggio di questa sua sorella, di cui già ha parlato sotto la data delli 1441 e fu l’ultima Domenica di settembre. Per ciò che riguarda i duc. ij suppongo possano essere abbreviatore di Ducato, moneta allora in corso, e che si offeriva alla sposa come arra nuziale.
  67. Cod. Cors.:... a di XI di Settembre Papa Eugenio rivenne a Roma sabato alle XI hore.
  68. Cod. cit.:... molte altre feste, e ... .... jonto ecc. Questo passo è reso oscuro anche negli altri citati codici, ciò che potrebbe far sospettare che la derivazione di essi, forse da una sola fonte; tuttavia per le ragioni esposte nella prefazione, inclino a credere il contrario.
  69. Cod. Cors.:...e prima ch’entrasse a Roma a cinque miglia mandao un bando e fece raddoppiare le gabelle di Roma, ecc.
  70. Angelotto Fusco o Foschi cavense, prete Card. titolare di S. Marco. Questo racconto conforme in tutto alla narrazione che ne fa il Ciacconio ed altri storici, è di una tremenda semplicità storica, che rileva tanto più l’indole dei tempi e la nequizia dei giudizi criminali di quell’epoca.
  71. Cod. Corsin.:... che habitaua all’Arco di Fosco di Testa.
  72. Cod. Corsin.:... e più guadagnava 500 ducati d’oro per lo spurgarci (?) dello Papa o di Gran Maestri di Corte che hauea bene cento miglia de ducati che li furo trovati fra danari e robbe. = Cod. Corsin. promiscuo Infessura Magistri: Il Papa messe di taglia a chi lo scopriva al Camerlengo 500 scudi d’oro. Questo tratto di cronica è reso oscuro in tutti i codici.
  73. Cod. Corsin.:...appontellò uno stocco nella zinna.
  74. Un rastello d’argento di cui si serviva il Cardinale per coltivare il suo domestico giardino.
  75. Cod. Corsin.:...e andò a Carlo nepote, ecc.
  76. Cod. sud.:... e lo trovò ancor vivo.
  77. Cod. sud.:... lo Cardinale accennò con la mano a lui. Cod. Promiscuo In fessura Magistri:... e gli disse che era stato ammazzato, ma lo trovò vivo e senza poter parlare, benché accennò col dito che era stato lui.
  78. Cod. Cors. Prom. Inf. Mag.:... e perchè lui solo restò in casa fu preso.
  79. Cod. Corsin.:... dicevano, ecc.
  80. Cod. Corsin.:... ammazzatemi che io debbi far miglior guardia.
  81. Cod. sud.:... e con lusinghe, con dire che lo Papa perdonava.
  82. Cod. sud.:... lo carro dove fu messo, e attenagliato.
  83. Cod. Corsia.:... che stao su lo ponte hinc et illinc. — Cod. Promiscuo Infiess. Magistri:... e il quarto col capo rimase in campo di fiore, le mani cavigliate nel ponte di S. Pietro in quelli archi di pietra. Un quarto a ponte mollo, uno a monte mario, e lui scolpò ognuno, ma che in un dì fu pensato e fu fatto.
  84. Cod. Corsia.:... Suolli 45 per uno fiorino. Trovo questa noterella che segue immediatamente i! fatto narrato, nè saprei rendere ragione perchè vi sia stata posta dall’autore. È un proverbio, è un appunto speciale privato, o è un arbitrio dell’amanuense? L’ultimo supposto parmi probabile, tanto più che le citate parole sono mancanti nei Codici Vaticano e Soderino.
  85. Giuliano Cesarini romano. Diacono Cardinale di S. Angelo. Di questo abile diplomatico e prode guerriero, è detto moltissimo dagli storici massime ecclesiastici. Egli morì unitamente a Re Ladislao d’Ungheria nella battaglia di Varne contro Amuratte Gran Signore de Turchi nell’anno 1444. = Cod. Corsin.: Monsir: de Santo Angelo de’ Cesarmi, et habitaua ecc. Questo tratto nel citato Codice è evidentemente mancante del principio, forse soppresso dall’amanuense che non ha potuto leggere la data a cui si accenna nel Codice Sederini.
