Discorso sopra il giuoco del calcio fiorentino - Versione diplomatica
Questo testo è incompleto. |
S O P R A I L G I V O C O
D E L C A L C I O
F I O R E N T I N O.
Del Puro Accademico Alterato.
Al Sereniß. Gran Duca di Toſcana
Suo Signore.
I N F I R E N Z E
Nella Stamperia de'Giunti, 1580.
Con licenza, & Privilegio.
D I S C O R S O S O P R A I L
Giuoco del Calcio.
Del puro Accademico Alterato.
mantenne, & accrebbe ſenza altre mura, che quelle de' duriſsimi petti de ſuoi cittadini. I Perſiani mentre che ſeguirono la ſeuera diſciplina di Ciro, eſſendo auuezzi alle dure fatiche della caccia, dal Leuante al Ponente, e dalla tramontana al mezzo dî, corſero vincendo. I Macedoni ſotto Aleſſandro il Grande diuenuti per lo eſſercizio prodi, e feroci, ruppero con l'impeto loro i Darij, e qualunque altro Imperatore venne loro à petto. I Romani mentre nelle ſchuole, & nelle paleſtre ſi eſercitarono fur ſi robuſti, che ſotto grauiſsimi faſci caminando, e gl'anni interi nelle armi ſtando, diſteſero ſenza termini l'Imperio; e piu toſto mancò loro il Mondo, che eſsi al Mondo. Moſtrano ancor le Reliquie, oltre alle antiche ſcritture, quanti magnifici Teatri, e Cerchi, e Mete, e Therme, & altre ſuperbiſſime moli fuſſero in Olimpia, in Iſthmo, in Athene, Roma, e per tutta Italia edificate; ſolo per eſercitare, e mantenere la loro giouentù feroce, e gagliarda; e noi ancora oggi dì in Firenze veggiamo i veſtigi dell'Amphiteatro fatto da quelli antichi noſtri fondatori, e dell'antica diſciplina Romana Imitatori, per l'antica giouētù Fiorentina eſercitare. Giouentù Fiorentina ſempre eſſercitata. Peroche queſta voſtra città tenendo le medeſime vie, che tennero i Romani, non ha mancato giamai inſino à qui d'occupar la giouentù in eſercizij nobiliſsimi, tempo, per tēpo. La primauera nella palla, e nel pome: la ſtate nel nuoto, l'Autunno nelle cacce, & il verno nel ſaltare à cauallo, nel lottare, e nel calcio, & in altri pregiati eſercizij, come nel giocare d'arme, e nel caualcare: ma perchè di queſti due e di tutti gli altri coſi fatti, homai s'ha da noi piena contezza, per via degli ammaeſtramenti, che li ſcrittori ne hanno laſciati; Del calcio, che oggi è proprio giuoco noſtro Fiorentino, cui niuno, ch'io ſappia inſino à hora ha trattato, mi volgerò a ragionare; à fine, che le la maluagità del tēpo vnqua faceſſe, che egli ſi perdeſſe, come è dell'arte Iſtrionica, de i cori, de i Mimmi, de i Rithmi, della muſica antica, della Magia, e della Cabalà, e di molte altre arti, e
ſcienze è auuenuto, almeno ne rimanga queſto mio libretto come vn picciolo monimento à coloro, che dopo noi verranno, ſe però il libro aurà tanta vita. Dico adunque che gli antichi ſoleuano accendere alla virtù non pure con la ſeuerità delle leggi, e con gli ammaeſtramenti della Filoſofia: ma con la Poeſia, con la Muſica, e con diuerſe arti piaceuoli, e giuochi allegri, intra i quali quello della Palla dai Lacedemonij ritrouato, e di cui Timocrate Lacedemonio ſcriſſe alti volumi, era nobiliſsimo: & à queſto ſolo pone Omero hauere quegli Heroi giuocato; in queſto hebbero fama, e grido Demotele fratello di Theognide il Sauio, & vn Chereſane, & vn Ctesbio, Filoſofo. E gli Attenieſi fecero lor cittadino Ariſtonico Cariſtio, e rizzatogli vna ſtatua per la ſua eccellenza in queſto giuoco, il quale truouò eſſere ſtato da Greci, detto Feninda.
" Eſercita il Feninda con Fenesteo.
E biſognaua, che il medeſimo foſſe, ò molto ſomigliante al noſtro calcio per le parole di Antifane Poeta.
" Preſe la Palla, e fuggio ratto, e dielle
" E le Voci n'andai liete alle Stelle.
& vn'altro.
" Nel prenderla, ò nel darle il giouin Coo;
" Facea leuar vn lieto altißimo ohoh.