  86. Cod. Corsin.:...conquistao de molto paese.
  87. Non v’ha traccia di disegno nel Cod. Soderini, che rappresenti questo animale. = Cod. Corsin.: allo Papa Un Domedario femina, e allevassi, e era più grande, ecc.
  88. Cod. Corsin.:.., e quando era stracco stringeva li denti, ecc.
  89. Cod. Corsin.:... et io Pauolo ci cavalcai.
  90. Vedi la nota (3) della pagina precedente.
  91. Cod. Corsin::... De Luglio avanti cinque furono messe le porte, ecc.; Parmi strana questa maniera di computare le date; pur tuttavia dal lato cronologico la trovo conforme alla indicata dal Cod. Cors. Promiscuo (Infess. Mag.) che dice: A di 26 giugno fumo messe le porte de Bronzo. È evidente che il 26 giugno sia cinque giorni innanzi ai mese di luglio. Le porte di cui qui si parla sono le attuali della Chiesa di S. Pietro, opera pregevole di Antonio Fiiarete e d’altri, che vi compendiarono i principali episodi della vita di Eugenio IV, nei vari bassorilievi:
  92. Tutte le sopradettc notizie che si riferiscono alla famiglia del diarista sono soppresse negli altri codici.
  93. Re Alfonso d’Aragona si recò in Tivoli dietro invito del Papa per concertarvi una lega contra i fiorentini (V. Platina, vita di Eugenio IV).
  94. (Edifizi) Cod. Corsin.:... e fece molti trafichi, ecc.
  95. Tommaso Parentuncelli, o de’ Calandrini di Sarzaiia, Card. Arciv. di Bologna, eletto pontefice a dì 6 di marzo 1447, e come non aveva armi gentilizie da inquartare allo stemma pontificio, vi pose solamente le chiavi. Egli era figlio d’un flebotomo.
  96. Cod. Corsin.:... Dell’Anno 1450. Mentione dell’anno del Giubileo. Lo mese di filatale a Roma venne molta gente, ecc.
  97. In tutti i codici da me rovistati trovo una lacuna di due interi anni, lacuna che può facilmente essere riempiuta dai fatti cui accenna in detti anni il diarista Infessura.
  98. Cod. Corsin.:... li romani in un mese, ecc.
  99. Cod. Corsin.:... a mezzo mese di Gennaro.
  100. Cod. sud.:... Et essendo la settimana santa intravenne che per quelli che givano e quelli che rivenivano, era tamanta la folla nella salita dello ponte che durao, ecc.
  101. Cod. Corsin.:... All’acsiensione
  102. A cagione della peste che in quel anno infieriva in molte contrade d’Italia. Papa Nicola Quinto fu preso da tale paura che disertò il Giubileo, e recossi a Fabriano per tema d’esser preso dal terribile contagio. V. appresso. Cod. Cors. Promiscuo:... e cadevano morti per le strade come cani tra l’aria infetta e li disagi.... e per le strade di Toscana e Lombardia si trovavano morti e non li valevano denari, ... e per la morìa il Papa e la corte si partì da Roma e andò a Fabriano, ecc.
  103. La peste qui menzionata dovette essere veramente terribile; dappoichè il nostro Diarista si sforza più che altrove d’essere eloquente, e pare non trovi parole bastanti a dipingere il terrore da cui egli stesso è tutto compreso.
  104. Cod. Cors.: ... che chi sce havesse fatto un di havesse plenaria indulgenza, ecc. Cod. Cors. Promiscuo:... et indulgenze che si conseguivano con la visita d’un dì solo, ecc.
  105. (*) Il tratto compreso dai due (*) e mancante nei Cod. Cors. e Vat.
  106. Cod. Cors.:... la loggia. Cod. Prom. Inf. Mas.:... e le vigne di qualunque luogo si vedeva la loggia e più quelli che non vedevano, ecc.
  107. Cod. Cors.;... alle 24 hore cadde la maggior fortuna del mondo.
  108. Cod. Cors.:... infrattaglia.
  109. Cod. Cors. Prom. Inf. Mas.:... è una mula che dicono fosse di S. Marco e aveva due ceste con due donne, che si spaventò e morse, ecc., (intendi morì). Si attribuì l’infortunio disopra narrato all’aombrarsi appunto d’una mula del Cardinale di S. Marco.
  110. Cod. Cors.: Paolo dello Sarto.
  111. Cod. Cors.;... ammontonati di qua e dì là della via.
  112. Cod. Coss.: Erano piene le zone dello ponte, ecc.
  113. Il Cod. Cors. è molto più laconico: et multi quaerebant suos, li panni fusti erant centi.
  114. Cod. Cors.:... e tutte le altre arti, ma questa sopra tutte. (ossia l’arte del Tavernaio).
  115. Federico III sul finire dell’anno 1452, o al principio del 1453 scese in Italia per farsi coronare Imperatore a Roma. Della Magnia alta... forse è errore dell’amanuènse che doveva scrivere d’Allemagna, conforme agli altri codici.
  116. Leonora figliuola del Re di Portogallo, sposata a Federico III poco prima d’essere incoronato dal Papa, Re di Lombardia e poscia Imperatore. Cod. Cors. Infess. Mag.:... giovinetta di 14 anni che venne da Portugallo e sbarcò a Pisa, e l’Imperatore venne d’Alemagna sino a Siena, e passò per Viterbo, e a Siena; aspettò la sposa; e il Papa ne stava in sospetto, e fece venire a Roma gran gente e fanti.
  117. Gio. Carvajal spagnuolo, diacono di Sant’Angelo, e Filippo Sarzana fratello del Papa, vescovo di Bologna, prete Card, titolare di S. Lorenzo in Lucina.
  118. Cod. Cors. Infess. Mag.:... che stà a Ponticello fuori di Porta Viridaria, alla croce di Montemario.
  119. Cod. Cors.:... e l’Imperatore stette in casa di Francesco della Rocca che è riscontro a quella di Tomasso.
  120. Cod. Cors. Infess. Mag.:... poi l’Imperatrice che era beltà oltremodo, e circondata dalle sue dame e damigelle s’inginocchiò davanti al Papa ecc.
  121. Cod. Cors.:... e lo Jovedì seguente 16 di Marzo.
  122. Cod. Cors. Infess. Mag.:... e furono unti con l’olio santo.
  123. La Rosa d’oro, donativo che usavano fare i Papi a personaggi molto ragguardevoli (V. Moroni, Diz.).
  124. Ladislao, figlio di Alberto II, giovinetto di 12 o 14 anni, eletto Re d’Unglieria e di Boemia, nipote, pupillo e vittima di Federico III. (V. Sismondi, Storia. = Muratori, Annali d’Italia ecc.).
  125. Cod. Cors. L’imperatore... una corona una spada una mazza ecc. Cod. Cors. Infess. Mag. L’Imper.e haveva una corona ecc. Forse dall’abbreviatura dell’amanuense è nato lo scambio di persona. Del resto si comprende, che Corona, Spada e Mazza per quanto ricche di gemme s’addicevano più all’Imperatore che alla sua sposa.
  126. Re Alfonso, zio dell’Imperatrice Leonora.
  127. Qui il Codice Soderino è mancante. L’amanuense, forse perchè Io scritto era poco intelligibile, ha soppresso il nome di questo figlio del diarista, e la clausola finale: a cui Dio l’aia misericordia..., od altra in uso.
  128. Stefano Porcari, gentiluomo romano, di fama incontaminata, veemente oratore, ed amantissimo della libertà della patria. = Mentre nel conclave i Cardinali si dibattevano per eleggere un successore al defonto Eugenio IV, Stefano Porcari, adunati in grande quantità i cittadini romani, li spronava con audaci parole a giovarsi della propizia occasione,, proclamando la libertà di Roma. Ma per l’ignavia de’ suoi concittadini non fu secondato, e però dal novello pontefice Nicola V, tollerato da prima, e poscia per nuovi tentativi di rivolta, o a meglio dire, per una sua imprudenza, fu relegato a Bologna con l’obbligo dì presentarsi ogni sera al Card. Bessarione governatore della città. Ma il Porcari facendosi credere malato, se ne fuggì per tornare nuovamente a sollevar Roma, dove un manipolo di congiurati si teneva a’ suoi ordini. Tuttavia questa volta fu men fortunato delle altre; che prevenuta la congiura, fu preso e fatto appiccare a Castel S. Angelo unitamente a molti de’suoi compagni. — Come Cola di Rienzo il Porcari si accendeva alla poesia del Petrarca, e presentì ch’egli poteva essere: «o Un Cavalier che Ialia tutta onora.» Ma o egli non seppe padroneggiare gli eventi, o come è più verosimile, il suo soccorso alla morente libertà di Roma fu tardo, e perciò la rovina di lui inevitabile.