Appreſſo de Romani ſi puo credere, che fuſsi in vſo il proprio calcio Fiorentino; poiche Giulio Polluce nella propria forma lo deſcriue in vno de'ſuoi libri indritto à Commodo Imperadore,e lo chiama Epyſciro; coſi dicendo. Il giuoco Epyſciro ſi giuoca da vna moltitudine di giouani i quali fatta nel mezo d'vna piazza vna linea chiamata Scyro,
e meſſaui ſopra vna palla; ſi diuidono pari contro à pari, e contendono farla paſſare oltre à gli auuerſari loro di là da vn'altra linea deſcritta dietro all'vna parte, & all'altra. Queſti Romani è da credere (auuenga che certa memoria non ce ne ſia) che quando poſero la colonia Fiorentina, ci portaſſero queſto giuoco, come l'altre noſtre imitationi, & vſanze Romane; onde ancor hoggi ci reſtano i nomi del Campidoglio, e delle terme, e degli Acquidotti, & i veſtigij del Theatro, & il Tempio di Marte bello, & intero. Quinci ſi proua manifeſtamente la ſua nobiltà: poſcia, che ſino da gl'Antichi Greci riconoſce l'origine, & da i Romani fu come ottimo receuuto, e poi portato à noi. Oltre all'antichità è nobiliſsimo queſto giuoco per lo ſoggetto per la natura, e per l'vtilità. Il ſoggetto ſuo erano le perſone de gl'Eroi, le quali come s'è detto à queſto ſolo, come piu nobile de gl'altri, è piu degno giuoco s'esercitauano; e noi ſimilmente il fiore della Nobiltà, come à ſuo luogo diremo à queſto ſcegliamo. Quanto alla natura, ciaſcheduna coſa tanto è piu nobile, quanto è piu vniuerſale, e piu coſe ſotto di sê ordinate à fine di lei, & quaſi à ſuo ſeruigio comprende, e quella è nobiliſsima, che à niuna altra coſa fuori che à ſe ſteſſa, & ordinata, ne ſerue: il Corſo, il Salto, la Lotta, il Diſco, il pugilato, che i piu pregiati erano da gli antichi, il Nuoto, il Pome, il Cauallo, il Saracino, la Scherma, e Gioſtra, e Sbarra, che quaſi ſono i piu vſati da noi; tutti (chi ben rimira, e vuole ſenza animoſità giudicare) ſono del Calcio aiuti, e ſtromenti, e quaſi ſua famiglia, e ſeruigiali. Perciò che quanto alli antichi, lo Inanzi adoperà la velocità de piedi, la deſtrezza del lottare, e del ſaltare, e la preſtezza del pugno. Lo ſconciatore la lotta, & il pugno. Il Datore la palla corre, & con fortiſsime date la ſpinge quanto puote in alto, e lontano in vece dello auuentare, che ſi faceua del Diſco, il quale (ſe bene in forma di lente, e peſante, doue la noſtra Palla, e Globo, e leggiero) ſi come con l'eſſer in aria tratto le braccia, e le ſpalle
asforzaua, e ſnodaua; coſi la palla noſtra di ſopra, e di ſotto mano percoſſa, & altreſi all'aria mandata lo effetto medeſimo adopera, ſi che il calcio noſtro dell'antica inuenzione migliorata ſi ſerue. Quanto a gli eſercizij moderni, come la palla piccola, e gl'altri detti di ſopra; tutti quanti pare che ſiano ſtati trouati per principij, e dirozamenti del calcio, & quaſi ſono antipaſti della ſua cena. Concioſia coſa, che ſi come difficilmente, verrà valente in qual ſi voglia ſcienza, ò arte colui, che prima non harà bene apparati i principij, e gli elemenzi di quella; coſi difficilmente potrà ben giuocare al calcio colui, ilquale ne'detti giuochi bene eſercitato non ſia: anzi nel calcio ſopra tutte l'altre coſe ſi richiede, e maſsimamente al datore eſſere in tutti queſti perfetto: perche male ſaprà pigliare vna palla ò rimetterla, ò ben darle colui, che non harà gran tempo di palla, & d'ogni ſorte. Nè potrà il buono Innanzi, nè il buono Sconciatore bene la palla co'piedi trouare, ne etiamdio bene guidarla, ſe non harà di eſſa gran giudizio, in oltre non potrà egli cō le braccia sfalſare i rincontri, che con gl'innanzi farà ſe non ſarà eſercitato in maneggiar l'armi, ne la palla correre lungamente, ſe non harà fatto la lena nel pome, e nel nuoto, ne cauarla de'pericoli ſe non harà deſtrezza di ſaltare: Vedeſi come tutti gl'altri giuochi ſono elemēti, e, principij del calcio e lui come lor fine riſguardano; & egli niuno altro giuoco riſguarda: ma di tutti, come Architettonico, e general maeſtro ſi ſerue. E ſi come tutti gl'altri giuochi che altro non ſono che Battaglie da ſcherzo ſono ordinate, e ſeruono per eſercitij del calcio, coſi egli con tutta la ſua gente, e maſnada, cioè con tutti gli altri giuochi di eſſercitio, è ordinato, e ſerue all'arte militare, auuezzandoci alle fatiche & à'premij di quella. E quinci naſce la ſua grande vtilitade, che fu la terza nobiliſsima laude che noi proponemmo. Concioſia coſa, che nel calcio ſono come s'è dimoſtrato tutti gli agitamenti, e tutte le fatiche dell'animo, e del corpo che mai potette inſegnare tutta l'arte Gimnaſtica, e però quei
tanti frutti di quella, tanto celebrati da tanti Filoſofi, e Medici, e Grammatici, & altri graui, e dotti ſcrittori, tutti nel calcio ſaranno per neceſſaria conſeguenza. Ciò ſono in ſuſtanza; fare il corpo ſano, e deſtro, e robuſto, & l'animo ſuegliato, e forte, e vago di virtuoſa vittoria. E da Horatio furo breuemente narrati in queſti versi.
" L'oura che'l buon Romano ourar tanto ama
" Frutti ſuoaui apporta
" Alla Vita, alle Membra, & alla Fama.
Habbiamo inſino à qui ragionato del Calcio in generale, e detto l'origine, la eccellenza, e l'vtilità ſua: Appreſſo è da dire la ragione del nome, la diffinitione della coſa; il luogo, & il tempo del giuocare, il numero, la qualità, e l'habito de Giuocatori, l'ordinanza & i precetti del giuoco. I veri nomi delle coſe ſono quelli, che iſprimono la loro eſſenza: onde ſi dice, che i veri nomi de gl'huomini ſono i ſopra nomi, che per lor meriti, ò demeriti s'aquistano in conuerſando.
" Voi Cittadini mi chiamaste Ciacco
" Per la dannoſa colpa della gola: & c.