  129. Il Papa mandò a casa dei Porcari, Giacomo Lavezzuola o Lavagnola veronese, Senatore al 1453, e il Vicecamerlengo con molti armati.
  130. Cod. Cors.:... salvo cinque che ne uscirò d’avanti, e accotarosi innanzi tutti quelli fanti ecc. = La parola acchuserose non ha significato, ed è stata evidentemente male trascritta dall’amanuense del Cod. Soderino. Può in qualche modo sostenersi il testo del Cod. Corsiniano per la parola accotarosi che vale accodaronsi, ossia, tennero dietro immediatamente agli armati che stavano innanzi a loro.
  131. Stefano se ne fuggì con alcuni de’ suoi da un’altra porta della casa non presa d’assalto dalle genti del Papa, lasciando suo nipote Battista Sciarra giovane audacissimo con i suoi amici ad affrontare gl’invasori. Lo Sciarra, fattosi strada tra gli armati con quattro suoi compagni, riuscì a porsi in salvo, riparando a Venezia.
  132. Cod. Cors.:... In Casa di Rienzo de Mons.r Sessa. — Cod. Cors. Infess. Mag.:... fu pigliato Stefano in Casa di Renzo di Madona Testa, racchiuso in una cassa, e fu menato a Palazzo, e furno 3 a’ quali diede 150 ducati p uno, e furno pigliati altri ch’erano in quello trattato e ne furono giustitiati molti, ecc.
  133. Angelo Massa cognato del Porcari, e suo figlio Chiumento (o Clemente), furono appiccati in Campidoglio. Un pietosissimo episodio viene narralo dal diarista Stefano Infessura testimonio di veduta, a proposito di questi due sventurati; lo riproduco testualmente: E in quell’istesso di furono impiccati nelle forche di Campidoglio senza confessione e comunione gl’infrascritti cioè: Messer Angelo di Mascio primo, e dopo lo figliuolo Chiumento, il quale per non vedere il padre impiccato, pregò che gli fosse messa la berretta tanto innanzi a gli occhi che non potesse vedere niente, e così fu fatto, e stettero impesi l’uno accanto dell’altro. = Il Cod. Cors. Infess. Mag., è molto più conciso:... Angelo di Mascio e Clemente suo figlio, quale non vedere il padre impiccato pregò se gli mettesse il cappello negli occhi 9 e in tutto i morti per iustitia furno 9.
  134. Il Papa fece calde istanze a tutti i governanti d’Italia per riavere i proscritti, e ne riebbe difatti, e li uccise tutti (!). (V. Mur. R. I. S. = T. III, parte 2° pag. 1135).
  135. Cod. Cors. Die 8 aprilis.
  136. Alfonso Borgia della diocesi di Valenza, o Valentino Alfonso Borgia spagnolo, fatto pontefice all’età di 73 anni.
  137. Il Codice dell’archivio Soderini presenta qui come altrove lacune assai rilevanti. Ho creduto necessario ricolmarle col testo del Codice Corsiniano, contrasegnandolo con le virgolette».
  138. Pietro Borgia nipote di Calisto 3°, creato Duca di Spoleto, generale dell’armi pontifìcie. Prefetto di Roma, e castellano del forte di S. Angelo. Tutti gli storici si accordano mirabilmente nel qualificare questo Borgia per uomo pieno di vizi e di delitti, il quale godeva di tutto l’amore e della stima dello Zio, tantoché, dopo fa morte di Alfonso d’Aragona, il Papa si oppose validamente alla nuova investitura di Ferdinando, perchè parve volesse insediare nel trono di Napoli Pietro Borgia. Ma la morte gli troncò a mezzo questi pensieri. (V. Murat. Ann. d1 It. Sismondi, Stor. delle Rep. It. ). Fu così smodato l’amore di Calisto verso i suoi nipoti, che ne fece Cardinali due, un Ludovico Milano da Valenza, e un Roderigo Lenzolio adottato dal Papa . . ., uomini, su cui la storia ha pronunziato ben severi giudizi. Il citato Muratori chiama costoro, del tutto indegni della porpora.
  139. Cod. Cors.: Die 18 Augusti, ecc.
  140. Cod. Cors.:... 29 di agosto.
  141. Enea Silvio Piccolomini da Siena.
  142. Papa Pio II andò a Mantova ad un congresso di principi cristiani, che egli voleva armare nuovamente contro i Turchi.
  143. Quando i Romani ribellatisi ad Eugenio IV, lo cacciarono via da Roma, ed imprigionarono il Card. Camerlengo suo nipote, il Papa nominò un Vicecamerlengo che si chiamò Gubernator in Alma Urbe. Da qui l’origine del Governatore, che ufficiale straordinario dapprima, divenne poscia ordinario, sostituendosi quasi nella giurisdizione al Senatore, che a poco a poco rimase un personaggio subordinato alla potestà pontificia.
  144. Tiburzio figlio di Angelo Massa ( fatto già morire da Nicola V. = Vedi sopra) forse nella speranza di sollevar Roma e vendicare la morte di Stefano Porcari suo zio, e anche del padre, e di Clemente suo fratello, si era ribellato unitamente a diversi altri giovani romani e si erano fortificati al Panteon. Furono fatti appiccare tutti ad una finestra del Campidoglio da Pio II. (V. Platina, vita di Pio II).
  145. Carlotta, figlia di Giovanni III e di Elena, incoronata regina di Cipro il 5 Agosto 1458.
  146. Questo fatto è narrato anche nel Cod. Sederini; ma ho dovuto preferire il Cod. Cors., perchè più ordinato e più esteso in questo racconto. «Vispoto». Tommaso Paleologo Despota della Morea, fratello dell’ultimo Imperatore de’Greci, discacciato dai Turchi unitamente ad altri. (V. Moroni, Diz. Art. Pio II).
  147. Forse si allude alla terribile pestilenza che afflisse Roma in quel tempo, e per cui Papa Pio II e la sua corte se ne andò a Viterbo per prendervi i bagni, poi a Bolsena, indi a per tema d’essere attaccato dalla peste.
  148. Il piccolo tempio dove fu posata la testa di S. Andrea apostolo venuta da! Peloponneso, trovasi entro una vigna a sinistra, appena passato il ponte Molle, da chi viene a Roma.
  149. (V. Bicci, Notizie della famiglia Boccapaduli, e Muratori... Mesticanza di Lelio Vetrone).
  150. Cod. Cors. Infess. Mag.: A dì 19 giugno il Papa si partì da Roma per andare contro il Turco, e andò in Ancona con molta gente e con molti Card.li, e a dì 14 Agosto a 2 o 3 hore di notte morse; e fu un gran vento e gran tempesta più che mai fosse stata veduta in Ancona e Osimo, e per tutte quelle terre fece molto danno e la tempesta strappò molti alberi, che in Roma fu detto che gl’havevano spianati, e che non vi era rimasto nulla. Strappò ulive e fece danno inestimabile; et a 23 d.° arrivò il corpo del Papa a Roma e fu posto in S. Pietro nella cappella di S. Andrea.
  151. Pietro Barbo veneto. Nipote di Eugenio 4° = Cod. Cors. Infess. Mag.: A dì 28 d.° li Cad.li tutti entrorno in Conclave in S. Pietro, et a dì 30 fu fatto Papa Mons.re di S. Marco nipote di Eugenio 4°. e se pose nome Paolo II. quale concesse la berretta rossa a’ Cardinali.
        Cod. Cors.: Nello sopradetto anno, a dì 18 settembre fu coronato Papa Paolo II a S, Giovanni Luterano, e fu di Domenica.