Il che faceua la paſſata etade aſſai piu volentieri che la noſtra non fa; non pure nelle priuate perſone: ma ne i Rè, e gran Signori. Filippo il Bello, Filippo il buono; Carlo ſenza Terra, e ſimili. E Platone fa vn lungo Dialogo detto il Cratilo: per prouare che i nomi ſono naturali delle coſe, e non poſti à caſo, ne à piacimento; e le poeſie s'intitolano del nome di quella coſa, ò perſona, che di tutta la fauola è l'importanza, e quaſi perno, e fondamento. Hora l'importanza di queſto giuoco e vincere; queſto ſi fà col far eſſere, cioê paſſare la palla ſopra lo ſteccato nimico; queſto fà per lo piu il Datore col pugno, auuenga, che con mano
giamai trarla, e ſcagliarla non lice, e di Calcio col piede le ſi da rade volte. Adunque ragion voleua nominar queſto giuoco il pugno, più toſto che il Calcio: ma egli non fu coſi, a fine, che non pareſſe cognominato dal fare alle pugna (che in lui è un difetto accidentale, altroue vno ſpettacolo principale) e coſi foſſe, queſto giuoco ſi nobile, e ſi gentile per altro franteſo. Dal Calcio adunque, ilquale ſolo oltre al pugno può dare alla palla, e farla ſopra lo ſteccato eſſere: ſi fu nominato. Che coſa ſia il Calcio, & la ſoſtanza ſua diffiniremo coſi. Il Calcio è un giuoco publico di due ſchiere di Diffinitione del Calcio. Giouani a piede, e ſenza arme, che gareggiano piaceuolmente di far paſſare di poſta oltre allo oppoſto termine, vn mediocre pallone a vento a fine d'honore. Il campo doue egli fi ha a fare, vuole eſſere vna piazza principale d'vna città a fine che le nobili donne, & i popoli poſsino meglio ſtare a vederlo, della qual piazza s'ha da fare vno ſeccato lungo braccia 172. largo braccia 86. alto braccia due. Gli huomini eletti per lo Calcio deono eſſere cinquantaquattro diuiſi in due ſchiere eguali di numero, e di valore; Numero de giucatori. la qualita de' quali l'iſteſſa natura humana determina: perche non tutti gli huomini ſono atti ad vno eſercitio tale, non eſſendo tutti quanti fatti dalla natura per queſto, e però diſſe Vergilio
" Tutti non poſsiam noi tutte le coſe.
Per tanto non l'età puerile: perchè è troppo tenera, non la ſenile; perchè è troppo aſciutta, nè puo ſoffrire i ſudori, e durare le fatiche, lequali correndo, vrtando, percotendo è forza ſoffrire; nè anche della età giouenile ſono auuenenti coloro, quali, ò ſparuti, ò brutti, come i Baronci,ò Scrignuti, ó Zoppi, ò ciechi, o in qualche modo ſtroppiati, ò contrafatti, farebbono di ſe moſtra
ridicola in ſu la piazza. Oltre a di ciò, ſi come l'Olimpiade non ammetteua ogni ſorte d'huomini: ma i padri delle lor patrie, e Regni, coſi nel Calcio non è da comportare ogni gentame, non Artefici, non ſerui, non ignobili, nō infami, ma ſoldati honorati, gentilhuomini, Signori, e Principi Saranno dunque eletti per fare al Calcio, i gentilhuomini d'anni xviij. fino alli xlv. ò di piu, ò di meno, ſecondo la compleſsione, & bene armonizati, cioè belli, atanti, & prò della perſona, & di buona fama, a fine, che tali campioni ſiano da ogni banda ragguardeuoli, e grati; oltre a a ciò in tutti gli eſercitij, de quali nel proemio ſi fece menzione ammaeſtrati. Di che tempo giuocare Di che tempo giuocare al Calcio. al Calcio ſi deggia: il Sole padrone dell'hore, & Duce dellanno n'ammaeſtra: perche ſi come non ogni ſtagione partoriſce i vaghi fiori: coſi non ogni tempo inuita i Giouani ai piaceri del Calcio: imperoche eſſendo queſto giuoco di eſtrema fatica, eſſa non ſi potrebbe commodamene durare fuori della fredda ſtagione. Dalle calende di Gennaio, inſino al Marzo diſtenda il corſo ſuo, e poi ſi ripoſi, per tornare ogni anno a noi, come fa il Sole al medeſimo punto. Ma perche il Calcio è uno ſpettacolo, che tanto piu è bello, di quanto piu ſpettatori è fornito fra gli altri giorni, quelli delle feſte di Baccho, cioè Carnouale, ſiano al Calcio dedicati per piu ſolenni. In oltre; Concioſia che tutte le zuffe non altrimenti, che vn'arco ſtando gran tempo teſo ſi ſneruano, e ſi fiaccano: non può durare dalla mattina alla ſera: ma come il Sole cala i raggi in verſo l'Occidente cominciare, & quando tramōtando egli Heſpero luce, alla venente notte cedere gli conuiene, e fare poſa: Imperoche vna, & altra hora puote egli a pena ſoſtenere tanti ſudori, tanti impeti, e tāte percoſſe. Deono gli habiti d'ogni Habito del giuocatore. giuocatore eſſere quanto piu poſſono brieui, eſpediti: però non conuiene al noſtro hauere altro che calze, giubbone, berretta, e ſcarpe
ſottili: perche quanto egli farà māco impedito, tanto piu potrà egli atteggiarſi, & ualerſi delle membra ſue, & eſſere agile nel corſo. Sopra tutto ſi ingegni ciaſcuno di hauere gli habiti belli, e leggiadri, & che gli ſtiano in doſſo aſſettati, e grazioſi; perche hauendo d'intorno a vedergli le più vaghe Dame, & i principali gentilhuomini della Città. Chiunque vi compariſce male in arneſe, dà di ſe brutta moſtra, e mal grado n'acquiſta; e tanto piu ſi deono sforzare di comparire adorni, e bene in punto nel giorno ſolenne della Liurea: perche in tal dì il Theatro è più che mai pieno di genti, & ſiano amēdue le ſchiere del Calcio di colore diuerſo, o ſia raſo, o velluto, tela d'oro, ſecondo che a i Maeſtri del Calcio fatti da Voſtra Altezza piacerà. Hora perche il modo di fare al Calcio è quella coſa, che gli da la forma: fa di meſtieri dire ſottilmente, come egli procede parte per parte, a fine che li precetti, iquali ſe ne daranno, lo rappreſentono quaſi viuo dinanzi a gli occhi di chiunque leggerà il preſente libretto. Primieramente adunque ſi dirà del modo del diuidere i Campioni del Calcio, & poi perche il Calcio richiede quattro ſorti di giuocatori, cioè li Innanzi, quali corrono la palla, gli Sconciatori, iquali rattengono i detti Innanzi, quando la palla accompagnano, e dallo ſconcio, che e danno loro ſono coſi detti, i Datori innanzi, iquali danno gagliardi, e dritti colpi alla palla: i Datori a dietro, che dietro à q̃lli ſtāno quaſi alle riſcoſſe: Perche dico il Calcio richiede queſte quattro ſorti di giuocatori: fa di meſtieri dire di che ſorte deono eſſere gl'huomini ſcelti per ciaſcuno di detti vfficij: Imperoche importa aſſai auuertire in ogni coſa all'attitudine. Doppo queſto conuerrà eſporre come ciaſcuna ſchiera deggia ordinare in campo la Modo di diuidere il calcio ſenza Liurea. ſua battaglia. Facendoſi dunque al Calcio ſenza Liurea ſuonino i Tamburi, e le Toſcane Trombe, inuitando allegramente ogni gentilhuomo, e Signore, a
far cerchio, e corona nel mezzo del campo comparendoui con giubbone, e calze in quella guiſa, che di ſopra habbiamo detto: di tutta queſta corona elegganſi due capi fra quelli che fanno al Calcio i piu intendenti, e per giudizio, e per pratica: perche hauendo a fare la ſcelta deono hauere piena contezza di tutti quanti i giouani della Città, e ſapere la natura, e il valore di ciaſcuno. Queſti primieramente riuoltino gli occhi, e la mente ſquadrando tutti quanti, e ſi ne ſcelgano quattro Datori innanzi per ciaſcuna banda, e prima vno che regga il lato, ouero corno della foſſa, & vno quello del muro, & poi gli altri due, che ſtiano nel mezzo: doppo queſti facciano ſcielta di Datori a dietro, iquali hanno a eſſere tre per banda: vogliono i Datori innanzi eſſere i più gagliardi, e di maggior perſona, e ſoura tutto gagliardiſsimo eſſer de quello del muro, & di ſmiſurato colpo: ma quello della foſſa di grande agilità, & di gran tempo di palla. Per Datori a dietro conuiene adocchiare, & eleggere i più veloci corridori, e di alto coraggio, e di gran colpo per le ragioni, le quali a mano, a mano s'allegheranno. Diuiſi, & eletti tutti i Datori facciaſi la ſcelta di cinque Sconciatori per banda gagliardi huomini, e grandi, e fieri, e nerboruti, e di molto ſapere, & ſoura tutti l'vltimo cui tocca a guardare quella parte del campo, che è lungo il muro: vuole eſſere il più membruto, e poderoſo huomo della partita ſchiera: ma quegli che tiene quel lato del campo, che ſi dice la foſſa d'agilità, & deſtrezza, e di buon tempo di palla ſia fornitiſsimo. A quegli del mezzo fa di meſteri hauere buona gamba, gli altri duoi biſogna, che per le ragioni, lequali poi ſi diranno ſiano ferociſsimi. Diuidanſi poi gli Innanzi a uno, a uno inſino a quindici per bāda; queſti ſiano giouani veloci, corridori di grā lena, & molto animoſi. Partite in cotal guiſa le due ſchiere, ciaſcuno de' capi s'ingegnerà di mettere in ordināza la ſua in
queſta forma. Prima fermerà li cinque Scōciatori da lui eletti Ordinanza della battaglia del Calcio. lungi dallo ſteccato eſtremo, che è loro dietro alle ſpalle braccia 61. e diſtanti l'uno dall'altro braccia 16. ma li due da'lati ſaranno vicini allo ſteccato braccia 11. Dietro a queſti nella ſeconda fila metterà i Datori innanzi diſcoſto dalli Sconciatori braccia 18. e diſtanti l'uno dall'altro braccia 21. & quelli da i lati uicini allo ſteccato braccia 11. e mezzo. Dietro ai detti quattro Datori innanzi metterà per vltimi i tre Datori a dietro, diſtanti dai Datori innanzi braccia 18. & dallo ſteccato, che è l'eſtremo termine braccia 2 5. & lontani l'uno dall'altro braccia 30. & li dui da i lati uicini allo ſteccato braccia 13. Queſta ordinanza delle tre file del Calcio ſi vede che fu tratta dall'antica battaglia Romana, poſcia che il primo ordine delli Sconciatori è il più ſtretto, il ſecondo è più largo di quello: il terzo è più rado d'amendui: tal che facendo di meſtieri; la prima fila delli cinque Scōciatori; nella ſeconda de' quattro Datori innanzi; e queſta nella terza de' tre Datori a dietro, ſi può ritirare. Dopo queſto diuiderà ciaſcuno di detti capi li ſuoi quindici Innanzi in tre ſquadre; l'vna delle quali ſi ponga dauanti al ſuo Sconciatore della foſſa oppoſta allo Sconciatore aduerſario, l'altra dauanti allo Sconciatore del muro ſimilmente ſi riſtringa, & contraſta allo Sconciatore, che gli é oppoſto; la terza ſtia bene vnita nel mezzo, laquale s'auuertiſca,che contenga in ſe Giouani di gran gamba, & lena per quello che poi ſi dirà. Già s'ordinauano gli Innanzi in altro modo; cioè, tutti in una fila dal mezzo del campo inſino al muro; quando ſi battea la Palla, poi ſe ne traeuano fuori due per banda, che ſi diceano giuocare alle riſcoſſe, dandoſi licenza a ciaſcuno di loro di giuocare, battuta che foſſe la palla a ſuo piacimento: ma noi trouiamo che va piu ſerrato il giuoco a partire gli Innanzi in tre ſquadre, ſecondo che s'è diuiſato; perche
ſono più pronti a rompere qualunche palla, o uada nel mezzo, o dalle bande.