  152. Diefebo. o Deifobo, e Francesco figli del conte Everso dell’Anguillara, raggirati e traditi da Papa Paolo II, che mentre li allettava con ogni blandizia a parteggiare per la Santa Sede, d’improvviso li scomunicò, dichiarandosi loro aperto nemico, intanto che Ferdinando di Napoli d’accordo col Papa faceva strangolare Jacopo Piccinino, e inviava i suoi assoldati a riunirsi con quelli del Pontefice, capitanati da un Niccolò Fortiguerri da Pistoia cardinale di S. Cecilia; cosicchè in pochi giorni i conti dell'Anguillara furono disfatti e spossessati di molte castella non apparecchiate alla difesa. Diefebo potè salvarsi colla fuga riparando a Venezia, Francesco fatto prigioniero, stette cinque anni in castello S. Angelo (V. Murat., Ann. d’11.).
  153. Paolo II di senno altamente politico, comprese il suo tempo più che ogni altro de’ suoi antecessori. La fiera lotta fra il papato e la libertà, era ormai cessata, e il papato vittorioso inebriava il popolo con inusitati sollazzi, adottando l’antica formula: panem et circenses. Paolo II, ampliò, regolò il Carnevale, lo ridusse nella via (lata) principale di Roma, quasi sostituendolo alle feste antichissime popolari del monte Testaccio e della piazza Agonale. Nè è a credere che vi si sciupassero i nostri denari, che una provvida misura, adottata da Bonifacio IX fin dal 1399, obbligava gli Ebrei a sborsare ben 1330 fiorini d’oro all’anno per le feste di Testaccio e del Foro Agonale. Chi fosse vago d’avere notizie speciali sul modo con cui celebravansi queste feste e giuochi popolari, vegga il Moroni all’art. Carnevale. — Cancellieri, Il mercato, il lago dell’acqua vergine ed il palazzo Pamphiliano. — Bicci, Notizie della famiglia Boccapaduli, p. 589. = Platina, Vita di Paolo II.
        L’arco di S. Lorenzo in Lucina L’arco trionfale dell’Imperatore Marco Aurelio, fatto demolire da Alessandro VII, verso l’anno 1668, per ampliare la via del Corso.
        Cod. Cors. Infess. Mag.: Papa Paolo nel principio del suo ponteficato, per far cosa grata a’ romani venne ad habitare a S. Marco e ampliò la festa del carnevale, e fece che il lunedi avanti carnevale si corresse da giovani un pàlio. Il martedì corressero i Giudei. Il mercoldì i vecchi. Il giovedì se ne giva a Navona. Il venerdì stava in casa. Il sabbato alla caccia. La domenica si correvano tre pulii completi. Il lunedì correvano le bufale. Il martedì gli asini: e di queste cose se ne pigliava gran gusto.
  154. San Giacomo in Augusta, così denominato perchè in prossimità del Mausoleo d’Augusto.
  155. Cod. Cors. Infess. Mag.:... il sole fece più mutattioni 1 quando pareva verde, quando azurro, et alcune volte giallo tutto il dì, et a 20 fu l’eclisse della luna, e in quel tempo fu pigliato tradito e morto Jacomo Piccinino. (V. sopra pag. 141, nota (2)).
  156. Il Gran Maestro di Rodi, dell’ordine de Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme (di Malta); venne a Roma quando i Veneziani dopo le piraterie commesse dai cavalieri a nome della religione di Cristo contro i passeggeri musulmani, assediarono l’isola, obbligando il Gran Maestro a rendere i prigionieri (v. Sismondi, Stor. delle Rep. It. = Muratori, Ann. d’it. = Platina, Vita di Paolo II).
  157. Scanderbeg (Giorgio Castriota figlio di Giovanni) dopo venti anni di continue guerre sostenute contra i Musulmani per l’indipendenza della cristiana Albania, vedendo il suo piccolo esercito sfinito dalle vittorie, e alfine reso impotente dinanzi alle sempre crescenti invasioni de’ sudditi di Maometto II°, si risolvette di venire a Roma durante l’assedio di Croja per ottenere dal Pontefice sussidio d’armi e di denari; ma Paolo II lo colmò invece di sterili carezze e benedizioni, tanto che io Scanderbeg, disilluso se ne tornò in Albania, e poco dopo vi morì all’età di 53 anni: (v. Sismondi, Stor., ecc,). A questo tempo si riferisce la leggenda de! miracoloso trasporto dì un dipinto in affresco della Modonna, fatto dagli angeli, da Scutari (Albania) a Genazzano. = (V. Senni, Stor. di Genazzano).