Per tanto nel preſente libro, ſi uedrà diſegnata la forma dell'ordinanza vecchia, & à canto à quella queſta che noi vſiamo hoggidì, e crediamo che ſia la vera antica, & da ogn'vno s'appruoua per la migliore: perche in ſomma gli Innanzi, come già negli eſerciti antichi de Romani i funditori, & hoggidî ne i moderni gli Archibuſieri attaccano le ſcaramuccie, ſono i primi à dar dentro, & à vicenda affrontano li Sconciatori auuerſi. Ma facendoſi il Calcio ä Liurea quella diuiſione non ſi fa in ſu la piazza: ma in caſa d'alcuno de principali gentilhuomini della città, doue concorrono i migliori giuocatori, e con maturo diſcorſo ſi fa la ſcelta: & talhora con le bande di due colori ſi pruouano vna, o più fiate, & coſi viene carattato il valore di ciaſcuno; & come il Calcio ſi vede bene aggiuſtato ſi publica la giornata: ma prima ſi creano Alfieri due giouanetti de i piu ragguardeuoli della città, & la mattina del deputato giorno ſolenne ciaſcuno ſi ueſte della ſua liurea adornando le berrette con penne, e con impreſe à ſuo talento; perche nel rimanente non ſi addice che habbiano, ne più, ne meno degli altri, ben è ragione, che ciaſcuna parte vada à cauar di caſa l'Alfier ſuo, & corteggiandolo per la città ſi diporti: perche l'vno, & l'altro fa poi alla ſua ſchiera vn bel conuito, dopo ilquale preſa l'Inſegna con le Trombe, & con Tamburi dalla medeſima Liurea ne vanno al campo, doue ragunatiſi, e giucata la men diritta l'vno con l'altro Alfiere, e i luoghi del Sole s'accoppiano, e muouonſi cō queſta ordinanza: prima eſcono i Trombetti con la Liurea, dopo i Tamburini, & poi cominciono à venire gl'Innāzi piu giouani preſi per mano, di maniera che à guiſa di Scacchiero nella prima coppia à man dritta ſarà l'Innanzi bianco; nella ſeconda verrà il roſſo, & coſi nella terza il bianco ſeguendo di
mano in mano in tal diuiſa; Dopo tutti gl'Innanzi vāno gli Alfieri dinanzi, à i quali marciano i Tamburi della medeſima Liurea; appo gli Alfieri ſeguano li Scōciatori, dietro a i quali procedono li Datori innāzi, de i quali quelli del muro, come piu degni portano in mano la palla della Liurea, & per vltimi vengono in capo i Datori à dietro, doue girata vna volta la piazza ciaſcuno Alfiere ſi parte cō la ſua ſchiera alla volta del ſuo padiglion ſēcodo, ch'egi harà vinto, o perduto il Sole: Ma innanzi che ſiano le due ſchiere cōparſe in cāpo, ſiano aſſunti, & meſsi à ſedere ſopra vn'horreuole, & rileuato ſeggio, perciò fabbricato nel mezzo dell'vno de lati della piazza ſei gētilhuomini giuocatori antichi, iquali giudizio diano, ſopra qualūque controuerſia naſcere vi poteſſe: il che fatto ſi dia nelle trombe metendo à ordine la battaglia, ſecondo che di ſopra ſi è detto, e diaſi cominciamento al Calcio, delquale appreſſo ſi ragionerà particolarmēte, & diraſsi ſquiſitamēte l'vffizio di ciaſcuno giucatore. Il principio de fieri mouimēti del Calcio é il batter la palla; il che ſi vſa far nel mezo del cāpo da quel lato, che muro ſi chiama dou'è poſto alcuno ſegno, o di marmo, o d'altro, ilquale il mezzo a pūto dimoſtri. queſto battere è uffizio del pallaio, ilquale veſtito d’amēdue i colori della Liurea, come huomo di mezo giuſtamente la palla batte nel detto marmo ſi diritto, e ſi forte, che ſubito riſalti fra le due ſquadre de gl'Innanzi, che corrono al muro: alquale ancora tocca di tenere il campo fornito di quante palle fa di meſtieri, coſi dico s'vſa batter la palla: ma io crederei, che piu bello foſſe nel proprio cōtro del campo, cioè nel mezo della piazza, e non del muro, piantare il marmo, e quiui batterla nel mezzo de gl'Innanzi circonſtanti: ſi che in alto riſaltaſſe, & cadeſſe, perche ſarebbe piu bel vedere, il luogo ſarebbe più ragioneuole, & piu perfetto, & ridurremmoci alla uſanza anticha; onde traſcorſi ſiamo,
allaquale ritorneremo ancor piu, ſe la palla in vece di batterla ſi poneſſe in ſul marmo, & li trenta Innanzi la circondaſſero in cerchio largo, & perfetto, & al ſegno dato: a lei come linee dalla circonferenza al centro correſſero: il quale principio di battaglia harebbe in ſe chi ben rimira ogni ſorte di perfettione, e di vaghezza. Poiche la palla è battuta, e le Trombe, e i Tamburi per tutto rimbombano, dee il buono Innanzi mentre che il popolo del Theatro rimira, chi queſta parte, & chi quella fauoreggiando: fare ogni sforzo d'acquiſtar campo in ſu l'aduerſaria parte: ilche di leggieri gli verrà, fatto, ſe di quelli miei precetti, che a mano, a mano per addur ſono, da me per eſſermi in queſto giuoco molti anni eſercitato, appreſi, & approuati dagli antichi, & moderni giuocatori piu eccellenti, farà capitale. Dico adunque che ſubito che la palla ſarà battuta, rimanendo il piu delle uolte fra i piedi delle ſquadre del muro, debbe ciaſcuna di eſſe ingegnarſi di metterlaſi in mezzo, & di quella a cui uerrà fatto corlaſi dinanzi fra i piedi; i duoi Innanzi più gagliardi con lo aprire, & con l'urtare, degli altri tre dietro a quelli due guidandola co' piedi ſi sforzino di condurla alla uolta delli Sconciatori, & a i Datori paſſarla: ma perche queſta ſquadra da vno delli Sconciatori aduerſi ſarâ aſpettata, & dall'altro in tràuerſo vrtata, è neceſſario, che delli due Innanzi più gagliardi l'vno vada ad inueſtire lo Sconciatore, chedi tràuerſo uerrà, l'altro incontri quello, che per diritto l'attende; ilche facendo gli altri tre cō grāde commodità potranno di là dallo Sconciatore la palla trapaſſare. In oltre, perche qual s'è l'una delle due parti moſſa da gran diſio di vittoria, potrebbe in vn tratto mādare due, e forſe tutte tre le ſquadre ſue alla volta del muro ſubito che è battuta la palla, e coſi corre alla ſprouiſta gli auuerſarij; è neceſſario, che quante ſquadre manderāno verbi grazia i Roſsi là doue la palla ſi batte, altrettante
ne mādino eziādio i bianchi, perche biſogna, che ciaſcuna delle parti faccia ogni sforzo per non perder punto di campo in ſul principio: perche il principio è la metà del fatto. Ma perche ſpeſſe volte interuiene, che a gl'Innanzi il lor diſegno non rieſce, perche li Datori, de quali è uffizio il ſaluare la palla, aiutati da i loro Sconciatori con ſagacità la pigliano, & di ſopra, o di ſotto mano dandole in mano allo aduerſario Datore la rimettono; Dee il buono Innanzi con velocità grande tornare in giuoco; cioè nel mezo, che è fra l'vna, & l'altra fila delli biāchi, & roſſi Sconciatori, accogliendoſi ciaſcuno alla ſua ſquadra, cioè, o à quella della foſſa, o à quella del mezzo, o à quella del muro: perche eſſendo la zuffa ridotta in tal termine più non conuiene, che le ſquadre ſi meſchino inſieme, perche dato che la ſquadra della foſſa inſieme cō l'altra del mezzo ſi meſcoli, o quella del mezzo con l'altra del muro; piu cōmodamente dar potrà il Datore della foſſa, che harà gli Innanzi aduerſarij più lontani, & il Datore del mezzo altreſi, non hauendo gli aduerſarii, che poſſano correre ad impacciarlo, ſenza punto di ſcōcio potra dare alla palla. In ſomma la ſquadra del mezzo (ſecondo che poco innanzi detto s'è) vuole eſſere fornita di giouani di gran gamba, e gran lena, & facendo gran prò per la ſua ſchiera viene à eſſere neceſſarijſsima, perche il ſuo vffizio è il correre per diritto filo alle palle, che à i Datori del mezzo vanno, e per trauerſo à quelle, che alla folla, & al muro ſi conducono. Ma perche le palle, lequali toccano à giuocare à gli Innanzi ſono di due ſorti; cioè quelle, che rimangono nel mezzo, & quelle che dall'vno, all'altro Datore ſoruolando uanno. hauendo già dettoci quelle che reſtano fra li piedi de gli Innanzi, dico che à quelle, lequali per l'aria uanno, gli Innāzi deono eſſere molto auuertiti, & principalmente quelli, che per l'eccellenza di loro intendimento, & prodezza:
ſarāno ſtati eletti capi di ſquadre: perche ſi conuiene, che eſsi s'intendano con gli loro Datori, di maniera, che à i loro voti, & deſiderij corriſpondano le date, & gli iſteſsi Innanzi, in quel verſo nell'auuerſario campo ſia per dare il lor Datore ſappiano ſubito, che gli ſcorgono la palla in mano, & habbiano del colpo di ciaſcuno Datore quanto egli porti lunge, giudizio, e pratica, & auuertenza, che a palla ſe verſo il Cielo andrà percoſſa di ſotto mano à bell'agio cadrà: ſe colpita di ſopra mano di punta voierà nelle mani dell'auuerſario Datore, & ſiano preſti à riſoluerſi d'andare, o ſtare, e gouerninſi in tutto con giudizio; perche delle due ſorti di palle porteranno, come più dolci, & lene piu pericolo di ſconcio quelle, che aſſai poggiando verſo il Cielo, quaſi à piombo ſopra il Datore auuerſario cadranno: Per tanto il buon capo di ſquadra, che dee ingegnarſi di ſtancare il meno, che poſſibile ſia la ſquadra ſua; andrà con tal giudizio à palle tali, che appunto auāti, che à quelle habbia il Datore dato, vi giunga. Et ſe il Datore del muro, o quello, che gl'è à lato darà cōto all'auuerſa foſſa, in quello, iſtanti, ch'egli le darà, muoua il drappello della foſſa, & li due Innāzi vadano ad affrontare vno Sconciatore per vno, cioè l'vno quello Sconciatore, che ſtà come targa dināzi al Datore, e l'altro inueſta quell'altro Sconciatore, ch'era à lato allo Scōciatore della foſſa, & cō impeto viene per trauerſo ad vrtare la già moſſa ſquadra: in tāto gl'altri tre cō la maggior velocità che poſſano volino alla volta dell'auuerſario Datore: ma perche egli harà intēdimemo, & andrà in cōſerua inſieme cō gl'altri Datori di ſua ſchiera, & ſopra tutto quello che gl'è à lato andrà à ſoccorrerlo col pararſi dinanzi à lui, & rompere l'impeto de gl'Innanzi, fa di meſtieri, che in queſto tēpo la ſquadra del mezzo paſsi alla volta del Datore per trauerſo per quei varchi, iquali haranno laſciato di ſe voti lo Sconciatore, & il Datore,
che erano à lato à quelli della foſſa per dare, come ſi è detto ſoccorſo à i loro compagni: perche ſe ſi mouerà, le verrà paſſato à luogo, & a tempo, & ſenza fallo ſconcierà all'auuerſario Datore la palla, & pian piano conducendola fra i piedi arriuerà molto preſſo alla vittoria: però ſubito, che la ſquadra del muro vedrà le amiche ſquadre andare con la palla rotta innanzi acquiſtando mai ſempre campo, dee paſſare anch'ella gli auuerſarij Sconciatori, auuertendo di ſtare continuamente al pari della palla a fine che ſe gli auuerſarij per ultimo ſcampo la attrauerſaſſero alla volta del muro dia fra i piedi ad eſsi, che al pari della palla ſi troueranno, & in ſu lo ſteccato ferrata tener la potranno. Il medeſimo precetto, che ſi é dato alla ſquadra della foſſa s'intenda eziandio dato a quella del muro: perche andando la palla per aria alla volta del muro, la detta ſquadra è tenuta a correre col medeſimo ordine ad affrontare gli auuerſari; Datori, & Sconciatori: Et la ſquadra del mezzo co'ſuoi veloci corridori ſcelti dee parimente darle ſoccorſo, & quella della foſſa altresì paſſare al pari della palla, ſenza meſcolarſi con le altre: ma ſtando inſieme ſeparata da quelle, a fine, che gli auuerſarij attrauerſando la palla per quella banda ſaluar non la poſſano. Dee eziandio la ſquadra del mezzo ſoruolando la palla il capo ſuo per lo mezzo del campo con la medeſima maeſtria inueſtire lo auuerſario Sconciatore per paſſare al Datore, che gli è dietro: nel medeſimo modo ancora le ſquadre amiche de amenduei lati deono, paſſata che è quella del mezzo paſſare. Soura tutto gli Innanzi habbiano grande auuertenza quando haranno rotto la palla, e co' piedi la condurranno, di guidarla pian piano, sì che poco dal piede la ſi allontanino: perche altrimenti facendo fariano ſeruigio, & dariano allegrezza alla ſchiera nimica, laquale altro non contende, e briga