  158. Giacomo figlio di Leonardo Boccapaduli, scrittore delle lettere Apostoliche (V. Bicci, Not. della Fam. Boccapaduli, pag. 81. Ediz. Rom. 1762, Stamp. di Apollo).
  159. Cod. Cors.: Nell’anno 1468 a dì 24 di decembre venne a Roma l’Imp.re Federico 3.°, e fo la seconda volta; la prima venne a tempo de Papa Nicolò Quinto, e questa 2a volta a tempo de Papa Paolo 2°: e lo primo di Jennaro 1469 vennero lo do Papa e l’Imp:e da Santo Giovanni de Luterano et andaro pontificalmente sotto ad un Palio per fino a San Pietro, e lo do Imperatore venne a Roma come pellegrino.
  160. Certo è che Paolo II morì di morte violenta; allora vi si innestarono le più strane congetture che dettero origine di poi alla leggenda dei diavoli. Taluno asserì che nella sera che precedette la sua morte, avesse mangiato una gran quantità di melone, e però se ne morisse d’una indigestione. Altri lo dissero strangolato... ma non da diavoli, come dice il nostro Diarista: Fu papa avaro sordidamente, ed amantissimo di gemme preziose, di cui lasciò gran collezione. Egli morì odiato da tutti.
  161. Cod. Cors.: A dì 19 Agosto di do Anno fu fatto Papa lo Carde di S. Pietro in Vincula e si chiamao Sisto 4.° = Frate Francesco della Rovere da Savona, Francescano, Cardle di S. Pietro in Vincula.
  162. Il Muratori (Annali d’Italia) pone la venuta in Roma di Re Ferdinando nel gennaio del 1475 in occasione del Giubileo; e parmi più esatto; dappoichè Sisto IV nel principio dell’anno 1476, mentre infieriva la peste in Roma, succeduta al giubileo e ad una terribile inondazione, se ne fuggì a Campagnano, poi a Vetralla, indi a Narni ed Amelia, lasciando al governo di Roma il Card. Cybo, che poi gli succedette eoi noine di Innocenzo VIII.
  163. Un palio di broccato?
  164. Una delle più ardenti cure di Sisto IV, fu di arricchire e nobilitare lasca famiglia; difatti fece subito cardinali due suoi nipoti, un Pietro Riario da Savona, e Giuliano della Rovere, qui menzionati.
  165. Tanto il Codice dell’Archivio Sederini, che quelli della Biblioteca Vaticana e Corsiniana presentano qui una lacuna di cinque interi anni. Nè m’è dato stabilire se ciò si debba al diarista Paolo dello Mastro, o non piuttosto agli amanuensi, che copiando da un codice non autografo ed alterato, l’hanno trascritto con gli stessi errori.
  166. Cod. Cors.:... talchè il Papa e la Corte era per andarsene con Dio.
        Mentre Alfonso duca di Calabria unitamente alle flotte del Papa e dei Genovesi, tenevano in assedio la Città d’Otranto, presa già dai turchi che vi si erano fortificati, morì l’imperatore Maometto II. È fu ventura per gli alleati, che da quella morte nacque dissidio fra i due fratelli Bajazette, e Zizim per causa di precedenza nell’imperio, e così la città capitolò, rassicurando l’Italia trepidante da una imminente ruina.
  167. Cod. Cors.; Nell’Anno 1482. Di giugnio venne lo duca di Calabria e s’intese dal Prothonotaro Savelli e certi altri Sigri di casa Colonna, ecc.