ſe non che la palla ſcappi fuori della moltitudine per poterla ghermire, & correre, o in altro modo ſaluare: ſopra tutto vuolſi da gli Innanzi auuertire di tenere la palla ſerrata quando l'haranno in ſu lo ſteccato condotta. Queſto degli vffizi loro ê il più importante: perche traſcurando queſto vltimo atto fariano, come folli cultori, iquali tutte quante l'altre ſtagioni dell'anno in arare, in ſeminare, in ſarchiare duraſſero fatiche eſtreme, & poi la ſtate in ſul buono della ricolta ſe la perdeſſero, abbandonando i campi, & ad altro attēdendo, & come cacciatori, che haueſſero i veltri sboccati, & non poteſſero in ſul giugnere la fiera azzannare. Oltre à diciò uuole il buono Innanzi non meno con certa ragione, che con grazioſa, & leggiadra auuenentezza il giuoco ſuo giuocare; ilche gli potrà riuſcire ageuolmente, ſe in tutti i muouimenti, & atti ſuoi procederà moderato, e ſenza ſtizza, laquale è vn brieue furore, che ſuole caualcare, & per beſtia fare ſcorgere colui, che no'l frena. Però ciaſcuno non penſi ad altro, che à condur la palla in ſu l'aduerſa fronte dello ſteccato, & à farla paſſare oltre, che è l'eſtremo termine, & il deſiato fine della ſua ſchiera. Pertanto ciaſcuno Innanzi inueſtendo per diritto, o per trauerſo, qualſi voglia Sconciatore, o Datore non tiri mai pugna; ma tenendo le braccia diſteſe, douunque meglio li uerrà, faccia il rincontro. Non dico già per queſto che alcuno deggia moſtrare viltà, & che eſſendogli ſcorteſia fatto, eſſo fatto nō ſe ne riſenta, e uaglia: con poderoſe pugna; ma dico, che ſubito, che egli è ſpartito corra alla palla, & il giuoco ſegua. Oltre à diciò non ſi conuiene, che l'vno Innanzi cō l'altro aduerſario garreggi, ſe non quando la palla nelli mezzi ſi troua, perche in tal caſo ciaſcuna ſquadra cō l'altra auuerſaria contenda, per padroneggiare la palla, e tenendolaſi fra i piedi ſegua pur la uittoria. In altro non contēdano inſieme, ſe non, ſe quando la palla in vna
le teſte dello ſteccato condotta foſſe, perchè all'hora eſſendo grande il periglio, deono gli Innanzi, che ſtanno per perdere la caccia con gli Innanzi aduerſarij meſcolarſi, a quanto poſſono impedirli, che la palla ſoura il loro ſteccato non paſsi, auuertendo però, che tre, o quattro di loro rimanghino in ſu gli auuerſarij Sconciatori, a fine che ſe la palla, o da i Datori, o da altri foſſe loro della fila cauata, ſiano preſti à far sì, che Sconciatore, o Datore della nimica ſchiera non la poſſa fare eſſere, e non rimanga vincitore della caccia. In tal caſo apporterebbe giouamento grande alla ſua bāda vn giocatore gagliardo, ilquale alla palla deſſe di piglio, e tenendola ſtretta con vna frotta de ſuoi vrtando faceſſe ogni sforzo per racquiſtare qualche parte della piazza perduta. Queſto ho ueduto già io far molte volte ad alcuni buoni giuocatori con gran profitto, & riuoltar di fortuna, che è la bellezza maggiore nō pure d'ogni giuoco: ma delle comedie, delle tragedie, & d'ogni ſorte di poetica compoſitione. Per l'ordinario non iſta bene, che queſta ſorte di giuocatori, cioè gli Innanzi prendano mai la palla in mano, ſe non per dirizzarlaſi fra i piedi, ſe già non ui ſi trouaſſe qualchuno tale, quale mi rimembra già hauer veduto, che eſſendo gagliardiſsimo, deſtriſsimo, & velociſſimo corridore ſtaua sbrancato alquanto dagli Innanzi per trauerſo al luogo doue egli la palla vedeua, & quando punto, punto ella vſciua, ei la carpiua, e ſerpeggiando correua, & ſi faceua, che in ſu lo ſteccato conducendola (quando manco ſperar ſi poteua) apportaua alla ſua parte la uittoria con quella gloria, & applauſo, che harebbe un ſoldato, ilquale mentre con tutte le forze al padiglione del ſuo Re ſi combatteſſe, il Re nimico reſtare ſenza guardia auuertiſſe, è lui là correndo prendeſſe. A tali Innanzi s'auuiene il pigliare in mano la palla, e nō à certi, i quali pigliandola inſino allo Sconciatore à pena
corrono, & iui caderla ſi laſciano a i piedi, empiendo il Theatro di riſa della loro dappocagine, oltre al danno, che alla parte loro ne riſulta: perche molto meglio ſi paſſa oltre la palla, come ſi è detto cō guidarla pian piano fra i piedi; ſi che in andādo di mano in mano acquiſti del cāpo, molto meglio dico in quella guiſa, p̃ laquale la palla in terra cadēdo, iui in un tratto, come di morte ſubitana morta rimane. L'Innāzi ſi come ogn'altro giucatore ſopra tutto ſi guardi dal fallo, ilqual ſi cōmette ogni volta, che la palla ſi fa di poſta paſſar lo ſteccato della foſſa, & ogni volta ch'ella è ſcagliata. In sì fatto errore caggiono hoggidì molti giouani ineſperti, iquali in vece di laſciarſi la palla preſa che l'hāno cader fra piedi, e nella loro ſquadra addirizzarla, la ſcagliano innāzi 4. braccia, o ſei con diſpiacere infinito de vecchi giucatori ammaeſtrati, e cōſcij del giuoco. Per lo contrario vſano i buoni Innanzi alcuna volta p̃ vna cotal vaghezza, e rifiorimēto del giuoco in affrontando qualche grande, e groſſo Scōciatore, o Datore cō leggiadra lotta traboccarlo in terra cō grādiſsime riſa del popolo, che ſi rallegra, e impara ueggēdo, come con ſi poca fatica poſſa eſſer fatto vn ſimile quaſi torrion rouinare. Ancora il buono Innanzi ſi guardi di non iſtare addoſſo fitto in ſu li ſuoi Scōciatori noiandoli, e togliēdo loro le palle, lequali eſsi facēdoſi paſſare fra le gābe manderiano ai lor Datori: ma s'ingegni di ſtar'vnito con la ſquadra ſua ſempre di trauerſo al pari della palla, a fine ch'egli (occorrēdo) poſſa correre alla volta de Datori auuerſarij ſenz'altro intoppo, che delli Sconciatori: Detto l'vffizio degli Innanzi conuiene dire al preſente quel delli Sconciatori, a Ofizio delli Scōciatori quali hauer conuiene ſopra tutto tre principali intendimenti. Il primo è, che le palle condotte tra i piedi della moltitudine da gli Innanzi auuerſarij accompagnate nō paſsino in guiſa, che i proprij Datori dar lor nō poſsino. Il ſecondo è, che le palle mandate per aria
dal nimico all'amico Datore non gli ſiano da gli auuerſarij Innanzi ſconcie, & impedite. Il terzo è ſerrare il giuoco, e far impeto quando la loro ſchiera ſi trova con vantaggio di campo, e ritirarſi vniti inſieme, e ſoſtener la carica, quando la medeſima ſi troua cō diſauātaggio: cōcioſiacoſa, che gli Sconciatori fanno in queſto giuoco, quello che faceuano nelle antiche battaglie gli Elefanti, e la groſſa Caualleria fa nelle moderne. In quāto al primo intēdimento, ſe la ſquadra della foſſa cōdurrà la palla fra piedi cōtro à colui che quiui ſtà per iſconciare; lo Sconciatore, che gli è à lato trouādoſi feroce, e gagliardo, come quegli che quaſi per commune fianco dato fu allo Scōciatore dalla foſſa, & à quello del mezzo: vadia ad vrtare per trauerſo coloro che la palla conducono fra piedi: & perche ſecondo che di ſopra s'è detto, vno de gl'Innanzi piu forti lo uerrà ad inueſtire biſogna, ch'egli nell'vrtarlo faccia l'eſtremo di ſua poſſa, & nella frotta, che guida la palla il ſoſpinga, & coſi inſieme con eſſo entri nella contraria turba, & sbaragliandola con un calcio leui loro da i piedi la palla, & contro a gli auuerſarij ſuoi aſſai lunge la ſpinga, & ſe ogni ſuo sforzo per auuentura riuſciſſe indarno, rimarrà la ſquadra auuerſa almeno diſordinata in guiſa, che l'amico Sconciatore della foſſa potrà, o con uno calcio mandare la palla contro alla nimica ſchiera, ouero facendolaſi paſſare ſotto le gambe, o pure ſpingendola da vno de lati a qualche uno de ſuoi Datori mandarla; & coſi con deſtrezza di perſona, & d'ingegno ſaluarla. Nel modo medeſimo, che detto s'è di quelli della foſſa ſi hanno à difendere li duoi Sconciatori del muro dall'impeto dell'aduerſa ſquadra, che conduca à i lor danni la palla fra i piedi. Parimente lo Sconciatore del mezzo. Trouandoſi nella medeſima maniera, che gli altri già detti affrōtato: nel medeſimo modo con l'aiuto di quelli da ilari gouerniſi.
Quanto al ſecondo intendimento dello Sconciatore ſe la palla ſarà mandata dal nimico all'amico Datore, il buono Sconciatore ponga mente s'ella va di punta; ſi che lo Innanzi non ui poſſa giugnere à tempo, o ſe da alto cade, che lo Innanzi al pari di ſua caduta poſſa al Datore eſſere addoſſo; perche andando la palla di punta nō biſogna affaticarſi: ma torna meglio laſciar paſſare gli Innanzi à lor poſta a fine, che eglino in darno ſtraccandoſi poi nel maggior biſogno non poſſano la fatica: ma venēdo ella da alto, allhora fa di meſtieri mettere in opra, & l'ingegno, & la forza: perche in tal caſo ſopraſtà pericolo grande. Per tanto volando la palla da alto inuerſo il Datore del muro, biſogna che li duoi Sconciatori in un tratto veggiano d'inueſtire quegli Innanzi, iquali eſſendo di miglior gamba, & maggior forza poſſono il loro Datore più danneggiare: ma non però in quelli due occuparſi tanto, che gli altri ſenza alcuno ritegno trapaſsino: perche l'vffizio dello Sconciatore contro à gli Innanzi non è il tenerli: ma bene il trattenerli vrtādo un pò queſto, un pò quello; ſi che il Datore ſuo habbia tempo à dar di piglio alla palla, & darle, o almeno dalla furia de gli Innanzi ſaluarla: pure habbiano auuertenza urtandoli di non cacciarli tanto auanti, che laſcino i lor Datoli abbandonati: perche quello ſarebbe un'errore grāde. Queſto precetto dato alli Sconciatori del muro s'intēda eziamdio per quelli della foſſa: In oltre perche à ſi fatte palle alle volte ſuole correre per trauerſo la ſquadra del mezzo, aiutigli allhora lo Sconciatore del mezzo gagliardamente, andandoli ad unire hora con quelli della foſſa, hora con quelli del muro, e ſe per lo mezo quaſi dal Cielo andrà à piouer la palla al Datore, che gli è dietro, di maniera che l'auuerſa ſquadra del mezzo con grā piena corra à ſconciarla, gouerniſi nel medeſimo modo, che gli altri detti, e uagliaſi del ſoccorſo di quelli, che da i lati gli
- Testi in cui è citato il testo Divina Commedia
- Testi in cui è citato Guido Cavalcanti
- Testi in cui è citato Licurgo
- Testi in cui è citato Omero
- Testi in cui è citato Antifane
- Testi in cui è citato Giulio Polluce
- Pagine con link a Wikipedia
- Testi in cui è citato Quinto Orazio Flacco
- Testi in cui è citato Platone
- Pagine con parole dubbie
- Testi SAL 25%
- Testi-D
- Testi senza argomento in Intestazione
- Testi di Giovanni Bardi
- Testi del 1580
- Testi del XVI secolo
- Testi con versione cartacea a fronte
- Biblioteca universitaria Alessandrina - Testi