        Alfonso duca di Calabria occupò molta parte delle terre del Papa, e lo mise in tanta paura, che questi si rivolse ai Veneziani per averne degli assoldati capitanati da Roberto Malatesta. Fu soccorso difatti dai Veneziani, ed il Malatesta si uni al conte Girolamo Riario nipote del Papa, presso Campomorto in vicinanza di Velletri, e quivi in una battaglia sconfisse compiutamente il duca di Calabria che riparò a Terracina. Il Protonotaro qui ricordato come favorevole al duca di Calabria, è un Colonna che unitamente agli altri di sua casa, era in aperta ostilità col Papa e suo nipote Girolamo, i quali si erano dichiarati favorevoli agli Orsini.
  168. Cod. Cors.:... e sotterrandolo in San Pietro a lato dell’altare granne, dove stao lo relevo de marmo a Cavallo.
        Roberto Malatesta morto non senza grave sospetto di veleno datogli per invidia dal Riano, o meglio, nella speranza di farsi signore di Rimini.
  169. Cod. Vat.:... lo Prete Statario della Colonna, ecc. Cod. Cors.: Lo Protonotaro, ecc.
        Sembra che Sisto IV e suo nipote Girolamo avessero stablito lo sterminio della casa Colonna; dappoichè non si facevano fuggire occasione per spogliarla de’ suoi feudi, ed opprimerne le persone.
        Gli odii riaccesi dopo la guerra del 1482, fra le due famiglie Colonna e Orsini, avevano ridotto Roma a campo di fazioni Ghibellina e Guelfa. Coi Colonna si schieravano i Margani, i Savelli, i Conti, i Della Valle, al grido di Colonna, Colonna. I Santacroce e i Crescenzi ed altri tenevano per gli Orsini col motto di Chiesa, Orso. Mancava un pretesto per venirne ad aperta battaglia e gli Orsini lo trovarono, dichiarando ai Colonna, e più specialmente a Lorenzo, che rendesse ad un Virginio Orsini il ducato de’ Marsi, sul quale vantava feudale avito diritto. Così sul finire dell’anno 1483 vennero alla ragione dell’armi, ma sempre con esito incerto da ambe le parti. Pure nel febraio del seguente anno l’uccisione d'un Francesco Santacroce, avvenuta per opera dei Della Valle, parve forse foriera di vittorie pei Colonna. Il Papa, cui nulla più incresceva del sopravvento di questa odiata Casa, credette doversi schierare fra i contendenti, ordinando la cattura del Protonotario, ardito e battagliero per eccellenza. Virginio Orsini, capitano della sua fazione, Girolamo Riario dell’esercito papale, dettero l’assalto al palazzo del Protonotario alla Pilotta. Dopo non breve battaglia, in cui fra gli altri morì un Filippo Savelli, ebbero il Protonotario nelle mani, e condottolo in Castello S. Angelo, lo sottoposero ad inaudite torture, e dipoi gli mozzarono il capo. Nè perciò le ire partigiane si spensero. I Colonna assediati nelle case in Roma, c nelle rocche de loro feudi, si difendevano ostinatamente, benchè cercassero ogni mezzo di venire a patti con cessione di castella e di oro. Ma il Riano c gli Orsini d intesa col Papa rifiutarono ogni accordo, e dichiararono voler lo sterminio della abborrita casa dei Colonna.
        Il Sismondi (St. delle Rep. It.), non si spiega la causa di questo odio orribile del Pontefice contro i Colonna. Tuttavia se devesi prestar fede a’ contemporanei Diaristi, sembra potersi stabilire che una delle cause principali sia appunto l’aver parteggiato i Colonna per il duca Alfonso di Calabria. (V. nota (1) nella pagina precedente).
  170. La morte di Sisto IV, favorì immensamente la fazione dei Colonna, i quali come si videro liberati da sì terribile avversario, presero animo e da assaliti e assediati nella rocca di Paliano, ripresero l’offensiva con esito fortunato, e in pochi giorni riebbero le loro castella, e ridussero agli estremi la fazione Orsina, mettendo a sacco e fuoco le case del Riano e di Virginio Orsini.
        Così da Martino V a Sisto IV, queste due potentissime famiglie si erano dilaniate a vicenda, per la predilezione de’ papi esclusiva verso l’una di esse.
  171. Gio. Batta Cybo genovese vescovo di Melfi (o Malfetta secondo il Cordella e il Platina), prete card. titolare di S. Balbina,